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MODULO 16

Protezione e salvaguardia della fauna ittica nelle


acque interne

Dott.ssa Giuseppina De Castro

FIUME
Un fiume un corso dacqua perenne alimentato dalle sorgenti, dalle piogge o dallo scioglimento
delle nevi.
Il punto in cui il fiume nasce la sorgente.
Il fiume termina, eccetto rari casi, in un corpo idrico recettore, come un lago, un mare o un altro
fiume. Il punto in cui il fiume sbocca nel corpo recettore la sua foce

Il fiume di norma ha una pendenza maggiore nei primi tratti dopo sorgente, e man
mano che si scende di quota la pendenza diminuisce, cos come la velocit.
Questo andamento longitudinale prende il nome di profilo del fiume. Esiste un profilo
ideale, il profilo d'equilibrio, che rappresenta la situazione nella quale non c'
n erosione, n sedimentazione per tutta la lunghezza del fiume. Se il profilo reale
diverso da quello d'equilibrio, nei tratti in cui il primo pi alto del secondo avviene
erosione, viceversa avviene sedimentazione.
La forza delle acque tale da erodere la roccia e trascinare con s detriti di varie
dimensioni: pietre, legna e altri residui vegetali, fango, sabbia. Dopo aver superato i
pendii pi ripidi, il fiume comincia a depositare detriti sempre pi piccoli e, una volta
arrivato in pianura, lascia solo sabbia, fango e materiale molto minuto

La quantit d'acqua che scorre in un fiume si misura con la portata, cio il volume d'acqua
che passa attraverso una sezione trasversale del fiume nell'unit di tempo. Difficilmente
questa costante, nella maggior parte dei casi si possono distinguere tre situazioni:
magra, nei periodi pi secchi, quando nel fiume scorre poca acqua;
morbida, nei periodi umidi, in cui nel fiume scorre abbondante acqua;
piena, quando scorre una quantit eccezionale di acqua tale da inondare aree che
normalmente sono asciutte

Considerando una sezione trasversale del fiume, possibile individuare:


il letto del fiume, che il terreno sul quale l'acqua scorre;
l'alveo, la parte della sezione trasversale occupata dal flusso dell'acqua (essendo la
portata variabile, si potranno distinguere alveo di magra, alveo di morbida e alveo di piena)

gli argini, non sempre presenti sono due rilievi del terreno paralleli all'alveo, che lo
delimitano; possono essere naturali (formati dalla deposizione ai lati del flusso del materiale
trasportato) o artificiali, costruiti per contenere il flusso al loro interno ed evitare che inondi
le zone circostanti

valle o pianura alluvionale


territorio nel quale il fiume scorre: nel primo caso un'incisione a forma di V nel territorio
circostante, generata dall'erosione del fiume e delle precipitazioni, per questo la pendenza dei
versanti maggiore quanto maggiore la compattezza del terreno; nel secondo caso una
pianura formata dai sedimenti depositati gli uni sugli altri dalle piene del fiume

SPONDA IDROGRAFICA (destra o


sinistra): quella corrispondente del
corso dacqua osservata con le spalle
alla sorgente, guardando la foce.

La porzione di terra emersa che contribuisce con le sue acque ad alimentare un fiume , o un
torrente, o un ruscello ne costituisce il bacino idrografico o bacino imbrifero, esso delimitato
dalla linea spartiacque

TORRENTE
Corso dacqua caratterizzato dal regime
variabile dei deflussi, con alternanza di
portate piccole o nulle e di piene
violente; costituito, nella sua parte
pi elevata, da un bacino di formazione
o di raccolta delle acque meteoriche
con notevole trasporto di materiale
solido, da un canale di deflusso a forte
pendenza, talora incassato o interrotto
da salti, e, allo sbocco nella valle, da
una zona di accumulo con conoidi di
deiezione di dimensioni e spessore
anche notevoli.

RUSCELLO
In idrografia viene
chiamato ruscello o rio un piccolo corso
d'acqua, che si origina
per ruscellamento delle acque piovane o da
eventuali sorgenti, e che confluisce in un
corso d'acqua maggiore come dimensione e
quantit d'acqua trasportata.
Il ruscello solitamente scorre al centro di
una piccola valle pianeggiante, la sua
larghezza non superiore a qualche metro,
scarsamente profondo e usualmente
guadabile a piedi.
caratterizzato da una bassa portata
d'acqua, debole velocit di corrente

http://www.emilarte.it/

Un lago (o bacino lacustre) una grande massa per lo pi d'acqua dolce raccolta
nelle cavit terrestri.
I laghi esistenti in Italia sono essenzialmente di due tipi.
1- laghi vallivi
2- laghi vulcanici
Il lago vallivo ha una forma allungata e occupa il fondo di una valle, se c una
depressione che pu raccogliere lacqua. un lago che ha un fiume immissario e
anche un fiume emissario. Pu essere di origine glaciale (se si formato in una
valle un tempo occupata da un ghiacciaio) o di sbarramento (naturale o artificiale),
formato a causa di una frana o perch luomo ha costruito una diga.
I laghi vulcanici hanno una forma tondeggiante piuttosto regolare, con i bordi
rialzati rispetto al territorio circostante.

Classificazione delle acque interne


ACQUE CORRENTI (LOTICHE) flusso continuo unidirezionale
ACQUE FERME (LENTICHE) movimenti interni incostanti e
adirezionali:
ACQUE EUTROFICHE: produttive, torbide, pH, alcalinit
alte dominano i Ciprinidi
ACQUE OLIGOTROFICHE: poco produttive, trasparenti,
acide dominano i Salmonidi

ECOSISTEMA FLUVIALE
Lecosistema fluviale linsieme dei fattori abiotici, corrispondenti alle caratteristiche
dell'habitat fluviale, dei fattori biotici corrispondenti alle caratteristiche delle comunit che
vivono lhabitat (uomo, fauna , flora ) nonch linsieme delle relazioni che li legano e dei
processi dinamici a cui sono soggetti.

IL COLLEGAMENTO FUNZIONALE TRA IL FIUME E IL SUO TERRITORIO


La funzionalit e le dinamiche fluviali sono condizionate in larga misura dalle caratteristiche del
territorio circostante, sia delle adiacenti fasce di vegetazione riparia sia dellintero bacino e, in
particolare, dal suo grado di copertura forestale. Questultima favorisce un regime idraulico con
magre e piene meno accentuate e una migliore qualit delle acque.
I corsi dacqua sono dunque una successione di ecosistemi aperti (dotati cio di importanti
interconnessioni trofiche, flussi di materia ed energia) non solo in senso longitudinale, ma anche
laterale e verticale; in essi le fasce di vegetazione riparia esplicano un ruolo talmente importante
da divenire inscindibili dal fiume in senso stretto.

