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La guerra di Secessione negli Stati Uniti

La conquista della frontiera


L'Ottocento negli Stati Uniti fu caratterizzato dall'espansione della frontiera, che dall'est arrivò
fino alla California. Così, migliaia di contadini poveri, braccianti e minatori, non solo americani
ma anche immigrati dalla Polonia dalla Scandinavia e soprattutto dall'Irlanda, conquistarono il
lontano ovest: il Far West.
Fu una lotta dura poiché essi dovettero scontrarsi con le tribù dei pellirosse, i quali si videro
sottrarre dai “visi pallidi” le loro fonti di sopravvivenza: le praterie in cui vivevano i bisonti.
L'avanzata verso l'ovest fu rapida e inarrestabile e entro il 1970 furono aggiunti 24 nuovi stati
ai 13 originari.

Il conflitto tra nord e sud


Durante la “conquista dell'ovest”, negli Stati Uniti ci fu una crisi che sfociò nella guerra di
Secessione che vide contrapporsi nord e sud. Le radici del conflitto furono di tipo: politico,
economico e sociale.
• POLITICA: nacque il bipartitismo che vedeva i repubblicani (del nord) contro i
democratici (del sud): i primi volevano un potenziamento del potere centrale rispetto ai
singoli stati federali, gli altri volevano l'opposto;
• ECONOMIA: il nord, essendo di gran lunga più industrializzato rispetto al sud, voleva
una politica che proteggesse lo sviluppo del paese, il protezionismo: ossia l'aumento del
prezzo dei dazi doganali; invece, il sud, che dipendeva dalle esportazioni del cotone in
Inghilterra in cambio dei prodotti industriali inglesi, scelse il liberismo: ossia il basso
costo dei dazi doganali;
• SOCIETà: gli stati del nord erano antischiavisti, mentre il sud, popolato da 4 milioni di
schiavi, era schiavista.

Lo scoppio della guerra civile americana


Fu quando venne eletto alla presidenza Abraham Lincoln, antischiavista, che esplose il conflitto
tra nordisti e sudisti; furono proprio quest'ultimi ad avviare le ostilità.
I nordisti ebbero la meglio, costrinsero le armate sudiste alla resa e si avviarono ad introdurre
riforme sociali e politiche favorevoli ai propri interessi. Ma la pacificazione tra nord e sud
rimaneva un problema ben lontano dall'essere risolto; infatti, il 14 Aprile 1865 il presidente
Lincoln fu assassinato da un provocatore sudista.

La fine dello schiavismo


Il 30 Aprile 1866 fu approvato il XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che
sanciva la parità giuridica tra bianchi e neri. Su questo emendamento si fondarono i princìpi di
eguaglianza in ogni stato dell'Unione.
Il 30 Marzo del 1870 fu promulgato il XV emendamento che garantiva il diritto al voto a ogni
cittadino a prescindere dalla razza, dal colore o dalla precedente condizione servile.
Era la fine dello schiavismo, da qui iniziò il lungo cammino dell'integrazione dei neri nella
società bianca.

La difesa della supremazia bianca


Le condizioni dei neri, però, non furono modificate come ci si aspettava dopo la promulgazione
dei 2 emendamenti. Furono i governi locali che si imposero negli stati dopo la sconfitta dei
sudisti che non agirono per migliorare le condizioni dei neri.
Inoltre, c'erano i carpetbaggers (imbroglioni) che divennero un potente gruppo economico
grazie alle speculazioni e alla manomissione dei fondi federali.
I Black Codes erano le leggi che regolavano i popoli del sud dopo la fine della schiavitù: ai neri
erano riconosciuti i diritti di proprietà e di testimonianza e di matrimonio legale (solo se con un
partner nero), i contratti di lavoro non erano tanto diversi da quelli della schiavitù.
In questo contesto si formarono delle organizzazioni aventi come obbiettivo la repressione dei
diritti acquisiti dai neri: la più famosa di queste fu il Ku-Klux-Klan.

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