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MARCO CIPOLLONI

Due traduzioni per una polemica:


Len Felipe e Borges traduttori di Whitman

Traduzioni e tradizioni:. storia di una polemica.


La storia della ricezione di Whitman nei paesi di lingua spagnola
inizia non a caso con Jos Mart e si intreccia con il trauma culturale determinato su entrambe le sponde dell'Atlantico dalla guerra di Cuba e
dalla definitiva crisi del sistema coloniale spagnolo '. Lo stile e le immagini di Leaves of Grass si inseriscono infatti nella dialettica tra modernismo e novantotto e vengono riutilizzate sia per affrancare definitivamente la cultura delle ex-colonie, sia per liberare la ex-madrepatria dal
complesso metropolitano e dalle ipoteche della tradizione imperiale.
Alla lettura culterana e gongorina di Whitman che da Daro arriva a
Lorca e a Neruda, si contrappone quella eroica e chisciottesca di Unamuno e Len Felipe 2. Al processo di controcolonizzazione, che, rovesciando i secolari equilibri dello import-export culturale, porta lo sperimentalismo modernista e ultraista dall'America all'Europa, fa da contraltare un riesame critico della tradizione medioevale ispanica. Appena
sbarcato, il vate continentale e internazionale dei modernisti viene tra-

Vale la pena di ricordare che la "Deathbed edition" di Leaves of Grass del


1891-92. Per quanto riguarda la fortuna di Whitman nei paesi di lingua spagnola i
principali contributi sono G. W. Alien, Walt Whitman Abroad, Syracuse Un. Press,
1955 e F. Alegra, Walt Whitman en Hispanoamrica, Mxico, 1954, che traccia un
percorso che ha tra i protagonisti, oltre a Marti, Giocano, Daro, Vasseur e Neruda.
Cfr. anche N. Bottiglieri, Walt Whitman e Jos Mart, "Letterature d'America", HI
(1982), pp. 23-45.
2
Su questo punto: M. Garca Blanco, Walt Whitman, in Idem, Amrica y
Unamuno, Madrid, 1964, voi. II e Unamuno y las letras norteamericanas, in Pensamiento y letras en la Espaa del siglo XX, Nashville, Vanderbilt Un. Press, 1966; E. Palacios Fernndez, Walt Whitman y Len Felipe: notas sobre una deuda, "La Ciudad de
Dios", 188 (1975), pp. 445-468.

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sformato in un profeta nazionale e universale, che rivaluta l'oralit biblica della Edad Media e la collega al grande tema cavalieresco della
giustizia.
Queste due letture tornano a contatto con l'esilio spagnolo dei
primi anni quaranta, coinvolgendo Borges e Len Felipe in un'interessante polemica sul senso e il valore delle traduzioni poetiche.
Nel 1941, infatti, Len Felipe pubblica a Buenos Aires, per Losada, una traduzione da Song of Myself, usandola come pretesto per
un'autonoma riflessione biografica e storica sulla sconfitta della repubblica e sulla propria condizione di poeta dell'esilio e di profeta errante
della giustizia tradita. La traduzione preceduta da un prologo in versi
concepito come un centone di immagini prese dai Libri I, III e VI di
Leaves ofGrass e rejundidas in un canovaccio apologetico in difesa delle
traduzioni militanti e della cultura di koin, in polemica con le versioni
accademiche e con ogni forma di purismo intellettuale:
AHORA....
cuando el soldado se afianza bien el casco en la cabeza,
cuando el arzobispo se endereza la mitra
[...]
muchos pensarn que acuar este poema en espaol es un mal negocio
[...]
Quin ha dicho que sta no es la hora?
S, esta es la hora.
[]
La mejor hora para brindar por el hombre con canciones de otras latitudes, trasladadas a nuestro discurso.
[.-]
Ahora...
[]
cuando reculan frente al odio el amor y la fe
quiero yo presentaros con verbo castellano, y en mi vieja manera de
decir,
a este poeta del amor, de la fe y de la rebelda.

