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IV
a concedersi alla stampa diceva: Anche Einstein, intervistato tutti i giorni, farebbe la figura del cretino. L'altra di un noto scrittore, Alberto Arbasino, che con ironia
descriveva questa catalogazione anagrafica: A trent'anni brillanti promesse, a cinquanta soliti stronzi, a
settanta venerabili maestri. Essendo a met tra il secondo e il terzo gradino, lascio al buon cuore dei lettori
la decisione relativamente alla retrocessione al secondo
o alla promozione al terzo. Ma al di l della quantit
di scritti sino ad ora prodotti, a questo sono particolarmente legato. Per diversi motivi.
la disprezzano dipingendo armonie immaginarie non meritano considerazione. Ma la politica anche lo sforzo
di tenere insieme un popolo, di far derivare dai molti la
citt, dai polloi la polis. Esattamente quello che non
avvenuto a Taranto dove si scatenata una sorta di
guerra di religione in cui industrialisti e ambientalisti si
sono misurati in una partita che non a somma zero. Il
fatto che non siamo abituati a considerare la modernit per quello che : un acceleratore, un moltiplicatore
di conflitti perch, come sottolinea Cassano, le societ
complesse figlie di un mondo globalizzato combinano
questi scherzi: l'operaio che in Italia perde il posto perch
l'imprenditore delocalizza sar giustamente imbufalito;
ma lo stesso imprenditore potr contare sulla complicit dei lavoratori che vengono impiegati nel paese che
beneficia della delocalizzazione almeno sino a quando
non spunter la manodopera di un'altra nazione o di un
altro continente a costo ancora pi basso che indurr
sempre lo stesso imprenditore a fare nuovamente le valigie trasformando gli operai felici di un tempo in disoccupati incazzati.
VI
aranto stato sino ad ora il regno delle contraddizioni, ma pu diventare il laboratorio del nuovo,
dell'innovazione perch la ragione intima di un conflitto
nella sua inevitabile composizione. Taranto non pu
morire di cancro ma non pu nemmeno morire di fame
e chi pensa che la questione sia risolvibile con un po' di
turismo o un po' di agricoltura o un po' di attivit legate
al mare fa parte proprio di quel gruppo di anime belle
di cui parla il professor Cassano. Per quanto l'Italsider
non occupi pi trentamila persone come negli anni d'oro,
non molto semplice sostituire una attivit produttiva
che resta, anche se con numeri pi contenuti, ad alta intensit di lavoro. La strada principale della citt dedicata a un intellettuale che fu anche sindaco, Tommaso
Nicol D'Aquino che scrisse un poema dal titolo Deliciae Tarentinae. D'Aquino aderiva all'Accademia dell'Arcadia ma questo non tempo di pure e belle forme.
E la storia dell'Ilva dovrebbe richiamare altri antenati.
Ad esempio, Archita che resta il miglior amministratore
che la citt abbia avuto in tre millenni di storia (oggettivamente ci vuol poco ad esserne convinti). Era amico
di Platone e quattro secoli prima di Cristo invent a Taranto un sistema di welfare che Aristotele esalt nel
quarto libro della sua Politica, quello dedicato alla democrazia. Ecco, Taranto avrebbe bisogno di un nuovo
sforzo di ingegno, di un nuovo Archita capace di conciliare bisogni solo apparentemente inconciliabili.
metalmeccanici hanno segnato la storia sindacale italiana: la loro spinta innovativa ha prodotto il passaggio dal vecchio sindacalismo dei mestieri al nuovo
sindacalismo industriale; la loro spinta innovativa ha
prodotto una parte essenziale di quei diritti che oggi vengono messi in discussione da governi troppo sensibili alle
indicazioni che vengono da Berlino, da un Parlamento
troppo predisposto a inserire in Costituzione norme che
con una Costituzione non hanno nulla a che spartire
perch, come diceva Calamandrei, la legge fondamentale
parla una sola lingua, quella dello Stato, quello della
Collettivit che organizza, non parla le lingue dei trattati internazionali. Questo Quaderno vuole ricordare
(e semmai stimolare) quella vocazione a essere primi
della classe che tanto infastidiva alcuni negli anni dell'Autunno Caldo ma che numerosi effetti positivi ha prodotto per la soddisfazione di tutti.
VII
I parte
Il Racconto
CAPITOLO I
sindacale, si poteva alimentare con il semplice lievito anticomunista, con l'anatema nei confronti
dell'avversario. Bonifazi come Enzo Mattina, come
Silvano Veronese, come Gianni Salvarani, come
Walter Galbusera, come Sandro Degni, come
Aldo Pugliese, come Corrado Ferro, come Ivano
Degli Esposti, come Secondo Perone, come Vinicio Natali, come Pino Chiuminatto, come Mario
Castellengo, come Amedeo Croce, come Marcello
Ottanelli, come Piero Imberti, come Carmelo Saraceno, come Franco Sassano, come Carlo Fabricci, come Pietro Eleuteri, come Sergio Donelli,
come Lorenzo Caso, come Tonino Serina, come
Floriano Cerdini gli ancor pi giovani Luigi Angeletti, Franco Lotito e Carmelo Barbagallo, avvertivano che non c'erano pi rendite di posizione da
sfruttare, parole d'ordine utilizzabili per sollecitare
una fedelt di bandiera, una adesione acritica a
ideologie ingessate e polverose, lontane da un presente in cui i linguaggi cambiavano, le generazioni
cambiavano, i bisogni cambiavano. Non contava
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gli utili maggiori a livello di dimensione del consenso ma il dibattito politico che parlava gi di uno
spostamento a sinistra degli assetti di governo, portarono Giulio Pastore, per evitare danni di immagine e perdita di credibilit, a chiedere
apertamente all'azienda un comportamento super
partes, insomma di tenersi fuori dalla mischia, di
non orientare i comportamenti elettorali con sotterranee forzature.
Un invito che indusse cento dei
114 membri di
Commissione Interna Cisl a costituire un nuovo
sindacato, il SidaLld, ben visto dalla
Fiat che notoriamente si adoper
per la sua creazione. La Uil rimase a guardare
numerose sedi confederali. E se la Cisl davanti all'astensione dal lavoro proclamata dalla Cgil per il
30 giugno 1960 prefer esprimersi con un ni, la
Uil decise di rispondere con un no chiaro, netto
ma poco comprensibile visto che all'iniziativa avevano aderito tutti i partiti di riferimento (Psi, Psdi
e Pri). Il ricambio generazionale (nella confederazione laica pi lento che nella Cisl) ispir la costruzione di nuove fondamenta teoriche ma questa
ricerca venne incentivata anche da fenomeni
esterni. Tre in particolare: il sostanziale naufragio
della proposta di sindacato socialista fortemente
sostenuta da Italo Viglianesi che, per, su questo
versante, non trov sponde adeguate nel Psi; la nascita del centrosinistra; l'unificazione socialista e,
soprattutto, il repentino divorzio in seguito ai deludenti risultati elettorali.
