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IL CASO

S t r u t t u r a s a n i t a r i a ( r e s p o n s a b i l i t a` d e l l a )

Sport dilettantistici, danno


alla salute e responsabilita`
(1)
per omessa diagnosi
Claudio Oliva
Avvocato

SINTESI
a) Se un centro di medicina sportiva, cui per legge spetti laccertamento dellidoneita` degli aspiranti atleti a intraprendere unattivita` sportiva dilettantistica, sia responsabile del danno alla salute provocato da un medico, legato al centro medesimo da un
rapporto di collaborazione, il quale, per colpa, non abbia diagnosticato una patologia del soggetto esaminato e non ne abbia di
conseguenza scongiurato la morte, avvenuta durante lo svolgimento di una competizione
Una volta accertata, la responsabilita` del medico sportivo si estende
al centro nel cui interesse il medico abbia svolto la propria prestazione. A tale conclusione si puo` pervenire indipendentemente dalle-

responsabilita` dei preponenti per il fatto illecito dei preposti. Le due


forme di responsabilita`, luna contrattuale e laltra extracontrattuale,
possono cumularsi e, nel caso di specie, si sommano in capo al centro
di medicina sportiva, considerata la sussistenza del rapporto di preposizione tra la struttura e il medico, che rende applicabile lart. 2049
c.c., e, nel contempo, del rapporto contrattuale tra il centro e il
soggetto sottoposto a visita medica, dal quale sorge la responsabilita`
ex art. 1228 c.c.

c) Se sia configurabile una responsabilita` della federazione presso


la quale latleta deceduto era tesserato, per non avere diligentemente svolto la propria funzione istituzionale di tutela medicosportiva

sistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra il professionista e il


centro di medicina sportiva: e` infatti sufficiente che il medico sia

La F.I.G.C. persegue la finalita` di tutela medico-sportiva attraverso la

entrato a fare parte dellorganizzazione del centro, sia pure momen-

propria potesta` regolamentare e limposizione di obblighi a carico

taneamente e nel pieno rispetto della sua autonomia decisionale,

delle societa` e associazioni sportive delle quali essa si compone. I

perche si instauri quel rapporto di preposizione dal quale discende la

centri preposti allaccertamento dellidoneita` alla pratica sportiva

responsabilita` del centro medesimo.

sono parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale, diretta ema-

b) Se la responsabilita` del centro di medicina sportiva per la colpa


omissiva del medico discenda dallart. 2049 c.c., dallart. 1228 c.c.
ovvero dallapplicazione congiunta di entrambe le disposizioni

nazione dello Stato, e non della Federazione sportiva. Oltre tutto,


laccertamento dellidoneita` precede la costituzione del vincolo associativo tra latleta e la Federazione, e non puo` considerarsi sussistente alcuna obbligazione contrattuale prima del perfezionamento del

Lart. 1228 c.c. prevede che il debitore sia responsabile dellinadempi-

contratto.

mento dipeso dai suoi ausiliari, mentre lart. 2049 c.c. sancisce una

SOMMARIO

1. Il caso 2. Responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale 3. La responsabilita` dei padroni e committenti ai sensi dellart. 2049 c.c. 4. Lart. 2049
c.c., le professioni intellettuali e le persone giuridiche: il rapporto di preposizione 5. La responsabilita` per fatto degli ausiliari, ai sensi dellart. 1228 c.c.
6. La subpreposizione 7. La Federazione Italiana Giuoco Calcio 8. Conclusioni

1. Il caso
Un ragazzo si sottopone a una visita medica presso un centro di
medicina sportiva, al fine di ottenere una certificazione di idoneita` alla pratica del calcio, prodromica al tesseramento con la
Federazione Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C.) e alla partecipazione
a un campionato dilettantistico riconosciuto da tale federazione.

In apparente stato di buona salute, laspirante atleta non incontra difficolta` a ottenere il rilascio del certificato e il successivo
tesseramento.
Durante una partita del campionato, tuttavia, il ragazzo avverte
un improvviso malore, che, nonostante i soccorsi, si rivela letale.
Si scopre, cos`, lesistenza di una patologia congenita latente,

(1) Il caso e` tratto dalla sentenza Cass. pen., sez. IV, 29.9.2009, n. 38154.

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nota come cardiomiopatia ipertrofica, dalla quale sarebbe dovuto derivare lassoluto divieto di svolgere lattivita` sportiva cui
il giovane era dedito.
Allesito finale di un processo che vede coinvolti il centro di
medicina sportiva, il cardiologo che, per conto di tale centro,
aveva visitato il ragazzo e la F.I.G.C., tutti vengono ritenuti civilmente responsabili e condannati al risarcimento dei danni(2)
in favore dei familiari del giovane.
Il Tribunale, investito del giudizio di primo grado, aveva evidenziato, con riguardo al cardiologo, la colpa consistita nellavere
ignorato alcune significative anomalie nella comparazione dei
tracciati dellelettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo(3), che
avrebbero dovuto indurre il medico a effettuare ulteriori accertamenti, quale lecocardiogramma.
Il decesso del soggetto esaminato, ad avviso del Tribunale, sarebbe stato da considerare legato a tale omissione da un nesso
eziologico giuridicamente rilevante.
Quanto alla responsabilita` del centro di medicina sportiva, ne
veniva ravvisato il fondamento nella electio del medico sopra
citato, e, dunque, nella culpa in eligendo del preponente.
La medesima colpa, infine, avrebbe dovuto considerarsi investire, secondo il Tribunale, la F.I.G.C., ritenuta obbligata a condividere le responsabilita` dei soggetti ai quali viene delegata
quella tutela medico-legale che costituisce un fine istituzionale
dellente.
Le motivazioni della sentenza della Corte dAppello, cui era
stato devoluto il giudizio di impugnazione, sono sostanzialmente sovrapponibili a quelle appena riassunte, al pari del dispositivo, che ha confermato integralmente la decisione presa
dai giudici di prime cure.
La sentenza della Corte di Cassazione, arbitro dellultimo grado
di giudizio, fornisce alcuni spunti di riflessione, nelle parti in
cui si afferma la responsabilita` del centro di medicina sportiva e
della F.I.G.C., tanto ai sensi dellart. 2049 c.c. quanto in forza
dellart. 1228 c.c.
Luso congiunto di tali disposizioni impone di verificare se possano coesistere due forme di responsabilita` tanto simili sul piano fenomenologico (in entrambi i casi si tratta di responsabilita`
per fatto degli ausiliari) quanto distanti sul piano della rispettiva disciplina (a causa delle differenze tra responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale che saranno brevemente passate
in rassegna).
E` lecito chiedersi, inoltre, se il rapporto di preposizione, che
entrambe le disposizioni presuppongono, sussista anche in ambiti connotati da una spiccata autonomia e indipendenza delle

parti, come nel contratto di prestazione dopera intellettuale e


nel rapporto tra persone giuridiche.

(2) Il medico viene anche condannato per omicidio colposo alla pena,
soggetta a sospensione condizionale, di mesi 4 di reclusione.
(3) Nella sentenza dalla quale trae spunto il caso trattato, si legge che gli
esami strumentali di primo livello, a cui era stato sottoposto il giovane,
presentavano gia` una sospetta diversita` tra il tracciato elettrocardiografico
prima e dopo lo sforzo.
(4) La distinzione si fonda [...] non gia` sulla natura dellinteresse leso,
ma sullesistenza o meno di una pregressa relazione tra i soggetti e quindi
di un programma specifico di comportamento: la responsabilita` contrattuale si modella sul programma (di qui il limite della prevedibilita` del
danno, salvo dolo), mentre quella aquiliana tutela non gia` le aspettative
per ladempimento, ma lo status quo ante lillecito, ripristinandolo con
leliminazione dei danni, anche imprevedibili (GAZZONI, Manuale di diritto privato, 14 ed., Napoli, 2009, 648).
(5) Cfr. Cass., sent. n. 13533/2001, in Nuova giur. comm., I, 349.
(6) Si parla al riguardo di inesigibilita` della prestazione (cfr. MENGONI, in
Enc. dir., XXXIX, 1086 ss.); in giurisprudenza, cfr. Cass., sent. n. 6462/2000,
in Foro it., 2000, I, 2517.
(7) Una compiuta enunciazione della teoria del contatto socialee` contenuta nella sentenza n. 589 del 1999 della Corte di Cassazione (in Foro it.,
1999, I, c. 3332), annotata, fra gli altri, da DI MAJO, Lobbligazione senza

prestazione approda in cassazione, in Corriere giur., 1999, 441. Nella sentenza, si evidenzia che non si puo` criticare la definizione come contrattuale della responsabilita` del medico dipendente di struttura sanitaria,
limitandosi ad invocare la rigidita` del catalogo delle fonti ex art. 1173
c.c., che non consentirebbe obbligazioni contrattuali in assenza di contratto. Infatti si legge la piu` recente ed autorevole dottrina ha
rilevato che lart. 1173 c.c., stabilendo che le obbligazioni derivano da
contratto, da fatto illecito o da altro atto o fatto idoneo a produrle in
conformita` dellordinamento giuridico, consente di inserire tra le fonti
princ`pi, soprattutto di rango costituzionale (tra cui, con specifico riguardo
alla fattispecie, puo` annoverarsi il diritto alla salute), che trascendono
singole proposizioni legislative. E ancora: suggerita dallipotesi legislativamente prevista di efficacia di taluni contratti nulli (artt. 2126, 1 co.,
2332, 2 e 3 co., c.c., art. 3, 2 co., l. n. 756/1964), ma allargata altres` a
comprendere i casi di rapporti che nella previsione legale sono di origine
contrattuale e tuttavia in concreto vengono costituiti senza una base negoziale e talvolta grazie al semplice contatto sociale (secondo unespressione che risale agli scrittori tedeschi), si fa riferimento, in questi casi al
rapporto contrattuale di fatto o da contatto sociale; con questa espressione si riassume una duplice veduta del fenomeno, riguardato sia in
ragione della fonte (il fatto idoneo a produrre lobbligazione in conformita`

