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LOSSERVATORE ROMANO

pagina 8

sabato 7 novembre 2015

Messa a Santa Marta

Servire, non servirsi


Ci sono sacerdoti e vescovi arrampicatori e attaccati ai soldi che invece
di servire si servono della Chiesa,
rendendola affarista e tiepida
con il loro vivere comodamente il proprio status senza onest. Da questa
tentazione di una doppia vita il Papa ha messo in guardia nella messa di
venerd mattina, 6 novembre, nella
cappella della Casa Santa Marta. Una
celebrazione mattutina, ha confidato,
a cui spesso partecipano missionari e
suore che donano tutta la vita al servizio degli altri, rifacendosi al modello
di san Paolo e andando sempre oltre, sempre in uscita.
La liturgia di oggi ha affermato
subito Francesco ci fa riflettere su
due figure, due figure di servi, di impiegati, due persone
che sono chiamate a fare un
compito. Nel passo della
lettera ai romani (15, 14-21),
emerge la figura di Paolo:
proprio lo zelo per evangelizzare. Scrive infatti lapostolo: Voi sapete, a motivo
della grazia che mi stata
data da Dio qual era la
grazia che lui ha ricevuto?
per essere ministro di Cristo
Ges, adempiendo il sacro
ministero. Cio ministrare, servire. E Paolo ha
preso sul serio questa vocazione e si donato tutto al
servizio, sempre oltre, non
stava mai fermo: sempre oltre, oltre, oltre... per finire,
dopo, qui a Roma, tradito da alcuni
dei suoi. E fin come un condannato,
proprio.
Ma da dove veniva quella grandezza, quella audacia di Paolo?. Egli
stesso dichiara: e io mi vanto di questo. E di che si vantava? Si vantava
di Ges Cristo. Si legge infatti nel
passo liturgico della sua lettera ai Romani: Questo dunque il mio vanto
in Ges Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le
genti allobbedienza, con parole e
opere, con la potenza di segni e di
prodigi, con la forza dello Spirito.

Con questo atteggiamento, ha proseguito il Pontefice, san Paolo andato ovunque: lui si vantava di servire, di essere eletto, di avere la forza
dello Spirito Santo, di andare in tutto
il mondo. Ma cera qualcosa che
per lui era una gioia grande. Ne parla cos: Ma mi sono fatto un punto
di onore un punto di onore: qual
era? di non annunciare il Vangelo
dove era gi conosciuto il nome di
Cristo, per non costruire su un fondamento altrui. Insomma, Paolo andava dove non era conosciuto il nome
di Cristo; era il servo che serviva, amministrava, gettando le basi, cio annunciando Ges Cristo sempre oltre,

Marinus van Reymerswaele


Parabola dellamministratore disonesto (1540)

sempre in uscita, sempre pi lontano;


mai si fermava per avere il vantaggio
di un posto, di una autorit, di essere
servito. Paolo era ministro, servo
per servire, non per servirsi.
Francesco ha confidato la gioia che
prova fino a commuoversi quando,
proprio alla messa celebrata al mattino nella cappella della Casa Santa
Marta, vengono alcuni preti e mi salutano dicendo: Padre, sono venuto
qui a trovare i miei, perch da quarantanni sono missionario in Amazzonia. Gioia e commozione suscita
anche la testimonianza di una suora
che lavora da trentanni in ospedale
in Africa oppure che da trenta o
quarantanni nel reparto dellospedale con i disabili, sempre sorridente. Ecco, ha affermato Francesco,
questo si chiama servire, questa la
gioia della Chiesa: andare oltre, sempre; andare oltre e dare la vita. E