La proposta del sindacato socialista aveva tratto
nuovo alimento dai colloqui di Pralognan tra
Nenni e Saragat dell'estate del 1956. Per man
mano che i socialisti si avvicinavano alla maggioranza e al governo, la prospettiva di una organizza9
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luppo diseguale) i richiami alle antiche contrapposizioni (i linguaggi della fine degli anni Quaranta
e degli inizi dei Cinquanta erano vissuti se non
come reperti archeologici, come semplice testimonianza di una pagina del passato che la storia si
stava preoccupando di voltare). Soprattutto fece
nascere una consapevolezza nuova in gente come
Piero Boni, Ruggero Ravenna e Giorgio Benvenuto: perch accontentarsi di una piccola unit di
bottega quando si poteva lavorare su una pi ambiziosa unit organica che avrebbe potuto sanare
lo strappo del '48 e superare le contraddizioni
che avevano minato alla radice il Patto di Roma?
In qualche maniera furono proprio i giovani della
Uilm, i socialisti a interrompere il sogno di Viglianesi, leader controverso ma con l'ambizione di
pensare in grande, a volte troppo in grande rispetto alle potenzialit organizzative della Uil degli
anni Cinquanta e alle strettoie della dinamica correntizia. Una contraddizione accentuata anche dal
rapporto complicato, sicuramente non di incondi-
zionata simpatia, con il leader storico della socialdemocrazia italiana, cio Giuseppe Saragat. Poi, a
incidere in misura sostanziale nella elaborazione
di una cultura riformista se non totalmente nuova,
comunque rinnovata, incise il nuovo divorzio tra
gli uomini di Nenni e quelli di Saragat che mut i
numeri all'interno dell'organizzazione assegnando
ai socialisti la maggioranza relativa dei consensi.
Lo ha sottolineato Franco Simoncini, all'epoca dei
fatti segretario confederale:
Si era realizzata nell'ottobre del 1966 l'unificazione
socialista, che con la sua attuazione cre grandi
aspettative nella Uil e con la sua dissoluzione
avrebbe poi fortemente influito sui suoi equilibri interni5Da questa posizione di forza, quell'area politica
maggioritaria cominci a lavorare per dotarsi di
nuovi strumenti non solo di interpretazione della
realt, ma anche di soddisfacimento dei bisogni
che la condizione operaia, segnata da fenomeni
profondamente nuovi, poneva. Scriveva Benve-
Franco Simoncini: Dall'interno della Uil 1950-1985 Franco Angeli 1986, pag. 137
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nuto sul giornale della Uilm poco dopo la conquista della segreteria:
Siamo anche tornati alle origini riprendendo con rinnovato entusiasmo e con fiducia le idee che animarono
e mossero i fondatori della nostra organizzazione...
Forti di una esperienza assai deludente di un riformismo spicciolo e paternalistico, abbiamo affrontato i
problemi di fondo della nostra societ con la convinzione che i valori supremi e irrinunciabili della libert
e della democrazia si conquistano e si difendono non
solo con la denuncia ma nelle indicazioni delle riforme necessarie per far progredire la nostra societ...
Ma non ci siamo limitati a chiedere... Siamo disposti
anche ad impegnarci, anche a contrapporre in un dialogo serrato le nostre tesi per una alternativa di politica economica e sociale che faccia camminare il
paese pi speditamente verso nuovi traguardi di democrazia e libert6.
Il ritorno alle origini, la ricerca di una rotta pi
chiara e definita ma che comunque non doveva
trasformare l'organizzazione in un ring in cui le di6
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basta neppure proteggerlo. Il problema della sua attuazione non un problema n filosofico n morale.
Ma non neppure un problema giuridico. E' un problema la cui soluzione dipende da un certo sviluppo
della societ, e come tale sfida anche la costituzione
pi progredita e mette in crisi anche il pi perfetto
meccanismo di garanzia giuridica7.
Avremo modo di tornare sulla questione dei diritti
di libert e dei diritti sociali, sulle analisi di Bobbio
e sui diversi ruoli che all'interno di una societ evoluta devono svolgere la legge e la contrattazione.
Ma evidente che il riformismo di cui era portavoce Bruno Buozzi, di cui si faceva interprete Filippo Turati a cui pure Piazzesi aveva fatto
riferimento provando a descrivere quel giovane leader metalmeccanico che aveva stravolto equilibri
e regole del gioco all'interno della Uil e della Uilm,
poteva solo avere una interpretazione dinamica e
quella interpretazione avrebbe consentito tanto ai
metalmeccanici quanto, pi tardi, alla Confederazione di incrociare mondi apparentemente lonNorberto Bobbio: L'et dei diritti Einaudi 1990 pagg. 42-43
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Alberto Bonifazi
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CAPITOLO II
uando la Uilm cominci a riflettere su se pegnati nelle fabbriche della penisola, non solastessa, sulla sua proposta sindacale? mente in quelle aree produttive in cui l'organizzaQuando cominci quel viaggio tormentato verso zione vantava un radicamento ampio seppur, in
una culqualche
tura riformaniera,
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non prorinnovata
fondiscapace di
simo, ma
entrare
anche in
in sintoquelle renia con
alt in cui
la base
la federad e g l i
zione coniscritti e,
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nerale,
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dei lavola sua ofratori im- Foa (al centro, con la Ginzburg e Bobbio) sugli incidenti di Piazza Statuto cambi pi tardi idea ferta pro18
positiva faticava a emergere e affermarsi? I processi non sono mai brevi e sono spesso legati a fenomeni contingenti, improvvisi e normalmente
non voluti. Cominciavano, comunque, a lievitare
all'interno della Uilm settori che avvertivano i segnali della trasformazione in atto, determinata da
una crescita economica che aveva stravolto i vecchi
equilibri, prodotto il consolidamento di una classe
numericamente poco vasta di nuovi ricchi, l'abbozzo di una middle class in larga misura parassitaria, lo sviluppo di un neocapitalismo chiuso in
se stesso, intenzionato a cannibalizzare gli effetti
positivi, cio le ricchezze prodotte da uno sviluppo
che il centrismo sino a un decennio prima trionfante si era guardato bene dal governare attraverso
una credibile politica economica e industriale. Settori sindacali lavorando nelle fabbriche o analizzandole dall'esterno si rendevano conto che la
composizione anagrafica e geografica stava cambiando e che quei cambiamenti cominciavano a
determinare modificazioni profonde nei costumi,
negli atteggiamenti, nel sentire comune. Giovani
benessere pur presenti nella societ, veniva soltanto marginalmente lambita, mentre dalle distorsioni di una distribuzione diseguale del reddito
veniva chiamata a pagare il conto, anche sotto
forma di emarginazione, rifiuto, sfruttamento. Un
discorso che riguardava in particolare i metalmeccanici che erano arrivati molto
tardi al traguardo del primo
contratto nazionale (1956 dopo
un tentativo non perfezionato che risaliva al 1947) nonostante l'esplosione del
processo di industrializzazione,
i grandi profitti che venivano
accumulati nelle fabbriche automobilistiche o in quelle che
producevano frigoriferi e lavatrici o, ancora, in quelle che furoreggiavano
nel
settore
dell'elettronica di consumo. Fu
l'annuncio di un movimento
che, nel tempo, avrebbe as-
sunto caratteri impetuosi e dimensioni estremamente ampie e che proprio per questo obbligava i
sindacati a organizzare una proposta nuova capace
di intercettare le domande evitandone la trasformazione in pericolose e politicamente inconcludenti jacqueries.
