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A.N.P.AS.
Associazione
Nazionale
Pubbliche
Assistenze
SOMMARIO
1.
2.
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI SOCCORSO PROVINCIALE, MODALIT DI APPROCCIO AL SISTEMA 118 ............................................ 26
3.
4.
5.
TRIAGE E GESTIONE DELL'EMERGENZA CON I MEZZI DI SOCCORSO AVANZATO E CON OPERATORI DELL'EMERGENZA NON SANITARIA .. 49
6.
TRATTAMENTO POLITRAUMATIZZATO SECONDO LINEE GUIDA IRC (ITALIAN RESUSCITATION COUNCIL) .............................................. 59
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
Sommario
Introduzione
Il Sistema Provinciale della Emergenza Urgenza
Il Sistema dellemergenza urgenza della nostra Provincia costituito dalla Centrale Operativa
118 Modena Soccorso, che attiva e coordina il sistema dal momento della richiesta di soccorso
fino allaccesso ai presidi ospedalieri, dalle strutture della rete Ospedaliera Provinciale. che
afferiscono ai Dipartimenti di Emergenza Urgenza dellAzienda USL e dellAzienda Ospedaliera
Policlinico di Modena e da un elevato numero di mezzi di soccorso dislocati su tutto il territorio,
sia pubblici che delle Associazioni di Volontariato (Pubblica Assistenza, CRI, Misericordia
dItalia). Si avvale inoltre dellapporto integrato di strutture non sanitarie (Vigili del Fuoco, Forze
dellOrdine, Soccorso Alpino, Polizia Municipale .).
Il sistema globalmente agisce secondo percorsi provinciali definiti con i Dipartimenti di
Emergenza urgenza ed Area critica, in rapporto alla patologia, alla distanza, alle dotazioni dei
presidi, alla tipologia delle equipe di soccorso, perseguendo il fine di inviare il paziente
allospedale pi idoneo, nel minor tempo possibile in prima e seconda istanza, secondo i criteri
dellHub & Spoke.
I protocolli clinici sono stati rapportati alla potenzialit delle diverse equipes presenti nel sistema,
quali equipes mediche, infermieristiche, del volontariato e miste.
Funzioni della Centrale Operativa
Le funzioni fondamentali della Centrale Operativa 118, sono rappresentate in primo luogo dalla
ricezione delle richieste di soccorso, valutazione del grado di complessit dellintervento da
attivare, attivazione e coordinamento dellintervento stesso; inoltre compito della Centrale
Operativa :
garantire interventi tempestivi, adeguati e ottimali a tutte le richieste sanitarie del cittadino
che rivestono carattere di emergenza urgenza, in sinergia con i Dipartimenti di emergenza
urgenza e le rispettive risorse territoriali
ottimizzare e razionalizzare le risorse sanitarie di emergenza sul territorio
organizzare e coordinare gli interventi sanitari nelle maxi-emergenze in collaborazione con
le altre risorse sanitarie e non
creare un sistema omogeneo di risposta allemergenza sanitaria
estendere nella popolazione la cultura dellemergenza urgenza e del corretto utilizzo del
sistema
formare i first-responder.
Le Strutture Sanitarie
La strutture della rete provinciale sono classificate in rapporto alla loro complessit ed alla
capacit di dare risposte dirette ai casi di emergenza urgenza
Punti di Primo intervento:
Sono dislocati nei vari distretti della provincia e sono attive diverse modalit organizzative quali lattivit
territoriale su ambulanza, lattivit ambulatoriale o entrambe; l afferenza gestionale ed organizzativa
dei singoli Punti di Primo Intervento riferita al Dipartimento Provinciale di Emergenza Urgenza,
attraverso le sue articolazioni presenti nei vari stabilimenti ospedalieri. La presenza medica
garantita da Medici di emergenza Territoriale. Sono presenti a:
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Fanano
Formigine
Finale Emilia
Castelfranco Emilia
Montese, Sestola. Questa situazione, del tutto innovativa nel sistema, comporta un miglioramento
dellefficacia della risposta al cittadino.
Le ambulanze, sia pubbliche che del volontariato, utilizzate dalla Centrale Operativa 118 e dislocate
sul territorio provinciale, sono di tipo A secondo la classificazione ministeriale (DM 17 dicembre 1987,
n.553), inoltre sono dotate di strumenti elettromedicali e presidi sanitari atti a sostenere le situazioni di
emergenza-urgenza sia internistiche che traumatiche.
Concorrono al sistema di sicurezza sanitaria, secondo procedure individuate nellambito logistico
organizzativo del sistema 118, postazioni fisse e mobili di laici addestrati alla defibrillazione precoce e
dotati di defibrillatore semiautomatico (DAE), secondo quanto previsto dal progetto interaziendale di
defibrillazione precoce e in specifico dal progetto Cuore Vivo definito con lAssociazione di
Volontariato Gli Amici del Cuore.
Volontariato
Il Volontariato costituisce una risorsa preziosa ed indispensabile che integra fortemente il Sistema
Pubblico.
Su 41 postazioni fisse o stagionali, 3 operano con equipaggi misti, le altre sono del Volontariato con
netta preponderanza delle PP.AA.
Oltre il 40% delle richieste di soccorso sostenuto in prima istanza da Associazioni di Volontariato.
I soccorsi effettuati da tali Associazioni sono integrati, ove necessario e possibile, con il successivo
invio di risorse avanzate del Sistema Pubblico (rendez- vous).
Le Aziende sanitarie di comune accordo con il Coordinamento Provinciale delle Pubbliche Assistenze,
che ne ha coordinato tutti gli aspetti organizzativi, hanno svolto, negli ultimi anni, un intenso
programma di formazione rivolto ai volontari soccorritori, comprendente soprattutto specifici corsi di
addestramento per il soccorso al paziente in arresto cardiaco ed al paziente traumatizzato.
necessario tuttavia prevedere, in particolare in alcune zone ove il numero di interventi limitato,
come ad es. nellarea montana, attivit formative mirate, quali retraining pi frequenti e tirocini di
Volontari soccorritori su mezzi istituzionali.
Attualmente la maggior parte delle Pubbliche Assistenze, la Misericordia dItalia di Modena e la Croce
Rossa, hanno a bordo dei mezzi soccorritori addestrati e dotati di defibrillatore semiautomatico che
agiscono secondo procedure definite dalla Centrale Operativa 118 Modena Soccorso.
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Le crescenti complessit e diversificazioni dei bisogni espressi da larghe fasce di popolazione hanno
favorito in questi anni lo sviluppo di positive e qualificate forme di partnership collaborative tra
Istituzioni e Soggetti del Terzo Settore, in primis le Associazioni di Volontariato, per il conseguimento di
obiettivi di inclusione e benessere sociale, di minimizzazione dei rischi di esclusione ed emarginazione
e nella gestione di emergenze sociali e sanitarie.
Il ruolo dellAssociazionismo via via cresciuto fino al suo coinvolgimento nella progettazione
istituzionale e nella implementazione di significativi interventi poi assunti territorialmente nei Piani
per la Salute e nei Piani di Zona.
Daltro canto questo protagonismo stato reso possibile grazie allattenzione con cui si
guardato, da parte delle stesse Associazioni, alla preparazione e alla formazione dei tanti
cittadini, donne e uomini, giovani e meno giovani, che offrono il loro personale contributo
partecipando attivamente alle esperienze di volontariato.
Il volontariato, le sue Associazioni, nel nostro caso la rete delle Pubbliche Assistenze
rappresentano unimportantissima risorsa proprio anche grazie allimportanza assegnata alla
formazione dei volontari, costituendone elemento costante e fondante.
Il Manuale formativo per il soccorritore che viene qui presentato offre un momento concreto ed
esemplare di questa centralit, rappresentando nel contempo fattore di garanzia per una
progettazione di qualit e per interventi di elevata efficacia.
ASSESSORE AL LAVORO E
POLITICHE SOCIALI
ASSESSORE ISTRUZIONE E
FORMAZIONE PROFESSIONALE
Introduzione
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Capitolo
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Le Pubbliche Assistenze vantano una storia che affonda le sue radici nelle origini
stesse dellItalia come stato unitario, nel Risorgimento: esse nascono a partire dal
1860 come laiche, libere Associazioni di volontariato, che - in un lasso di tempo
incredibilmente breve - si formano in ogni parte dItalia, sotto una grande molteplicit
di nomi: Croce Verde, Croce Bianca, Croce Turchina, Croce DOro, Societ di
Salvamento, Fratellanza Militare, Fratellanza Popolare, e altri ancora. Dalla Sicilia al
Piemonte, unanimi nel loro impegno, le Pubbliche Assistenze non fanno distinzioni di
servizio per nobili e poveri, servono chiunque esprima un bisogno, non pongono
condizioni allaiuto prestato e sono, generalmente, aperte a chiunque voglia
prendervi parte.
Da documenti dellepoca risulta che il primo congresso delle Associazioni di Pubblica
Assistenza ha luogo a La Spezia, nel 1892: allappello rispondono 29 associazioni, di
cui: 12 toscane, 4 liguri, 4 laziali, 2 lombarde, 2 piemontesi, 2 siciliane, una emiliana,
una umbra e una pugliese.
Un congresso che peraltro gi affronta la questione del coordinamento tra le varie
associazioni al quale seguono molti altri, a scadenza pi o meno annuale, e dai
quali emerge con sempre maggiore chiarezza la necessit di costituire degli
organismi di indirizzo generale e di coordinamento. E sin dai primi del 900 che si
evidenziano alcune delle caratteristiche pi marcate di quello che gi si configura
come un vero e proprio movimento: le Pubbliche Assistenze le cui attivit si
esplicano in moltissimi campi, compreso quello dei Vigili del Fuoco volontari si
rifiutano di assumere il ruolo di supporto ai servizi di pertinenza dello Stato, e quindi
di trasformarsi in serbatoio di attivit subordinate, controllabili e indirizzabili.
Ma un altro, fondamentale, passo in avanti sulla via della caratterizzazione delle
Pubbliche Assistenze avviene con la costituzione, nel 1903, dellUnione Regionale
Toscana e, nel 1904 a Spoleto, con quella della Federazione Nazionale, eretta ad
Ente Morale nel 1911, con Regio Decreto n638 del 18 giugno;
contemporaneamente, cresce con grande impeto il numero delle associazioni: nel
congresso che precede la prima guerra mondiale, si contano ben 150 associazioni
federate e 100 mila aderenti.
Tuttavia, tale processo conoscer una prima battuta darresto con la grande guerra,
che di fatto smobilita le associazioni, privandole degli uomini che vengono inviati al
fronte e svuotando le sedi delle Pubbliche Assistenze in tutta Italia.
Sar la ripresa post-bellica a favorire un nuovo sviluppo del movimento. La sede
della Federazione viene spostata da Spoleto a Roma e poi definitivamente a Firenze,
mentre al congresso di Fiume, del 1924, le associazioni federate arrivano ad essere
218.
E tuttavia, sar il fascismo a bloccarne la crescita ancora una volta: non poteva, il
regime, far vivere una realt che per sua stessa natura ne rappresentava lantitesi, in
quanto portatrice di valori quali la solidariet, la condivisione, il servizio
disinteressato. Non un caso, infatti, se nel 1930, con il Regio Decreto n84 del 12
febbraio, Vittorio Emanuele III decider di trasferire alla Croce Rossa Italiana tutte le
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Legge 142/90
Legge 241/ 91
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Legge 675/96
Legge 772/72
Legge 230/98
Legge n.331/2000
Legge 64/2001
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Pubbliche Assistenze
Consiglio Nazionale
Direzione Nazionale
Presidente Nazionale
Consiglio Regionale
Direzione Regionale
Presidente Regionale
Consiglio Direttivo
Presidente
Volontari
Settori di attivit
Emergenza sanitaria 118, Trasporto sanitario, Donazione sangue, Protezione Civile,
Antincendio, Interventi Socio-Sanitari, Obiezione di Coscienza e Servizio Civile,
Mutualit ed aggregazione sociale, Adozioni internazionali, Formazione,
Cremazione, Promozione della Solidariet, Soccorso animali
Figura 1
SANITA
Lidea del soccorso antica quanto luomo e non poteva essere disgiunta dallidea di
mutualit, solidariet, quali fondamenta delle associazioni di Pubblica Assistenza.
Portare aiuto agli uomini, questo limpegno del nostro movimento ed in questo non
poteva mancare il trasportare gli ammalati, il soccorrere i feriti. Non in un'ottica
puramente caritatevole, ma di solidariet in un concetto universale.
Dalle motivazioni e dalle radici, ad una concezione che vedeva le Pubbliche
Assistenze promotrici di iniziative di educazione al soccorso dei propri aderenti e
della collettivit.
Da un'impostazione di puro e semplice trasporto, allassistenza, sino ad arrivare negli
anni settanta, con un ribaltamento di questi concetti, a favore di una impostazione
che metteva al centro degli interventi la persona con il suo bisogno di salute, sino
allinsorgenza dellevento, senza tralasciare laspetto sociale e solidaristico. Questo,
quando ancora la cultura nell'intero paese, nell'ambito del comparto sanit, era ben
lontana da apprezzare le nuove filosofie dell'emergenza. Tante sono le esperienze
espresse sul territorio, anche molto differenti tra loro, che hanno comunque
contribuito tutte a creare una cultura dell'emergenza sanitaria e soprattutto a salvare
tante vite.
Le Pubbliche Assistenze, in questo hanno fatto la loro parte, hanno sperimentato
modelli nuovi, hanno spinto le istituzioni sanitarie a farsi carico delle varie
problematiche ed hanno dimostrato la vitalit e validit del volontariato.
Dal telesoccorso, alle ambulanze di rianimazione, sino alla realizzazione di servizi di
elisoccorso o alla costituzione di centrali operative, un percorso che ha visto il
volontariato fortemente impegnato.
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Oggi nel paese le Pubbliche Assistenze collaborano con le centrali operative del 118,
contribuiscono a formare tante persone alle manovre di soccorso, forniscono un
contributo insostituibile al Servizio Sanitario nazionale.
Tutto questo passa anche per una sempre pi attenta e necessaria formazione dei
volontari del soccorso che dispongono di circa 2.700 ambulanze, 200 automediche,
che partono dalle 845Totpa sedi di Pubblica Assistenza sparse nel territorio
nazionale e che ne fanno, con i suoi 100.000 volontari, la prima organizzazione di
volontariato del soccorso del nostro paese.
SOCIALE
Le Pubbliche Assistenze sviluppano il proprio impegno sociale in diverse aree della
marginalit:
SERVIZIO
Affidamento
UTENTI
Carcerati
Assistenza
domiciliare
infermieristica
Attivit ludico
motoria
Attivit ludico
motoria
Anziani
DESCRIZIONE
Recupero sociale attraverso
attivit nellambito associativo
Servizi infermieristici a domicilio
Minori (6 - 10 anni)
Ginnastica Formativa e
presportiva
Minori (11 - 16 anni) Ginnastica formativa,
orientamento al soccorso e
sopravvivenza in territorio
socialmente a rischio
Centri
Extracomunitari
Centro di accoglienza per
accoglienza
extracomunitari con assistenza e
recupero sociale
Centri diurni
Anziani
Attivit ricreativo culturali
Centri estivi
Anziani
Attivit ricreativo culturali,
diurni
socializzazione
Periodo: da giugno a settembre
Centro di ascolto Tossicodipendenti, Punto di ascolto telefonico e
alcolisti
successiva assistenza e recupero
sociale
Filogiovani
Minori
Punto di ascolto telefonico per
disagio familiare sociale,
prevenzione ai maltrattamenti o
abusi sessuali
Presidi
Extracomunitari
Presidi sociosanitari presso campi
sociosanitari
di lavoro estivi
Prima
Extracomunitari
Presidi sanitari presso centri di
accoglienza
accoglienza
Rete di
Anziani
Punto telefonico informativo e per
solidariet
richieste di necessit specifiche a
Assistenza
domicilio
domiciliare
Attivit di riabilitazione motoria
Riabilitazione
Anziani con
presso centro esterno, stimolo
fisioterapica
problemi motori
socializzazione
(ictus, artrosi,
morbo di Parkinson)
Teleassistenza
Anziani
Controllo giornaliero utente,
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Telesoccorso Telesalvalavita
Trasporti sociali
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Figura 2
DONAZIONE SANGUE
Chi pensa che il mondo delle Pubbliche Assistenze sia ristretto solo ai servizi di
soccorso e di ambulanza smentito da alcune associazioni che hanno diversificato il
modo di portare solidariet organizzando e gestendo gruppi di donatori di sangue.
Purtroppo, a causa delle tante problematiche, tale attivit ancora limitata a pochi
gruppi che, nel caso dell Anpas, si concentrano maggiormente in Toscana e Liguria.
Tali regioni stanno sperimentando vari progetti con risultati eccellenti anche se le
problematiche da affrontare sono tante e diversificate. Infatti nonostante gli sforzi
conseguiti per laumento lento, costante, dei donatori e delle donazioni, il sistema
trasfusionale, ad esempio toscano, non risulta complessivamente adeguato al
fabbisogno, quella autosufficienza che sarebbe assolutamente necessaria per la
salvaguardia della salute dei cittadini. Ad esempio nellanno 2001 sono state
effettuate, presso le strutture della rete trasfusionale toscana, oltre 180.000
donazioni tra sangue, plasma, e piastrine. Purtroppo, nonostante gli intensi sforzi
degli enti interessati e dell Anpas Toscana, sempre nel 2001 la Toscana stata
costretta ad importare unit di emocomponenti da altre regioni e questo non
succedeva da anni.
Il gruppo di lavoro Anpas Toscana ha promosso vari progetti atti a sensibilizzare
lopinione pubblica alla necessit delle donazioni di sangue, con luso di mezzi come
le TV e le radio Locali. Sono stai inoltre fatti accordi per realizzare una Tessera di
Donatore Anpas, permettendo cos di identificare i nostri donatori, il loro numero e
comprendere le strade da percorrere perch questo aumenti allinterno dellAnpas
stessa.
Per quanto riguarda la realt della Liguria, al momento sono due le associazioni che
svolgono questa importante attivit: la Croce Verde di Sestri Ponente che attiv
questo servizio gi nel 1955 e la Croce Azzurra di Bavari, che si attiv in tal senso
nel 1978.
Da anni si sta cercando di infondere nella cittadinanza questa cultura del soccorso
indiretto, vale a dire predisporre oggi scorte vitali per i bisogni di domani.
Trovare sangue per le persone malate sempre pi difficile, quindi occorre
incentivare il maggior numero di donatori possibili per cercare di avere una migliore
scelta e sempre pi scorte.
Spesso, infatti, la gente rischia di non avere le informazioni e gli incentivi necessari
per andare avanti;
occorre, affinch il servizio funzioni e la gente sia sempre invogliata a continuare,
motivare sempre pi le persone facendo capire limportanza di questo piccolo grande
gesto.
La risorsa sangue, per la sua non sostituibilit, necessita di essere supportata da una
campagna di comunicazione costante, corretta, coordinata. Questo obbliga lAnpas a
lavorare assiduamente per poter diffondere questa attivit sanitaria.
Non facile, ma fondamentale per il futuro delle persone che attendono il prezioso
dono della vita.
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CREMAZIONE
Bruciate quel che resta di me e spargete le ceneri al vento; serviranno a far
crescere i fiori.
Se dovete seppellire qualcosa,
seppellite i miei difetti, le mie debolezze e tutti i pregiudizi contro i miei simili.
LAnpas nazionale, ha stipulato con la Federazione Italiana Cremazione
(organizzazione no-profit), un protocollo di collaborazione per la divulgazione di
questa pratica.
La cremazione rappresenta il ricongiungimento con un principio primo e divino, dato
dal fuoco, elemento non solo di distruzione, ma anche di purificazione, un rito
antichissimo, sia nella cultura occidentale che orientale.
E comunque una rappresentazione, quella del fuoco, di ambivalenza: distruggere
per fare rinascere.
Oggi in alcuni paesi la pratica della cremazione rappresenta una percentuale
consistente: 21% negli Stati Uniti, 40% in Canada, 54% in Australia, 32% in Europa,
ma con lItalia ferma al 3%.
Nel nostro Paese questa pratica stata fortemente osteggiata dalla Chiesa cattolica
fino al 1963, quando fu giudicata non contraria alla religione e da allora non proibita
e punita; forse anche in questo sta la motivazione di una percentuale bassissima di
persone che scelgono la cremazione.
SOCCORSO ANIMALI
Fra i vari servizi in cui le associazioni Anpas sono impegnate, vi anche il Soccorso
Animali.
Le richieste di soccorso giungono alle Centrali Operative sia da parte di cittadini che
di operatori delle forze dellordine. In caso di intervento per un animale randagio il
mezzo viene inviato sul posto per soccorrere lanimale e trasportarlo verso il canile
municipale, ove presente o reperibile il veterinario di guardia. In caso di interventi
per un animale di propriet, invece, previsto il trasporto presso il veterinario di
fiducia o presso un centro veterinario convenzionato (in tal caso i costi dellintervento
veterinario sono sostenuti dal proprietario).
Questo servizio non vuole offrire solo cure mediche. Spesso chi vive in compagnia di
un animale deve affrontare problemi di varia natura: ad esempio legali (magari un
vicino di casa minaccioso), oppure sapere come comportarsi con un animale
difficile. A volte capita di doversi assentare e non sapere come fare a lasciare
lamico a quattro zampe a qualcuno di fiducia, oppure ci si accorge di casi di
maltrattamento e non si sa a chi rivolgersi, per non parlare di consigli e suggerimenti
su come comportarsi con questi nostri amici.