Amore, fede, ribellione, cantate alla vecchia maniera. la tradizione individualistica e profetica della Spagna anarchica e radicale, che,
attraverso Whitman, parla a se stessa. La traduzione di Len Felipe insomma il Canto a mi mismo della Repubblica sconfitta e usa lo slancio
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profetico di Whitman per riaffermare, dall'esilio, i propri valori di


parte. Il "m mismo" di Len Felipe, a differenza del "Myself" di
Whitman, non racconta un modo di vivere (la prosaica epopea sociale
del Self trascendentalista), ma un modo di sopravvivere (l'utopia poetica
e popolare del Yo spagnolo). In questo senso Whitman non uno sperimentatore, ma uno strumento della memoria, un ospite che viene dalla
tradizione:
* Porque es vuestra cancin la que vais a escuchar.
No os trae nada nuevo.
Sabe que sois ricos y os lo viene a recordar3.

Con "vuestra cancin" Len Felipe non intende, come Whitman,


il "Song of everybody", la canzone di tutti e di ciascuno. Dietro quel
"vuestra" c' il dramma di una guerra civile tra la voce autentica e popolare della Spagna e la retorica clerico-imperiale del potere 4 . Il
Whitman di Len Felipe rinuncia alla propria vocazione di archetipo
americano per compiere una missione di simbolo universale:
Y ms que el poeta de la democracia
es un poeta mstico y heroico.

La funzione del poeta la stessa dei profeti nel Vecchio Testamento: la lotta spietata contro chi, per interesse di casta, vorrebbe burocratizzare la tradizione, neutralizzandone la portata rivoluzionaria. Len
Felipe spara a zero su queste maschere del potere (il soldato, il prete, il
vescovo, gli intellettuali di regime, i politici i sociologi e tutti quelli che,
in un modo o nell'altro, "viran hacia la derecha porque parece que va a
ganar el tirano"). Il suo Whitman ovviamente tutto il contrario:

I versi contrassegnati con (*) sono whitmaniani.


Nella lirica Hay dos Espaas Len Felipe scriver: "Hay dos Espafas: la del
soldado y la del poeta. / La de la espada fratricida y la de la cancin vagabunda./ Hay
dos Espaas y una sola cancin [...]/ Franco, [...]/ T te quedas con todo y me dejas
desnudo y errante por el mundo.../ Mas yo te dejo mudo... mudo!".
4

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* No es doctor,
* ni reverendo,

La polemica di Len Felipe si dirige contro gli eruditi di professione e i ministri officiami di qualsivoglia culto:
* que se callen aqu
* los scholars,
* los arquelogos

Toccato nelle sue inattuali querencias di scholar e arquelogo ed evidentemente infastidito dalle rumorose scelte stilistiche di Len Felipe,
Borges pubblica sulla rivista "Sur" una lapidaria stroncatura, accusando
Len Felipe di multiplicare versi e immagini, di enfatizzare "a la manera
de Nez de Arce" gli accenti tribunizi dell'originale e di spezzare il respiro metrico del testo inglese, trasformando la "larga voz slmica" di
Whitman negli "engredos grititos del cante jondo" 6. Raffinato dilettante e intransigente assertore dell'autonomia dell'arte, Borges non difende ovviamente n gli intellettuali di mestiere, n tantomeno quelli di
regime. Contesta invece l'uso politico della letteratura (l'uso di scrivere
contro i nemici), rivendicando la dimensione ludica e privata della
poesia e della traduzione (il piacere di scrivere per gli amici). Borges e
Len Felipe rappresentano due forme estreme e radicali di individualismo, egualmente estranee ai paradossi comuni tari del Self anglosassone.
Il poeta spagnolo replica nel 1942, con Tal vez me llame Jons',
autentico prototesto del libro I e dell'epilogo di Ganars la luz. Come

Song ofMyself, 46 dice: "I have no chair, no church, no philosophy"!


