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CULTURALE dell'Ingresso
"S. Bartolomeo" dei Domenicani
PP. Domenicani a S. Bartolomeo.
Via Largo Belotti, 1
Tei. 247.827248.943
24100 BERGAMO
L'INCONTRO CON DIO
Conversazione di fratel Carlo Carretto tenuta nella chiesa
di S. Bartolomeo
il 14 Gennaio 1972
Fratel Carlo non chiamarmi nel tuo deserto, non chiedermi
di venire con te, lasciami nel deserto della mia città. Quando
entro in chiesa non sento più la presenza di Dio, ho l'impressione
che il tabernacolo sia vuoto. Io non so dove attingere per la mia
fede, ho l'impressione che l'unica sorgente capace di dirmi
qualcosa sia l'uomo...
Voglio servire l'uomo, vorrei partire e farmi
rivoluzionario; potessi almeno morire per gli uomini!
Mi scriveva una professoressa: "La ringrazio dell'aiuto che
mi ha dato con il suo libro! Accennava "Al di là delle cose"
Sento che Lei ha la fede, io invece ho paura di non credere più.
Alla domenica non vado alla messa, ma cerco di passare il
pomeriggio in un ricovero di vecchi; mi pare un atto religioso che
compio ad avvicinarmi a coloro che soffrono; anche quando entro in
classe faccio del mio meglio, come entrare in una chiesa, e sento
che il rapporto con i miei studenti vorrei che diventasse davvero
impegnativo per me.Che cosa ne dice? Io rispondevo: "Signora
continui così... ognuno ha la sua strada! Non è sola su questo
cammino, oggi molti come Lei salgono sul monte dell'impegno, molti
guardano il volto dell'uomo sofferente come al volto di Dio. E'
una grande speranza di oggi: continui, Lei vedrà che un giorno
troverà Lui, perché c'è Lui, non ci sono soltanto gli uomini, c'è
anche Lui".
Io non nego, anzi anch'io quando partii per l'Africa, il
primo falso schermo che mi mise davanti il Signore è stato questo:
andare nelle Tribù dei Tuareg. Non è che non mi senta solidale con
tutti gli uomini che vogliono liberare l'uomo. Io capisco che c'è
una presenza di Dio nell'evoluzione della storia, nell'impegno di
lberazione; specialmente quei giovani, quei poveri, perché sono
essi che fanno la storia. Sento che c'è qualcosa che mi parla, ma
non mi sembra completo. A me è capitato diversamente; io penso ai
fratelli e cerco ad uno ad uno di amarli e vorrei morire per loro
e lo chiedo sempre al Signore, Ma sento che c'è anche Lui in
Persona, e mi pare che la difesa della fede di oggi sia proprio la
ricerca, la personalizzazione di questo volto di Dio. Dio non è
una nuvoletta, non è l'evoluzione della storia, l'estetica, la
socialità, la cultura, anche se investe tutte le attività dello
spirito. Dio è Persona; a me Dio s'è rivelato come Persona, ecco
quello che vorrei dirle!
A me è capitato così: Lui mi ha folgorato personalmente e
dovrei dire che in queste tappe della mia avventura con Lui, c'è
stato un andare progressivo verso l'intimità personale. Io capisco
l'entusiasmo di ogni Israelita che sente che il rapporto tra
Israele e Jahvè è un matrimonio, cioè un rapporto di intimità
d'amore, di cui il matrimonio è l'immagine: immagine perché più
piccola, ma della stessa natura.
Non credere che tu finisca per tradire i tuoi fratelli, i
tuoi amici, i membri della tua comunità, il giorno che ti chiudi
nella camera con la tua sposa C'è l'amore dei fratelli! Ma tu non
alieni al loro amore il giorno che ti sposi e che fai l'amore con
Dio.
Dio è anche Lui una realtà; l'amore è sempre una risposta
ad un valore, e come io amo ad uno ad uno i fratelli, i fiori,
così amo Dio.
"Signora non tema, continui a cercare, sia fedele
soprattutto: mi permetto di dirle tre parole che annunciano in
fondo la Divinità: sia fedele alla vita, quando Lei sarà fedele
alla vita proclamerà il Padre; quando sarà fedele alla luce e alla
verità proclamerà il Cristo anche se non lo conosce; e quando sarà
fedele soprattutto all'amore senza ambiguità, Lei proclamerà lo
Spirito Santo.
