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presumibilmente la Covip a riferire dei limiti all'operativit nello spazio (solo) in capo a tali persone e non
agli intermediari assicurativi (e finanziari) (24).
Soffermandoci adesso sui soggetti abilitati a raccogliere le adesioni su base collettiva, la medesima attivit
pare esercitabile secondo la Covip da persone aventi requisiti non omogenei: gli intermediari assicurativi
(e finanziari), da un lato, e i dipendenti e gli addetti degli enti indicati dall'art. 8, dall'altro. L'istituzione di fondi
pensione aperti, tuttavia, attivit riservata alle imprese di assicurazione (o a banche, SGR e SIM) e l'art. 108
c.a. riserva l'intermediazione avente a oggetto i prodotti assicurativi definiti all'art. 1, lett. ss), c.a. alle persone
iscritte nel registro previsto dall'art. 109 c.a. Da qui l'interrogativo se la Covip possa stabilire che un'attivit
strumentale all'istituzione e gestione dei fondi (: la raccolta di adesioni) sia esercitabile da persone i
dipendenti e gli addetti degli enti indicati nell'art. 8 non comprese nel novero degli intermediari assicurativi
(o finanziari).
La raccolta in esame dovrebbe essere preclusa a persone che non rivestono la qualifica d'intermediario
assicurativo vigendo una riserva di attivit per l'intermediazione di tali prodotti. Deve escludersi, infatti, che il
regolamento Covip possa derogare ai requisiti necessari per abilitare allo svolgimento dell'intermediazione
assicurativa, per giunta non fissan done alcuno (25). Tali requisiti sono previsti dalla Direttiva 2002/92/CE che
stata attuata nel codice delle assicurazioni prevedendo l'obbligo d'iscrizione in un apposito registro tenuto
dall'Isvap di chi svolge l'attivit anzidetta, come definita dall'art. 106 c.a.( (26). Pertanto i soggetti menzionati
nell'art. 8 del regolamento Covip possono raccogliere adesioni ai fondi pensione aperti istituiti da imprese di
assicurazione in via di principio soltanto se iscritti nel registro degli intermediari di cui all'art. 109 c.a. in
conformit ai requisiti previsti dalla disciplina assicurativa( (27).
3.La riferita conclusione richiede alcune precisazioni. Una prima puntualizzazione consiste nel fatto che l'art.
107 c.a. dispone l'iscrizione nel registro degli intermediari e la soggezione alle regole sull'intermediazione
assicurativa solo nel caso l'attivit in questione sia svolta a titolo oneroso. Il considerando n. 11 della Direttiva
2002/92/CE precisa che il compenso idoneo ad attrarre nel novero degli intermediari chi presta servizi
assicurativi pu essere pecuniario o sotto forma di altro beneficio economico concordato e connesso alla
prestazione fornita (28). Per tanto, se le persone e gli enti menzionati nell'art. 8 del regolamento Covip non
percepiscono alcun compenso (29), deve escludersi che siano soggetti all'obbligo d'iscrizione nel registro degli
intermediari di cui all'art. 109 c.a. e alla disciplina sull'intermediazione assicurativa recata dal codice delle
assicurazioni e dalle relative disposizioni di attuazione emanate dall'Isvap.
Occorre chiedersi, a questo punto se le persone e gli enti di cui all'art. 8 possono raccogliere adesioni in forma
collettiva anche percependo un compenso, senza doversi iscrivere nel registro degli intermediari assicurativi e,
in genere, essere assoggettati alla relativa disciplina. L'ipotesi prospettabile qualora la raccolta di adesioni
riguardi un fondo pensione aperto che prevede l'erogazione di una prestazione in forma di rendita direttamente
dal fondo stesso (v. art. 6, comma 3, d.lgs. n. 252/2005) (30). In tal caso, si ribalterebbe lo schema sin qui
seguito perch non si alla presenza di un prodotto assicurativo (: prestato da un'impresa di assicurazione).
La conseguenza che i soggetti di cui all'art. 8 non devono essere iscritti nel registro degli intermediari
assicurativi, mentre l'art. 9, comma 2, sembrerebbe consentire alle reti distributive assicurative lo
svolgimento di un'attivit diversa da quella d'intermediazione loro tipica( (31).
Questa ricostruzione sconta, per, un'obiezione (decisiva). Priva della componente assicurativa, la raccolta di
adesioni al fondo costituirebbe pur sempre una sollecitazione del pubblico risparmio risolvendosi in un
investimento di natura finanziaria avente ad oggetto diritti di natura monetaria (32), ossia in un prodotto
finanziario( (33). Pertanto, svolgendosi all'esterno delle sedi dei soggetti che hanno costituito il fondo, trover
applicazione il disposto dell'art. 31 t.u.f. che la riserva ai promotori finanziari. Deve escludersi, infatti, che il
regolamento Covip possa derogare alle previsioni dettate dal t.u.f., essendo emanato compatibilmente con le
disposizioni per la sollecitazione del pubblico risparmio (art. 1, lett. h), n. 2, della l. n. 243/2004); tanto pi
se la pretesa deroga in peius stante l'assenza di ogni qualificazione professionale in capo alle persone
indicate nell'art. 8 del regolamento medesimo. La conclusione che i fondi pensione aperti non sono un
tertium genus suscettibile di individuare in via autonoma (: con propri requisiti di professionalit) soggetti
abilitati a raccogliere le relative adesioni. L'alternativa solo tra la raccolta di adesioni a un prodotto
considerato come assicurativo o finanziario, fatta da reti distributive aventi i requisiti previsti da quegli
ordinamenti.
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4.Il riferito obbligo d'iscrizione nel registro degli intermediari assicurativi in capo alle persone di cui all'art. 8
del regolamento comporta la soggezione di questi ultimi ai requisiti di professionalit e onorabilit previsti dalla
disciplina assicurativa (v. retro, n. 2). Alla previsione del citato art. 8, tuttavia, pu riconoscersi il significato di
una deroga ai requisiti di forma richiesti per assumere la qualifica d'intermediario assicurativo, nel senso che
possono presentare domanda per l'iscrizione nel registro tenuto dall'Isvap anche gli enti ivi indicati (le
organizzazioni sindacali, i patronati) diversi dalle societ.
