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A cura di:
Coldiretti
Area sicurezza alimentare e produttiva
Capo Area
Rolando Manfredini
Redazione a cura di
Corrado Finardi
Gianfranco Mazza
Progetto grafico e stampa
Digitalia Lab s.r.l.
www.coldiretti.it
www.sicurezzaalimentare.it
SOMMARIO:
VINO
65
PASSATA
73
Scopo
BIRRA
77
Legenda
GRAPPA
81
85
UOVA
89
MIELE
17
LATTE
97
21
YOGURT
103
SUCCHI DI FRUTTA
27
BURRO
107
FRUTTA E VERDURA
33
FORMAGGI
111
PANE
39
CARNE BOVINA
117
45
CARNE AVICOLA
129
FARINE
49
CARNE SUINA/SALUMI
135
PRODOTTI DA FORNO
53
PESCE E CROSTACEI
141
ACETO
57
Note legali
146
INTRODUZIONE
produzione di farina o sfarinati di legumi da granella secchi, di radici o tuberi o di frutta in guscio commestibile (ex 10.61.4);
produzione di pane (10.71.1);
produzione di vini (01.21.0 - 11.02.1 - 11.02.2);
produzione di grappa (ex 11.01.0);
produzione di aceto (ex 10.84.0);
produzione di sidro e di altri vini a base di frutta (11.03.0);
produzione di malto (11.06.0) e birra (11.05.0);
disidratazione di erba medica (ex 10.91.0);
INTRODUZIONE
SCOPO
Scopo del presente contributo fornire un format corretto di etichettatura, veicolando ai consumatori tutte le informazioni che
possono favorire una migliore commercializzazione del prodotto agricolo italiano.
Le indicazioni obbligatorie (in rosso) saranno riconoscibili rispetto
a quelle volontarie (in blu). in ogni caso auspicabile che certe indicazioni volontarie compaiano entro il format corretto suggerito, in
ragione degli elementi di distintivit della rete vendita Campagna Amica, e del differenziale qualitativo rispetto a prodotti generici.
Il presente contributo fornisce inoltre tutti gli elementi necessari (legislazione e altro) per predisporre un sistema volontario di informazioni
in etichetta e al fine di massimizzare il margine commerciale nelle vendite tramite lillustrazione delle qualit di prodotto.
Tali format sono fac-simile che non intendono sostituirsi al prodotto reale pronto per la commercializzazione, ma costituiscono una mera linea guida interpretativa
BLU Indicazioni volontarie - ROSSO Indicazioni obbligatorie
Lotto: identifica lunit di vendita di prodotti alimentari prodotti e confezionati in circostanze praticamente identiche. I criteri
possono essere vari (es per lolio EV, un cartone di 6 bottiglie,
una bottiglia, etc) ma devono consentire di risalire allunit di produzione da considerarsi omogenea. in caratteri alfanumerici.
preceduto dalla lettera L per maggiore riconoscibilit rispetto
ad altre sigle
Lolio extravergine va confezionato con una data di consumo entro i 18 mesi al fine di garantire lapprezzamento delle migliori
caratteristiche organolettiche. sempre bene indicare mese e
anno entro cui preferibile consumare, meglio se insieme allannata del raccolto (es, Raccolto 2011), che pure una menzione facoltativa.
Termine minimo di conservazione riportato con la dicitura Da consumarsi preferibilmente entro: indica il tempo minimo entro cui
il prodotto mantiene le sue propriet specifiche in adeguate condizioni di conservazione. La data pu essere indicata:
Senza indicare lanno, se il prodotto conservabile almeno 3 mesi
(es: da consumarsi preferibilmente entro il 6 maggio).
Senza lindicazione del giorno per prodotti conservabili pi di 3
Data di scadenza: la data entro cui il prodotto deve essere consumato. Si applica ai prodotti preconfezionati rapidamente deperibili
da un punto di vista microbiologico e che possono costituire un
pericolo per la salute. Viene indicata con la dicitura da consumarsi
entro . Tale modalit di designazione vale indicativamente per
tutti i prodotti con una durabilit non superiore a 30 giorni. La data
di scadenza indica il termine massimo oltre il quale il prodotto non
pu per nessun motivo essere detenuto sul banco di vendita.
INTRODUZIONE
LEGENDA
In base al Decreto Legislativo 23 giugno 2003, n. 181 (che recepisce la direttiva 13/2000, La data di scadenza comprende,
nell'ordine ed in forma chiara, il giorno, il mese ed eventualmente
l'anno e comporta la enunciazione delle condizioni di conservazione, e, qualora prescritto, un riferimento alla temperatura in
funzione della quale stato determinato il periodo di validit.
Il D.l. n. 7/2007, dispone che l'indicazione del termine minimo di
conservazione o della data di scadenza deve figurare in modo facilmente visibile, chiaramente leggibile e indelebile secondo modalit
non meno visibili di quelle indicanti la quantit del prodotto ed in un
campo visivo di facile individuazione da parte del consumatore..
INTRODUZIONE
OLIO EXTRAVERGINE
DI OLIVA
Denominazione di vendita
Categoria di olio
Produttore
Lotto
Modalit conservazione
0,75 l e 1 l e I
Denominazione di vendita
Categoria di olio
Produttore
Lotto
Modalit conservazione
0,75 l e 1 l e I
FORMAT ETICHETTA
OLIO 100% ITALIANO
A
Denominazione di vendita
Categoria di olio
10
0,75 l e 1 l e H
Produttore
Lotto
Modalit conservazione
FORMAT ETICHETTA
OLIO BIOLOGICO
A
Denominazione di vendita
Categoria di olio
AGRICOLTURA UE
0,75 l e 1 l e
Produttore
Lotto
Modalit conservazione
11
12
lindicazione prima spremitura a freddo riservata agli oli doliva vergini o extra vergini ottenuti a meno di 27 C con una prima spremitura meccanica della pasta dolive, con un sistema di
estrazione di tipo tradizionale con presse idrauliche
lindicazione estratto a freddo riservata agli oli doliva vergini o extra vergini ottenuti a meno di 27 C con un processo di percolazione o centrifugazione della pasta dolive; Vai al disciplinare UNAPROL per un corretto uso della produzione ed etichettatura (http://www.unaprol.it/Pubblicazioni/DISCIPLINARE.pdf)
le indicazioni delle caratteristiche organolettiche possono figurare, esclusivamente se sono basate sui risultati di un metodo
danalisi previsto allarticolo 2 dal regolamento (CEE) n. 2568/91;
lindicazione dellacidit o dellacidit massima pu figurare unicamente se accompagnata dalla menzione, in caratteri delle stesse dimensioni e nello stesso campo visivo, dellindice dei perossidi,
del tenore in cere e dellassorbimento nellultravioletto, stabiliti
a norma del regolamento (CE) n. 2568/91.
Indicazioni volontarie
13
LE INFORMAZIONI NUTRIZIONALI
Indicazioni volontarie
14
Valore energetico
Proteine
Grassi
di cui monoinsaturi
Per 100 grammi Per dose giornaliera (pari a 30 grammi, pari a 2 cucchiai)
assumibile nell'ambito di una dieta varia ed equilibrata
900 kilocal
3762 kjoule
0
0
90 gr
27gr
72,95
21,9
di cui saturi
di cui polinsaturi
carboidrati
di cui zuccheri
fibre
sodio
Vitamina E
14,5
7,52
0
0
0
0
22,4 mg
4,35
2,25
0
0
0
0
6,7 mg, pari al 33,5 % della Dose Giornaliera Raccomandata "In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare e massimo
organo competente in materia, l'olio extravergine di oliva un alimento ad alto
contenuto naturale di vitamina E (oppure: fonte naturale di vitamina E), riconosciuta
proteggere le cellule del corpo umano dal danno ossidativo
5 mg di idrossitirosolo (consumabili entro una dieta
In base ad un parere di EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare e massimo
bilanciata)
organo competente in materia, i polifenoli dell'olio di oliva possono combattere lo stress
ossidativo
CARATTERISTICHE
ORGANOLETTICHE
Indicazioni volontarie
Fruttato, fruttato verde, fruttato maturo, amaro, piccante sono le uniche
caratteristiche organolettiche ammesse (ex Reg. 640/2008, Allegato XII)
Possono essere poste in etichetta unicamente se fondate sui risultati di
una valutazione oggettiva effettuata con il metodo previsto dal Consiglio oleicolo internazionale per la valutazione organolettica degli oli di
oliva vergine, e descritto allallegato XII del Reg. Ce 2568/91, e come
rafforzato entro Decreto Sviluppo -DL 22 giugno 2012 n.83 convertito
dalla legge 7 agosto 2012 n.134, (articolo 43)
Possono essere connotate in aggiunta da aggettivi leggero, medio,
intenso
inoltre previsto la possibilit di utilizzo delle dizioni dolce ed equilibrato.