A me è capitato diversamente. Potrei riassumere la mia
avventura da quando ho incominciato ad avere la presa di coscienza
di Dio, concretizzato nella meraviglia. Lo dovrò a mia madre, ma
il potere di meravigliarmi è stato il primo avvertimento che io
ero religioso, che ero chiamato. Meravigliarsi, saper piangere,
saper cantare mia madre cantava sempre.
Oh, non avete difficoltà a capirmi, voi bergamaschi: queste
vallate! Lui è sempre venuto a me in mille modi. Io non ho mai
avuto questo problema con Dio, direi il Dio dell'Infanzia, il Dio
della giovinezza, il Dio del sentimento, il Dio della vita
semplice, il Dio della ragione, non ho mai avuto difficoltà. Io
non so cosa capita a voi, ma vi potrei dire che non c'è più nulla
che giunga al mio orecchio, al mio occhio che non mi parli di Lui.
Non c'è fiore, fogliolina, goccia d'acqua che non sia come un
richiamo, un avvertimento, una cartolina, che non sia come un
simbolo di Lui. Mi sento in Dio come un uccello nell'aria, come un
pesce nell'acqua, meglio: sento in Dio come un bambino nel seno
della madre; non lo vedo ancora in faccia, ma lo tocco
continuamente.
Lo so che è difficile credere, ma a me è più difficile non
credere. E se mi rinnegassi, veramente peccherei contro lo
spirito.
No, non è difficile: mi par di toccarlo Dio in mille modi,
tutto quello che giunge: lo spazio, l'infinito, l'eterno, la
bellezza, l'estetica, il canto, la musica, tutto mi parla di Lui;
Egli è al centro di ogni cosa, non è alla periferia.
Non ho avuto difficoltà eppure ho sentito in quel tempo
che se fossi rimasto fermo in queste considerazioni della
meraviglia, del sentimento, della ragione, io sarei entrato in
crisi; sembra strano, ma è proprio la ragione che ti mette in
crisi.
Io credo che il mondo è stato creato da Dio per fede, non
per ragione. Credo che sia stato creato da Dio e lo credo per
fede; e capisco che il Dio della ragione come il Dio del
sentimento, ti mette sempre in crisi: io lo definisco il "Dio
della Parabola".
E' difficile dire che non esiste, ce ne vuole della forza:
aspetterete vent'anni e poi tornerete indietro a dire: ma forse ha
da esistere qualche cosa!. No, non è semplice. Io definirei questo
Dio della Parabola, della ragione, dell'estetica: "Il Dio mi
sembra che sia". Capisco perché Gesù dice: "Io vi parlo in
Parabole perché capiscano e non capiscano, perché chi può
intendere intenda!” E' misterioso, ma ho l'impressione che ci
debba essere in ognuno di noi un salto di qualità. Se è vero come
è vero che da un animale maturo, è potuto uscire un uomo, e lo
scienziato dice: "Qui non siamo più davanti all'animale, siamo
davanti all'uomo Sapiens"; quando trova in una grotta degli
strumenti di lavoro dice: "Qui c'è stato un salto di qualità!"
L'uomo Faber: se èvero che c'é un salto frà l'animale e
l'uomo, inesorabile, io dico che c'è un salto forse ancora più
importante tra l'uomo Faber e l'uomo che crede. In me c'è stato un
salto di qualità!
Io non so come sia avvenuto, come sia maturata la cosa ma
so che ad un certo momento non ho guardato a destra o a sinistra
ma ho guardato avanti. Quando ho cominciato a pregare sul serio,
ho sentito che il Dio della mia fede, della mia preghiera, non era
un Dio "Mi sembra che sia" era il Dio che è. Ho visto il roveto
ardente e ho sentito la voce che usciva: "Vai libera il mio
popolo!" Ora non è più una nuvoletta, un'estetica, un
sentimento, una categoria mentale: è Qualcuno che parla, E' una
voce! Elia l'ha sentita questa voce: “Mangia, mangia perché la
strada è ancora lunga"! Ed Elia attraversò il deserto e per
quaranta giorni e per quaranta notti camminò verso l'Oreb e quando
giunse, ebbe la Rivelazione che era al di là delle cose. E' la
trascendenza di Dio che giunge a te, un'esperienza completamente
nuova, che tu non puoi calcolare, non puoi misurare. Quando Dio ti
si rivela, non è più il Dio della ragione, del sentimento; l'uomo
incomincia ad entrare in una storia nuova: la storia della
vocazione, la storia di una intimità.