Dal combinato disposto degli artt. 110 e 112 c.a., in vero, si evince che solo le persone fisiche e le societ
possono iscriversi al registro degli intermediari assicurativi, mentre sarebbero escluse le altre persone
giuridiche. Questa previsione, per, non discende dalla Direttiva 2002/92/CE sulla mediazione assicurativa che
lascia agli Stati membri il compito di decidere sui requisiti degli intermediari anche per quanto attiene alla loro
forma giuridica, fermo restando il rispetto del diritto comunitario. frutto, dunque, di una volont del
legislatore italiano che non pare formulata in termini inderogabili (34). In particolare, non dato scorgere un
preciso interesse a circoscrivere l'accesso all'attivit d'intermediazione assicurativa alle persone fisiche e alle
societ espungendo le altre persone giuridiche( (35). La Direttiva 2002/92/CE impone regole che, in ogni caso
(: qualunque sia la forma rivestita), tutelano l'assicurato contro l'incapacit dell'intermediario assicurativo di
trasferire i premi all'impresa di assicurazione o di trasferire all'assicurato gli importi della prestazione
assicurativa o di un ristorno di premio (36), prescrivendo a tali intermediari anche il possesso di
un'assicurazione per la responsabilit professionale o di analoga garanzia per i danni derivanti da negligenza
nell'esercizio della loro attivit. La deroga introdotta dall'art. 8 del regolamento in esame, allora, pare
giustificata dalla previsione del richiamato art. 19, lett. g), d.lgs. n. 252/2005 che attribuisce alla Covip il
compito di disciplinare le modalit di offerta al pubblico di tutte le forme pensionistiche complementari
tenendo presenti le disposizioni in materia di sollecitazione del pubblico risparmio. Quest'ultimo vincolo
soddisfatto assoggettando gli intermediari che offrono prodotti previdenziali ai requisiti di onorabilit e
professionalit richiesti agli intermediari assicurativi (o finanziari) e alle regole che questi devono seguire
nell'esercizio della loro attivit, ma la Covip deve tener conto delle peculiarit del settore della previdenza
complementare ammettendo come intermediari quelle persone giuridiche, diverse dalle societ, individuate
come specifiche a tale settore e funzionali al suo sviluppo.
5.Esaminato il profilo strutturale concernente i soggetti legittimati alla raccolta di adesioni su base collettiva
ed i luoghi in cui questa pu svolgersi, occorre volgere l'attenzione al profilo funzionale, ossia alle regole che gli
intermediari devono osservare nella raccolta di adesioni siano esse individuali o su base collettiva ai fondi
pensione aperti e ai PIP (37).
Come anticipato, l'art. 9, comma 1, stabilisce che tale raccolta deve rispettare sia le disposizioni previste dal
successivo articolo 11, sia le regole sul collocamento di prodotti finanziari, nel caso di fondi pensione aperti
istituiti da banche, SGR e SIM, o assicurativi, nel caso di fondi pensione aperti e PIP istituiti da imprese di
assicurazione (38); mentre, per i soli PIP, si applicano anche le regole di cui all'art. 13, comma 3, d.lgs. n.
252/2005( (39). Di talch, a un corpo di regole comuni (: previdenziali), contenute nel regolamento Covip, si
aggiungono quelle assicurative o finanziarie che sono richiamate secondo il soggetto che ha istituito la forma
pensionistica complementare.
Questa scelta non realizza un livellamento delle regole nella raccolta di adesioni, stante il disallineamento
talvolta riscontrabile fra le norme sull'intermediazione assicurativa e quelle concernenti il collocamento di
prodotti finanziari, ogni qual volta mancano disposizioni comuni c.d. previdenziali che assolvono tale compito.
Inoltre, l'armonizzazione tra il settore assicurativo e quello finanziario di recente perseguita dal legislatore
anche mediante l'individuazione di quello, tra i due, che deve disciplinare un certo fenomeno. Di talch i
prodotti assicurativi dei rami vita III e V sono assoggettati alle regole sulla prestazione dei servizi
d'investimento (v. la l. 28 dicembre 2005, n. 262, modificata dal d.lgs. 29 dicembre 2006, n. 303), con
l'esclusione delle forme pensionistiche individuali di cui all'art. 13, comma 1, lett. b) del d.lgs. 5 dicembre
2005, n. 252 [v. art. 1, lett. w-bis) t.u.f.].
Tale esclusione opera per i PIP, in particolare, quando le loro prestazioni sono offerte mediante prodotti di
ramo vita III (40), o prevedono un travaso di posizioni dal ramo vita III al ramo vita I in progressione alla
durata del rapporto( (41), rendendo loro applicabili le regole assicurative limitatamente ai profili che residuano
dal combinato disposto dei menzionati artt. 11 del regolamento Covip e 13, comma 3, d.lgs. n. 252/2005. L,
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dove, la pervasivit di queste norme previdenziali pone l'interrogativo gi sollevato per i prodotti di ramo
vita III e V assoggettati alle regole del t.u.f. sulla permanenza del vincolo della c.d. standardizzazione
fissato dall'art. 119 c.a., quando i PIP sono distribuiti dagli intermediari iscritti nella sezione D del registro degli
intermediari assicurativi( (42).
La scelta del legislatore per un sistema duale di regolazione dei PIP (previdenziale-assicurativa) dunque
antitetica rispetto alla soluzione accolta per i prodotti dei rami vita III e V. Soprattutto, non si applica ai fondi
pensione aperti per i quali si profila addirittura una disciplina trilaterale, con l'aggiunta delle regole sul
collocamento di prodotti finanziari. Ci accade senz'altro per i fondi istituiti da banche, SIM e SGR, quando
garantiscono in via complementare le prestazioni di invalidit e premorienza ai sensi dell'art. 6 d.lgs. n.
252/2005 (v. art. 11, comma 2, regolamento Isvap n. 29/2009), perch queste ultime sono prestazioni
assicurative che si aggiungono a quelle proprie del fondo (43). Mentre controversa la configurabilit di tale
schema trilaterale di regolazione rispetto ai fondi pensione aperti istituiti dalle imprese di assicurazione
autorizzate all'esercizio del ramo vita VI, che integrano con prestazioni assicurative l'offerta del fondo
medesimo( (44). Nonostante la previsione di una garanzia di conservazione del capitale o di un rendimento
minimo garantito e l'assenza di un rischio attinente la vita umana inducano taluni ad affermare che la gestione
di questi fondi realizzata mediante operazioni di capitalizzazione( (45) dunque rientranti nel ramo vita V
rendendo applicabile anche la disciplina del t.u.f. non manca chi rileva la presenza di caratteristiche ostative
a tale assimilazione configurando le gestioni di ramo VI in modo distinto dalla capitalizzazione( (46).
La ricorrenza di fonti plurime di regolazione (duali o trilaterali) pone l'esigenza di una sintesi per evitare
sovrapposizioni o lacune, in ogni caso incertezze, nella loro applicazione. Il 28 dicembre 2007, l'Isvap e la
Consob hanno posto in pubblica consultazione un documento congiunto sulla distribuzione dei prodotti c.d.
multi ramo che si occupa dell'informativa precontrattuale e delle regole di comportamento. Nella predetta
comunicazione si evidenziano le convergenze riscontrabili nella disciplina assicurativa e finanziaria, ma si rileva
pure come i due set di regole, nonostante la richiamata omogeneit, abbiano un grado di articolazione e di
specificazione che pu non corrispondere esattamente (47). La solu zione prospettata dalle autorit di
vigilanza richiede ai soggetti vigilati il rispetto di quella che tra le due normative di volta in volta tutela
maggiormente il loro cliente (48). Se confermato nella versione finale del documento, tale approccio
riassumibile in un principio di pratica saggezza: nel pi contenuto il meno.
Il ricorso a tale principio forse inevitabile, quando il mancato allineamento discende da previsioni
legislative; mentre appare in contrasto con il criterio che impone alle autorit di vigilanza di esercitare il loro
potere regolamentare in modo proporzionale (v. artt. 6, comma 1, lett. b), t.u.f. e 191, comma 2, c.a.),
ossia adeguato al raggiungimento del fine con il minor sacrificio degli interessi dei destinatari, se il
disallineamento conseguente a scelte esclusive delle autorit anzidette (49).