L'obiettivo quello di aiutare tutti coloro che hanno un animale da affezione a
seguirlo e curarlo ed a poter affrontare i problemi che potrebbe avere senza che ci
comporti un aggravio del proprio tenore di vita. Spesso gli animali fanno compagnia a
persone sole ed anziane e anche in questo modo si pu dare loro aiuto.
PROTEZIONE CIVILE
La protezione civile una delle attivit portanti dellAnpas. Da sempre le nostre
associazioni operano in questo campo perch alla base degli scopi e dello spirito di
solidariet del nostro movimento.
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professionisti del settore in concorso con gli operatori del servizio adozioni. Tra i temi
trattati figurano i principi giuridici delle norme che disciplinano ladozione
internazionale, la situazione dellinfanzia in Bulgaria , la realt degli istituti, le
problematiche legate allabbandono, ladozione vista dalla parte del bambino e della
coppia, linserimento nella famiglia , a scuola e nella comunit. Le varie sedi regionali
potranno variare alcune delle modalit attuative del corso, al fine di adeguarne la
struttura ai diversi protocolli regionali.
Nel corso dei viaggi e delle permanenze allestero le coppie sono seguite dagli
accompagnatori volontari Anpas e dal referente estero. I viaggi, generalmente
organizzati per gruppi di tre o quattro coppie, sono due: il primo in occasione
dellabbinamento e il secondo a conclusione delliter in Bulgaria.
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FORMAZIONE
Nellambito della risposta sanitaria ordinaria e di emergenza-urgenza le Associazioni
del Volontariato fanno parte integrante del sistema sanitario nazionale, da questo ne
deriva che la formazione e laggiornamento dei volontari riveste unimportanza
strategica.
Attualmente aperto un dibattito nazionale che, volto ad elevare il livello qualitativo
dellassistenza ai cittadini, concorda che notevole importanza riveste laspetto
formativo degli operatori, omogeneo sul territorio nazionale ed attuato attraverso
programmi teorici-pratici certificati da Enti di formazione specializzati.
L'Anpas ha prodotto uno strumento formativo a moduli, i quali rispondono alle
esigenze didattiche dei vari temi da trattare.
Gli standard formativi per i volontari soccorritori Anpas hanno gi ottenuto il copyright
e sono stati affidati allUni.T.S., Universit del Terzo Settore, agenzia formativa
costituita dallAnpas.
Uni.T.S. (Universit del terzo settore)
Via Turati, 6 - 56125 PISA Tel. 050/ 46.171 - Fax 050/ 50.63.93
Email: info@uniterzosettore.it - Internet: www.uniterzosettore.it
Il nuovo Welfare che si sta affermando nel nostro Paese allinsegna del
federalismo, della sussidiariet anche orizzontale, della collaborazione pubblicoprivato. Il Terzo Settore (volontariato, cooperazione, associazionismo, impresa
sociale) unanimemente indicato come soggetto fondamentale, insieme agli Enti
Locali, per la progettazione, realizzazione e gestione dei servizi socio-sanitari sul
territorio. Per sostenere tale ruolo necessario che dirigenti, operatori e volontari
acquisiscano competenze professionali adeguate.
LUni.TS si propone come agenzia formativa che nasce dal Terzo Settore per il Terzo
Settore. Si propone, quindi, di rafforzare il ruolo e migliore lefficienza delle
organizzazioni del Terzo Settore in Italia potenziando la ricerca e promuovendo lo
sviluppo della formazione di alta qualit per gli operatori del Terzo Settore.
Nasce su progetto dellAnpas con la partecipazione di associazione di Pubblica
Assistenza, Enti Locali, Istituzioni Pubbliche e Aziende Private per promuovere e
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sviluppare la formazione a tutti i livelli per dirigenti, operatori e volontari del Terzo
Settore.
LUni.TS si dotata di un Comitato Scientifico Didattico che un organo di
consulenza della Direzione e del Consiglio. Esso si riunisce periodicamente con
lobiettivo di formulare proposte formative sulla base dei bisogni espressi dalle
organizzazioni del Terzo Settore. Esso , inoltre, lo strumento di confronto della
Direzione e del Consiglio su tematiche specifiche del Terzo Settore in relazione alla
riforma dello Stato Sociale nel nostro Paese.
Sono membri del Comitato Scientifico Didattico:
Prof. Ugo Ascoli (Ordinario di Sociologia Economica alla Facolt di Economia
dellUniversit di Ancona).
On. Salvatore Biasco (Ordinario di Economia alla Sapienza di Roma e Presidente
della Commissione sul Fisco alla Camera dei Deputati).
Prof. Claudio Calvaruso (Direttore generale del Centro Studi, Ministero della Sanit).
Dott. Pierluigi Castellini (Medico esperto in Medicina delle Grandi Catastrofi e
dellEmergenza di Massa - Responsabile della Centrale Operativa del 118 di
Modena).
Prof. Avv. Marco Miccinesi (Professore Straordinario di Diritto Tributario allUniversit
di Ferrara).
Dott. Alessandro Montebugnoli (ricercatore di economia sociale dellOsservatorio
Regionale del Lazio sulla condizione degli anziani)
Sen. Patrizio Petrucci (Coordinatore per il Senato del Tavolo Parlamentare per i
Rapporti con il Terzo Settore).
Prof. Alessandro Pizzorusso (Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico allUniversit
di Pisa)
Prof. Francesco Rovetto (Associato in Psicologia Clinica Universit di Parma)
Sono soci dellUni.TS
Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) - AUSER - Opera Pia
Fondazione Montevaso - Taverna Sviluppo - Provincia di Pisa - Pubblica Assistenza
Poggibonsi - Pubblica Assistenza Humanitas Scandicci - Croce Verde Padova Croce Verde Nizza Monferrato - Croce Bianca Orbassano - Croce Blu Modena Croce Verde Fermo - Croce Bianca Savona - Pubblica Assistenza Moliterno Pubblica Assistenza di Rassina
Da giugno 2001 lUniTS membro del Forum Nazionale per lEducazione degli
Adulti.
I temi su cui lUni.TS lavora sono:
Etica del Volontariato
Comunicazione sociale e marketing dei servizi
Fund raising
Progettazione e co-progettazione
Formazione strategica, gestionale ed amministrativa per dirigenti di organizzazioni
del Terzo Settore
Il Volontariato e levoluzione legislativa
Formazione tecnica ed operativa per il trasporto e lemergenza sanitaria
Formazione per operatori socio-sanitari, socio-assistenziali e della protezione civile
Formazione per responsabili di Obiettori di Coscienza
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IMMAGINE E COMUNICAZIONE
LAnpas a partire dal 1997 ha adottato un'unica immagine grafica nazionale sia per le
divise dei volontari che per la simbologia dei veicoli.
Uniforme standard per i volontari Anpas
tipologia giaccone o giacca a vento certificati CE in materia di alta visibilit e bande
retroriflettenti a norma; tuta spezzata (giacca + pantalone congiungibili in vita
mediante cerniera) certificata CE o realizzata con altri tessuti che rispettino il colore e
la posizione delle bande in materia di alta visibilit; gilet certificati CE (dotazione
obbligatoria solo in caso di tuta non certificata CE); camicia e polo bianca.
colore arancione (definito rosso-arancio nella normativa sullalta visibilit)
indipendentemente dallattivit svolta dai volontari;
simbologia distintivi Anpas da apporre sulla schiena e sul braccio sinistro (posizione
ripetuta anche nella giacca a vento, nel gilet e nella camicia o polo); simbologia
dellAssociazione nello spazio anteriore destro.
I Mezzi delle Pubbliche Assistenze
tipologia automezzi;
colore banda tricolore laterale che termina nella croce Anpas - tutte le scritte relative
allAnpas sono in verde;
simbologia logo dellAnpas (croce tricolore) - banda tricolore laterale - acronimo
Anpas e scritta Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze per esteso. Per le
autoambulanze sono stati individuati spazi per messaggi quali: servizio 118,
donatore, stemmi storici, altre informazioni relative allassociazione.
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ACCORDI E CONVENZIONI
LAnpas ha stipulato accordi e convenzioni con alcune Aziende per agevolare le
associate e i singoli.
Le convenzioni attualmente stipulate da parte dellAnpas nei vari settori sono le
seguenti:
ACQUISTO APPARATI RADIO PROFESSIONALI
La ditta Marcucci SpA offre a tutte le associate Anpas e CO.P.A.S.S., sugli apparati
ricetrasmittenti e relativi accessori, attraverso la propria rete di vendita (Distributori e
Rivenditori) uno sconto del 15%
Simoco Italia, azienda che opera nel settore Radio Mobile Professionale offre alle
Associazioni aderenti Anpas sconti sui prezzi di listino variabili dal 30 al 35% in
funzione delle quantit acquistate.
ACQUISTO MEZZI DI SOCCORSO
Su vari modelli acquistati presso un concessionario della rete di Land Rover Italia
potr usufruire di uno sconto allacquisto pari al 12% sul prezzo di listino. Inoltre
stata preparata una particolare offerta favorevole alle Pubbliche Assistenze per la
quale lo sconto sul prezzo di listino sar del 14,5%.
POLIZZA ASSICURATIVA SERVIZIO CIVILE
Accordo per una polizza assicurativa attraverso Siser s.r.l. (Societ di Servizi del
Terzo Settore), alla quale lAnpas aderisce.
Tra le novit segnaliamo che con questa Convenzione assicurato per la
responsabilit civile verso terzi anche il responsabile obiettori dellassociazione.
Inoltre le garanzie di responsabilit civile verso terzi sono estese anche verso
eventuali azioni di rivalsa indirizzate allAnpas.
POLIZZA ASSICURATIVA PER VOLONTARI
Sulla base di quanto previsto dalla legge quadro sul volontariato 266/91, lAnpas ha
studiato con Siser s.r.l. (Societ di Servizi del Terzo Settore, alla quale lAnpas
aderisce) una polizza assicurativa di base per i volontari e i dirigenti delle Pubbliche
Assistenze, abbinata alla tessera nazionale volontario.
AUTONOLEGGI
La convenzione con Sixt Rent A Car prevede la possibilit di godere di una tariffa
agevolata sul noleggio di automezzi e furgoni, riservata alle Associazioni aderenti
Anpas e ai Soci e Volontari dellAssociazione stessa.
TELEFONIA FISSA
Accordo con Albacom per la telefonia fissa che permette alle associate di avere
vantaggiosi piani tariffari.
TELEFONIA MOBILE
Convenzione con la TIM per la telefonia mobile, con notevoli vantaggi per le proprie
Associate, per i soci e per i volontari.
ACQUISTO CARBURANTE
Convenzione per lacquisto di carburanti occorrenti ai mezzi delle Associazioni di
volontariato, tramite la carta definita MULTICARD. (Solo per le associazioni dotate
di personalit giuridica).
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SIAE
Per le varie manifestazioni e feste che sono organizzate dalle Associazioni, accordo
con la Siae con un particolare piano tariffario per tutte le aderenti Anpas.
CO.P.A.S.S. (Cooperativa Pubbliche Assistenze Soccorso Socio Sanitario Scrl)
Via F. Baracca 209/int - 50127 Firenze - Tel. 055/31.53.01 - Fax 055/34.29.305
email: copass_onlus@libero.it
La CO.P.A.SS., fondata l11 maggio 1991, un organismo voluto dallAnpas per la
gestione del SISTEMA NAZIONALE RADIOCOMUNICAZIONI per le Pubbliche
Assistenze.
Il sistema, cui aderiscono 360 Pubbliche Assistenze, concepito in 110 bacini
dutenza (in ogni bacino operano pi Associazioni) e consente alle Pubbliche
Assistenze di trasmettere su tutto il territorio nazionale per:
pronto soccorso, emergenza, 118
protezione civile
telesoccorso
assistenza domiciliare
interventi di solidariet in Italia e allestero
Un sistema che ha contribuito a migliorare la qualit delle attivit svolte dai volontari
delle Pubbliche Assistenze.
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www.anpasmarche.org
A.N.P.A.S. PIEMONTE - Via Sabaudia, 164 10095 GRUGLIASCO (TO)
Tel. 011/403.80.90 - Fax 011/411.45.99 - email: anpas-pmn@anpas.piemonte.it
Internet: www.anpas.piemonte.it
A.N.P.A.S. PUGLIA c/o Serbari - Via Orazio Flacco, 24 74026 BARI
Tel. 080/50.44.040 - Fax 080/56.15.015 - email: presidenzanpaspuglia@tiscali.it
Internet: www.anpaspuglia.org
A.N.P.A.S. SARDEGNA - c/o Livas - Via Roma, 110 - 09035 GONNOSFANADIGA
(CA)
Tel. e Fax 070/979.93.66 - email: anpas_sardegna@hotmail.com
A.N.P.A.S. SICILIA - Via Luigi Giannettino, 4 - 90128 PALERMO
Tel. 091/652.35.29 - Fax 091/652.34.56 - email:
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Il Coordinamento Provinciale
Nella Provincia di Modena il movimento delle Pubbliche Assistenze, ha un forte
sviluppo nei primi anni 80, quando cominciano a costituirsi numerose Associazioni
che aderiscono allallora Federazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze; in
quegli anni che nasce anche lUnione Regionale delle PPAA con sede a Parma.
In molti casi, lesigenza principale che stimola la nascita delle Associazioni quella di
assicurare il soccorso sui vari territori, in particolare nelle zone montane; infatti, in
quegli anni, solo qualche ospedale disponeva di mezzi per il soccorso, ed era
presente solo la Croce Rossa nei centri pi grossi con solo mezzi per lemergenzaurgenza. Le Pubbliche Assistenze, storicamente attente alle esigenze dei territori, si
attrezzano e iniziano attivit di trasporto sanitario e sociale, quindi non solo
emergenza.
I Presidenti cominciano ad incontrarsi e a collaborare con lobiettivo di migliorare i
servizi per i cittadini e nasce cos il Coordinamento Provinciale delle Pubbliche
Assistenze anche se, inizialmente, la collaborazione maggiore fra le Associazioni
vicine tra loro.
Alla fine degli anni 80, il Coordinamento comincia a raggiungere alcuni importanti
risultati, come ad esempio la divisa unica per i Volontari della Provincia di Modena.
LAzienda Sanitaria inizia a ragionare su quella che diventer la Centrale Operativa
Modena Soccorso e, la Croce Blu di Modena, nella persona di Anna Bulgarelli,
partecipa al gruppo di studio che dovr definire i percorsi per la nascita del 118
modenese.
Questi sono anni molto importanti per il nostro Movimento; nel 1987 si svolge il
Congresso Nazionale delle Pubbliche Assistenze che segna una svolta importante:
trasforma la Federazione Nazionale, in Associazione Nazionale Pubbliche
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P.A. Alta Val Dolo Via Bosco, 14 * 41040 Rovolo TEL 0536 967034 FAX
0536 967270 [www.sancesario.net/avap_alta_val_dolo.htm avapfrassinoro@sancesario.net]
Croce Blu Bastiglia P.zza Repubblica, 6 * 41030 Bastiglia TEL 059 904905
FAX 059 904464 [www.creativeglobe.com/croceblu croceblu.bastiglia@libero.it]
Croce Blu Camposanto S/P Via Marconi, 41 * 41031 Camposanto TEL 0535
87777 FAX 0535 80596 [www.croceblucamposanto.org]
Croce Blu Carpi Piazzale Allende, 3 * 41012 Carpi TEL 059 698585 FAX
059 621199
Croce Blu Castelfranco / Bomporto Via per Modena, 22/A * 41030
Bomporto TEL 059 909966
Croce Blu Castelfranco / Nonantola P.zza della Liberazione, 10 * 41015
Nonantola TEL 059 547870 FAX 059 5421093
Croce Blu Castelfranco E. Via Costa, 6 * 41013 Castelfranco E. TEL 059
924545 FAX 059 9530626 [croceblucastelfranco@tin.it]
P.A. Castelnuovo Rangone Via Zanasi, 46/E 41051 Castelnuovo R. TEL
059 538190 FAX 059 538641 [pacastelnuovo@libero.it]
Croce Blu Cavezzo Via S.Allende, 9/E * 41032 Cavezzo TEL 0535 46555
FAX 0535 44231
A.V.P.A. Concordia Via Pace, 113 * 41033 Concordia TEL 0535 40175 FAX
0535 40154
A.V.F. Fiorano Via Cameazzo, 6 * 41042 Fiorano TEL 0536 910386 FAX
0536 8382
A.V.P.A. Fiumalbo Via Cap. Coppi, 11 * 41022 Fiumalbo TEL 0536 73267
FAX 0536 73364
A.V.P.A. Formigine Via S. Onofrio, 3 * 41043 Formigine TEL 059 571409
FAX 059 572957 [www.pianeta.it/avapform - avapform@pianeta.it]
A.V.P.A. Lama Mocogno Via Nazionale, 198 * 41023 Lama Mocogno TEL
0536 44888 FAX 0536 44888
A.V.A.P. Maranello Via S. Luca, 30 * 41053 Maranello TEL 0536 943043
FAX 0536 945920 [www.avapmaranello.org - avap.maranello@libero.it]
Croce Blu Mirandola Via Cavour, 3/A * 41037 Mirandola TEL 0535 20104
FAX 0535 20104 [croceblumirandola@tin.it oppure croceblumir@yahoo.it]
Croce Blu Modena Via Giardini, 481 * 41100 Modena TEL 059 342424 *
343156 FAX 059 343242 [www.croceblu.org - segreteria@croceblu.org]
A.V.A.P. Montecreto Via Roma, 22 * 41025 Montecreto TEL 0536 63722
FAX 0536 63470
A.V.A.P. Montefiorino Via Casa Volpe, 2 * 41045 Montefiorino TEL 0536
965148 FAX 0536 965969 [www.sancesario.net/avap_montefiorino.htm avapmontefiorino@sancesario.net]
A.V.P.A. Montese Via Panoramica Bassa, 70 * 41055 Montese TEL 059
982424 FAX 059 982424
A.V.A.P. Palagano V.le S. Francesco, 17 * 41046 Palagano TEL 0536
961666 FAX 0536 961672 [www.avappalagano.org
avappalagano@avappalagano.org]
A.V.P.A. Pavullo Via Matteotti, 2/B * 41026 Pavullo TEL 0536 22222 FAX
0536 22144
A.V.P.A. Polinago C.so Roma, 27 * 41010 Polinago TEL 0536 47744 FAX
0536 47083
A.V.A.P. Riolunato Via Castello, 8 * 41020 Riolunato TEL 0536 75199 FAX
0536 75324
A.V.R. Roccamalatina Guiglia Via Fosse Ardeatine, 179 * 41052
Roccamalatina TEL 059 795646 FAX 059 795014
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Croce Blu San Felice S/P e Medolla Via Garibaldi, 116 * 41038 S.Felice s/P
TEL 0535 81111 FAX 0535 84696 [www.blusanfelice.it - info@blusanfelice.it]
A.V.P.A. San Prospero P.zza Gramsci, 2/a * 41030 S.Prospero TEL 059
906332 FAX 059 906332
A.V.A.P. Sassuolo Via San Simone, 6 * 41049 Sassuolo TEL 0536 813252
FAX 0536889287
A.V.A.P. Serramazzoni Via Roma, 301 * 41028 Serramazzoni TEL 0536
954295 FAX 0536 954665 [www.avapserramazzoni.it - info@avapserramazzoni.it]
A.V.A.P. Sestola Via Panorama, 11 * 41029 Sestola TEL 0536 61061 FAX
0536 61061 [web.tiscali.it/avapsestola - avapsestola@tiscalinet.it]
Croce Blu Soliera Via 4 Novembre, 10 * 41019 Soliera TEL 059 566696 FAX
059 8578323 [www.creativeglobe.com/croceblu - croceblu.soliera@libero.it]
A.V.A.P. Vignola Via Gramsci, 1 * 41058 Vignola TEL 059 761010 FAX 059
775588 [pavignola@tin.it]
A.V.P.A. Zocca Via M.Tesi, 120 * 41059 Zocca TEL 059 986644 FAX 059
986644
(Aggiornato al 31/12/02003)
BIBLIOGRAFIA
Aa. Vv. (2003) Chi siamo Cosa facciamo Dove siamo, Firenze, ANPAS.
Bagnato M.P. (2004) Volontariato di Pubblica Assistenza, Milano, FrancoAngeli
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Capitolo
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Organizzazione del sistema di soccorso provinciale, modalit di
approccio al sistema 118
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Ridurre le Morti
Evitabili
RIDURRE
LA
MORIBILITA
DIMINUIRE I
TASSI
DI MORTALITA
Figura 3
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Organizzazione del sistema di soccorso provinciale, modalit di
approccio al sistema 118
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32 Pubbliche Assistenze
oltre 4.000 Volontari attivi
100 ragazzi e ragazze in servizio civile
15.000 soci contribuenti
90 Ambulanze
46 Pulmini Attrezzati
44 fra Automobili e automediche
Ogni anno 200.000 trasporti sociosanitari e
di emergenza
2 Misericordie
6 Croce Rossa Italiana
PPAA: 32
CRI: 6
Misericordia: 2
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Organizzazione del sistema di soccorso provinciale, modalit di
approccio al sistema 118
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Capitolo
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Risposta telefonica, linguaggio radio e relativi protocolli di
comunicazione
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Obiettivi Formativi:
1) Decodificare e formulare i codici di intervento corrispondenti al tipo
di patologia e al luogo in cui si trova il soggetto da soccorrere;
2) Applicare i protocolli per le comunicazioni radio;
3) Applicare le procedure della C.O. 118 riguardanti le comunicazioni
radio.
