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Dagli Stati Generali delleconomia circolare a Misano Adriatico

la richiesta pressante alla politica di regole certe


che permettano allItalia di fare lItalia e tornare a crescere
Milano, 15 settembre 2016 I lavori di Italy in Circuit - La circolarit dal punto di
vista delle aziende italiane, la convention dei Giovani Imprenditori di Confindustria
Emilia-Romagna svoltasi nel fine settimana tra il 9 e il 10 settembre scorso a Misano
Adriatico, hanno fatto il punto sullo stato di avanzamento del cantiere delleconomia
circolare in Italia e, soprattutto, delineato un primo percorso condiviso per traghettare
leconomia del nostro Paese verso una nuova fase di crescita sostenibile.
La convention di Misano Adriatico pu essere definita a buon titolo come i primi Stati
Generali della circular economy in Italia. Per la prima volta, infatti, unassise
confindustriale di rilevanza nazionale ha messo il tema delleconomia circolare al centro
dei lavori, riunendo allo stesso tavolo imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e i
vertici delle principali associazioni di categoria e dellambientalismo.
Il messaggio lanciato da Misano Adriatico innanzitutto una richiesta pressante di
decisioni politiche rivolta a governo e parlamento: urge un nuovo quadro normativo
che fissi regole certe sul riciclo e riuso delle materie prime, recependo le indicazioni
europee in materia di economia circolare, dando cos alle imprese la possibilit di
organizzarsi e investire in sicurezza.
Il racconto di un Paese in cui molti settori produttivi sono gi entrati nellottica
delleconomia circolare, ma che rimane frenato da una normativa inadeguata e incoerente
stata al centro dellintervento di Claudio Bighinati, Presidente dei Giovani
Imprenditori Emilia Romagna. Leconomia circolare tema etico e importante per
lambiente, ma deve anche essere un modello conveniente - ha sottolineato Bighinati.
Se limprenditore intravede un potenziale vantaggio economico e un nuovo mercato si
butta senzaltro, ma deve essere sereno e tranquillo sul fatto che ci sia una normativa
chiara e precisa.
Anche Stefano Arvati, Presidente di Renovo SpA, auspica regole chiare e definite:
Nella normativa europea si presta particolare attenzione alla gestione dei rifiuti, che se
non valorizzati in unottica di economia circolare, rappresentano un enorme costo
economico e ambientale per il territorio. Il mio augurio ha proseguito Stefano Arvati
che, anche in Italia, avremo il coraggio di recepire appieno questa direttiva e dotarci
delle normative necessarie per creare un vera e propria filiera del rifiuto, finalizzata alla
sua valorizzazione efficace e sostenibile, superando i troppi preconcetti legati a questo
settore. Renovo da sempre vuole dare una risposta a questa esigenza, ponendosi come
obiettivo la trasformazione degli scarti in risorse, tanto economiche, quanto sociali.
La richiesta di rivedere e armonizzare il quadro normativo riguardante la circolarit
stata fatta propria anche dalla dottoressa Emma Petitti, Assessore al bilancio,
riordino istituzionale, risorse umane e pari opportunit della Regione EmiliaRomagna: Investimenti e progetti hanno bisogno di una riduzione dei tempi e di norme
che mettano in grado gli imprenditori di investire in sicurezza. fondamentale
uniformare il nostro territorio in merito alle normative, che ora sono molto diverse da
regione a regione. Non solo un tema di risorse ma anche di provvedimenti che mettano
chi in condizione di investire in grado di farlo in tempi brevi e in maniera efficace. Si

stanno facendo passi avanti ma c la necessit di tenere tutto insieme.