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2. Responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale


Lelemento differenziale tra responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale viene generalmente individuato nella preesistenza di un rapporto obbligatorio: mentre la responsabilita`
contrattuale presuppone che vi sia unobbligazione e che essa
resti, in tutto o in parte, inadempiuta, la responsabilita` extracontrattuale e` avulsa da qualsiasi precedente legame tra danneggiante e danneggiato, poiche scaturisce dalla semplice violazione del principio generale del neminem laedere(4).
La distinzione determina importanti conseguenze in tema di
onere della prova, rilevanza della colpa, costituzione in mora,
prescrizione, risarcibilita` del danno imprevedibile.
Senza alcuna pretesa di completezza, e` sufficiente ricordare che
nella responsabilita` contrattuale lonere della prova (liberatoria)
e` a carico del debitore, nella responsabilita` extracontrattuale
spetta invece al creditore-danneggiato(5) dimostrare il danno
e il nesso eziologico con la condotta del suo autore.
Nellart. 2043 c.c., la colpa rappresenta un elemento costitutivo
della fattispecie; nellart. 1218 c.c., non ve` alcun riferimento
alla colpa, e solo circostanze eccezionali consentono di attribuire ad essa un qualche peso, attraverso la clausola della diligenza contenuta nellart. 1176 c.c.(6).
In caso di responsabilita` extracontrattuale, ce` mora ex re (art.
1219, 2 co., n. 1, c.c.); nella responsabilita` contrattuale, la mora
ex persona costituisce la regola e la mora ex re leccezione (art.
1219, 2 co., nn. 2 e 3, c.c.).
La prescrizione, in materia contrattuale, e` di dieci anni (art.
2946 c.c.), e non di cinque, come in caso di responsabilita` extracontrattuale (art. 2947 c.c.).
Infine, lesclusione dellart. 1225 c.c. dallelenco delle disposizioni richiamate dallart. 2056 c.c. comporta, in ambito extracontrattuale, la risarcibilita` del danno imprevedibile, che invece
e` esclusa, nella responsabilita` contrattuale, proprio in forza del
citato art. 1225 c.c.
Nei contratti aventi ad oggetto prestazioni mediche, in particolare ove esse vengano erogate allinterno di strutture ospedaliere, la distinzione tra responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale e` divenuta sempre piu` evanescente, al punto da avere
spinto dottrina e giurisprudenza a teorizzare, accanto alla responsabilita` contrattuale della struttura che fornisce il servizio,
una responsabilita` pseudocontrattuale da contatto sociale(7)
dellesecutore materiale di tale prestazione.

IL CASO
Le ragioni per le quali, in ambito medico, si assiste a una convergenza tra responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale
sono evidenti: poiche il diritto alla salute trova riparo allombra
del principio del neminem laedere, linadempimento contrattuale e` suscettibile di violare, ad un tempo, lobbligazione assunta e il richiamato divieto di recare danno.
Nonostante lautorevole opinione di chi ritiene che il cumulo
delle due forme di responsabilita` costituisca un escamotage per
eludere il problema di ricercare criteri certi di distinzione e
selezione dellazione di volta in volta esperibile(8), dottrina(9)
e giurisprudenza(10) prevalenti propendono per lammissibilita`
del concorso.
Che si voglia vedere nel contatto sociale una particolare modalita` di costituzione di rapporti contrattuali(11) (con conseguente
applicazione della disciplina generale del contratto) o semplicemente una delle fonti non contrattuali delle obbligazioni
menzionate nellart. 1173 c.c.(12) (nel qual caso saranno applicabili le sole norme dettate in materia di obbligazioni), si giungera` comunque alla conclusione secondo cui la relazione instauratasi con alcune figure professionali, portatrici di aspettative di affidamento e credibilita` genera obbligazioni(13).
Nel caso oggetto di trattazione, la massima lesione del diritto
allintegrita` psico-fisica del calciatore aveva determinato una
innegabile attrazione nellorbita della responsabilita` extracontrattuale; daltra parte, lesistenza di un rapporto, squisitamente
privatistico, tra il giovane atleta e il centro di medicina sportiva,
ben poteva essere considerato come fonte di una responsabilita`
contrattuale in capo a questultimo.
Infine, a meno che non si voglia disattendere in radice la teoria
della responsabilita` da contatto sociale, si dovra` ammettere che
le similitudini tra il rapporto del medico con una struttura
ospedaliera e il legame del cardiologo con il centro di medicina
sportiva impongono una uguale regolamentazione delle fattispecie: eadem ratio, eadem dispositio.
Dunque, tralasciando la posizione della F.I.G.C., che sara` oggetto

3. La responsabilita` dei padroni e committenti ai sensi


dellart. 2049 c.c.
Lart. 2049 c.c. sancisce una responsabilita` oggettiva dei padroni
e committenti per i danni da fatto illecito imputabili ai propri
sottoposti mentre costoro attendevano alle proprie mansioni.
A differenza delle disposizioni codicistiche che precedono (artt.
2047 ss.) e seguono (artt. 2050 ss.), nel citato articolo non ce`
alcun riferimento a una prova liberatoria, come il caso fortuito,
linevitabilita` del danno o la prova di avere adottato tutte le
misure atte a prevenirlo. Il preponente e` percio` tenuto a risarcire il danno, indipendentemente dalle proprie colpe.
La natura oggettiva della responsabilita` viene spesso celata dietro artifici argomentativi che tendono ad affermare, benche
pleonastica, lesistenza di una culpa in vigilando vel in eligendo
del committente(14) o, quanto meno, a rinvenire nellart. 2049
c.c. una presunzione di tale colpa(15).
In realta`, il preponente risponde del fatto illecito addebitabile al
preposto anche ove dimostri di avere vigilato sulloperato di
questultimo e finanche nel caso in cui non abbia potuto scegliere la persona del preposto, come accade ai datori di lavoro
che assumano personale individuato sulla base della normativa
in materia di avviamento al lavoro(16).
Il vero principio ispiratore della responsabilita` sancita dallart.
2049 c.c., a volte riassunto nel brocardo latino cuius commoda
eius et incomoda(17), e` lassunzione del rischio connesso a qual-

dellordinamento - art. 1173 c.c. -) sia in ragione del rapporto che ne


scaturisce (e diviene allora assorbente la considerazione del rapporto,
che si atteggia ed e` disciplinato secondo lo schema dellobbligazione da
contratto).
CASTRONOVO (La nuova responsabilita` civile, Milano, 2006, 224) rintraccia il
fondamento di questa responsabilita` in una obbligazione senza prestazione.
Per una rassegna delle opinioni dottrinali sullargomento, si rinvia a FAILLACE,
Questioni controverse in ordine alla responsabilita` da contatto sociale, in Resp.
civ., 2004, 252, nonche ID., La responsabilita` da contatto sociale, Padova, 2004, 3
ss.
(8) [...] linterprete guarda quasi con sollievo un sollievo ingiustificato,
se si pensa allassoluta inconsistenza del suo fondamento dogmatico e
concettuale allammissibilita` del concorso di azioni di responsabilita`
contrattuale ed extracontrattuale. Sintomo evidente della difficolta` (o delliniquita` nel caso concreto) della distinzione tra le due responsabilita`, il
concorso e` un evidente escamotage di chiusura, quasi la confessione finale
dellinopportunita` di una distinzione definitiva (VISINTINI, Trattato della
responsabilita` contrattuale, Padova, 2009, I, 76)
(9) Cfr. MONATERI, Cumulo di responsabilita` contrattuale ed extracontrattuale, Padova, 1989. Scrive in proposito GALGANO: in tal caso il creditore
puo`, a sua scelta, far valere il contratto, ed agire nei confronti del debitore
per inadempimento contrattuale, oppure puo` lamentare il fatto illecito ed
agire nei confronti del debitore per questo diverso titolo di responsabilita`
(Trattato di diritto civile, Padova, 2009, II, 1086).
(10) Cass., sent. 13942/2002, in Corriere giur., 2003, I, 1034: nessun
dubbio, in forza del c.d. principio del concorso tra responsabilita` extracontrattuale e responsabilita` contrattuale, che il lavoratore discriminato
abbia la scelta tra lazionare luna o laltra forma di responsabilita` facendo
valere, nel primo caso, il diritto alla riparazione del pregiudizio arrecatogli
dallillecito e, nel secondo, la violazione del diritto (di credito, in quanto di
natura personale) a non essere discriminato e la conseguente responsabilita` per danni. Conforme Cass., sent. n. 6064/1994, in Foro it., 1995, I,
201.
(11) Parla di contratto di fatto SACCO, Il contratto, in Tratt. Sacco, Torino,
2004, 333 ss.