Si ricorda che tutte le suddette dizioni devono essere autorizzate da apposito certificato firmato da un Capo Panel. Il certificato valido solo per
la partita certificata. Il confezionatore si assume inoltre la responsabilit
che le caratteristiche organolettiche indicate rimangano inalterate per l'intera vita del prodotto.
Ricordiamo altres che NON SONO A NESSUN TITOLO AUTORIZZATE indicazioni sulla salute riferite a:
protezione cardiovascolare
regolazione del glucosio del sangue
mantenimento di normali livelli di colesterolo HDL nel sangue
mantenimento di normali livelli di colesterolo LDL nel sangue
mantenimento di una pressione sanguigna normale
mantenimento di una normale concentrazione di trigliceridi
nel sangue
propriet anti-infiammatorie
difesa del corpo dagli agenti esterni
aiuto delle normali funzioni del tratto intestinale
aiuto per la salute del tratto respiratorio superiore
15
GIUSTIFICAZIONE
INFO VOLONTARIE ETICHETTA
16
Limpresa che intenda fornire tali indicazioni volontarie fornisce la giustificazione sulla base di uno o pi dei seguenti elementi:
a) dati di fatto o dati scientificamente provati;
b) risultati di analisi o registrazioni automatiche su campioni rappresentativi;
c) informazioni amministrative o contabili tenute conformemente alle normative comunitarie e/o nazionali.
Tutte le diciture facoltative che figurano in etichetta devono essere giustificate sulla scorta di elementi oggettivi per evitare ogni rischio di abuso o danno dei consumatori e distorsioni della concorrenza nel mercato degli oli in questione (considerando 11 reg. 1019/2002)
ALTRE INFORMAZIONI UTILI PER LA VENDITA DIRETTA
Obbligo di fornire prodotti:
Ermeticamente sigillati
In contenitori max di 5 litri se destinati a consumatore finale e 10 se
destinati alla collettivit
In gamme unitarie costanti pari ad uno dei seguenti formati: 100
ml- 250 ml-500 ml-750 ml- 1000 ml- 2000 ml-3000 ml- 5000 ml10000 ml
Riferimenti normativi
D. lgs 109/92
Reg.CE 182/2009 (origine)
Reg. 1019/2002 (categoria merceologica e
caratteristiche organolettiche volontarie), ora abrogato
e ripreso dal reg. 29/2012-vedi sotto-.
Reg. 640/2008 caratteristiche organolettiche
decreto 5464 del 3 agosto 2011
Reg. CE 2568/91 (metodi di valutazione Panel)
Reg. CE 1924/2006 (indicazioni propriet salutistiche)
Reg. CE 834/2007 (biologico)
Reg. CE 29/2012 (norme di commercializzazione,
sistema dei controlli e sanzioni)
Reg. (CE) 510/2006
Decreto Sviluppo -DL 22 giugno 2012 n.83 convertito
dalla legge 7 agosto 2012 n.134, (articolo 43)
Legge 14 gennaio 2013, n. 9. Norme sulla qualit e la
trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini, cd
Salva Olio.
MIELE
Miele
ITALIANO
MIELE di ACACIA
D
FORMAT ETICHETTA
MIELE ITALIANO
* Un sigillo
di garanzia
di integrit
della
confezione
necessario
per la messa
in vendita
MIELE
18
0,5 Kg e
Denominazione di vendita
Produttore
Anno di produzione
Lotto
Modalit conservazione
500g e
Miele
Denominazione di vendita
ITALIANO
MIELE di ACACIA
http://ec.europa.eu/agriculture/organic/eu-policy/logo_it
E
AGRICOLTURA UE
0,5 Kg e
500g e M
Produttore
Lotto
Modalit conservazione
Anno di produzione
MIELE
FORMAT ETICHETTA
MIELE BIOLOGICO
* Un sigillo
di garanzia
di integrit
della
confezione
necessario
per la messa
in vendita
19
Indicazioni volontarie
Oltre allorigine floreale o vegetale, si pu fare riferimento a regioni, luoghi o territori ben identificati.
Riferimenti normativi
MIELE
20
In base al decreto 5464 del 3 agosto 2011, norme in materia di leggibilit delle informazioni inerenti lorigine dei prodotti alimentari, lindicazione dellorigine va espressa nel carattere di 1,2 millimetri per il carattere mediano (non la iniziale maiuscola) al fine di renderla ben comprensibile al consumatore finale.* Tuttavia, nel caso di contenitori o imballaggi
la cui superficie maggiore risulta minore di 80 cm2, laltezza minima pari o superiore a 0,9 mm.
CONFETTURE E GELATINE
MARMELLATE,
* Un sigillo
di garanzia
di integrit
della
confezione
necessario
per la messa
in vendita
22
FORMAT ETICHETTA
MARMELLATA, CONFETTURA,
GELATINA
Confettura Extra
di Fragole e Lamponi
Denominazione di vendita
(Nome Azienda) B
Via XXX , Citt XXX (Indirizzo azienda)
C
400 g e F
Lotto
Modalit conservazione
Decreto Legislativo 20 febbraio 2004, n.50. Attuazione della direttiva 2001/113/CE concernente le confetture, le gelatine e le marmellate di frutta, nonch la crema di marroni, destinate all'alimentazione umana.
I prodotti a base di tutti gli altri tipi di frutta (che non siano agrumi), a seconda del tipo di lavorazione e della percentuale di frutta utilizzata su 100 grammi di prodotto finito, si distinguono in:
confettura: un preparato a base di almeno il 35 per cento di frutta (che non siano agrumi), al quale vengono aggiunti zuccheri
ed, eventualmente, altri additivi.
confettura extra: un preparato a base di almeno il 45 per cento
di frutta (che non siano agrumi), al quale vengono aggiunti zuccheri ed, eventualmente, altri additivi.
gelatina: La gelatina un prodotto preparato esclusivamente a
base del succo della frutta (senza polpa e senza buccia). La gelatina contiene almeno il 35 per cento di succo.
PRODOTTO
Marmellata
Confettura
Confettura extra
Gelatina
Gelatina extra
FRUTTA
agrumi o altra frutta
tutta tranne agrumi
tutta tranne agrumi
tutta
tutta
DIRETTIVA 2001/113/CE
%FRUTTA
da 20 a 34
almeno 35
almeno 45
%SUCCO DI FRUTTA
almeno 35
almeno 35
DENOMINAZIONE DI VENDITA
23
CASI PARTICOLARI
24
Preparati a base di agrumi ma con un contenuto di frutta maggiore del range 20%-35% previsto per la designazione marmellata si chiamano in ogni caso marmellata.
ART. 3 D. Lgs 20 febbraio 2004 n. 50 La denominazione di vendita completata dal nome del frutto o dei frutti utilizzati in ordine decrescente rispetto al loro peso.
Tuttavia nel caso di prodotti ottenuti da tre o pi frutti, l'indicazione dei frutti pu essere sostituita dalla dicitura "frutti misti",
da un'indicazione simile oppure da quella del numero dei frutti utilizzati.
La menzione senza zuccheri (aggiunti) pu essere utilizzata
per solo se nel prodotto finito vi sono meno di 0,5 grammi /100
grammi/millilitri di zuccheri.
altres possibile in casi particolari, utilizzare altre denominazioni di vendita (Preparato a base di frutta, composta, o ancora, indicare come denominazione commerciale semplicemente
il frutto /i frutti (es, mirtilli, ribes, frutti di bosco) quando
il contenuto di sostanza secca solubile sia inferiore al 45% e non
autorizzi pertanto luso delle denominazioni di vendita consentite - marmellata, gelatina, confettura, confettura extra - (art. 2,
comma 4, Decreto Legislativo 20 febbraio 2004, n. 50). Ordinariamente si ritiene soddisfatto tale requisito con una percentuale di frutta pari o superiore al 65%, ed il prodotto finale considerato composta di frutta.
Gli zuccheri che possono essere utilizzati nella fabbricazione sono quelli allallegato 1 del D. lgs. n. 51. del 20 febbraio 2004.
Va indicata la quantit (grammi) per 100 grammi del prodotto finale (vedi format etichetta sopra). Tale indicazione deve
figurare a caratteri chiaramente leggibili nello stesso campo
della denominazione di vendita.
Tale dicitura pu essere omessa nel caso venga riportata in
etichettatura la tabella nutrizionale.
Oltre a questi zuccheri possono essere utilizzati lo sciroppo
di fruttosio, zuccheri ottenuti da frutta (come mosto duva concentrato e rettificato) e zucchero bruno.
A differenza delle diverse categorie di saccarosio del D.lgs
n. 51/2004, (= zucchero) gli altri tipi di zucchero possono essere designati con nome specifico, es zucchero di mela,
zucchero di pera, zucchero duva, etc.