II problema della "indudable verbosidad de Canto a m mismo", contrapposta alla "dudosa estruendez" di Song ofMyselfh affrontato anche da F. Alegra, Cunto
a m mismo: variaciones de Len Felipe sobre un tema de Walt Whitman, "Atenea"
(Cile), CVI, 233 (1952), pp. 240-253.
7
Un frammento con questo titolo viene pubblicato in "Cuadernos Americanos", I, 3 (1942), pp. 119 e ss. La versione estesa alla qule faccio riferimento stata
pubblicata nel 1977 sul numero 67-68-69 di "Litoral", dedicato alla poesia di Len Felipe. Il tema di Giona come metafora dell'esilio spagnolo era gi stato utilizzato nel
6

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la traduzione, anche la polemica letteraria viene usata da Len Felipe


come pretesto per parlare di ci che pi gli preme, cio per esporre la
genealogia retorica (Bibbia e tradizione popolare spagnola) e le radici
storiche (guerra civile, esilio, etc.) del proprio canto, evidenziando il
nesso tra il nucleo (auto)biografico della sua poesia e le grandi metafore
(bibliche) dell'esodo e del pianto:
Escribo estas pginas despus de haber ledo una nota crtica y agresiva
que me envan desde Buenos Aires sobre mi traduccin de Walt Whitman
[...]. Esperaba esa protesta [...], pero no esperaba de ninguna manera que
viniese en esta forma, de ese lado, bajo esa firma y por el cauce limpio y
aristocrtico de la revista Sur, donde yo cre que tena algunos amigos [...]
No quiero descender a la polmica. Ya lo he dicho. Yo he traducido a
Walt Whitman por un mandato [...] No voy a contestar ni a defenderme
[...] Yo digo lo mio. Y lo mo es lo siguiente: [...] mi poesa se apoya en la
biografa. [...] la biografa se hace Destino y la cancin entra a formar
parte de la GRAN CANCIN DEL DESTINO DEL HOMBRE.
Di fronte alla tragica statura di questo Destino profetico ed eroico
le obiezioni di Borges vengono giudicate irrilevanti e notarili e ricondotte ad un malinteso rigore professionale e ad un censurabile conservatorismo di casta, fatto di pregiudizi accademici e rivalit di assai modesto profilo; trascinato dalla sua foga chisciottesca Len Felipe non
riesce ad apprezzare l'assoluta indipendenza e la paradossale marginalit
delle ragioni e delle passioni che rendono l'aristocratico dilettantismo di
Borges estraneo e irriducibile a qualsiasi forma di conformismo burocratico e di corporativismo nazionalista. Anche per questo Tal vez me
llame Jons non intende essere una replica, ma l'inizio di un autonomo
processo di autocoscienza del processo creativo. Len Felipe, infatti,
non pu e non vuole giustificare le proprie scelte di poeta e traduttore,
se non esibendone la genealogia. La vocazione poetica (proprio come
quella profetica) nasce da una chiamata: non n una scelta di vita, n
tantomeno una scelta estetica; un destino per il quale si viene scelti. Il
conflitto fondamentale del tradurre, dunque, non quello indicato da

1941 nel poema Nubi del catalano Josep Carner, Marca Hispnica, Barcelona
1986.

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Borges tra poesia e parola, ma quello tra poesia e biografia, calato nelle
circostanze, fatali e senza rimedio, della tradizione spagnola, della sconfitta e dell'esilio. Il verso corto e gridato il frutto di questa tradizione,
di questa sconfitta e di questo esilio: "el salmo espaol, partido y verticalizado, no es gritito engredo de cante jondo". Il dramma del traduttore
non quello di Proteo (l'identit e la metamorfosi)8, ma quello di Prometeo (la conoscenza e il sacrificio). Rifiutando il modello di fedelt traduttiva proposto da Borges, Len Felipe inizia a percorrere quella singolare scala di perfezione mistica che, lungo la linea biografia-poesia-destino-luz, trover piena espressione nei simboli di El poeta prometeico
(1942) e nel mestizaje poetico ("mi canto florece en la convergencia de
los mitos", ediz. Ctedra, p. 159) di Ganars la luz (1943), dove Giona
e Whitman, Prometeo ed Edipo, Giobbe e Don Chisciotte diventano
avatara successivi di un'unica ricerca di identit umana e di giustizia
poetica: "Busco un nombre solamente. Mi verdadero nombre (no mi
nombre de pila ni mi nombre de casta)" (ed. Ctedra, p. 104). La traduzione da Whitman e la polemica con Borges diventano insomma pretesto per avviare un'autonoma riflessione sulla radicale intraducibilit
dell'uomo:
Y si yo me llamase Walt Whitman? A este viejo poeta americano de la
Democracia, le he justificado yo, le he prologado, le he traducido, le he
falsificado y le he contradicho [...] El hombre es el que se contradice y no
sabe traducirse a s mismo. El hombre "es indomable e intraductible". Alguien me ha insultado porque no s traducir. Y me ha llamado calumniador [...] Despus de tanto empearme por ser sincero conmigo y con
los dems (ediz. Ctedra, p. 118).