IL FIUME COME CORRIDOIO FLUVIALE


I corsi dacqua vanno interpretati non solo nella loro dimensione longitudinale (da monte a
valle), ma anche in quella trasversale che ha una notevole influenza sulla funzionalit del corso
dacqua. Anche in questa dimensione possibile leggere una successione
di microhabitat trasversali alla direzione della corrente, che assumono importante valore
ambientale. Ad esempio le comunit macrobenthoniche differiscono lungo la sezione trasversale
a seconda della tipologia del substrato litologico (sabbia, ciottoli o massi) o della corrente. In
questa successione di microhabitat va inclusa anche la vegetazione arbustiva ed arborea che
cresce lungo il corso dacqua. Tale fascia viene chiamata riparia.
Da un punto di vista ecologico la fascia riparia un ecotono e quindi una zona di transizione tra
due sistemi ecologici adiacenti, avente un insieme di caratteristiche uniche, definite a seconda
dello spazio, del tempo e dellintensit dellinterazione tra essi. Questa definizione comprende
due importanti concetti: lecotono non una fascia statica dove due comunit vengono a
contatto, ma una zona dinamica che cambia nel tempo e che possiede caratteristiche proprie.
Le zone di transizione sono caratterizzate da unelevata biodiversit e le caratteristiche ecotonali
influenzano in maniera determinante la composizione e la dinamica delle comunit.
Lecosistema terrestre e quello acquatico confinanti sono messi in comunicazione per mezzo
dellacqua che veicola materia e soluti sia in superficie sia attraverso il substrato.

LA SUCCESSIONE VEGETAZIONALE
Nel fiume in primo luogo la distribuzione della velocit della corrente a modellare lalveo e a
condizionare la distribuzione dei vegetali. Verso il centro, la corrente pi veloce destabilizza
il fondale, sottoponendolo ad un continuo processo di erosione e sedimentazione e
selezionando i sedimenti relativamente pi grossolani: condizioni sfavorevoli allinsediamento
dei vegetali, cos come la maggiore profondit dellacqua che spesso, per il carico di sedimento o
per lelevato contenuto di nutrienti, risulta torbida ed impedisce quindi la fotosintesi anche a
profondit ridotte. Daltro canto, lesistenza di una forte corrente incide anche direttamente
sulle idrofite, sollecitandone meccanicamente gli organi immersi fino a spezzarli o a svellere gli
apparati ipogei
Lo stesso carico torbido pu esercitare, sotto la spinta del flusso idrico, unazione di abrasione,
soprattutto delle superfici fogliari, che possono venir distrutte o danneggiate.
La vita vegetale tende quindi ad esprimersi con maggior ricchezza nelle fasce laterali dellalveo,
dove la corrente progressivamente rallenta: le piante sono esposte a minori sollecitazioni
meccaniche e popolano acque progressivamente meno profonde. Il rallentamento della
corrente, che si pu annullare completamente nei seni laterali e nei rami morti, provoca anche il
progressivo assottigliarsi del sedimento di fondo, in cui la deposizione privilegia limi, argille etc.

Lungo le fasce laterali dellalveo e negli ambienti acquatici circostanti osserviamo uno sviluppo
rigoglioso della vegetazione idrofitica, cio costituita da piante il cui corpo vegetativo immerso
nellacqua, o elofitica, costituita invece da piante che radicano su fondali sommersi o inzuppati
erigendo per i fusti e le foglie sopra la superficie delle acque.

LE FUNZIONI DELLA ZONA RIPARIA


Riduzione dellerosione
Formazioni riparie sviluppate svolgono una rilevante funzione di protezione delle rive
dallerosione (secondo alcuni autori sino a 30 volte); le specie arboree ed arbustive adattate a
questo particolare ambiente (es. ontani, salici) sono dotate di apparati radicali estesi e profondi
che, conferendo una buona resistenza allimpeto della corrente, svolgono un efficace
consolidamento delle sponde.
Trappole per sedimenti
La vegetazione riparia modifica il trasporto e il destino dei sedimenti sia attraverso
lintrappolamento fisico dei materiali, sia alterando il regime idraulico dellalveo. Infatti la
presenza di formazioni arbustive ed arboree riduce la velocit della corrente e trattiene il
sedimento in posto. Durante le piene, la presenza delle formazioni riparie legnose favorisce in
maniera sostanziale il deposito di materia organica e di sedimento. Le sole piante erbacee non
garantiscono lo svolgimento di tale funzione, soprattutto in corrispondenza di numerosi eventi
di piena susseguentisi in un periodo breve.

Apporto di materia organica


Le formazioni riparie sono cospicue fonti di materia organica che diviene disponibile allinterno
dellecosistema fluviale; nelle zone temperate i valori variano da 50 a 900 g di peso secco di
lettiera al m2 . Oltre a ci, le strutture riparie sembrano essere fondamentali nel trasporto di
lettiera dalle formazioni vegetali delle aree circostanti anche se, comunque, tale contributo non
supera generalmente il 10% dellapporto complessivo di materia organica. Questa funzione di
apporto energetico molto importante:
la mancanza di vegetazione riparia comporta infatti una diminuzione degli organismi animali
sminuzzatori/tagliuzzatori, determinando uno squilibrio della comunit biologica nel suo
complesso.
Regolazione dellumidit del suolo
Fasce di vegetazione riparia ben sviluppate svolgono una funzione di regolazione dellumidit
del suolo; esse, infatti, impediscono il rapido deflusso delle acque dopo le piene, favorendo
quindi, oltre alla deposizione di materiali fini, anche il mantenimento, per lungo tempo, di
umidit in ampie porzioni del suolo delle aree riparie.

Microclima
Le formazioni riparie contribuiscono sostanzialmente a determinare il microclima in ambito
fluviale: in particolare, la temperatura dellacqua correlata a quella del suolo nelle fasce riparie
circostanti.
Regolazione termica
La vegetazione riparia svolge un ruolo di regolazione termica delle acque fluviali: intercettando il
flusso idrico subsuperficiale (tramite gli apparati radicali) e compiendo la traspirazione (nella
chioma), sottrae calore, raffreddando cos gli apporti idrici laterali (ipodermici) al corso dacqua.
Questo meccanismo, insieme allombreggiamento, contribuisce a mantenere fresche le acque
fluviali. La presenza di vegetazione arborea riparia protegge infatti lacqua da un eccessivo
irraggiamento solare e quindi da aumenti di temperatura che possono determinare una limitata
solubilit dellossigeno in acqua.