proprio questo quello che ha fatto


Paolo: servire.
Riprendendo poi il passo evangelico di Luca (16, 1-8) che parla dellamministratore disonesto, proposto dalla
liturgia, il Papa ha fatto notare che il
Signore ci fa vedere limmagine di un
altro servo che, invece di servire gli altri, si serve degli altri. Nel Vangelo
abbiamo letto cosa ha fatto questo
servo, con quanta scaltrezza si mosso per rimanere al suo posto, da
unaltra parte, ma sempre con una
certa dignit. E anche nella Chiesa
ha detto il Papa ci sono questi
che, invece di servire, di pensare agli
altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto
cos. triste dirlo, no?.
La radicalit del Vangelo, della chiamata di Ges
Cristo ha ricordato il
Pontefice sta nel servire:
essere al servizio, non fermarsi, andare oltre sempre,
dimenticandosi di se stessi.
D allaltra parte, invece, c
la comodit dello status: io
ho raggiunto uno status e
vivo comodamente senza
onest, come quei farisei dei
quali parla Ges che passeggiavano nelle piazze, facendosi vedere dagli altri. E
queste sono due immagini:
due immagini di cristiani,
due immagini di preti, due
immagini di suore. Due immagini.
In san Paolo, ha spiegato il Papa,
Ges ci fa vedere il modello di
una Chiesa che non sta mai ferma,
che sempre fa fondamento, che sempre va avanti e ci fa vedere che quella
la strada. Invece quando la Chiesa tiepida, chiusa in se stessa, anche
affarista tante volte, non si pu dire,
che sia una Chiesa che ministra, che
sia al servizio, bens che si serve degli
altri.
Francesco ha concluso chiedendo al
Signore la grazia che ha dato a Paolo, quel punto donore di andare sempre avanti, sempre, rinunciando alle
proprie comodit tante volte. Cos
ci salvi dalle tentazioni, da queste
tentazioni che in fondo sono tentazioni di una doppia vita: mi faccio vedere come ministro, come quello che
serve, ma in fondo mi servo degli altri.

Al Movimento per la vita il Papa ricorda che tutti hanno il diritto di nascere

Una speranza
per chi escluso e scartato
Occorre essere vicini alle fragilit
del prossimo e lavorare
affinch nella societ non siano
esclusi e scartati quanti vivono
in condizioni di precariet.
Lo ha detto Papa Francesco
agli appartenenti al Movimento
per la vita italiano, ricevuti
in udienza nella mattina di venerd
6 novembre, nella Sala Regia.
Cari fratelli e sorelle del
Movimento per la Vita!
Siete venuti a Roma da ogni parte
dellItalia per partecipare al vostro
convegno nazionale e rinnovare
ancora una volta limpegno di difendere e promuovere la vita umana. Vi saluto tutti cordialmente,
ad iniziare dal vostro Presidente,
che ringrazio per le parole con le
quali ha introdotto questo incontro. Vi incoraggio a proseguire la
vostra importante opera in favore
della vita dal concepimento al suo
naturale tramonto, tenendo conto
anche delle sofferte condizioni che
tanti fratelli e sorelle devono affrontare e a volte subire.
Nelle dinamiche esistenziali tutto in relazione, e occorre nutrire
sensibilit personale e sociale sia
verso laccoglienza di una nuova
vita sia verso quelle situazioni di
povert e di sfruttamento che colpiscono le persone pi deboli e
svantaggiate. Se da una parte
non appare praticabile un cammino educativo per laccoglienza
degli esseri deboli che ci circondano [...] quando non si d protezione a un embrione umano
(Lett. enc. Laudato si, 120),
dallaltra parte la vita umana
stessa un dono che deve essere

Messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso agli ind per la festa del Deepavali
Cristiani e ind: promuoviamo insieme lecologia umana: il tema del
messaggio rivolto dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso agli ind in occasione della festa di Deepavali, che si celebra il prossimo 11 novembre. Ne pubblichiamo di seguito il testo
italiano.
Cari amici Ind,
1. Il Pontificio Consiglio per il
Dialogo Interreligioso vi porge cordiali saluti in occasione della festa di
Deepavali, che commemorerete l11
novembre 2015, augurando che le vostre celebrazioni in ogni parte del
mondo siano per voi un'esperienza di
felicit ed armonia nelle vostre famiglie e comunit.
2. Sua Santit Papa Francesco, con
lenciclica Laudato si, ha affrontato
di recente la crisi ecologica ambientale e umana, che minaccia il nostro
pianeta. Perci riteniamo opportuno
condividere con voi, com' nostra
tradizione, qualche pensiero sulla necessit di promuovere l'ecologia umana e riscoprire i legami esistenti nel
creato. Lecologia umana affronta la
relazione e la responsabilit degli esseri umani nei confronti della terra e
dellattenzione alle virt ecologiche. Tra queste si pu enumerare
luso sostenibile delle risorse della
terra mediante ladozione di politiche, nazionali e internazionali, rispettose dei nessi e dellinterdipendenza
tra esseri umani e natura. Si tratta di
questioni importanti non solo oggi
per la salute della nostra Terra, che
la casa della famiglia umana, ma pure per le generazioni future.
3. Legoismo umano, evidente nelle tendenze consumistiche ed edonistiche di alcuni individui e gruppi,
nutre un insaziabile desiderio di fare
da padrone e conquistare piuttosto che da guardiani e custodi

Ecologia umana
della natura. Tutti siamo chiamati, a
prescindere dalla credenza religiosa o
dallidentit nazionale, a vivere con
maggiore responsabilit nei confronti
della natura, a curare relazioni vitali
e, soprattutto, a riorganizzare il nostro stile di vita e le strutture economiche in funzione delle sfide ecologiche che dobbiamo affrontare. La vostra tradizione sottolinea lunit
della natura, dell'umanit e del divino. La fede cristiana insegna che il
mondo creato un dono dato da
Dio a tutti gli esseri umani. Come
custodi del mondo creato, siamo
chiamati a prendercene cura in modo
responsabile e deciso.
4. C un nesso inscindibile tra la
nostra armonia con il creato e la pace reciproca. Se la pace deve prevalere nel mondo, dobbiamo, insieme e
come singoli, adoperarci consapevolmente alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di
una rete di rispetto e di fraternit
(Laudato si, 201). La promozione
dellecologia umana esige formazione
ed educazione ad ogni livello, nella
consapevolezza e nella responsabilit
ecologica e nella custodia sapiente
delle risorse della Terra, cominciando
dalla famiglia, prima e fondamentale struttura a favore dellecologia
umana... in seno alla quale luomo
riceve le prime e determinanti nozioni intorno alla verit ed al bene, apprende che cosa vuol dire amare ed
essere amati e, quindi, che cosa vuol
dire in concreto essere una persona
(Giovanni Paolo II, Centesimus annus,
39). Spetta alle strutture delleducazione e del governo la responsabilit
di formare cittadini dotati di una
idonea comprensione dellecologia

umana e della sua relazione con il


futuro dellumanit e con il creato.
5. Uniti dalla nostra umanit e
dalla reciproca responsabilit, come
pure dai valori e dalle convinzioni
che condividiamo, possiamo noi, ind e cristiani, insieme con le persone
di tutte le altre tradizioni religiose e
di buona volont, nutrire una cultura
che promuova lecologia umana. In
tal modo vi sar armonia dentro di
noi, e nelle nostre relazioni con gli
altri, con la natura e con Dio, e questo favorir la crescita dellalbero
della pace (Papa Benedetto XVI,
Messaggio per la Giornata della Pace,
2007).

6. Pregare per unecologia sana e


contribuire alla consapevolezza delle
varie possibili maniere di prendersi
cura del creato unimpresa davvero
nobile. Papa Francesco ha istituito, a
questo scopo, unannuale Giornata
di Preghiera per la Cura del Creato
che si celebra il 1 settembre, con
lauspicio che questa iniziativa contribuisca a far crescere in tutti la consapevolezza del bisogno di essere
buoni custodi del creato e, in tal modo, di promuovere unautentica ecologia umana.
con questi sentimenti che auguriamo a tutti voi un buon Deepavali!
Jean-Louis Cardinal Tauran
Presidente
Miguel ngel Ayuso Guixot
Segretario

Le nomine di oggi riguardano la Chiesa in Spagna e in Belgio.