Riferimenti normativi
Direttiva 2001/113
D. lgs. n. 51. del 20 febbraio 2004
D. lgs 109/92
D. Lgs 50 del 20 febbraio 2004
INGREDIENTI
25
SUCCHI
DI FRUTTA
SUCCO DI/NETTARE DI
Nome Frutta
A
FORMAT ETICHETTA
SUCCO DI FRUTTA
A
Denominazione di vendita
DA CONCENTRATO
(solo se il succo viene da concentrato)
SUCCHI DI FRUTTA
28
(Nome Azienda)
Via XXX , Citt XXX (Indirizzo azienda)
L XXXXX (numero di lotto) G
I
400 g e H
Lotto
Modalit conservazione
SUCCO O NETTARE?
MISCELE
Succo di frutta: designa il prodotto fermentescibile ma non fermentato, ottenuto da frutta sana e matura, fresca o conservata
al freddo, appartenente ad una o pi specie e avente il colore,
l'aroma e il gusto caratteristici dei succhi di frutta da cui proviene.
L'aroma, la polpa e le cellule del succo che sono separati durante la lavorazione possono essere restituiti allo stesso succo.
Nettare di frutta: nel caso del nettare di frutta, l'etichettatura indica il contenuto minimo di succo di frutta, di purea di frutta o
del miscuglio di tali ingredienti, con la dicitura frutta % minimo. Questa dicitura figura nello stesso campo visivo della denominazione di vendita.
La proporzione minima di frutta nel prodotto finito va dal 25%
al 50% a seconda di quanto previsto dalla normativa (D. Lgs
151/2004).
L'aggiunta di zuccheri e/o miele autorizzata in quantit non
superiore al 20% in peso rispetto al peso totale del prodotto
finito.
Al posto di succo di frutta, e solo per gli agrumi, si pu usare la dicitura spremuta, che permette di sottolineare le qualit di freschezza del prodotto ottenuto.
SUCCHI DI FRUTTA
SPREMUTA
29
SUCCHI DI FRUTTA
30
Riferimenti normativi
SUCCHI DI FRUTTA
D.L. 21 maggio 2004, n. 151, concernente i succhi di frutta ed altri prodotti analoghi destinati allalimentazione umana (attuazione direttiva europea 2001/112/CE)
D.lgs 109/92
RIFORMA DELLA DIRETTIVA 2001/ 112 CE, adottata dal
Consiglio e da recepire in Italia http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:0490:FIN:EN:PDF
31
FRUTTA
E VERDURA
PREZZO________________
Prezzo/kg
Prodotto________________
Origine_________________
Variet_________________
FRUTTA E VERDURA
34
Categoria_______________
E
Azienda XXX A
Via XXX , Citt XXX (Indirizzo azienda)
Ragione Sociale delloperatore B
(e del confezionatore se diverso dalloperatore)
A
B
Indirizzo azienda
Ragione Sociale delloperatore (e del confezionatore se diverso
Arance
NAVELINAS
ORIGINE
Lotto
Additivi se presenti
1 kg e G
Additivi se presenti
Categoria I
Calibro L
FRUTTA E VERDURA
dalloperatore)
C
35
FORMAT PRODOTTI
IN CONFEZIONI - IV GAMMA*
Verdura
B
Azienda XXX
Via XXX , Citt XXX (Indirizzo azienda)
Ingredienti:
FRUTTA E VERDURA
36
Data di scadenza
Origine
1 kg e
Denominazione di vendita
Indirizzo azienda
Data di scadenza
Origine
Variet
Additivi se presenti
Variet L
Additivi se presenti
gi pronti alluso)
Riferimenti normativi
Direttiva materia (Ce 2200/96).
Decreto legislativo n. 306 del 2002
Reg. (CE) n. 1580/2007
Reg. (CE) 1221/2008
FRUTTA E VERDURA
A seconda del prodotto, possibile rinvenire chiari criteri per distinguere la categoria extra dalla I categoria e II categoria.
Reg. (CE) n. 1580/2007 del 21/12/07 Allegato, come poi modificato dal successivo Reg. (CE) 1221/2008, che stabilisce disposizioni relative a qualit, presentazione e tolleranze SOLO per
a) mele; b) agrumi; c) kiwi; d) lattughe, indivie ricce e scarole;
e) pesche e nettarine; f) pere; g) fragole; h) peperoni dolci; i) uve
da tavola; j) pomodori.
Extra: qualit superiore, priva di difetti ad eccezione di lievissime alterazioni superficiali
Prima categoria: buona qualit, tollerati leggeri difetti di forma,
di colorazione, sviluppo dellepidermide, lievi difetti cicatrizzati
Seconda categoria: sono tollerati difetti di forma, di sviluppo, di
colorazione, della buccia, rugosit della scorza, difetti dellepidermide, purch i frutti conservino le caratteristiche essenziali
di qualit, conservazione e presentazione.
In base al regolamento (CE), n. 1234/2007 e al DM 5462/2011,
37
PANE
Bologna
Pane
Pane tipo 0
PANE
Ingredienti: C
Farina di grano tenero tipo 0,
acqua, lievito, sale
40
Peso 000 g.
Prodotto il 00/00/0000
Euro 00,00 E
G
Scadenza 00/00/0000
Azienda XXX H
Via XXX , Citt XXX (Indirizzo azienda)
Denominazione commerciale
Denominazione commerciale volontaria tipo Rosetta, Filone
Prezzo
Data di confezionamento
DENOMINAZIONE DI VENDITA
Farina impiegata
Grano tenero tipo 00
Grano tenero tipo 0
Grano tenero tipo 1
Grano tenero tipo 2
Grano integrale
Denominazione
Pane di tipo 00
Pane di tipo 0
Pane di tipo 1
Pane di tipo 2
Pane di tipo integrale
Farina impiegata
Semola di grano duro
Semolato di grano duro
Rimacine di semola
Rimacine di semolato
Denominazione
Pane di semola
Pane di semolato
Pane di semola rimacinata
Pane di semolato rimacinato
Umidit max
14,50%
14,50%
14,50%
14,50%
14,50%
Ceneri min
1,30%
Ceneri max
0,55%
0,65%
0,80%
0,95%
1,75%
Proteine min
9,00%
11,00%
12,00%
12,00%
12,00%
PANE
41
INTEGRAZIONE OBBLIGATORIA
In caso si utilizzino ingredienti alimentari ulteriori oltre a farina,
acqua lievito e sale, va data una Denominazione di vendita integrata dallingrediente caratterizzante (es, pane al latte, pane
allolio, pane di zucca), riportando nella lista ingredienti il quantitativo % dellingrediente caratterizzante, come buona prassi commerciale*. Gli ingredienti vanno sempre indicati in ordine decrescente
In caso NON si utilizzino ingredienti alimentari considerati DI BASE
(farina, acqua lievito e sale), va data una Denominazione di vendita integrata che sottolinei laspetto (es, Pane di tipo 0 senza sale, senza lievito.)
PANE
42
FONTE DI FIBRE
L'indicazione che un alimento fonte di fibre e ogni altra indicazione che pu avere lo stesso significato per il consumatore
sono consentite solo se il prodotto contiene almeno 3 g di fibre
per 100 g o almeno 1,5 g di fibre per 100 kcal.
AD ALTO CONTENUTO DI FIBRE
L'indicazione che un alimento ad alto contenuto di fibre e ogni
altra indicazione che pu avere lo stesso significato per il consumatore sono consentite solo se il prodotto contiene almeno
6 g di fibre per 100 g o almeno 3 g di fibre per 100 kcal.
PANE
43
PANE
44
Riferimenti normativi
Legge 580/67 (denominazione di vendita)
Decreto PdR 502/97
D.m. del 20 dicembre 1994 Schema di cartello unico degli ingredienti dei prodotti della gelateria, della pasticceria, della panetteria e della gastronomia venduti sfusi
Circolare 168/2003 del Ministero delle Attivit Produttive Etichettatura, presentazione e pubblicit dei prodotti alimentari fornisce chiarimenti sulluso del termine integrale nelletichettatura dei prodotti da forno, ottenuti attraverso la miscelazione di farina di grano tenero con crusca e/o cruschello invece che con farina integrale, come
definita dal Decreto 187/2001.