Questioni che chiamavano direttamente in ballo la Uilm, il suo riformismo un po' ingessato e
burocratico, definito in astratto e
ben illustrato in qualche manuale
di istruzioni ma inadatto a fare i
conti con le turbolenze della realt che non chiedevano la rivoluzione ma, come pi tardi avrebbe
detto Benvenuto, l'evoluzione.
Piazza Statuto fu per la Uilm l'inizio, drammatico, di una nuova
storia, la presa di coscienza dell'esistenza di un mondo a cui le
vecchie ricette proposte dall'organizzazione guidata da Bruno
Raniero Panzieri
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Corti non riuscivano pi a dare risposte. Soprattutto, la presa di coscienza di un modo di fare attivit sindacale superato, travolto da un clima
politico nazionale e internazionale che obbligava
al confronto, all'apertura e non alla chiusura, all'emarginazione, alla definizione di rassicuranti
confini all'interno dei quali affermare la propria
immobile presenza. In quel torrido luglio cominci un percorso che sarebbe stato compiuto nel
giro di almeno altri sei anni e nel corso del quale
i sindacati avrebbero replicato l'errore compiuto a
Piazza Statuto, con effetti meno drammatici ma
non meno significativi dal punto di vista politico
(la riforma del sistema pensionistico realizzato con
un accordo dalle Confederazioni nel 1968 e respinto dai lavoratori e dagli iscritti al mittente per
essere rivisto e corretto nel giro di pochi mesi).
Piazza Statuto lavor sotto traccia, come un fiume
carsico e nove anni dopo, nel pieno del dibattito
sull'unit sindacale, con la nuova Uilm attestata
su una posizione che probabilmente la vecchia
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Rinaldo Gianola: Piazza Statuto, 1962 Un accordo separato alla Fiat scaten la rivolta sociale. E prepar il '69 l'Unit, 1 luglio 2012
Raniero Panzieri: Lettere 1940-1964 (a cura di S. Merli e L. Dotti) Marsilio 1987
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violente, il prodotto della sensibilit affinata proprio nei giorni drammatici di piazza Statuto
quando la situazione sfugg di mano a tutti venendo abbandonata in quelle non proprio delicatissime del Battaglione Padova della Celere.
Ripercorrere quei giorni riproponendo anche
qualche lettura di quella vicenda, pu essere utile
per capire come poi tutto questo incise sulle successive scelte della Uilm, sulla elaborazione di quel
riformismo evolutivo o movimentista che sar il
tratto caratterizzante della Federazione nel periodo
a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e la prima
met dei Settanta e che anche dopo il passaggio di
Giorgio Benvenuto alla segretaria generale della
Uil, continu a informare le scelte dell'organizzazione sotto i leader successivi a cominciare da Enzo
Mattina che subentr proprio a Benvenuto. La costituzione del primo governo di centro-sinistra
aveva determinato la sconfitta dell'ala pi conservatrice della Confindustria che predicava lo scivolamento a destra piuttosto che l'apertura a sinistra.
Sergio Turone: Storia del sindacato in Italia 1943/1980 Laterza 1981, pag. 283; intervista apparsa su Il Messaggero del 26 giugno 1962
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contratto nazionale non impediva la firma di accordi aziendali. La Uilm rimase ai margini di questo primo abbozzo di processo unitario ma sulla
questione del contratto dei metalmeccanici non
che gli imprenditori fossero pi coesi visto che se
da un lato gli industriali privati erano attestati su
una posizione di chiusura, quelli pubblici il 5 luglio attraverso Intersind e Asap firmarono una intesa in cui veniva riconosciuta la legittimit della
contrattazione articolata e la possibilit per i lavoratori di eleggere per ogni reparto
propri rappresentanti.
A questo punto utile una breve
parentesi sulle strategie contrattuali
anche perch il discorso incrocia
altri momenti caratterizzanti della
storia sindacale degli anni Sessanta.
Dopo il contratto nazionale del '56,
si svilupp un dibattito a distanza
sull'articolazione da dare alla politica rivendicativa dei metalmeccanici. Viglianesi e Corti lanciarono
la proposta dei contratti di settore. In sostanza, un Cisl, infatti, continu a premere l'acceleratore sulla
protocollo nazionale con la costruzione di specifi- contrattazione decentrata ottenendo notevoli succit normative per i diversi ambiti produttivi. E se cessi all'interno di quelle realt in cui era maggiorla Cgil era attestata sulla sacralit del contratto na- mente presente, cio le industrie di stato, e
zionale, la Cisl si
suscitando la feroce
muoveva con grande
opposizione da parte
dinamismo sul fronte
dell'organizzazione
degli accordi aziendegli imprenditori.
dali. Il contratto di
Questo
scontro
settore arriv troppo
ideologico lacer a
tardi anche perch
tal punto la Confintanto gli accordi del
dustria che le aziende
'56 quanto quelli del
pubbliche abbando'59 garantirono ai lanarono l'organizzavoratori
benefici
zione e fondarono,
molto limitati. Su
nel 1962, Intersind e
questa delusione si inAsap determinando
nestarono le rivendicos il raddoppio
cazioni aziendali che
della pratica negodeterminarono
la
ziale. La cosa, peralcrisi all'interno della
tro, fin per produrre
Corrado Ferro
Confindustria. La
effetti nel tempo e su
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Roma arriv per coordinare le operazioni il vicecapo della polizia, Agnesina; alle 21 in corso San
Martino spunt la prima rudimentale barricata;
quasi senza soluzione di continuit, la rivolta and
avanti sino alle 4,30 del mattino. Prosegu luned
9 e si concluse marted 10. Il bilancio fu pesantissimo: 1.215 fermati, 90 arrestati e rinviati a giudizio (per direttissima: settantuno furono
condannati), 169 feriti fra le forze dell'ordine; la
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se ne vedeva uno di tale portata e ampiezza), gli Fiom per l'inserimento di propri dirigenti negli orimprenditori crollarono e Bruno Trentin al con- ganismi internazionali) per far lievitare all'interno
gresso della Fiom del '64 che si svolse a Rimini sot- dell'organizzazione una cultura riformista nuova,
toline che per gli imprenditori l'onere di quel pi generosa e coraggiosa.