Questa incorporazione della critica altrui tra i materiali da costruzione della propria "autobiografia poemtica" la base di ci che Len
Felipe chiama "potica de la llama" e riassume nella "frmula de Prometeo": "todo lo que hay en el mundo es mo y valedero para entrar en

Per l'importanza di questo mito nella cultura ispanoamericana bast pensare


a Proteo e Motivos de Proteo di J. E. Rod, ediz. di E. Rodrguez Monegal, Aguilar,
Madrid 1967, pp. 889-980 e pp. 301-495. Cfr. anche R. Adams, Proteus, His Lies, His
Truth: Discussions on Literary Translation, New York, Norton, 1973.

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un poema, para alimentar una fogata" (ediz. Ctedra, p. 174). Len Felipe riconosce in questo debito verso la parola altrui, sia essa di Sofocle,
della Bibbia, di Borges o di Whitman, la matrice e il modello del proprio metodo di poeta, traduttore e refundidor: "Los poemas impresos siguen siendo borradores [...] Aun muerto el poeta que los inici, puede
otro despus venir a seguirlos, a modificarlos" (ed. Ctedra, p. 255). In
un breve articolo pubblicato in "Letras de Mxico" (III, 1945) e significativamente intitolato Mis Colaboradores, Len Felipe scrive:
Todos los das salgo de mi casa en busca de la crtica. De la crtica adversa. He observado que los ataques y las protestas contra mis versos [...]
son fuerzas ocultas y fecundas tan grandes que muchas veces tienen la
virtud de fortalecer y prolongar un poema (p. 5).
Negli anni compresi tra il 1940 e il 1945 Whitman diventa per
Len Felipe il poeta-simbolo di un destino profetico fatto di prestiti e di
privazioni:
Yo soy Walt Whitman. Y en mi sangre hay un sabor americano, romantico, desorbitado y mstico [...] El viento me ha arrancado dolorosamente
de mi patria [...] he cruzado el mar. Y aqu estoy. Ahora soy un vaga-

bundo sin patria, sin declogo y sin tribu (ediz. Ctedra, pp. 262263).
Nel corso di questo processo di autocoscienza, la poesia e il dolore
diventano la moneta dello scambio ineguale tra uomini e dei, il denaro
delle "grandes transacciones", "El rescate orgulloso de la Esclava!":
"Dios no es ms que un mercader [...] que cotiza mi llanto para vender
su luz" (ediz. Ctedra, p. 143).
La risposta di Borges a questo lungo dialogo di Len Felipe con se
stesso indiretta e tutt'altro che immediata. Nel 1969 egli pubblica infatti un'antologia da Leaves ofGrass9 che si apre proprio con una versione di Song ofMyself. In perfetta antitesi con quello in versi di Len
Felipe, il prologo in prosa di Borges riporta la questione dalla storia alla