(12) Cfr. FRANZONI, LIllecito, in Trattato sulla responsabilita` civile, Milano,


2010, 1262 ss.
(13) Il risalto attribuito allo status professionale, quale fulcro di obblighi
di diligenza e perizia, fa s` che il modello di responsabilita` si avvicini a
quello tratteggiato dallart. 1218 c.c. La volonta` di garantire una corrispondenza tra lapproccio giuridico e il contesto pratico rinvigorisce lopzione
finalizzata ad esaltare, anche sul piano delle conseguenze normative, la
credibilita` e il prestigio di cui godono di riflesso certi soggetti per il fatto di
appartenere ad una determinata categoria protetta, cioe` di norma sancita
dalliscrizione ad un apposito albo (VISINTINI, Trattato della responsabilita`
contrattuale, cit., 317 s.). Ritiene, invece, che la responsabilita` da contatto
sociale discenda dallingerenza nellaltrui sfera giuridica, foriera di aspettative giuridicamente rilevanti, idonee a giustificare lapplicazione della
disciplina contrattuale, GAZZONI (Manuale di diritto privato, cit., 860).
(14) Cfr. Cass. pen., sent. del 15.12.1988, in Riv. pen., 1990, 189. Nella
sentenza dalla quale trae spunto il caso esaminato si legge: [...] e` corretta
largomentazione, fatta propria dai giudici di merito, che a quel rapporto
di committenza non potesse che conseguire il dovere di vigilanza sul risultato, conforme a coscienza e scienza, delle attivita` del preposto, lomissione di quel dovere comportando culpa in vigilando, ascrivibile, come e`
stato ascritto, ai legali rappresentanti del Centro di medicina sportiva.
(15) Contra FRANZONI (LIllecito, in Trattato sulla responsabilita` civile, cit.,
764 ss.), il quale ritiene che le argomentazioni fondate sulla presunzione di
colpa, al pari della terminologia desueta, traggano origine dal collegamento storico tra lart. 2049 c.c., lart. 1153 del codice civile del 1865 e lart.
1834 del Code Napoleon.
(16) Ad es. lart. 3, 1 co., l. n. 68/1999, che statuisce: I datori di lavoro
pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori
appartenenti alle categorie di cui allarticolo 1 nella seguente misura: a)
sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano piu` di 50 dipendenti;
b) due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti; c) un lavoratore, se
occupano da 15 a 35 dipendenti.
(17) E` peraltro ormai comune convinzione che il fondamento della responsabilita`, a prescindere dalle espressioni adoperate, riposi sul principio
secondo il quale deve rispondere colui che trae vantaggio dal rapporto con

di separata disamina, tanto a carico del centro di medicina sportiva quanto in capo al medico del quale il centro si e` avvalso
potevano considerarsi astrattamente configurabili sia una responsabilita` contrattuale che una responsabilita` extracontrattuale.
Con specifico riguardo alla posizione del centro di medicina
sportiva, per affermare lesistenza delluna o dellaltra responsabilita`, bisogna poi esaminare le norme che, tanto in ambito
contrattuale che extracontrattuale, estendono la responsabilita`
dei preposti e degli ausiliari ai rispettivi committenti.

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siasi attivita` economica, anche non professionale, svolta attraverso limpiego delle altrui energie lavorative(18).
La titolarita` delliniziativa economica e` lunica spiegazione di
questa estensione di responsabilita` a un soggetto completamente estraneo, sul piano causale, allevento dannoso(19).
Nessuna influenza, quindi, puo` rivestire leventuale accertamento della colpevolezza o dellinnocenza del preponente, anche sotto il profilo penale, poiche la responsabilita` ex art. 2049
c.c. prescinde del tutto da una culpa in eligendo o in vigilando
ed e` quindi insensibile alleventuale dimostrazione dellassenza
di colpa, con la conseguenza che laccertamento della non colpevolezza del datore di lavoro compiuto dal giudice penale non
vale ad escluderla(20).
Ladesione alla tesi della responsabilita` oggettiva non influisce
soltanto sulla possibilita` che va negata di fornire una prova
liberatoria fondata sulla diligenza: escluso qualunque riferimento al dolo o alla colpa, e affermata la traslazione del rischio
per ragioni connesse alla titolarita` delliniziativa economica, si
dovra` attribuire al preponente anche la responsabilita` del danno prodotto dal preposto per legittima difesa o in stato di necessita` o, ancora, mentre si trovava in stato di incapacita` di
intendere o di volere(21).
Cio` vuol dire che, nei limiti in cui il danneggiante sia tenuto alla
corresponsione dellindennita` prevista dagli artt. 2045 e 2047
c.c., questa dovra` essere posta a carico del preponente(22).
Che la responsabilita` di questultimo sia scevra da ogni elemento di colpevolezza e` confermato dallazione di regresso che egli
puo` esperire contro il preposto(23). Se si trattasse di una responsabilita`, sia pure presuntiva, per culpa in eligendo vel in vigilando, il preponente non avrebbe alcuna azione di regresso,
trattandosi di responsabilita` per fatto proprio, o, quanto meno,
dovrebbe decurtare dalle proprie richieste risarcitorie nei confronti del danneggiante la quota corrispondente alla responsabilita` che gli compete (art. 2055, 2 co., c.c.)(24).
Appurata la natura oggettiva della responsabilita` ex art. 2049
c.c., resta da accertarne lapplicabilita` a fattispecie connotate
da una notevole autonomia del preposto, come il contratto di
prestazione dopera intellettuale o il rapporto tra persone giuridiche.

4. Lart. 2049 c.c., le professioni intellettuali e le persone


giuridiche: il rapporto di preposizione
Dalla ratio sottesa allart. 2049 c.c. discende che il rapporto di
preposizione ha riscontro quando il preposto e` alle dipendenze
del preponente o e` incaricato del compimento di unopera o di
un servizio sotto la sua direzione(25).
La preposizione, dunque, non si identifica con la subordinazione (della quale, tuttavia, e` senzaltro il nucleo), ma corrisponde
a ogni rapporto connotato da un potere di direzione.
Il riferimento a un simile potere non deve trarre in inganno: la
responsabilita` del preponente non deriva dallimprovvido esercizio del potere direttivo, il quale costituisce semplicemente un
elemento costitutivo della fattispecie, o, in altri termini, un presupposto di operativita` della norma, assieme al fatto illecito del
preposto e alla connessione tra incombenze e danno(26).
Per tale ragione, si e` dubitato dellapplicabilita` dellart. 2049 c.c.
alle fattispecie in cui lesecutore dellopera o del servizio e` dotato di una propria struttura organizzativa o di un autonomo
potere decisionale. E` generalmente esclusa, ad esempio, la
compatibilita` tra la responsabilita` in commento e il contratto
dappalto, in quanto lautonomia dellappaltatore, il quale
esplica la sua attivita` nellesecuzione dellopera assunta con
propria organizzazione ed apprestandone i mezzi, curandone
le modalita` ed obbligandosi verso il committente a prestargli il
risultato della sua opera, esclude ogni rapporto institorio tra
committente ed appaltatore, con linapplicabilita` dellart. 2049
c.c.(27).
Lunica eccezione e` rappresentata dal c.d. appalto a regia(28),
caratterizzato da una tale ingerenza del committente nellesecuzione dellopera o del servizio appaltati, da rendere lappaltatore un mero esecutore delle istruzioni impartitegli.
Lautonomia del vettore e dellaffiliato consentono di escludere
la responsabilita` ex art. 2049 c.c. rispettivamente in capo al
committente di un contratto di trasporto e allaffiliante(29).
Nei rapporti di parasubordinazione, invece, lapplicabilita` della
responsabilita` extracontrattuale da preposizione dipende dal
grado di autonomia dellagente(30), del procacciatore daffari e
degli altri collaboratori ad essi assimilabili.
Quanto al contratto di mandato, alla tesi della inapplicabilita`

il preposto, secondo il brocardo cuius commoda eius et incommoda (FRAN` civile, cit., 767).
ZONI, LIllecito, in Trattato sulla responsabilita
(18) Cfr. TRIMARCHI, Rischio e responsabilita` oggettiva, Milano, 1961, passim.
(19) [...] non resta che prendere atto della funzione di garanzia della
responsabilita` dei padroni e dei committenti e di constatare che solo in
questo modo puo` realizzarsi lequilibrio tra la utilita` conseguita e la esposizione di fronte ai terzi per il rischio derivante dal processo necessario per
conseguirla (FRANZONI, LIllecito, in Trattato sulla responsabilita` civile, cit.,
768).
(20) Cass., sent. 8381/2001, in Mass. Foro it., 2001. Alcuni passaggi della
pronuncia appaiono illuminanti: la norma di cui allart. 2049 c.c. prevede
una forma di responsabilita` obiettiva, indipendente cioe` dalla colpa del
soggetto responsabile (Cass. 29.8.1995, n. 9100); non ha sostanzialmente
significato diverso lorientamento di quella parte della dottrina e della
giurisprudenza che parla di presunzione assoluta di colpa (Cass.
22.3.1994, n. 2734); le moderne giustificazioni di detta responsabilita`
vicaria sono sostanzialmente analoghe a quelle poste a fondamento delle
teorie del rischio di impresa come principio generale, parallelo alla colpa,
dellimputazione della responsabilita` (Cass. n. 1343/1972); detta responsabilita` e` considerata espressione di un criterio di allocazione di rischi, per
il quale i danni cagionati dal dipendente sono posti a carico dellimpresa,
come componente dei costi di questa.
(21) Cfr. FRANZONI, LIllecito, in Trattato sulla responsabilita` civile, cit., 775
s.
(22) Cfr. BRIGUGLIO, Lo stato di necessita` nel diritto civile, Padova, 1963, 63
ss.
(23) Cfr. Cass. civ., sent. n. 471 del 1968, in Mass. Foro it., 1968.
(24) La riflessione e` di GALGANO, Trattato di diritto civile, cit., II, 980 ss.