contratto era stato di 140 miliardi di lire; nel me- Di questi fenomeni, seppur indirettamente, Piazza
desimo periodo, buona parte di quegli imprendi- Statuto stata l'incubatrice. In diretta, per, la pertori avevano trasferito all'estero mille miliardi. cezione fu diversa, molto diversa. Cgil e Cisl si
Quel congresso, peraltro, segn la storia dell'orga- smarcarono immediatamente dalla rivolta. La Cgil
nizzazione. E a segnarla provvidero soprattutto i socialisti, Piero Boni ed Enzo Bartocci
che misero in minoranza Trentin, fecero passare le norme sull'incompatibilit e crearono
le condizioni per una segreteria generale
doppia (Trentin-Boni). Il ruolo di Boni nell'unit sindacale probabilmente non stato
sottolineato in maniera adeguata. Eppure, se
la Uilm riusc a rientrare nei giochi unitari
dopo essere stata lungamente ai margini, un
riconoscimento va riservato proprio all'allora
co-segretario generale della Fiom che a partire
dal '68 si offr come sponda a Benvenuto (il
Michele Mauro, Vittorio Foa e Gino Giugni in un convegno
quale, a sua volta, sostenne la battaglia della
organizzato da Lavoro Italiano nella sede della UIL
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denunci la presenza di provocatori che operavano sul piano del teppismo; la Cisl parl di
gruppi di teppisti, prevalentemente formati da
elementi estranei alle organizzazioni sindacali, assoldati da chi ha oggi particolari interessi a determinare nell'opinione pubblica il discredito sui
sindacati. Le Acli, invece, non salvarono nemmeno la Cisl: Certe tendenze esasperate della
lotta presenti anche in ambienti sindacali democratici. Giuseppe Raffo, dirigente torinese della
Uil, punt il dito senza mezzi termini contro il Pci,
con nomi e cognomi, sostenendo la tesi di un
cambio della guardia (si parl dell'arrivo di giovani non torinesi, giunti a bordo di auto lussuose)
fra i manifestanti del mattino e quelli del pomeriggio. Spieg il sindacalista: Le squadre che hanno
dato il cambio alle prime ci sono state; le prime erano
venute a urlare e minacciare. Le altre dovevano fare il
pestaggio. Ma sempre squadre comuniste erano. Perch
stato preso a sassate Pajetta, perch stato in pericolo
Garavini? E' semplice: le squadre di ricambio erano di
Dario Lanzardo: La rivolta di Piazza Statuto Torino, luglio 1962 Feltrinelli 1979, pag. 39
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mente sanguinaria. Quel giorno, pur essendo impiegato in una fabbrica chimica, era a piazza Statuto e lo ha raccontato cos:
Cominciai a lavorare per la cellula, il sindacato, la commissione interna. Ma in modo
svogliato. Poi arrivarono i fatti
di piazza Statuto. Fu il primo
segno del risveglio. Nell'estate
del 1962, per la prima volta la
base rivoluzionaria scavalc
apertamente il partito... La
battaglia dur tre giorni e
l'Unit ci chiam teppisti alleandosi coi borghesi. Fu il crollo
per molti compagni delle ultime
illusioni di un ravvedimento rivoluzionario del Pci18.
E c'era anche Alberto Asor
Rosa che sui Quaderni
Rinaldo Gianola: Piazza Statuto, 1962 Un accordo separato alla Fiat scaten la rivolta sociale. E prepar il '69 l'Unit, 1 luglio 2012
Dario Lanzardo: La rivolta di piazza Statuto Torino, luglio 1962 Feltrinelli 1979, pag. 131
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32
Alberto Asor Rosa: Tre giorni a Torino 7-8-9 luglio in cronache dei Quaderni Rossi, settembre 1962, n. 1, pag. 76; in Guido Crainz:
Il Paese mancato: dal miracolo economico agli anni 80 Donzelli 2003, pag. 42
20
Vittorio Foa e Carlo Ginzburg: Un dialogo Feltrinelli 2003, pag. 55
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33
In piazza Statuto vengono alla superficie i nuovi lavoratori della catena di montaggio... Erano lavoratori
invisibili, o meglio, visibili solo nella forma dell'immigrato, visibili a porta Palazzo, nei crocchi che si
formavano la domenica, visibili a Porta Nuova
quando arrivavano con la valigia di cartone, visibili
nel labirinto delle stanze a pagamento in cui dormivano a turno, le otto ore di notte quelli del turno di
giorno e le otto ore di giorno quelli del turno di notte.
Ecco: era questo il popolo delle tenebre, che si era
formato all'interno della fabbrica e che invadeva ora
la scena urbana e la invadeva nell'unica forma che
conosceva, quella della jacquerie, della rivolta...
Dopo che verr chiuso il contratto del 1962, torner
al silenzio, per altri sei lunghi anni e riemerger, questa volta organizzata, con un proprio linguaggio, con
un proprio discorso, nell'autunno caldo, nel biennio
1968-196921.
In quei giorni a Torino arriv anche l'inviato de Il
21
Marco Revelli: Le spie ricorrenti del disagio sociale: jacqueries, rivolte urbane, proteste giovanili, subculture della protesta. In C.
Dellavalle (a cura di): Repubblica, Costituzione, trasformazione della societ italiana 1946-1996: percorsi di cittadinanza Franco
Angeli 2000
22
Guido Crainz, op. cit. pag. 43
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CAPITOLO III
La svolta di Venezia
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una carica di presidente che non era prevista statutariamente. Nella Uil di quei tempi, in realt, la
questione delle incompatibilit aveva addirittura
una dimensione doppia perch si potevano cumulare cariche federali e confederali e cariche sindacali e politiche. Corti al congresso di Venezia
annunci che non si sarebbe ricandidato: i metalmeccanici, infatti, avevano deciso di anticipare una
norma che sarebbe stata approvata a Chianciano
solo quale mese dopo (l'ordine del giorno venne
presentato dal repubblicano Aride Rossi24: per pacificare le diverse anime confederali il documento
stabiliva anche la triarchia dei segretari e quella
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Il documento sanc il faticoso accordo tra le componenti. Rossi lo present ai delegati dicendo: Il documento che la presidenza sottopone alla vostra approvazione rispecchia le istanze della organizzazione unanimemente emerse dal dibattito congressuale. Esso costituisce una decisione e un impegno congressuale per una gestione unitaria nella linea di politica sindacale che sar adottata dal
congresso. Il documento era articolato in tre punti: a) incompatibile la carica di membro di Comitato Esecutivo di Camera Sindacale
Provinciale, di C.E. Regionale, di C.E. di sindacato provinciale di Federazione di categoria, nonch di componente dell'organo esecutivo
confederale con cariche esecutive provinciali, regionali e nazionali di partito, e con i mandati elettivi parlamentari di Consigli o Assemblee Regionali e Provinciali e Comunali, esclusi i comuni non capoluoghi di provincia con popolazione inferiore ai trentamila abitanti. Nel caso un dirigente sindacale venga investito di un incarico di cui sopra o si presenti candidato ad elezione ai mandati
sopraelencati si ritiene temporaneamente sostituito nella sua funzione sindacale esecutiva. Comunque i casi di incompatibilit dovranno
essere risolti entro il 30 giugno 1970. b) La Segreteria composta da uno o pi segretari generali e da un numero di segretari confederali
che il comitato centrale fisser ed elegger con almeno due terzi dei voti dei membri presenti. c) Presidenza: eletta con due terzi dei
voti dei membri presenti del Comitato Centrale. Convoca e presiede le riunioni del Comitato Centrale stesso e del Comitato direttivo.