La scelta fatta dalla Covip dettando una disciplina che non esclude l'applicazione di quella sull'intermediazione
assicurativa e sul collocamento di prodotti finanziari, come le caratteristiche dei prodotti offerti che intersecano
diversi settori di disciplina, rendono ormai ineludibile un raccordo tra le diverse autorit di vigilanza
interessate. auspicabile che la consultazione sui prodotti multi ramo coinvolga anche la Covip, cos da
pervenire (in tempi brevi!) a un regolamento congiunto che individui le regole concretamente applicabili nella
raccolta di adesioni a tali fondi (50). Il rischio, altrimenti, che sia inefficace (: incerta) l'avvertenza rivolta
dalle autorit di vigilanza agli operatori di selezionare la regola che contiene l'altra (: dell'altra materia) in
qualche misura corrispondente e pi lasca.
6.Un'altra riflessione sul profilo c.d. funzionale riguarda le tecniche di comunicazione a distanza. Il loro uso
senz'altro ammesso per la raccolta di adesioni individuali ai fondi pensione. Dispone in tal senso l'art. 67-ter
del d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206 (codice del consumo) riproducendo il disposto dell'art. 2, lett. b) del
d.lgs. 19 agosto 2005, n. 190 che ha attuato la Direttiva 2002/65/CE, relativa alla commercializzazione a
distanza di servizi finanziari ai consumatori, dove si adopera l'espressione qualsiasi servizio di previdenza
individuale.
Quid juris nel caso di adesioni su base collettiva? In assenza di una chiara indicazione da parte della Covip
(51), due considerazioni depongono nel senso di comprendere tali adesioni nella riferita espressione dell'art.
67-ter, lett. b). Il principio dell'adesione individuale e volontaria contraddistingue adesso il settore della
previdenza complementare anche alla presenza di forme collettive d'istituzione del fondo pensione (v. retro, n.
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1). Inoltre, il servizio di previdenza individuale pare individuare la prestazione erogabile all'aderente al
fondo pensione aperto che , in ogni caso, individuale a prescindere dal modo di adesione al fondo medesimo.
Riguardo alle regole che disciplinano l'uso delle tecniche di comunicazione a distanza, il successivo art.
67-decies prevede che, oltre alle informazioni di cui agli articoli 67-quater, 67-quinquies, 67-sexies, 67-septies
e 67-octies, sono applicabili le disposizioni pi rigorose previste dalla normativa di settore che disciplina
l'offerta del servizio o del prodotto interessato. A differenza delle altre autorit, la Covip non ha emanato
alcuna disposizione in materia. Di talch la raccolta di adesioni dovr avvenire in conformit alle regole
contenute nel d.lgs. n. 206/2005 e a quelle, pi rigorose, previste dalla normativa assicurativa (per i PIP) o
finanziaria ripresentando, cos, le considerazioni svolte in precedenza (v. retro, n. 5) sul rinvio a queste
normative operato dalla Covip.
Si rileva, ad ogni modo, che l'art. 67-duodecies, comma 2, d.lgs. n. 206/2005 innalza a trenta giorni il
termine per l'esercizio del diritto di recesso per i contratti a distanza concernenti le operazioni aventi a
oggetto gli schemi pensionistici individuali. Tale espressione sembra equivalente, se non pi ampia, di quella
usata al precedente art. 67-ter, lett. b) per definire i servizi finanziari destinatari delle previsioni in esame (
qualsiasi servizio di previdenza individuale). Soprattutto, risponde a un favor per il settore della previdenza
complementare che non tollera discriminazioni basate sul modo di accesso. Pertanto, attrae nel termine di
trenta giorni le adesioni ai fondi pensione, a prescindere dal soggetto che li ha costituiti, in luogo del termine di
quattordici giorni fissato dall'art. 67-duodecies, comma 1, che applicabile a tutti i contratti a distanza ad
eccezione delle assicurazioni sulla vita e appunto delle operazioni anzidette.
Un'ultima considerazione attiene al disposto dell'art. 67-duodecies, comma 8, che stabilisce la risoluzione
senza alcuna penale anche del contratto prestato da un fornitore o da un terzo, sulla base di un accordo tra i
due, che sia aggiuntivo a quello pure stipulato a distanza relativo a un determinato servizio finanziario,
qualora il consumatore eserciti il suo diritto di recesso nei modi fissati dalla predetta norma. Si rilevato in
precedenza (v. retro, n. 1) che l'offerta di fondi pensione aperti (e di quelli negoziali) spesso accompagnata
da prestazioni assicurative accessorie, ad adesione facoltativa o obbligatoria (52). Pertanto il recesso dal fondo
pensione determina la risoluzione anche del contratto assicurativo accessorio al fondo medesimo e, se
l'adesione a questo contratto era facoltativa, il relativo premio si configura come un costo aggiuntivo rispetto
all'adesione al fondo e deve essere restituito ricorrendo le condizioni e per gli importi previsti dall'art.
67-terdecies.
7.Le considerazioni sin qui svolte sul profilo strutturale e funzionale delle adesioni ai fondi pensione (e ai PIP)
introducono una riflessione sulla scelta compiuta dalla Covip nel regolamento in esame. L'autorit ha
individuato le reti distributive e le regole sulla raccolta di adesioni in dipendenza della natura del soggetto che
ha istituito il fondo pensione aperto mostrando di preferire un approccio per categorie di soggetti (53).
Questa scelta evidenzia alcuni pregi: (i) individua con chiarezza la fonte (assicurativa o finanziaria) che
disciplina in tutto o in parte, rispettivamente, il profilo strutturale e quello funzionale; (ii) non altera
l'organizzazione distribuiva delle imprese che istituiscono i fondi pensione. Si presta all'obiezione, per, di
trattare in modo difforme dei prodotti identici, se valutata rispetto alle caratteristiche di quel che offerto,
trascurando lo spunto contenuto nella disciplina di rango primario che distingue tra fondi pensione aperti in
regime di prestazione definita e in regime di contribuzione definita (v. art. 2 d.lgs. n. 252/2005) (54). I primi
sono quelli in cui assicurata una prestazione determinata con riferimento al livello del reddito o a quello del
trattamento pensionistico obbligatorio (v. art. 2, comma 2, d.lgs. 252/2005), che sono effettivamente
riconducibili ai rami vita I e III implicando l'assunzione di un rischio demografico( (55). I secondi prevedono la
trasformazione in una rendita del risultato della gestione dei contributi accumulati, dove il risultato una
variabile dipendente dal rendimento degli investimenti. Si tratta di un'operazione di gestione di fondi collettivi
che ritenuta dalla dottrina non propriamente assicurativa( (56), svolgendosi secondo caratteristiche
riscontrabili anche alla presenza di un fondo costituito da banche, SIM o SGR( (57). Riguardo a tali fondi,
pertanto, il regolamento Covip sembra in controtendenza rispetto al livellamento delle regole perseguito con la
l. n. 262/2005 che assoggetta alcuni prodotti assicurativi alle disposizioni su quelli finanziari guardando al loro
contenuto (: al rischio per l'investitore) e non al loro produttore( (58).