(25) BIANCA, La responsabilita`, in Diritto civile, Milano, 1994, 732.


(26) Cfr. BIANCA, La responsabilita`, in Diritto civile, cit., 732 ss.
(27) Cos` Cass., sent. 10652/97, che prosegue nei seguenti termini: lappaltatore deve quindi, di regola, ritenersi unico responsabile dei danni
derivanti a terzi della esecuzione dellopera, salvo la corresponsabilita`
del committente in caso di specifiche violazioni di regole di cautela nascenti ex art. 2043 c.c. ovvero in caso di una riferibilita` dellevento al
committente stesso, per essere stata lopera affidata a chi palesemente
difettava delle necessarie capacita` e dei mezzi tecnici indispensabili per
eseguire la prestazione, senza il pericolo di arrecare danni a terzi, responsabilita` fondata genericamente su di una culpa in eligendo.
(28) Cfr. GALGANO, Trattato di diritto civile, cit. 980 ss. In giurisprudenza, si
segnala Cass., sent. n. 16080/2002, in Riv. giur. edil., 2003, I, 936. Questultima pronuncia, tuttavia, sembra fare discendere dallingerenza del committente un suo coinvolgimento nella produzione del danno, mentre il
potere direttivo come osservato non e` che un indice rivelatore dellesistenza di un rapporto di preposizione e della conseguente responsabilita`
per fatto altrui.
(29) [...] lautista o lausiliario incaricato sono considerati preposti del
vettore, il quale risponde del loro operato secondo gli artt. 2049 o 1228 c.c.,
ma del loro comportamento non risponde il mittente e neppure il destinatario (FRANZONI, Lillecito, in Trattato sulla responsabilita` civile, cit., 804;
per alcuni riferimenti giurisprudenziali, si vedano le nt. 157 e 158 della
successiva 805).
(30) Cfr. Cass., sent. n. 21729/2010, nella quale incidentalmente si osserva: non e` necessario individuare un vero e proprio rapporto di dipendenza lavorativa, essendo sufficiente linserimento dellagente nellimpresa,
sotto il controllo del preponente, e la circostanza che il comportamento
illecito sia stato agevolato o reso possibile dalle incombenze demandate-

ottobre 2011

686

La Responsabilita` Civile 10

IL CASO
dellart. 2049 c.c., che si richiama allautonomia decisionale ed
organizzativa del mandatario(31), si contrappone lorientamento giurisprudenziale che ne predica loperativita`, a condizione
che vi sia spendita del nome del mandante, una relazione di
occasionalita` con lesecuzione del mandato e unapparenza di
rappresentanza(32).
Invero, valgono, per il mandatario, le considerazioni svolte a
proposito dellindipendenza dellappaltatore.
Le esigenze di tutela dellincolpevole affidamento, alle quali
sembrano ispirati i criteri della contemplatio domini e della
parvenza di potere rappresentativo, attengono al diverso profilo
delleccesso di potere (art. 1398 c.c.) e della rappresentanza
apparente(33).
Unautonomia decisionale e organizzativa analoga a quella degli appaltatori si riscontra nei prestatori dopera intellettuale, i
quali, per tale ragione, non dovrebbero generare alcun tipo di
responsabilita` in capo ai propri committenti.
Accade, invece, che la responsabilita` del medico sia estesa, in
forza dellart. 2049 c.c., alla clinica nella quale egli operi (34) o al
soggetto nel cui interesse egli svolga la propria attivita`(35).
In realta`, il criterio fondato sullesistenza di un potere direttivo
del preponente non e` idoneo a coprire lintero raggio dazione
della disposizione in parola. Se tale criterio, infatti, consente di
spiegare linserimento del committente di un contratto dappalto a regia tra i soggetti ai quali si applica lart. 2049 c.c., non e`
in grado di giustificare linclusione, nel novero dei preposti, di
lavoratori dotati di una completa autonomia decisionale nello
svolgimento della propria attivita`, come i medici e, in alcuni
casi, gli agenti o i mandatari.
E` corretto affermare che ad essi, e, dunque, ai rispettivi committenti, e` applicabile lart. 2049 c.c., ma non sulla base di un
potere direttivo che rappresenta un elemento accidentale del
rapporto o, addirittura, ontologicamente incompatibile con alcune figure professionali. Il criterio di riferimento, in questi
casi, e` linserimento nella struttura organizzativa del preponente, che costituisce, al pari del potere direttivo, un indice
della titolarita` delliniziativa economica.
Si avra` preposizione, dunque, rilevante ai fini dellapplicazione
dellart. 2049 c.c., ogni qual volta il preponente eserciti un potere direttivo sul preposto oppure nel caso in cui questultimo
sia inserito, seppure temporaneamente, nellorganizzazione del
preponente, poiche in entrambi i casi e` possibile affermare che
titolare delliniziativa economica e` il preponente.
Depurato il ragionamento da considerazioni sullapparenza,
adeguatamente valutate dal legislatore nella disciplina della
rappresentanza, il requisito della inclusione nella struttura or-

ganizzativa consente di distinguere le fattispecie in cui lautonomia decisionale del lavoratore autonomo impedisce di riferire la sua attivita` al committente dai casi in cui il suddetto
lavoratore rappresenta un ingranaggio, benche indipendente,
di un meccanismo che appartiene ad altri(36).
Ne discende che un contratto di mandato potra` rientrare nellambito di applicazione dellart. 2049 c.c. ove il mandatario sia
stato inserito nellorganizzazione del mandante, come nel caso
dellamministratore di una societa`; ne restera` invece escluso se
il mandatario sia destinato a operare al di fuori di tale struttura,
come il mandatario-procuratore, che, da professionista indipendente, sia incaricato di vendere un immobile in nome e
per conto del proprietario.
Gli stessi criteri possono essere applicati al rapporto tra persone
giuridiche, le quali ben possono essere asservite luna allaltra,
nonostante linutilizzabilita` del contratto di lavoro subordinato.
Lipotesi oggetto di esame riguarda il rapporto tra un medico e
un centro di medicina sportiva, che puo` essere ricondotto tanto
al contratto di lavoro subordinato quanto al contratto di prestazione dopera intellettuale.
In entrambi i casi, tuttavia, il medico conserva una rilevante
autonomia decisionale, nella scelta degli esami da effettuare,
nella valutazione dei risultati e nella formazione del proprio
convincimento.
Individuare il collegamento con lart. 2049 c.c. nel potere direttivo del centro di medicina sportiva, inteso come ingerenza nel
merito delle scelte operate dal professionista, sarebbe errato.
Laffermazione di una responsabilita` da preposizione, nonostante linsopprimibile indipendenza intellettuale del medico,
deriva dallinserimento di questultimo nella struttura organizzativa del centro.
Tale conclusione non poggia su elementi quali luso dei locali o
dei macchinari del centro di medicina sportiva, che pure sarebbero adatti allo scopo, bens` sulla funzione stessa della visita
eseguita dal medico: il certificato di idoneita` psico-fisica viene
infatti rilasciato dal centro di medicina sportiva, che in tal modo fa propri gli accertamenti svolti dal medico e i relativi risultati.
Il contributo del professionista acquista cos` una valenza endoprocedimentale, del tutto assorbita dal preminente ruolo del
centro.
La titolarita` dellattivita` di accertamento dellidoneita` psico-fisica spetta dunque al centro di medicina sportiva, che, per
questo, deve condividere le responsabilita` del medico del quale
si avvale (cuius commoda eius et incommoda)(37).
Essendo chiamato a rispondere di una responsabilita` per fatto