Le convocazioni sono effettuate su deliberazione della Segreteria Confederale. In assenza del presidente le sue funzioni sono assolte
dalla Segreteria Generale. Archivio Fondazione Bruno Buozzi
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sorta di clausola di garanzia rappresentata dalle votazioni a maggioranza qualificata per l'elezione
degli organismi di vertice). Salut i militanti con
un discorso di commiato, lasciando a Benvenuto
il compito di leggere la relazione introduttiva.
Ma se a Venezia il passaggio di consegne aveva
avuto toni estremamente civili, a Chianciano, l'ex
segretario metalmeccanico, anche nella veste di responsabile dell'ufficio sindacale del suo partito, decise di dire tutto quel che non aveva detto cinque
mesi prima. Sergio Turone ricord un momento
significativo di quello strano scontro postdatato in
un articolo apparso su Il Giorno alla fine di novembre. Conteneva anche un gustoso aneddoto.
Scriveva l'autorevole giornalista:
Al congresso confederale tenutosi in ottobre a Chianciano il leader della corrente socialdemocratica, l'onorevole Bruno Corti del Psu, segretario della Uilm
prima di Benvenuto, ottenne per diritto di anzianit
di parlare dopo il suo successore e, pur senza nomi-
25
Sergio Turone: Chi sono i leader dell'autunno caldo metalmeccanico: Giorgio Benvenuto della Uilm. Dalla scrivania arrivato
nelle fabbriche Il Giorno, 30 novembre 1969
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39
mocratici il 24. Vanni non ottenne la segretaria in alla liquidazione della Uil in un sindacato unitasolitudine e si dovette accontentare, temporanea- rio egemonizzato dal partito comunista. La sua rimente, di condividerla con Ruggero Ravenna (che cetta, invece, era semplice: una organizzazione
rappresentava l'ala pi avanzata della Confedera- ancorata ai suoi principi tradizionali che operi afzione e anni dopo avrebbe commentato cos i la- finch le azioni del sindacato siano omogenee al
vori di Chianciano: Doveva essere il congresso sistema. La logica ormai obsoleta del vecchio mocontro i metalmeccanici, divenne il congresso dei deratismo, di un sindacato integrato nel sistema,
metalmeccanici con l'elaborazione di una piatta- il segno che nulla di quanto era avvenuto in Italia
forma unitaria che nessuno allora ebbe il coraggio e nelle fabbriche a partire da piazza Statuto aveva
di contestare) e con Lino Ravecca, socialdemocra- scalfito le incrollabili certezze del leader socialdetico. Corti contimocratico. La
nu la sua
politica sindaindiretta polecale, poi, racmica con Benveconta
anche
nuto
e
i
stranissimi parametalmeccanici
dossi. Sette anni
puntando il dito
dopo quel concontro Viglianesi
gresso in cui
accusato di proaveva
messo
porre una linea
sotto accusa i
(sull'unit) che
portatori di una
avrebbe portato 1972, Mattina, Benvenuto e Trentin al congresso di scioglimento della Uilm idea pi avan40
Uil (sulla base di un accordo con il Psu) una componente essenziale del disegno politico lamalfiano che
ha bisogno di un sindacato moderato, efficiente, moderno, fortemente integrato nel sistema e quindi corresponsabile e in qualche modo garante della sua
logica di sviluppo... I socialisti non sembrano in grado
di liberare tutte le potenzialit innovatrici che sono
andate emergendo in seno alla Uil. E ci anche perch i gruppi pi avanzati (anche qui la punta il
sindacato dei metalmeccanici diretto da Giorgio Benvenuto, il Carniti della Uil) non intendono identificarsi o comunque esaurirsi in un gioco di partito e
di corrente e preferiscono qualificarsi sul terreno pi
specificamente sindacale26.
Coppola concludeva in maniera significativa:
Contro il gruppo di estrazione socialista si andata
consolidando nelle ultime settimane l'alleanza tra repubblicani e socialdemocratici, sulla base di un accordo tra Raffaele Vanni (Pri) e Bruno Corti,
attualmente responsabile sindacale del Psu27.
Aniello Coppola: La Uil alla vigilia del congresso decisivo Il sindacato-cerniera Rinascita, n. 42, 24 ottobre 1969
Aniello Coppola, art. cit.
26
27
41
meccanica dei primi anni Sessanta, cio una federazione espressione sindacale di una socialdemocrazia,
come quella italiana, con ristrette basi di massa, scarsa
incidenza nel mondo operaio, rapporti vincolanti con
qualificati settori del padronato28. Il delegato operaio
citato da Turone con la storia del ruggito forniva,
alla resa dei conti, una lettura non differente da
quella predisposta da Coppola: la ricerca di una
nuova sostanza di idee e comportamenti in sintonia con le attese e le esigenze dei lavoratori interpretata da Benvenuto con atti e parole in contrasto
con il passato diventavano per Corti l'occasione
per lanciare contro i nuovi l'accusa di massimalismo velleitario. Le cose non stavano proprio cos.
Non era il massimalismo a ispirare la nuova generazione di sindacalisti che trovavano nella Uilm il
luogo ideale per mettersi alla prova, ma la consapevolezza che senza un adeguamento degli strumenti, senza un lavoro profondo sulle idee
attraverso le quali intercettare il consenso, l'organizzazione si sarebbe sempre di pi chiusa in se
42
stessa, prigioniera della propria rassicurante autoreferenzialit, cinghia di trasmissione anche per
aree politiche che formalmente criticavano quel
concetto considerato tipicamente comunista.
Il cambio della guardia a Venezia non fu inaspettato. Silenziosamente, Benvenuto aveva lavorato,
a partire dal 1964, al rinnovamento dei quadri,
aveva girato in lungo e largo il Paese scovando
nuovi talenti, dirigenti locali capaci di trasmettere meglio che nel passato i messaggi dalle fabbriche alla Federazione, dalla periferia al centro.