___________________________________________________________________
Com. Indiretta
Com. Diretta
Ponte Radio
Telefono
Cellulare
Figura 4
Procedura per una corretta comunicazione radio
Ricorda:
Al momento dell'accensione della radio, assicurati di avere selezionato la
giusta frequenza o il canale radio corrispondente;
I messaggi devono essere chiari, brevi e concisi;
Parlare per radio significa occupare una frequenza che pu essere
necessaria ad altri nello stesso momento;
Prima di iniziare la trasmissione del messaggio verifica che la frequenza sia
libera;
Per poter trasmettere il messaggio, premi il pulsante sul microfono o
sull'apparecchio radio, prima di iniziare a parlare lascia passare almeno un
secondo;
Porta il microfono vicino alla bocca per fare comprendere meglio il
messaggio, qualificati e chiedi l'ascolto di chi vuoi contattare;
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comunicazione
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______________________________________________________________
POF
Posto Operatore
Filtro
BOX EMERGENZA
Call Taker
Riceva la chiamata e la
Dispatcher:
Individua il luogo
Individua il mezzo pi
idoneo per vicinanza
Individua il mezzo pi
idoneo per
professionalit
______________________________________________________________
Figura 5
Procedure per una corretta comunicazione radio
Per i collegamenti tra il Box d'emergenza e i mezzi di soccorso istallato un
apparato radiotrasmittente su varie frequenze.
Esigenze operative, tanto in termini di tempo quanto di chiarezza del messaggio,
fanno si che si debba osservare la massima sinteticit, la brevit d'uso della
trasmittente ed altrettanta massima chiarezza per le comunicazioni sia da parte della
Centrale Operativa 118 che dai mezzi di soccorso sul territorio.
Convenzioni internazionali definiscono le modalit comuni per la comunicazione fino
ad identificare un'apposita terminologia ed un alfabeto cos detto "fonetico" per la
pronuncia corrispondente delle singole lettere:
A Alpha N November
B Bravo O Oscar
C Charlie P Papa
D Delta Q Quebec
E Echo
R Romeo
F Foxtrot S Sierra
G Golf
T Tango
H Hotel U Uniform
I India
V Victor
J Juliett W Whiskey
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comunicazione
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K Kilo
L Lima
M Mike
Figura 6
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X X-ray
Y Yankee
Z Zulu
Codice di Invio:
Bianco: non critico.
Si definisce non critico un servizio che con ragionevole certezza non ha necessit di
essere espletato in tempi brevi;
Verde: poco critico.
Si definisce poco critico un intervento differibile;
Giallo: mediamente critico.
Si definisce mediamente critico un intervento indifferibile;
Rosso: molto critico.
Si definisce molto critico un intervento di emergenza.
Codice Rosso:
Intervento molto critico cio di emergenza.
Le funzioni vitali del paziente sono compromesse.
Utilizzo di segnalatori acustico-visivi.
Codice Giallo:
Intervento mediamente critico, cio indifferibile.
ipotizzabile la compromissione dello stato di salute del paziente.
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Risposta telefonica, linguaggio radio e relativi protocolli di
comunicazione
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No segnalatori acustico-visivi.
Codice Verde:
Intervento poco critico, cio differibile.
No segnalatori acustico-visivi.
Velocit massima consentita 40 km/h. nei centri urbani.
Codice Bianco:
Intervento non critico, differibile.
No segnalatori acustico-visivi.
Velocit massima consentita 40 km/h. nei centri urbani.
Luogo dell'evento:
S Strada
P Uffici ed Es. Pubblici
Y Impianti Sportivi
K Casa
L Impianti Lavorativi
Q Scuola
Z Altro
Patologia:
C1:
C2:
C3:
C4:
C5:
C6:
C7:
C8:
C9:
C0:
Traumatica
Cardiocircolatoria
Respiratoria
Neurologica
Psichiatrica
Neoplastica
Intossicazione
Altra Patologia
Non Identificato
Etilista
Figura 7
Codice di Rientro:
Codice 1: (Traumatico o Internistico) non critico, nessuna funzione vitale
compromessa.
Codice 2: (Traumatico o Internistico) mediamente critico, almeno una
funzione vitale compromessa.
Codice 3: (Traumatico o Internistico) Emergenza, pi di una funzione vitale
compromessa.
Codice 4: (Traumatico o Internistico) Paziente deceduto.
Codice 5: Rientro a vuoto operativo.
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Capitolo
Psicologa Psicoterapeuta
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Supporto psicologico al soggetto nel soccorso
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Obiettivi Formativi:
1) adottare un atteggiamento e un comportamento professionale;
2) riconoscere l'appartenenza ad un gruppo e gestire la leadership nel
gruppo di lavoro;
3) adottare un atteggiamento positivo e un comportamento funzionale
con il gruppo di lavoro;
4) gestire il processo di comunicazione con la persona;
5) identificare i bisogni e i modi di affrontare la malattia propri della
persona;
6) gestire la relazione con la persona;
7) salvaguardare la privacy della persona;
Introduzione
Se state frequentando il corso per Volontario Soccorritore ANPAS, avete senza dubbio
gi avuto esperienze di trasporto in ambulanza per quelli che normalmente vengono
chiamati servizi ordinari, come: dimissioni ospedaliere, ricoveri non urgenti,
fisioterapie Avrete quindi notato che durante il trasporto oltre alla conoscenza tecnica,
che necessaria per lutilizzo dei presidi allinterno dellambulanza, avete utilizzato
qualcosa di vostro e di molto meno codificabile: la relazione.
Il presente capitolo si pone quindi un obiettivo un po ambizioso, quello cio di suggerirvi
alcune riflessioni per migliorare il risultato finale del vostro servizio, aggiungendo alla dose
di competenza tecnica, quella parte di informazioni che riguardano gli aspetti meno
concreti del servizio: il lavoro di gruppo, la relazione con la persona che state
trasportando e con i membri dellequipaggio.
Il Lavoro di Gruppo
Quando usciamo in ambulanza per svolgere un servizio, con noi vengono altri
soccorritori, con i quali dovremo collaborare. Sicuramente se cercassimo di operare
ognuno per conto proprio finiremmo per intralciarci e creare confusione, se invece ci
integriamo suddividendoci i compiti, allora tutto risulter pi facile e ordinato. E'
inutile recarsi in due alla radio ricetrasmittente per comunicare con il 118, oppure
salire in due sull'ambulanza per prendere la steccobenda Il nostro servizio deve
essere rapido e funzionante, non devono esserci confusione e incomprensioni,
come, ad esempio, discussioni in presenza della persona soccorsa sull'utilizzo o
meno del cotone e della garza sterile.
Per raggiungere una buona armonia nel gruppo quindi necessario che ogni
singolo soccorritore si impegni a tenere degli atteggiamenti professionali e
collaborativi avendo come obiettivo il benessere della persona trasportata.
Cerchiamo allora di illustrare qualche accorgimento utile per migliorare la
collaborazione fra i volontari.
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Supporto psicologico al soggetto nel soccorso
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Parole Chiave:
Interazione - termine usato in psicologia e sociologia: relazione fra due persone;
interazione sociale, in cui ciascun soggetto modifica i propri comportamenti in
rapporto a quelli dell'altro, anticipandoli o rispondendovi.
Integrazione termine usato in fisiologia: coordinazione e confluenza di pi funzioni
elementari in un'attivit complessa5.
L'Atteggiamento Professionale
Quest'ambito comprende alcuni comportamenti e modi di presentarsi che
trasmettono immediatamente un senso di fiducia e sicurezza nelle competenze ed
abilit tecniche del volontario soccorritore. E' molto importante per una persona
sofferente sentirsi aiutato da qualcuno in grado di alleviare il suo dolore.
I punti fondamentali possono venire riassunti come segue:
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Supporto psicologico al soggetto nel soccorso
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L'Atteggiamento Collaborativo
La collaborazione e la cooperazione sono i due aspetti principali che
differenziano un Gruppo da un Gruppo di Lavoro.
Con il termine "gruppo" si indica una "pluralit di soggetti in interazione impegnati a
soddisfare i propri bisogni individuali". Si intende cio un insieme di persone che, pur
trovandosi contemporaneamente nello stesso luogo, sono impegnate ognuna ad
occuparsi dei propri bisogni, senza cercare di trovare uno scopo comune che possa
racchiudere ed utilizzare tutte le risorse presenti. Esemplificando possiamo vedere
un gruppo in una squadra di soccorritori in cui ognuno agisce compiendo le manovre
in cui si sente pi sicuro, senza preoccuparsi di cosa stiano facendo i suoi compagni.
Il gruppo di lavoro invece un "insieme di persone in integrazione, ossia
impegnati ad integrare i bisogni individuali per produrre un lavoro di gruppo"
quindi un risultato complesso che non dato semplicemente dalla somma
delle parti.
Rientra in questa definizione la problematica di come riuscire a sfruttare al meglio le
risorse presenti: se si dispone di un soccorritore alto e robusto e di una soccorritrice
abituata a comunicare con la gente, al primo verranno affidati tutti i compiti pi
pesanti mentre la seconda si dedicher maggiormente alla sfera relazionale.
Cos facendo otterremo un lavoro di gruppo, ossia "un'azione complessa propria del
gruppo di lavoro, richiedente oltre alla pianificazione ed allo svolgimento del mandato
organizzativo, anche la gestione delle relazioni interpersonali all'interno del gruppo".
Ci che si ottiene qualcosa di pi e di diverso da ci che ogni singolo individuo
potrebbe produrre. Tramite lo scambio di informazioni e di conoscenze con i propri
colleghi, si pu accrescere la propria competenza migliorando in tal modo la qualit
del servizio offerto.
Affinch tutto ci si realizzi necessario che, oltre ad esserci stima e fiducia
reciproca ed avere sempre in mente il nostro ruolo di soccorritori che esula da
qualsiasi altra motivazione che ci ha portato ad avvicinarci al volontariato, emerga
all'interno della squadra un leader che pu variare a seconda della situazione in cui
ci si trova. Questa figura pu essere definita come una persona che "lavora con il
gruppo e non per o sul gruppo: non si sostituisce ad esso ne' nelle decisioni ne' nel
superamento delle difficolt". La sua funzione di cercare di "ottimizzare le risorse
disponibili all'interno del gruppo sia in termini operativi che relazionali".
Il leader risulta quindi essere un soccorritore che durante un determinato servizio si
impegna a rendere pi fluido il lavoro cercando di integrare nel miglior modo
possibile le risorse presenti. Nel caso in cui ad esempio, la squadra sia impegnata in
un soccorso stradale ed uno dei soccorritori abbia svolto di recente un servizio simile
o gli sia capitato di trovarsi molto spesso in situazioni analoghe, spetter
probabilmente a lui rivestire questo difficile compito di integrazione ed
armonizzazione del servizio. Un altro esempio potrebbe riguardare il caso in cui si
crei una squadra in cui un solo soccorritore ha gi avuto modo di operare almeno
una volta con tutti i suoi compagni; risulter naturale che sia lui a gestire le relazioni
e la coordinazione all'interno del gruppo.
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Questi casi sottolineano ulteriormente il fatto che il leader non detto che sia il
soccorritore pi esperto, n che sia sempre lo stesso, indipendentemente dalle
situazioni affrontate. Per raggiungere dei buoni risultati di gruppo
indispensabile lavorare in modo elastico e adattabile alle esigenze del
momento, evitando di fossilizzarsi su idee gerarchiche e inflessibili.
Gli atteggiamenti collaborativi che devono contraddistinguere il leader devono perci
ritrovarsi in qualsiasi soccorritore di qualsiasi squadra.
Un buon grado di cooperazione ed unione pu essere raggiunto attenendosi a poche
ma fondamentali azioni:
Questionario di Autovalutazione
Atteggiamenti Professionali e Collaborativi
Il questionario di autovalutazione pu essere utilizzato al termine dei servizi per
valutare il proprio atteggiamento.
Il mio atteggiamento in servizio stato efficace se:
Sarebbe molto utile, per migliorare la qualit del servizio offerto, confrontare le
risposte con quelle di tutti i componenti dellequipaggio.
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Sostegno Psicologico
Tutto pi semplice di quanto si possa immaginare
e allo stesso tempo pi complicato
di quanto si possa capire.
J. W. Goethe
Introduzione
Nelle azioni di soccorso che ogni volontario si trova quotidianamente a svolgere, tutto
deve essere eseguito nel rispetto di standard e criteri appositamente prefissati ed
insegnati, senza lasciare nulla all'intuito ed alle caratteristiche individuali di ogni
soccorritore.
Durante gli incontri organizzati per questa formazione, impariamo come aprire e
chiudere la barella cucchiaio o come utilizzare la radio per le comunicazioni con la
Centrale Operativa, come immobilizzare un arto piuttosto che le manovre per il BLS
(Basic Life Suport). A noi non resta che ripetere meccanicamente le tecniche
imparate. Non troveremo per nessuno che ci dar due o tre frasi standard
indispensabili per instaurare una relazione con la persona che stiamo soccorrendo o
per sapere come reagire e/o comunicare in situazioni difficili emotivamente.
Esistono per esempio - molti modi per chiedere ad una persona come sta in quel
momento: "Come si sente?", "E' sicuro di stare cos male?", "Ha proprio una brutta
cera oggi. Lei deve stare davvero molto male. Non cos?". Ognuna di queste
espressioni provocher nello stato d'animo del nostro interlocutore, sentimenti
diversi. Il processo relazionale dipende da molte variabili: le parole usate, la
situazione temporale e spaziale in cui ci si trova, il nostro stato d'animo, il ns.
abbigliamento, il suo abbigliamento, la ns. postura, il tono della voce ecc..
Vediamo assieme qualche suggerimento utile per poter affrontare consapevolmente
la relazione con la persona trasportata.
la comunicazione
stato dimostrato che la relazione utilizza diversi canali. Il pi immediato, ma
anche meno efficace, il canale verbale, quello cio della parola. Soprattutto per
noi comunichiamo con il tono della voce e con la nostra postura, con una modalit
quindi non verbale.
In particolare le ricerche hanno confermato che la comunicazione raggiunge il nostro
interlocutore nelle seguenti percentuali:
7% parole,
38% tono voce,
55% linguaggio corporeo
E quindi evidente che quando comunichiamo dobbiamo prestare molta attenzione al
tono della voce e alla postura quando comunichiamo, non solo alle parole.
Non possibile fornire delle ricette valide in tutte le occasioni. Cercheremo allora di
dare alcuni suggerimenti che possono aiutarci di volta in volta a "trattare con
umanit" non il "paziente" o il "soggetto", ma la "PERSONA" che abbiamo di fronte,
alla quale stiamo offrendo volontariamente - il nostro aiuto e la nostra abilit
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tecnica. Quando siamo in emergenza sui mezzi delle associazioni, non siamo l per
fare i piccoli medici con i loro piccoli pazienti malati ed indifesi, n siamo l per
riaggiustare un "oggetto/soggetto" rotto e privo di autonomia.
Il nostro compito interagire con una persona che in questo momento si trova in una
situazione di disagio, ma che comunque possiede una sua personalit ed emotivit,
come noi. In questa situazione di emergenza spetta per a noi di assumere il
compito di gestire positivamente la situazione, cooperando con la persona soccorsa
alla creazione di un clima accogliente e confortevole per tutti. Lo scambio relazionale
che si instaura tra noi e il nostro interlocutore influenzato da molti fattori riassumibili
a partire dalle caratteristiche delle persone coinvolte, alla situazione ambientale e
temporale in cui ci troviamo.
Partendo dalla persona da soccorrere possiamo soffermare la nostra attenzione su
alcuni punti principali:
stato fisico: lo stato di salute della persona nel preciso momento in cui stiamo
entrando in contatto, tenendo anche conto di eventuali altri problemi di salute che
si protraggono gi da tempo;
deficit sensoriali: la persona pu avere delle carenze visive, uditive, verbali,
tattili o olfattive che possono influire molto sulla relazione, a volte rischiando di
renderla quasi impossibile;
bisogni fisiologici: vanno dalla necessit di essere ossigenato al desiderio di
bere o di evacuare. E' molto importante riuscire a dare alla persona la sicurezza
che rispettiamo i suoi bisogni e che siamo l proprio per fornirgli un aiuto a
soddisfarli nel miglior modo possibile;
fattori emotivi: importante osservare e ascoltare le emozioni che sta
esprimendo la persona soccorsa: paura, ansia, rabbia su questo punto
torneremo altre volte, data l'influenza che lo stato d'animo esercita sul processo
relazionale;
et: molto diverso dover comunicare con un bambino di due anni o con un
anziano, sia per gli argomenti trattabili, sia per le caratteristiche fisiche-emotive
che contraddistinguono le diverse fasce d'et;
cultura e gruppo di appartenenza: questi due aspetti, comprendenti anche la
sfera religiosa, influenzano profondamente il livello ed i messaggi comunicativi;
solo tenendo conto di eventuali diversit culturali potremo sintonizzare la nostra
comunicazione con quella della persona soccorsa.
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sicurezza del luogo: di fondamentale importanza sia per noi che per chiunque si
stia soccorrendo; la prima cosa da valutare quando si arriva sul posto;
interruzioni: possono compromettere molto la relazione, soprattutto nei casi in
cui la persona sia gi restia a comunicare con noi, sar opportuno cercare,
quanto possibile, di non essere interrotti durante il soccorso: se la polizia
municipale sul luogo dellincidente stradale, dovr esserci un soccorritore o due
che interviene sulla persona e il terzo che parla con la polizia;
tempo a disposizione: sar necessario valutare con attenzione anche questa
variabile per affrontare lintervento, che sar necessariamente diverso a seconda
del tempo che occorre per il trasporto e la tipologia dellintervento di emergenza;
presenza di accompagnatori: spesso rappresentano il tramite attraverso cui
avvicinarsi al nostro interlocutore, soprattutto nei casi delle persone pi difficili da
raggiungere, come i bambini e gli individui chiusi o spaventati.
Nel momento del soccorso siamo noi soccorritori a dover portare aiuti ed accoglienza
a qualcun altro, quindi spetta a noi anche il compito di riuscire a creare la migliore
situazione emotiva e relazionale che la persona in grado di raggiungere in quel
momento. Perci risulter di fondamentale importanza il modo in cui ci presenteremo
alla persona soccorsa nonch il rispetto e l'interessamento che noi riusciremo a
comunicarle. Il semplice rivolgere domande cortesi quali: "Come si sente?", "Come
successo?", bastano a far sentire alla persona che c' qualcuno attento alla sua
attuale situazione di difficolt.
Da questo quadro iniziale risulta chiaro come l'approccio relazionale sia complesso e
coinvolgente per il soccorritore. A ben guardare per ci si accorge che in fondo,
seguendo qualche suggerimento generale e apprendendo qualche conoscenza in pi
sulla nostra comunicazione, non sia poi cos difficile "andare a trovare l'altro l dove
emotivamente ". Occorre solo usare al meglio le nostre capacit emotive e
comunicative per potersi affiancare a chi sta soffrendo.
Inizialmente bisogna perci possedere qualche conoscenza di base sulla propria ed
altrui comunicazione, per poi porre l'attenzione sulle capacit relazionali ed infine sul
rispetto della privacy altrui.
Parole Chiave:
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Tutti questi elementi compongono sia la comunicazione verbale sia quella analogica
(non verbale).
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Alcuni suggerimenti.
Per raggiungere questi scopi ci si pu avvalere di alcune efficaci tecniche di
comunicazione:
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parlare per parlare: spesso frutto della paura di non saper reggere un eventuale
silenzio. Crea solo confusione ed imbarazzo, non permettendo ai bisogni ed ai
pensieri pi profondi di essere verbalizzati. Se la persona soccorsa ad utilizzare
questa tecnica, dovremo cercare di farla sentire in un ambiente confortevole in
cui possa lasciarsi andare e stare anche in silenzio, se questo ci che desidera
(non in questo momento la nostra ansia il problema da affrontare);
formulare giudizi e fornire consigli non richiesti: per sentirsi tranquilli di certo
non si ha bisogno di qualcuno che ci predichi cosa giusto e cosa sbagliato,
ma bens di qualcuno che ci accetti per come siamo, soprattutto in una situazione
critica come un'urgenza sanitaria;
mostrare disinteresse e fastidio: la persona che soccorriamo non si fatta
male appositamente per disturbarci, ma bens si trova in una posizione molto pi
fastidiosa e "poco interessante" di quella in cui ci troviamo noi;
banalizzare i sentimenti espressi: "Ma perch urla? E' matto?", "Questa sua
angoscia proprio inutile", "Smetta di piangere, sembra una fontana rotta"; questi
interventi non fanno che acutizzare il disagio della persona soccorsa;
verbalizzare le proprie paure e timori: "Anch'io ho paura che la situazione
peggiori", "Temo di non sapere proprio cosa fare per aiutarla"; anche queste frasi
provocano solo un maggior malessere nella persona soccorsa ed anche in noi
soccorritori;
mostrare atteggiamenti di chiusura: non guardare mai l'interlocutore negli
occhi, stargli lontano, rivolgere la parola solo ai colleghi, ecc...aumentano il senso
di solitudine e la paura;
interrompere e cambiare argomento: evidenzia scarso rispetto ed interesse,
provocando disagio e ritrosia;
mandare messaggi incongruenti e confondere con ipotesi non verificate: dire
ad una mamma che il suo bambino molto bello e poi non volerlo nemmeno
toccare pu generare ostilit e soprattutto confusione; questo vale per qualsiasi
persona con cui non ci si relazioni in modo chiaro e coerente.