gli, pur se ne abbia travalicato i limiti (cfr., tra le altre, Cass., 5.3.2009, n.
5370).
(31) Cfr. BIANCA, La responsabilita`, in Diritto civile, cit., 732 ss.
(32) Cfr. Cass., sent. n. 3776/1984 in Arch. civ., 1984, 1006.
(33) Sul fondamento della quale le opinioni divergono, spaziando dallinterpretazione analogica dellart. 1189 c.c. allart. 1337 c.c. Per una rassegna delle diverse teorie, cfr. TRANQUILLO, Fondamento, limiti e tendenze
del principio di apparenza in materia di rappresentanza, in Giur. it., 1996,
IV, 426; LAGHEZZA, Rappresentanza apparente obiettiva e colpevole, in Danno e resp., 1998, 451.
(34) A nulla rileva che tra lOspedale ed il dott. F. non sussistesse un
rapporto di lavoro subordinato: va al riguardo osservato che un rapporto
certamente sussisteva tra il paziente e la casa di cura (cfr. cartella clinica),
e che la casa di cura privata risponde ex art. 2049 c.c. solidalmente con il
medico dei danni prodotti, essendo sufficiente che vi sia un potere di
direzione e vigilanza dellente privato sullattivita` del medico (che in questo caso si materializzava anche nella pacifica presenza del dott. M. con
compiti di supervisione allatto operatorio) in virtu` di un rapporto non
occasionale, ma non necessariamente di lavoro subordinato, che puo` es-

sere anche temporaneo e non continuativo (cfr. in tal senso Trib. Napoli,
15.2.1995) (Trib. Milano, sent., 20.10.1997, in Danno e resp., 1999, 82, con
nota di BONA, Filiazione indesiderata e risarcimento del danno da bambino non voluto).
(35) Ha riconosciuto la responsabilita` della societa` sportiva per il danno
causato da un errore diagnostico sullo stato di salute di un calciatore
professionista, Cass., sez. lav., sent. n. 85/2003, in Resp. civ., 2003, 770.
(36) Dal coordinamento fra lart. 1228 e lart. 2049 c.c. si ottiene che chi
organizza una certa attivita` prende in carico il relativo rischio, a prescindere dallautonoma responsabilita` di chi, a diverso titolo, abbia collaborato nellinteresse dellorganizzatore-preponente (FRANZONI, Lillecito, in
Trattato sulla responsabilita` civile, cit., 787).
(37) A tale conclusione, sembra si possa giungere anche argomentando
come ALPA (La responsabilita` civile, in ID., Trattato di diritto civile, IV,
Milano, 1999), il quale, afferma: la responsabilita` oggettiva e` normalmente, responsabilita` dimpresa; quindi mal si adatta allattivita` del medico;
questi risponde s` ex art. 2049, ma solo per i suoi diretti dipendenti, ovvero
per i danni risentiti dai pazienti in una struttura clinica di cui il medico sia
responsabile (civile); in questultimo caso, pero`, la responsabilita` discende

La Responsabilita` Civile 10

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IL CASO

5. La responsabilita` per fatto degli ausiliari, ai sensi dellart.


1228 c.c.
La diversa formulazione dellart. 1228 c.c. si contraddistingue
per un approccio molto piu` severo, in ambito contrattuale, alle
questioni concernenti limpiego degli ausiliari. Si prevede, infatti, che il debitore risponda del fatto dei terzi, dei quali si
avvalga nelladempimento dellobbligazione. Non piu` domestici e commessi, dunque, ma terzi, che tali restano rispetto
al rapporto obbligatorio.
E` il debitore lunico responsabile delladempimento e, nel caso
in cui egli decida di servirsi di un ausiliario, laccordo con questultimo sara`, rispetto al creditore, res inter alios acta.
Allo schema dellart. 2049 c.c., nel quale debitore e` il preposto,
la cui responsabilita` si estende al preponente per un esplicito
precetto legislativo, la fattispecie disciplinata dallart. 1228 c.c.
si contrappone per il fatto che debitore e` esclusivamente il
preponente, il quale, per cio` solo, risponde dellinadempimento(38). Il rapporto di preposizione non assume alcuna rilevanza
nellindividuazione del responsabile, giacche esso si pone al di
fuori dellobbligazione ed e` irrilevante per il creditore, il cui
unico referente continua ad essere il proprio debitore(39).
Lart. 1228 c.c. non sancisce, dunque, una responsabilita` per
fatto altrui ma una responsabilita` contrattuale tout court(40).
Nessun ausiliario, lavoratore subordinato o professionista indipendente, e` in grado di scagionare il debitore, sul quale grava
limpossibilita` derivante dai mezzi impiegati, sia che essa discenda da negligenze ed errori dei collaboratori sia che derivi
da dolo.
La ratio di questa disposizione e` duplice.

Da un lato, il debitore e` il solo titolare dellobbligazione(41) e


della congenita responsabilita` da inadempimento; dallaltro, la
complessa organizzazione ed esecuzione di certe attivita` impone una corrispondente estensione della responsabilita` del debitore(42).
Si tratta, quindi, di una responsabilita` che prescinde dalla scelta
dellausiliario e dal conseguente dovere di sorveglianza(43).
Ausiliario, nellaccezione utilizzata dallart. 1228 c.c., e` ogni soggetto del quale il debitore si avvalga nellesecuzione della prestazione, purche il suo impiego sia dipeso da una libera scelta(44) e il collaboratore non abbia rapporti contrattuali diretti
con il creditore(45).
Sono dunque ausiliari tanto i lavoratori subordinati quanto i
professionisti autonomi o gli imprenditori(46).
Pertanto, il medico che operi allinterno di una struttura sanitaria, pubblica o privata, e` senzaltro un ausiliario.
Il rapporto contrattuale che si instaura tra il paziente e la struttura sanitaria comporta che questultima sia responsabile dellinadempimento dipeso dalla condotta dei propri medici, in
forza dellart. 1228 c.c.
Tale disposizione trova applicazione anche nel caso in cui il
medico che esercita allinterno di un ospedale, di una clinica
o di un altro ente sia un libero professionista(47), e, dunque, un
collaboratore esterno allorganizzazione della struttura sanitaria, ma temporaneamente collocato allinterno di essa.
In virtu` delle considerazioni esposte, lindividuazione del debitore, nellambito del rapporto contrattuale instaurato con il paziente, e` fondamentale, e, al tempo stesso, anche sufficiente per
identificare il responsabile di qualsiasi forma di inadempimento imputabile al debitore medesimo, ivi incluso linadempimento derivato dal fatto degli ausiliari.
La fattispecie dalla quale trae spunto il caso analizzato vede
coinvolti tre soggetti: un medico, un centro di medicina sportiva e la Federazione della quale il giovane calciatore aspirava a
diventare tesserato.
Sussiste senzaltro una responsabilita` del medico, come autore
materiale del fatto dannoso; sul centro di medicina sportiva,
invece, grava una responsabilita` da preposizione, contrattuale
ed extracontrattuale.

non dalla natura dellattivita` esercitata (attivita` medica) ma dallorganizzazione (imprenditoriale) di cui il soggetto (per avventura, anche medico)
e` il responsabile (723).
(38) Nellart. 1228 c.c., il rapporto di preposizione sfuma a fronte del
titolo costitutivo di un rapporto obbligatorio che pone a monte il debitore nella posizione di diretto responsabile nei confronti del creditore
(VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., I, 94).
(39) La natura derivata della responsabilita` e la stretta dipendenza sia
del debito che della responsabilita` dal titolo costitutivo dellobbligo fanno
s` che il rapporto di preposizione non sia decisivo, come invece avviene
nellipotesi di cui allart. 2049 c.c., poiche la responsabilita` del debitore
nasce direttamente dal suo vincolo con il creditore, che lo espone direttamente alla pretesa risarcitoria (ibidem, 94 s.).
(40) Cfr. VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., I, 94 ss.
LA. evidenzia che il rapporto contrattuale individua fin dallinizio nel
debitore lunico responsabile delladempimento, con la conseguenza che
la responsabilita` di cui allart. 1228 c.c. non e` una responsabilita` per fatto
altrui, poiche il rapporto con collaboratori e ausiliari coinvolge soltanto
questi ultimi e il debitore committente, non assumendo rilevanza esterna
nei confronti del creditore.
(41) VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., III, 576.
(42) Cfr. VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., 575 ss.
LA. aggiunge che, a fondamento dellart. 1228 c.c., possono essere rinvenute anche ragioni economico-sociali, comuni allart. 2049 c.c., consistenti nellopportunita` di accollare il rischio dellattivita` svolta dagli ausiliari a
coloro che ne traggono vantaggio.
(43) Cfr. BRECCIA, Le obbligazioni, in Tratt. Iudica e Zatti, Milano, 1991,
615 ss.
(44) Se lintervento del terzo si deve ad una sua iniziativa autonoma, si

rientra nella fattispecie delladempimento da parte del terzo, ai sensi dellart. 1180 c.c. (cfr. NICOLO`, Ladempimento dellobbligo altrui, Milano, 1936,
33 ss.).
(45) Cfr. VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., 575 ss.
(46) [...] dalla dizione usata dal legislatore appare anche con una certa
evidenza che presupposto del sorgere della responsabilita` e` la funzione
che il terzo svolge per volonta` del debitore nel campo di attivita` necessarie
per lesecuzione di quella obbligazione, non gia` il rapporto in cui egli si
trova in generale con il debitore; sono cos` ausiliari non soltanto i dipendenti dellimprenditore che collaborano nelladempimento delle obbligazioni da questo assunte, o i domestici nei confronti del padrone, ma
possono esserlo anche gli stessi imprenditori autonomi come le banche, i
liberi professionisti, lospite, lamico (che si prega, ad esempio, una tantum di restituire per conto nostro una cosa presa a prestito) ecc. (VISINTI` contrattuale, cit., 588).
NI, Trattato della responsabilita
(47) Costituisce principio tralatizio quello secondo il quale la responsabilita` della casa di cura (o dellente) nei confronti del paziente ha
natura contrattuale, e puo` conseguire, ai sensi dellart. 1218 c.c., allinadempimento delle obbligazioni direttamente a suo carico, nonche, ai
sensi dellart. 1228 c.c., allinadempimento della prestazione medicoprofessionale svolta direttamente dal sanitario, quale suo ausiliario necessario pur in assenza di un rapporto di lavoro subordinato, comunque
sussistendo un collegamento tra la prestazione da costui effettuata e la
sua organizzazione aziendale, non rilevando in contrario al riguardo la
circostanza che il sanitario risulti essere anche di fiducia dello stesso
paziente, o comunque dal medesimo scelto (Cass., sent. n. 13953/2007,
in Contr., 2007, 897; conforme la giurisprudenza di merito: cfr. Trib. Bologna, sent. 6.10.2010; Trib. Roma, sent. 30.9.2010; Trib. Potenza,
20.7.2010).

