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Istologia

Lezione 01, 02/03/2015

Prof. Bonaventura

Introduzione al corso
La citologia e l'istologia sono rispettivamente lo studio delle cellule e lo studio dei tessuti, che
derivano dall'aggregazione delle cellule stesse.
Se noi esaminiamo il mondo con cui si costituiscono tutti gli esseri viventi, ci accorgiamo subito
che fondamentalmente questi sono costituiti da piccole entit dell'ordine di grandezza microscopico,
che noi comunemente chiamiamo cellule. Questa loro presenza obbligatoria in tutti gli esseri viventi
rappresenta la base della dottrina cellulare o teoria cellulare degli organismi viventi. Quest'ultima fu
enunciata nel lontano 1940 da Schwann e afferma che le cellule sono organismi, e che gli animali e
le piante sono aggregati di questi organismi, che si associano secondo delle leggi ben precise. La
cellula quindi rappresenta l'entit costitutiva fondamentale di tutte le forme di vita, siano esse
animali o vegetali. Cellula che, nonostante molto spesso si trovi a partecipare all'edificazione di un
organismo complesso, cio pluricellulare, essa stessa potenzialmente capace di vita autonoma.
Questa come anche altre definizioni si possono trovare in diversi testi e rientrano sempre nel
significato pi ampio di dottrina cellulare, ovvero: le cellule sono le unit costitutive delle piante e
degli animali, sono prodotte dalla sostituzione di cellule preesistenti, sono le pi piccole unit che
svolgono tutte funzioni fisiologiche vitali, mantengono la propria omeostasi, ovvero la capacit di
mantenere stabili le proprie condizioni. Al di l delle definizioni che si possono adottare, la cellula,
apparentemente semplice, in realt una macchina estremamente complessa, che in grado di
mettere in atto una serie di meccanismi che le consentono di nutrirsi, eliminare le scorie, ricevere
messaggi ed emetterne altri per interagire con l'ambiente circostante, ed infine di riprodursi.
Mentre biologia e biochimica si occupano di descrivere nel dettaglio i meccanismi molecolari che
avvengono dentro la cellula, l'istologia si concentra pi sugli aspetti formali, morfologici, delle
strutture responsabili di questi meccanismi molecolari, senza mai tralasciare le correlazioni
funzionali che esistono tra strutture e relative funzioni. Le conoscenze sull'organismo umano
devono necessariamente partire dalla struttura delle cellule, perch sono il materiale costitutivo di
base di un organismo vivente.
L'istologia nasce intorno al 1850, e si afferma fino al 1950, come disciplina morfologica descrittiva.
Adesso si sono acquisite una serie di conoscenze sulla struttura, sui rapporti che le cellule possono
avere con le altre. Gran parte del merito di queste conoscenze vanno attribuite all'impiego di mezzi
di indagine come i microscopi ottici, sia anche alla messa a punto di particolari tecniche di
fissazione e colorazione dei preparati biologici.
Quindi in passato ci si era preoccupati di chiarire quali erano i caratteri formali delle cellule, la
forma, i rapporti con le cellule circostanti, ma anche le identificazioni delle altre strutture come la
membrana plasmatica, gli organuli presenti all'interno della cellula come il nucleo, mitocondri.
Di conseguenza l'istologia classica si pu definire come lo studio delle strutture di entit di ordine
di grandezza microscopiche; in definitiva l'istologia stato un indirizzo di studio statico, comunque
indispensabile per la futura interpretazione funzionale di questa disciplina. Lo studio di cellule e
tessuti ha ricevuto dal 1950 un impulso decisivo dovuto all'avvento nel mercato del microscopio
elettronico, che per il suo elevato potere di risoluzione riuscito a fornirci chiaramente i dettagli
relativi all'organizzazione ultrastrutturale delle cellule; si riusciti cio a scrutare tutto ci che si
trova dentro le cellule e che fino a quel momento, con l'utilizzo del microscopio ottico, era stato
impossibile individuare. Grazie a questo strumento d'indagine, che oggi stato anche migliorato, si
possono raggiungere i confini del mondo macromolecolare e persino intravederle all'interno delle
cellule. Tra l'altro si arrivati alla consapevolezza che in realt le vere entit costitutive delle
strutture cellulari sono proprio le macromolecole elementari, per cui oggi possiamo affermare che
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A cura di Veronica Gaglio. Revisione: Margherita Vaiana.