Hojas de hierba, Buenos Aires, 1969, traduzione, scelta antologica e prologo


di J. L. Borges. N

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letteratura e la risolve in un gioco di corrispondenze formali tra traduzione poetica e letteratura sperimentale, collegando il contrappunto tra
biografia e destino alla dialettica tra autore e personaggio e tornando a
vedere in Whitman il poeta di una "democracia literaria" minacciata
tanto dallo "abuso de las urnas electorales", quanto dagli "excesos de la
retrica":
Whitman se impuso la escritura de lina epopeya de ese acontecimiento
histrico nuevo: la democracia americana. Amrica era entonces el smbolo famoso de un ideal, ahora un tanto gastado por el abuso de las urnas
electorales y por los elocuentes excesos de la retrica.
Se il prologo di Len Felipe confondeva la poesia con la politica e
l'attualit ("AHORA"), quello di Borges confonde la politica con la retorica e la nostalgia ("Entonces"), sognando e facendo sognare a
Whitman una democrazia aristocratica che sarebbe senza dubbio piaciuta a Tocqueville. Per Whitman-Borges la democrazia si riduce ad un
problema di stile e si confonde con una questione letteraria; il bisogno
di celebrare adeguatamente l'ideale democratico si identifica col progetto di un'epica polifonica e plurale:
En cada uno de los modelos [...] haba un personaje central Aquiles,
Ulises, Eneas, Rolando, El Cid, Sigfrido, Cristo [...]. Esta primaca, se
dijo Whitman, corresponde a un mundo abolido [...], el de la aristocracia.
Mi epopeya no puede ser as; tiene que ser plural [...].
Perch i valori aristocratici dell'eroe epico possano diventare attributi del S^f sovraindividuale, l'epopea di Song ofMyself non pu che
trasformarsi in un titanico esperimento letterario, "el experimento ms
audaz y ms vasto que la historia de la literatura registra". II verso libero, la tensione enumerativa e, soprattutto, il personaggio multiplo nascerebbero dunque da questo bisogno di realizzare una sintesi tra valori
aristocratici (mondo degli eroi) e credo democratico. Di questo eroe corale Borges coglie e privilegia tre facce complementari (autore-reale, autore-personaggio e lettore):
Necesitaba [...] un hroe [...] innumerable y ubicuo, como el disperso
Dios de los panteistas. Elabor una extraa criatura que no hemos acAISPI. Due traduzioni per una polemica: Len Felipe e Borges traduttori di Whitm ...

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bado de entender y le dio el nombre de Walt Whitman. Esa criatura es de


naturaleza biforme: es el modesto periodista Walter Whitman [...] y es,
asimismo, el otro que el primero querra ser y no fue, un hombre de aventura y de amor [...]. Whitman ya era plural: el autor resolvi que fuera infinito. Hizo del hroe de Hojas de Hierba una trinidad; le sum un tercer
personaje, el lector, el cambiante y sucesivo lector.
A beneficio di questo lettore Borges sposta l'attenzione dalla biografia dell'autore all'epopea del personaggio multiplo e dalla polemica
extraletteraria degli anni quaranta a quella letteraria sul senso e il valore
delle traduzioni poetiche. La sua antologia un esperimento di controtraduzione, un curioso compendio di tutto ci che le traduzioni degli
anni trenta e quaranta avevano ignorato o scelto di ignorare (la moderazione, l'ascetismo, il puritanesimo, lo sperimentalismo, e l'anima fredda
e trascendentalista di Whitman). Il rapporto con le altre traduzioni
viene riconosciuto ed evidenziato dallo stesso Borges:
no me atrever a declarar que mi traduccin aventaje a las otras. No las he
descuidado por lo dems; [...]. El idioma de Whitman es un idioma contemporneo; centenares de aos pasarn antes que sea una lengua muerta.
Entonces podremos traducirlo y recrearlo con plena libertad [...]. Mientras tanto, no entreveo otra posibilidad que la de una versin como la
ma, que oscila entre la interpretacin personal y el rigor resignado.
La poesia contemporanea secondo Borges , come l'uomo per Len
Felipe, intraducibile. Per essa non pu esserci traduccin, ma solo versin.
Ogni tentativo di tradurre la poesia di Whitman non pu che generare una
"versin errnea y perifrastica". La dimensione militante in cui Len Felipe collocava la propria traduzione dunque rifiutata non tanto per le sue
ragioni di parte, quanto per la sua logica partigiana: "centenares de aos"
devono passare prima che sia possibile attribuire a Whitman e alla sua
poesia una qualsiasi funzione eteronoma. Finch il processo di fossilizzazione non sar terminato non ci saranno che esperimenti e l'esperimento
perfetto per Borges quello che non sembra tale, perch da alla "interpretacin personal" la veste minimalista del "rigor resignado". Whitman figura, anche per questo, tra i poeti sperimentali:
Hablar de experimentos literarios es hablar de ejercicios que han fracasado de una manera ms o menos brillante, como las Soledades de Gn-

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gora o la obra de Joyce. El experimento de Whitman sali tan bien que


propendemos a olvidar que fue un experimento.
Il ciclo delle metamorfosi, aperto dalla traduzione di Len Felipe, si
virtualmente richiuso: Whitman non solo ha perduto la sua funzione antigongorina, ma addirittura diventato un fratello spirituale di Gngora.

Traduttori-traditori: due testi a confronto.


