IL F GIUSEPPE MAZZINI
LACACIA MASSONICA
ANNO I - NUM. 3-4 - OTTOBRE 1947
a cura di
Daltra parte, anche prima della morte del Maestro, si erano avute
manifestazioni da parte di Liberi Muratori italiani nelle quali la qualifica
massonica di Mazzini era pubblicamente conclamata. Tipica fra tutte quella della
R L Progresso Sociale allOr di Firenze che, nella sua adunanza del 7
settembre 1870, adott una deliberazione a proposito dellarresto di Giuseppe
Mazzini a Palermo e della sua relegazione nel forte di Gaeta, deliberazione che
ebbe larga risonanza nella stampa del tempo.
Ecco il testo della deliberazione stessa:
I Liberi Muratori della Loggia Progresso Sociale di Firenze, avendo
appreso dai giornali che il loro illustre Maestro e Fratello Giuseppe Mazzini,
stato tradotto nella fortezza di Gaeta e sottoposto ad accusa, deliberano di mandare
un fraterno saluto al grande cittadino, e di mettersi in tutto a sua disposizione,
onde contribuire a rendergli pi lievi le amarezze del carcere.
Il Venerabile
G. Gherardi.
Dunque, per il Gran Maestro Mazzoni, e per tutti i Liberi Muratori di quel
tempo, Mazzini era Massone. Da quando? Dove? Da chi?
Lo si ritrova nelle sue note autobiografiche: nel carcere di Savona. Dal
vecchio Massone e Carbonaro Passano. Scrive Mazzini che incontratosi con
Passano nel corridoio di quel carcere mentre si ripulivano le celle, gli sussurr
affrettatamente di aver trovato modo di corrispondere e gli chiese i nomi dei capi.
Rispose col rivestirmi di tutti i poteri e battermi sulla testa per conferirmi
non so qual grado indispensabile di massoneria.
Non credo che alcun Fratello trover a ridire sulla sostanziale validit di
questa iniziazione che trova riscontro con altre iniziazioni dellultimo periodo
clandestino, non meno rapide e drammatiche anche se meno illustri.
Quanto alla carriera Massonica percorsa dal Grande, non meravigli se Egli
pass direttamente dal primo al trentatreesimo grado.
Giuseppe Zamardelli lo super di parecchio in rapidit di carriera, poich
fu iniziato nella R L Propaganda Mass allOr.-, di Roma il 12 gennaio
1889 e promosso immediatamente al supremo grado.
Per Mazzini passarono trentasei anni prima che il Supremo Consiglio di
Palermo, nel 1866, decretasse il suo aumento di luce al 33 grado.
Due anni dopo, la R L Lincoln di Lodi, lo nomin suo Venerabile
onorario ad vitam.
La Rivista Massonica riporta la tavola diretta dal M Ven Mazzini a
quella Loggia; tavola densa di pensiero iniziatico:
Fratelli!
Accetto con
sentita
riconoscenza
lonore
che
avete
voluto
farmi
dissidenti e ci fu ohi afferm ancona una volta che Mazzini non era Massone.
Eppure la Grande Maestranza gli fu offerta e solo dopo matura riflessione
egli ritenne di non potere accettare il maglietto.
noto il brano di una lettera pubblicato nel trattato-libello di Alessandro
Luzio, edito quando le persecuzioni stavano scatenandosi contro di noi.
Lo storico in parola, avversario non sempre sereno ed in questa circostanza
neppure onesto, riport solo la prima parte della lettera di Mazzini: Capo
dellalleanza repubblicana, come posso io farmi ispiratore della Massoneria,
ecc.?.
Dallopera del Luzio si deduce quindi un rovente rifiuto dellApostolo ad
assumere la Gran Maestranza.
Se il pi voluminoso libello che ci sia stato dedicato in questo secolo fosse
rimasto senza risposta (ed il calcolo era proprio quello, poich lassorbimento
della lite nazionalista nelle file del fascismo aveva, direi, scientizzato
lavversione dei fascisti per la Massoneria), oggi soltanto sarebbe tentabile una
ricerca di controllo sulla documentazione dellopera in parola ed in ispecie sul
punto dolente: il brano che abbiamo riportato.