Io direi che l'autentica conversione di ciascuno di noi è
il passaggio dal Dio della Parabola al Dio della pace, al Dio
della fede; cioè ad un rapporto personale. Non è qualcosa che ti
parla è Qualcuno. Ecco io ho scoperto Qualcuno. Dio è diventato
per me una persona.
PREGARE ALLORA SIGNIFICA PARLARE CON LUI, ASCOLTARE LUI
CONOSCERE LUI E AMARE LUI.
O fratelli e sorelle! Vigilate sulla vostra fede cercate di
purificarla dal sentimento, in questi tempi in cui la psicologia
vi giocherà mille e mille sgambetti, in cui vi sentirete veramente
perduti, perché siamo talmente abituati ad avere una fede
mescolata con la cultura, col sentimento, che ci vuole del
coraggio per purificarsi. Io ho avuto la fortuna di essere stato
nel deserto; e Lo ringrazio perché mi ha aiutato a spogliarmi: ho
buttato in aria tutti gli altari della mia giovinezza; di un Dio
parafulmine che mi risolveva i problemi ho cercato di purificare
la mia fede dalla mia cultura, soprattutto, di non trovare dentro
di me l'idea di Dio; perché se io mi facevo un'idea, questa era
un'idolo non Dio. Tutto quello che so di Dio, non è Dio, tutto
quello che la teologia mi può dire di Dio è soltanto un'immagine,
un simbolo, un'aiuto: poiché Dio è intoccabile, è inconoscibile,
al di là di tutto.
Dio è fuoco, è vanto, è spirito, è fiamma, voi non lo
potrete mai contenere nella vostra intelligenza. Dio non si
comunicherà mai ad essa perché non è la chiave della Rivelazione,
anche se ti aiuta e ti porta fino sulla rampa di lancio del
missile.
Io mi sono trovato su questa rampa della mia ragione e poi
ho sentito che dovevo andare al di là, e mi sono lasciato portare
dalla fede ed è stato come un'ogiva che mi ha condotto lontano
sopra.
Tutto quel che di Dio, non è Dio, tutto quello che la
Teologia mi può dire di Dio è soltanto un'immagine, un simbolo, un
aiuto: poiché Dio è intoccabile; è inconoscibile e al di là di
tutto: Dio è fuoco, è vento, è spirito, è fiamma, voi non lo
potrete mai contenere nella vostra intelligenza, Dio non si
comunicherà mai ad essa, perché non è la chiave della Rivelazione,
anche se ti aiuta e ti porta fino sulla rampa di lancio del
missile.
Io mi sono trovato su questa rampa della mia ragione e poi
ho sentito che dovevo andare al di là, e mi sono lasciato portare
dalla fede ed è stato come un'ogiva che mi ha condotto lontano
sopra delle traiettorie che non conoscevo. Dio non poteva venire
dentro di me in immagine, Dio mi si rivelava dal di là nella sua
trascendenza pura.
Io credo alla Rivelazione di Dio, nego la possibilità di
conoscere Dio attraverso la cultura o attraverso qualcosa di
creato; è per questo che prego, che piango, che amo la notte
perche non cerco più fuori di me. Perché devo guardare il cielo?
Io capisco i religiosi che facevano le case nei punti più belli!
Quante volte un giovane mi dice "Io ho bisogno di guardare il mare
per capire Dio!" "E tu guarda"! anch'io l'ho guardato, ma adesso
quando prego chiudo gli occhi e il mare ce l'ho dentro, quello
fuori è' soltanto un simbolo. Non ho bisogno di capire Dio
attraverso le cose; questo capitava quando ero ragazzo, ma la fede
è un'altra cosa; la fede è una co sa da adulti, la fede è una cosa
di Abramo. La fede è un mistero di questo Dio che si mette vicino
a me e mi dice: "Dammi tuo figlio! Ma che stai dicendo? Se io non
ti capissi, se fossi nel ragionamento, direi che sei un Dio che
non esiste, se tu mi chiedi mio figlio. Ma perché dentro c'è
l'amore capisco che hai ragione di dirmelo. E' la più bella
domanda ohe potevi farmi, perché ho capito che l'amore è una
pazzia, e questa domanda è pazza. "Dammi tuo figlio! Cioè dammi
le tue cose, la tua morte, voglio te!" Hai ragione, mio Dio, di
chiedermi così e di stringermi così dentro senza lasciarmi un pò
di respiro, perché sei un amore geloso, e capisco che il rapporto
con Te è dentro, non fuori delle cose.
