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CHIELLINI E PELLE PERMETTONO ALLITALIA DI BUTTARE FUORI GLI IBERICI, BESTIA NERA DEGLI AZZURRI
Tab sfatato, e alla grande, allo Stade de France di Saint-Denis lItalia batte 2-0 la
Spagna e vola ai quarti di finale di Euro 2016 dove affronter la Germania (sabato 2
luglio a Bordeaux). La vittoria, autografata dalle reti di Chiellini e Pell, un capolavoro
di Antonio Conte: carattere, grinta, sudore si, ma soprattutto dettami tattici, testa e
concentrazione. LItalia non trionfava sugli iberici in una competizione ufficiale dal 94,
lultima volta a Kiev era finita con 4 reti di passivo. Ma stavolta era unaltra Italia, e
anche unaltra Spagna, e lo si vede dallavvio. A sorpresa sono gli azzurri ad andare a
prendere alti gli avversari, questo manda allaria i piani di Del Bosque salvato pi di
una volta dalla mancanza di lucidit degli azzurri e, soprattutto, dalle prodezze di De
Gea. Il portiere dello United tiene a galla i suoi prima salvando su un colpo di testa di
Pell, poi deviando sul palo la rovesciata di Giaccherini (dopo la quale stato fischiato
gioco pericoloso a favore degli spagnoli). La Roja prova ad alzare la testa affidandosi al
consueto palleggio ma lItalia controlla senza affanni. Al 32 poi arriva lepisodio che
sblocca il match, quando Sergio Ramos abbatte Pell al limite dellarea: calcio di
punizione. Dopo un breve consulto alla battuta va Eder, il giocatore dellInter calcia
forte e De Gea non trattiene, il primo ad andare sulla respinta Giaccherini, atterrato
dallestremo difensore spagnolo (sarebbe stato rigore ed espulsione), poi Chiellini si
avventa sul rimpallo e scarica in rete il pallone dell1-0. LItalia
strameritatissimamente in vantaggio, addirittura rischia di raddoppiare, ma a salvare
su una grande prodezza di Giaccherini c ancora De Gea.
Nella ripresa Del Bosque prova a cambiare qualcosa gettando nella mischia Aduriz per
un evanescente Nolito, Conte lascia tutto com per pochi minuti quando si trova a
inserire Motta per linfortunato De Rossi. Per il resto cambia poco, dopo soli 8 la
sponda perfetta di Pell lancia Eder a tu per tu con lestremo difensore avversario, ma
anche stavolta De Gea straordinario a negare in uscita il gol del raddoppio. Di colpo
qualcosa, probabilmente lingresso di Lucas Vazquez, scuote la Roja, gli spagnoli
premono sullaccelleratore, per lItalia il momento di soffrire. Fortunatamente tra i
pali anche gli azzurri non sono messi male, i guantoni di Buffon negano prima ad
Iniesta poi a Pique il gol del pari. Ci riprova ancora lItalia con Insigne, siamo al 90 ci
riprova ancora una volta la Spagna con Pique (rivisitato centravanti), stavolta Gigi
monumentale la parata sul colpo di testa del gigante spagnolo un capolavoro. Poi
come dice una vecchia regola non scritta del calcio, gol fallito gol subito: il cambio di
gioco di Insigne trova Darmian tutto solo sulla corsia destra che mette dentro, il cross
dellex Toro sporcato da un avversario ma arriva a Pell che lo gira in porta. E un gol
fotocopia a quello del 2-0 al Belgio sempre dellattaccante del Southampton,
soprattutto un gol che attesta la vittoria degli azzurri e che manda a casa i detentori
del trofeo. Furie rosse? Macch, furie azzurre.
Gianluca Castellano
TABELLINO
Italia-Spagna 2-0
(primo tempo 1-0)
MARCATORI: Chiellini al 33'
p.t.; Pell al 46' s.t.
ITALIA (3-5-2): Buffon; Barzagli,
Bonucci, Chiellini; Florenzi (dal
39' s.t. Darmian), Parolo, De
Rossi (dal 9' s.t. Thiago Motta),
Giaccherini, De Sciglio; Pell,
Eder (dal 37' s.t. Insigne).
(Sirigu, Marchetti, Ogbonna,
Darmian, Sturaro, Bernardeschi,
El Shaarawy, Immobile, Zaza)
SPAGNA (4-3-3): De Gea;
Juanfran, Piqu, Ramos, Jordi
Alba; Fabregas, Busquets,
Iniesta; David Silva, Morata (dal
25' s.t. Lucas Vazquez), Nolito
(dal 1' s.t. Aduriz, dal 36' s.t.
Pedro). (Casillas, Sergio Rico,
Bellerin, Bartra, Azpilicueta, San
Jos, Koke, Thiago Alcantara,
Bruno Soriano). C.t. Del Bosque
ARBITRO: akir (Turchia)
NOTE: ammoniti De Sciglio (I),
Nolito (S), Pell (I), Thiago Motta
(I), David Silva (S), Jordi Alba
(S) per gioco scorretto,
Busquets (S) per proteste.
Recupero: 1' p.t., 4' s.t.