D. PdR 187/01 (caratteristiche delle farine di grano tenero)
Reg. 1924/2006 CE (fonte di fibra)
D. lgs 109/92 (elementi generali di etichettatura alimentare)
RISO, FARRO,
CEREALI
Riso
VARIET
D
Valori
Nutrizionali
Ragione Sociale
Sede stabilimento XXX (Indirizzo stabilimento e CAP)
46
Lotto/data confezionamento
1 Kg e
Indicazioni di cottura
Riferimenti normativi
D. Lgs 109/92
Reg. CE 1169/2011
47
FARINE
Farina tipo 0
di grano tenero
Denominazione di vendita
Lotto/data confezionamento
Regione sociale
Sede stabilimento produzione
Da consumarsi preferibilmente
entro la fine: mese/anno
FARINE
50
Valori Nutrizionali
1 kg e
AGRICOLTURA UE
Riferimenti normativi
FARINE
51
Per 100 gr
340 kcal
0,7
(0,3)
77,3
1,7
11
3
FARINE
52
Umidit max
14,50%
14,50%
14,50%
14,50%
14,50%
Ceneri min
1,30%
Ceneri max
0,55%
0,65%
0,80%
0,95%
1,75%
Proteine min
9,00%
11,00%
12,00%
12,00%
12,00%
PRODOTTI
DA FORNO
Biscotti alle
Mandorle
B
Ingredienti:
mandorle, zucchero, farina 00, uova
aroma di mandorla
Regione sociale
Sede stabilimento produzione
FORMAT ETICHETTA
PRODOTTI DA FORNO
A
Ingredienti
Lotto/data confezionamento
PRODOTTI DA FORNO
54
Data confezionamento E
500 g e
Valori Nutrizionali
Modalit di conservazione
INGREDIENTI COMPOSTI
in ordine ponderale decrescente (dallingrediente contenuto in maggiori quantit a quello contenuto in minori quantit);
Es: confettura come ripieno nei dolci, crema pasticciera nelle torte, etc
per lingrediente caratterizzante e che compare nella denominazione di vendita (es, biscotti al farro), oppure messo in evidenza (in una immagine del prodotto, con simbolo etc) va indicata la percentuale di farro presente sul prodotto finito. La percentuale cos intesa va indicata alternativamente o nella lista degli ingredienti oppure direttamente in prossimit della denominazione di vendita;
Nella lista degli ingredienti, vanno indicati gli ingredienti normalmente in ordine ponderale decrescente.
farina di. (specificando il tipo di farina, es, di farro, di grano tenero, ) legge 4 luglio 1967, n. 580. (art. 6).
Una volta arrivati allingrediente composto, si apre parentesi () e si indicano, sempre in ordine ponderale decrescente,
i sotto-ingredienti.
ES. Torta alla pesca.
Ingredienti: Farina di frumento, latte, confettura di pesca (pesca 15%, zucchero, sciroppo di glucosio, fruttosio).
PRODOTTI DA FORNO
INDICAZIONE INGREDIENTI
55
AROMI E ADDITIVI
PRODOTTI DA FORNO
56
Riferimenti normativi
D.m. del 20 dicembre 1994 Schema di cartello unico degli ingredienti
dei prodotti della gelateria, della pasticceria, della panetteria e della
gastronomia venduti sfusi
Circolare 168/2003 del Ministero delle Attivit Produttive Etichettatura, presentazione e pubblicit dei prodotti alimentari fornisce chiarimenti sulluso del termine integrale nelletichettatura dei prodotti
da forno, ottenuti attraverso la miscelazione di farina di grano tenero
con crusca e/o cruschello invece che con farina integrale, come definita dal Decreto 187/2001.
D. PdR 187/01 (caratteristiche delle farine di grano tenero)
Reg. 1924/2006 CE (fonte di fibra)
D. lgs 109/92 (elementi generali di etichettatura alimentare)
Circolare 165 del 2000 del Ministero delle attivit produttive, che stabilisce che il quid caratterizzante la denominazione di vendita venga indicato chiaramente (in %)
Decreto 209 del 1996 concernente la disciplina degli additivi alimentari
D.lgs 26 febbraio 2001 Ministero Salute (modalit indicazione additivi)
Decreto del Ministero delle attivit produttive del 22 luglio 2005 concernente la produzione e la vendita di taluni prodotti dolciari da forno.
ACETO
Aceto di Vino
Ingredienti: B
6,5 (contenuto acetico)
0,25 cl e
ACETO
58
Data confezionamento
FORMAT ETICHETTA
ACETO COMUNE
A
Denominazione di vendita
Lotto/data di confezionamento
Modalit di conservazione
Aceto Balsamico
Tradizionale di Modena
EXTRAVECCHIO (25 ANNI)
Denominazione di vendita
0,25 cl e
Data confezionamento I
contenuto acetico ()
E
Riconoscimento ministeriale
Lotto/data di confezionamento
Modalit di conservazione
ACETO
59
ACETO BALSAMICO
DI MODENA IGP
La designazione della denominazione Aceto Balsamico di Modena
deve essere accompagnata sulle confezioni dalla dizione Indicazione Geografica Protetta scritta in caratteri chiari e leggibili, per
esteso o in forma abbreviata, in lingua italiana e/o nella lingua del
Paese di destinazione.
ACETO
Alla denominazione Aceto Balsamico di Modena vietata laggiunta di qualsiasi aggettivo qualificativo, anche sotto forma numerica, diverso da quelli esplicitamente previsti nel disciplinare,
ivi compresi gli aggettivi extra, fine, scelto, selezionato, riserva, superiore, classico od altro similare.
60
consentita soltanto la dicitura invecchiato, senza alcuna aggiunta supplementare, qualora linvecchiamento si sia prolungato per un periodo non inferiore a 3 anni in botti, barili o altri recipienti in legno.
La locuzione "tradizionale" pu essere ripetuta in etichetta nel medesimo campo visivo in cui indicata la denominazione in caratteri non superiori al triplo di quelli utilizzati per indicare la denominazione.
La designazione della denominazione di cui all'art. 1 deve essere immediatamente seguita dalla dizione denominazione di origine protetta scritta per esteso ed in caratteri di dimensione non inferiore a
3/4 di quelli utilizzati per la designazione della denominazione.
vietato per l'"Aceto balsamico tradizionale di Modena/di Reggio Emilia" indicare ogni riferimento all'annata di produzione; consentita
la citazione "extra vecchio" per il prodotto che abbia avuto un invecchiamento non inferiore ai 25 anni.
Eventuali indicazioni al consumatore relative alla modalit di elaborazione ed alla collocazione gastronomica del prodotto devono figurare in una controetichetta o pendaglio o in una parte nettamente separata dall'etichetta principale e devono essere tali da non indurre
il consumatore in errore su una qualit particolare, sulla metodologia di produzione o sul reale invecchiamento del prodotto.
ACETO
61
LE BOTTIGLIE
ACETO
L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena pu essere confezionato solo nell'unica bottiglietta autorizzata per tutti i produttori, che quella a suo tempo progettata da Giorgetto Giugiaro,
e resa obbligatoria dal disciplinare della DOP.
I contenitori in cui confezionato l'Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia" debbono essere unici nella forma, in grado
di assicurare la conservazione della qualit ed il prestigio del prodotto stesso e devono rispondere alle misure e caratteristiche tecniche qui di seguito elencate:
Tipo A: bottiglietta in vetro contenente 100 ml di prodotto, della forma simile ad un tulipano rovesciato.
Tipo B: bottiglietta in vetro contenente 250 ml di prodotto della
forma simile a quella da 100 ml. Altre specifiche dettagliate nel
disciplinare produttivo.
Laceto Balsamico IGP a sua volta richiede una bottiglia unica
(vedi pag. 61) e solo quella.
62
FASCETTE, PENDAGLI
ED ETICHETTA
ACETO
Le informazioni obbligatorie - e diverse nel caso dellaceto comune o dellaceto DOP/IGP - vanno indicate sul corpo della bottiglia, con etichetta ordinaria.
Eventuali pendagli, medaglioni o fascette al collo della bottiglia
non possono essere considerati sostitutivi delletichetta in quanto tale, stante il rischio di perdita durante la movimentazione; non
forniscono cio adeguate garanzie ai consumatori finali.
63
ACETO
64
Riferimenti normativi
Legge 82/2006
Legge n 1151 del 14/12/1950
D. lgs 109/92
Reg. CE 583/2009 (Aceto Balsamico di Modena IGP)
Reg. CE 813/2000 (Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP)
Aceto aromatizzato
All'aceto possono essere aggiunte sostanze aromatizzanti []
o altri aromi naturali (DLgs 25 gennaio 1992, n. 107).
consentito aromatizzare l'aceto di mele con il miele.
L'aceto preparato come sopra deve essere posto in commercio con la denominazione di"aceto di (...)
Aceto balsamico
Produzione tradizionale da mosto cotto e fermentato
D.O.P. Aceto Balsamico TRADIZIONALE di Modena (D.M.
9/2/87) e di Reggio Emilia: (D.M. 3/3/87) con l'indicazione della materia prima
VINO
Nome Vino
Denominazione di Origine
Controllata e Garantita
FORMAT ETICHETTA
VINO DOC-DOCG-DOP-IGP
A
A
DENOMINAZIONE COMMERCIALE
ANNATA C
VINO
500 ml e
66
Prodotto in
Contiene allergenti
PASSITO
Denominazione commerciale
Origine e provenienza
Lotto
Quantit netta
14% vol
Letichettatura delle sostanze allergeniche impiegate nella elaborazione dei vini obbligatoria solo quando gli allergeni sono ancora presenti nel prodotto finale e rilevabili con limpiego dei metodi di analisi approvati dallOiv.