Fin dal titolo sia Len Felipe che Borges scelgono di tradire Whitman
e le radici culturali della sua poesia: traducendo "Canto a m mismo", Len
Felipe enfatizza una componente autodedicatoria assente nell'originale e
trasforma il Song ofMyselfm Song to/fir myself; la traduzione di Borges
"Canto de m mismo" a prima vista pi fedele, ma punta sull'ambiguit che la preposizione "de" conserva in spagnolo (complemento di argomento, genitivo oggettivo o genitivo soggettivo?), mentre la particella "oF'
dell'originale equivale chiaramente, dato il contesto, non ad una preposizione semplice, bens ad una preposizione articolata; infatti, al contrario di
quanto accade con lo spagnolo m mismo o con l'italiano me stesso, il valore
pronominale di "Myself ' non viene dato da my, ma dal pronome generico
Self di cui il possessivo "my" specifica appunto l'appartenenza: "(th) Self
= "(il) s"; "Myself' = "il mio s". Il titolo di Whitman significa cio qualcosa di molto simile a "Canto del mio s".
La questione meno accademica di quanto non sembri, poich
gran parte dei tradimenti spagnoli e ispanoamericani di Whitman nascono proprio da questo problema di grammatica culturale. La struttura
del sistema pronominale riflette infatti una diversa concezione del soggetto, da cui derivano, nelle versioni spagnole, l'incapacit di tradurre
adeguatamente il rapporto tra song e Self e la conseguente tendenza a ridurre la dimensione corale ed orizzontale del trascendentalismo e della
"dmocratie en Amrique" alla statura verticale, profetica ed eroica del
Yo spagnolo (Len Felipe) o alla dimensione omerica, antieroica ed aristocratica del personaggio multiplo (Borges). Separando la retorica profetica del "song" dalla filosofia trascendentalista del "Self", le due traduzioni di cui ci stiamo occupando finiscono insomma per trasformare il
protagonista di Song ofMyselfm un Giona prometeico (Len Felipe) e
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in un Ulisse proteiforme (Borges), facendo saltare la sintesi poetica di


cui Whitman si era servito, nel suo tentativo di coniugare identit e pluralit, per dare una struttura epico-biografica allo stream of consciousness
della "democrazia" americana.
L'io poetico celebrato da Song ofMyself non dunque un "Yo" biblico ed eroico come pretenderebbe Len Felipe, n un antieroico ed
omerico "Don Nadie" come vorrebbe Borges, bens un emersoniano
"Representative man", una proiezione del "Self" comunitario, realizzata
mescolando la filosofa trascendentalista al "prophetic mode" di J. Bunyan e W. Blake 10. La forma di Leaves ofGrass solo apparentemente
autobiografica. Il senso del pellegrinaggio che il protagonista compie
alla ricerca del proprio "Self (l'identit americana) nella mitologia del
proprio tempo e del proprio paese (il mito adamitico, il mito dello
spazio americano, il mito democratico, etc.) tutto nel primo verso di
Song ofMyself (l celebrate myself): l'io deve diventare cantore del proprio Self. Nel corso dei cinquantadue quadri che compongono il testo
lo stream of consciousness del "Self" personale espande progressivamente
la propria vocazione locutoria fino ad attingere attraverso il proprio
"song" l'anima impersonale di tutto ci che esiste.
Rinnegando questa sintesi poetica, la traduzione di Len Felipe
privilegia la dimensione del Song, cio l'aspetto retorico e profetico, vicino alla tradizione orale della poesia popolare (la cancin) e ad una
concezione eroica della vita, della poesia e della storia; la versione di
Borges segue invece il cammino del Self, valorizzando la scrittura sperimentale e la teoria del personaggio multiplo. Le due traduzioni si rivelano dunque ugualmente "infedeli", sia pure in modo diverso: quanto la
traduzione del poeta spagnolo saturante e ispirata, tanto quella dell'argentino selettiva e volutamente prosaica. Borges linguisticamente e
soprattutto metricamente pi fedele, ma questa sua "rassegnata fedelt"
si rivela spesso fredda ed impersonale a fronte di un originale incandescente, personalissimo. Se la traduzione di Len Felipe pecca per eccesso, mantenendosi sempre "sopra le righe", quella di Borges si colloca
intenzionalmente all'estremo opposto; manca sempre "per difetto" e ri-

10

G. T. Couser, American Autobiography: The Prophetic Mode, Amherst, Un.


of Mussachussetts Press, 1975.