Fratelli non ho più cercato fuori, non ho cercato la
Rivelazione di Dio attraverso la cultura; io ricordo quand'ero
sulla sabbia e portavo ancora gli ultimi miei libri, e cercavo nei
libri che cosa dicevano gli uomini di Dio il mio Maestro mi
diceva: "Lascia che te li mangino le tèrmiti, mettiti povero e
nudo dinanzi a Dio; difendi un libro solo: la Scrittura, la Parola
di Dio, quella difendila nempre, alla sera attaccala in aria con
un filo perché le tèrmiti non la raggiungano, ma tutti gli altri
libri lasciali. Devi abituarti alla ricerca di Dio nella nudità
della fede, al di là della psicologia, al di là di te, altrimenti
sarai sempre irretito, basterà un pò di mal di denti per darti una
crisi, o basterà un dubbio, una notizia che dei bimbi sono morti
di fame per metterti in crisi con un Dio che non esiste.
Capisco i giovani che mi fanno continuamente questa
domanda: "Ma che Dio è questo Dio che lascia morire i bambini? Ma
che Dio è questo Dio che ci fa soffrire?". No, voi state fuori dal
problema, non potete capire che Dio è grande, perchè il mare è
grande, ma il giorno in cui la tempesta vi travolge e voi bevete
acqua amara, lo maledirete questo Dio che non esiste.
Il vero mare è dentro di te, e lo accetti perche è bello,
perché è in tempesta, perché tu qui non sei del regno, ma in una
agonia di un parto che sta avvenendo. Oh, non credo più alla terra
come al luogo del regno! Mi fanno ridere i teologi quando dicono
che i regni di questa terra saranno come la preparazione del regno
di Dio, io non sono cittadino di nesnun regno e nessun uomo,
nessun impero mi accontenta; in tasca non ho più il passaporto di
nessuna terra, dovessi vivere qui per sempre sentirei che è una
cosa terribile.
C'è ben altro di questo regno, al di là, e capisco come la
storia della terra è come l'agonia di una nascita.
Diceva S. Teresa: "Non costruitevi delle case troppo belle,
guardate al cielo, perché voi vi ingannate se fate il contrario"„
Io non sono con Mao né con nessuno, sento che nessuno mi
accontenta anche se darei la vita per tutti loro, per tutti gli
uomini.
Quand'ero ragazzo e c'era la giornata missionaria dicevo:
"Sono ancora abbastanza giovane, spero prima di morire di vedere
tutti i popoli ai piedi di Cristo su questa terra e il Papa re di
tutti i popoli” e vedevo la giornata missionaria come la speranza
di un unico ovile ed un unico Pastore su questa "terra„.
Pensavo anch'io ad una Chiesa trionfante; numerosa che si
conta ed è contenta di esserlo; ma oggi non lo penso più, anzi,
che la prossima generazione conosca soltanto pochi testimoni
dell'invisibile!
Non è detto che marciamo verso l'unico ovile e l'unico
Pastore su questa terra; l'unico ovile e l'unico Pastore è nel
regno misterioso che Cristo mi ha annunciato.
La terra è grande segno, di un ventre che mi ha generato ad
essere figlio di mio padre e di mia madre, il figlio dell'uomo mi
genera a figlio di Dio. La terra è un segno di casa mia: io ho
pianto di commozione con mia mamma quando ero bambino; è il segno
di un' altra casa che sta venendo, ed è inutile che io mi difenda!
Due mesi fa ho visto morire mio padre: m'aveva detto:
"Cerca di essere con me quando muoio! Se puoi vieni!" Ed io sono
corso, ho passato l'ultima notte con lui. Io gli tenevo la mano,
lui aveva tanta confidenza con me, io l'amavo tanto. Oh, io
sentivo il dramma dell'uomo solo che si butta nell'Eden, in questo
buio della notte; mio padre aveva fede e cercava di appoggiarsi
anche alla mia per il passaggio.