I LOGHI
VINO
Dal 1 luglio 2012 cos come disposto dal Reg. 579 del 29 giugno 2012 e scattato lobbligo di indicare in etichetta limpiego
dei derivati delluovo (albumina) e del latte (caseina)
67
ORIGINE
I VINI CON DENOMINAZIONE
Dal 2009 i vini con legame territoriale (a denominazione di origine) possono essere alternativamente menzionati sia come DOPIGP che secondo la modalit attuale DOC/DOCG- IGT
Origine e provenienza: lindicazione dellorigine obbligatoria per
tutte le tipologie di vino e deve essere riportata in etichetta utilizzando le diverse modalit contemplate dal Reg. Ce 607/09 a
seconda che si tratti di vino con o senza denominazione di origine/indicazione geografica.
VINO
68
I vini senza denominazione di origine devono adottare una delle seguenti modalit:
Vino di o Prodotto in o Prodotto di in caso di vino
ottenuto da uve vendemmiate e vinificate in uno stesso Paese
Membro/Stato terzo
Vino della Comunit europea o Miscela di vini di diversi Paesi della Comunit Europea in caso di vini originari di diversi Stati Membri;
Miscela di vini di diversi Paesi non appartenenti alla Comunit Europea o Miscela di vini di in caso di vini originari da
uno o pi Paesi Terzi;
Vino ottenuto in da uve vendemmiate in completato dal
nome dello Stato Membro /Paese Terzo in caso di luogo di provenienza delle uve diverso da quello della vendemmia.
I vini DOP/IGP devono riportare Vino di o Prodotto in o
Prodotto di indicando il nome dello Stato Membro/Paese Terzo nel cui territorio sono state vendemmiate e vinificate le uve.
I vini spumanti senza denominazione di origine devono riportare lindicazione Vino di o Prodotto in o Prodotto di
o Sekt di
seguite dal nome del Stato Membro/Paese Terzo dove sono
state vendemmiate e vinificate le uve e aggiungendo anche il nome
dello SM dove avvenuta la II fermentazione.
FACOLTATIVE
Riferimenti (nome e/o marchio commerciale + indirizzo) ad altri operatori commercialicoinvolti nella filiera (es. produttore, distributore, ecc.).
Logo comunitario relativo alla presenza di allergeni (Fig. 1).
Annata delle uve, solo se almeno l85% delle uve proviene dalla stessa annata.
Variet delle uve, ma solo se appartenenti alle tipologie ammesse
dal Mipaaf, nella Circolare del 30/07/09 (cabernet franc, merlot, chardonnay, ecc.).
Tenore zuccherino (solo per i vini non spumanti).
VINO
Fig. 1
69
VINO
70
Fig. 1
Fig. 2
Il testo del Decreto Ministeriale del 23 dicembre 2009 che, raccoglie le istanze della nuova OCM, ha modificato le diciture sulle etichette.
Ora possibile indicare in etichetta la dicitura: integralmente
prodotto e imbottigliato da la qual cosa consente a quei vignaioli che SI LIMITANO alla vinificazione delle uve AUTOPRODOTTE, di valorizzare al meglio il proprio vino.
Riferimenti normativi
Reg. CE 607/2009
Reg. CE 606/2009
Reg. 436/2009
Reg. CE 479/2008 (OCM vino)
Reg. Ce 555/2008
Reg. (CE) N. 628/2008
Reg. 510/2006 (Vini a denominazione di origine)
DM 6 agosto 2009
DM 31 luglio 2009
Circolare Mipaaf 30 luglio 2009
VINO
Integralmente prodotto da
71
PASSATA
DI POMODORO
Passata di pomodoro
I LEONI
PASSATA DI POMODORO
74
E
Prodotto e confezionato da:
Azienda agricola Carpi - via Polesine 3- Noceto-PR
data di confezionamento G
600 g e
FORMAT ETICHETTA
PASSATA DI POMODORO
Lavorazione
Data di scadenza
Lotto/data di confezionamento
Peso Netto
Riferimenti normativi
Decreto legge 3 agosto 2004, n.204 recante norme sulletichettatura di alcuni prodotti agroalimentari tra i quali la passata di pomodoro.
Il decreto riserva la denominazione passata di pomodoro
al succo di pomodoro ottenuto per spremitura diretta del
pomodoro fresco, sano e maturo.
Il Decreto del Ministero delle Attivit Produttive, 23 settembre 2005, pubblicato sulla G.U. del 5 ottobre 2005,
n. 232, in concerto con i Ministeri delle politiche agricole e forestali e del Ministero della salute e del Ministero
delle politiche comunitarie, stabilisce con chiarezza la definizione di passata.
Decreto legislativo del 27 gennaio 1992 n.109 modificato dal decreto legislativo 23 giugno 2003, n. 181, concernente letichettatura, la presentazione e la pubblicit
dei prodotti alimentari.
Decreto 5464 del 3 agosto 2011 in materia di leggibilit
delle etichette.
PASSATA DI POMODORO
ORIGINE IN ETICHETTA
75
BIRRA
Birra
BIRRA
33 cl e
78
6 alc
Elenco ingredienti
Modalit di conservazione
DENOMINAZIONE DI VENDITA
Legge 1354/1962 tuttora in vigore, con alcune modifiche (DpR
272/98), che definisce le categorie di birra commercializzabili: nello specifico le Denominazioni di vendita ammesse sono:
1 - BIRRA ANALCOLICA (alcol < 1,2%)
2 - BIRRA LIGHT (alcol compreso tra 1,2% e 3,5%)
3 - BIRRA
4 - BIRRA SPECIALE
5 - BIRRA DOPPIO MALTO
Si pu mettere SOLO su etichetta secondaria (NON su CAMPO VISIVO PRINCIPALE, laddove per contro compare la denominazione
di vendita ammessa = birra, birra speciale, birra doppio malto, etc ), PENA SANZIONI
BIRRA
BIRRA ARTIGIANALE
79
BIRRA
80
Riferimenti normativi
Legge 16.8.1962 n 1354;
Legge 16.7.1974 n 329;
Legge 3.7.1976 n 454;
Legge 17.4.1989 n 141;
D.M. 1.7.1994 n 519;
D.M. 19.11.1996 n 682;
D.P.R. 30.06.1998 n. 272;
D.M. 26.02.1996;
D.M. 30.06.1998 n.250
GRAPPA
Lotto
Grappa
B
STRAVECCHIA
Da uve nebbiolo
Ingredienti: xxxxxxxxxxxxxxx D
GRAPPA
82
Lt. 0,500 e
38% vol
GRAPPA
PRESENTAZIONE IN ETICHETTA
83
GRAPPA
Riferimenti normativi
84
PRODOTTI DI
ORIGINE ANIMALE
86
BOLLINO SANITARIO
MARCHIO
IDENTIFICATIVO
MARCHIO IDENTIFICATIVO:
Reg .CE 853/2004, allegato II, sezione I, parte C
Etichetta o imballaggio si equivalgono
MARCHIO DI IDENTIFICAZIONE
Il marchio di identificazione deve avere forma ovale, deve essere leggibile ed indelebile e i suoi caratteri facilmente decifrabili. Esso deve riportare:
il nome del Paese in cui situato lo stabilimento (indicato per
esteso o mediante un codice a due lettere conforme alla norma ISO pertinente);
il numero di riconoscimento dello stabilimento;
labbreviazione CE, EC,EF, EG, EK, EY, ES, E, EK, EB o WE
se applicato in uno stabilimento situato in uno dei Paesi membri. Tali abbreviazioni non devono rientrare nei marchi apposti
su prodotti importati nella Comunit da imprese situate allesterno della stessa.
NOTA BENE: Nel caso in cui venga rimosso limballo e/o il confezionamento oppure il prodotto sia nuovamente elaborato in altro stabilimento, dovr essere apposto un nuovo marchio con il numero di riconoscimento dello stabilimento in cui sono avvenute le ultime operazioni. Gli
operatori del settore dei prodotti di origine animale dovranno disporre
di sistemi e di procedure atti a consentire lidentificazione dei fornitori
che hanno messo a loro disposizione le materie prime e i semilavorati
e dei clienti ai quali hanno consegnato il prodotto finito.
BOLLO SANITARIO
87
Per poter apporre questo marchio/bollo sui prodotti di origine animale, occorre che gli stabilimenti di preparazione/produzione,
localizzati in Ue, abbiano i requisiti richiesti dal Regolamento CE
n. 852/04 e dal Regolamento CE n. 853/04 (allegati II e III).
88
UOVA
FORMAT ETICHETTA
CONFEZIONE ESTERNA UOVA
A
Denominazione di vendita
cat
B
A
Allevamento a terra
6 Uova
Fresche
XL
UOVA
90
IT
060M
CE
Produttore
(Nome Azienda)
Via XXX , Citt XXX (Indirizzo azienda)
IT00000013
Scadenza gg/mm/aa
Non disperdere I
il contenitore nellambiente
Nazione di produzione
Provincia di produzione
3 IT 001 PR 036
B
Giorno/mese
F
UOVA
91
UOVA
92
lute o, in casi particolari, dalle ASL, del codice attribuito. Il Ministero della salute comunichera' tempestivamente al Mipaaf ogni
variazione, aggiunta o cancellazione dei codici suddetti.