Juan Jos Omella Omella


arcivescovo di Barcelona
nato a Cretas, in provincia di Teruel e arcidiocesi di Zaragoza, il 21 aprile 1946. Dopo essere entrato nel seminario ninore di Zaragoza, ha
proseguito i suoi studi, prima presso il collegio
dei padri bianchi di Logroo e poi a Bruxelles
(Belgio) e a Gerusalemme. Ha frequentato la facolt teologica dellUniversit cattolica di Lovanio. Ordinato sacerdote il 20 settembre 1970 a
Zaragoza e incardinato in quellarcidiocesi, ha
svolto il suo ministero in varie parrocchie delle
zone rurali della stessa arcidiocesi, ed stato anche vicario episcopale per Zaragoza e cappellano
delle monache cistercensi di Santa Lucia nella
stessa citt. Il 15 luglio 1996 stato eletto ausiliare di Zaragoza, ricevendo lordinazione episco-

protetto da diverse forme di degrado (ibid., 5). Infatti, dobbiamo constatare con dolore che sono tante le persone provate da
condizioni di vita disagiate, che richiedono la nostra attenzione e il
nostro impegno solidale.
Il vostro non solo un servizio
sociale, pur doveroso e nobile. Per
i discepoli di Cristo, aiutare la vita umana ferita significa andare
incontro alle persone che sono nel
bisogno, mettersi al loro fianco,
farsi carico della loro fragilit e
del loro dolore, perch possano risollevarsi. Quante famiglie sono
vulnerabili a motivo della povert,
della malattia, della mancanza di
lavoro e di una casa! Quanti anziani patiscono il peso della sofferenza e della solitudine! Quanti
giovani sono smarriti, minacciati
dalle dipendenze e da altre schiavit, e attendono di ritrovare fiducia nella vita! Queste persone, ferite nel corpo e nello spirito, sono
icone di quelluomo del Vangelo
che, percorrendo la strada da Gerusalemme a Gerico, incapp nei
briganti che lo derubarono e lo
percossero. Egli speriment prima
lindifferenza di alcuni e poi la
prossimit del buon samaritano
(cfr. Lc 10, 30-37).
Su quella strada, che attraversa
il deserto della vita, anche nel nostro tempo ci sono ancora tanti feriti, a causa dei briganti di oggi,
che li spogliano non solo degli
averi, ma anche della loro dignit.
E di fronte al dolore e alle necessit di questi nostri fratelli indifesi, alcuni si voltano dallaltra parte
o vanno oltre, mentre altri si fermano e rispondono con dedizione
generosa al loro grido di aiuto.
Voi, aderenti al Movimento per la
Vita, in quarantanni di attivit
avete cercato di imitare il buon samaritano. Dinanzi a varie forme
di minacce alla vita umana, vi siete accostati alle fragilit del prossimo, vi siete dati da fare affinch
nella societ non siano esclusi e
scartati quanti vivono in condizioni di precariet. Mediante lopera
capillare dei Centri di Aiuto alla
Vita, diffusi in tutta Italia, siete
stati occasione di speranza e di rinascita per tante persone.
Vi ringrazio per il bene che avete fatto e che fate con tanto amore, e vi incoraggio a proseguire
con fiducia su questa strada, continuando ad essere buoni samaritani! Non stancatevi di operare
per la tutela delle persone pi indifese, che hanno diritto di nascere alla vita, come anche di quante
chiedono unesistenza pi sana e
dignitosa. In particolare, c bisogno di lavorare, a diversi livelli e
con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia,

Nomine episcopali
pale il 22 settembre successivo. Il 29 ottobre
1999 stato nominato vescovo di BarbastroMonzn e l8 aprile 2004 vescovo di Calahorra y
La Calzada - Logroo. Allinterno della Conferenza episcopale spagnola membro della commissione episcopale per la pastorale sociale dal
1996. stato anche presidente della medesima
dal 2002 al 2008, incarico che ricopre nuovamente dal marzo 2014. Da novembre 2014
membro della Congregazione per i vescovi.