Soprattutto uomini che per et e cultura erano in
grado di sintonizzarsi con i linguaggi della classe
operaia cresciuta tumultuosamente attraverso il
processo di industrializzazione e la nascita al Sud
della Cattedrali nel deserto. A marzo del 1968, sul
problema delle pensioni, Il Lavoro Metallurgico
usava concetti nuovi, figli di un riformismo che
aveva deciso di aprire gli occhi davanti alla realt,
di un gradualismo che non era sinonimo di arrendevolezza n di flemma britannica. Giorgio Ben-
venuto puntava il dito contro gli sprechi e le contraddizioni del sistema che si stava provando a riformare:
Gli statali, i parastatali, i marittimi, i minatori, i
bancari, i telefonici, gli elettrici, i dipendenti dalle
imposte di consumo ed esattori, i gasisti, gli esercenti
servizi di trasporto, hanno propri sistemi privilegiati
di pensionamento... Dinanzi a questi lavoratori privilegiati che hanno proprie pensioni assicurate da
Fondi Autonomi aventi una propria gestione, ci sono
tutti quei lavoratori che hanno avuto la disgrazia di
versare i soldi all'Inps con riferimento all'assicurazione obbligatoria... E cos capitato e capita ancora
che i soldi dei lavoratori dell'industria vengano utilizzati per pagare la pensione ai coltivatori diretti, ai
contadini, agli artigiani, ecc... Basti pensare che nel
1966 l'Inps ha introitato dal settore agricolo 60 miliardi, spendendone addirittura 65029.
E qualche mese dopo questo intervento sulle pensioni, la Uilm ancora sotto la segreteria Corti, lanciava la sua offensiva sul versante dell'unit
29
43
sindacale attraverso la proposta di un contratto eu- ghi in corso tra Cgil, Cisl e Uil. Giudichiamo per tali
ropeo che, per, sarebbe stato realizzabile solo nel dialoghi una esercitazione dialettica, una manifestazione
momento in cui la Cgil si fosse sciolta dall'abbrac- di accademia sindacale ove ogni partner esprime e cerca
cio mortale con l'internazionale ad egemonia so- di imporre la filosofia della propria organizzazione sinvietica (la Fsm). Ancora una volta Benvenuto che dacale. La nostra impressione che si cerchi di chiudere
del giornale dell'organizzazione era il direttore, (anche se si parla di apertura) le stalle quando i buoi
spiegava che le Federazioni di categoria, sia pure in sono gi scappati. Si vuole cio con il dialogo confederale
mezzo a riserve ed a perplessit, cementano l'unit di impedire i colloqui di categoria, accentrando tutto nel
azione, raggiungono sempre pi spesso larghe intese uni- sancta sanctorum di Roma ove tutto si riduce a una
tarie soprattutto tra i memonotona espressione di virtalmeccanici
ove
si
tuosismi o di sterili assolo31.
Si andava, cos, definendo
sostituiscono ad esperienze
l'immagine della nuova
dolorose (come i fatti di
Uilm: il contratto ma
Piazza Statuto a Torino)
anche le riforme; l'unit
altre esperienze di avanguarma come espressione di
dia30. In nome dell'autoun movimento che sale dal
nomia delle avanguardie,
basso e non come una
Benvenuto
accusava:
operazione algebrica defiNon vogliamo certo discononita dall'alto.
scere l'importanza dei dialoGiuseppe Di Vittorio
30
31
44
Quando il 9 maggio del 1969, Bruno Corti, solle- eccidi di Avola e di Battipaglia e i giovani della Uil
citato da una lettera, inviava al capo del Servizio sostenevano che questi fatti dovevano convincere
Assistenza Previdenza Uil le tesi del congresso di il nostro padronato e lo Stato in genere che per realizzare
Venezia, Raffaele Vanni, che di quell'ufficio era il le riforme non bisogna aspettare le contestazioni, i disorresponsabile, si ritrovava tra le mani un docu- dini, i morti. Sostegno alla programmazione
mento che rompeva la consolidata (seppur varie- (nuova, pi dinamica, che non si esaurisca nella enungata) ortodossia ideologica. Gi il documento della ciazione dei piani a lunga scadenza, ma che invece preSegreteria Nazionale che accompagnava il testo veda soluzioni a breve e medio termine) ma anche una
segnava un momento di rottura: Non pi possibile diversa politica contrattuale basata sulla conferma
per il Sindacato asdel valore della
sistere come testicontrattazione namone all'evolversi
zionale ma sottodella societ, racl i n e a n d o
chiudendosi
nel
l'importanza e la
ghetto del contratto
validit della sua
come se tutti i proarticolazione per
blemi dei metalmecsettori, per comcanici dipendessero
plessi,
per
solo ed esclusivaazienda, perch
mente dalla regolal'articolazione conmentazione
del
trattuale, positivarapporto di lavoro.
mente collaudata
Bruno Buozzi in esilio a Parigi con la moglie Rina;
C'erano stati gli
negli ultimi anni,
al centro la piccola Giuliana Nenni
45
46
zione di una cultura riformista. Un contributo filtrato attraverso la relazione di Benvenuto che affermava:
Questa emigrazione, questo spopolamento enorme
delle campagne non ha trovato uno sbocco giusto, sociale. Anzi, ha portato tensioni e fermenti che negli
ultimi anni, negli ultimi mesi sono esplosi in maniera
drammatica. Accanto ad alcune oasi di benessere esiste ancora il deserto della disoccupazione e del sottosviluppo. Questo ha portato alla contestazione.
Occorre che questa contestazione possa trovare uno
sbocco democratico, che non significa enunciazione
della riforma ma attuazione delle riforme... Dobbiamo imporre il cambiamento del clima nelle nostre
fabbriche e che le fabbriche diventino un luogo democratico... Tutto questo ci fa intravedere un orizzonte
diverso; ci porta a uscire dal ghetto del contratto... Il
nuovo non distruggere quello che c' gi... ma significa affiancare, arricchire e aumentare gli strumenti
operativi del sindacato... Non vogliamo un sindacato
33
34
47
senza l'appoggio di un solo deputato... Come si risolvono i problemi? Si risolvono con i rapporti di forza.
Noi crediamo nella validit del sindacato per pretendiamo che il sindacato ritorni alle origini, ritorni
ad essere il sindacato solo dei lavoratori37.
Sandro Degni, a sua volta, scriveva su Il Lavoro
Metallurgico del maggio 1969:
La realizzazione di un ambiente sociale pi giusto,
dove le esigenze del singolo siano in armonia con
quelle della collettivit diventata un miraggio... In
effetti si tratta s di un rovesciamento di posizioni,
ma di un rovesciamento che tende a restituire al lavoratore la sua dignit di uomo, obiettivo questo che
rappresenta pur sempre la ragione fondamentale del
movimento sindacale.