altrui, il centro avra` poi il diritto di esercitare lazione di regresso nei confronti del medico responsabile dellincauto accertamento.
Leventuale culpa in vigilando del centro di medicina sportiva
potra` essere fatta valere in base allart. 2043 c.c., e non in forza
dellart. 2049 c.c., che riguarda unipotesi di responsabilita` per
fatto altrui.
A conclusioni analoghe si puo` giungere attraverso lart. 1228
c.c.

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La Responsabilita` Civile 10

IL CASO
Per verificare lesistenza di una responsabilita` della F.I.G.C., occorre preliminarmente stabilire se sia configurabile una responsabilita` per fatto del preposto del proprio preposto.

6. La subpreposizione
Dottrina(48) e giurisprudenza(49) ritengono che il preponente
risponda, ai sensi dellart. 2049 c.c., anche del fatto illecito del
collaboratore del proprio preposto, nella misura in cui questultimo si inserisca, sia pure temporaneamente, nellorganizzazione del preponente(50).
La ragione e` ancora una volta desumibile dalla ratio della norma citata, intesa come volta a prevedere una responsabilita`
dimpresa, non dissimile da quella contemplata nella contigua
norma dellart. 2050 c.c., e dalla quale pure esula ogni profilo di
culpa in vigilando o in eligendo.
Pur mancando luna e laltra, infatti, si ritiene che prevalga
laspetto della responsabilita` del preponente per il rischio derivante dalla sua organizzazione nella quale si inserisce lopera
dellincaricato dal preposto, senza alcun potere di autonomia e
di auto organizzazione(51).
Per la stessa ragione, colui che, nellesecuzione della prestazione, si avvalga del dipendente altrui, per concessione del datore
di lavoro di questultimo, risponde delloperato di tale preposto,
in luogo delloriginario preponente, anche nel caso in cui la
disponibilita`(52) del lavoratore sia stata soltanto momentanea.
E` parso opportuno, in tali casi, individuare il responsabile nel
soggetto che si appropria del vantaggio economico ricavato dal
lavoratore, traendone profitto(53).
Peraltro, sia la dottrina(54) sia la giurisprudenza(55) hanno teorizzato limiti piu` stringenti allaffermazione della responsabilita`
del debitore, ex art. 1228 c.c., per fatti addebitabili allausiliario
dellausiliario(56): si e` ritenuto, infatti, che tale responsabilita`
sia ipotizzabile soltanto nel caso in cui lausiliario sia stato
autorizzato ad espletare lincarico ricevuto mediante propri collaboratori, o quando vi sia stata una colpa del primo ausiliario
nella scelta del secondo(57).
Tale orientamento non contrasta con quello ben piu` rigoroso
che attribuisce al debitore la responsabilita` del danno anonimo, del quale, cioe`, sia rimasta ignota la causa specifica. In tale
ultima fattispecie, infatti, il danno e` stato certamente prodotto
dal debitore o dai suoi ausiliari, benche sia impossibile stabilire
chi, tra costoro, sia stato lautore materiale del danno. Contrasta, invece, con la natura oggettiva della responsabilita` in esa(48) Cfr. FRANZONI, LIllecito, in Trattato sulla responsabilita` civile, cit., 791
s.
(49) I precedenti sono piuttosto remoti: cfr. Cass., sent. n. 3464/1971, in
Giust. civ., 1974, I, 170.
(50) Esorbita dal tema trattato lanalisi del rapporto tra preposto e subpreposto, che alcuni ricostruiscono come contratto in favore di terzo (il
preponente). La ricostruzione ha il pregio di ricondurre lazione che il
preponente puo` esperire nei confronti del subpreponente al genus dellazione che spetta al terzo nei confronti del promittente (art. 1411 c.c.). La
tesi e` di MINERVINI, Sostituzione nellesecuzione del mandato e submandato,
in Banca borsa tit. cred., 1951, 372 ss.
(51) FRANZONI, LIllecito, in Trattato sulla responsabilita` civile, cit., 791.
(52) Cfr. Cass., sent. n. 10034/1998, in Mass. Giur. it., 1998.
(53) Sui criteri della vigilanza, del controllo, della direzione, tutti tipici
del vincolo di subordinazione, e` prevalso quello dellinteresse economico
diretto alla realizzazione dellopera [...] sicche e` chiamato a rispondere chi
trae il profitto dallincarico affidato, ancorche lincarico sia stato precario
ed occasionale (FRANZONI, LIllecito, in Trattato sulla responsabilita` civile,
cit., 792).
(54) Cfr. VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., 588 ss.
(55) Cfr. Trib. Marsala, sent., 25.6.2005.
(56) VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., 588.
(57) Ibidem. LA. ritiene pienamente applicabile lart. 1228 c.c. anche
nellipotesi di subcontratto stipulato dallausiliario con un terzo (594 ss.).

me, che si e` detto dovrebbe comportare che gravi sul debitore qualsiasi forma di impossibilita` sopravvenuta riferibile ai
mezzi impiegati.
La mancanza di unautorizzazione a valersi della collaborazione
di terzi, nel rapporto tra il debitore e il suo ausiliario, non puo`
influire sulla posizione del creditore, che e` terzo rispetto a tale
pattuizione.
Neppure la culpa in eligendo puo` rappresentare un parametro
per valutare una responsabilita` pacificamente ritenuta oggettiva(58).
Se la responsabilita` ex art. 1228 c.c. si fonda sulla titolarita`, in
capo al debitore, dellobbligazione e sulla irrilevanza dei mezzi
utilizzati per ladempimento, non ce` ragione per derogare a tali
assiomi in caso di subpreposizione.
Ne consegue, per quanto riguarda il caso oggetto di trattazione,
che, una volta individuato un rapporto di subpreposizione tra il
centro di medicina sportiva e il medico cui viene imputato
lillecito omissivo, la responsabilita` della F.I.G.C. non potrebbe
essere esclusa, benche il professionista anzidetto non possa
definirsi ausiliario della Federazione.
Non resta che stabilire se vi sia un reale rapporto di preposizione tra la F.I.G.C. e il centro di medicina sportiva, in grado di
giustificare una responsabilita` contrattuale o extracontrattuale
della prima per lattivita` del secondo.

7. La Federazione Italiana Giuoco Calcio


Secondo quanto dispone lart. 1 del relativo Statuto, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e` associazione riconosciuta con personalita` giuridica di diritto privato avente lo scopo di promuovere e disciplinare lattivita` del giuoco del calcio e
gli aspetti ad essa connessi.
Ne fanno parte le societa` e associazioni sportive che perseguono il fine di praticare il giuoco del calcio in Italia, nonche gli
altri organismi a essa affiliati che svolgono attivita` strumentali
al perseguimento di tale fine (ibidem).
Il tesseramento e` latto attraverso il quale un atleta ottiene dalla
federazione sportiva labilitazione allo svolgimento di uno sport
agonistico in competizioni ufficiali(59).
Seguendo lorientamento dottrinale(60) e giurisprudenziale(61)
che appare preferibile, il rapporto tra il soggetto tesserato e la
F.I.G.C. e` da considerare interamente attratto nellorbita del
diritto privato, conformemente alla natura privatistica dellente
sancita nel primo articolo dello statuto della Federazione(62).
(58) Cfr. VISINTINI, Trattato della responsabilita` contrattuale, cit., 605 ss.
LA. evidenzia che nellambito di applicazione dellart. 1228 vale la regola
probatoria stabilita dallart. 1218 c.c. per cui il creditore danneggiato deve
provare solo linadempienza e non anche le cause di questa (612); pertanto, il riferimento al dolo e alla colpa si deve soltanto alla chiara volonta`
di includere anche i fatti dolosi tra quelli generatori di responsabilita`,
nonche alla preminente applicazione della norma in materia di obbligazioni di mezzi, ove la colpa costituisce criterio di valutazione delladempimento.
(59) Cfr. VALORI, Diritto nello sport: princ`pi, soggetti, organizzazione, Torino, 2005, 171 ss.
(60) Cfr. LUBRANO, Lordinamento giuridico del giuoco calcio, Roma, 2004,
228 ss.
(61) Secondo il decreto legislativo citato, lattivita` sportiva delle federazioni sportive e` svolta in armonia con le deliberazioni e gli indirizzi del
CIO e del CONI. Tuttavia, i provvedimenti delle federazioni sportive che
hanno per oggetto lo svolgimento di un campionato sportivo, nella parte
riguardante il tesseramento degli atleti, non coinvolgono quelle deliberazioni e gli indirizzi fissati dal CONI (Cass., S.U., sent., n. 14666/2003).
Essi, infatti, esauriscono la loro funzione allinterno della sfera di ciascuna federazione ed il citato decreto legislativo assicura loro la piu` ampia
autonomia interna, conformemente alla legislazione civilistica in tema di
associazioni private (ibidem).
(62) Per un confronto tra la tesi pubblicistica e quella privatistica del