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lo straniero: con una gestualit marcata ed una comunicazione non verbale ben
usata, possiamo riuscire a costruire una relazione efficiente, anche con persone
di cui non conosciamo la lingua;
la persona con deficit sensoriale: facilmente riconoscibile se non vedente o
muta, un po' meno se sorda; con questa persona bisogna dirigere la propria
attenzione sui canali comunicativi funzionanti e utilizzare questi per instaurare un
rapporto supportivo che sottolinei il meno possibile la condizione di
menomazione presente;
il paziente cronico: l'unica cosa da poter fare cercare di infondergli un po' di
speranza, servendosi della propria esperienza personale per raccontare magari
situazioni simili che abbiano avuto dei risultati finali positivi. A volte questi
pazienti preferiscono il silenzio;
il paziente terminale: pu vivere questa sua condizione in diversi modi
(rifiutandola, provando collera e rabbia, deprimendosi, accettandola); noi non
possiamo fare altro che cercare di non giudicarlo per come si sta comportando,
dimostrandogli invece comprensione e rispetto, senza cercare di ingannarlo con
espressioni come "Vedr che guarir", "Sicuramente sono i medici ad aver
sbagliato diagnosi".
Il paziente con disagio psichico o psichiatrico: necessario tenere sempre
presente che per lui il disagio che a noi pare "assurdo", concreto, tanto
concreto e vero come la sua sofferenza, quindi non sottovalutare mai i sintomi,
cercare il pi possibile di tranquillizzarlo (ma non dicendogli che non vero
niente e che se ne render conto presto). Affronteremo ampiamente queste
problematiche nel capitolo 14.
Le Capacit Relazionali
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Questi bisogni, tranne quelli fisiologici, sono strettamente dipendenti dal modo in cui
ognuno di noi affronta la malattia ed il dolore. Sono diverse infatti le modalit con
le quali ognuno di noi affronta la sofferenza, quindi la persona che stiamo
soccorrendo potr:
1. intraprendere un comportamento per alleviare il sintomo: alla ricerca
dell'autonomia e del benessere, questa persona sar per noi un valido
collaboratore con cui sar pi facile entrare in relazione ;
2. negare il sintomo: uno dei meccanismi di difesa pi forti che possediamo; utile
ad evitare il confronto con paure e sofferenze troppo grosse, deve venire
rispettato e non forzato da frasi come "Ma non vede che ha perso l'uso delle
gambe?", "Si guardi allo specchio e vedr che malato". Questi interventi non
farebbero che acutizzare ulteriormente l'ansia della persona soccorsa,
provocando o il rafforzamento dell'atteggiamento difensivo o il crollo completo,
ponendoci in ogni caso in una situazione difficile da sostenere;
3. permanere in uno stato di confusione ed incertezza: il nostro aiuto nel
verbalizzare i dubbi e le perplessit, cercando insieme delle risposte valide e
reali, pu rappresentare un sostegno efficace per persone impaurite e
disorientate come queste;
4. entrare in uno stato apatico e depressivo: cercare di stimolare con domande e
dubbi, proporre argomenti presumibilmente interessanti e coinvolgere la persona
in progetti futuri. Questi sono alcuni modi in cui possiamo provare ad instaurare
un dialogo con persone cos tristi e spesso stanche delle loro sofferenze.
Avendo descritto gli stati d'animo della persona con cui ci stiamo relazionando,
passiamo a chiarire quali sono gli elementi costitutivi del "rapporto supportivo",
ossia della reazione finalizzata a contenere le ansie ed a supportare una persona
bisognosa di aiuto:
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la nostra, la persona soccorsa difender, per quanto gli possibile, la sua e noi
dovremo facilitargli questo compito;
dialogo: comprende anche quello analogico, sottolineando la centralit che
ricopre lo scambio di informazioni (anche emotive) per l'instaurarsi di un qualsiasi
legame;
reciprocit: come noi aiutiamo la persona soccorsa ad alleviare la sua
sofferenza, cos essa pu aiutare noi, attraverso il confronto con delle realt
diverse, ad entrare sempre pi in contatto con i nostri sentimenti e debolezze.
rispetto del codice etico: per eseguire questo compito basta ricordarsi sempre
che chi si ha di fronte una persona e non un oggetto;
Tutti questi suggerimenti di gestione della relazione sono pressoch validi per ogni
situazione, ma compete al singolo soccorritore in ogni singola circostanza scegliere
l'approccio relazionale pi indicato.
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Questionario di Autovalutazione
La Comunicazione e la Relazione
Il questionario di autovalutazione pu essere utilizzato al termine dei servizi per
valutare il proprio atteggiamento.
Il mio approccio stato realmente relazionale ed empatico se:
sono stato motivato ed interessato alla comunicazione con la persona che ho
soccorso;
ho saputo cogliere, attraverso la comunicazione analogica, lo stato emotivo della
persona che ho soccorso;
cogliendo i bisogni primari della persona, ho saputo fornirgli delle risposte valide
a migliorare il suo benessere fisico e psicologico;
ho rispettato la privacy della persona soccorsa;
sono stato capace di infondere speranza, cogliendo la sofferenza mentale e fisica
della persona soccorsa;
Cerca di individuare almeno 5 tecniche efficaci di comunicazione che hai utilizzato
durante il soccorso. Se riesci ad identificarne altrettante inefficaci, prova a trovare dei
sostituti efficaci a queste tue azioni comunicative.
Bibliografia
Aa. Vv. (2004) Scenari di Soccorso, Manuale formativo per il Volontario Soccorritore
118, Torino, Anpas Piemonte.
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Capitolo
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5.1 Triage:
Obiettivi Formativi:
1) Come scegliere il Pronto Soccorso di destinazione;
2) Come effettuare il Triage e a chi spetta.
Triage = Scelta
In presenza di molti pazienti, disponendo di mezzi limitati bisogna decidere chi
evacuare prima e chi dopo a seconda della gravit.
Bisogna scegliere il pronto soccorso di destinazione tenendo conto di:
Distanza
Possibilit strutturali del Pronto Soccorso (es. livello di intasamento)
Gravit del paziente
importante che sulla scena si identifichi una sola persona a cui fare riferimento e
dalla quale prendere ordini diretti.
Quindi:
1 Triagista
Tutti gli altri mezzi all'arrivo parlano solo con il triagista e si mettono a
disposizione.
Nessuno prende iniziative senza avallo Triage!
Si carica il paziente od i pazienti e si portano alla destinazione scelta dal triagista
con il codice assegnato.
Le comunicazioni radio devono essere ridotte al minimo e solo il triage mantiene i
contatti definendo destinazioni e codici!
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Chi sono?
S Carabinieri
S 113
S Polizia Stradale
S Vigili Urbani
S Vigili del Fuoco
S Soccorso Alpino
Rapporti con operatori non sanitari:
rispettare i ruoli, ad ognuno le proprie competenze, gli sforzi eroici non servono a
nessuno ed evitiamo le medaglie d'oro alla memoria!!!
Lo scopo unico: evitare morti evitabili, limitare se non annullare i danni
permanenti, ma soprattutto NON causiamone!!!
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Come attivarli:
Si possono attivare sia via cavo sia via radio tramite la Centrale Operativa
specificando sempre la natura della richiesta.
Importante:
L Se si arriva per primi, fornire notizie precise sulla localizzazione dell'evento e
sua natura;
L Segnalare tempestivamente per radio eventuale annullamento del loro invio
(meglio se entro 180 sec.);
Nel caso ci necessiti un aiuto tipicamente sanitario da parte di persone non dedicate,
compito del soccorritore gestire e spiegare le manovre che dovranno essere fatte.
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1)
Ambulanze Volontariato
2)
3)
4)
5)
Auto
Medicalizza
Figura 8
Ambulanza
Medicalizzata
Caratteristiche Comuni:
Attrezzature atte a garantire cure necessarie ed indispensabili a
situazioni di grave emergenza sanitari.
Ambulanza con
Infermiere
Professionale
soggetti in
Eliambulanza
Possibili rendez-vous.
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Automedica
Possibili rendez-vous.
Ambulanza Medicalizzata
Possibili rendez-vous;
Possibili rendez-vous;
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atterraggio;
8 Eventuale presenza di cavi;
8 Risposte precise circa la dinamica dell'evento e la situazione sanitaria.
Ricordare inoltre:
K Mantenere la distanza di sicurezza di almeno 30 metri ed avvicinarsi solo
Figura 9
Il Trasporto del paziente
Dopo aver trattato il paziente sul posto, l'equipe
organizzer il trasporto in base alla patologia:
K Con Ambulanza: all'ospedale competente, se
necessario con l'accompagnamento dell'equipe
dell'Elicottero;
K Con Elicottero: solo se le condizioni del paziente lo
richiedono, all'ospedale pi vicino o direttamente a
un centro specialistico;
In questo ultimo caso l'Elicottero contatter la Centrale
Operativa per verificare quale centro disponibile ad
accogliere il paziente.
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Dopo l'atterraggio
K Non avvicinarsi mai alle pale con l'Ambulanza
K Prima di avvicinarsi attendere l'ordine dell'equipaggio
K Avvicinarsi sempre frontalmente guardando il pilota
K Se il terreno in pendenza non avvicinarsi assolutamente alle pale: la loro
altezza dal suolo diminuisce!
K Non sollevare le braccia in prossimit delle pale in movimento
K Sotto le pale le barelle ed ogni altro oggetto lungo vanno sempre tenuti
orizzontali
K Non avvicinarsi al rotore di coda.
Figura 10
Come collaborare con l'equipaggio degli Elicotteri di soccorso sanitario
(a cura di SAER - Base di Pavullo nel Frignano)
Premessa
Quando si allerta un Elicottero di soccorso, l'attesa non delle pi semplici, ci si
trova spesso in una situazione altamente ansiogena con innumerevoli fattori di
disturbo situazionali: vi sono feriti gravi, parenti o amici agitati, situazioni evolutive,
etc.
Mantenere la lucidit difficoltoso e si pu basare solo sull'esecuzione di atti
schematici e collaudati. Nelle poche righe a seguire sono illustrati alcuni principi
basilari per consentire una proficua collaborazione tra gli operatori al suolo e gli
equipaggi degli Elicotteri di soccorso sanitario del sistema regionale 118 dell'Emilia
Romagna.
L'allertamento
Un corretto sistema di soccorso prevede di pre-allertare il servizio di elisoccorso, cos
come tutti i mezzi avanzati, su basi procedurali che derivano da evidenze scientifiche
e cliniche.
L'elicottero, secondo le prerogative tipiche del mezzo, consente di apportare alle
procedure di soccorso alcuni benefici peculiari (seppure al momento limitati alle ore
diurne e a condizioni meteo non invalidanti) quali:
L Raggiungere direttamente il paziente in tempi brevi;
L Sbarcare l'equipe medicalizzata direttamente sul luogo dell'evento;
L Trasferire in tempi brevi il paziente all'ospedale idoneo ad assistere al meglio
la sua patologia;
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Capitolo
Trattamento politraumatizzato
secondo linee guida IRC
A cura della Centrale Operativa 118 "Modena Soccorso"
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Trattamento politraumatizzato secondo linee guida IRC
2. Mezzi coinvolti.
3. Dinamica dell'incidente, in particolare:
K Caduta>= 5 metri
K Veicolo fortemente deformato
K Paziente proiettato all'esterno
K Impatto frontale violento
K Morte di un passeggero del
mezzo
K Mezzo ribaltato
Pedone, ciclista o motociclista contro un veicolo
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foci
emorragiche,
rilevazione
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Trattamento politraumatizzato secondo linee guida IRC
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Figura 11
Priorit di trattamento al punto C-Circulation sempre la ricerca e l'identificazione
di foci emorragiche, in particolare di quelli esterni comprimibili.
1. pressione diretta: l'unica tecnica sicuramente efficace e meno
dannosa per i tessuti la compressione diretta sul focolaio di
emorragia. Pu essere all'inizio la compressione manuale del
soccorritore, seguita dal posizionamento di un pacchetto di garze sul
focolaio di emorragia e successivamente del bendaggio compressivo
della zona con una benda elastica autoretraente ed autoadesiva.
2. Se vi sono emorragie gravi da fratture esposte, in cui controindicato
comprimere direttamente sul focolaio di frattura, la prima scelta la
compressione nelle zone in cui il vaso palpabile e scorre su un
piano osseo. La seconda scelta il laccio.
No, tranne in casi estremi, al tourniquet
No, sempre, alla pinzatura del vaso
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Valutazione Secondaria:
Consiste in una rapida valutazione per portare il paziente
all'ospedale pi idoneo;
Viene fatta soltanto se il paziente stabilizzato.
L'ospedale pi vicino quello pi idoneo nei traumi penetranti, nei pazienti instabili,
se l'equipe avanzata non disponibile in tempo utile, non quello pi idoneo se vi
sono criteri di centralizzazione del paziente, cio:
- caduta dall'alto;
- eiezione dal veicolo;
- tempi di estricazione superiori a 20 minuti;
- presenza di persone decedute;
- deformazione del veicolo;
- et < 5 anni;
- sbalzamento da moto/bici.
La valutazione secondaria segue il criterio testa-piedi, andando a ricercare in modo
pi approfondito:
- segni di lesione;
- fratture;
- traumi importanti;
- ferite penetranti;
- emorragie non evidenziate durante la valutazione primaria.
Importante!!!
Valutare la dinamica:
L Impatto frontale;
L Eiezione;
L Caduta dall'alto.
L
L
L
L
Trauma penetrante:
Non estrarre l'oggetto;
Stabilizzarlo in sede;
Scoop & run (carica e fuggi);
Allertare la Centrale Operativa.
Anamnesi:
Ricercare:
L Malattie importanti;
L Assunzione abituali di farmaci.
Bibliografia
Aa. Vv. (2002) Approccio e trattamento preospedaliero al traumatizzato secondo le
linee guida IRC, Bologna, IRC
Aa. Vv. (2004) Scenari di Soccorso, Manuale formativo per il Volontario Soccorritore
118, Torino, Anpas Piemonte.
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Trattamento politraumatizzato secondo linee guida IRC
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Capitolo
Medico
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Sostanze chimiche: Acidi (per es. acido solforico, nitrico, cloridrico, tricloroacetico,
fluoridrico, ecc);
Fonti di calore: fiamme, corpi incandescenti, liquidi, vapori bollenti, flash (esplosioni);
Calore eccessivo: colpo di sole, colpo di calore, sincope, crampi di calore
esaurimento da calore;
Freddo eccessivo, acqua, ghiaccio: generali (ipotermia o assideramento) e locali
(congelamento);
Elettricit: ustioni, paralisi, difficolt o arresto respiratorio, alterazioni del ritmo
cardiaco, fratture e lussazioni;
Agenti fisici: raggi solari, elettricit, radiazioni.
Spesso la combinazione di due o pi fattori a provocare o a complicare i tentativi di
soccorso:
Il calore eccessivo pu causare delle alterazioni ai meccanismi di regolazione
dellorganismo portando a delle vere e proprie urgenze; questo problema pu essere
associato a ustioni provocate dal fuoco.
Lacqua non un pericolo solo perch pu
essere
causa
di
annegamento;
a
temperature molto basse pu determinare,
infatti, diverse lesioni.
Lelettricit non solo brucia la pelle ma
influenza anche le attivit chimiche vitali
allinterno dellorganismo (causando per es.
arresto cardiaco).
Di solito si pensa che la prima lesione
interessi la cute dal momento che essa a
contatto diretto con lambiente.
Ma la cute un tessuto multistratificato che ricopre lorganismo e lo protegge
dagli agenti esterni; la prima difesa che abbiamo contro lambiente esterno e per
questa ragione coinvolta in molti tipi di lesioni. Oltre alla funzione di protezione, la
cute interviene anche nei meccanismi di termoregolazione, mantenimento
dellequilibrio idroelettrolitico, depurazione, e ha funzione sensoriale.
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Epidermide
Derma
Sottocute
Le ustioni possono non limitarsi solo alla pelle ma spesso interessano le strutture
sottocutanee, coinvolgono muscoli, ossa, nervi e vasi sanguigni.
Anche gli occhi possono essere lesi senza possibilit di guarigione; gli occhi
subiscono anche danni che possono non interessare altri organi e sono coinvolti in
numerosissime urgenze.
Lo stesso dicasi per le vie aeree attraverso le quali il sistema respiratorio comunica
con lesterno: le lesioni allapparato respiratorio possono estendersi dalle mucose
nasali agli alveoli polmonari.
Gli organi del corpo e le loro attivit chimiche possono subire alterazioni in
conseguenza di certi fattori ambientali: le radiazioni possono influenzare le cellule;
lelettricit in grado di interferire con lattivit nervosa muscolare e cardiaca;
numerosi materiali pericolosi possono danneggiare le cellule che compongono i
tessuti (a volte questazione rapida e violenta, altre volte lenta e meno
prevedibile).
importante essere preparati ad affrontare i danni causati dagli agenti chimico
fisici e dal fuoco, e a gestire certe urgenze provocate dallelettricit, ma occorre
osservare regole ben precise e rispettare certi limiti durante le procedure di
salvataggio. Occorre pensare alla sicurezza dellintervento e allincolumit
dellequipaggio.
Ustioni
Bisogna pensare che anche le strutture del sistema respiratorio possono essere
danneggiate, con ostruzione delle vie aeree secondarie ad un rigonfiamento dei
tessuti, oppure pu comparire uninsufficienza respiratoria fino allarresto della
funzione. Oltre al danno fisico causato dalle ustioni, i pazienti possono andare
incontro a problemi emozionali e psicologici.
Quando si soccorre un paziente che presenti ustioni non ci si deve limitare a
considerare il danno imputabile direttamente allustione: questultima, infatti, pu
essere la conseguenza di un problema medico o di un incidente. Il soggetto ad
esempio pu essere stato colpito da un attacco cardiaco mentre fumava una
sigaretta, la quale pu avere dato luogo allincendio che poi ha determinato le ustioni
del paziente. Il problema cardiaco non deve passare inosservato. possibile poi che
cercando di sfuggire alle fiamme una persona cada e riporti un danno grave alla
colonna vertebrale, o comunque delle fratture: necessario che questi problemi
vengano individuati.
La valutazione del paziente non deve essere tralasciata per curare
immediatamente le ustioni.
CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI
Le ustioni possono essere classificate in base a diverse modalit, una delle quali
quella di considerare lagente causale; per effettuare una suddivisione pi specifica
possibile far riferimento anche alla fonte: per esempio, la causa dellustione pu
essere il calore e in questo caso si potrebbe parlare di ustione termica derivante dal
contatto con un termosifone.
Dovreste far riferimento allagente che ha causato direttamente lustione e se
possibile indicare anche la fonte;
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Lagente pu essere:
Termico: fiamme, radiazioni o eccessivo calore provocato da fuoco,
Vapori, liquidi bollenti, oggetti caldi;
Chimico: numerosi acidi, basi e sostanze caustiche;
Elettrico: corrente alternata, corrente continua e folgorazioni;
Luminoso: generalmente interessa gli occhi, sono ustioni causate da;
fonti di luce intensa o ultravioletta (compresa la luce solare);
Radioattivo: generalmente deriva da fonti nucleari, ma anche i raggi
ultravioletti possono essere considerati radiazioni.
Non bisogna mai dare per scontata la fonte di unustione: ci che pu, infatti, sembrare
unustione termica potrebbe in realt derivare da radiazioni; possibile riscontrare ustioni
termiche di lieve entit sul volto del paziente e dimenticare di prendere in considerazione
ustioni gravi agli occhi dipendenti dalla luce. Bisogna raccogliere sempre informazioni
osservando il luogo dellincidente, ascoltando i presenti o attraverso un colloquio diretto
con i pazienti.
Come determinare la gravit delle ustioni
1. Profondit o grado dellustione (PRIMO, SECONDO, TERZO);
2. Estensione della zona lesa (REGOLA DEL 9);
3. Regione del corpo (VISO, COLLO, MANI, PIEDI, PERINEO, CIRCONFERENZIALI,
VIE AEREE);
4. Et del paziente (NEONATI, BAMBINI, ANZIANI);
5. Fonte dellustione (RADIAZIONI NUCLEARI, SOSTANZE CHIMICHE, USTIONI
TERMICHE);
6. Malattie o lesioni preesistenti (CARDIACHE, RESPIRATORIE, DAIBETE);
7. Indumenti indossati (FIBRE SINTETICHE, MATERIALI CHE TRATTENGONO IL
CALORE).
K Le ustioni che interessano la pelle possono essere classificate, a
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Questo sistema vale per gli adulti. Per bambini e neonati si usano parametri diversi.
Sul luogo dell'urgenza, pi pratico attribuire alla testa e il collo del neonato il 18%,
ad ogni arto superiore il 9%, al torace e all'addome il 18%, alla schiena intera il 18%,
ad ogni arto inferiore il 14% e alla regione genitale l'1%. Bench con questo metodo
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19%
9%
ARTO
SUPERIORE
9%
9%
TRONCO
SUPERFICIE
ANTERIORE
18%
18%
TRONCO
SUPERFICIE
POSTERIORE
18%
18%
GENITALI
1%
1%
ARTO
INFERIORE
13%
13%
Figura 12
Importante poi la regione del corpo che stata lesionata. Qualsiasi ustione al volto
molto preoccupante, dal momento che pu comportare una lesione alle vie aeree o agli
occhi. Le mani e i piedi sono altre zone da considerare in modo speciale, poich la
formazione di cicatrici pu determinare la perdita di movimento delle dita. necessaria
una cura particolare per impedire che il paziente, muovendosi, possa aggravare le lesioni
ed evitare che i tessuti danneggiati aderiscano l'uno l'altro prima del trasferimento in
ospedale. Quando le lesioni interessano l'inguine, le natiche, le cosce nella parte
mediana, la possibilit di infezione batterica costituisce un problema spesso molto pi
grave del danneggiamento iniziale dei tessuti.