A quel punto la Uilm era definitivamente uscita
dal cono d'ombra del vecchio moderatismo per cominciare a confrontarsi con i Movimenti senza
complessi di inferiorit ma forte di una identit
che affidava certo alle riforme la soluzione dei ri-
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48
38
49
39
50
nomico e sociale cos come oggi si presenta. Bene queste due strade sono fallite perch le esperienze che abbiamo dinanzi ai nostri occhi ci dimostrano che l
dove non esiste pi la propriet privata, non esiste
certo la libert del lavoratore, cos come dove esiste il
sindacato integrato non c' la liberazione dell'uomo
da quelli che sono i condizionamenti della civilt industriale. Ci deve essere una terza via che parta dalla
constatazione che esistono oggi nella fabbrica e nella
societ rapporti di potere retti da identiche logiche
autoritarie che rifiutano gli stessi principi della carta
costituzionale42.
Cinque anni dopo, nella conferenza della Flm che
si svolse a Milano dal 13 al 15 novembre, chiudendo i lavori, Benvenuto illustr una proposta
che oggi potrebbe in qualche maniera richiamare
la compartecipazione alla tedesca, dove i sindacati
e i lavoratori davanti a problemi aziendali, prospettano una idea organica per realizzare e gestire una
riduzione dei costi che non sia in contrasto con gli
41
51
interessi degli operai. In quel periodo la vita italiana era flagellata dalla crisi economica. A gennaio
era stato chiuso l'accordo sul punto unico di contingenza (una soluzione accettata anche da Agnelli
che sperava di ridurre il rivendicazionismo salariale
attraverso un meccanismo automatico di adeguamento degli stipendi al costo della vita) ma nel frattempo le fabbriche chiudevano e come spesso
capita nel nostro Paese nelle fasi di crisi, i capitali
prendevano la via dei paradisi fiscali. Il sindacato
metalmeccanico doveva in qualche modo governare questa fase che non essendo di espansione obbligava a valutare anche interventi sui livelli
occupazionali. Benvenuto affermava dal podio:
Io non capisco chi dice: Ma parlare di mobilit, di
ristrutturazioni un cedimento al padrone... Noi sappiamo che l'apparato industriale nel nostro paese,
cos com' non pu andare e deve essere ristrutturato.
Allora dobbiamo sapere che le scelte sono due: o noi
ci rinchiudiamo in fabbrica in una battaglia disperata, difensiva, con degli arretramenti successivi fi-
nendo poi per accettare quello che in pratica stabilisce il padrone... oppure stabiliamo nel contratto
(quella conferenza venne convocata per selezionare
gli obiettivi della piattaforma in vista del rinnovo,
n.d.a.) in coerenza con l'azione generale, delle richieste precise sul problema degli investimenti e sulla ristrutturazione che impediscano al governo e al
padrone di decidere da soli ma anzi li obblighino ad
un confronto con il sindacato sulla base di una serie
di meccanismi di controllo da parte di quest'ultimo...
allora la mobilit non una concessione che noi facciamo al padrone, ma diventa una condizione per
portare avanti una politica di ristrutturazione che si
muova nella logica di una politica economica, di una
politica industriale diversa nel nostro paese; una mobilit, quindi, che non generica contropartita, ma
una condizione per impedire che essa in assenza di
una iniziativa del sindacato diventi la mobilit da
occupato a disoccupato o una forma di nomadismo43.
In Italia periodicamente viene avviata la ricerca dei
responsabili dei ritardi che hanno prodotto quel-
Conferenza Flm: contratto, potere, occupazione Milano 13/15 novembre 1975. Atti. Archivio Fondazione Bruno Buozzi.
43
52
l'accumulo di problemi che ci impedisce di guar- principi di un riformismo concreto e possibile. Dadare con fiducia al futuro. Inevitabilmente il sin- vanti a un Paese in recessione, i metalmeccanici aldacato finisce sul banco degli imputati, accusato largavano l'orizzonte delle loro proposte andando
di conservatorismo, di svolgere un ruolo frenante, molto al di l dell'aspetto prettamente contrattuadi guardare agli occupati dimenticando i disoccu- listico; l'organizzazione guardava all'interesse genepati, di rappresenrale evitando
tare i lavoratori a
il rischio di
tempo indetermirinchiudersi
nato, i tipici, ma
nello stretto
di non essere pi
recinto corpoin sintonia con
rativo; voleva
quelli a tempo decontribuire
terminato, con gli
alla ripresa
atipici. Eppure ridell'Italia defileggendo oggi le
nendo regole
conclusioni della
capaci
di
conferenza della
coinvolgere la
Flm, ci si rende ageresponsabilit
volmente conto del
dei lavoratori.
carattere innovaL'aspetto ecotivo delle proposte
nomico
in
sindacali ispirate ai
quel rinnovo
Autunno Caldo, alla Fiat lassemblea approva il contratto
53
finiva per apparire secondario. Prevalente era l'interesse per i meccanismi attraverso i quali governare i processi di rilancio produttivo, di
ristrutturazione, di mobilit, di riqualificazione
professionale, di governo del mercato del lavoro.
Si chiedeva che i consigli di fabbrica fossero informati e messi nelle condizioni di verificare i pro-
grammi di investimento (localizzazioni, livelli occupazionali, obiettivi produttivi, condizioni di lavoro ambientali ed ecologiche), di valutare le
conseguenze delle trasformazioni tecnologiche sui
modi e suglistrumenti della produzione, di contrattare temporanee riduzioni dell'orario di lavoro
in funzione anti-cicliche, di negoziare la mobilit
54
interna alle aziende e i piani di ristrutturazione, ri- sviluppare una rete di trasporti collettivi in grado
conversione e riqualificazione del personale, di es- di riequilibrare il peso di quelli privati, a un piano
sere messi al corrente, a tutela della salute dei per l'elettronica e l'informatica che stava muolavoratori, dei prodotti utilizzati nelle diverse pro- vendo i primi passi, segno evidente che gi alduzioni. E poi ulteriori garanzie sul fronte del di- l'epoca il sindacato sapeva bene che nell'iPhone
ritto allo studio e sull'inserimento dei portatori di non sarebbe stato necessario inserire un gettone
handicap all'interno dei luoghi di lavoro. E al go- telefonico; da una politica tendente a frenare, in
verno (presidente del consiglio,
un periodo gi di alta inflaAldo Moro, vice, Ugo La Malfa)
zione, gli aumenti tariffari e dei
che aveva presentato un deluprezzi amministrati, a una
dente programma a medio ternuova legislazione fiscale supmine, la Flm indicava una serie
porto di una politica funzionale aldi interventi che avrebbero pol'attuazione delle riforme, allo
tuto modernizzare il Paese (da
sviluppo della domanda interna,
un programma di opere edilizie
alla tenuta dei livelli occupazionali
coordinate con una legge urbae come strumento per finanziare i
nistica per impedire alla rendita
programmi di spesa pubblica e di rifondiaria di proliferare, a un
duzione del deficit dello stato).