Habitat
Le zone dombra sono habitat indispensabili alla vita di molti pesci che, essendo privi di
palpebre, mal sopportano condizioni di luminosit elevate; le chiome sporgenti sullacqua,
agendo da schermo visivo, forniscono ai pesci zone rifugio dai predatori. Lombreggiamento
limita leccessivo sviluppo di idrofite.

Fonte di cibo e di rifugio


Lambiente ripario poi una importante fonte di cibo e di rifugio. Per i mammiferi rappresenta
un corridoio ecologico che facilita i loro spostamenti, per gli uccelli una zona di sosta durante
le migrazioni e unarea di nidificazione, per alcuni rettili un habitat preferenziale, per molti
anfibi una zona di riproduzione e sviluppo; le radici e i rami aggettanti, infine, offrono habitat
idonei a molte specie ittiche durante il loro ciclo biologico e creano vari microambienti,
favorendo lincremento della biodiversit, con effetto equilibratore sullintera comunit
biologica.

ITTIOFAUNA

ZOOGEOGRAFIA DEI PESCI ITALIANI


La distribuzione geografica dei pesci dulcicoli italiani viene riferita a due diversi distretti
ittiogeografici generati da eventi che si sono generati circa 5 milioni di anni fa e si sono protratti
fino ai tempi recenti
PADANO-VENETO 25 taxa (18 endemici) comprende i bacini tributari dell'arco settentrionale
dell'Adriatico, dal bacino dellIsonzo in Friuli Venezia Giulia al Fiume Vomano in Abruzzo. La
formazione di questo complesso di bacini e la distribuzione dellittiofauna attuale, costituita da
numerose specie in maggioranza endemiche, sono state fortemente influenzate dalle glaciazioni
pleistoceniche (distribuite nellarco temporale da 1 milione a circa 30.000 anni fa), in particolare
da quella wrmiana che consent lemersione del bacino del Po fino al bordo della fossa mesoadriatica (allincirca allaltezza di Pescara) mettendo in connessione i fiumi della sponda adriatica
italiana con quelli della Slovenia, della Croazia e della Dalmazia
Tre gruppi di specie:
di derivazione marina Termofile fredde, in comune con larea danubiana
Collinari e di pianura di acque temperate: molti taxa endemici di origine messiniana; molte
specie introdotte in epoca romana o medievale
Eurialine sopportano variazioni di salinit
http://www.minambiente.it/

TOSCO-LAZIALE 10 taxa indigeni (2 endemici) costituito dai bacini del versante tirrenico dal
Serchio al Tevere. Le specie primarie in comune con il distretto Padano-Veneto sono con ogni
probabilit di origine transappenninica (scazzone, il vairone, il cavedano e il barbo comune)
mentre quelle endemiche come il ghiozzo di ruscello (Padogobius nigricans), la rovella e il
cavedano etrusco (Leuciscus lucumonis) potrebbero essere specie di origine messiniana o di
molto pi recente derivazione balcanica. La fauna ittica di questo distretto stata interessata,
nel corso degli anni, da massicce transfaunazioni di specie provenienti dal distretto PadanoVeneto.
Per quanto riguarda le restanti parti dellItalia (Liguria, Puglia, Calabria e isole), la notevole
povert di specie indigene ed endemiche impedisce di definire queste zone come distretti.
Alcuni ittiologi ritengono che numerose specie che oggi si rinvengono in queste regioni
potrebbero essere state introdotte in epoca romana o medioevale.

http://www.minambiente.it/

FAUNA ITALIANA DEI PESCI DELLE ACQUE INTERNE

Nelle acque interne italiane sono indigeni 63 taxa di pesci, classificabili a livello di specie,
semispecie o sottospecie, di cui 4 appartenenti alla classe dei Ciclostomi (Cyclostomata) e 59
alla classe degli Osteitti (Osteichthyes) o Pesci Ossei.
48 taxa vengono considerati dacqua dolce, in quanto i loro caratteri biologici ed ecologici
permettono di definirli stenoalini dulcicoli, eurialini migratori obbligati o eurialini migratori
facoltativi (vedi Gandolfi e Zerunian, 1987);
15 taxa frequentano invece le acque interne costiere prevalentemente per motivi trofici, e
possono essere definiti migratori colonizzatori temporanei.
Nelle acque interne italiane sono inoltre presenti 30 specie intenzionalmente o
accidentalmente immesse dalluomo soprattutto a partire dalla fine dellOttocento

CLASSIFICAZIONE LONGITUDINALE DEI FIUMI EUROPEI


ZONA DELLA TROTA: corrente forte,
acqua limpida T 13-14C, fondo a ciottoli
o massi: trota marmorata e trota fario
(genere Salmo)

ZONA DEI CIPRINIDI: DEPOSIZIONE


LITOFILA: corrente veloce alternata a zone
pi calme, fondo a ghiaia e sabbia, T 1819C: barbo, barbo canino
DEPOSIZIONE FITOFILA acqua torbida,
corrente lenta, fondo fangoso, T 25C,
abbondanti macrofite: tinca, scardola

ZONA MISTA
Acque salmastre con
rimescolamento di acque
marine, e fluviali pesci
eurialini (cefalo)

CLASSIFICAZIONE ECOLOGICA DEI PESCI


Implica diverse possibilit di colonizzazione isolamento riproduttivo e flusso genico (che
dipendono anche dalla vagilit delle specie.
Cobitidi = famiglia di pesci ossei d'acqua dolce dell'ordine Cypriniformes e
Gobidi= pi numerosa famiglia di pesci ossei, con oltre 2000 specie divise in 200 generi diversi. I membri di
questa famiglia appartenente all'ordine Perciformes sono poco vagili
Vengono considerati appartenenti alle acque interne tutti quei taxa che possono
essere classificati nelle seguenti categorie bio-ecologiche, definite in accordo con
GANDOLFI E ZERUNIAN (1987a):