R.Agnello
MARCO SORRENTINO
L.CASTALDO
WIMBLEDON: SI COMINCIA!
AL VIA I CHAMPIONSHIPS: SERENA DIFENDE IL TITOLO
Fermi tutti, c Wimbledon. Quando i Championships
fanno capolino nel circuito, il tennis sembra fermarsi
per ripiombare nel passato. Tradizione, prestigio,
solennit, accompagnano lo Slam pi antico nella
silenziosa cornice di Church Road.
La 122ma edizione del torneo femminile (la numero
130 in totale), per, non sembra avere una
favoritissima su tutte le altre.
C Serena Williams ovviamente, numero 1 e
detentrice del titolo, ma lamericana nel 2016 ha
patito qualche sconfitta ed infortunio di troppo,
dando la possibilit alle altre di insidiare il suo trono.
Non solo da un punto di vista tennistico, ma anche
numerico. E la prima volta da quando tornata al
primo posto delle classifiche (2012), infatti, che
Serena potrebbe perdere la leadership mondiale in
caso di sconfitta prima della semifinale e
contemporanea vittoria della sua attuale avversaria
pi agguerrita, Garbine Muguruza, qui finalista lo
scorso anno, e che proprio alla Williams ha soffiato il
titolo al Roland Garros.
Non va dimenticato, inoltre, che nonostante Serena
abbia raggiunto entrambi le finali Slam sin qui
disputate nel 2016, viene da due sconfitte
consecutive nellultimo atto di un Major, qualcosa che
non le era mai capitato.
Tra lei e lalloro numero 22 (che le consentirebbe di
raggiungere Steffi Graf al secondo posto all-time), pi
di una possibile insidia. Un potenziale ottavo contro
Svetlana Kuznetsova (che lha gi battuta a Miami
questanno) non sarebbe da sottovalutare, cos come
il terzo turno contro la francese Mladenovic.
Nei quarti la speranza che Serena trovi Roberta
Vinci (n.7 del seeding), ma nellottavo dellazzurra
cTimea Bacsinszky (n.11), senza dimenticare un
possibile terzo turno contro Coco Vandeweghe,
quartofinalista nel 2015.
Agnieszka Radwanska (n.3) guida la seconda sezione
del tabellone. Finalista nel 2012, la polacca potrebbe
incrociare nei quarti Petra Kvitova (n.10), vincitrice
nel 2011 e 2014 ma in crisi di gioco e risultati. Pronta
ad approfittarne la giovane Bencic (n.7).
Luned 27 giugno ha preso il via, sui verdi campi di Church Road a Londra, il torneo di tennis pi bello e atteso dellanno
:Wimbledon. Il torneo molto pi che una semplice competizione sportiva. Non a caso ama farsi chiamare The
Championships: I campionati, in assoluto, senza complementi di specificazione. Perch Wimbledon il torneo per
eccellenza, simbolo e business della City. E lAll England Lawn Tennis and Croquet Club molto di pi di un campo da tennis.
Basti pensare che solo in questo torneo non esistono sponsor, solo partner. E le aziende pagano per non essere viste: sarebbe
un sacrilegio contaminare il tempio della racchetta di volgari marchi commerciali. Eppure, soltanto col suo nome Wimbledon
vale centinaia di milioni: nellultimo decennio ha prodotto un utile di oltre 280 milioni di sterline. Soldi che vengono utilizzati
per sviluppare il tennis in Gran Bretagna, per migliorare e accrescere ulteriormente il mito dei Championships. Questanno il
torneo compie 130 anni . Si tramanda dal lontano 1877. Roger Federer e Pete Sampras sono i tennisti nellEra Open con pi
successi, sette. Dopo di loro Bjorn Borg a cinque. A sette titoli anche William Charles Renshaw ma in pratica parliamo dell800.
Neanche a dirlo Roger Federer il tennista che pi di tutti ha lasciato il segno sui verdi prati londinesi. Dieci finali, record anche
questo; 79 partite vinte, il record di Connors a 84, scavalcabile dunque dallo svizzero gi questanno; nelle tre finali pi lunghe
del torneo sempre presente il suo nome (2009 vs Roddick, 2008 vs Nadal e 2014 vs Djokovic); e infine sette finali consecutive,
record solitario. Questanno tutti gli occhi sono puntati sul campione in carica, Novak Djokovic, che aprir come da tradizione il
programma del Centre Court, affrontando il britannico Ward, una delle 4 wild card britanniche. Nole dopo aver vinto
l'Australian Open e il Roland Garros non vuole perdere l'occasione di mettere in carniere il terzo major stagionale e inseguire il
sogno del grande slam. Ma aggiudicarsi il torneo significherebbe anche vincere tre volte di fila Wimbledon, cosa che in era
Open riuscita solo a Borg, Sampras e Federer. Per il nome dell'altro pretendente difficile uscire dal binomio Andy MurrayRoger Federer, vista anche lassenza di Nadal per problemi fisici. Senza dimenticare gli assalti dei tennisti della "Next
Generation" come Kyrgios, Zverev e Thiem .Ogni tennista giunge a Londra con il suo sogno. Ma Wimbledon comunque un
torneo magico e gi solo pensare di vincere Wimbledon un sogno.