Come si pi volte osservato, tuttavia, l'offerta di forme pensionistiche complementari spesso caratterizzata
da un insieme di prestazioni che vedono abbinate, a quelle tipicamente previdenziali (59), altre di natura
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assicurativa in vario modo accessorie ed eventuali. In questi casi, l'accento posto dalla Covip sul prodotto
finale di cui si raccoglie l'adesione rispecchia i pregi evidenziati in precedenza; laddove il compito di
soddisfare l'esigenza di un'adesione consapevole alle forme pensionistiche complementari, ai sensi del d.lgs. n.
252/2005, spetta alle regole c.d. previdenziali contenute nell'art. 11 del regolamento Covip a prescindere
dall'eventuale componente assicurativa (o finanziaria).
8.La Covip deve vigilare sull'attuazione delle disposizioni concernenti la raccolta delle adesioni ai fondi
pensioni e ai PIP, sulla trasparenza nei rapporti con gli aderenti e sulle modalit di pubblicit, con facolt di
sospendere o vietare la raccolta delle adesioni in caso di violazione delle disposizioni stesse (v. art. 19, comma
1, lett. g), d.lgs. n. 252/2005); mentre non riscontrabile alcuna previsione di sanzioni disciplinari o
amministrativo-pecuniarie a carico dei soggetti che svolgono la raccolta e alla cui applicazione sia preposta la
Covip.
Un siffatto quadro normativo, in primo luogo, rafforza le considerazioni svolte in precedenza sul profilo
strutturale (v. retro 2), tese a dimostrare che la raccolta di adesioni ai fondi pensione aperti pu essere
svolta solo da intermediari assicurativi (o finanziari) essendo vigilati e sanzionabili dalle rispettive autorit di
settore (60). Diversamente, la medesima attivit sarebbe svolta da soggetti non sanzionabili (quelli dell'art. 8
regolamento Covip), a differenza di altri (le reti distributive assicurative o finanziarie).
Altra indicazione che la vigilanza della Covip non pu essere autarchica, neppure quando attiene al profilo
che si definito come funzionale. Come accennato pi volte, l'art. 11 del regolamento Covip stabilisce che
devono essere rispettate anche le disposizioni in materia assicurativa (o finanziaria) nella raccolta di adesioni,
mentre diverse norme del regolamento Isvap n. 5/2006 dispongono con espresso riferimento all'attivit degli
intermediari assicurativi in materia previdenziale (61). Pertanto, un mancato raccordo tra le autorit anzidette
suscettibile di creare una sorta di zona grigia nella quale, al potere normativo di entrambe, potrebbe non
corrispondere un'efficace (: dissuasiva ed effettiva) potest sanzionatoria. Per evitare che ci accada
indispensabile la concreta attuazione del principio sancito dall'art. 10, comma 4, c.a. secondo cui l'Isvap
collabora, anche mediante lo scambio d'informazioni, con le autorit ivi menzionate tra cui la Covip e
ciascuna di esse collabora con l'Isvap al fine di agevolare l'esercizio delle rispettive funzioni e senza opporre
reciprocamente il segreto d'ufficio. Principio che potrebbe trovare applicazione nei modi indicati dall'art. 20
della l. n. 262/2005 (62). A oggi, tuttavia, non sono riscontrabili forme di coordinamento tra Covip e Isvap,
nonostante le richiamate norme di rango primario e addirittura quelle emanate dalle stesse autorit di
vigilanza postulino il contrario( (63).
La Covip, infatti, ha il potere di sospendere o vietare la raccolta delle adesioni che si svolga in violazione delle
disposizioni che la disciplinano (art. 19, comma 1, lett. g), d.lgs. n. 252/2005), ma tali disposizioni
comprendono, ai sensi dell'art. 11 del regolamento Covip, quelle emanate dall'Isvap e sul cui rispetto
quest'ultima autorit continua a vigilare. In concreto, l'esercizio dell'anzidetto potere potrebbe essere
pregiudicato dalla mancata, o non tempestiva, segnalazione delle violazioni a tali norme da parte dell'Isvap,
con evidente ripercussione negativa sugli interessi per la cui tutela il potere attribuito alla Covip.
L'Isvap, d'altro canto, enuncia le fattispecie sanzionate come illeciti disciplinari all'art. 62 del regolamento n.
5/2006 prevedendo: (i) la radiazione nel caso di esercizio dell'attivit d'intermediazione in violazione delle
disposizioni della Parte III, Titolo I, Capi II e IV (v. art. 62, comma 2, lett. a) n. 6), che comprendono l'art.
43 in forza del quale il collocamento delle forme pensionistiche complementari consentito nel rispetto delle
disposizioni impartite dalle Autorit di vigilanza competenti in materia di forme pensionistiche complementari;
(ii) la censura per la violazione delle disposizioni di cui agli artt. 47, comma 1, lett. c) e 52 (v. art. 62, comma
2, lett. b), nn. 5 e 9), ossia di norme applicabili anche alle adesioni ai fondi pensioni e ai PIP (64). Anche in
questo caso, il valido esercizio della potest sanzionatoria sembra dipendere dalla collaborazione tra le autorit
essendo difficile immaginare che l'Isvap possa infliggere una sanzione disciplinare a prescindere dagli
accertamenti e dalle valutazioni (se non dalla mera segnalazione delle violazioni) compiuti dalla Covip, almeno
per i profili regolati da quest'ultima( (65).
Rimane sullo sfondo, poi, la riferita questione dei prodotti multi ramo (v. supra 5), rispetto ai quali la
comunicazione congiunta Isvap Consob del 28 dicembre 2007 vuole operare una sintesi tra gli obblighi di
rango primario fissati dagli artt. 182 c.a. e 101 t.u.f., e quelli posti dalla normativa secondaria dagli artt.
33-sexies-33-septies del regolamento Emittenti Consob e 38-41 del Regolamento Isvap sulla Trasparenza,
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ossia di un regolamento (il n. 35/2010) emanato soltanto lo scorso 26 maggio 2010, a seguito di una seconda
pubblica consultazione che si conclusa il 30 settembre 2009. Sintesi, peraltro, che dovrebbe ulteriormente
raffinarsi sulla scorta delle regole fissate dalla Covip (66).
9.Oltre a rivelare l'esigenza di una collaborazione tra autorit di vigilanza affinch trovi effettiva applicazione,
la disciplina della vigilanza (e delle sanzioni) della Covip pare soffrire anche di una sua incoerenza interna.
L'art. 11 del regolamento Covip mira a livellare il terreno di gioco nell'offerta di forme pensionistiche
complementari richiedendo che i potenziali aderenti siano messi in condizione di comparare le diverse offerte, a
prescindere se relative a fondi pensione aperti e PIP, o attinenti ai fondi pensioni negoziali. A tal fine, detta le
regole di comportamento nella raccolta delle adesioni, senza distinguere tra fondi pensione aperti e negoziali,
disponendo che: I fondi pensione negoziali e i soggetti istitutori dei fondi pensione aperti e dei PIP operano in
modo che i soggetti che svolgono l'attivit di raccolta delle adesioni alle forme pensionistiche complementari
osservino le disposizioni ivi indicate.