1. STENOALINI DULCICOLI - pesci strettamente confinati nelle acque dolci, dove svolgono
lintero ciclo biologico
2 EURIALINI (sopportano variazioni di salinit talora molto ampie nellambiente acquatico in cui
vivono)
MIGRATORI OBBLIGATI
anadromi: trascorrono la fase adulta in mare e si riproducono nelle acque dolci:
SALMONI
catadromi: Passano gran parte del tempo in acqua dolce ma poi migrano in mare per
la riproduzione: ANGUILLA
3. EURIALINI MIGRATORI FACOLTATIVI - comprendenti un primo gruppo di specie capaci di
svolgere lintero ciclo biologico sia nellambiente marino costiero che nelle acque dolci, ed un
secondo gruppo composto da specie che in parte dellareale si comportano da stenoalini
dulcicoli e in altra parte da eurialini migratori anadromi.
I tre gruppi suddetti costituiscono in senso stretto i pesci delle acque interne.
Ad essi, in unottica ecologicamente meno restrittiva, possono essere aggiunti alcuni pesci
eurialini che pur potendo compiere lintero ciclo biologico in mare, vengono rilevati con
regolarit nelle acque interne costiere frequentate per motivi trofici; tra questi 5 Mugilidi, 5
Gobidi, un Signatide, un Percictide, uno Sparide, un Blennide e un Pleuronectide

NUMERO DI SPECIE PRESENTI IN ITALIA


CLASSE

ORDINE

Agnatha (lamprede)

NUMERO DI SPECIE

NUMERO DI
SPECIE
ENDEMICHE

4
Petromyzontiformes

Osteichthyes (pesci ossei)

Acipenseriformes

93
1

Anguilliformes
Clupeiformes
Cypriniformes
Siluriformes
Esociformes
Salmoniformes
Gadiformes
Atheriniformes
Cyprinodontiformes

1
2
48
3
2
12
1
2
4

Gasterosteiformes

Scorpaeniformes
Perciformes

2
13

17
1

10
1
2

LISTE ROSSE IUCN


Classe

Ordine
Acipenseriformes
Anguilliformes

Nome scientifico

Nome comune

Acipenser sturio
Huso huso
Acipenser naccarii
Anguilla anguilla
Cobitis zanandreai

storione
storione ladano
storione cobice
anguilla
cobite del fiume
Volturno
scardola tirrenica
cavedano
dellombrone
barbo canino
savetta
gobione italiano
lasca

Scardinius scardafa
Squalius lucumonis

Cypriniformes

http://www.iucn.it/

Osteichthyes

Salmoniformes

Perciformes

Agnatha

Petromyzontiformes

Barbus caninus
Chondrostoma soetta
Gobio benacensis
Protochondrostoma
genei
Rutilus pigus
Alburnus albidus
Barbatula barbatula
Barbus plebejus
Barbus tyberinus
Salmo cettii
Salmo fibreni
Salmo carpio
Salmo marmoratus
Knipowitschia
punctatissima
Padogobius nigricans
Lampetra fluviatilis
Petromyzon marinus
Lampetra planeri
Lampetra zanandreai

Categoria
Lista Rossa
RE
RE
CR
CR
CR
CR
CR
EN
EN
EN
EN

Pigo
alborella meridionale
cobite barbatello
barbo italico
barbo tiberino
trota mediterranea
carpione del fibreno
carpione del garda
trota marmorata
Panzarolo

EN
VU
VU
VU
VU
CR
CR
EN
CR
CR

ghiozzo di ruscello
lampreda di fiume
lampreda di mare
lampreda di ruscello
lampreda padana

VU
CR
CR
VU
VU

LISTE ROSSE - CATEGORIE


Un taxon da considerarsi:
EX (Extint) ESTINTO certo che lultimo individuo sia deceduto

EW (Extint in the Wild) ESTINTO IN NATURA esistente solo in cattivit o in


popolazioni naturalizzate al di fuori dellareale originario
RE estinto nella regione
CR (Critically Endangered) GRAVEMENTE MINACCIATO ad altissimo rischio di
estinzione in natura nel futuro immediato
EN (Endangered) MINACCIATO ad alto rischio di estinzione in natura
VU (Vulnerable) VULNERABILE ad alto rischio di estinzione in natura nel mediolungo termine
NT (Near Threatened) QUASI A RISCHIO attualmente non a rischio di estinzione
in natura ma potrebbe in futuro rientrare in una delle categorie precedenti
LC (Least Concern) A RISCHIO MINIMO non a rischio di estinzione in natura nel
breve o nel medio-lungo termine
DD (Data Deficient) DATI INSUFFICIENTI mancano dati sufficienti a definirne il
grado di rischio
NA non applicabile

SPECIE A
RISCHIO DI
ESTINZIONE

CLASSIFICAZIONE TROFICA DEI PESCI


PREDATORI luccio, persico trota
ONNIVORI cavedano, molti Ciprinidi
FITOFAGI (piante) carpe

DETRITIVORI (fango ricco di sostanze in


decomposizione) muggini
BENTOFAGI (invertebrati del fondo) ghiozzi
PLANCTOFAGI (piccoli Crostacei e Rotiferi)
coregone

Le abitudini alimentari cambiano con let: stadi giovanili spesso planctofagi

FAUNA ITALIANA DEI PESCI DELLE ACQUE INTERNE


Classe Agnatha
Ordine CICLOSTOMI (lamprede) 4 specie La lampreda padana Lethentheron zanandreai
endemica delle regioni del nord

Limitata a fiumi e torrenti del nord-est Italia

Lampreda di fiume Petromyzon


fluviatilis nel Po e nei principali fiumi
Lampreda comune

Lampetra planeri

Le larve sono filtratrici, si cibano di


detriti; gli adulti non si nutrono
perch hanno l'intestino atrofizzato

lombardi, emiliani, nonch nei fiumi


veneti e toscani dove risulta pi
frequente; stata rinvenuta anche nel
Lago di Garda

FAUNA ITALIANA DEI PESCI DELLE ACQUE INTERNE


Classe Osteychtes (pesci ossei)

Ordini: ACIPENSERIFORMI 3 specie storioni, risalgono i fiumi per riprodursi, bentofagi

storione comune
Acipenser sturio

storione ladano (beluga)


(Huso huso)

Storione cobice
Acipenser naccari

endemico
delle regioni
del nord

In Italia la specie autoctona. Lo storione Cobice


noto con sicurezza soltanto nel Mare Adriatico dal
golfo di Trieste all'isola di Corf (Berg, 1932). In Italia,
risale il Po e, limitatamente, alcuni suoi tributari
minori, Frequenta anche i tratti medio terminali di
alcuni fiumi appenninici: il Tronto, il Vomano, il
Pescara, il Sangro ed il Bifemo, e le foci del Fortore,
del Candelaro e dell'Ofanto

