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Metodo semplificato
Udine dicembre 08
ing. Andrea Starnini
Indice
1
Introduzione ...................................................................................... 2
Un po di storia ................................................................................... 2
10
11
Introduzione
Quando un componente meccanico soggetto a carichi variabili nel tempo si
soliti definire il carico affaticante e la modalit di collasso che eventualmente
ne segue rottura per fatica.
Il fenomeno della fatica riveste dunque un notevole interesse nellambito del
progetto delle costruzioni meccaniche in quanto la maggior parte degli organi
delle macchine sono soggetti a movimento con conseguente variabilit nel
tempo delle sollecitazioni.
Successivamente, dopo un breve excursus storico sul fenomeno e su come sia
stato affrontato agli albori, passeremo ad esaminare quali sono le cause
principali che portano un organo meccanico al collasso se soggetto a carichi
affaticanti, qual la metodologia di progetto e verifica a fatica e quali sono gli
accorgimenti pi comuni per scongiurare una rottura a fatica.
Un po di storia
Nel 1837, Wilhelm Albert, un amministratore di miniera, pubblica il primo
articolo sulla fatica che cerca di istituire una correlazione tra carichi variabili e
la durabilit del componente. Nel caso specifico egli cerc di risolvere il
problema della rottura delle catene utilizzate nelle miniere per sollevare carichi.
Il termine fatica compare per la prima volta due anni pi tardi su una
pubblicazione dellingegnere-matematico francese Jean Victor Poncelet il quale
lo utilizz per definire le sollecitazioni variabili nel tempo.
Il termine derivava dal fatto che inizialmente si pensava ad una modifica delle
propriet meccaniche e cristalline dellacciaio se soggetto a carichi dinamici,
sollecitazioni capaci dunque di fiaccarne la reistenza.
Il maggior impulso iniziale allo studio dei fenomeni di rottura per fatica furono
dati per dallingegnere ferroviario tedesco Aughust Whler, il quale fu il primo
ad affrontare il problema in maniera sistematica.
Whler riscontr delle strane rotture negli assali ferroviari i quali collassavano
molto prima del previsto, anche se dimensionati staticamente con coefficienti di
sicurezza elevati.
Osservando la figura sottostante si pu intuire quale era il problema che si
present a Whler: il sistema ruota rotaia funge da cerniera mentre lassale
pu essere considerato come una trave soggetta a due carichi in estremit
dovuti alla carrozza sovrastante. Un problema dal punto di vista statico banale
e che non presenta acute difficolt di dimensionamento e/o verifica dellasse.
Nonostante ci gli assi cedevano improvvisamente nella zona interna alla ruota,
senza nessun preavviso e presentando una strana superficie di rottura
contraddistinta da una parte liscia e unaltra rugosa, questultima molto simile a
quella che si ottiene con una prova di trazione.
Tale problema fu praticamente un assillo per molti ingegneri dellepoca in
quanto numerosi furono i disastri ferroviari causati da rotture del genere; primo
fra tutti quello accaduto a Versailles il 5 ottobre 1842 che caus circa 60
vittime. Il convoglio composto, da 17 carrozze e trainato da tre locomotive, con
circa 1600 passeggeri a bordo, deragli a causa della rottura di un asse della
prima locomotiva.
Tornando a Whler, egli costru la prima macchina che sottoponeva i provini a
flessione rotante, analogamente a quello che accade ad un assale ferroviario.
2
Con tale macchina lingegnere defin delle curve di durabilit, ancora oggi
universalmente chiamate curve di Whler. Sempre a lui si deve la definizione
di Limite a fatica, ovvero uno stato tensionale limite che se non superato
consente al componente una vita indefinita.
Zona di rottura a
fatica
CL
CL
Mf
fig. 2.1: Assale ferroviario, schema statico e diagramma del momento flettente
Allinizio del secolo scorso gli studi sul fenomeno della fatica nei materiali
metallici si intensificano allo scopo di produrre una metodologia di progetto
affidabile. Innumerevoli sono i nomi di ingegneri e ricercatori che hanno
contribuito allo scopo e tra tutti ne ricordiamo alcuni: Gerber, Godmann, Ewing,
Bauschinger, Griffith, Palmgreen e Miner.
Al giorno doggi lo studio della fatica riveste notevole importanza non solo nei
campi della progettazione meccanica in genere e delle costruzioni aeronautiche
ma anche in settori un tempo impensabili quali ad esempio quello delle protesi
ortopediche.
martinetto
F
Intaglio
Momento
fig. 3.1
tempo
-Fmax
Zona ruvida:
rottura fragile
Zona liscia:
martellamento
Nel caso esaminato la trave stata dunque portata ad una rottura per fatica ed
il motivo del collasso risiede ovviamente nel piccolo intaglio praticato
volutamente.
fig. 3.4: concentrazione degli sforzi nella sezione della trave dovuta allintaglio
Nei casi pratici la cricca di fatica pu avere origine a partire da intagli quali
filettature, gole, variazioni di diametro di un albero, fenomeni corrosivi locali
ecc.