Anche l'adesione ai fondi negoziali, dunque, rimessa alla discrezionalit del singolo individuo che dovr
essere posto nella condizione di comparare l'offerta di adesione a tale fondo con le altre disponibili sul mercato
della previdenza complementare (67). Comparabilit che funzionale, altres, alla possibilit di trasferire la
propria posizione da un fondo negoziale a un fondo aperto, o viceversa, o tra fondi negoziali( (68),
discendente dal principio fissato dalla l. n. 243/2004 che assegna alla Covip il compito di garantire la
trasparenza delle condizioni contrattuali fra tutte le forme pensionistiche collettive e individuali, disciplinando
e vigilando sulle modalit di offerta al pubblico di tutti i predetti strumenti di previdenza complementare [...]
al fine di tutelare l'adesione consapevole dei soggetti destinatari, e che ha trovato attuazione nel disposto
dell'art. 14 d.lgs. n. 252/2005 (69).
L'aver stabilito regole di comportamento uguali per tutti quelli che raccolgono le adesioni alle forme
pensionistiche complementari (v. art. 11 regolamento Covip) (70), tuttavia, non pare sufficiente per affermare
che la raccolta delle adesioni si svolge nel rispetto delle stesse regole, almeno sotto due profili. L'uno attinente
alle disposizioni che disciplinano i soggetti che svolgono tale attivit e le garanzie che forniscono agli aderenti;
l'altro riguardante le sanzioni che possono essere inflitte a tali soggetti, per l'idoneit a dissuaderli dal tenere
comportamenti contrari alle regole che devono osservare.
Esaminando il primo dei profili anzidetti, la raccolta di adesioni ai fondi pensione negoziali riservata ai
soggetti, e si svolge nei luoghi, individuati dall'art. 8 del regolamento Covip, con esclusione delle reti
distributive assicurative (e finanziarie). A tali soggetti non sono richiesti requisiti di onorabilit e
professionalit, n un'assicurazione per la responsabilit civile derivante dall'attivit di raccolta svolta, e
potrebbero avvalersi di non meglio precisati addetti o incaricati, in aggiunta o in alternativa ai loro
dipendenti. Il contrasto con i requisiti dettati per le reti assicurative (e finanziarie) alquanto stridente in
previsione di un mercato della previdenza complementare in cui le posizioni degli aderenti possono trasferirsi
da un fondo all'altro.
Contrasto che si acuisce considerando il secondo profilo poc'anzi enunciato, ossia la potest sanzionatoria. A
parte i rilievi formulati in precedenza sul potere di sospendere o vietare la raccolta di adesioni (v. retro, n. 8),
che peraltro ha solo un effetto deterrente (71), nessuna sanzione disciplinare rintracciabile nelle disposizioni
emanate dalla Covip, n in quelle di rango primario che attengono alla materia previdenziale. Al cospetto di
dipendenti infedeli o di addetti e incaricati di varia estrazione e diversamente motivati (: incentivati), quale
tutela offerta dall'ordinamento ai potenziali aderenti?
Le dinamiche del mercato del lavoro possono indurre una persona ad aderire a un fondo pensione aperto o ad
un PIP e in seguito, entrando a far parte della categoria che ha costituito quello negoziale, a preferire
quest'ultimo al primo; ovviamente, pu verificarsi anche il contrario (72). La comparazione richiesta affinch
l'adesione sia consapevole dovrebbe riguardare, in ogni caso, gli elementi presi in considerazione dall'art. 11
del regolamento Covip non tollerando regole difformi sui soggetti che stimolano la mobilit raccogliendo le
adesioni alle diverse forme pensionistiche complementari.
Pertanto l'autorit di vigilanza e il legislatore dovrebbero interrogarsi sullo squilibrio registrabile nelle regole
relative a chi sollecita le adesioni e considerare adeguatamente che la raccolta di tali adesioni pu riguardare
anche persone che gi aderiscono ad una forma pensionistica complementare. Occorre evitare che la pur
auspicata competizione tra forme pensionistiche vada a detrimento di chi vi aderisce, prevenendo il sorgere
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complementari.
(15) Cfr. la Deliberazione Covip del 29 maggio 2008, pubblicata nella G.U. del 19 giugno 2008, n. 142.
(16) Per comodit del lettore, si riporta il testo dell'art. 11 recante Regole di comportamento nella raccolta
della adesioni: 1. I fondi pensione negoziali e i soggetti istitutori dei fondi pensione aperti e dei PIP operano
in modo che i soggetti che svolgono l'attivit di raccolta delle adesioni alle forme pensionistiche
complementari: a)osservino le disposizioni normative e regolamentari; b)si comportino con diligenza e
trasparenza nei confronti dei potenziali aderenti; c)forniscano ai potenziali aderenti, in una forma di agevole
comprensione, informazioni corrette, chiare e non fuorvianti, richiamandone l'attenzione sulle informazioni
contenute nella Nota informativa e, in particolare, su quelle inerenti le principali caratteristiche della forma
pensionistica riportate nella scheda sintetica, con specifico riguardo ai costi, alle opzioni di investimento e ai
relativi rischi, al fine di consentire agli stessi di effettuare scelte consapevoli e rispondenti alle proprie
esigenze; d)in particolare, con riferimento ai costi, richiamino l'attenzione del potenziale aderente
sull'Indicatore sintetico del costi riportato in Nota informativa e sull'importanza di acquisire informazioni circa
gli Indicatori sintetici dei costi relativi alle altre forme pensionistiche complementari, disponibili sul sito web
della COVIP; e)si astengano dal fornire informazioni non coerenti con la Nota informativa; f)richiamino
l'attenzione del potenziale aderente in merito ai contenuti del Progetto esemplificativo standardizzato, redatto
in conformit alle Istruzioni della COVIP, precisando che lo stesso volto a fornire una stima dell'evoluzione
futura della posizione individuale e dell'importo della prestazione pensionistica attesa, cos da consentire al
medesimo di valutare la rispondenza delle possibili scelte alternative rispetto agli obiettivi di copertura
pensionistica che vuole conseguire; g)richiamino l'attenzione del potenziale aderente sull'informazione,
contenuta nel Progetto esemplificativo standardizzato, circa la possibilit di effettuare simulazioni
personalizzate mediante un motore di calcolo messo a disposizione sul sito web del fondo pensione; h)
agiscano in modo da non recare pregiudizio agli interessi degli aderenti; i)nel caso in cui a un soggetto
rientrante nell'area dei destinatari di una forma pensionistica di natura collettiva sia proposta l'adesione ad
altra forma pensionistica, richiamino l'attenzione del potenziale aderente circa il suo diritto di beneficiare dei
contributi del datore di lavoro nel caso in cui aderisca alla predetta forma collettiva; l)non celino,
minimizzino od occultino elementi o avvertenze importanti; m)compiano tempestivamente le attivit e gli
adempimenti connessi alla raccolta delle adesioni; n)verifichino l'identit dell'aderente, prima di raccoglierne
le sottoscrizioni.
(17) Eventuali sovrapposizioni o lacune possono creare incertezza sulle regole da osservare e sono suscettibili
di riflettersi anche nell'azione di vigilanza, oltre al disagio materiale creato all'operatore che costretto a
ricorrere a una pluralit di testi normativi per ricostruire gli obblighi cui tenuto.
(18) Si conferma la tendenza gi rilevata da Paci, L'offerta di fondi aperti e PIP dopo la prima fase di avvio
della riforma della previdenza complementare, in Dir. ed economia assicuraz., 2007, 662.