ANGUILLIFORMI anguilla Anguilla anguilla


Si riproduce nel Mar dei Sargassi (specie catadroma panmittica)
http://www.fishbase.org/search.cfm Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A. I pesci delle acque ingerne italiane . MinAmb, UZI

FAUNA ITALIANA DEI PESCI DELLE ACQUE INTERNE


ESOCIFORMI
luccio Esox lucius, acque planiziali ferme

SALMONIFORMI
12 SPECIE DI SALMONIDI, PREDATORI.
Trota Salmo trutta (nativa), e due semispecie indigene a distribuzione allopatrica
S.(trutta) macrostigma trota macrostigma endemica delle regioni del centro
delle regioni del sud e di una o entrambe le regioni insulari
S.(trutta) marmoratus trota marmorata endemico delle regioni del nord
Salmo fibreni carpione del Fibreno (endemica delle regioni del centro)
Salmo carpio carpione del Garda (endemica del Lago di Garda)
Oncorhynchus mykiss trota iridea importata dagli USA 1880-1900
Coregonus lavaretus coregone, planctofago importato da Germania e Svizzera

Thymallus thymallus temolo


Salvelinus alpinus salmerino alpino. nelle Alpi e nellAppennino. stato introdotto
il S. fontinalis dallAmerica .settentrionale

FAUNA ITALIANA DEI PESCI DELLE ACQUE INTERNE


Trota S.(trutta) trutta

Presenta tre ecotipi:

TROTA FARIO E TROTA LACUSTRE Salmo (trutta) trutta Linnaeus, 1758


indigena probabilmente
dellarco alpino e dellAppennino
settentrionale,
Biologia
lecotipo fario un pesce di taglia media
lecotipo lacustre raggiunge invece taglia
grande
Habitat
Salmo (trutta) trutta un pesce con una discreta valenza
ecologica: allinterno
del suo areale occupa vari tipi di ambiente, purch le
acque siano limpide, fredde
(temperature normalmente al di sotto di 15 C) e ben
ossigenate.

Rapporti con luomo e


conservazione
uno dei pesci
maggiormente diffusi
nei corsi dacqua italiani,
in seguito alle
frequentissime
introduzioni a
favore della pesca
sportiva (Inquinamento
genetico, numero
sproporzionato
immissioni).

TROTA MARMORATA Salmo (trutta) marmoratus Cuvier, 1817


un subendemismo italiano. La gran parte del
suo areale comprende lItalia settentrionale:
affluenti alpini del Po, Veneto, Trentino e FriuliVenezia Giulia; presente con popolazioni
indigene anche nel versante adriatico della
Slovenia, in Dalmazia, in Montenegro e in Albania.

Biologia
un pesce predatore di taglia grande
(raggiunge normalmente la lunghezza totale di 80-85
cm e il peso di 6-7 kg; sono
per documentate taglie molto maggiori,
fino a 1,4 m e quasi 30 kg).

Habitat
La Trota marmorata vive nei tratti medi
e medio-alti dei corsi dacqua, dove ricerca acque
limpide, fresche (temperature normalmente
inferiori a 16 C) e ben ossigenate, con fondali
ciottolosi e ghiaiosi.

Rapporti con luomo e conservazione


E uno dei pesci pi ambiti dai pescatori sportivi in Italia settentrionale (cos come in Slovenia);
perci attivamente ricercata, e ci determina una forte pressione di pesca con conseguenti depauperamenti
nelle popolazioni. minacciata da numerose altre attivit antropiche: artificializzazione degli alvei fluviali,
come cementificazioni e rettificazioni, e prelievi di ghiaia che distruggono le aree di frega; eccessive
captazioni idriche; variazioni di portata dei fiumi conseguenti alla produzione di energia elettrica che,
quando si verificano durante il periodo riproduttivo, distruggono uova e avannotti; inquinamento delle
acque. La minaccia pi consistente per questo Salmonide per rappresentata dalle interazioni con le Trote
fario introdotte

TROTA MACROSTIGMA Salmo (trutta) macrostigma (Dumril, 1858)


un subendemismo italiano. Lareale
originario comprende le regioni
peninsulari tirreniche, la Corsica, la
Sardegna, la Sicilia e la parte occidentale
del Nord-Africa.
Biologia
un pesce di taglia media (la lunghezza totale
massima normalmente di 45-50 cm e il peso di
1,2-1,5 kg; sono per note catture di esemplari di
taglia maggiore, fino a 2-3 kg), la cui biologia
poco conosciuta.
Habitat
La Trota macrostigma vive nei tratti
alti dei corsi dacqua di tipo mediterraneo, che
hanno origine da sistemi montuosi di media
altitudine o da risorgive carsiche poste alla base di
essi; questi ambienti sono caratterizzati da acque
limpide e moderatamente correnti, fondo
ghiaioso, temperature normalmente comprese fra
10 e 17 C

Rapporti con luomo e conservazione


Nel suo areale italico questo Salmonide
corre un alto rischio di estinzione per
numerose cause antropiche: eccessive
captazioni idriche e inquinamento delle
acque (fenomeni particolarmente negativi
nei piccoli corsi dacqua tipici dellarea
mediterranea); artificializzazione degli
alvei fluviali, come cementificazioni e
rettificazioni, e prelievi di ghiaia che
distruggono le aree di frega; eccessiva
attivit di pesca sportiva e fenomeni di
bracconaggio.