CODICE IDENTIFICATIVO
Da non confondere con il numero Centro Imballaggio Mipaaf
(sulla confezione) il codice distintivo del produttore, va sul singolo uovo (cd stampigliatura) ed rilasciato dalla ASL competente per territorio, anche se si tratta di prodotti venduti
direttamente dal produttore al consumatore finale;
lunica eccezione a questa regola costituita dallipotesi di allevamenti con meno di 50 galline: in tal caso il produttore pu
omettere lapposizione di un proprio codice identificativo.
UOVA
93
INDICAZIONI OBBLIGATORIE
Categoria A (denominate Uova Fresche, indirizzate al consumatore
finale)
Codice imballaggio Mipaaf: rilasciato dietro apposita domanda
alle autorit sanitarie regionali competenti. Ogni regione ha una
propria modulistica che lazienda deve richiedere e compilare
ll codice distintivo dellallevamento viene rilasciato dal servizio
veterinario dellASL competente per territorio che ha funzione di
autorit sanitaria di controllo
INDICAZIONI VOLONTARIE
UOVA
94
Normativa vigente
UOVA
95
LATTE
Latte intero
A
A
Confezionato il XX/XX/XXXX
LATTE
98
1Le
IT
060M
CE
Quantit netta
Data di confezionamento
LATTE FRESCO
Lindicazione geografica relativa alla zona di mungitura e alla provenienza del latte sono stampate con caratteri tipografici la cui
parte mediana/altezza della minuscola x pari o superiore a
1,2 mm e sono apposte in etichetta nello stesso campo visivo ed
in prossimit della denominazione di vendita.
Nel caso di imballaggi o contenitori la cui superficie maggiore risulta meno di 80 cm2, laltezza minima della x pari o superiore a 0,9 mm.
b) requisiti igienico-sanitari:
tenore in germi a +30 C (per ml): non superiore a 100.000 [1];
tenore in cellule somatiche (per ml): non superiore a 300.000 [2];
contenuto in acido lattico: non superiore a 30 p.p.m.
(D.M. 9 maggio 1991 n. 185)
LATTE
99
INFO SU ZONA
MUNGITURA-PROVENIENZA
ESEMPI DI INDICAZIONE DELLA PROVENIENZA DEL LATTE:
LATTE
ZONA DI MUNGITURA:
Comune: Rho
Provincia: Milano
Regione: Lombardia
Stato: Italia
Stato UE: Francia
Stati UE: UE
Stato extra UE: Svizzera
100
ZONA DI PROVENIENZA:
Provincia: Milano
Regione: Lombardia
Stato: Italia
Stato UE: Francia
Stati UE: UE
Stato extra UE: Svizzera
Stati extra UE: Extra UE
LATTE CRUDO
INFORMAZIONI SUL DISTRIBUTORE
Denominazione vendita (Latte crudo)
Ragione sociale e sede (anche nellinsegna)
Data di mungitura
Data di fornitura allerogatore
Data di scadenza del latte posto in vendita (gg/mm/ aa)
Istruzioni conservazione domestica: tra 0 e 4C
Fermi restando gli obblighi disposti circa i requisiti sanitari e relativi adempimenti, che non sono trattati in questa sede
Informazioni al consumatore per mezzo delle apposite diciture:
LATTE CRUDO NON PASTORIZZATO. PRODOTTO DA CONSUMARSI SOLO DOPO BOLLITURA (tale dicitura deve essere ben visibile, con caratteri di colore rosso e di almeno 4 centimetri). Nel caso lerogatore disponga di sistema di imbottigliamento o il latte sia confezionato dal distributore, le bottiglie
dovranno riportare in etichetta anche le seguenti diciture:
SULLA BOTTIGLIA
Quantit netta in Litri
Data di confezionamento (gg/mm/aa)
Data di scadenza (da consumarsi entro gg/mm/aa)
Legge 204/2004 DPR 54 del 1997- D.M. 9 maggio 1991 n. 185- Reg
Ce 2597 del 1997
D.M. 3 agosto 2011 n.5464, Norme in materia di leggibilit inerenti
lorigine dei prodotti alimentari
Ordinanza del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
10/12/2008 (Misure urgenti in materia di produzione, commercializzazione e vendita diretta di latte crudo per lalimentazione umana)
Reg. 1234/2007 (norme di commercializzazione e definizione del prodotto latte)
d.lgs. 06/11/2007 n. 193 (Attuazione della direttiva 2004/41/Ce relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei
Regolamenti comunitari nel medesimo settore);
d.m. 14/01/2005 (Linee guida per la stesura del manuale aziendale
per la rintracciabilit del latte)
d.m. 27/05/2004 (Rintracciabilit e scadenza del latte fresco)
d.m. 24/07/2003 (Determinazione della scadenza del latte fresco pastorizzato e del latte fresco pastorizzato di alta qualit)
d.m. 24/07/2003 (Disciplina del sistema di rintracciabilit del latte al
fine di assicurare la pi ampia tutela degli interessi del consumatore)
DECRETO 20 agosto 2002 (Ministero attivit produttive).
Rettifica al decreto ministeriale 27 giugno 2002 relativo alla etichettatura del latte fresco, e differimento del termine relativo all'esaurimento
delle scorte di etichette ed imballaggi a seguito delle documentate richieste dei produttori
Circolare Ministero Attivit Produttive n. 167 2 agosto 2001 Etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari
d.m. 27/06/2002 (Etichettatura del latte fresco)
d.m. 17/06/2002 (Trattamento di microfiltrazione nel processo di produzione del latte alimentare)
d.P.R. 14/01/1997 n. 54 (Regolamento recante attuazione delle direttive
92/46 e 92/47/Cee in materia di produzione e immissione sul mercato
di latte e di prodotti a base di latte) D. lgs 109/92
d.m. 09/05/1991 n. 185 (Regolamento concernente le condizioni di
produzione zootecnica, i requisiti di composizione ed igienico-sanitari del latte crudo destinato alla utilizzazione per la produzione di latte fresco pastorizzato di alta qualit)
l.169/89 (Disciplina del trattamento e della commercializzazione del
latte alimentare vaccino), e circolari Ministero Sanit 3 dic 1991 n. 24
e 9 mar 1991 n. 6 relative a commercializzazione latte alimentare in
riferimento alla legge 169
LATTE
Riferimenti normativi
101
YOGURT
LATTICINI
Denominazione di vendita
Nome di fantasia
IL LATTICELLO
Data di scadenza
Ingredienti
Lotto (numero)
Condizioni di conservazione
Ingredienti: E
Yogurt intero (latte intero, Spretpococcus termophilus,
Lactobacillus bulgaricus, fragole 10%, zucchero)
Lotto XXXXXXXXXX
G
YOGURT
104
125 g e
IT
060M
CE
CARATTERISTICHE
Le caratteristiche e le propriet dello yogurt sono legate alla presenza, fino allatto del consumo, dei suddetti microrganismi vivi
e vitali nella quantit totale non inferiore a 10 milioni per grammo di prodotto. Ciascuna delle due specie deve essere presente
in quantit non inferiore a 1 milione per grammo.
YOGURT
Per legge si definisce yogurt quell'alimento che contiene i fermenti: Streptococcus thermophilus e di Lactobacillus bulgaricus.
Lo yogurt pu essere ottenuto dal latte di qualsiasi animale,
che si tratti di vacca, pecora, capra o cammella; naturalmente
questo influisce sui grassi e i contenuti nutrizionali.
105
ALTRI MICRO-ORGANISMI
YOGURT
Nel caso in cui la fermentazione del latte non sia operata dai microrganismi specifici dello yogurt ma da altri microrganismi, anche in associazione con questi, il prodotto assume la generica denominazione di "latte fermentato".