Un altro aspetto che ha visto la convergenza dei partecipanti al Tavolo di lavoro
interassociativo sulleconomia circolare la necessit di alimentare la circolarit
condividendo conoscenze e stimolando linnovazione.
Le imprese hanno bisogno che le universit sviluppino progetti di ricerca su nuove
declinazioni concrete della circolarit, per cui c anche una circolarit relazionale in
questo senso da sviluppare - ha affermato Rossella Muroni, Presidente Nazionale di
Legambiente. LItalia pu essere competitiva a livello internazionale sfruttando la
nostra bravura in fatto di qualit dei prodotti. Ci sono gi aziende che stanno facendo
bene business seguendo questo modello. Legambiente sta accompagnando queste
aziende, raccontando storie di successo. Tuttavia quanto successo nel settore delle
energie rinnovabili, con incentivi che vanno e vengono, ci deve ammonire su un
problema che va risolto alla radice: per fare business serve certezza delle regole.
Alberto Frausin, Amministratore Delegato di Carlsberg Italia, ha approfondito il
tema mettendo sul tavolo opportunit e rischi. Lobiettivo della circular economy
rendere il pi possibile lunga la vita del prodotto. Linnovazione da questo punto di vista
fondamentale, ma non basta. Dobbiamo fare un salto di qualit nellinnovazione anche
perch intorno a noi stanno cambiando le regole del gioco. Ci troviamo di fronte alla pi
grande rivoluzione industriale che abbiamo vissuto negli ultimi cinquantanni - ha
affermato Alberto Frausin. Noi in Italia siamo forti: ad esempio, siamo leader nelle
plastiche bio, ma la sfida trovare anche materie prime che siano molto pi avanzate di
quelle attuali.
Una finestra sullo stato dellarte delleconomia circolare nel nostro Paese stata aperta
dallintervento di Franco Pasquali, Presidente del Forum dei Promotori di Symbola
- Fondazione per le Qualit Italiane. Molte nostre imprese sono gi dentro
leconomia circolare. Per esempio, per quanto riguarda lalluminio, la carta o il vetro
siamo gi a numeri importanti, e siamo leader anche nelle bioplastiche - ha sottolineato
Pasquali. Sono del parere che ci si debba presentare ai tavoli istituzionali con le idee
chiare su quello che c dietro e su quello che gi stato fatto. Soprattutto necessario
far capire cosa sta cambiando, spiegare come sono realizzati i prodotti prendendo come
esempio il Biologico, esploso dopo che stato spiegato bene. Non siamo allanno zero,
tuttavia. Ci sono caselle su cui ragionare e strumenti su cui fare politica industriale. Su
questo dobbiamo impegnarci, e come Symbola vogliamo stimolare le aziende.
Dello stesso avviso Enea Roveda, Ceo di LifeGate: A inizio 2015 abbiamo per la prima
volta condotto un osservatorio sugli stili di vita sostenibili: in quelloccasione emerso
che il 43% degli italiani, nellambito dei suoi comportamenti dacquisto, guardava alla
sostenibilit di chi produceva il prodotto. Nel 2016, dopo Expo, che ha portato grandi
investimenti per promuovere la sostenibilit, quel 43% salito al 62. Un segnale ha
concluso Roveda che deve essere per le aziende uno stimolo a migliorare e rendere
sempre pi sostenibili le proprie attivit e comunicare questo percorso davvero
importante per un futuro migliore.
Massima convergenza si registrata sullidea che lItalia possa rivestire un ruolo da
protagonista in un scenario internazionale di economia circolare se ritorner a fare
lItalia sfruttando integralmente il proprio potenziale. Tuttavia, i punti di riferimento sono
e saranno necessariamente globali, come ha ricordato nellintervento di chiusura Claudio
Bighinati: Uber e Airbnb non hanno n auto n immobili di propriet, eppure sono i
principali attori rispettivamente nel car sharing e negli affitti. Questo ci deve far capire
dove siamo arrivati con la sharing economy. Dobbiamo accettare che questo tema

modificher la nostra vita nei prossimi dieci anni.

Per informazioni: Aida Partners Ogilvy PR


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Il movimento dei Giovani Imprenditori fa parte del sistema Confindustria e riunisce quasi 13.000
associati, organizzati in 104 Gruppi Territoriali e 20 Comitati regionali. Fanno parte del movimento
imprenditori di et compresa tra i 18 e i 40 anni, che abbiano responsabilit di gestione in aziende
iscritte alle Associazioni territoriali aderenti a Confindustria.
I Giovani imprenditori dell'Emilia-Romagna sono un Organo di Confindustria Emilia-Romagna,
principale organizzazione rappresentativa delle imprese industriali della regione. Sono soci di
Confindustria Emilia-Romagna le Confindustrie e Unioni Industriali territoriali della regione, alle
quali aderiscono circa 8 mila imprese per un totale di circa 350 mila dipendenti.

Aida Partners Ogilvy PR una societ di consulenza in comunicazione dimpresa fondata nel
1995, composta da oltre 30 professionisti in grado di assistere il cliente, con un approccio analitico
e strategico, in tutti gli ambiti della comunicazione e del marketing. Nel 2008 entrata
ufficialmente a far parte del network internazionale di comunicazione Ogilvy Public Relations
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