(19) Cfr. la Deliberazione Covip del 31 ottobre 2006, pubblicata nella G.U. del 21 novembre 2006, n. 271,
recante l'Adozione degli schemi di statuto, di regolamento e di nota informativa, ai sensi dell'articolo 19,
comma 2, lettera g) del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, al punto D4 dello schema di nota
informativa.
(20) Per comodit del lettore, si riporta di seguito il menzionato art. 9: 1. La raccolta delle adesioni ai fondi
pensione aperti e PIP pu avvenire all'interno delle sedi legali o delle dipendenze delle societ istitutrici da
parte di addetti a ci incaricati, ovvero avvalendosi delle reti di distribuzione utilizzabili nel settore operativo di
appartenenza, nel rispetto delle regole di cui al successivo articolo 11 e delle disposizioni previste per il
collocamento di prodotti finanziari, nel caso di fondi pensione aperti istituiti da banche, SGR e SIM, o
assicurativi, nel caso di fondi pensione aperti e PIP istituiti da imprese di assicurazione. 2. Le adesioni ai
fondi pensione aperti su base collettiva, poste in essere in virt delle relative fonti istitutive di carattere
collettivo, dei lavoratori dipendenti e dei relativi familiari a carico, possono essere raccolte, oltre che secondo le
modalit di cui al comma 1, anche presso i luoghi indicati all'articolo 8 comma 1, da parte dei soggetti ivi
indicati o di incaricati delle societ istitutrici ivi inclusi quelli appartenenti alle reti di distribuzione di cui le
societ si avvalgono.
(21) Per le adesioni individuali ai fondi pensione aperti e ai PIP, infatti, l'art. 9, comma 1, del regolamento
Covip riserva la raccolta in esame solo ai soggetti che istituiscono i fondi e alle reti distributive di cui si
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avvalgono, escludendo che possa essere svolta anche dagli enti di cui all'art. 8, come previsto invece dall'art.
9, comma 2, per le adesioni in forma collettiva.
(22) Si ricorda: i dipendenti o addetti del fondo, dei soggetti sottoscrittori delle fonti istitutive del fondo, dei
patronati, del datore di lavoro che, in vero, pu svolgere quest'attivit anche avvalendosi di incaricati del fondo
o dei soggetti sottoscrittori delle fonti istitutive.
(23) Affermano la legittimazione anche delle societ fiduciarie di gestione: Righini, La gestione finanziaria del
patrimonio dei fondi pensione chiusi, Milano, 2006, 46 ss.; Corti, La gestione dei fondi pensione chiusi, in
Nuove leggi civ. comm., 2007, 658 s., nt. 113.
(24) L'art. 43 del Regolamento Isvap n. 5/2006, peraltro, consente il collocamento di forme pensionistiche
complementari agli iscritti nel registro, nonch agli addetti operanti all'interno dei locali degli intermediari di
cui alle sezioni A, B e D precisando che questo deve avvenire nel rispetto delle disposizioni impartite dalle
Autorit di vigilanza competenti in materia di forme pensionistiche complementari. Disposizioni, queste
ultime, che sanciscono una (de)limitazione di luoghi all'art. 8, comma 1, che non si riscontra nell'art. 9,
comma 1.
(25) Parimenti, la legislazione in materia previdenziale non deroga ai vincoli che incontrano le reti distributive
assicurative nello svolgimento della loro attivit. Se la raccolta di adesioni riguarda un fondo al quale sono
collegate prestazioni assicurative, il ricorso agli intermediari assicurativi iscritti nella sezione d) del registro
degli intermediari comporta la soggezione al vincolo del prodotto standardizzato fissato dall'art. 119, comma
2, c.a. pure ultra, nel testo, n. 5).
(26) Sulla nozione d'intermediazione assicurativa accolta nel nostro ordinamento e su quella contenuta nella
Direttiva 2002/92/CE sulla mediazione assicurativa v, con opinioni diverse: Marano, Gli intermediari di
assicurazione e riassicurazione, in Il nuovo codice delle assicurazioni. Commentario sistematico, a cura di
Amorosino - Desiderio, Milano, 2006, 257 ss.; Sepe, Sub art. 106, in Il codice delle assicurazioni, diretto da
Capriglione, con la collaborazione di Alpa e Antonucci, II, 1, Padova, 2007, 14 s.; cfr., altres, Santi,
Intermediazione e distribuzione dei prodotti assicurativi, Milano, 2009, 76 s.
(27) Opinare diversamente, peraltro, significherebbe affermare la conformit al precetto sancito dall'art. 19,
lett. g) del d.lgs. n. 252/2005 che prescrive alla Covip di tutelare l'adesione consapevole dei soggetti
destinatari di tutte le forme pensionistiche complementari di un quadro normativo in cui la stessa attivit
svolta in ipotesi sia da soggetti titolari di un rapporto di lavoro, anche non dipendente, con gli enti di cui
all'art. 8 e senza alcun vaglio della loro professionalit (e onorabilit), sia da persone alle quali richiesto il
superamento di un esame, che attiene anche alla previdenza complementare (v. art. 9, comma 4, lett. b) e g)
regolamento Isvap n. 5/2006), e comunque il possesso continuato di competenze professionali su tale materia
(v. art. 21, comma 1, lett. c) regolamento Isvap n. 5/2006), oltre a fornire una garanzia assicurativa per
eventuali danni (v. art. 11, comma 3, del regolamento Isvap n. 5/2006), in conformit alle richiamate
previsioni di fonte comunitaria (Direttiva 2002/92/CE).
(28) L'Isvap ha espresso l'opinione, almeno alla data del 28 marzo 2010, secondo cui nella nozione di
compenso: deve ritenersi compresa ogni utilit di carattere patrimoniale che costituisca corrispettivo
dell'attivit di intermediazione assicurativa svolta, indipendentemente dalle modalit con cui sia stata
corrisposta. In particolare, costituisce compenso anche l'erogazione di una retribuzione periodica ovvero la
partecipazione ad utili, a fronte dello svolgimento della predetta attivit (v. il punto 1.1. delle risposte alle
domande frequenti sull'attivit d'intermediazione assicurativa, consultabile sul sito web dell'autorit).
(29) L'obbligo d'iscrizione nel registro degli intermediari sussiste in capo al percettore del compenso che svolge
l'attivit d'intermediazione. Pertanto, ove il compenso vada esclusivamente all'ente, sar quest'ultimo a doversi
iscrivere (presumibilmente nella sezione e) del registro), a nulla rilevando che le persone di cui si avvale non
percepiscono alcunch per l'attivit d'intermediazione svolta per suo conto. Queste ultime, tuttavia, saranno
soggette alle regole di comportamento stabilite per gli intermediari ai sensi dell'art. 45 del Regolamento Isvap
n. 5/2006 e dovranno iscriversi nella sezione e) se svolgono l'attivit negli spazi che ospitano momenti
istituzionali di attivit dei soggetti sottoscrittori delle fonti istitutive e dei patronati o attivit promozionali del
fondo pensione essendo diversi dai locali dell'intermediario s da configurare una loro operativit fuori sede.
Diversamente, se il compenso percepito soltanto dalle persone fisiche di cui si avvalgono gli enti menzionati
all'art. 8, comma 1, l'obbligo di iscrizione grava sulle prime.