Le ustioni circonferenziali abbracciano il corpo o una parte di esso, queste ustioni
possono essere molto gravi quando interessano un'estremit, poich pu verificarsi
un'interruzione della circolazione nei tessuti a valle rispetto alla parte lesa. In caso di
ustione circonferenziale, il processo di guarigione pu risultare molto complesso. Questo
fatto vero soprattutto quando queste ustioni interessano le articolazioni, il torace e
l'addome, sedi nelle quali la cicatrice tende a limitare le normali funzioni.
L'et costituisce un fattore importante. I neonati e i bambini sotto i 5 anni, e gli adulti sopra
i 60 anni, presentano reazioni corporee pi gravi alle ustioni e differenze circa le fasi di
guarigione rispetto alle altre fasce di et. Un'ustione che per intensit e zona lesa pu
essere considerata di gravit moderata per un giovane adulto, rischia di essere fatale per
un neonato o un anziano.
Il neonato e il bambino piccolo presentano una superficie cutanea molto pi estesa, in
rapporto alle dimensioni corporee, rispetto ai bambini pi grandi e agli adulti: ci vuol dire
che un'ustione comporter una perdita di liquidi maggiore se il paziente ha un et inferiore
ai 5 anni. Nell'et adulta avanzata, la capacit dell'organismo di reagire ad una lesione
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ridotta dall'invecchiamento dei tessuti e dal rallentamento di certe funzioni. La capacit dei
tessuti di guarire ad una lesione ridotta e il tempo necessario aumenta.
La fonte della lesione pu essere significativa per quanto riguarda la valutazione del
paziente. Una lesione di lieve entit causata da una radiazione nucleare molto pi
preoccupante di una conseguente ad una fonte termica. Le ustioni chimiche sono
particolarmente importanti dal momento che l'agente pu rimanere sulla pelle e
proseguire l'azione devastatrice per ore e persino giorni, fino a penetrare nel circolo
ematico: questa possibilit esiste realmente per certe sostanze chimiche alcaline.
Ovviamente, i pazienti con malattie preesistenti respiratorie saranno esposti ad un
rischio maggiore se verranno a trovarsi in presenze d aria riscaldata o vapori chimici.
Analogamente, lo stress derivante dall'urgenza ambientale conseguente ad un'ustione
sar senza dubbio pi preoccupante in un paziente affetto da malattia cardiaca. I soggetti
con malattie respiratorie, malattie cardiache, o diabete reagiscono con maggior difficolt
alle ustioni. Ci che per un adulto sano potrebbe essere un'ustione lieve, pu diventare
grave per costoro.
Classificazione della gravit delle ustioni
Le ustioni possono essere classificate in base alla loro gravit cos da determinare
l'ordine d'intervento e il tipo di cura. In alcuni casi, la gravit delle ustioni pu essere
decisiva per determinare se il paziente debba essere trasportato direttamente ad un
ospedale dotato di attrezzature particolari.
Ustioni Lievi
K Ustioni di terzo grado che coinvolgono meno del 2% della superficie corporea,
corporea.
K Ustioni di primo grado che si estendono su meno dei 20% della superficie
corporea.
Ustioni di Media entit
K Ustioni di terzo grado che coinvolgono meno del 10% della superficie corporea,
Ustioni di secondo grado che coinvolgono dal 15% al 30% della superficie
corporea.
K Ustioni di primo grado che coinvolgono dal 20% al 75% della superficie corporea.
Ustioni Critiche
K Tutte le ustioni complicate da lesioni del tratto respiratorio, da altre lesioni ai
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Ustioni di secondo e terzo grado che coinvolgono il volto, le mani, i piedi, l'inguine
e le articolazioni principali.
K Lesioni di terzo grado che interessano pi dei 10% della superficie corporea.
K Ustioni di secondo grado che coinvolgono pi dei 30% della superficie corporea.
K
Ustioni di primo grado che si estendono pi dei 75% della superficie corporea.
Terapia d'urgenza per le ustioni
Molte urgenze mediche debbono essere curate prima delle ustioni. Se un paziente
ustionato che non presenta problemi respiratori, viene curato per primo, solo perch
esiste il rischio di uno shock. L'ostruzione delle vie aeree, le gravi difficolt respiratorie,
l'arresto del respiro, l'arresto cardiaco, le emorragie gravi, lo shock, le lesioni alla colonna
vertebrale, le lesioni craniche gravi, le ferite toraciche aperte, le ferite addominali aperte
sono prioritarie rispetto alle ustioni. Ci vale anche quando si debba decidere l'ordine di
intervento e di trasporto quando vi siano pi pazienti.
Anche alcuni problemi medici godono di priorit rispetto alle ustioni: ad esempio, l'attacco
cardiaco, l'ictus, il colpo di calore, e l'avvelenamento. Ancora una volta, questo vale sia
per il singolo paziente che in situazioni con pi persone da soccorrere.
Le lesioni che interessano il tratto respiratorio vengono considerate urgenze ad alta
priorit. Nel caso il paziente presenti lesioni che possono essere classificate come
critiche, necessario il trasporto immediato. Dal momento che l'et pu costituire un
fattore importante, il trasporto immediato viene generalmente raccomandato per qualsiasi
bambino o persona anziana che presenti ustioni profonde o estese di secondo o terzo
grado. Analogamente, un soggetto affetto da una malattia cronica nota, da una malattia
cardiaca, oppure avente precedenti di ictus, o che soffra di diabete deve essere
trasportato immediatamente.
Se la lesione comune a pi pazienti, il trasporto viene generalmente effettuato in base
all'ordine di gravit.
necessario effettuare alcune considerazioni: i pazienti con lesioni al tratto respiratorio e
complicanze che interessano la respirazione o l'attivit cardiaca, generalmente devono
essere trasportati per primi sacrificando i feriti con ustioni gravi che coprono dal 60%
all'80% della superficie corporea. Per ultimi si trasportano i pazienti con ustioni gravi
superiori all'80% della superficie corporea. La scelta si giustifica basandosi sul fatto che in
questi casi, la morte molto probabile, mentre gli altri, se trasportati immediatamente,
hanno maggiori possibilit di sopravvivere.
Il dolore un altro punto da considerare quando si stabilisce l'ordine del trasporto: occorre
ricordare che gli infortunati con ustioni di terzo grado, e ustioni gravi, spesso non
avvertono dolore per via del danneggiamento delle terminazioni nervose. Pu sembrare
crudele far attendere una persona con ustioni di secondo grado, ma se un paziente con
ustione di terzo ha riportato lesioni pi gravi, deve essere trasportato per primo.
Se valutando un'ustione ci sono dei dubbi essa deve essere sempre considerata
pi grave di quanto possa apparire: se non si riesce a stabilire se un'ustione di primo
o secondo grado, va considerata di secondo grado. Se non si riesce a capire se di
secondo o terzo grado ritenetela sempre di terzo grado. La reale gravit di alcune ustioni
pu apparire tale solo dopo molte ore.
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Ogni volta che il paziente stato esposto ad una sostanza caustica e pu averne inalato i
vapori, bisogna erogare ossigeno ad elevata concentrazione (se possibile, umidificato)
e procedere al trasporto urgente. Si tratta di un procedimento necessario specie nel caso
la sostanza chimica sia un acido in grado di trasformarsi in vapore a temperatura
ambientale (per esempio, l'acido cloridrico e l'acido solforico).
b.
c.
d.
2. Valutare il paziente
K Vie aeree (lesioni all'apparato respiratorio): presenza di peli del
della lesione).
K
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1) Estensione:
a. Ustioni di 2' grado >30% (10% in pazienti sotto i 10 anni di et)
b. Ustioni di 3' grado > 10% (5% in pazienti sotto i 10 anni di et)
c. Ustioni sul volto, sulle mani, sui piedi o sul perineo, ustioni
profonde circonferenziali, lesione vie aeree
d. Ustioni elettriche.
e. Ustioni chimiche.
3.Trattamento
a. Allontanare tutti i gioielli e gli abiti per poter valutare l'ustione in modo corretto.
b. Avvolgere il paziente in un lenzuolo pulito e asciutto. (Se l'area ustionata piccola
(meno del 9%); possibile applicare delle medicazioni umide per dare sollievo al
paziente.
c. Dopo aver sciacquato le ustioni chimiche coprirle con un lenzuolo asciutto.
d. Dopo aver iniziato a raffreddare il catrame, coprirlo con una medicazione asciutta.
e. In caso di lesione da inalazione, somministrare ossigeno al 8-10 litri/min tramite
maschera o cannula nasale.
4.Trasporto
a. Mantenere il paziente al caldo e monitorare continuamente i segni vitali.
b. Utilizzare un elicottero qualora distiate pi di 30 minuti dal centro ustionati.
c. Se il paziente rimasto vittima di una folgorazione, monitorare la frequenza cardiaca e
chiedete consiglio alla C.O..
AVVERTENZE IMPORTANTI.
K Non usare estintori chimici per spegnere le fiamme sul paziente!
K Non parlare o tossire in prossimit di zone cutanee ustionate!
K Non usare preparati antiustione o sostanze oleose!
K Non porre ghiaccio su nessuna ustione!
K
Non occuparsi solo delle lesioni locali tralasciando la valutazione del paziente!
Ustioni chimiche agli occhi
Un agente chimico corrosivo in grado di ustionare il globo oculare di una persona prima
che questi possa avvertire il pericolo e chiudere la palpebra. Anche se la palpebra viene
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Inalazione di fumi
L'inalazione di fumi costituisce un grave problema associato alle ustioni termiche e
chimiche. Il fumo proveniente da un incendio contiene numerose sostanze tossiche. I
materiali edili moderni e quelli utilizzati per l'arredamento, spesso sono composti di
plastica e altre sostanze sintetiche che emettono fumi tossici se bruciate o surriscaldate.
possibile che queste sostanze presenti nel fumo brucino la pelle, irritino gli occhi,
ledano le vie aeree, provochino l'arresto respiratorio e in alcuni casi l'arresto cardiaco.
Sono di frequente riscontro irritazioni oculari e lesioni alle vie aeree associate al fumo. Le
irritazioni della pelle e degli occhi possono essere curate con un semplice lavaggio con
acqua. La priorit spetta alle vie aeree. Il paziente generalmente far fatica a respirare e
spesso tossir. Bisogna valutare se il fiato ha odore di fumo o di sostanze chimiche
coinvolte nell'incidente e osservare se c' presenza di residui neri (carbone) in bocca e
nel naso del paziente.
Controllare anche l'espettorato eventualmente emesso con la tosse.
In caso di inalazione di fumo o gas tossici si deve operare come segue:
1) Valutare l'ambiente e i rischi per la propria incolumit.
2) Trasportare il paziente in una zona sicura.
3) Effettuare il primo controllo e, se necessario, iniziare il supporto delle funzioni vitali.
4)
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NOTA: Le reazioni dell'organismo a gas tossici e a sostanze estranee nelle vie aeree
possono spesso essere ritardate. Bisogna insistere e convincere tutti i pazienti che hanno
inalato fumi che devono sottoporsi a visita medica.
aeree).
K Battito cardiaco irregolare o arresto cardiaco.
K Pressione sanguigna elevata o pressione sanguigna bassa con sintomi e segni
di uno shock.
K Irrequietezza ed irritabilit nel caso di paziente cosciente, oppure perdita di
coscienza.
K Difficolt visive
K Fratture ossee e lussazioni dovute a gravi contrazioni muscolari o a una caduta,
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Tessuti sotto la
pelle
Colore
Morbidi
Inizialmente rossa,
quindi bianca
Congelamento
superficiale
Rigida
Morbidi
Bianca e cerea
Congelamento
Profondo
Rigida
Rigidi
A chiazze tendente
al giallo-grigio/blugrigio
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congelamento iniziale non si rende conto del problema finch qualcuno non gli fa
notare che la pelle ha assunto un colore insolito. La parte colpita da un principio di
congelamento generalmente insensibile.
K Variazione del colore della pelle - L'area della pelle colpita all'inizio si arrossa,
poi schiarisce (diventa bianca). Una volta iniziata questa fase, la variazione di
colore pu avvenire molto velocemente.
K La zona colpita diventa insensibile.
grigio blu.
K I
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zona colpita, dal momento che vi sono dei cristalli di ghiaccio a livello dei capillari che in
seguito ad uno sfregamento potrebbero danneggiare gravemente i tessuti gi lesi. Non
scongelate un arto congelato se esiste il rischio di un nuovo congelamento.
Raffreddamento generale - Ipotermia Il raffreddamento generale del corpo noto come assideramento o ipotermia.
L'esposizione al freddo riduce il calore corporeo. Col tempo, l'organismo non pi in
grado di mantenere costante la propria temperatura interna. Se non viene curata,
l'ipotermia letale. Ricordate che l'ipotermia pu insorgere a temperature superiori
rispetto al congelamento. Essa costituisce spesso un grave problema per gli anziani.
Durante i mesi invernali, molti anziani vivono in stanze poco riscaldate. Il processo
naturale d'invecchiamento, le malattie croniche, la dieta povera e la mancanza di
esercizio si sommano all'ambiente freddo causando ipotermia o assideramento.
I sintomi e i segni dell'ipotermia sono caratterizzati da:
K Brividi (nelle fasi iniziali, quando la temperatura corporea interna superiore ai
32'C).
K Sensazione di intorpidimento.
K Sonnolenza e mancanza di volont nel fare persino le cose pi semplici.
cosciente e collaborante.
K Controllare i parametri vitali e intervenire se necessario.
K Trasportare il paziente in posizione antishock.
K Somministrare ossigeno
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fibrillazione ventricolare.
K Posizionare il paziente con la testa in basso. Assicuratevi che le vie aeree siano
pervie.
K Erogare ossigeno ad alta concentrazione dopo averlo fatto passare attraverso un
Nei casi di ipotermia in fase molto avanzata, il paziente sar privo di conoscenza, e non
riuscirete ad individuare segni vitali (si pu impiegare anche un minuto per cercare il polso
carotideo). Alla palpazione il paziente apparir molto freddo (la temperatura interna del
corpo pu essere inferiore ai 26,5'C), ma ancora possibile che il paziente sia in vita!
Cominciate subito una rianimazione cardiopolmonare! Il paziente potrebbe impiegare
30 minuti e oltre prima di raggiungere la morte biologica. Il personale del pronto
soccorso non dichiarer un paziente biologicamente morto senza prima averlo
riscaldato e aver tentato una rianimazione. Ci significa che non potete presupporre
che un paziente colpito da ipotermia grave sia morto solo in base alla temperatura
corporea e all'assenza di segni vitali.
Bibliografia:
Aa. Vv. (2004) Scenari di Soccorso, Manuale formativo per il Volontario Soccorritore
118, Torino, Anpas Piemonte.
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Capitolo
Infermiere professionale
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Disinfezione, controllo, verifica del mezzo di soccorso. Impianto di
Ossigenoterapia
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Livello di benzina
Impianto elettrico esterno (luci, frecce, lucciole)
Impianto elettrico interno (luci della cellula sanitaria)
Integrit della carrozzeria
Perfetto funzionamento di portiere, portelloni, agganci della barella
1.2 - Controllare lo stato della cellula sanitaria (solitamente a carico del resto
dellequipaggio)
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Disinfezione, controllo, verifica del mezzo di soccorso. Impianto di
Ossigenoterapia
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sangue
feci
liquor (liquido cerebro-spinale)
sperma
secrezioni vaginali
altri liquidi biologici che contengono sangue in quantit evidente
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N.B. ci sono composti organici che sono essere sterili in condizioni non patologiche o
se prodotti in presenza di determinate patologie (ex. Tumori o malattie autoimmuni)
ma che possono essere ad alto rischio infettivo se prodotti da pazienti con malattie
infettive (ex. Urina normalmente sterile, ma, in presenza di paziente con infezione
delle vie urinarie, diventa veicolo del microorganismo che determina linfezione;
liquido pleurico sterile normalmente o se prodotto in quantit eccessive per un
tumore al polmone, ma altamente infettante se prelevato in paziente con TBC
polmonare). Questi materiali organici sono:
liquido amniotico
liquido perticardico
liquido peritoneale
liquido pleurico
liquido sinoviale
urine
Via di trasmissione
AEREA
PATOLOGIE
PREVENZIONE
Igiene:
Batteri
Parotite (orecchioni)
Aerare lambiente
Meningite
da Usare la mascherina
meningococco
N.B. per TBC usare mascherine con filtro
TBC
FFP2; un Battere molto resistente
allambiente.
Virus
Per SARS usare mascherine che rechino
Morbillo
il codice FFP3
Varicella
usare guanti se si maneggiano secrezioni
Orecchioni
respiratorie
Rosolia
Influenza
Vaccini
TBC/ meningite da meningococco
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Batteri
Salmonella
Gastroenteriti
OROFECALE
Virus
Epatite A
Poliomielite
Virus
Epatite B
Epatite C
HIV/AIDS
PARENTERALE
Igiene:
lavarsi bene le mani
usare i guanti
cambiare la biancheria
Disinfettare gli oggetti venuti a contatto
con le feci del pz.
Vaccini
epatite A
Batteri
Tetano
PER CONTATTO
Ectoparassiti
Scabbia
Pidocchi
Virus
Verruche
Igiene:
Lavarsi bene le mani
Usare i Guanti
Lavare la biancheria usata (mantenerla
separata dallaltra per il trasporto)
Usare camici (se c contatto diretto molto
stretto o se si rischia contatto degli
indumenti)
Vaccini:
Tetano
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3
3.1
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Questi rifiuti vanno smaltiti come rifiuti ordinari, quindi eliminati in qualsiasi cestino.
3.3
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Disinfezione, controllo, verifica del mezzo di soccorso. Impianto di
Ossigenoterapia
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4.2
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Disinfezione, controllo, verifica del mezzo di soccorso. Impianto di
Ossigenoterapia
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Raccomandazioni
in caso di superfici visibilmente contaminate con materiale organico
(sangue, feci, vomito .) il volontario deve procedere alla
decontaminazione nel seguente modo:
-indossare guanti e mascherina di protezione,
-versare i granuli di sodio dicloroisocianurato sul materiale da
rimuovere fino a coprirlo completamente,
-lasciare agire 5 minuti (il materiale biologico verr solidificato),
-rimuovere il tutto con panno monouso,
le soluzioni a base di cloro, se usate frequentemente, possono
provocare corrosione di oggetti e superfici metalliche; pertanto,
dopo la disinfezione, occorre rimuovere i residui del prodotto dalle
superfici.
4.3
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Disinfezione, controllo, verifica del mezzo di soccorso. Impianto di
Ossigenoterapia
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4.4
In alcuni casi buona regola indossare due paia di guanti (uno sopra laltro).
Per esempio, nel caso ci si trovi ad operare su pi pazienti, o in caso sia presente
sangue.
In primo luogo perch che un guanto si laceri (o peggio che presenti rotture
difficilmente visibili), in secondo luogo perch, nel caso avessimo bisogno di
materiale potremmo toglierci il primo guanto, evitando di spargere materiale
organico. (indicazione presente nel protocollo PTC)
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tata costituisce un anello debole nella catena delle precauzioni universali e permette
il diffondersi dellinfezione.
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Disinfezione, controllo, verifica del mezzo di soccorso. Impianto di
Ossigenoterapia
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essere posti negli appositi contenitori di plastica, che non devono essere riempiti
oltre il livello indicato. In modo particolare si deve evitare di piegare o ritappare gli
aghi. Una volta sigillati questi contenitori devono essere smaltiti quanto prima: lo
smaltimento dei rifiuti contaminati pu rientrare nelle convenzioni gi esistenti con le
varie strutture ospedaliere o pu essere oggetto di convenzione separata.
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Ossigenoterapia
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CONCLUSIONI
Solo unadeguata preparazione ed una corretta metodologia di lavoro possono
prevenire la maggior parte dei rischi. Anche se molte operazioni, come quelle di
pulizia periodica e straordinaria, diventano di noiosa routine, devono essere
svolte con diligenza perch proprio in questi casi la disattenzione porta pi
facilmente allerrore, vanificando lopera di prevenzione svolta sino a quel
momento.
8 - La disinfezione
LA DISINFEZIONE
Appurato che le soluzioni disinfettanti a base di cloro sono le pi convenienti da
gestire, necessario approfondire i parametri di lavoro, in modo particolare
identificare i prodotti pi idonei e la loro corretta diluizione, al fine di ottenere le
caratteristiche di disinfezione volute.
Per la disinfezione a basso livello, le linee guida richiedono una concentrazione di
cloro attivo dello 0,1%, pari a 1 grammi/litro o 1000 p.p.m. (Parti Per Milione).