La rottura per fatica dunque dovuta alla formazione di una cricca, anche se
inizialmente di dimensioni minime, che a causa della ciclicit dei carichi inizia a
propagarsi fin quando la restante parte della sezione non pi in grado di
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resistere alle sollecitazioni e si giunge allora alla rottura dellorgano, rottura che
prevalentemente di tipo fragile, ovvero senza apprezzabili deformazioni.
A causa della metodologia con la quale si giunge alla rottura per fatica, alcuni
studiosi affermano che la dicitura rottura per frattura progressiva sarebbe pi
corretta.
4
LF
~103
~106
log N
Da notare che per gli acciai lultimo tratto tende a divenire orizzontale oltre il
milione di cicli indicando che per valori di tensione inferiori a LF il provino non
giunge mai a rottura. Al valore di tensione al di sotto del quale non si ha pi
rottura a fatica si da il nome di tensione limite a fatica e verr indicata con la
notazione LF.
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Riproducendo la prova per vari tipi di acciai allora possibile determinare per
ciascuno di essi la tensione limite a fatica per flessione alternata.
Analogamente, cambiando la tipologia della sollecitazione, si definiscono i limiti
a fatica per azione assiale alternata e per torsione alternata. Per la torsione
alternata la tensione limite ovviamente una tensione tangenziale.
Per avere unidea del legame tra tensione di rottura statica R m e limite di fatica
a carichi alterni per vari tipi di acciai introduciamo il rapporto di fatica:
LF
Rm
La tabella sottostante riporta i rapporti di fatica indicativi per varie
macrocategorie di acciai.
Materiale
Acciai al carbonio
Acciai legati
bonificati
Acciai ad alta
resistenza
Rm
(MPa)
Rapporto di fatica
LF
Rm
Torsione
alterna
0,34
0,27
400
650
Flessione
alterna
0,55
0,47
1000
0,45
0,40
0,26
1600
0,35
0,32
0,19
Assiale alterna
0,50
0,42
Tab. 4.1: Rapporti di fatica per gli acciai (Manuale di meccanica Hoepli)
C1C2
gf C3
I vari coefficienti servono per tenere in conto degli effetti di:
amf LF
Dimensioni dellelemento
Finitura superficiale
Condizioni di esercizio
Curva
1
2
3
4
5
6
7
8
Rugosit superficiale
0,25 Lucidatura
0,40,5 Rettifica fine
0,51,6 Rettifica
1,64 Tornitura - Fresatura
12 Sgrossatura
Grezzo di laminazione
Corrosione in acqua
Corrosione in acqua salata
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Urto medio
Urto forte
Urto molto forte
Campo di applicazione
Turbine, pompe rotative,
compressori, motori elettrici, mole,
rettificatrici
Macchine alternative, torni,
piallatrici,limatrici, macchine di
sollevamento
Punzonatrici, troncatrici, presse
Laminatoi, magli, frantoi
Coefficiente
C3
1,01,1
1,21,5
1,52,0
2,03,0
Coefficiente dintaglio
Come noto la presenza di intagli in un componente meccanico comporta una
concentrazione locale delle tensioni. Tale concentrazione unaltra delle cause
innescanti la cricca di fatica. Dalle prove sperimentali si nota per che lintaglio,
nel caso di carichi affaticanti, non cos severo come indicherebbe il fattore
teorico di concentrazione degli sforzi. Al fine di poter utilizzare le stesse tabelle
e grafici, il fattore di concentrazione degli sforzi teorico K t viene allora ridotto
introducendo un fattore di sensibilit allintaglio il quale opera una
diminuzione del Kt secondo lequazione successiva:
Kr
Kf t
r
dove Kf prende il nome di fattore di intaglio a fatica e dove r il raggio di
raccordo nella zona dintaglio.
Ottenuto allora Kt in base ad esempio alle figure 5.3, 5.4 e il fattore di
sensibilit allintaglio dalla tabella, possibile calcolare K f.