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(30) Sul punto, v. de Luca, Rendite vitalizie e fondi pensione negoziali: problemi e prospettive, in Dir. ed
economia assicuraz., 2005, 1127 ss., il quale sottolinea come tale erogazione non assuma i caratteri propri
dell'assicurazione caso vita, ma si avvicini ad un'operazione di capitalizzazione.
(31) Ammettendo tale possibilit (ma v. infra, nel testo), l'oggetto sociale degli intermediari assicurativi deve
prevedere espressamente quest'altra attivit non essendo compresa in quella d'intermediazione assicurativa e
la polizza di responsabilit civile stipulata ai sensi degli artt. 110 e 112 c.a. non coprirebbe eventuali
responsabilit derivanti da una siffatta intermediazione previdenziale.
(32) Sulle caratteristiche della nozione di prodotto finanziario, v. Chionna, Le forma dell'investimento
finanziario, Milano, 2008, 301 ss., specie 337.
(33) Riconducono le quote di fondi pensione aperti ai prodotti finanziari: Costi- Enriques (nt. 3), 451 e 46,
dove vi comprendono anche i contratti attraverso i quali sono raccolte le risorse destinate ai fondi pensione;
Picardi, Impresa e contratto nella gestione del risparmio, Milano, 2004, 28; BessonePrevidenza (nt. 3), 55 e
206. Contra, per, D'Ambrosio (nt. 3), 115.
(34) L'Isvap, infatti, ha ritenuto di derogarvi con l'art. 3, comma 3, del regolamento n. 5/2006 che considera
attivit d'intermediazione assicurativa anche la stipulazione di contratti o convenzioni assicurative in forma
collettiva per conto di singoli assicurati, qualora questi ultimi sostengano, direttamente o indirettamente, in
tutto o in parte, l'onere economico connesso al pagamento dei premi e il soggetto che stipula il contratto o la
convenzione percepisca un compenso. Questa previsione mira a estendere l'applicazione della disciplina
sull'intermediazione assicurativa per il sol fatto che i contraenti di polizze collettive percepiscono un compenso
dall'intermediario con il quale collaborano, a prescindere dalla forma giuridica che essi rivestono. Tal
estensione giustificata dalla preminenza dell'interesse tutelato che quello degli assicurati che sottoscrivono
le c.d. applicazioni della polizza collettiva, i quali beneficiano cos delle previsioni in tema d'informativa,
trasparenza, controlli di vigilanza, tutela dei pagamenti e delle prestazioni introdotti nell'ordinamento (anche)
con l'attuazione della Direttiva 2002/92/CE.
(35) Il requisito della forma societaria espresso dall'art. 112 c.a. in termini assolutamente generici
riguardando sia quelle personali che di capitali e cooperative, s da non collegare tale forma alla presenza di
controlli c.d. interni (il collegio sindacale) o a requisiti di capitale sociale minimo.
(36) Il nostro legislatore, peraltro, sembra aver ecceduto nel fissare questi strumenti di tutela. Al riguardo, v.
Marano, Il mercato unico dell'intermediazione assicurativa: aspirazioni europee ed illusioni nazionali, in questa
Rivista, 2008, I, 189 ss.
(37) Per quanto riguarda il profilo strutturale della raccolta di adesioni individuali ai fondi pensione aperti e ai
PIP, infatti, l'art. 9, comma 1, del regolamento Covip riserva la raccolta in esame ai soggetti che istituiscono i
fondi e alle reti distributive di cui si avvalgono, escludendo che possa essere svolta dagli enti di cui all'art. 8, s
da evitare le questioni esaminate rispetto alle adesioni in forma collettiva.
(38) Per i fondi pensione aperti con adesioni su base collettiva, l'art. 9, comma 2, rinvia alle modalit di cui al
comma 1.
(39) Tale disposizione stata modificata dall'art. 1, comma 4, del d.lgs. 6 febbraio 2007, n. 28 e la si riporta
di seguito per comodit del lettore: I contratti di assicurazione di cui al comma 1, lettera b), sono corredati
da un regolamento, redatto in base alle direttive impartite dalla COVIP e dalla stessa preventivamente
approvato nei termini temporali di cui all'articolo 4, comma 3, recante disposizioni circa le modalit di
partecipazione, il trasferimento delle posizioni individuali verso altre forme pensionistiche, la comparabilit dei
costi e dei risultati di gestione e la trasparenza dei costi e delle condizioni contrattuali nonch le modalit di
comunicazione, agli iscritti e alla COVIP, delle attivit della forma pensionistica e della posizione individuale. Il
suddetto regolamento parte integrante dei contratti medesimi. Le condizioni generali dei contratti devono
essere comunicate dalle imprese assicuratrici alla COVIP, prima della loro applicazione. Le risorse delle forme
pensionistiche individuali costituiscono patrimonio autonomo e separato con gli effetti di cui all'articolo 4,
comma 2. La gestione delle risorse delle forme pensionistiche di cui al comma 1, lettera b), avviene secondo le
regole d'investimento di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, e nel rispetto dei principi di cui
all'articolo 6 comma 5-bis, lettera c).
(40) Sebbene riconosca che tale possibilit ammessa espressamente e senza limitazioni dalla Covip, Corrias,
Previdenza, risparmio ed investimento nei contratti di assicurazione sulla vita, in Marano-Siri (a cura di), La
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regolazione assicurativa. Dal codice ai provvedimenti di attuazione, Torino, 2009, 65, nt. 96, ritiene che
occorra distinguere tra polizze linked con garanzia di rendimento degli investimenti e polizze senza garanzia o
con garanzia della sola restituzione dei premi, per valutare la reale compatibilit di queste figure con la
funzione previdenziale che le forme pensionistiche complementari mirano a realizzare.
(41) Cfr. la Deliberazione Covip del 31 ottobre 2006 (nt. 19), e precisamente l'art. 6 dello schema di
regolamento sui Piani Individuali Pensionistici (PIP) Forme pensionistiche complementari individuali attuate
mediante contratti di assicurazione sulla vita. V., altres: Martina, I prodotti previdenziali di terzo pilastro alla
prova della crisi, in Resp. civ. prev., 2009, 1955 s.; Giuro, Fondi aperti e piani individuali di previdenza, in Dir.
prat. lav., 2007, 726.
(42) V. Marano (nt. 32), 202 s.
(43) Donati-Volpe Puzolu, Manuale di diritto delle assicurazioni9, Milano, 2009, 207 rilevano che l'impresa
quando presta una garanzia per il caso di premorienza degli iscritti al fondo [effettua] una prestazione distinta
da quelle tipiche del contratto di gestione, a fronte della quale il fondo contraente tenuto al pagamento di un
premio apposito; Forni, Assicurazione e impresa, Milano, 2009, 486.
(44) Si discute, peraltro, sull'opportunit di rimuovere, per i fondi c.d. di nuova istituzione, il divieto di utilizzo
delle gestioni di ramo V. Sul punto, v. Finocchiaro, Intervento al convegno su: La gestione dei patrimoni ai fini
previdenziali, tenutosi a Roma il 3 marzo 2010, consultabile sul sito della Covip, dove (a p. 5 s) una
esposizione dei vantaggi e degli svantaggi di tale possibile scelta legislativa.