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l'istologia diventata lo studio della struttura delle entit di ordine di grandezza microscopica,
submicroscopica e macromolecolare. La sola microscopia ottica non era in grado di consentire lo
studio delle funzioni della materia vivente.
La tecnica istochimica, che rappresenta una svolta, opera una fotografia del contenuto chimico e
consente di capire come tutte le macromolecole della cellula non hanno un assetto stabile, ma
piuttosto vanno incontro a continue trasformazioni chimiche, che sono catalizzate da specifiche
sostanze chiamate enzimi. Queste trasformazioni sono necessarie per ottenere la dotazione che la
cellula impiega per le sue attivit lavorative. L'istochimica, permettendo di identificare una sostanza
in corrispondenza di una determinata struttura, o ultrastruttura, costituisce l'anello di congiunzione e
di comprensione dei rapporti esistenti tra strutture e funzioni della cellula. Esiste dunque un
rapporto tra l'organizzazione delle strutture e la loro corrispondente funzione, e di conseguenza
alterazione della struttura e compromissione della sua funzione.

Definizione della cellula e distinzione


La cellula l'unit elementare delle sostanze viventi, di un ordine di grandezza microscopico.
Le cellule si possono distinguere in: procariotiche, eucariotiche e virus. Gli organismi, invece si
articolano in unicellulari, in cui l'unica cellula deve svolgere le molteplici funzioni che assicurano la
sopravvivenza della cellula, e pluricellulari. Questi ultimi si formano per aggregazione di miliardi e
miliardi di cellule; ad esempio nel nostro organismo, che sta al vertice dell'evoluzione, si ritrovano
210 cito-tipi di cellule diverse per forma, dimensione, organizzazione e funzione.
Prima bisogna partire dalla cellula capostipite, ovvero lo zigote, che va incontro a una serie di
eventi coordinati, a partire dalla proliferazione cellulare alla divisione in due cellule uguali, dette
blastomeri, che da 2 diventano 4, da 4 diventano 8, finch non diventeranno sempre pi numerose.
A questo punto cominciano a delinearsi due linee cellulari diverse, quelle germinali e quelle
somatiche. Le prime permetteranno la perpetuazione della specie, dando vita ai gameti (spermatozoi
e ovociti); mentre le seconde sono responsabili dell'edificazione delle diverse parti del nostro
organismo. Queste ultime, in particolare nel corso dello sviluppo si specializzano in modo diverso
per acquisire ciascuna una propria specifica funzione, essendosi per previamente dotate di
connotati, di caratteristiche morfologiche idonee a far svolgere a quella cellula quella specifica
funzione. Questo importantissimo processo di differenziazione morfo-funzionale si chiama citodifferenziazione e avviene dopo aver assunto dei connotati strutturali ben specifici, cos per esempio
si former la cellula nervosa, che acquisir la capacit di irritabilit e conducibilit degli impulsi, si
doter di estroflessioni; oppure le cellule epiteliali, presenti nell'intestino, per poter assorbire le
sostanze nutritive, si dotano di estroflessioni della membrana della loro porzione apicale, i
microvilli.
Nell'organismo in via di sviluppo ciascuno di questi cito-tipi proliferando dar origine a diversi
distretti, ognuno costituito da aggregati di cellule, che durante l'edificazione di quel determinato
distretto hanno subito la stessa differenziazione sia morfologica che funzionale (istodifferenziazione).
La definizione esatta dei tessuti che si tratta di aggregati di cellule che hanno subito un identico
processo isto-differenziativo e morfo-funzionale. Molto spesso si realizza una collaborazione
funzionale tra tessuti diversi, quindi pi tessuti, i quali, pur espletando funzioni ben distinte l'una
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dall'altra, possono riunirsi a costituire l'organo, che deve sempre essere considerato un'unit
pluritissutale. Il polmone, per esempio, costituito da tessuti che hanno subito un processo istodifferenziativo diverso, che collaborano per l'espletamento della respirazione.
Inoltre un'associazione di organi forma gli apparati che, pur non presentando analogie di struttura e
di origine, collaborano nell'espletamento della medesima funzione (esempio: apparato respiratorio);
i sistemi invece sono costituiti da organi che presentano analogie di struttura, funzionali, e anche di
origine (esempio sistema nervoso).
Cellule staminali
Le cellule staminali divennero un argomento centrale nel 1998, poich Thomson ne rese immortali