Per la disinfezione ad alto livello, invece, viene richiesta una concentrazione dello
0,5%, pari a 5 grammi/litro, o 5000 p.p.m.. Il prodotto contenente cloro pi
facilmente disponibile lipoclorito di sodio (candeggina) in varie concentrazioni. La
candeggina normalmente reperibile in commercio , in effetti, una soluzione al 10%
circa di ipoclorito di sodio con concentrazione media di cloro attivo del 5%. Risulta,
quindi, che la concentrazione di cloro attivo nella candeggina commerciale dello
0,5% circa, perci la disinfezione ad alto livello deve essere eseguita con candeggina pura. Per realizzare la concentrazione dello 0,1%, richiesta per la
disinfezione a basso livello, necessario aggiungere ad 1 volume di candeggina 4
volumi dacqua fredda. Per la miscelazione nelle qualit richieste si possono
utilizzare caraffe graduate.
le soluzioni disinfettanti cos preparate hanno una durata limitata, devono, perci
essere preparate prima di ogni utilizzo.
Concentrazione di
Cloro Attivo
Nella
CANDEGGINA
commerciale
Volume Volumi di
Volumi
totale
candeggina dacqua
Volume
totale
0,5%
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percentuale di cloro ci si deve rifare alla quantit di cloro disponibile per ogni
compressa. Si ipotizza, di seguito, un calcolo per un prodotto in compresse da 5
grammi con il 32% in peso di Cloro disponibile. Ogni compressa dispone, perci, di
1,6 grammi di cloro. 1 compressa ogni litro dacqua realizza una concentrazione dello
0,16%. Per realizzare la concentrazione richiesta per la disinfezione ad alto livello
sono necessarie 3,5 pastiglie che permettono di raggiungere una concentrazione pari
allo 0,56%.
Non esistendo formule magiche per calcolare la percentuale di cloro ci si deve
rifare a semplici proporzioni, tenendo presente che 1 litro dacqua pesa 1.000
grammi e che, per la candeggina, la concentrazione media di cloro attivo deve
essere riferita alla percentuale della soluzione di ipoclorito di sodio; inoltre il volume
di partenza di candeggina va, a tutti gli effetti, a costituire un volume della soluzione
finale.
Con entrambi i tipi di soluzione necessario prestare attenzione affinch vengano
prese tutte le protezioni necessarie, tenendo presente che le soluzioni in uso
scoloriscono i tessuti (attenzione alle uniformi!).
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Impianto di ossigenoterapia.
Elencare i vari
dellassociazione
-
tipi
di
bombole
in
dotazione
ai
mezzi
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esempio:
bombola da 7 litri
manometro a 200 bar
erogazione a 2 l/min
(70 20) 2 50 x 2
=
= 8,3 min
12
12
8
Bar: unit di misura della pressione, contemplata dal sistema internazionale SI, e pari a 105 pascal; il
bar viene utilizzato per misurare pressioni di fluidi, e con riferimento ad altre unit usate in passato si ha:
1bar = 1,0197 at (atmosfere tecniche) = 0,9869 atm (atmosfere). Molto usato, fra i sottomultipli del bar,
il millibar, in particolare in meteorologia per misure di pressione atmosferica.
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BIBLIOGRAFIA
Leonardo Ferrazzi, Pubblica Assistenza AVIS Primo Soccorso, Valenza, Alessandria.
Infezioni a bordo delle ambulanze: come garantire agli operatori ed ai pazienti
ladeguata protezione, N&A, Vol.88 Marzo 1999
S.D. Schaffer, L.S. Garzon, D.L. Heroux, D.M. Korniewicz:
Prevenzione delle infezioni e sicurezza nelle procedure (Edizione italiana a cura di
G. Ippolito e N. Petrosillo), Il Pensiero Scientifico Editore Roma. ISBN 88-7002-738 4.
Nel linguaggio tecnico, sostanza che combinata con unaltra (combustibile) ne mantiene la
combustione.
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Capitolo
103
Basic Life Support
Il Supporto di base delle funzioni vitali (Basic Life Support, BLS) consiste nelle
procedure di rianimazione cardiopolmonare (RCP) necessarie per soccorrere un
paziente adulto, cio con un et superiore agli 8 anni di et, che:
K ha perso coscienza,
K ha una ostruzione delle vie aeree o si trova in stato di apnea per altri motivi,
K in arresto cardiaco.
Figura 13
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Figura 14
Dopo il BLS, quindi, la prosecuzione logica della formazione nella RCP comprende
l'acquisizione delle tecniche di utilizzo di un defibrillatore semiautomatico (DAE) e di
supporto vitale avanzato (Advanced Cardiac Life Support, ACLS).
La defibrillazione semiautomatica deve essere considerata come un passo del BLS
(BLSD): nei sistemi di soccorso in cui le unit BLS praticano la defibrillazione
precoce si sono osservati significativi miglioramenti della sopravvivenza dopo arresto
cardiaco in sede preospedaliera.
Il BLS in situazioni particolari:
In caso di arresto cardiaco (fibrillazione ventricolare, asistolia, dissociazione
elettromeccanica) la perdita di coscienza e la cessazione dell'attivit respiratoria si
verificano entro circa 30 secondi.
A seguito di apnea grave o grave difficolt respiratoria, l'arresto cardiaco pu
sopraggiungere dopo un tempo variabile; il polso pu essere quindi ancora presente
per un certo tempo nel paziente con ostruzione respiratoria o apnea. In questi casi
indicato mettere in atto le procedure BLS per prevenire l'evoluzione verso l'arresto
cardiaco.
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In caso di:
L Trauma
L Annegamento
L Ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo
L Intossicazione da farmaci o alcol
L Se la vittima un bambino,
Se sei solo esegui la rianimazione cardiopolmonare per un minuto, prima di andare a
chiamare aiuto.
Pu presentarsi in modi molto diversi (alterazioni della coscienza, della parola, della
motilit, della sensibilit, convulsioni, ecc.); il mantenimento della perviet delle vie
aeree (sollevamento del mento, estensione della testa) deve essere assicurato nei
casi in cui il rilassamento muscolare e la riduzione del livello di coscienza provocano
l'ostruzione.
Trauma:
La sequenza A-B-C del BLS non diversa in caso di evento traumatico, ma nel
mantenimento della perviet delle vie aeree si deve tenere conto della possibilit di
lesioni alla colonna cervicale, quindi:
- sollevamento del mento o della mandibola senza estensione del capo (testa in
posizione neutrale)
- mantenimento in asse di testa e collo.
La posizione laterale di sicurezza controindicata. Le possibilit di successo della
rianimazione in caso di arresto cardiaco post traumatico in sede preospedaliera sono
scarse; la causa, infatti, risiede spesso in lesioni che riducono l'efficacia della
ventilazione e del massaggio cardiaco (es. tamponamento cardiaco, pneumotorace a
tensione, dissanguamento, ecc.)
Elettrocuzioni - folgorazione:
Annegamento:
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==> A
==> B
==> C
Ogni valutazione ed ogni azione va eseguita nella corretta sequenza e nella corretta
modalit.
Figura 15
Se l'ambiente sicuro non spostare la vittima.
Prima di intraprendere qualunque manovra nei confronti
di un soggetto che necessiti di aiuto, il soccorritore deve
sempre valutare l'ambiente in cui si trova e gli eventuali
rischi. Se esistono pericoli per s e per il soggetto che si
vuole soccorrere (ad esempio rischio di essere investiti
da automobili, di incendio, di folgorazione, ecc), la
vittima deve essere spostata e tutte le manovre
rianimatorie eseguite in un luogo sicuro. Lo spostamento
deve sempre essere effettuato con molta cautela,
muovendo la testa ed il tronco come un tutto unico ed
evitando ogni estensione o flessione della colonna
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vertebrale.
In tutti gli altri casi, il paziente deve essere rianimato sul posto.
Se sei solo, chiama aiuto senza allontanarti, valuta se la vittima respira, se non
respira allontanati per chiamare il 118.
Poni la vittima in posizione supina su un piano rigido o a terra, allineando il capo, il
tronco e gli arti; se la vittima non supina va ruotata sul dorso.
K Questa
manovra impedisce la
caduta indietro della lingua e
permette il passaggio dell'aria.
Tecnica
alternativa:
posizionandoti dietro la testa del
paziente, solleva la mandibola
agganciandone gli angoli con due
mani. In caso di sospetta lesione
traumatica cervicale, solleva la
mandibola senza estendere la
testa.
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della faringe garantisce il passaggio dell'aria attraverso le vie aeree superiori, sia in
caso di respiro spontaneo che durante ventilazione con maschera.
Attenzione: se sono presenti i riflessi faringei, possibile che lo stimolo meccanico
della canula provochi il vomito; in questo caso l'ostruzione
delle vie aeree pu venire aggravata. E' opportuno quindi
non impiegare la canula se il soggetto reagisce al tentativo
di inserimento. Le dimensioni della canula possono essere
stimate prendendo la distanza tra il lobo dell'orecchio e
l'angolo della bocca.
Valutazione della presenza di attivit respiratoria:
Una volta provveduto alla perviet delle vie aeree occorre
valutare se l'attivit respiratoria presente:
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Il pollice e l'indice della mano sulla fronte stringono il naso nel momento
dell'insufflazione.
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Concentrazione inspirata
40-50%
80-90%
Tecnica:
La ricerca del polso si esegue dal lato dove si trova il soccorritore; si deve evitare
che le dita siano poste di traverso sulle vie aeree per non comprimerle.
Osservare contemporaneamente la presenza di altri segni di circolo come:
movimenti degli arti, atti respiratori normali (non gasping), colpi di tosse.
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La loro presenza indica che c' circolo, anche se non si riesce a sentire il polso
carotideo.
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RIEPILOGO
SEQUENZA BLS - UN SOCCORRITORE
1. Valuta lo stato di coscienza;
Se la vittima non risponde:
2. Chiama aiuto, posiziona, allinea
3. A. Perviet delle vie aeree:
esplorazione
del
cavo
orale,
sollevamento
del
mento
ed
iperestensione del capo
4. Valuta per 10 sec. la presenza di
attivit respiratoria; se sei solo vai ad
attivare il sistema di emergenza;
se assente:
5. B. 2 tentativi di insufflazione (fino a 5
per ottenerne 2 efficaci)
6. Valuta per 10 sec. la presenza di
segni di circolo ed il polso carotideo;
Se assente:
6. C. Compressioni toraciche 80 - 100/min.
Alterna 2 insufflazioni a 15 compressioni
7. Continua la manovra di BLS senza interromperla a
meno che: 1) subentri l'equipe di soccorso avanzato;
2) le tue forze si esauriscano; 3) ricompaiano i segni di
circolo.
8. Se ricompaiono polso e respiro, ripercorri la
sequenza al contrario.
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L'ostruzione pu essere sospettata anche nel corso delle procedure BLS in una
vittima non cosciente nella quale le insufflazioni sono inefficaci (il torace non si
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espande nonostante che l'estensione della testa e il sollevamento del mento siano
corretti).
In questo caso il trattamento consiste nella messa in atto delle manovre che hanno lo
scopo di produrre un aumento brusco della pressione nelle vie aeree con l'obiettivo
di disocare o fare espellere il corpo estraneo.
Tecniche di disostruzione delle vie aeree
Manovre di disostruzione nel soggetto cosciente
Se la vittima cosciente e l'ostruzione delle vie aeree parziale (il soggetto tossisce
o riesce a parlare): non fare nulla, limitandoti ad assisterlo ed aiutandolo ad
assumere la posizione che trova pi comoda.
Se la vittima, cosciente, inizia a presentare segni di debolezza o smettere di
respirare, eseguire la seguente manovra:
K Posizionati al suo fianco, un po' dietro di lei;
K Sostieni il torace con una mano e fai in modo che si sporga in avanti
appoggiandosi sul tuo braccio per favorire l'espulsione del corpo estraneo;
K Colpisci fino a 5 volte con l'altra mano sul dorso della vittima tra le scapole.
Se i colpi dorsali non hanno effetto esegui la manovra di Heimlich in piedi:
K Il soccorritore si posiziona alle spalle del
paziente;
K Pone entrambe le braccia attorno alla vita
del paziente;
K Pone una mano stretta a pugno tra
l'ombelico e l'estremit dello sterno e con
l'altra mano stringe il polso della prima;
K Comprimendo il pugno nell'addome esercita
ripetutamente delle brusche spinte dal
basso verso l'alto.
Manovre di disostruzione nel soggetto privo di coscienza
Se la vittima in qualunque momento perde coscienza:
K Verifica se ci sono corpi estranei visibili nel cavo orale;
K Estendi il capo e solleva il mento, tenta di eseguire due insuflazioni, se
non sono efficaci tenta di insuflare fino a 5 volte;
K Se non riesci ad ottenere 2 insuflazioni efficaci, inizia ad eseguire le
compressioni toraciche (massaggio cardiaco);
K Ogni 15 compressioni, ricontrolla il cavo orale e tenta di effettuare alcune
insuflazioni;
K Cerca i segni di presenza di circolo solo quando riesci ad insuflare in
modo efficace.
La manovra di Heimlich nel soggetto non cosciente (vittima supina) non
raccomandata.
Le compressioni toraciche si ritengono altrettanto efficaci a dislocare il corpo
estraneo.
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Policlinico
di Modena
AZIENDA OSPEDALIERA
PS_
REV_
Pag 1/....
Modena Soccorso
C.O.118
Ambulanza
P.A
MSA 118
Note
Ricezione
chiamata
Attivazione
Verifica
chiamata
Attivazione
Paziente
Incosciente?
SI
Attivazione
MSA
Nota 1:
- via radio
in alternativa
- 059.422.59.01/2/3/4
- 118
Nota 1
Comunicazione
codice BLU
Nota 2
Arrivo sul posto
presa in carico
paziente
Nota 2:
attivare algoritmo
BLSD Laici
NO
Nota 3
Conferma
quadro clinico
Gestione
evento
Nota 3:
consuete procedure
a seconda del problema
SI
Procedura DAE sanitari
Ricezione comunicazioni
informazione PS
Note 1 La presenza delloperatore DAE dovr essere tempestivamente comunicata alla C.O. ad ogni inizio turno
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Bibliografia
Aa. Vv. (2002) Manuale per l'esecutore Basic Life Support, Bologna, IRC
Aa. Vv. (2004) Scenari di Soccorso, Manuale formativo per il Volontario Soccorritore
118, Torino, Anpas Piemonte.
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Capitolo
Rianimazione Pediatrica
A cura di Battista Guidi10
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Medico
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K Ha un arresto cardiaco.
Queste procedure sono riconosciute valide da organismi internazionali (American
Heart Association, European Resuscitation Council, World Federation of Societies of
Anaesthesiologist).
SCOPO: prevenire i danni anossici cerebrali (mancanza di O2, danni che divengono
irreversibili dopo 4-6' di assenza di circolo); la possibilit di prevenire il danno
anossico dipendono dalla rapidit e dall'efficacia delle procedure di soccorso ed in
particolare della corretta applicazione della "catena della sopravvivenza" (se
manca una delle fasi del soccorso, le possibilit di sopravvivenza sono ridottissime).
1.
2.
3.
L Lattante da 0 a 1 aa
L Bambino piccolo da 1 a 8 aa
L Bambino grande > 8 aa
BLS in condizioni particolari:
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pollice e indice;
K Sollevare la mandibola ed estendere la testa;
K Insuflare nel boccaglio della maschera.
4) Ventilazione Pallone-Maschera
K Una valvola unidirezionale consente all'aria espirata di non rientrare nel
K
K
K
K
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Nel Lattante la ricerca del punto di repere si effettua con la seguente modalit:
con un dito si individua la linea intermamillare, si poggiano le due dita
sottostanti sullo sterno nella posizione per il massaggio, si solleva il dito con il
quale si individuata la linea intermamillare, si comprime mantenendo le dita
perpendicolari allo sterno.
Nel Bambino: l'indice e il medio scorrono lungo il margine inferiore
della cassa toracica ed individua il punto di incontro dell'ultima costa con lo
sterno.
Appoggiare le due dita al di sopra di questo punto sulla parte ossea
dello sterno;
Poggiare il calcagno della mano sollevando le dita sul punto di repere,
posizionarsi con le spalle perpendicolari allo sterno della vittima, con il braccio
rigido eseguire 5 compressioni ed eseguire una insuflazione, mantenere una
frequenza di 100 compressioni per minuto, compressioni/ventilazioni 5:1;
Alterna 15 compressioni a due insuflazioni se da solo;
Alterna 5 compressioni ed una insuflazione se in coppia;
Rivalutazione: dopo ogni minuto di RCP ovvero ogni tre minuti finch
il polso assente e bisogna continuare l'associazione MCE-insuflazioni;
Cambio: quando uno dei soccorritori stanco, chiede il cambio
dicendo "al prossimo ciclo cambio"; esegue 5 compressioni, il Leader ventila, i
due si spostano senza incrociarsi; il nuovo Leader esegue valutazione del
polso e se assente ventila una volta e si ricominciano le compressioni.
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Urgenza nella donna gravida
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La gravidanza quella condizione biologica della donna che dura dal giorno del
concepimento al parto, circa cio nove mesi.
Il bambino in fase di sviluppo viene definito FETO.
I nove mesi di gravidanza vengono suddivisi in tre trimestri.
Durante il primo trimestre, il feto si forma. Poich il feto rimane abbastanza piccolo,
durante questo periodo lo sviluppo uterino ridotto.
Dopo il terzo mese lutero cresce rapidamente raggiungendo lombelico entro il
quinto mese e lepigastrio (addome superiore) al settimo. Altre variazioni che
interessano il corpo della donna in questo periodo comprendono un aumento del
volume ematico, nonch un aumento della gittata e della frequenza cardiaca. Di
solito la pressione arteriosa risulta leggermente ridotta e si verifica un rallentamento
della digestione. Un altro cambiamento degno di nota un aumento notevole della
vascolarizzazione (sangue e vasi sanguigni) dellutero e delle strutture a esso
correlate.
A volte si possono verificare interruzioni di gravidanza nei primi tre mesi, si parla
allora di ABORTO SPONTANEO. Laborto spontaneo pu essere causato da
numerosi fattori tra i quali malformazioni dellutero, fibromi, rosolia ecc.
Le donne che hanno in corso un aborto spontaneo presentano generalmente:
-
Dolori addominali con crampi, non dissimili da quelli associati alla prima fase del
travaglio.
Emorragia moderata o grave.
Talvolta emissione di frammenti di tessuto e di sangue dalla vagina.
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SINTOMI
Quando il feto comincia a muoversi e la cervice si dilata, generalmente si verifica la
rottura del sacco amniotico con la conseguente emissione di liquidi acquosi misti a
sangue. Le contrazioni dellutero sono poi la causa delle normali DOGLIE. La
maggior parte delle donne accusa linizio delle doglie sotto forma di un dolore in
corrispondenza della parte inferiore della schiena. Man mano che il travaglio
progredisce, il dolore diventa pi evidente nelladdome inferire crescendo dintensit.
I dolori si presentano a intervalli regolari di 2-3 minuti e durano dai 30 secondi al
minuto. Quando i muscoli si rilassano, i dolori diminuiscono.
COME INTERVENIRE SULLA MADRE
- Riscaldare il pi possibile lambulanza se si molto distanti dallospedale
- Assistere psicologicamente la donna, assicurarsi che sia in una posizione
comoda
- Assecondare lespulsione del neonato sorreggendogli la testa. NON CERCARE
DI ACCELLERARE LEVENTO TIRANDOLO. Quando visibile lintero capo,
continuare a sostenere la testa con una mano e con laltra ripulite la bocca e il
naso.
- Massaggiare il basso ventre della donna dopo lespulsione per facilitare
lemostasi.
- Portare la donna immediatamente allospedale.
COME INTERVENIRE SUL NEONATO
- Rendere pervie le vie aeree (naso e bocca) utilizzando dei tamponi di garza
sterile o un aspiratore, liberandole da muco e sangue.
- Tenerlo con la testa leggermente pi in basso del corpo, in modo da consentirgli
di espellere altro eventuale muco dalla gola, aspirando nuovamente.
- Controllare che il bambino stia respirando. Generalmente una volta aperte le vie
aeree, il bambino respira da solo.
- Mantenete il neonato al caldo prima di iniziare a pinzare e tagliare il cordone.
- Legare il cordone ombelicale utilizzando due pinze sterili (o dello spago
sterilizzato). Applicare una pinza d una distanza di 20/25 cm. bambino.
Posizionate la seconda pinza ad una distanza di 7/8 cm. pi vicina al bambino.
- Tagliate il cordone tra le due pinze utilizzando forbici chirurgiche sterili. Non
togliere mai le pinze dal cordone una volta che il cordone stato reciso. (N.B: la
sezione del cordone ombelicale un atto estremamente delicato, da eseguirsi
con accuratezza. Il soccorritore deve pertanto limitarsi alla legatura del funicolo,
lasciando tale manovra al personale specializzato cui affider il neonato. Fanno
ovviamente eccezione gli stati di comprovata necessit, come la norma di legge.
Avvolgere il neonato in veli di alluminio per tenerlo il pi caldo possibile.
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Bibliografia:
Aa. Vv. (2004) Scenari di Soccorso, Manuale formativo per il Volontario Soccorritore
118, Torino, Anpas Piemonte.
Franci A. (2002) P-BLS: il supporto vitale di base Pediatrico, Firenze, Anpas
Toscana.
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Capitolo
Psicopatologia
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Psicologa psicoterapeuta
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Psicologo
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12. Psicopatologia
Obiettivi Formativi:
1) Essere in grado di percepire e condividere la sofferenza psichica;
2) Riconoscere come reale/vero il disagio psichico-psichiatrico;
3) Essere in grado di comprendere meglio la persona con disagio
psichico-psichiatrico.