Io non chiedevo a Gesù di guarirlo, ma di aiutarlo a
passare e di aiutare anche me. Non credo che la casa terrena sia
la casa finale per questo non la voglio troppo bella e amo la
tenda del deserto.
Non nego la realtà terrena, né voglio essere pessimista, ma
soffro per coloro che si ingannano e che costruiscono su questa
terra del benessere, come se non dovessero morire.
Ma dite voi che siete felici? Più appesantite la vostra
casa più siete tristi, più soffrite! Quello che io ho di questa
terra è ciò che ho saputo donare nell' amore.
Potessi morire per gli,uomini, potessi diventare Eucarestia
e sfamare tutti come atto d'amore!
Potessi essere all'ultimo posto come Cristo! Dio è venuto a
me rivelandomi il regno misterioso, al di là.
Vivi di qua come ho vissuto io, nell'amore, ma tieni conto
che io ti attendo nel regno. E' stata una rivelazione personale
quella del regno, di un Dio che viene a noi portandoci delle cose
che non sono di questa terra. Tu qui sei figlio dell'uomo e devi
rinascere figlio di Dio: tutto l'insegnamento di Gesù ha avuto
questo significato.
Il Cristo è stato veramente Dio, reso visibile accanto a me
ed io parlando con Gesù ho sempre sentito di parlare con Dio. E
Gesù m'ha rivelato il Volto del Padre e m'ha promesso lo Spirito
Santo, ma sempre Persona, non più una nuvola. Io parlo con Gesù,
col Padre e con lo Spirito Santo ed è questa la mia preghiera.
Il momento non è ancora giunto, l'ora di Dio non è ancora
giunta; Gesù nel Vangelo dice: "Non potete ancora portare quelle
cose che voglio dirvi, verrà un tempo vi manderò Lui!"
Il vero momento non è l'Incarnazione, non è quando Gesù mi
dice: "Quando preghi, prega così: Padre nostro che sei nei
cieli..."
L'ora non è nemmeno la croce, nemmeno quando Gesù ci ha
insegnato che il cielo era abitato dal Padre, ma la Pentecoste!
E' l'Aquila divina che entra dentro di te come un vento e che ti
afferra e fa di te una cosa sola: è la Rivelazione dell'unità di
Dio: "Tu in me ed io in te affinchè siamo consumati nell'unità".
Oh fratelli, questo è il momento più grande della
Rivelazione di Dio! Vuoi pregare? Parla, sei capace di parlare
quando senti questa presenza di Dio in te? Puoi pensare? E' tanto
difficile! E' meglio abbandonarsi nell'amore e ripensare che
quello che è stato promesso a Israele da parte di Javè s'è
compiuto; e in questo convito della sapienza, Dio è venuto e ha
preso possesso di questa mia povera anima e la preghiera è
diventata un rapporto personale..
Non c'è più un luogo per la mia preghiera, non c'è più
nemmeno bisogno di templi, perché io sono il tempio, posso pregare
quando vado in chiesa, quando sono in macchina, sulla strada,
quando lavoro.
PREGARE SIGNIFICA ESSERE, ESSERE CON DIO!
Mentre io dico questo, il Signore soggiunge: "Tu adesso mi
vuoi perché sono forte, potente, perché ti do la gioia, perché
sono Dio, ti risolvo i problemi, e ti porto in Paradiso? No, io ho
paura che tu abbia scelto me per interesse. Voglio lasciarti
libero, voglio che tu provi se sei deciso a richiamarmi, se sei
deciso a fare un patto eterno con me. Il messaggio della salvezza
tu devi prenderlo per sempre, e tu oggi hai la libertà di non
accettarlo. Io me ne vado!". “No Signore sono abbastanza libero
per dirti che sono disposto ad accettare il patto, non
allontanarti adesso che m'hai dato questa Rivelazione della Tua
presenza in me!" "Addio!" E se ne è andato. Voi vi stupite
perché quando pregate siete aridi? Perché quando vi mettete
davanti al Santissimo per abbozzare una preghiera vi sentite come
la sabbia? Avete voglia di scappare? Non stupitevi, siete nella
verità.
La preghiera è aspra e dura perché questo Dio che è
presenza ha bisogno di lasciarci nella libertà e possiamo fare la
nostra scelta prima di compiere il matrimonio eterno nei cieli.