FAUNA ITALIANA DEI PESCI DELLE ACQUE INTERNE


CIPRINIFORMI (denti solo faringei)
Rutilus pigus

Cyprinidae
Pigo

Rutilus rubilio
Rutilus erythrophthalmus
Leuciscus cephalus

Rovella
Triotto
Cavedano

C
N

Leuciscus souffia muticellus


Phoxinus phoxinus

Vairone
Sanguinerola

N/C/S

Tinca tinca

Tinca

Scardinius erythrophthalmus

Scardola

Alburnus alburnus alborella


Alburnus albidus
Chondrostoma soetta
Chondrostoma genei
Gobio gobio

Alborella
Alborella meridionale
Savetta
Lasca
Gobione

N/C
S
N
N/C

Barbus plebejus

Barbo

N/C/S

Barbus meridionalis caninus

Barbo canino
Cobitidae

N/C

Cobitis taenia bilineata


Sabanejewia larvata

Cobite
Cobite mascherato
Balitoridae
Cobite barbatello

N/C
N

Barbatula barbatula

e
n
d
e
m
i
s
m
i

FAUNA ITALIANA DEI PESCI DELLE ACQUE INTERNE


CIPRINODONTIFORMI
1 specie autoctona Aphianus fasciatus nono , lagunare;
1 introdotta Gambusia holbrooki gambusia importata da Stati Uniti nel 1922 per combattere la
malaria
ATERINIFORMI
1 specie autoctona, Atherina boyeri latterinoacque costiere,
1 Specie introdotta Odonthestes bonariensis pesce re, nel lago di Nemi dallAmerica
meridionale

GASTEROSTEIFORMI
1 specie: Gasterosteus aculeatus spinarello, corsi dacuqa planiziari con acque fresche
e limpide, molto variabile, corteggiamento del maschio
SILURIFOMI
Ictaluridi: pesci gatto 4 specie importate dagli Stati Uniti:
Ictalurus natalis, I. melas, I. nebulosus, I. punctatus
Siluridi: Silurus glanis siluro nel bacino del Po, introdotto dallEuropa orientale

PESCI ENDEMICI
AGNATI Lethentheron zanandreai lampreda di ruscello
GNATOSTOMI Acipenser naccarii fiume Po e alcuni fiumi adriatici
Knipowitschia punctatissima Gobidi, recently redescribed by Gandolfi et al 1985, endemic to
northeastern Italy

Barbus tiberinus
Cobitis lineata
Cobitis conspersa
Gobio benacensis gobione
Leuciscus lucumonis cavedano di ruscello
Rutilus aula triotto
Salmo fibreni trota, carpione del Fibreno
Sabanjewia larvata

PESCI INTRODOTTI 36 SPECIE

Gasterosteus aculeatus aculeatus Spinarello


Gymnocephalus cernuus Acerina

Abramis bjoerkna

Hypophthalmichthys molitrix Carpa argentata

Abramis brama Brama

Ictalurus punctatus Pesce gatto punteggiato

Abudefduf saxatilis Pesce damigella

Leiognathus klunzingeri

Acipenser transmontanus Storione bianco

Lepomis auritus

Ameiurus melas Pesce gatto

Lepomis gibbosus Persico sole

Ameiurus natalis Pesce gatto

Micropterus salmoides Persico trota

Ameiurus nebulosus

Odontesthes bonariensis Pesce re

Aristichthys nobilis Carpa dalla testa grande


Barbus barbus
Barbus cyclolepis

Oncorhynchus mykiss Trota iridea


Oncorhynchus tshawytscha Salmone reale
Pachychilon pictum

Carassius auratus auratus Pesce dorato

Pseudorasbora parva Pseudorasbora

Chondrostoma nasus

Rhodeus sericeus

Coregonus lavaretus Lavereto

Rutilus rutilus Rutilo

Crenidens crenidens

Salvelinus fontinalis Salmerino di fonte

Cyprinus carpio carpio Carpa

Sander lucioperca Sandra

Gambusia affinis Gambusia

Silurus glanis Siluro

Gambusia holbrooki Gambusia

Stephanolepis diaspros

Aspetti di conservazione e gestione


Problematiche
Inquinamento delle acque scomparsa totale della fauna ittica in molti bacini ( Lago
dOrta, alcuni affluenti del Po)
Costruzione di manufatti e sfruttamento dei corpi idrici a fini industriali scomparsa totale
della fauna ittica in molti bacini ( Lago dOrta, alcuni affluenti del Po)
Costruzione di sbarramenti (dighe, briglie, traverse) impedimento delle specie migratrici
e banalizzazione del corso dacqua riduzione biodiversit
Cementificazione di alvei e argini
Prelievo di sabbie ghiaie
Prelievo di acqua riduzione delle portate e abbassamento delle falde

Introduzioni e Transfaunazioni (introduzione di popolazioni da altre zone italiane)


trasformazione delle biocenosi acquatiche estinzione di elementi autoctoni

PROBLEMATICHE PESCI

I pesci delle acque interne rappresentano oggi il gruppo di vertebrati maggiormente a rischio in
Europa: in Germania il 72% delle specie considerato minacciato, mentre su scala mondiale
stata accertata lestinzione di 29 specie dal 1600 ad oggi.

La situazione italiana sicuramente tra quelle pi complesse a livello europeo


Le comunit ittiche delle acque interne italiane hanno subito profonde modificazioni in
conseguenza delle numerose attivit antropiche dellaumentata densit della popolazione, delle
alterazioni degli alvei, delle captazioni idriche per scopi irrigui, idroelettrici o per
potabilizzazione, ma il colpo di grazia stato inferto durante lultimo decennio dalla massiccia
introduzione di specie alloctone. Al momento attuale questo aspetto sembra essere quello
meno facilmente risolvibile, in considerazione del perpetuarsi delle immissioni, delle scarse
conoscenze scientifiche sullecologia di alcune delle specie immesse
e, soprattutto, della scarsa volont di affrontare la problematica da parte degli enti
amministrativi preposti a gestione e controllo.

LEGISLAZIONE COMUNITARIA E NAZIONALE

A livello normativo stata recepita lesigenza di controllare e tutelare la risorsa idrica, a livello
sia comunitario (Direttiva Acque 60/2000/CE, recepita nel nostro paese con D.L. 152/00)
sia nazionale e regionale. Specie e ambienti dellecosistema fluviale, inoltre, sono oggetto di
protezione nellottica della salvaguardia della biodiversit.
Un ruolo di primo piano svolto dalla Direttiva Uccelli (79/409/CEE) e dalla Direttiva Habitat
(92/43/CEE), con le successive modifiche ed integrazioni, che hanno portato allidentificazione
di una rete ecologica europea (Rete Natura 2000) comprendente un insieme di siti, denominati
ZPS e SIC, particolarmente significativi in termini di ricchezza floro-faunistica, nei quali non
possono essere messi in atto interventi che compromettano la conservazione delle emergenze
naturalistiche.
In Italia molti corridoi della rete Natura 2000 sono costituiti da corsi dacqua o tratti fluviali nei
quali lalterazione degli ecotoni ripariali e delle zone adiacenti non sia ancora giunta a
comprometterne lintegrit o la funzionalit.