(45) Farenga, Diritto delle assicurazioni private2, Torino, 2006, 243 s.; Forni (nt. 43), 485 s. Sembrerebbero
orientati in questa direzione pure Donati-Volpe Puzolu (nt. 43), 207 dove escludono che vi sia un'assicurazione
sulla vita: non solo perch l'assicuratore non assume un rischio demografico, ma anche perch la
prestazione, come nella capitalizzazione, non condizionata alla durata della vita degli iscritti al fondo.
(46) Corrias (nt. 40), 69 ss.; Martina, Fondi pensione chiusi e gestione dei rischi, Milano, 2008, 86; Righini (nt.
23), 295 ss. la quale, per, sembra propensa ad ammettere la ricorrenza di una capitalizzazione nel caso di
accordi sulla titolarit dei valori gestiti.
(47) Rimanendo i due insiemi di regole parallelamente vigenti nei rispettivi ambiti fissati dalla legge, il
documento posto in consultazione prevede che la condotta dei soggetti abilitati dovr ispirarsi a modalit
operative che garantiscano il contemporaneo rispetto di entrambe le discipline, il che si tradurr, nel seguire la
somma delle regole dettate e, ma solo fattualmente, nel seguire le regole in grado di contenere le altre.
(48) L'esercizio al quale sono chiamati gli operatori riassunto nel citato documento congiunto, dove si
afferma che: l'impresa di assicurazione o il soggetto abilitato, nella distribuzione di un prodotto multi ramo,
debbano in ogni caso: (i) acquisire le informazioni di cui all'art. 39 del regolamento CONSOB, opportunamente
integrate per tenere conto delle peculiarit assicurative della componente di ramo I; (ii) una volta acquisite le
informazioni, effettuare la valutazione di adeguatezza secondo quanto previsto dall'art. 40 del regolamento
CONSOB; (iii) qualora il cliente si rifiuti di fornire le informazioni di cui all'art. 39, il distributore deve informarlo
che l'indisponibilit delle informazioni pregiudica la possibilit di valutare se il prodotto adeguato al cliente
(secondo quanto previsto dall'art. 52 del Regolamento ISVAP); (iv) qualora il prodotto risulti inadeguato, al
cliente dovr essere resa informativa di tale circostanza, illustrandone i motivi per iscritto (secondo quanto
previsto dall'art. 52 del Regolamento ISVAP); laddove la consegna al cliente di dichiarazioni conformi ai
modelli 7A e 7B del Regolamento ISVAP n. 5/2006, assorbe, di fatto, anche l'informativa richiesta ai sensi
dell'art. 85, comma 2, del Regolamento n. 16190/2007.
(49) E v. Sampognaro-Siri, I prospetti di offerta dei prodotti finanziari-assicurativi, in Marano-Siri (nt. 40), 94
sull'adeguamento dei prospetti Consob al nuovo assetto della vigilanza sulle forme pensionistiche
complementari introdotto dal d.lgs. n. 252/2005.
(50) In questa direzione, si osserva come l'art. 18, comma 2, d.lgs. 5 dicembre 2005, n. 252 preveda che
l'attivit della Covip abbia riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema
di previdenza complementare. L, dove, il buon funzionamento difficilmente pu prescindere da regole chiare
e agevolmente comprensibili dal pubblico dei risparmiatori e dagli stessi operatori chiamati a rispettarle.
(51) La Deliberazione Covip del 31 ottobre 2006 (nt 19), al punto H.1. della nota informativa, sull'adesione,
prescrive che sia indicato se previsto l'utilizzo di tecniche di comunicazione a distanza per le operazioni di
adesione, trasferimento e riscatto. Ove previsto, rinviare al relativo sito web, senza prendere posizione sulla
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facie, paiono pregiudizievoli per gli assicurati: cfr. Longo, Il sistema delle sanzioni disciplinari nei confronti degli
intermediari, in Marano-Siri (nt. 40), 314. Sui possibili rimedi esperibili del contraente/assicurato in caso di
violazioni degli obblighi di condotta informativa, v. Landini, L'informativa precontrattuale nei contratti di
assicurazione dei rami danni, in Maiano - Sini (nt. 40), 109 ss.
(66) Cfr., ad es., la Deliberazione Covip del 21 marzo 2007, recante Istruzioni sugli annunci pubblicitari
relativi alle forme pensionistiche complementari, pubblicata nella G.U. del 28 marzo 2007, n. 73.
(67) L'accentuazione della dinamica concorrenziale nell'offerta delle forme pensionistiche complementari,
operata dal d.lgs. n. 252/2005, sembra idonea a far assurgere alla comparabilit delle offerte anche un rilievo
individuale quale forma di reazione del lavoratore rispetto alle vicende attinenti alla successione tra
contratti collettivi, al recesso del datore di lavoro dal contratto collettivo istitutivo di un fondo negoziale, o nel
caso di trasferimento di azienda. Su questi profili, prima del d.lgs. n. 252/2005, v.: Pessi, La previdenza
complementare, Padova, 1999, 151 ss.; Vianello (nt. 13), 501 ss.; nonch Zampini, Destinatari e sistema delle
fonti; Dondi, Le vicende modificative delle fonti istitutive; Pandolfo, Trasferimento e riscatto della posizione
individuale; Volpe Putzolu, Le forme pensionistiche individuali, tutti in Bessone-Carinci (nt. 3), rispettivamente,
246 ss., 293 ss., 316 ss., 457 ss.
(68) In tal senso si determinata la Covip rispondendo nel mese di Aprile 2009, ad un quesito (consultabile sul
sito dell'autorit) sul trasferimento della posizione individuale da un fondo negoziale ad un altro affermando
che: l'art. 14, comma 6, del decreto n. 252/2005 consenta il trasferimento volontario della posizione verso
una qualsiasi forma pensionistica complementare, individuale o collettiva, alla quale l'aderente possa aderire, a
prescindere dalla natura della forma di provenienza e di quella di destinazione.
(69) Sul quale, v. Pallini, La mobilit tra le forme pensionistiche complementari, in Nuove leggi civ. comm.,
2007, 782 ss.
(70) La condivisibile tendenza a dettare regole uniformi tra le diverse forme pensionistiche complementari ha
trovato recente manifestazione anche nel documento recante Disposizioni in materia di comunicazioni agli
iscritti, posto in pubblica consultazione dalla Covip il 23 novembre 2009, dove previsto nella parte
seconda, Comunicazione in caso di erogazione di prestazioni uno schema di prospetto funzionale a mettere a
disposizione dell'interessato tutti gli elementi utili per ricostruire la determinazione dell'importo liquidato, o
trasferito, nei casi di casi di riscatto (totale o parziale), anticipazione della posizione individuale maturata,
trasferimento ad altra forma pensionistica complementare, liquidazione in forma capitale nel caso di
raggiungimento dell'et pensionabile; laddove, nei casi che comportano la cessazione del rapporto di
partecipazione alla forma pensionistica (trasferimento) o l'uscita dal sistema della previdenza complementare
(riscatto totale o liquidazione in forma capitale nell'ipotesi di raggiungimento dell'et pensionabile), previsto
che all'interessato sia fornita anche la rendicontazione analitica della sua situazione personale.
(71) Montaldi (nt. 53), 841.
(72) Pi in generale, sulla mobilit della posizione individuale del lavoratore all'interno del sistema della
previdenza complementare, v. Pallini (nt. 69), 784 ss.
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