Convito nuziale di cui la Messa è un'anticipazione attraverso il
mistero della fede che è l'Eucarestia ed è l'annuncio. Il Convito
messianico del cielo ha bisogno per maturare, che noi siamo
liberi. Dio ci lascia nella nostra libertà e il segno della nostra
libertà é la fede oscura, è la fede dolorosa. Voi state zitti,
perché le cose che vi dico le avete provate, altrimenti non le
capireste. Tutti voi avete sete di presenza di Dio? non c'è
nessuna sete più grande. Dio si presenta nella fede come assenza e
non senti nulla, hai voglia di scappare e senti il grido: “Le
lacrime sono il mio pane di giorno e di notte, mentre dico a me
tutto il giorno: dov'è il tuo Dio” E' duro, ma è in questa durezza
che voi maturate la vostra fede.
Ma che Dio è questo Dio che lascia morire i bambini, che fa
soffrire? Ma che Dio è che sembra dia ragione all'ingiustizia e
alla bestemmia dell'uomo? Mentre voi desiderate godere, Lui si
presenta a voi come aridità, come sofferenza.
Può darsi che qualcuno pensi che io stia parlando di un Dio
misterioso, che esagero. Sto parlando di Gesù e ve ne do la
spiegazione.
Che cosa aspettavano gli uomini nell'attesa del Messia? Gli
Ebrei che erano una punta avanzata di questa attesa, che cosa
volevano del Messia? Il vincitore! Chi è arrivato? Un bambino,
anche se nessuno ha riconosciuto sotto le carni di un povero
bambino, i lineamenti di Dio, ad eccezione di qualche povero
pastore molto semplice e fuori dalla moda del tempo. I sacerdoti
del tempio che conoscevano la legge aspettavano il vincitore dei
romani, e che avrebbe risolto i problemi di quella povera nazione
sempre in minoranza. E chi è arrivato? Un povero, operaio. Per 30
anni è stato un uomo di questa terra ed è stato nascosto. Isaia:
"Nessuno lo riconobbe!" E così la storia continua fino alla fine,
sempre in urto, da Lui volevano tanti miracoli, segni:
“Razza adultera e perversa voi chiedete continuamente dei
segni, non ve ne darò che uno: come il Profeta rimase tre giorni
nel ventre del pesce e così il Figlio di Dio rimarrà tre giorni
nel ventre della terra!" Era il segno più oscuro che poteva
darci : il segno del pane eucaristico, fino alla fine, fino alla
morte, e ancora sulla croce gli porranno la domanda: "Se Tu sei il
Figlio di Dio scendi dalla croce e crederemo in Te!"
Fratelli noi che vogliamo la luce, la logica, che vogliamo
che spieghi tutto, che cosa avremmo fatto in quella sera?
Forse io stesso, forse mia madre, se fossimo stati presenti
avremmo gridato contro il Calvario: "Maledetto, ci hai ingannato
tutti. Abbiamo creduto che Tu fossi il Messia e invece ci hai
ingannati, sei un bestemmiatore, avevano ragione il popolo ed i
sacerdoti di dire che eri un bestemmiatore, non era possibile che
un Dio morisse, e tu sei morto".
Fratelli quando soffrite nella preghieras quando non capite
perché i piccoli muoiono di fame in India, quando vedete una
giovane sposa morire in una clinica e avete in mente la bestemmia
che la vita non muore è il punto della scelta: o è il vostro Dio
del benessere, il Dio di questo regno o il vostro Dio è il Dio di
un'altro regno che è un regno di mistero, di risurrezione dopo la
morte.
Qui è il punto: che vuoi che ti chieda o Signore? Di
godere, mentre Tu soffri? Non ho paura di pregare nell'aridità,
anche se mi fa tanto male, ma capisco che la natura stessa della
preghiera è questa.
Voi vi scandalizzate quando i bambini dell'India muoiono di
fame e continuamente lo ripetete come motivo della inesistenza di
Dio; forse che è diversa la morte di fame di quel bambino della
Svezia che muore di setticemia o di cancro? Il mistero è la morte!
Non sentite che è un Dio che scandalizza? E volete che sia
un Dio della logica? Un Dio dell'amore, non sarà mai un Dio della
logica.