La Responsabilita` Civile 10

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ottobre 2011

IL CASO
Ne consegue lattribuzione al tesserato di veri e propri diritti
soggettivi e obblighi, pari a quelli scaturenti da ogni altro vincolo associativo.
Tra i fini istituzionali della Federazione figura, allart. 3, lett. e),
dello Statuto, la tutela medico-sportiva, meglio delineata nel
successivo art. 17, a mente del quale la FIGC detta norme per
la regolare sottoposizione di tutti i calciatori a controlli medici
specialistici.
Gli artt. 43 e 44 delle Norme Organizzative Interne prevedono
lobbligo, per i tesserati, di sottoporsi a visite mediche periodiche, per laccertamento dellidoneita` allattivita` sportiva.
Il legislatore ha integrato la regolamentazione della Federazione, stabilendo che i calciatori dilettanti possono rivolgersi ai
medici di base o ai pediatri liberamente scelti(63), per il rilascio
di un attestazione di buona salute, mentre i partecipanti ad
attivita` agonistiche sono obbligati a ottenere un certificato di
idoneita` psico-fisica specifica (ovvero riferita allo sport che intendono praticare), rilasciato da una delle strutture individuate
dallart. 5, ult. co., d.l. n. 663/1979(64) (centri di medicina sportiva pubblici o convenzionati), in ossequio a quanto disposto
dallart. 2, d.m. 18.2.1982 del Ministero della Salute(65).
Unattenta analisi delle clausole statutarie, della regolamentazione interna e della normativa di settore conduce a ritenere
che, nel caso oggetto di trattazione, sulla F.I.G.C. non potesse
ritenersi gravare alcuna responsabilita` per loperato del medico
e del centro di medicina sportiva nel quale questi aveva eseguito la propria prestazione: diversamente da cio` che la Corte di
Cassazione ha affermato nella sentenza dalla quale abbiamo
preso spunto, il centro di medicina sportiva e, a fortiori, il cardiologo responsabile dellerrato giudizio di idoneita` non risultavano infatti preposti o ausiliari della F.I.G.C.
Come anticipato, i soggetti cui spetta la verifica dellidoneita`
sono individuati dal d.l. n. 663/1979, dedicato al Finanziamento del Servizio sanitario nazionale e alla Proroga dei contratti
stipulati dalle pubbliche amministrazioni in base alla l.
1.6.1977, n. 285, sulla occupazione giovanile.
Lart. 5, 1 co., di tale decreto cos` statuisce: in attesa dellapprovazione del piano sanitario nazionale a decorrere dal 1
gennaio 1980 a tutti i cittadini presenti nel territorio della Repubblica lassistenza sanitaria e` erogata, in condizioni di uniformita` e di uguaglianza, nelle seguenti forme: a) assistenza
medico-generica, pediatrica ed ostetrico-generica con le modalita` previste dalle convenzioni vigenti; b) assistenza farmaceutica con le modalita` e i limiti previsti nella convenzione, nel
prontuario terapeutico e nella l. 5.8.1978, n. 484; c) assistenza
ospedaliera nei presidi pubblici e convenzionati; d) assistenza
specialistica nei presidi ed ambulatori pubblici o convenzionati; e) assistenza integrativa nei limiti delle prestazioni ordinarie
erogate agli assistiti dal disciolto INAM nonche dalle casse mutue delle province autonome di Trento e Bolzano, fatte salve
quelle autorizzate prima del 31.12.1979, fino al termine del ciclo
di cura.
Il citato ult. co. dellart. 5, nellidentificare i soggetti cui compete la verifica dellidoneita` sportiva, stabilisce: lassistenza sani-

taria di cui al 1 co. comprende anche la tutela sanitaria delle


attivita` sportive e prosegue fermo restando quanto disposto
dallart. 61, 4 co., l. 23.12.1978, n. 833, i controlli sanitari sono
effettuati, oltre che dai medici della Federazione medico-sportiva italiana, dal personale e dalle strutture pubbliche e private
convenzionate, con le modalita` fissate dalle regioni dintesa con
il CONI e sulla base di criteri tecnici generali che saranno adottati con decreto del Ministro della sanita`.
Pertanto, la tutela sanitaria delle attivita` sportive costituisce un
profilo della piu` ampia assistenza sanitaria fornita dal Servizio
Sanitario Nazionale, il quale, a tal fine, si avvale delle strutture
pubbliche e private elencate dalla disposizione in esame.
Tali strutture costituiscono dunque una diretta emanazione
dello Stato, non delle federazioni sportive.
Allo Stato e non certo alle federazioni, e` imputabile questa attivita` di tutela medico-sportiva, come ogni altra estrinsecazione
del Servizio Sanitario Nazionale.
Nessuno degli indici rivelatori della preposizione e` presente nel
rapporto tra le federazioni sportive e i presidi sanitari sopra
menzionati. Le federazioni, infatti, non hanno alcun potere direttivo, ne si puo` affermare che, nello svolgimento dei propri
compiti, i centri di medicina sportiva entrino a fare parte, sia
pure marginalmente o temporaneamente, dellorganizzazione
federale.
Il certificato di idoneita` costituisce per la F.I.G.C. un requisito
indispensabile per ottenere e conservare lo status di tesserato,
non diversamente da come un certificato del casellario giudiziale puo` rappresentare, per espressa previsione del bando, un
requisito di partecipazione a una gara di appalto pubblico.
Affermare la responsabilita` della F.I.G.C. per lerrata formulazione di un giudizio di idoneita` da parte dei centri a cio` preposti
sarebbe come sostenere la responsabilita` della stazione appaltante per un certificato mendace rilasciato dal casellario giudiziale a uno dei partecipanti alla gara dappalto.
A ben vedere, la funzione di tutela medico-sportiva che compete alla F.I.G.C. viene svolta principalmente attraverso lesercizio
della potesta` regolamentare in materia. Infatti, se tale Federazione e` una associazione riconosciuta con personalita` giuridica di diritto privato, allo statuto saranno applicabili i canoni
ermeneutici previsti dal codice civile.
Lart. 1363 c.c. stabilisce che le clausole del contratto si interpretano le une per mezzo delle altre, attribuendo a ciascuna il
senso che risulta dal complesso dellatto. Per chiarire la portata dellart. 3, lett e), dello Statuto, e` percio` essenziale analizzare
il contesto statutario, nel quale spicca, ratione materiae, lart.
17, che attribuisce alla F.I.G.C. una sorta di potesta` normativa
utilizzabile al fine di rendere cogente lobbligo di sottoposizione
ai controlli medici specialistici.
Dallesercizio di tale potesta` sono nati gli artt. 43 e 44 delle
Norme Organizzative Interne.
La prima di queste due norme stabilisce che le certificazioni di
idoneita` sono tenute agli atti delle societa` ed aggiornate a cura
del medico sociale, che le societa` hanno lobbligo di informare immediatamente, a mezzo di lettera raccomandata, la Segre-

rapporto di tesseramento, cfr. VALORI, Diritto nello sport: princ`pi, soggetti,


organizzazione, cit., 171 ss.
(63) Cfr. art. 3, d.m. 28.02.1983 del Ministero della Salute.
(64) [...] i controlli sanitari sono effettuati, oltre che dai medici della
Federazione medico-sportiva italiana, dal personale e dalle strutture pubbliche e private convenzionate, con le modalita` fissate dalle regioni dintesa con il CONI e sulla base di criteri tecnici generali che saranno adottati
con decreto del Ministro della sanita`.

(65) Laccertamento di idoneita`, relativamente alleta` ed al sesso, per


laccesso alle singole attivita` sportive agonistiche viene determinato dai
medici di cui allart. 5, ult. co., d.l. 30.12.1979, n. 663, convertito in l. n.
33/1980, sulla base della valutazione della maturita` e della capacita`
morfofunzionale e psichica individuale, tenuto conto delle norme stabilite dalle federazioni sportive nazionali e, per quanto riguarda i giochi
della gioventu` a livello nazionale, dal Ministero della pubblica istruzione.