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mane quasi sempre "sotto le righe". Per esempio, nel capitolo 34,
Whitman, con un tono da ballata, scrive:
At eleven o'clock began th burning of th bodies;
That is th tale of th murder of th four hundred and twelve young
men.

Len Felipe esaspera questa dimensione richiamando Y incipit del


quadro (Now I teli what I knew in Texas in my early youth /[...]/ 'This
th tale of th murder in cold blood of four hundred and twelve young
men), secondo uno schema "ad anello" assai comune sia nel romancero
spagnolo che nella tradizione popolare inglese:
A las once comenzaron a incinerar los cadveres. Y esta es la historia del
asesinato, a sangre fra de aquellos cuatrocientos doce soldados, gloria de
los Guardias Montaeses, tal como la contaban en Texas cuando yo era
muchacho.
Borges propone la seguente traduzione, linguisticamente corretta,
ma talmente estranea ai toni dell'originale da sembrare il lapidario finale
di un rapporto di polizia mortuaria:
A las once empezaron a quemar los cuerpos;
Tal es la historia del asesinato de los cuatrocientos doce muchachos.

Proprio per questa natura "fredda" e "sperimentale" il valore della


versione di Borges molto diseguale, ma quando l'esperimento riesce il
suo Canto de m mismo brillante e persino utile ad una migliore comprensione di Whitman; per esempio, nel quarantaseiesimo quadro, dove
viene evocata la metafora del cammino:
I know I have th best of rime and space, and was never measured
and never will be measured.
I tramp a perpetuai journey (come listen ali!).

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Len Felipe, "poeta caminante de la libertad" ", si trova tanto a


suo agio con questa metafora da renderla ancor pi radicale, ripetendo
"of time and space" fino a creare nuovamente un ritmo orale, da ballata
0 da filastrocca infantile:
Lo mejor del tiempo y del espacio es mo,
del tiempo y del espacio que nunca se han medido,
del tiempo y del espacio que nadie medir.
Marcho por un camino perpetuo. (Escuchadme todos!).
Col suo consueto puntiglio ascetico, minimalista e quasi burocratico, Borges in questo caso esplora a fondo l'ambiguit grammaticale
dell'inglese e ne ricava una traduzione decisamente pi convincente:
"was/will be measured" non dipende da "th best of space and time", ma
da "I know": non il tempo e lo spazio sono incommensurabili, ma l'io.
Sintomatica e tipica, la preferenza accordata al congiuntivo esortativo,
l dove Len Felipe privilegiava l'imperativo:
Me ha tocado en suerte, lo s, lo mejor del tiempo y del espacio;
nunca he sido medido y no ser medido jams.
El viaje que emprendo es eterno (que todos me oigan!).
Nel quarto quadro Whitman descrive la genesi della prospettiva
poetica come una condizione di distaccata partecipazione all'andirivieni
della storia e della vita: "Apart from th pulling and hauling stands what
1 am". Nella visione "orizzontale" di Whitman, la prospettiva frutto di
uno spostamento laterale; nella visione "verticale" di Len Felipe diventa frutto di un movimento verso l'alto: "Yo estoy fuera [...] Yo me
quedo arriba". Il tradizionale vallo tra essenza ed esistenza messo in
causa dal trascendentalismo viene rispettato anche nella traduzione
di Borges: l'io autentico ci che permane al di l degli accidenti: "Lejos
de la contienda [...], perdura lo que soy". Linguisticamente la traduzione di "stands" non scorretta, ma la forzatura evidente. La prospettiva non risponde pi alle necessit prospettiche del canto, ma a quelle

" E. Palacios Fernndez, Len Felipe, poeta caminante de la libertad, en "Litoral", 67-68-69 (1977), pp. 182-187.