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modo? Penso anche a un mio paziente che prima di venire da me, ha scelto un
nome dalle pagine gialle. In questa sede non facciamo critiche di merito - ma
chiaro che se ha cambiato non si era trovato bene n aveva risolto il suo problema quello che per va detto che sotto un nome ambiguo, riferito allo studio, si celava
una non professionalit non iscritta all'albo Mi vengono in mente altre cose ma
queste sono altre storie
Torniamo al nostro problema. Consiglio innanzi tutto di rivolgersi al medico di base.
Se il medico attento anche a queste problematiche - intendo dire alle
psicopatologie - pu fare una prima valutazione e intervenire direttamente se la
sintomatologia non cos grave o cronica da richiedere l'intervento di uno
specialista. Il medico di famiglia infatti conosce il suo paziente nella complessit del
quadro clinico, e pu dare un primo supporto o prescrivere farmaci.
Se il problema non si risolve nel breve termine con l'intervento del medico di famiglia,
opportuno chiedere a lui/lei l'indicazione per una visita specialistica. Questo, potete
commentare, quello che succede per molti problemi sanitari, il medico infatti
spesso invia il paziente dallo specialista. A questo punto si apre il dibattito in merito
allo specialista: psicologo, psichiatra o psicoterapeuta? Non intendo risolvere qui
e in poche righe la risposta a questa domanda, ma solo dare qualche riferimento e
informazione per rispondere in parte alla domanda.
Quindi, cosa non fare l'abbiamo detto prima, ma rivediamolo assieme: NON affidarsi
a un nome senza conoscerne la specializzazione, e nemmeno affrontare disagi di
questa natura affidandosi a discipline che tanto possono giovare solo se non siamo
in un quadro diagnostico che rientra nelle psicopatologie. Per esempio: pu essere
utile un massaggio rilassante o qualche altra tecnica (solitamente svolta nei centri di
benessere o presso centri estetici) ma solo se non vi sono sofferenze psicologiche.
Anche questo lo dico perch negli ultimi anni sorgono "come funghi" tecniche che
non hanno nulla a che fare con la psicoterapia e che hanno una efficacia - nel breve
termine - solo su coloro che di base stanno bene. Non possono invece essere
risolutive di malesseri che hanno una base psicologica, a volte anche organica, per
la quale necessario un intervento terapeutico professionale a volte integrato fra
farmaci e terapie. Chiarito questo, la "giungla" si restringe.
Un'altra indicazione che mi sembra molto utile quella di tenere sempre presente
che questi specialisti (che ripeto, sono - a parer mio - solo tre figure professionali:
psichiatra - psicologo - psicoterapeuta) sono iscritti a un albo. Quindi prima di
intraprendere qualsiasi percorso vi suggerisco di verificare questa iscrizione,
telefonando ai rispettivi albi (cfr. linx nella sitografia a fine capitolo). Oppure
chiedendolo direttamente a loro.
In estrema sintesi facciamo un po' il punto per capire che differenza c' fra queste tre
professionalit:
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Esperienze di
studio e
formazione
Capacit di
riconoscere e
trattare
problemi
psicologici
Preparazione
teorica
approfondita
in psicologia
Abilitazione
allesercizio
della
Psicoterapia
Possibilit di
prescrivere
psicofarmaci
e analisi
mediche
Capacit di
riconoscere e
curare malattie
con cause
organiche
Psicologo clinico
Laurea in
Psicologia
Tirocinio post
lauream
S, per quanto
riguarda il
riconoscere, ma
pu trattare i
disturbi mentali
solo con alcuni
strumenti
psicologici
No
No
No
Psicoterapeuta
Laurea in
S; minore nel
Psicologia o in
caso dei non
Medicina e
psicologi
Chirurgia e
Scuola di
specializzazione
privata o
universitaria
riconosciuta
dallo Stato
Solo se
laureato in
psicologia
Solo se
laureato in
medicina e
chirurgia
Solo se
laureato in
medicina e
chirurgia
Medico Psichiatra
Laurea in
S. Il trattamento
Medicina e
perlopi
Chirurgia
farmacologico.
Tirocinio post
lauream Scuola
di
specializzazione
quadriennale in
Psichiatria
No
Medico Neurologo
Laurea in
Limitata
Medicina e
Chirurgia
Tirocinio post
lauream Scuola
di
specializzazione
quadriennale in
Neurologia
No
No
Medico
Neuropsichiatra
Infantile
Laurea in
Medicina e
Chirurgia
Tirocinio post
lauream Scuola
di
No
Limitata e
circoscritta alle
problematiche
dell'infanzia e
dell'adolescenza.
Il trattamento
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specializzazione perlopi
quinquennale in farmacologico
Neuropsichiatria
infantile
Medico generico
Laurea in
Limitata
Medicina e
Chirurgia
Tirocinio post
lauream Scuola
di
specializzazione
biennale in
Medicina di
Base
Psicoanalista
(Societ
Psicoanalitica
Italiana)
Laurea in
S, ma minore nel Solo se
Psicologia o in
caso dei non
laureato in
Medicina e
psicologi
psicologia
Chirurgia e
Scuola di
specializzazione
privata
attualmente non
riconosciuta
dallo Stato
Mago, grafologo,
Formazione non No
sensitivo,
riconosciuta
cartomante, eccetera dallo Stato
No
No
No
Attualmente
no
Solo se
laureato in
medicina e
chirurgia.
Solo se
laureato in
medicina e
chirurgia.
No
No
No
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personali per le quali estremamente opportuno e doveroso che voi sappiate a chi le
state confidando... n'est-ce pas?
Un ultima precisazione: vi ho consigliato di verificare attentamente la scelta dello
specialista, ma opportuno anche che teniate in considerazione che potete rivolgervi
sia al privato (quindi specialisti che ricevono presso gli studi privati) considerando le
tariffe e le informazioni pubblicate anche in rete allindirizzo dellOrdine degli
Psicologi: http://www.ordpsicologier.it/unframe9.HTM, oppure presso le strutture
pubbliche che applicano il tkt sanitario.
Mi sembra anche questa una precisazione importante. Per il territorio modenese, vi
segnalo la pagina http://www.ausl.mo.it/dipartimenti/02a.html I servizi di consulenza
psicologica e psicoterapia dell'AUSL sono presso i due consultori. Per avere un
appuntamento sufficiente telefonare in segreteria e pagare il tkt sanitario. I servizi
delle Aziende Sanitarie sono diversi, vi rimando quindi alle loro pagine on line o ai
centralini dei Distretti o degli Ospedali.
12.2 Alcuni fra i maggiori disturbi pi frequenti
Disturbi dAnsia
Cosa significa soffrire d'ansia? E cos' questa emozione cos terribile che
accompagna e pervade il nostro corpo di sintomi cos insopportabili e spesso
invalidanti?
Innanzitutto va detto che l'ansia una buona compagna di vita se tenuta a buoni
livelli.
E' una buona compagna perch in alcuni
momenti ci ha dato la possibilit di ottime
performance che altrimenti non sarebbero
state possibili. Prendiamo ad es. gli atleti prima
delle gare, gli studenti prima delle prove
d'esame, chiunque di noi davanti a qualsiasi
prova. Appare evidente che una "buona" dose
di ansia ha sempre alzato i livelli di
performance. altrettanto chiaro invece che
alti livelli di ansia immobilizzano e rendono
impossibile qualunque prova. Premesso ci,
stiamo quindi parlando di quantit, e aggiungo
anche di interpretazione di un evento pi
terribile di quanto non sia. Ma tutto ci non
chiaramente sufficiente per smettere di stare
male!
Faremo frequentemente riferimento al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi
Mentali (DSM IV)14 trattando alcuni dei disturbi pi frequenti.
Il Disturbo d'Ansia Generalizzato caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e
preoccupazione persistenti ed eccessive. Vedremo che in realt molti sintomi sono
caratteristici della vita di ognuno di noi. La differenza fra normalit e patologia
spesso determinata dal funzionamento della persona, quindi normale avere un po
di ansia per un esame, come gi detto: funzionale. Diventa patologia dal momento
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L'Agorafobia descritta come ansia o evitamento verso luoghi o situazioni dai quali
sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere
disponibile aiuto in caso di un Attacco di Panico o di sintomi tipo il panico.
La Fobia Specifica caratterizzata da un'ansia clinicamente significativa provocata
dall'esposizione a un oggetto o a una situazione temuti, che spesso determina
condotte di esitamento, parliamo quindi di fobia dei ragni per esempio, nota come
aracnofobia.
La Fobia Sociale caratterizzata da un'ansia clinicamente significativa provocata
dall'esposizione a certi tipi di situazioni o di prestazioni sociali, che spesso determina
condotte di evitamento.
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo
dal film Qualcosa cambiato
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Disturbi dell'Alimentazione
Per spiegare l'insorgere dei Disturbi del Comportamento Alimentare appare
condivisa l'idea di un adeguamento a quei modelli culturali che prospettano ideali di
bellezza improntati a standard esagerati di magrezza. Sotto il profilo psicologico e
sociale, i fattori che sono ritenuti pi frequentemente implicati nell'insorgenza dei
disturbi alimentari riguardano la bassa autostima, il perfezionismo, la depressione,
l'impulsivit, la distorsione dell'immagine corporea, la carenza di rilevanti rapporti
sociali, i rapporti familiari e le difficolt nelle relazioni interpersonali.
I primi studi sull'anoressia nervosa risalgono a diversi anni fa. Le prime descrizioni di
pazienti con i sintomi che oggi potrebbero essere diagnosticati pi precisamente,
risalgono addirittura al 1873, ma fu il medico inglese Richard Norton che nel 1964
descrisse i sintomi dell'anoressia nervosa.
Da allora sono stati fatti diversi studi e soprattutto ricerche in grado non solo di
tracciare un quadro pi preciso di questi disturbi, ma anche di stabilire fra le
psicoterapie quali sono le pi efficaci.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM IV) descrive
analiticamente i sintomi che noi abbiamo riportato pi sotto in una sintesi descrittiva.
I principali Disturbi del Comportamento Alimentare sono:
L'Anoressia Nervosa porta a un costante rifiuto di mantenere il peso corporeo al di
sopra del livello minimo normale per l'et e la statura, si pervasi da un'intensa
paura di ingrassare e da una visione distorta delle proprie forme corporee.
Quindi i criteri diagnostici sono: severa perdita di peso; paura di ingrassare;
preoccupazione per il peso e le forme corporee; amenorrea.
La Bulimia Nervosa porta invece ha un costante bisogno di assumere grandi
quantit di cibo che poi sono eliminate attraverso condotte compensatorie quali il
vomito auto-indotto, l'abuso di lassativi o l'esercizio fisico intenso.
Quindi i criteri diagnostici sono: abbuffate ricorrenti; comportamenti di compenso
(vomito, uso di lassativi, diuretici, enteroclismi); abbuffate due volte alla settimana
per un periodo non inferiore a tre mesi; preoccupazione per il peso e le forme
corporee.
Spesso questi due disturbi compaiono associati nella stessa persona che alterna
periodi di "digiuno assoluto" a periodi di "grandi abbuffate". Se i sintomi non
soddisfano la diagnosi di anoressia o di bulimia ma ricalcano una o l'altra sindrome si
parla di "Disturbo dell'alimentazione Non Altrimenti Specificato.
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transitorio. Fino a una decina di anni fa erano disturbi tipici della classe pi
benestante, mentre oggi possiamo dire che questa distinzione non pi vera.
Vi sono quindi alcuni fattori specifici che pi facilmente mettono a rischio la
popolazione. Vediamoli:
Innanzitutto l'et. Come abbiamo detto la fascia pi colpita quella fra i 12 e 25 ma
la frequenza maggiore la troviamo pi precisamente fra i 14 e i 18 anni. In questa et
il corpo si trasforma - ed quindi oggetto di attenzione - e nel contempo cominciano
ad essere particolarmente interessanti e di "feroce efficacia" i complimenti o le
critiche dei coetanei. Un periodo delicato per diversi motivi, ormai ben noti alla
psicologia. Ancora a rischio sono maggiormente le ragazze il 90-95% dei pazienti
appartiene infatti al sesso femminile. Sembrano maggiormente a rischio i giovani
con famiglie all'interno delle quali si vivono situazioni difficili, come malattie croniche,
disturbi psichici, relazioni familiari critiche, altri casi di disturbi del comportamento
alimentare all'interno della famiglia, diete in famiglia, una particolare attenzione al
peso e alle forme corporee da parte dei genitori o dei fratelli/sorelle. La cultura
fattore predisponente: sono infatti disturbi tipici della cultura occidentale, sono rari i
casi in oriente.
Risulta quindi evidente che vi una multifattorialit di cause che intervengono
all'insorgere del disturbo. Secondo David Garner15, vi sarebbero "fattori
predisponenti" (individuali, famigliari e culturali) che appunto preparano il terreno
facile. L'esordio avverrebbe in concomitanza a "fattori precipitanti" come per es.
l'insoddisfazione per il peso e le forme corporee dovuta magari alle critiche di amici o
a situazioni difficili di confronto nell'ambiente scolastico. A questo punto la decisione
pi frequente quella di iniziare una dieta. Solitamente la dieta funziona molto bene
e la ragazza o il ragazzo comincia a ricevere complimenti e soddisfazioni, che da una
parte nutrono la propria autostima, dall'altra "rinforzano" la convinzione che la dieta
la cosa giusta da farsi: fattore perpetuante. Questo circolo vizioso rende oltremodo
difficile l'interruzione della malattia.
In un primo momento evidente che le pazienti ritrovano nella dieta una buona
alleata e le conseguenze di un comportamento alimentare scorretto non sono ancora
cos evidenti. Per questo motivo la motivazione al trattamento arriva solitamente
molto tardi, quando ormai il disturbo cronicizzato e complesso.
Le conseguenze negative sia psicologiche che organiche non tardano ad arrivare ed
a questo punto che anche la paziente non cos euforica come nei primi mesi della
dieta, ma allo stesso tempo sa bene che non vuole riprendere il suo peso che la
renderebbe "orribile", inaccettabile, non adeguata come prima.
Insomma si ritrova nuovamente in una situazione di isolamento, non riesce pi ad
ascoltare il proprio corpo per sapere quando ha fame e quando sazia (n sa
quando felice e cosa la potrebbe rendere felice), vive allora nel terrore di aver
sempre mangiato troppo. Si pesa continuamente o evita di pesarsi per paura di
deludere se stessa e gli altri, di non essere cos brava come prima. Ogni
riferimento/valutazione della propria vita diventa ed solo il cibo. Oltre a queste
conseguenze psicologiche che alimentano il disturbo, purtroppo spesso la paziente
15
Direttore del Toledo Center for Eating Disorders e Professore di Psicologia alla Bowling Green State
University. considerato una delle massime autorit nel campo della Ricerca e del trattamento dei
Disturbi Alimentari.
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Dare una breve descrizione - non esaustiva - dei sintomi dei disturbi
Alimentari.
Dare qualche cenno sui fattori che mettono a rischio la nostra popolazione,
soprattutto di giovani.
Infine accennare a quali possono essere le conseguenze di questi patologici
comportamenti alimentari, spesso sottovalutati dai famigliari ma purtroppo, a
volte, anche dai medici di famiglia.
Negli ultimi anni si cercato di fare un lavoro capillare di prevenzione, in linea anche
con le indicazioni del Ministero della Sanit. E' infatti molto importante mettere a
conoscenza sia i ragazzi che i genitori di questi rischi per la salute sia fisica che
psichica.
"Prevenire meglio che curare" recitava uno spot di qualche anno fa. Se per avete
dei dubbi su questi disturbi e voi o qualche conoscente temete che possa aver
cominciato ad applicare diete rigide o condotte di eliminazione (vomito, lassativi) e
siete preoccupati per lei/lui, la cosa migliore rivolgersi ad uno specialista.
Depressione
Sempre facendo riferimento al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, i
sintomi della depressione sono i seguenti.
Umore depresso. Per la maggior parte del tempo vi sentite gi, tristi, vuoti,
scoraggiati. Potreste piangere molto o sentire di voler piangere ma non riuscirci.
Anche l'irritabilit un sintomo comune.
Perdita di interessi. Provate una perdita di interesse e di piacere nella vita cos che
ora dovete fare con sforzo le cose che prima vi piacevano. Spesso vi anche una
perdita di interesse per l'attivit sessuale. Vi difficile aspettarvi di poter trarre
piacere da qualsiasi cosa.
Cambiamenti nell'appetito. Il quadro pi tipico la perdita di appetito. Il cibo non vi
interessa. Dovete sforzarvi per mangiare e potreste perdere peso.
A volte, per, le persone mangiano di pi quando sono depresse. Usano il cibo come
una fonte di conforto o come un modo per riempire il loro senso di vuoto. Se per voi
cos, potreste ingrassare anzich dimagrire.
Disturbi del sonno. Dormite molto meno o molto pi di prima. Se state dormendo
meno, forse avete difficolt ad addormentarvi, o vi svegliate di continuo, oppure
potreste svegliarvi troppo presto e non riuscire pi a riprendere sonno.
Se dormite troppo, potreste passare gran parte della giornata facendo lunghi
sonnellini oppure dormire pi a lungo di notte.
Senso di agitazione o rallentamento. Il vostro corpo, la vostra mente e il vostro
modo di parlare vanno troppo veloci o troppo lenti. Siete agitati, non avete pace
oppure siete rallentati.
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Umore elevato Si tratta di uno stato di felicit eccessiva che non spiegabile
da nessun evento particolare. Ci si pu sentire al settimo cielo per tutto il
tempo, liberi da qualsiasi problema. Si portati a ridere, a prendersi gioco di
tutto.
Percezioni pi forti I suoni possono sembrare pi distinti ed i colori pi vividi.
Irritabilit Nonostante la prevalenza di sentimenti gioiosi ed eccitati, a volte si
diventa pi irritabili ed arrabbiati. Ci si rende particolarmente evidente in
seguito alle frustrazioni, specialmente quando si incontra opposizione, critiche
o quando qualcuno impedisce di fare qualcosa. In queste circostanze si pu
diventare ostili, si protesta e qualche volta si diventa anche violenti.
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Pensiero accelerato Per tenere dietro alla aumentata attivit generale ed alla
accelerazione del linguaggio si pu sperimentare una sorta di accelerazione
del pensiero. I pensieri si muovono rapidamente da un argomento allaltro.
Ci rende difficile il pianificare le cose e prendere le decisioni. Cos si spiega
come mai laumento dellattivit non produce risultati concreti.
Distraibilit Quando si ha un episodio maniacale si possono stare a notare
molte cose banali ed avere difficolt a concentrare la propria attenzione su
questioni importanti.
Idee grandiose ed eccitanti Si possono vantare conoscenze importanti o
credere di essere persone famose. Si pu immaginare di avere intelligenza,
forza o abilit sovraumane.
Bibliografia:
DSM IV Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (1996), Milano,
Masson Editore
La professione di Psicologo Opuscolo informativo a cura dellOrdine degli Psicologi
dellEmilia Romagna (2004)
Barlow H. Clinical Handbook of Psycological Disorders III edition (2001), NYC,
Guilford Press
Dalle Grave R. (1998) Alle mie pazienti dico... informazione e auto-aiuto per superare
i disturbi alimentari, Verona, Positive Press
Klosko J.S., Sandreson W. C. (2001) Trattamento Cognitivo Comportamentale della
Depressione, Milano, Mc Graw Hill
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Sitografia:
http://www.oltreilblu.org - Oltre il Blu scarl
http://www.apc.it - Associazione Psicologia Cognitiva
http://www.ipsico.org - Ist di Psicologia e Psicoterapia comportam e cognitiva
http://www.aid-onlus.org - Associazione Italiana Disturbi dellUmore Onlus
http://www.positivepress.net/Aidap - Ass Italiana Dist dellaliment e del peso
http://www.psicologi-italiani.it - Psicologi Online
http://www.ordpsicologier.it - Ordine degli Psicologi Emilia Romagna
http://www.psy.it - Ordine Nazionale Psicologi
http://www.psicologia.unipd.it - Universit di Padova
http://www.unipr.it/arpa/psicolog - Universit di Parma
http://www.psice.unibo.it - Universit di Bologna
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Capitolo
Psicologia dell'Emergenza
A cura di Maria Pia Bagnato 16 e Andrea Ruozzi 17
16
Psicologa Psicoterapeuta
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Psicologo
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soccorso in gravi
Negli ultimi anni si sta assistendo ad un aumento di interesse verso le reazioni dei
soccorritori che intervengono in eventi particolarmente traumatici. Solitamente l'operatore
in emergenza sviluppa una soglia di tolleranza abbastanza elevata nei confronti di
situazioni che, occasionalmente o cronicamente, possono mettere a rischio il suo
equilibrio psicologico. Tuttavia il rischio di essere seriamente coinvolto nelle esperienze
traumatiche delle persone che soccorre (traumatizzazione vicaria) deve essere tenuto in
seria considerazione.
La psicologia dell'emergenza si rivolge alle persone colpite da una catastrofe, da
un lutto, da un trauma, ma anche ai soccorritori, cio alle persone che intervengono
per prime e che, assieme ai sopravissuti, sperimentano sentimenti di impotenza,
angoscia, ansia, disperazione.