AZIONI DI CARATTERE GENERALE PER LA CONSERVAZIONE DELLE


SPECIE E DELLE COMUNIT ITTICHE

Piano dazione generale per la conservazione dei Pesci dacqua dolce italiani (ZERUNIAN, 2003)
Nel Piano dazione sono elencati 28 tipi di interventi di carattere generale capaci di migliorare
lo stato di conservazione delle specie e delle comunit ittiche, raggruppati in sei categorie:

Ricerca, monitoraggio e formazione


Interventi di ripristino ecologico
Gestione razionale della pesca e dei
ripopolamenti
Istituzione di aree protette fluviali e lacustri
Miglioramento e puntuale applicazione della
normativa

CARTA ITTICA
Eun piano integrato di gestione faunistica delle specie ittiche presenti nelle acque regionali,
teso ad individuare gli ambiti di maggior rilievo ittiofaunistico, gli ambienti acquatici di
maggior valore naturalistico ed infine indicare le principali linee programmatiche di gestione
dell'attivit di pesca e di tutela del patrimonio ittico.

Contenuti della carta ittica


La valutazione di qualit biologica delle acque
La valutazione della qualit chimico-microbiologica delle acque mediante L.I.M.
Valutazione dello stato ecologico dei corsi dacqua (SECA)
Misura delle portate idriche
Bacini lacustri
Indagine ittiologica
Rilievo delle caratteristiche morfologico-ambientali dei corsi dacqua
Individuazioni delle stazioni lungo i bacini del F. Sangro, del F. Trigno, del F. Biferno, T.
Saccione, del F. Fortore, lungo i laghi
Identificazione dei pesci della Regione Molise
Il piano di gestione ittica con la zonazione delle acque regionali
Proposta di definizione del DMV nelle acque regionali molisane

IL PIANO DI GESTIONE ITTICA CON LA ZONAZIONE DELLE ACQUE


REGIONALI

Il piano proposto si articola nelle seguenti parti:


1. zonazione delle acque regionali;
2. individuazione delle zone di tutela ittica;
3. individuazione delle zone a regime di pesca particolare (pesca "NO KILL" )
4. indicazioni su misure minime di cattura e periodi di divieto;
5. attivit di ripopolamento ittico;
ZONAZIONE DELLE ACQUE REGIONALI

Le acque regionali sono state classificate, in:


> Acque principali - Zona a Ciprinidi
> Acque secondarie - Zona a Salmonidi
Tale suddivisione delle acque si basata sullanalisi dei parametri biologici raccolti avvalendosi,
come elemento discriminante, della distribuzione stessa della fauna ittica rinvenuta e, nei
tratti non oggetto di rilevamento diretto, della zonazione potenziale.
Le acque regionali sono state suddivise, ai sensi delle disposizioni di cui alla L.R. 7/1998, in
acque principali ed acque secondarie.

Le acque principali a loro volta sono state risuddivise in due categorie,


la "A" che stata individuata prendendo come riferimento la zona di transizione dei principali
corsi dacqua verso le acque marine, dove si pu avere rimonta di specie eurialine, e la
categoria "B" che fa riferimento alla zona pi prettamente ciprinicola del fiume.
Le acque secondarie comprendono la categoria "C", ovvero quei tratti di fiume che sono
individuati con vocazione prevalentemente salmonicola.

ZONE DI TUTELA ITTICA

Le zone di tutela ittica, definite anche zone di ripopolamento, rappresentano un valido sistema
per garantire il mantenimento del patrimonio ittico, soprattutto quello salmonicolo e, di
conseguenza, un accettabile livello di pescosit dei corsi d'acqua.

Le caratteristiche dei siti:


elevata valenza ittiogenica ed essere in grado di garantire una elevata resa ittica.
In tali ambienti, dove viene vietato lesercizio della pesca, si cerca di creare una sorta di
serbatoio biologico che garantisca il naturale apporto di individui di pezzature diverse agli altri
tratti di fiume localizzati a monte ed a valle, dove viene esercitata l'attivit di pesca.
Tali aree non sono semplicemente chiuse alla pesca, ma vengono gestite anche con semine
controllate ed interventi volti a ristrutturare il popolamento ittico.

Lattuale normativa regionale prevede che per ogni corso dacqua non possa essere istituito pi
di 1 Km lineare di zona di ripopolamento ed a tale disposizione pertanto ci si adeguati.
Sarebbe tuttavia importante prevedere, in un prossimo futuro, la possibilit di potere istituire
limitatamente ai corsi dacqua di maggiore lunghezza e portata (Biferno, Trigno, Volturno) un
numero maggiore di tratti protezione ittica.

ZONE A REGIME DI PESCA PARTICOLARE (PESCA "NO KILL" )

L'esercizio della pratica di pesca conosciuta con il termine "NO-KILL", che prevede l'immediata
reimmissione in acqua del pescato, sta avendo sempre maggiore successo fra i pescatori.
Questo particolare tipo di pesca consente di limitare il prelievo alieutico nelle acque pregiate
salmonicole, dove un eccessivo sforzo di pesca pu causare forti ripercussioni sull'equilibrio
delle popolazioni ittiche presenti.
Listituzione della zona NO-KILL al tempo stesso consente tuttavia a molti pescatori di esercitare
proficuamente l'attivit di pesca sportiva con l'utilizzo di tecniche di cattura fra le pi
moderne come sono quelle con l'artificiale e/o la mosca.
Si segnala che l'istituzione di questo tipo di zone a catture limitate richiede un notevole
impegno in termini di vigilanza e necessiterebbe dell'emanazione di regolamenti
particolareggiati "ad hoc" (ad esempio: nel corso della stessa giornata non dovrebbe essere
consentito l'ingresso in queste zone a chi ha gi catturato pesci in zone "libere", nell'arco di un
anno dovrebbe essere stabilito un numero massimo di capi catturabili, le misure minime di
cattura dovrebbero essere pi elevate, ecc.).