106
Riferimenti normativi
Circolare 4 gennaio 1972, n. 2. Produzione e commercio dello yogurt
Circolare n. 40 del 12 marzo 1974
Legge 11 aprile 1974, n. 138 relativa al divieto di ricostituzione del latte in polvere per lalimentazione umana
(resta proibito produrre yogurt da latte in polvere)
Modifiche ed integrazioni portate dalla circolare del Ministero della sanit 3 febbraio 1986, n. 9
YOGURT
BURRO
LATTICINI
Burro
XXXXXXXXX
A
A
certi casi
B
Lotto XXXXXXXXXX D
250 g e
F
E
Denominazione di vendita A
IT
060M
CE
N Lotto
Quantit netta
Modalit di conservazione
BURRO
108
DENOMINAZIONE
denominato burro il prodotto che ha un tenore minimo di grassi lattieri tra l82% e il 90%, tenori massimi di acqua del 16%
e di estratto secco non grasso lattiero del 2% (reg. CE
2991/1994)
La denominazione burro pu essere utilizzata congiuntamente a
tradizionale quando il prodotto ottenuto direttamente dal latte o dalla crema di latte o panna in stabilimenti autorizzati e controllati dalle autorit competenti per territorio
Le denominazioni del burro sono:
- burro tre quarti con un tenore di grassi lattieri tra il 60% e il 62%
- burro a ridotto tenore di grassi o alleggerito se la % di grassi lattieri tra il 62% e il 41%
- burro a basso tenore di grassi, o leggero, o light, se il tenore di grassi lattieri inferiore al 40%
- burro met se il tenore di grassi lattieri compreso tra il 39%
e il 41%
- burro salato al quale stato aggiunto un 2% massimo di sale;
il quantitativo di materia grassa pu diminuire fino all80%. Questi burri possono contenere anche grassi diversi dal latte ma
il contenuto dei grassi lattieri non deve essere inferiore al 75%
BURRO
Riferimenti normativi
109
FORMAGGI
LATTICINI
Parmigiano Reggiano
LA BIADA
Denominazione di vendita
Ingredienti
FORMAGGI
112
Confezionato il 00/00/0000
Conservare tra +0 e 4 C H
500 g e
IT
060M
CE
Modalit di conservazione
Quantit
Parmigiano Reggiano
LA BIADA
DA AGRICOLTURA BIOLOGICA/BIOLOGICO A
Formaggio stagionato di latte vaccino C
Denominazione di vendita
http://ec.europa.eu/agriculture/organic/eu-policy/logo_it
D
E
Ingredienti
Confezionato il 00/00/0000
Conservare tra +0 e 4 C M
N
500 g e
IT
060M
CE
Modalit di conservazione
Quantit
FORMAGGI
AGRICOLTURA UE
113
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
FORMAGGI
114
In base alla temperatura di lavorazione della cagliata: pasta cruda (nessuna cottura dopo il taglio), semicotta (cottura inferiore ai 48 C dopo il taglio) e cotta (cottura tra i 48 e 56 C)
Per il tenore di grassi:
Magri (< 20%)
Leggeri (tra il 20% e il 35%)
Non riportata nessuna indicazione per i formaggi generici che
superino il 35% di grassi (la normativa prevede che un formaggio
generico debba avere una percentuale di materia grassa superiore
al 35%), eccezion fatta per i formaggi DOP e IGP.
In base al tempo di maturazione o stagionatura (freschissimi: 4872 ore; freschi: 15 gg; semi-stagionati: da 40 gg a 6 mesi; stagionati: oltre i 6 mesi)
Normativa di riferimento
R. d. n. 2033 del 1925
D. Lgs 109/92
L n 142 del 19.02.92
DPR n 54 del 14.01.97
CIRC MIN n 167 del 02.08.01
CIRC MIN n 168 del 10.11.03
D. Lgs n 181 del 23.06.03
(non si fa qui riferimento ai disciplinari produttivi e in
genere alla normativa specifica per determinati tipi di
formaggi)
FORMAGGI
115
CARNE
BOVINA
Controfiletto
FORMAT ETICHETTA
CARNE BOVINA
Prezzo al Kg
CARNE BOVINA
118
Peso Netto
000 g e
Importo
00,00
MACELLATO IN
ITALIA M000
SEZIONATO IN
ITALIA S000
NATO IN
ITALIA
ALLEVATO IN
ITALIA
Codice di riferimento: F
ANIMALE/LOTTO
ITALIA
M000
CEE
Conservare in frigo
tra +0 e +02 C
Modalit di conservazione
Prezzo al Kg
Importo
00,00
MACELLATO IN
ITALIA 378M
SEZIONATO IN
ITALIA 1184S
NATO IN
ITALIA
ALLEVATO IN
ITALIA
scadenza
ITALIA
M000
CEE
000 g e
Codice di rintracciabilit: I
0000000000000
Peso Netto
Codice di riferimento:
ANIMALE/LOTTO
Codice riferimento/rintracciabilit
M
I
CARNE BOVINA
Fettine Sottili
FORMAT ETICHETTA
CARNE BOVINA DOP/IGP
119
CARNE BOVINA
120
LE SPECIE
CATEGORIA
Il Decreto 8 agosto 2008 del Ministero della Salute ha disciplinato la commercializzazione delle carni di bovini di et inferiore a 12 mesi.
Lobbligo di etichettatura sussiste per le carni fresche, congelate e surgelate vendute sia sfuse che preconfezionate e/o imballate. Oltre alle indicazioni sopra riportate, le carni ottenute
da bovini di et inferiore ai 12 mesi devono essere classificate al momento della macellazione come:
Categoria V, identificata da una lettera V, se provenienti da bovini di et non superiore a 8 mesi (vitello, carne di vitello)
Categoria Z, identificata da una lettera Z, se provenienti da animali di et compresa fra 8 e 12 mesi (vitellone, carne di vitellone).
TAGLI
ANATOMICI
1
17
19
13
12
15
18
11
18
16
14
10
7
6
9
8
CARNE BOVINA
1 Lombata
2 Scamone
3 Filetto
4 Girello
5 Fesa esterna
6 Noce
7 Fesa interna
8 Pesce
9 Geretto posteriore
10 Pancia
11 Fesone di spalla
12 Copertina
13 Girello di spalla
14 Taglio reale
15 Sottospalla
16 Geretto anteriore
17 Braciole
18 Petto
19 Collo
121
CARNE BOVINA
122
RUOLO ORGANIZZAZIONI
PRODUTTORI
ETICHETTATURA
VOLONTARIA
Secondo il Reg. CE 1760/00, le organizzazioni che commercializzano carni bovine e che intendono etichettare le proprie carni fornendo al cliente informazioni ulteriori rispetto a quelle obbligatorie (lotto, paese di nascita, di allevamento, di macellazione - bollo CE dello stabilimento di macellazione e di sezionamento) devono presentare un disciplinare di etichettatura al Mi.P.A.A.F. e sottoporsi ai controlli di un Organismo terzo.
In base ad una proposta di regolamento al vaglio della commissione europea, potrebbe essere abolita dal 1 gennaio
2014, per tagliare costi dei controlli da Brussels sulla stessa
http://ec.europa.eu/prelex/detail_dossier_real.cfm?CL=it&DosId=200765#419050
OGGI E NEL FRATTEMPO: va fatta con diciture validate entro un
disciplinare approvato dal Mipaaf ex Art. 16 reg. 1760/2000
Designato un organismo indipendente conforme alla UNI EN
45011 per i controlli (su disciplinare etichettatura carni)
Con possibilit di usare loghi
DECRETO 30/08/2000
Recepimento del Reg. CE 1760/00
CARNE BOVINA
Art. 14
Ciascun operatore ed organizzazione responsabile di etichettare le carni deve assicurare su base informatica:
lelenco delle aziende agrarie interessate
Lelenco degli animali interessati con rispettivo numero di identificazione
Lelenco dei macelli con codice univoco di identificazione
Identificazione dei lotti commerciali
Lelenco degli esercizi di vendita
Lo scarico dei singoli animali e dei lotti
123
CARNE BOVINA
124
Informazioni in etichetta:
Dicitura Razza: il termine pu essere usato solo per animali iscritti
al libro genealogico (o registro anagrafico) o se figlio di genitori entrambi iscritti
Dicitura Tipo genetico: il termine viene utilizzato quando linformazione si desume dal passaporto bovino
Dicitura alimentazione vegetale: vietata. consentita la dicitura Alimentazione priva di grassi animali aggiunti
Dicitura razione bilanciata, razione controllata da: vietate
Dicitura alimentazione non OGM: consentita ma con molte limitazioni
Categoria della carcassa (A, B, C, D, E): consentita solo se indicata
nel disciplinare
Etichetta: In etichetta deve comparire unicamente la denominazione e/o logo dellOrganizzazione responsabile delletichettatura in quanto lapposizione di loghi di aziende agrarie, macelli,
laboratori di sezionamento, organismo indipendente designato
ai controlli, pur facenti parte della filiera, pu ingenerare confusione tra i consumatori nellidentificare lorganizzazione diretta
responsabile nelletichettatura delle carni.
Sulletichetta sono da escludersi i marchi commerciali privati,
dichiarazioni di certificazione volontaria di processo o prodotto
(vedere anche Circolare 1 del 15 Febbraio 2008)
ORIGINE
Circolare del MIPAF n. 1 del 09/04/2003
4.2 Immagini e dichiarazioni fuorvianti.
A tutela del consumatore, non conforme all'attuale normativa la
presenza sulle confezioni, accanto all'etichetta, di indicazioni (adesivi o altri simboli o diciture) riportanti informazioni facoltative di
tipo generico sull'origine ed alimentazione degli animali, sulle propriet qualitative del processo produttivo o del prodotto (es. carni italiane, produzione controllata, allevamenti selezionati, ecc.).