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ontologiche dell'io. La superiorit morale dell'eroe e il distacco aristocratico dell'intellettuale due opposte facce della verticalit spagnola
si oppongono qui al paradosso orizzontale della partecipazione: Yo
spagnolo e Self americano sono davvero due entit incompatibili.
All'inizio del sedicesimo quadro Whitman si definisce:
One of th Nation of many nations, [...]
Len Felipe "traduce":
Soy de una nacin gigante / formada de muchas naciones [...]
Borges propone:
Ciudadano de la Nacin de muchas naciones [...]
Whitman intende: "sono americano"; Len Felipe traduce: "faccio
parte del genere umano"; Borges interpreta riduttivamente: "sono cittadino americano"; il catalogo whitmaniano dichiara qui il suo criterio di
rubricazione ed un criterio che n l'io eroico di Len Felipe, n quello
aristocratico di Borges si sentono di fare proprio. L'impressione di oralit che domina il canto di Whitman e che Len Felipe accentua frammentandone i versi e moltiplicando gli appoggi tonali (esclamazioni,
forme imperative di verbi percettivi, puntini di sospensione, pause strofiche, et.) viene scrupolosamente neutralizzata da Borges, grazie ad una
maggiore attenzione alla semantica e alla metrica dell'originale (e all'uso, ove possibile, del congiuntivo esortativo). In Len Felipe la sperimentazione tecnica (enumerazioni, prosaismo, verso libero) non che
lo strumento di una fedelt retorica. Per Borges, la cui fedelt essenzialmente linguistica, l'esperimento letterario invece rigorosamente
fine a se stessa, la letteratura un mondo a parte.
Non un caso se il massimo scarto tra l'originale e le due versioni
riguarda proprio questo punto; nel primo quadro Whitman dice:
Creeds and schools in abeyance
Retiring back a while sufficed at what they are, but never forgotten
I [...], etc.
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Len Felipe, forzando e rafforzando, traduce:


Que se callen ahora las escuelas y los credos.
Atrs. A su sitio.
S cual es su misin y no lo olvidar; que nadie lo olvide.
All'estremo opposto, Borges:
Me aparto de las escuelas y de las sectas, las dejo atrs; me sirvieron, no
las olvido;
La differenza tra i tre testi sconcertante: la rinuncia alla retorica
scolare con cui Whitman apre il proprio "Self ' al mondo massificato e
impersonale della societ moderna diventa in Len Felipe polemico rifiuto della mediazione culturale e in Borges garbato omaggio all'utilit
della tradizione!
La traduzione di Len Felipe mescolando il motivo profetico,
quello politico e quello eroico propugna una concezione militante e impegnata della letteratura. La versione di Borges difende invece una concezione ludica e aristocratica della letteratura, valorizzando il motivo
dell'autonomia dell'arte e facendo dell'antieroe trascendentalista un anticipatore del flusso di coscienza e della teoria del personaggio multiplo.
Inoltre, mentre la traduzione di Len Felipe pu essere letta e goduta
indipendentemente dall'originale, quella di Borges richiederebbe non
solo il testo a fronte, ma la consultazione costante di altre traduzioni
(tra cui, ovviamente, quella di Len Felipe). Se vero che il poeta di
Camden consegna ad entrambi "unas llaves" (come dice il prologo di
Len Felipe), evidente che i due traduttori le utilizzano per aprire (e
chiudere) porte diverse; mentre Len Felipe cerca di saldare attraverso
Whitman la tradizione popolare spagnola alla battaglia culturale dell'esilio, Borges costruisce la sua traduzione come una partita di scacchi tra
letteratura colta e scrittura sperimentale.
Il risultato di queste osservazioni sembra confermato anche dall'influsso esercitato da Whitman sull'attivit poetica dei suoi due traduttori n. Entrambi manifestano infatti una conoscenza di Leaves ofGrass

Oltre al citato articolo di E. Palacios Fernndez, Walt Whitman y Len Felipe:

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che va ben oltre Song ofMyself. Le due traduzioni e la polemica che le


lega sono dunque parte di un significativo processo di autocoscienza che
riflette nella diversa ma ugualmente voluta inattualit dei due autori
due diverse concezioni della vita, della poesia, della storia e della
letteratura.

notas sobre una deuda, cfr. anche E. Imaz, Grito a m mismo, "Litoral", 67-68-69 (1977),
pp. 208-223. Per quanto riguarda Borges, cfr. invece J. J. Benevento, Wbat Borges Leamed
from Whitman, "Walt Whitman Quarterly Review", 2, IV, pp.21-30.

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