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Cultura

De Chirico a Ferrara. Mattarella, ''cultura grande


antidoto alla violenza''
Riuniti a Ferrara i capolavori dipinti dal 1915 al 1918

- Redazione ANSA - FERRARA


17 novembre 2015 13:03 - NEWS

"La cultura serve sempre perch la cultura educa ed anche un grande antidoto alla violenza,
l'elemento pi forte contro la violenza". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, dopo aver visitato le mostre di Ferrara. "Conoscevo - ha detto - in larga misura
indirettamente la ricchezza artistica di Ferrara, la mostra di De Chirico straordinaria, ognuno di
questi capolavori meriterebbe una visita, anche la raccolta di Boldini e De Pisis importante".
Guanti, biscotti, pani, squadre, manichini, quadri nei quadri, gli straordinari capolavori di
Giorgio de Chirico, dipinti a Ferrara durante il periodo bellico tra il 1915 e il '18, tornano per la
prima volta, a un secolo esatto di distanza, nella citt estense per una grande mostra allestita a
Palazzo dei Diamanti da domani al 28 febbraio. Presente la maggior parte di quella produzione,
migrata in larga misura all'estero, e che testimonia magistralmente una fase pittorica del maestro
di Volos capace di influenzare, con l'ideazione di nuovi linguaggi, le avanguardie italiane (Carr,
de Pisis, Morandi) ed europee (Ernst, Man Ray, Magritte, Dal). Esposizione di indubbia
rilevanza (visitata nel pomeriggio, in forma privata, dal presidente della Repubblica Sergio
Mattarella), quella ferrarese (realizzata da FerraraArte con la Stoccarda Staatgalerie) infatti il
risultato di decenni di studi approfonditi sulla permanenza di de Chirico e del fratello Alberto
Savinio nella citt cui erano stati assegnati dopo l'arruolamento come volontari all'inizio della
grande guerra. Un periodo in cui la poetica metafisica dell'artista evolve e si affina, distanziandosi
nettamente dagli esordi fiorentini e quindi dalla produzione parigina degli enigmi sabaudi. Il
percorso espositivo inizia proprio con l'ultimo di questi quadri, 'I giocattoli del principe', con la
tenda indiana ricavata dal cartone e la stella dei Savoia al centro. Ma, spiega Paolo Baldacci,
curatore della mostra con Gerd Roos, il trasferimento a Ferrara provoca nell'artista un vero e
proprio choc. "A Parigi era gi considerato tra i protagonisti della scena artistica internazionale, lo
scoppio della guerra, invece, cancella all'istante ogni sicurezza" influenzando profondamente la
sua poetica. Basti vedere il bellissimo 'I progetti della fanciulla', del 1915, per capire che la pittura

di de Chirico gi trasformata. Le architetture indefinibili delle piazze italiane della prima


Metafisica lasciano il posto al riconoscibilissimo Castello estense, e, dipinti con minuziosit
iperrealista, al centro della scena ci sono alcuni oggetti di uso comune, filo per cucire, biglietti, un
guanto enorme. Con i colori accesi del '400 ferrarese, de Chirico d quindi vita a un nuovo
linguaggio poetico in cui cose quotidiane assemblate in maniera inquietante e puntualmente
descritte hanno lo scopo di rivelare la follia umana che si cela dietro una realt apparentemente
razionale. E' "la pazzia della guerra", che sottende l'ispirazione di quegli anni. Solo l'espediente
esoterico e i rituali magici, primo fra tutti quello dell'arte, sono in grado, secondo de Chirico, di
dominare quell'agglomerato inconoscibile che il mondo. E portare un messaggio positivo. Ecco
dunque gli interni ferraresi, dove il maestro di Volos si nasconde, protetto dalla furia del presente,
e crea motivi e temi che influenzeranno i decenni successivi. L'occhio che domina 'L'angelo
ebreo', lo si ritrova in de Pisis, Man Ray e Dal, mentre il quadro nel quadro ('Interno metafisico
con grande fabbrica' del 1916) sar l'ispirazione per il capolavoro di Magritte 'La condizione
umana' del 1933. La mostra prosegue con il raffronto serrato tra de Chirico e Carr, conosciutisi
durante i quattro mesi del ricovero a Villa del Seminario. Carr ne resta folgorato al punto di
aderire a quei dettami in modo totale per poi distanziarsene con rifacimenti continui al fine di
eliminare le suggestioni dechirichiane. Ed proprio la lezione di Carr a influenzare Giorgio
Morandi (presente con le splendide nature morte metafisiche) e porre le basi per il realismo
magico. La mostra si conclude con una sala memorabile, che riporta a Ferrara dopo oltre mezzo
secolo i celeberrimi manichini del 1918 nella loro versione originale: 'Il grande metafisico', 'Le
Muse inquietanti', 'Ettore e Andromaca' e 'Il Trovatore'. Messaggi profondi sul ruolo salvifico
dell'arte contro la follia distruttiva dell'uomo.
L'esposizione stata visitata, in forma privata, dal presidente della Repubblica Sergio
Mattarella. "La mostra straordinaria, consiglio a tutti di vederla. Raccoglie dei capolavori,
ognuno dei quali meriterebbe una visita", ha dichiarato il presidente.

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