Per gli stessi motivi non ugualmente ammissibile l'uso di immagini che richiamino l'origine nazionale (forma geografica dell'Italia, bandiera tricolore ecc.) o suggeriscano particolari ambienti di allevamento (es. montagne innevate con animali al pascolo, ecc.).
Consigli dei NAS
L'etichettatura delle carni provenienti da un animale, nato, ingrassato e macellato in Italia pu riportare l'indicazione "Carni di bovino nato, ingrassato e macellato in Italia" oppure la dizione "origine Italia".
Diciture relative alle modalit di allevamento: allevamento allo stato brado, semibrado, al pascolo, con ricorso al pascolo, in stabulazione libera allaperto, in stabulazione libera parzialmente allaperto,
in stabulazione libera stallina su lettiera, in stabulazione libera stallina su pavimento continuo, in stabulazione libera stallina su pavimento fessurato, in stabulazione fissa
CARNE BOVINA
125
CARNE BOVINA
126
Non possono, invece, essere citate in etichetta certificazioni volontarie di prodotto relative a requisiti specifici (es. NO OGM, alimentazione vegetale, omega 3, benessere animale) in assenza
di un disciplinare di etichettatura facoltativa approvato ai sensi
del Regolamento CE 1760/00 e dal DM 30 agosto 2000.
Art. 6.2: Marchi privati e collettivi
Luso di marchi privati o collettivi registrati sulle confezioni delle carni ammesso a condizione che i marchi medesimi non siano tali da fornire informazioni che dovrebbero essere invece previste in un disciplinare di etichettatura facoltativa approvato ai
sensi del Reg. CE 1760 e del DM 30 agosto 2000. Qualora il marchio in questione sia riferito alla denominazione/logo dellOrganizzazione autorizzata dal MIPAAF, il marchio pu comparire in
etichetta tra le informazioni obbligatorie
4.3 Carni macinate
La carne macinata deve recare in etichetta, oltre al numero di riferimento, o un codice di riferimento che evidenzi il nesso tra le
carni e l'animale e gli animali (lettera a, paragrafo 2 art. 13 del Reg.
(CE) 1760/2000), le seguenti informazioni:
"Preparato in: (nome del Paese membro o del paese terzo)";
Ad esempio se la carne utilizzata proviene da animali nati e allevati in "Francia/Germania/Irlanda" e la macellazione e la produzione del macinato avviene in Italia, l'etichetta deve riportare:
numero di riferimento;
preparato in: Italia;
origine: Francia/Germania/lrlanda;
macellato in Italia.
L'etichetta, inoltre, pu riportare una o piu' indicazioni tra quelle
obbligatorie previste all'art. 13 del Regolamento (CE) n.1760/2000
e la data di preparazione delle carni in questione
Data di nascita
Sesso
Tipo genetico
Denominazione e sede dellallevamento
Periodo di ingrasso in Italia
Razza
Sistema di allevamento
Composizione razione alimentare
Alimentazione priva di grassi animali aggiunti
Alimentazione NO OGM
Alimentazione senza additivi antibiotici
Esclusione fattori di crescita
Sospensione trattamenti terapeutici
Denominazione macello
Data di macellazione
Categoria
Denominazione laboratorio di sezionamento
Periodo di frollatura
CARNE BOVINA
"Origine": nel caso in cui il Paese o i Paesi di nascita e di allevamento siano diversi da quello in cui e' avvenuta la preparazione del macinato;
Paese di macellazione.
INFORMAZIONI FACOLTATIVE
APPROVATE:
127
Riferimenti normativi
CARNE BOVINA
128
CARNE
AVICOLA
PREMESSA
Per le carni di pollame non preconfezionate o preincartate esposte per la vendita al consumatore, le informazioni previste devono essere fornite mediante cartello esposto in maniera visibile nei
luoghi di presentazione e vendita.
Pollo fusi x3
ITALIA - FC
CARNE AVICOLA
130
Lotto
Da consumarsi entro
L XX XXX
00/00/0000
Prezzo al Kg
Peso Netto
Importo
0,00
0,000 Kg
0,00
H Fresco classe A
Conservare da +0 a +4 C
ITALIA
M000
CEE
FORMAT ETICHETTA
CARNE AVICOLA
magazzinaggio raccomandata
Data confezionamento/nlotto
Sigla Paese
CARNE AVICOLA
Direttiva 2000/13/CE.
131
CARNE AVICOLA
Gli operatori responsabili della macellazione dovranno indicare, mediante apposizione su unetichetta, sulla carcassa o sul materiale di confezionamento o di imballaggio:
1. lorigine con la sigla IT oppure la dicitura Italia seguita dal
numero identificativo di registrazione dellallevamento di provenienza degli animali nel caso di allevamenti nazionali.
2. la data o il numero di lotto di macellazione
3. il numero di riconoscimento dello stabilimento di macellazione.
132
Riferimenti legislativi
CARNE AVICOLA
133
CARNE
SUINA
FORMAT ETICHETTA
CARNE SUINA 1
Salsiccia Suino
Prezzo al Kg
Peso Netto
Importo
0,00
0,000 Kg
0,00
CARNE SUINA
136
Confezionata il
00/00/0000
F
Da consumarsi entro
00/00/0000
Lotto
L XX XXX
H
Conservare tra +0 e +4 C
IT
060M
CE
Prezzo unitario
Peso netto
Lotto di produzione
Modalit di conservazione
FORMAT ETICHETTA
CARNE SUINA 2
Strolghino di culatello
C
Ingredienti:
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Data produzione
00/00/0000
000 g
Lotto
L XX XXX
IT
1019L
CE
Modalit di conservazione
Data produzione
Lotto
CARNE SUINA
137
Salsiccia piccante
di suino
B
Ingredienti:
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
CARNE SUINA
Consumare entro il
00/00/0000
F
Lotto
L XX XXX
FORMAT ETICHETTA
CARNE SUINA 3
A
Lotto di produzione
Modalit di conservazione.
000 g
IT
9-460L
CE
138
DA AGRICOLTURA ITALIANA
FORMAT ETICHETTA
CARNE SUINA BIOLOGICA
COME PER I PRODOTTI BIOLOGICI:
EUROFOGLIA, + indicazione AGRICOLTURA UE
[Se il prodotto 100% italiano si pu- in alternativa alla ordinaria
ITALIA
M000
CEE
AGRICOLTURA UE
Lotto
L XX XXX
Da consumarsi entro
00/00/0000
Prezzo al Kg
Peso Netto
Importo
0,00
0,000 Kg
0,00
CARNE SUINA
Conservare in frigo
MACELLATO IN ITALIA
139
PESTE SUINA
2005/363/CE: Decisione della Commissione, del 2 maggio 2005, relativa a talune misure di protezione della salute animale contro la peste suina africana in Sardegna, Italia.
CARNE SUINA
Articolo 4
Bollatura speciale delle carni suine, dei prodotti a base di carne suina e di tutti gli altri prodotti contenenti carne suina in Sardegna.
LItalia garantisce che le carni suine, i prodotti a base di carne suina e tutti gli altri prodotti contenenti carne suina provenienti da suini macellati in Sardegna siano contrassegnati con un bollo sanitario o un marchio di identificazione speciale che non possa essere
confuso con il timbro comunitario e, in particolare, non sia di forma ovale.
140
Riferimenti normativi
Non vi sono particolari aspetti normativi oltre al D. lgs
109/92
CARNE SUINA
PESCE
E CROSTACEI
Orata
FRESCHEZZA A
Metodo di produzione C
D
commercializza il prodotto
PESCE E CROSTACEI
142
Consumare entro il
00/00/0000
0 kg
Lotto L XX XXX
L
IT
000S
CE
Lotto di produzione
Quantit
Marchio sanitario
ETICHETTA
ZONE FAO
(*Pu essere indicata alternativamente o la menzione estesa o la
zona FAO sintetica)
Atlantico nord-occidentale
Atlantico nord-orientale
Mar Baltico
Atlantico centro-occidentale
Atlantico centro-orientale
Atlantico sud-occidentale
Atlantico sud-orientale
Mar Mediterraneo
Mar Nero
Oceano Indiano Zona
Oceano Pacifico
Antartico
PESCE E CROSTACEI
143
METODO DI PRODUZIONE
PESCE E CROSTACEI
144
Normativa di riferimento
D.M. 27/03/2002, Etichettatura dei prodotti ittici e sistema di controllo
Circ. 27/05/2002 n. 21329 del Mipaf
Reg. n. 2065/2001 della Commissione del 22 ottobre
2001, recante modalit di applicazione del
Reg. Ce n. 104/2000, relativamente allinformazione ai consumatori nel settore dei prodotti della pesca e dellacquacoltura;
Successivamente modificato (nellallegato A) con DM del
14/01/2001 e DM del 25/07/2001, che ne disciplina letichettatura e fissa i criteri attuativi del regolamento (Ce)
2065/2001 (il regolamento 2065 dispone le modalit applicative del reg. 104)
Reg. 2406/96 (categoria di freschezza)
NOTE LEGALI:
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