Fattore di sensibilit allintaglio
Rm
350
450
550
650
750
900
1100
0,36
0,29
0,23
0,19
0,15
0,11
0,07
Per le leghe Al-Cu e ottone =0,62
1300
0,05
1500
0,06
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fig. 5.3: Fattore di concentrazione degli sforzi per sollecitazione di trazione su sezione circolare
11
fig.5.4: Fattore di concentrazione degli sforzi per sollecitazioni di momento flettente e torsione
su sezione circolare
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Rm
B
E
max
amf
45
0
min
-amf
max
min
'LF
max
Ciclo generico
ReL
m
Rm
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fig. 6.3: Diagramma di Goodman-Smith per azione assiale, flessione e torsione alterne
m,eq m 2 3m 2
a,eq a 2 3a 2
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Il diagramma di Haigh
Altro diagramma di uso comune per la verifica a fatica in presenza di tensioni
medie non nulle il diagramma di Haigh che pu essere costruito in maniera
pi rapida del diagramma di Goodmann-Smith. La figura 8.1 indica il
procedimento per la costruzione.
a
ReL/gf
amf
a
m
Rottura a fatica
Linea di Sodeberg
ReL/gf
Rm/gf
1
amf R eL / gf
Cautelativamente si pu allora assumere come criterio di verifica a fatica il
seguente:
a
m
1
amf R eL / gf
a
m
1
amf R eL 3 / gf
in presenza di sole tensioni normali o tangenziali oppure:
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a,eq
m,eq
1
amf ReL / gf
in presenza di sollecitazioni composte.
a
amf
Linea di rottura a
fatica
ReL/gf
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Esercizi Svolti
Esercizio 1)
Considerata la porzione di albero di figura, si esegua la verifica a fatica per vita
indefinita noto che il suo impiego nel campo dei riduttori per motori elettrici,
che la superficie stata sottoposta ad una finitura al tornio e che lacciaio
utilizzato un acciaio ad alto carico di snervamento con:
Tensione di rottura a trazione:
Rm=1200 N/mm2
Tensione di snervamento:
ReL=900 N/mm2
Soluzione)
Le sollecitazioni a cui sottoposto sono inoltre le seguenti:
Momento torcente:
20060 Nm
Momento flettente:
10050Nm
La tensione limite a fatica per flessione alterna e torsione alterna viene ricavata
dai rapporti di fatica che valgono rispettivamente 0,45 e 0,26:
LF 0,45 900 405 N/mm2
LF 0,28 900 252 N/mm2
Il coefficiente C1 vale 0,9 per la flessione e 0,84 per la torsione; il coefficiente
C2 vale 0,85 mentre per ottenere il fattore teorico di concentrazione degli sforzi
facciamo riferimento ai grafici del manuale.
Si ha:
D=40; d=30; r=1,5; t=5
r
0,3
t
d
0,75
D
Si ottiene indicativamente Kt pari a 2,85 per la flessione e 1,92 per la torsione.
Il fattore di sensibilit allintaglio vale invece circa 0,07. Quindi i fattori di
intaglio per flessione e torsione valgono rispettivamente:
K r
K f,f t
2,77
r
K r
K f,t t
1,88
r
17
amf LF
C1C2
109,0 N/mm2
gf C3
18
d3
Wf
2651 mm3
32
d3
Wt
5301 mm3
16
La tensione normale massima e minima, dovute al momento flettente, valgono:
(200 60)Nm
max k f ,f
271,7 N/mm2
Wf
(200 60)Nm
146,3 N/mm2
Wf
mentre le tensioni tangenziali, massime e minime dovute al momento torcente
valgono:
(100 50)Nm
max k f ,t
53,2 N/mm2
Wt
min k f ,f
(100 50)Nm
17,7 N/mm2
Wt
Quindi le tensioni alterne e medie valgono:
1
a max min 62,7 N/mm2
2
1
m max min 209,0 N/mm2
2
1
a max min 17,8 N/mm2
2
1
m max min 35,5 N/mm2
2
min k f ,t
69,9
m
217,9
600
19
Data
Compilato
12/2008
Controllato
Foglio di calcolo
pag.
Esercizio 2)
1 di
Riferimenti
Manuale di
Meccanica Hoepli
250
10 kN
80
R15
50
0,8 kNm0,25
R15
100
150
400
Calcoli di verifica
Limiti a fatica per acciaio C60
LF 380 N/mm
Tabella H.161
LF 215 N/mm2
ReL=450 N/mm2
Tabella H.161
0,94 kNm
0,63 kNm
400
0,56 kNm
20
Data
Compilato
12/2008
Controllato
Foglio di calcolo
pag.
2 di
Riferimenti
Tabella H.10
K r
K f,f t
1,8
r
Kr
K f,t t
1,4
r
H.52
C3=1,1
Tabella H.11
amf
CC
LF 1 2 51,5 N/mm2
gf C3
H.156
H.157
503
12272 mm3
32
503
Wt
24544 mm3
16
Wf
max a K f ,f
0,63 kNm
92,4 N/mm2
Wf
21
Data
Compilato
12/2008
Controllato
Foglio di calcolo
max K f ,t
min K f ,t
pag.
3 di
Riferimenti
1
max min 14,3 N/mm2
2
1
m max min 45,7 N/mm2
2
a
a,eq
amf
m,eq
ReL / gf
1
1,65
1,21
inferiore al minimo imposto pari a 2.
Lalbero deve essere allora modificato nelle dimensioni o
aumentando il raggio di raccordo in corrispondenza dello
spallamento.
gsF gf
22