una certa quantit. Si tratta di cellule di embrione indifferenziate, in grado di poter dar vita, una
volta specializzate, a tutti i 210 cito-tipi presenti nell'organismo. Queste cellule ci fanno sperare di
poter creare tessuti e organi in laboratorio, e poterli trapiantare al posto di quelli eventualmente
danneggiati nel corso di malattie di tipo degenerativo come il diabete, il cancro, il Parkinson. Tutto
questo grazie al fatto che, nel caso delle staminali, si tratta di cellule indifferenziate, il cui destino
non stato ancora deciso, dotate della speciale capacit di trasformarsi in diversi cito-tipi nel nostro
organismo.
Il probabile significato del termine staminale trave, puntello, filo; altri invece, pensano alla
parola stamen, cio lo stame della vita. Il termine staminale, comunque, viene utilizzato in
medicina per indicare una cellula ancestrale.
Definizione del termine
Si tratta di una cellula immatura, non differenziata terminalmente, che si riproduce illimitatamente,
generando cellule figlie, che possono essere staminali o progenitrici (si differenziano nelle cellule
costitutive dei diversi tessuti). Inoltre le cellule staminali hanno potenzialmente la capacit di
originare diversi tipi di cellule.
Una cellula staminale ha un comportamento specifico, ovvero la capacit di dividersi per dar vita a
due cellule che possono essere diverse tra di loro: una cellula figlia risulter uguale alla cellula
madre, quindi staminale, l'altra potr essere un progenitore. Quest'ultimo, anche se pu dividersi
numerose volte, non pu farlo pi infinitamente come la cellula staminale, in quanto ha perso la
staminalit; quindi prima o poi questo progenitore o si differenzier in un solo tipo di cellula
specializzata, nel caso in cui la cellula staminale verr definita unipotente, oppure in diversi tipi di
cellule differenziate, e in questo caso si avr una cellula staminale multipotente.
Le cellule staminali possono scegliere tra due diversi tipi di divisione mitotica, una che viene
definita simmetrica e un'altra invece asimmetrica. La prima dar vita a due cellule figlie esattamente
uguali alla madre, quindi con le stesse potenzialit, oppure dar vita a due progenitori; tutto dipende
dalle esigenze che l'organismo ha in quel momento: se c' necessit di rimpolpare il compartimento
staminale, la cellula staminale ne produrr due uguali a se stessa, viceversa se c' necessit di
accrescere il compartimento di cellule differenziate, dalla staminale si produrranno due progenitori,
i quali si differenzieranno.
Per generalmente la divisione mitotica che produce una progenie per met staminale e per l'altra
met indifferenziata, di tipo asimmetrico, e pu essere regolata secondo la simmetria ambientale o
divisionale. Nella simmetria ambientale da una cellula staminale derivano poi due cellule figlie, che
sono inizialmente uguali, le quali possono differenziarsi, per la presenza o assenza di specifici
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fattori ambientali; questo presuppone che la cellula staminale si trovi al confine tra due ambienti
diversi, in cui si trovano fattori di crescita diversi, per cui quelle cellule saranno sollecitate da fattori
di natura diversa e intraprendere un destino diverso. Nella simmetria divisionale le due cellule figlie
sono diverse gi alla nascita, poich una segregazione diseguale (al momento della mitosi) di
proteine fa s che una rimanga staminale, mentre l'altra diventa progenitore.
Si utilizzano due diversi criteri per classificare le cellule staminali: il primo la potenzialit, vale a
dire la capacit di dar vita a diversi cito-tipo; l'altro invece la sede di provenienza, cio la fonte di
raccolta.
In base alla potenzialit si dividono in:
1. Totipotenti: ognuna di queste pu formare un organismo completo (vedi per esempio i
gemelli omozigoti, che derivano dalla separazione dei primi due blastomeri che si sono
formati). Si trovano nelle precocissime fasi dello sviluppo embrionale fino a 3 dalla
fecondazione, cio fino ad 8 blastomeri.
2. Pluripotenti: si trovano nella blastocisti (fase dello sviluppo che va dal 5 al 14 giorno).
Queste cellule possono formare uno qualsiasi dei 210 cito-tipi del nostro organismo, per
non possono dare vita ad un organismo completo.
3. Multipotenti: si hanno durante e dopo la gastrulazione, fase in cui si ha la differenziazione
dei tessuti. Si trovano nei tessuti fetali, nel sangue del cordone ombelicale.
4. Unipotenti
Man mano che si scende in questa scala aumenta il livello di differenziamento e diminuisce la
potenzialit.
Stadi dell'embriogenesi