ATTIVIT DI RIPOPOLAMENTO ITTICO

Il ripopolamento dei corsi d'acqua una pratica ampiamente utilizzata in ogni piano di gestione
ittica.
Essi sono effettuati per motivi diversi, ma generalmente sono riconducibili a quattro tipologie
principali; esse sono:
1. ripopolamento di mitigazione;
2. ripopolamento per sostentamento;
3. ripopolamento per ricostruzione;
4. ripopolamento per la creazione di nuove aree di pesca.

ripopolamento di mitigazione = operazioni di semina per il recupero delle potenzialit


riproduttive a seguito della costruzione di dighe o, in alternativa, di integrazione delle perdite
per attivit di risistemazione idraulica degli alvei. In Italia essi sono rappresentati attualmente
dagli obblighi ittiogenici contenuti nei disciplinari di sfruttamento delle risorse idriche da parte
di diverse utenze come quella idroelettrica, irrigua, ecc.
ripopolamento per sostentamento= il principale metodo utilizzato per mantenere o, in
alternativa, accrescere gli stocks ittici quando la produzione ritenuta essere inferiore a quella
che il corpo idrico potrebbe contenere, anche se non sono chiari i motivi di questa limitazione.

ripopolamento per ricostruzione= l ripristino di condizioni naturali in un corso dacqua con la


rinaturalizzazione di tratti di alveo, la realizzazione di passaggi per pesci, o in alternativa il
miglioramento della qualit delle acque, rappresentano un altro tipo di ripopolamento delle
acque di estremo interesse per la possibilit di riqualificare acque un tempo precluse con effetti
positivi anche a lungo termine.

ripopolamento per la creazione di nuove aree di pesca= comprende l'introduzione di specie


ittiche in aree non precedentemente occupate per isolamento geografico.
In questo complesso di attivit sono comprese anche le immissioni di specie esotiche o, in
alternativa, comunque non originarie dell'area in oggetto e volte ad incrementare la diversit di
specie o, in alternativa, la produzione ittica in una nicchia apparentemente vacante.
Purtroppo in questa categoria rientrano le immissione effettuate senza una scrupolosa indagine
sugli effetti di tali operazioni.

L.R. 30-7-1998 n. 7
Norme per la protezione e l'incremento della fauna ittica e per l'esercizio
della pesca nelle acque interne.
Finalit
1. La Regione Molise, con la presente legge, promuove il riequilibrio biologico delle specie
ittiche, l'incremento della pescosit nelle acque interne del proprio territorio e regolamenta
l'esercizio della pesca nell'mbito delle funzioni trasferite alle Regioni a statuto ordinario dal
D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 11 e dal D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616.
Art. 12 - Opere per la risalita dei pesci
Art. 2 - Ambito di applicazione.
Art. 13 - Concessione di derivazione di acque
Art. 3 - Partecipazione e gestione.
pubbliche
Art. 4 - Licenza di pesca.
Art. 14 - Carta ittica.
Art. 5 - Tipi di licenza di pesca.
Art. 15 - Piani provinciali.
Art. 6 - Sanzioni.
Art. 16 - Comitato tecnico-consultivo
Art. 7 - Zone protette e modalit per la
provinciale.
costituzione.
Art. 17 - Compiti dei comitati tecnici consultivi
Art. 8 - Immissione di specie ittiche estranee
provinciali.
alla fauna locale autorizzazione.
Art. 18 - Commissione tecnico-consultiva
Art. 9 - Controlli sanitari.
regionale.
Art. 10 - Interventi a tutela dell'equilibrio
Art. 19 - Compiti della commissione tecnicobiologico del patrimonio ittico.
consultiva regionale.
Art. 11 - Corsi d'acqua in secca - estrazione di
Art. 20 - Acquacoltura.
ghiaia e sabbia dai corpi idrici

Art. 21 - Pesca sportiva - concessioni.


Art. 22 - Pesca a pagamento.
Art. 23 - Trasporto di fauna ittica.
Art. 24 - Classificazione delle acque.
Art. 25 - Suddivisione delle acque.
Art. 26 - Categorie di acque.
Art. 27 - Pesca nelle acque di categoria a licenza di tipo a - attrezzi.
Art. 28 - Pesca nelle acque di categoria a,
b, c - attrezzi.
Art. 29 - Calendario di pesca - limitazioni divieti.
Art. 30 - Divieti.

Art. 31 - Autorizzazione per gare di pesca.


Art. 32 - Autorizzazione a prelievi ittici per
scopi scientifici.
Art. 33 - Contenzioso amministrativo.
Art. 34 - Sequestro e confisca del pescato e
degli attrezzi.
Art. 35 - Danneggiamento al patrimonio
ittico.
Art. 36 - Accertamento delle infrazioni.
Art. 37 - Compiti di vigilanza.
Art. 37-bis - Divieti non sanzionati.
Art. 38 - Tasse per licenze di pesca.
Art. 39 - Spese per il funzionamento organi
della pesca.
Art. 40 - Norma finanziaria.
Art. 41 - Contenzioso in corso.
Art. 42 - Abrogazione leggi e decreti
precedenti.
Art. 43 - Entrata in vigore della legge.

Reg. reg. 29 dicembre 1999, n. 2


Regolamento di attuazione della legge regionale n. 7/1998, ad oggetto: Norme per la
protezione e l'incremento della fauna ittica e per l'esercizio della pesca nelle acque interne.
Art. 1 - Licenza di pesca - Rilascio - Validit.
Art. 2 - Registro dei pescatori.
Art. 3 - Tabellamento delle zone protette.
Art. 4 - Acquacoltura.
Art. 5 - Concessioni per la pesca sportiva.
Art. 6 - Pesca a pagamento - Diritti esclusivi di
pesca.
Art. 7 - Limiti di cattura.
Art. 8 - Autorizzazione per gare di pesca.
Art. 9 - Gare di pesca.
Art. 10 - Soprattasse per licenze di pesca.

Legge Regionale 23 Dicembre 1998, n 18


Titolo

Disciplina della navigazione sulle acque interne

Oggetto

Navigazione sulle acque interne - Disciplina

Bollettino

Bollettino Ufficiale n 25 del 31/12/98

Catalogazione 34.Trasporti e viabilit, navigazione nelle acque interne


Modifiche

Modificato art. 3 dalla legge n. 37/2006 art. 1


Modificato art. 4 dalla legge n. 37/2006 art. 1

FINALITA
La presente legge disciplina la navigazione, sulle acque dei bacini artificiali onde garantire la
sicurezza della navigazione, la salvaguardia dell'ecosistema lacustre ed al fine di contribuire allo
sviluppo socio - economico delle comunit locali, favorendo il turismo in forme compatibili con
la protezione dei beni culturali e ambientali.

LA VERBALIZZAZIONE DEGLI ILLECITI AMMINISTRATIVI


1- DIFFERENZE TRA ILLECITO AMMINISTRATIVO E PENALE

http://portale.fipsas.it/

Gli illeciti amministrativi si configurano per le violazioni alle norme


attualmente in vigore in materia di pesca.

4. ACCERTAMENTO DELLE VIOLAZIONI E PROCESSO VERBALE

L. n. 689/81 Sanzioni amministrative

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