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IL CASO
teria Federale, la Divisione od il Comitato competente, nonche
la Sezione Medica del Settore Tecnico, della accertata inidoneita`
alla pratica agonistica di un loro calciatore tesserato, di qualsiasi categoria, ai fini della tempestiva revoca del tesseramento
ed ancora che esse sono responsabili dellutilizzo del calciatore dal momento della dichiarazione di inidoneita`, nonche dellutilizzo di calciatori privi di valida certificazione di idoneita`
allattivita` sportiva.
Sebbene riguardi il settore professionistico, contribuisce a una
corretta analisi ermeneutica anche lart. 44 delle Norme Organizzative Interne, che cos` recita: le societa` devono provvedere
a sottoporre i calciatori, gli allenatori, i direttori tecnici ed i
preparatori atletici professionisti agli accertamenti sanitari previsti dalle leggi, dai regolamenti e dalle presenti disposizioni;
ogni societa` ha lobbligo di tesserare un Medico sociale responsabile sanitario, specialista in medicina dello sport, che
in tale veste deve essere iscritto in apposito elenco presso il
Settore Tecnico della F.I.G.C.; tale sanitario assume la responsabilita` della tutela della salute dei professionisti di cui al 1 co.,
ed assicura lassolvimento degli adempimenti sanitari previsti
dalle leggi, dai regolamenti e dalla normativa federale.
La F.I.G.C., pertanto, adempie alla funzione di tutela medicosportiva attraverso limposizione di una serie di obblighi di
sorveglianza medica alle societa` e associazioni delle quali essa
si compone, e non mediante lo svolgimento diretto di servizi
medico-sanitari.
Tali obblighi non generano responsabilita` da preposizione in
capo alla F.I.G.C. Si deve piuttosto riconoscere che essi creano
nelle societa` e associazioni sportive un interesse autonomo,
quello alladempimento, tale da privare di fondamento qualsiasi tentativo di affermare lesistenza di un vincolo di preposizione con la F.I.G.C.
Si aggiunga che le societa` sono investite di tali incarichi di
controllo sanitario direttamente dalla legge(66).
Per tali ragioni, in uno dei precedenti piu` noti, la Corte di Cassazione ha riconosciuto la responsabilita` della societa` sportiva
per i danni alla salute patiti da un calciatore professionista,
senza estenderne la portata alla F.I.G.C.(67).
Se le argomentazioni finora illustrate portano ad escludere che
la Federazione potesse essere chiamata a rispondere delloperato del centro di medicina sportiva in base allart. 2049 c.c.,
altre considerazioni conducono a rifiutare la tesi della responsabilita` ex art. 1228 c.c.
In primo luogo, il certificato di idoneita` come rilevato piu`
volte costituisce uno dei requisiti per ottenere il tesseramento.
Il rapporto tra la F.I.G.C. e i propri tesserati e` un rapporto associativo di natura privatistica, che, come tale, si costituisce proprio con il tesseramento, prima del quale, dunque, non ce`

alcun vincolo contrattuale. Pertanto, tra la Federazione e il centro di medicina sportiva non vi puo` essere un rapporto di preposizione finalizzato alladempimento del contratto, perche, nel
momento in cui si sottopone ai controlli medici di idoneita`
specifica, laspirante tesserato non e` ancora associato alla
F.I.G.C., e non ha dunque alcun legame contrattuale con la
Federazione.
Per imputare alla Federazione una responsabilita` ex art. 1228
c.c. si dovrebbe percio` ipotizzare la nascita di obbligazioni contrattuali prima del perfezionamento del contratto.
Un secondo argomento riguarda la titolarita` dellobbligazione.
Il giovane atleta aveva conferito al centro di medicina sportiva
lincarico di verificare la sua idoneita` alla pratica del calcio.
Il centro era lunico debitore della prestazione, lunico percettore del corrispettivo versato dal soggetto sottoposto a visita (o
dallo Stato, nellambito del finanziamento del Servizio Sanitario
Nazionale) e lunico contraente.
Poiche la responsabilita` sancita dallart. 1228 c.c. poggia sulla
titolarita` dellobbligazione, essa risultava predicabile soltanto
rispetto al centro di medicina sportiva.
Infine, e` bene ricordare che i confini della responsabilita` in
commento sono segnati dallesistenza di un incarico volontariamente assegnato allausiliario e lassenza di rapporti contrattuali diretti tra questultimo e il creditore.
Nel caso oggetto di trattazione, la F.I.G.C. non aveva scelto il
centro di medicina sportiva al quale il giovane calciatore si era
rivolto, ed era indubbio che tra il centro e laspirante tesserato
vi fosse stato un rapporto contrattuale diretto.
In conclusione, la F.I.G.C. non poteva essere ritenuta responsabile dellattivita` svolta dal centro di medicina sportiva e dai
professionisti che vi avevano operato.
Cio` non vuol dire che la Federazione sia esente da responsabilita` in ogni caso. E` ben possibile una violazione degli obblighi
che incombono sulla F.I.G.C. in base alla normativa di settore o
alla disciplina interna, obblighi che possono riguardare sia la
sorveglianza sullattivita` di controllo medico svolta dalle societa`
e associazioni sportive che lattivita` diretta di tutela medicosportiva, tramite propri ausiliari e preposti, ove espressamente
prevista.
Le regole per fare valere tali eventuali responsabilita` saranno,
tuttavia, quelle della comune responsabilita` contrattuale (art.
1218 c.c.) o aquiliana (art. 2043 c.c.), se del caso integrate con
le previsioni degli artt. 1228 e 2049 c.c., nei soli casi in cui la
Federazione abbia utilizzato personale sottoposto al proprio
potere direttivo o inglobato nella propria organizzazione.

(66) Lart. 7, l. n. 91/1981, recante Norme in materia di rapporti tra


societa` e sportivi professionisti, cos` dispone:
Lattivita` sportiva professionistica e` svolta sotto controlli medici, secondo
norme stabilite dalle federazioni sportive nazionali ed approvate, con decreto
Ministeriale della sanita` sentito il Consiglio sanitario nazionale, entro sei mesi
dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Le norme di cui al precedente comma devono prevedere, tra laltro, listituzione di una scheda sanitaria per ciascuno sportivo professionista, il cui aggiornamento deve avvenire con periodicita` almeno semestrale.
In sede di aggiornamento della scheda devono essere ripetuti gli accertamenti
clinici e diagnostici che sono fissati con decreto del Ministro della sanita`.
La scheda sanitaria e` istituita, aggiornata e custodita a cura della societa`
sportiva e, per gli atleti di cui al 2 co. dellart. 3, dagli atleti stessi, i quali
devono depositarne duplicato presso la federazione sportiva nazionale.
Gli oneri relativi alla istituzione e allaggiornamento della scheda per gli
atleti professionisti gravano sulle societa` sportive. Per gli atleti di cui al 2
co. dellart. 3, detti oneri sono a carico degli atleti stessi.

Le competenti federazioni possono stipulare apposite convenzioni con le


regioni al fine di garantire lespletamento delle indagini e degli esami necessari
per laggiornamento della scheda.
Listituzione e laggiornamento della scheda sanitaria costituiscono condizione per lautorizzazione da parte delle singole federazioni allo svolgimento
dellattivita` degli sportivi professionisti.
Per gli adempimenti di cui al presente articolo le regioni potranno eventualmente istituire appositi centri di medicina sportiva.
(67) Cfr. Cass., sent. n. 85/2003. La Suprema Corte, in un obiter dictum,
sembra ritenere ammissibile la responsabilita` della Federazione, ma non
per fatti addebitabili alle societa` calcistiche, bens` per loperato dei propri
dipendenti e preposti. Il contenuto pregnante della pronuncia consiste
nellaffermazione di una responsabilita` della societa` ex art. 2087 c.c., per
non avere adoperato ogni possibile misura preventiva al fine di impedire
linfortunio occorso ad un proprio calciatore, assommata a una responsabilita` vicaria, ai sensi dellart. 2049 c.c., per le omissioni imputabili al
medico sociale.

8. Conclusioni
Dallanalisi svolta, deriva che il medico cui era imputabile lo-

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IL CASO
messa diagnosi della patologia letale doveva essere considerato
responsabile per il danno ingiusto derivato da tale condotta, sia
in via extracontrattuale, ai sensi dellart. 2043 c.c., che contrattuale, se si vuole assegnare tale qualifica alla responsabilita` da
contatto sociale.
Il centro di medicina sportiva doveva poi essere considerato
responsabile delloperato del medico, sia ai sensi dellart. 2049
c.c. che in virtu` dellart. 1228 c.c., stante il rapporto di preposizione e la titolarita`, in capo al centro, del rapporto obbligatorio instaurato con laspirante atleta.
La F.I.G.C., invece, non aveva alcun legame con il centro di
medicina sportiva, cui per legge, nellambito delle prestazioni
rese dal Servizio Sanitario Nazionale, spetta il compito di accertare lidoneita` dei richiedenti il tesseramento.

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Oltre tutto, laccertamento dellidoneita` precede la costituzione


del vincolo associativo tra latleta e la Federazione, e non puo`
considerarsi sussistente alcuna obbligazione contrattuale prima
del perfezionamento del contratto.
Cio` non esclude che, di volta in volta, si possa configurare, a
carico della F.I.G.C., una responsabilita` per fatti dolosi o colposi
integranti gli estremi di un illecito extracontrattuale ex art. 2043
c.c. o di un inadempimento contrattuale. Tale eventualita` e`
legata alla violazione degli obblighi che gravano sulla Federazione, quali la sorveglianza sullattivita` di controllo medico
svolta dalle societa` e dalle associazioni sportive o lattivita` diretta di tutela medico sportiva, se prevista da disposizioni di
legge o negoziali, e rimasta inadempiuta.
&

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