Il nostro troppo poco compianto Giuseppe Leti, 33, autorevole storico del
Risorgimento, stava in quel periodo lavorando intorno ad un saggio sulla
Carboneria e la Massoneria nel Risorgimento Italiano. Ma stava anche per partire
per lesilio, costrettovi dal medesimo regime che avrebbe premiato, con la feluca
di Accademico, il Luzio.
Al vecchio cuore dolorante del Sovrano Gran Commendatore Ettore Ferrari,
pi delle persecuzioni squadriate, pi del confino domiciliare, pi della statua a
Mazzini che viveva compiuta ma che non avrebbe mai visto eretta, pungeva
atrocemente il coltello avvelenato dello storico aulico. E si fece promettere da Leti
che non sarebbe partito prima di aver compiuta lopera. E Leti rimase ed il libro
usc.
In unaltra opera Massonica pubblicata in esilio, Leti lamentava
limmediato sequestro delle copie, operato dalla polizia fascista.
Fra le colonne dellEterno Oriente si rassicuri il Fratello saggio ed
intrepido. Non tutte le copie furono sequestrate, non tutta la semente and
dispersa.
Il libro fu il nostro strumento di lavoro prediletto, fu larma pi efficace,
perch costruita sotto il fuoco nemico. Fu per chi scrive un conforto a bene
sperare, cui ricorreva ogni volta che la desolazione di unavvilente realt gli
invadeva lanimo.
In quei tristi momenti, la chiusa del libro scuoteva lanimo in un brivido di
commozione e di speranza. Vale la pena, di riportare quelle righe perch servono e
serviranno ancora:
V scrisse Giuseppe Mazzini una legge che trascina uomini e cose,
legge imposta da Dio, legge che vuole lo sviluppo delle facolt e dei destini
dellumanit, e contro la quale non possono n la tirannide degli uni, n la vilt
degli altri. noto che le previsioni e le profezie di Mazzini non fallirono mai...
Abbozzato lo spirito che pervade lopera del Leti, preambolo necessario
perch ledizione italiana ormai introvabile e ledizione francese di Gloton non
facile procurarsela, torniamo alla lettera mutilata dal Luzio.
Leti non fece che pubblicare il seguito della lettera, e segnatamente queste
righe:
Se Garibaldi si dimettesse e mi proponessero a G(ran) M(aestro), ci
penserei; ma in ogni modo non accetterei se non proponendo prima i miei patti, e
vincolando pi esplicitamente la Massoneria al disegno chio lavoro a compiere.
Non si trattava dunque di un rifiuto reciso, anzi, non era affatto un rifiuto
ma una condizionata presa in considerazione di una eventualit non verificatasi
poi.
Successivamente, circa un mese dopo, scriveva ancora: Per ragioni lunghe
a dirsi, e dopo aver pensato e ripensato, meglio che io non sia G(ran) M(aestro).
Forse s; perch Egli, veramente saggio iniziato, sapeva che la parte non
pu essere il tutto e che chi rappresenta la Parte non pu rappresentare il Tutto.
Molto giustamente stato affermato che lopera della Massoneria Italiana
fu ed sostanzialmente ispirata dalla fede del Grande Apostolo 2.
Abbia dunque il Massone italiano quel temperamento mazziniano che vuol
dire odio e negazione dellespediente secondo la felice sintesi pronunciata dal
G M Torrigiani sulla tomba del G M Nathan, tremenda accusa che pende
sul capo di troppi mazziniani politici.
Sia dunque il mazzinianesimo un abito spirituale, un costume di condotta
morale per tutti i Massoni.
Ma non attentiamo alla universalit dellidea massonica, cittadina del
Tempio, tentando di costringerla nellangustia del tempo e dello spazio di
qualunque Chiesa.
Convinciamoci che infinitamente pi logico regolarizzare il brevetto
del F Giuseppe Mazzini che non dichiarare mazziniana la Massoneria
Universale.
Giordano Gamberini, 33