Jozef de Kesel, arcivescovo


di Malines-Bruxelles
e ordinario militare per il Belgio
nato il 17 giugno 1947 a Gent (Fiandre
orientali), nella diocesi omonima, ed stato or-

prima risorsa della societ, soprattutto in riferimento al dono dei figli e allaffermazione della dignit
della donna. A questo proposito,
mi piace sottolineare che nella vostra attivit, voi avete sempre accolto tutti a prescindere dalla religione e dalla nazionalit. Il numero rilevante di donne, specialmente immigrate, che si rivolgono ai
vostri centri dimostra che quando
viene offerto un sostegno concreto, la donna, nonostante problemi
e condizionamenti, in grado di
far trionfare dentro di s il senso
dellamore, della vita e della maternit.
Cari fratelli e sorelle, sono certo
che la vostra attivit, ma prima
ancora la vostra spiritualit, riceveranno uno speciale beneficio
dallimminente Anno Santo della
Misericordia. Esso sia per voi forte stimolo al rinnovamento interiore, per diventare misericordiosi
come misericordioso il Padre nostro (cfr. Lc 6, 36). Affido ciascuno di voi e ogni vostro progetto
di bene a Maria, Madre dei viventi. Vi accompagno con la mia benedizione, e vi chiedo per favore
di pregare per me.

Ospedale
da campo
Grazie allattivit di oltre quindicimila volontari, negli ultimi
dieci anni sono state aiutate almeno 170.000 gestanti e oltre
250.000 donne in difficolt.
Come frutto di tale impegno,
in questo periodo sono nati
120.000 bambini che altrimenti
non avrebbero mai visto la luce. Cifre che riflettono unidea:
essere un ospedale da campo
contro la cultura dello scarto.
Cos nel suo saluto a Papa
Francesco il presidente Gian
Luigi Gigli ha sintetizzato limpegno del Movimento per la
vita italiano: quarantanni di attivit volta a fronteggiare non
solo il dramma dellaborto, ma
anche tutte quelle situazioni
della vita in cui la speranza e la
dignit delle persone vengono
messe in discussione e oltraggiate: il rifiuto dei disabili e dei
malati terminali, sopraffazioni,
violenze e schiavit, disinteresse e umiliazione degli anziani,
e, non ultimo, il dramma dei
profughi e dei rifugiati.

dinato sacerdote il 26 agosto 1972 per la diocesi


di Gent. Ha ottenuto il grado di dottore in teologia alla Pontifica universit gregoriana con la
tesi Le refus dcid de lobjectivation. Une interprtation du Jsus historique dans la thologie chez Rudolf Bultmann. autore di numerosi articoli e di alcuni libri sulla Chiesa e sui
vari aspetti della vita cristiana. stato docente
al seminario di Gent, nel centro di formazione
per i futuri professori di religione e alluniversit
di Leuven. Eletto alla sede titolare di Bulna e
nominato ausiliare di Malines-Bruxelles il 20
marzo 2002, ha ricevuto lordinazione episcopale
il 26 maggio successivo. Dal 2002 al 2010 stato
vicario generale per il vicariato di Bruxelles, e
quindi vicario generale per il vicariato del Brabante fiammingo e della zona di Malines. Il 25
giugno 2010 stato nominato vescovo di Brugge. Nellambito della Conferenza episcopale di
Belgio membro delle commissione fede e Chiesa e per levangelizzazione.

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