1 giorno: uovo fecondato


2 giorno: blastomeri (fino ad 8 blastomeri possono essere ottenuti delle linee cellulare
totipotenti)

3/4 giorno: morula

5/6 giorno: blastocisti (la morula diventa cava e le linee cellulari sono di tipo pluripotente)

11/14 giorno: gastrula (si formano i tessuti dell'embrione e conseguentemente si perde


pluripotenza)

Al 5 giorno l'embrione una sfera cava, la cui organizzazione molto importante e risulta essere
composto da: blastomeri periferici, posti quindi alla periferia, che costituiscono il protoblasto;
blastocele, una cavit; blastomeri, che formano la massa cellulare interna o nodo embrionale o
embrioblasto, ed proprio da qui che si possono ottenere quelle linee cellulari pluripotenti.
Per ottenere una coltura di cellule staminali embrionali di tipo pluripotente bisogna prima
scorporare ed estrarre la massa all'interno dell'embrione, dissociare e coltivare queste cellule per
ottenere la coltura, che poi pu essere sollecitata da specifici fattori di crescita.
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Secondo criterio di classificazione delle cellule staminali: la sede di provenienza, in base alla quale
si possono descrivere cellule embrionali staminali e cellule staminali adulte.
Mentre le cellule embrionali derivano dalla blastocisti, quelle adulte derivano dalla gastrulazione in
poi, sono multipotenti e si dividono in due categorie, quelle fertili e quelle neonatali.
Queste ultime sono isolabili dal sangue del cordone ombelicale e della placenta, dal punto di vista
della potenzialit sono molto simili a quelle che si possono rinvenire nel midollo osseo, che hanno
potenzialit di tipo ematopoietico e mesenchimale; infine vi sono quelle propriamente adulte, che
provvedono alla sostituzione continua di tutte le cellule dei tessuti del nostro organismo, sono per lo
pi unipotenti, o al massimo multipotenti.
Delle cellule embrionali si conoscono invece tre diverse categorie:
1. ES (embryonal stem cells): derivano dal nodo embrionale della blastocisti
2. EG (embryonal germ cells): cellule germinali progenitrici, che si differenzieranno
successivamente in spermatozoi e ovociti
3. EC (embryonal carcinoma cells): si formano nelle gonadi embrionali, vengono definite tali
perch costituiscono la popolazione neoplastica di un particolare tumore che colpisce il
testicolo, il teratocarcinoma.
Limiti delle cellule embrionali. Possono rappresentare un problema: il differenziamento, perch
deve essere di volta in volta sollecitato; il rigetto, perch le cellule staminali hanno un corredo
cromosomico diverso rispetto a quello del paziente in cui devono essere inoculate; la
cancerogenicit, in quanto le cellule del nodo embrionale sono capaci di dividersi molto
rapidamente e infinitamente proprio come fanno le cellule neoplastiche.
Limiti delle cellule adulte: limitata potenzialit, cio si possono differenziare in pochi cito-tipi;
basso numero.
Plasticit
Recenti studi stanno prospettando nuove possibilit, ovvero una maggiore versatilit per queste
cellule staminali adulte (unipotenti), che, se opportunamente stimolate, possono essere
sdifferenziate e acquisire una maggiore potenzialit, diventando pluripotenti; vengono indicate
con l'acronimo IPS (staminali pluripotenti indotte). Questi studi risalgono al 2006 e hanno portato
allattribuzione del premio Nobel per la medicina a Yamanaka e Gurdon, anche perch saranno
cellule autologhe, cio provenienti dallo stesso paziente a cui saranno destinate, e non ci sar quindi
alcuna possibilit di rigetto.

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