L'intervento di soccorso si articola in varie fasi (Hartsougt, 1985) e a ciascuna di
queste fasi si associano specifiche reazioni del soccorritore, talvolta anche molto
marcate, ma che vanno comunque considerate come reazioni normali a situazioni
anomale/straordinarie. Vediamole assieme:
a. Allarme: prende avvio dalla comunicazione di un evento critico grave, in cui
bisogna intervenire. Questa fase si pu considerare come il primo impatto con
l'evento traumatico, ed caratterizzata dallo stordimento iniziale e dall'ansia,
dalla irritabilit e dall'irrequietezza che caratterizzano la maggior parte degli
operatori. Non mancano anche soccorritori in cui si determina una reazione pi
o meno grave di tipo inibitorio. I soccorritori in questa fase di impatto vivono
varie reazioni:
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reazioni fisiche (aumento del battito cardiaco, della pressione, della frequenza
respiratoria, nausea, sudorazione, tremore, ecc.);
reazioni cognitive (difficolt di memoria, disorientamento, confusione,perdita
di obiettivit, difficolt di comprensione);
reazioni emozionali (senso di invulnerabilit, euforia, ansia, rabbia, tristezza,
sconforto, apatia, assenza di sentimenti);
reazioni comportamentali (iperattivit, facilit allo scontro verbale o fisico,
aumento dell'uso di tabacco, alcol, farmaci, perdita di efficienza ed efficacia
nelle azioni di soccorso, ecc.).
d. Lasciarsi andare: la fase che va dalla fine del servizio, al ritorno alla routine
lavorativa o sociale, quindi al rientro del volontario dopo lintervento di
emergenza sulla catastrofe. Due contenuti caratterizzano questa fase:
o
o
Esistono contenuti psichici negativi inibiti durante la fase di azione, che trovano poi la
forza di riemergere e manifestarsi nella fase del lasciarsi andare. Tra questi
particolarmente comuni sono: la difficolt nel distendersi, nel rilassarsi,
nell'addormentarsi, la tristezza, la tensione, il riaffiorare di episodi e vissuti
particolarmente forti sul piano emotivo, la rabbia.
Tra le reazioni legate alle attese positive o negative verso il ritorno alla quotidianit
lavorativa e socio-affettiva, possiamo ricordare tanto il desiderio continuo di tornare a
casa, quanto il timore della conflittualit con i familiari e con i colleghi, a volte critici
verso la scelta di prendere parte ai soccorsi, il disagio per il lavoro arretrato,
eventuali sensi di colpa verso il partner ed i figli, ecc.
Gli operatori soggetti ad un maggiore grado di rischio sono:
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In letteratura vi sono molti studi e ricerche che sottolineano come gli operatori
dellemergenza possono incorrere in sindromi e problematiche legate proprio alla loro
attivit.
Colen (1978): su 42 operatori demergenza, coloro che si sono sottoposti a
psicoterapia sono aumentati da 5, nel periodo precedente ad un disastro aereo, a 13
nel periodo seguente alla tragedia.
Ravenscroft (1994): il 97% del personale delle ambulanze di Londra ritiene lo stress
come il loro problema principale; inoltre il 15% superava la soglia del disturbo acuto
post-traumatico da stress.
Genest (1990): gli operatori di emergenza che riferivano di aver praticato il BSL con
esito negativo riportavano pensieri intrusivi riguardo allaccaduto e affermavano di
avere difficolt nellaccantonare questi pensieri.
Nube Driefing (1993) riporta che il 29% dei lavoratori dellemergenza soffrono di
ipertensione arteriosa e di cefalea; inoltre la Critical Incident Stress Sindrome pu
evolvere nel tempo in quadri clinici quali Disturbo Acuto da Stress e Disturbo PostTraumatico da Stress.
Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD)
Come gi sottolineato prima, il PTSD si pu presentare come evoluzione della
Critical Incident Stress Sindrome negli operatori di emergenza oppure nelle vittime di
un trauma.
Solo nel 1980 il PTSD stato formulato nel Manuale Diagnostico e Statistico di
Disturbi Mentali (DSM-III).
Nel DSM-IV la diagnosi di PTSD si pone quando una persona, esposta ad eventi
traumatici, sviluppa sintomi duraturi intrusivi, di evitamento e di iperattivazione.
Criteri di diagnosi
Nellevento traumatico sono presenti entrambe queste caratteristiche:
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FISICA
COMPORTAMENTALE
Ansia
Confusione
Affaticamento
Accessi di rabbia
Paura
Deficit di
memoria
Esaurimento
Uso di sostanze
Agitazione
Difficolt di
concentrazione
Problemi
gastrointestinali
Chiusura in se stessi /
isolamento
Irritabilit /
fragilit
Distraibilit
Problemi
respiratori
Difficolt relazionali
Rabbia
Pensieri intrusivi
Cefalee
Disturbi dellappetito
Senso di colpa
Flashback
Spasmi muscolari
Lutto / perdita
Incubi
Sudorazione
Vulnerabilit
Pensieri ossessivi
Vertigini
Facile agitazione
Scetticismo
Ipervigilanza
menomazione
nel
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Capitolo
Medicina Legale
A cura di Alberto Martini 18
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Medico Legale
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norma di cui trattasi: "L'errore (..) pu essere valutato sulla base del parametro di cui
all'art. 2236 c.c., vale a dire della colpa grave quando sia presente una situazione
emergenziale, oppure quando il caso implichi la soluzione di problemi tecnici di
speciale difficolt [Cass., sez. IV, Settembre 1997; ed ancora, Cass., sez. IV, 23
Marzo 1995] e, soprattutto, "tale limitazione di responsabilit attiene esclusivamente
all'imperizia, non all'imprudenza e alla negligenza, con la conseguenza che risponde
anche per colpa lieve l'agente che nell'esecuzione di un intervento o di una terapia
provochi un danno per omissione di diligenza ed inadeguata preparazione (...) "
[Cass., sez. III, 10 Maggio 2000, n. 5945]. Ci vuol significare che qualora non sia
soddisfatto almeno uno di questi requisiti "i canoni valutativi della condotta colposa
non possono essere che quelli ordinariamente adottati nel campo della responsabilit
penale per la causazione di danni alla vita o all'integrit dell'uomo" [Cass., sez. IV, 29
Settembre 1997; ed ancora, Cass., sez. IV, 23 Marzo 1995]. Quest'argomentazione,
relativa alla possibilit di attenuare la responsabilit dei nostri soccorritori, fino ad
escluderla, in base alla graduazione della colpa loro imputabile, valida solamente in
merito a determinati tipi di reati. In pratica, si potr applicare la limitazione prevista
dalla norma del codice civile sopra citata, solo quando si tratti di delitti che
implicitamente prevedono la possibilit di graduare la colpa, ovvero la dove sia
possibile parlare di una colpa pi o meno grave dell'imputato, in relazione,
soprattutto, alla difficolt della condotta che egli doveva tenere per non incorrere in
nessuna responsabilit.
Richiamare la diligenza o la perizia media come parametri per giudicare l'operato dei
volontario, perch rappresentano la misura di ci che ci dobbiamo aspettare nel suo
comportamento, vuoi dire intendere la perizia, la diligenza e la prudenza adottate da
un ipotetico agente-modello, preso come esempio di riferimento, che, nello svolgere
le stesse mansioni, nel porre in essere le medesime pratiche, quindi, in poche parole,
nel compiere la stessa attivit dei soggetto reale posto in giudizio, agisce con quella
capacit, esperienza, accuratezza e abilit manuale che qualsiasi soccorritore
idoneo dovrebbe avere, dopo essere stato formato. D'altronde si pu pretendere una
perizia non inferiore alla media, ma non si pu pretendere che egli abbia una
particolare abilit, superiore appunto a quella minima, ritenuta oggettivamente
sufficiente per realizzare correttamente gli interventi richiesti. Parlando della
responsabilit penale non abbiamo finora riportato, ma dato invece per scontato, un
principio fondamentale che scaturisce direttamente dalla nostra Carta Costituzionale:
la responsabilit penale personale (art. 27, comma primo). Quindi, nella
Costituzione si afferma il divieto assoluto di responsabilit per fatto altrui. Tale
affermazione viene di fatto ripetuta anche nell'art. 40 dei Cod. Pen.: "Nessuno pu
essere punito per un fatto previsto dalla legge come reato, se l'evento (..) non
conseguenza della sua azione o omissione". La responsabilit per fatto proprio
colpevole impone, quindi, che il soggetto sia chiamato a rispondere soltanto dei fatti
a lui psicologicamente riferibili a titolo di dolo o di colpa; nei casi cui noi ci riferiamo
evidente che ogni singolo volontario si trover a rispondere, ed eventualmente ad
essere responsabile, solamente delle condotte da lui stesso poste in essere. Questo
ci permette di allargare la riflessione e dare altre risposte altrettanto importanti. In
primo luogo, un problema molto delicato riguarda l'interrogativo se sia possibile che
sia attribuita al soccorritore volontario una responsabilit, nel caso in cui a recare
materialmente danno alla vittima sia un altro componente dell'equipaggio, oppure il
medico con il quale il volontario sta collaborando nell'immediatezza dell'evento
dannoso, e con il quale pu e deve interagire.
La regola generale dalla quale sviluppare le osservazioni la seguente: ogni
partecipante ad un'attivit medica d'quipe risponde solo del corretto adempimento
dei doveri di diligenza e di perizia inerenti ai compiti che gli sono specificamente
affidati; per cui si pu escludere a priori una responsabilit del volontario nell'ipotesi
sopra accennata, cio quando la conseguenza dannosa per la vittima non sia
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Il consenso deve:
a) Avere ad oggetto un diritto disponibile;
b) Essere prestato dal soggetto titolare del diritto, che sia capace di prestarlo e
lo presti validamente;
c) Sussistere al momento del fatto.
Esaminiamo tali caratteristiche con l'intento di riportarle all'esempio menzionato.
a) Oggetto del consenso deve essere un diritto disponibile; chi presta il
consenso deve avere la disponibilit del bene tutelato dalla norma penale, ed
alla cui lesione rivolto il consenso stesso. Circa i beni facenti capo ai singoli,
dobbiamo sottolineare che si ritiene indisponibile la vita, come si evince dagli
art. 579 e 580 c.p. che puniscono l'omicidio del consenziente e l'aiuto al
suicidio; parzialmente disponibile , invece, l'integrit fisica, dovendo
necessariamente distinguere fra quegli atti vantaggiosi per la salute del
soggetto che deve esprimere il consenso, e che saranno quindi ammessi, e
quelli svantaggioso, che invece risulta vietati. Quindi, rispetto alla seconda
ipotesi dell'esempio riportato, in cui la vittima si rifiuta di consentire alla
manovra, qualora l'intervento sia de- terminante per la tutela della sua salute,
diritto riconosciuto e garantito a livello costituzionale, dunque di primissimo
rilievo, non potr godere della libert di esercitare il dissenso.
b) Il titolare del diritto per poter esprimere il consenso deve averne la capacit;
occorre la capacit di intendere e volere, per quanto riguarda invece la
capacit d'agire discusso, sia in dottrina che a livello giurisprudenziale,
quale sia il limite di et richiesto.
c) Il consenso, fra le tante caratteristiche essenziali che deve avere, deve
essere attuale, ovvero esistente al momento del fatto.
Opinione condivisa, e condivisibile, che sia rilevante anche il
CONSENSO
PRESUNTO, che si verifica quando colui che agisce sa che non vi stato il
consenso espresso, ma compie ugualmente l'azione per due motivi:
S consapevole che l'azione medesima vantaggiosa per l'avente
diritto (vittima);
S Pu ragionevolmente presumere che l'avente diritto avrebbe
consentito, se avesse potuto.
Essendo, purtroppo, un'ipotesi non del tutto inconsueto che il soccorritore, nel
momento in cui si trova a dover intervenire, soccorra un soggetto che ha perso
conoscenza, evidente che il criterio del consenso presunto acquista una valenza
assai importante. Dunque il volontario per sentirsi maggiormente salvaguardato deve
valutare il caso concreto e intervenire quando verosimile l'utilit obiettiva, al
momento dei fatto, per l'avente diritto; l'intervento deve dimostrarsi vantaggioso al
punto che l'interesse salvaguardato con la manovra posta in essere, risulti superiore
all'interesse sacrificato. A tal proposito, pare opportuno riportare una pronuncia
giurisprudenziale che, seppure riferita al personale sanitario, chiarisce meglio il
concetto della presunzione dei consenso: "Deve ritenersi esente da responsabilit,
perch privo di colpa, il comportamento del sanitario che abbia agito in base ad un
ragionevole convincimento -sebbene poi rivelatosi fallace- e che, ritenendo
erroneamente ricorrenti i presupposti dello stato di necessit e di urgenza, abbia
omesso di chiedere il consenso del paziente al trattamento medico [Cass., sez. III,
15 Novembre 1999, n. 12621].
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diventa meno immediato ricondurre l'attivit svolta dai volontari a quella l descritta,
perch facendo riferimento alla funzione pubblica, il concetto di servizio pubblico
assume una consistenza i cui confini non sembrano cos rigidi e decisi come ci si
aspetterebbe da una nozione giuridica. Del resto per, anche le definizioni date
dall'art. 359, ai punti n. 1 e 2, relative ai servizi di pubblica necessit, non sono
riconducibili alla situazione in cui operano i volontari, poich richiamano degli
elementi che non sono presenti nell'attivit in questione.
D'altro canto l'attivit del trasporto sanitario, ordinario o di emergenza, non pu che
classificarsi come un servizio pubblico, intendendosi una prestazione che lo Stato
mette a disposizione della collettivit, del cittadino che libero di servirsene oppure
no; quindi un servizio che ha chiare e precise finalit sociali.
Ma vi di pi, la giurisprudenza pregressa ci viene in aiuto, specificando come:
"L'autista di un'ambulanza, di propriet di societ privata, autorizzata al servizio di
pronto soccorso come ausiliaria della protezione civile provinciale, incaricato di
pubblico servizio (..) " [Cass., sez. VI, 28 Maggio 1997].
In buona sostanza, il volontario soccorritore sar considerato un incaricato di
pubblico servizio, poich non si limita a svolgere mansioni solamente esecutive, ma
agisca con un certo margine di autonomia in relazione all'organizzazione dei servizi,
addirittura con taluni poteri di iniziativa.
Per il lettore poco avvezzo alle argomentazioni prettamente giuridiche, questa
dissertazione, che si sviluppa sul labile confine esistente tra le due posizioni
soggettive, risulter sterile e poco proficua, tanto pi che questo dibattito, comunque,
non influisce in maniera sostanziale, poich, investire questi soggetti di una carica
cos determinata, sia che vengano considerati appartenenti all'una o all'altra
categoria, comporta inevitabilmente le medesime conseguenze, sul piano penale, al
fine dell'individuazione di un reato specifico che il volontario pu commettere:
incorre, cio, sempre nella fattispecie disciplinata dall'art. 331 c.p., ovvero
"Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessit". Delitto la cui
commissione punita con la reclusione da sei mesi ad un anno, a cui si aggiunge la
multa minima di un milione.
C) LESIONE PERSONALE
Il codice penale prevede il delitto di lesione personale sia nella forma dolosa che in
quella colposa; quest'ultima disciplinata dall'art. 590 c.p.: "Chiunque cagiona ad
altri, per colpa, una lesione punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa
fino a lire duecentomila" (comma primo).
La lesione personale l'evento che caratterizza il delitto, e costituisce la
conseguenza di un'azione od omissione capace di alterare in modo negativo lo stato
di integrit fisica o psichica dell'individuo leso.
Vale la pena ricordare che l'art. 583 c.p. prevede alcune circostanze aggravanti del
delitto in questione, che meritano particolare attenzione perch hanno carattere
sanitario, distinguendosi cos, sotto questo profilo, dalle aggravanti comuni.
La lesione personale grave:
a) Se dal fatto deriva una malattia che mette in pericolo la vita della persona
offesa, ovvero una malattia o un'incapacit di attendere alle ordinarie
occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni;
b) Se il fatto produce indebolimento permanente di un senso o di un organo.
La lesione personale gravissima se dal fatto deriva:
a) Una malattia certamente o probabilmente insanabile;
b) La perdita di un senso;
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VIOLENZA PRIVATA
Ricorre il delitto di violenza privata (art. 610 c.p.) qualora il soggetto agente ponga in
essere un comportamento costrittivo dell'altrui libert di determinazione; l'elemento
oggettivo del reato in analisi quindi costituito da una violenza o da una minaccia
che abbiano l'effetto di costringere taluno a fare, omettere, ma nel nostro caso
soprattutto tollerare, una determinata cosa.
Per integrare tale reato non sufficiente una condotta che abbia determinato una
situazione di "costrizione", essendo necessario che questa condotta sia stata
realizzata con violenza o minaccia; a tal proposito, giusto precisare che la violenza
si pu identificare in qualsiasi mezzo ido-neo a privare coattivamente l'offeso della
libert di determinazione e di azione, ben potendo trattarsi di violenza fisica, che si
esplica direttamente nei confronti della vittima o di violenza che si attua attraverso
l'uso dei mezzi anomali diretti ad esercitare pressioni sulla volont altrui.
Tale reato punibile con la reclusione fino a quattro anni.
G) MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA O VERSO FANCIULLI
Il titolo di questo reato non deve trarre in inganno il lettore, poich tale delitto ha
subito dalle pronunce giurisprudenziali susseguitesi nel tempo un'interpretazione
alquanto estensiva, a tal punto che si possa ritenere applicabile anche alle
circostanze prese in esame in questa sede.
L'art. 572 c.p. prevede che: "Chiunque maltratta una persona sottoposta alla sua
autorit, o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, Vigilanza o
custodia, o per l'esercizio di una professione o di un'arte, punito con la reclusione
da uno a cinque anni".
Come accennato la lettura data a questo articolo dall'organo giudicante lo ha reso
applicabile anche a quelle situazioni in cui il soggetto agente, e dunque imputabile,
sia colui il quale sia visto come obbligato a garantire "cura" alla vittima. L'elemento
materiale del delitto de quo sono quei comportamento di aggressione fisica o di
lesione dei patrimoni morali, o di sopraffazione sistematica.
opinione di che scrive che questo reato sia da considerarsi potenzialmente
realizzabile da quei volontari che si dedicano ai cosiddetti servizi sociali, piuttosto
che riferibile alle situazioni di emergenza sanitaria; infatti, quel che la legge richiede,
al fine di individuare il delitto di cui trattasi, che vi sia nell'agente la coscienza e la
volont di commettere una serie di fatti lesivi della integrit fisica e della libert o del
decoro della persona offesa in maniera abituale.
Ci, a mio avviso, non possibile solo quando il volontario instaura un rapporto una
tantum con il destinatario dell'intervento di soccorso.
La struttura abituale del reato in esame impone che vi sia una certa continuit nel
comportamento censurabile del reo, attestata da una condotta che solo
progressivamente in grado di realizzare il risultato, che altro non se non l'intento
di infliggere sofferenze fisiche e morali al soggetto passivo.
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Le pene previste per tale delitto oscillano a seconda che le conseguenze riportate
dalla vittima comportino lesioni gravi, gravissime o addirittura la morte in danno della
stessa.
RIASSUMENDO
Due sono i principi fondamentali che dobbiamo tenere sempre bene a mente
nell'esercizio di questa funzione cos delicata:
1. Ciascuno penalmente responsabile delle proprie azioni, cos come
sancito dall'articolo 27, comma primo, della Costituzione; pertanto,
risponde personalmente dei comportamenti che violano la legge penale.
2. Ogni volontario soccorritore deve necessariamente attenersi ai propri
compiti, ovvero deve eseguire solamente quelle manovre ed operazioni
per le quali ha ricevuto una specifica formazione e per le quali stata
riconosciuta e certificata la sua idoneit.
Bibliografia:
Arinci L. A. (2002) La responsabilit penale e civile dei volontari soccorritori, Firenze,
Anpas Toscana.
Aa. Vv. (2004) Scenari di Soccorso, Manuale formativo per il Volontario Soccorritore
118, Torino, Anpas Piemonte.
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Capitolo
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VALUTAZIONE AMBIENTALE
AD AMPIO RAGGIO!!!
Arrivati sulla scena, non concentrare tutta lattenzione sul ferito trascurando quello
che gli sta attorno!
La garanzia della sicurezza personale...
INIZIA dalla conoscenza dei fattori di rischio;
PROSEGUE con l'utilizzo dei presidi di autoprotezione;
SI CONCLUDE operando con metodo sulla scena.
...fattori di rischio:
CULTURALI:
Preparazione,
esperienza,
addestramento,...
OPERATIVI:
Materiali organici,
taglienti,
caustici,
alte temperature
Lautoprotezione inizia durante la fase
di spostamento dellquipe verso il target...
OSSERVA!
(fumo o vapore,
autocisterna, odori
particolari,
codice di Kemmler,
fuoriuscita di sostanze)
AMBIENTALI
Montagna, scarpate,
fossati, strade,
viabilit,...
RILEVA!
(pali della luce abbattuti,
cavi elettrici al suolo)
SITUAZIONALI
Posizione ve
colo,
cantieri,
traffico,
crolli,...
ATTENTO!
(curiosi, feriti sulla
strada, sbandati vittime
di un incidente)
presidi di autoprotezione
Guanti in lattice (infezioni)
Guanti in cuoio (traumi)
Elmetto protettivo (traumi)
Calzature anti-infortunistiche (traumi)
Occhiali protettivi (infezioni e traumi)
Autorespiratore (intossicazioni)
Giaccone (calore radiante,taglio, intemperie)
Bande riflettenti sulla divisa (visualizzazione)
(legge 626; Alleg.B: indumenti di classe 3).
Una volta messa in sicurezza la scena
e raggiunto quindi linfortunato,
lattenzione per la sicurezza personale
NON DEVE DIMINUIRE,
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Il te a m l e a d e r . . .
conosce il territorio
sa organizzare
rassicurante
affidabile
prudente
calmo
versatile
autorevole
competente
professionale
emotivamente stabile
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15 m
In caso di PERICOLO:
30 m
500 m
A
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