E' il Dio dell'amore, come l'amore è illogico, senza questa
illogica non mi avrebbe salvato. Vuole che lo amiamo per amore,
non perché ci fa godere. Non c'è nulla che dia più gloria a Dio di
questa oscurità e fedeltà. Ecco perché la terra, la Chiesa sono un
segno; non dobbiamo contarci se siamo numerosi, ma se siamo
fedeli.
E' inutile che le Congregazioni si contino per vedere se
sono numerose, occorre che siano fedeli. Basta un fedele, come un
segno per poter richiamare anche tutto l'universo sotto la potenza
della fecondità di Dio. II segno di ciascuno di voi testimonia
l'Invisibile e testimonia la presenza di Dio che si ripercuotono
sui fratelli.
Ci chiede di credere, sperare, amare; è troppo facile a un
Dio trionfare, ha voluto servire. Io credevo che amare
significasse dominare; ora capisco che significa: servire,
perdere. Cristo non ha cercato di risolvere il problema dei
poveri, li ha lasciati tutti, ma ha cercato Lui di essere povero,
di mettersi al loro posto, di piangere, di amare. Ciò che conta è
che possiamo imitare Lui. il Figlio di Dio, il Figlio di Maria,
l'operaio di Nazareth; Lui il solo capace di dire la verità in
faccia a tutti, e non prendere il regalo dei potenti e non
allearsi con la ricchezza e potenza del mondo.
Tu sei stato l'ultimo di tutti, sei venuto accanto a me e
mi hai conquistato proprio perché ho sentito che non scherzavi con
l'amore.
Mi hai conquistato con il sangue e con la testimonianza di
“Segno" del Padre.
Fratelli, mai come oggi è giunto il tempo di capire che
differenza ci può essere tra una civiltà del benessere e una
civiltà cristiana; è giunto il tempo di sentire fino in fondo
tutta la bellezza di questo Gesù che viene nella nostra casa per
insegnarci ad amare.
Oh, se stasera, tornando a casa voi vi incentrate con uno
dei vostri con cui volete vincere, (e perché volete vincere? Sono
anni forse che non lo amate più) decidete di perdere ; e dite
avevi ragione tu, io ho torto, d'ora innanzi non ti voglio più
dominare, d'ora innanzi vorrei proprio servirti nell'amore, e ti
chiedo scusa che non ti ho capito. L'amore è una sconfitta; ecco
perché il cristianesimo trionfante non può mai essere
conquistatore. Gesù è venuto a insegnarci a perdere e perché era
l'amore; ci ha insegnato qualche cosa che ci ha liberato da noi
stessi; a perdere anche la nostra cultura quando preghiamo. Quando
prego, io mi porto, mi porto povero e nudo davanti a Lui e gli
dico: "Signore io non so niente di Te, ma so una cosa sola, che Tu
mi ami, rivelati a me, rivelati, a me, stampa qui dentro la tua
Rivelazione. Ecco più sono povero, più sono piccolo, più so
perdere con Lui e con i miei fratelli, più ho capito il segreto
stesso di Dio.
Ecco; e mi pare proprio concludendo mentre vi ringrazio,
fratelli di Bergamo, cari vecchi amici, (vorrei salutare quelli
che con me negli anni passati hanno militato nei movimenti
giovanil e che poi dopo ci siamo lasciati ognuno per seguire la
propria strada) vorrei dire a tutti voi che avete tanta fede in
questa terra e che avete saputo conservarla, vorrei dire: restiamo
fedeli in questo momento di difficile, cerchiamo di portarci
davanti alla civiltà di oggi con la potenza della profezia di Dio,
e non con la ricchezza delle cose degli uomini, o con la ricchezza
della cultura umana; anche se tutto potrebbe essere utile ma
certamente potrebbe essere anche qualcosa che ci rende più pesante
la marcia. Cerchiamo soprattutto di essere fedeli alla preghiera,
perché vorrei dirlo ai più giovani, a quelli che soffrono, é la
scoperta che ho fatto nel deserto, è nella "preghiera che
risolviamo i nostri problemi, è nella preghiera che risolviamo i
problemi nostri personali e i problemi della Chiesa, è nella
preghiera ohe impariamo a conoscere il Volto di Dio, è nella
preghiera che troviamo la pace del cuore, e la maniera di imparare
ad amarci di più tra noi, è nella preghiera che poco alla volta ci
trasformiamo in quello che il messaggio della salvezza ci ha
indicato, ci trasformiamo in figli di DIO.