piano energetico per assicurare
nel tempo all'Italia l'autosufficienza; da un programma per
Felice Amadei
55
CAPITOLO IV
a definizione di un nuovo profilo teorico-ideologico della Uilm era andato di pari passo all'evoluzione del dibattito sull'unit organica,
traendo in qualche misura anche ispirazione da
quel clima di rinnovamento sindacale che aveva
portato alla costruzione della Federazione Lavoratori Metalmeccanici e che, al contrario, aveva
avuto un andamento molto ondivago all'interno
di tutte le Confederazioni dove pi direttamente
veniva a scontrarsi con le strategie dei partiti di riferimento. Nell'autunno del 1976, quando Giorgio
Benvenuto lasci la guida dei metalmeccanici nelle
mani di Enzo Mattina per sostituire Raffaele
Vanni alla guida della Uil, il processo unitario
ormai languiva e anche laddove era andato pi
avanti producendo delle conseguenze tangibili, cominciava a mostrare segni di arretramento. Il quadro politico era cambiato, dalla crisi del
centro-sinistra si era passati a una solidariet nazionale tentennante che vedeva, seppur in forme
inizialmente traverse (la non sfiducia), l'ingresso
del Pci nell'area di governo favorita da una situazione di emergenza dal punto di vista economico
e sociale (il dilagare del terrorismo) ma non sostenuta da unadeguata politica riformatrice tanto
vero che i comunisti si guardarono bene dal contrattare con Giulio Andreotti e con la Dc un programma di governo coerente con le loro intenzioni
pubblicamente proclamate. Nel Psi, dopo il deludente risultato elettorale del 20 giugno '76, i quarantenni erano arrivati al vertice del partito e a
loro volta avevano cominciato a elaborare la definizione di una base programmatica post-ideologica, capace di andare al di l anche ufficialmente
del marxismo, seguendo l'esempio della Spd e
della stessa Internazionale Socialista che aveva de56
classato Marx al ruolo di coprotagonista spogliandolo degli abiti del protagonista assoluto. Benvenuto continu a lavorare sulla definizione di un
sistema ideologico originale per la sua organizzazione, come avrebbe sottolineato nel 1980, nell'ultimo libro dato alle stampe, Walter Tobagi, poi
assassinato in un giorno di fine maggio dello stesso
anno, da un
commando
terrorista che
con
quell'azione puntava
a
ottenere l'ufficiale affiliazione
alle
B r i g a t e
Rosse.
E
quando il 4 e
5 marzo sempre di quell'anno,
in
57
iconografica che ideologica. Il suo ritratto campeggiava dietro il tavolo della presidenza, al cinema
Adriano di Roma, in occasione della fondazione
della Cisl: una esibizione figlia soprattutto della
contrapposizione polemica con la Cgil che aveva
in qualche misura accantonato il leader di
Pontelagoscuro,
ma anche dell'esigenza di fornire
un punto di riferimento politico
a quei socialdemocratici che
avevano trovato
accoglienza sotto
le bandiere cisline.
D'altro
canto, nel sindacato guidato da
Buozzi, i cattolici
Trentin (con Boni e Pastorino) evoc da segretario generale della Cgil, il sindacato dei diritti
58
corso della trattativa sul Patto di Roma), si dedicava con maggiore impegno a contrapporre il suo
vero riformismo a quello considerato fasullo
di Saragat e del Psdi sottolinenando che se alla
prova delle urne quel partito era uscito bocciato (i
socialdemocratici avevano perso il 7 giugno del
1953 il 2,6 per cento) la colpa non era stata del
destino cinico e baro.
Un ritorno alle origini che aveva come obiettivo
soprattutto l'esigenza di garantire in termini ideologici un nume tutelare a una organizzazione che,
attraverso il rinnovamento promosso dai metalmeccanici, aveva acquisito un volto diverso pur dovendo fare ancora i conti con una sintesi che
riuscisse a mettere d'accordo tre componenti politiche e ideali. Ma era evidente che la connotazione
pi marcatamente socialista e riformista accostava
inevitabilmente il sindacato a quel punto guidato
44
Scriveva Di Vittorio: A differenza dei capi socialdemocratici, Bruno Buozzi aveva conservato un legame vivo e profondo con la
classe operaia. Il limite estremo del suo gradualismo sempre stato rappresentato dal bisogno di non staccarsi in alcun modo dalla
classe operaia, alla quale egli apparteneva integralmente, organicamente... Quale differenza dai capi socialdemocratici nostrani, i
quali si pavoneggiano su posizioni non soltanto estranee, ma pienamente contrarie agli interessi e agli ideali della classe operaia e poi
incolpano il destino cinico e baro se gli operai percorrono una via opposta a quella reazionaria che segue la socialdemocrazia.
Da l'Unit del 4 giugno 1954: Bruno Buozzi combattente antifascista
59
dacati e determinato la cancellazione o la correzione (in peggio) di quelle conquiste e di quelle garanzie che avevano caratterizzato la storia del
movimento operaio non solo italiano, tra gli anni
Sessanta e la prima met dei Settanta. Le coincidenze non significano certo che la lezione di
Buozzi potesse essere riutilizzata sic et simpliciter,
ma quella esperienza un messaggio comunque valido lo conteneva: la necessit per una organizzazione
dei
lavoratori
di
rilegittimarsi
continuamente agli occhi dei propri iscritti, dei
propri rappresentati, soprattutto nelle fasi pi
complicate della vicenda collettiva. Buozzi l'aveva
fatto garantendo alla Fiom la riemersione da
quella condizione di irrilevanza in cui era precipitata a causa di una pericolosa tendenza dei dirigenti all'autoreferenzialit e a un uso del potere a
scopo privato (anche di arricchimento personale).
C'erano nelle scelte di Buozzi delle intuizioni che
potevano tornare utili anche a sessanta, settanta
anni di distanza. Alla guida dei metalmeccanici,
Benvenuto aveva puntato (soprattutto nell'ultimo
60
ambienti sindacali veniva vista con estrema diffidenza. Buozzi aveva provato a percorrere quella
strada, con l'accordo che chiuse l'occupazione delle
Aldo Pugliese a nome della Uil regionale della Puglia, premia Giorgio Benvenuto
61
buona misura screditata, si batteva per la Costituente con un quarto di secolo d'anticipo rispetto
a quella che produrr l'attuale Costituzione45, una
via riformista ma, per l'epoca, per nulla moderata
per uscire da una strettoia che avrebbe portato
l'Italia al fascismo. Era il riferimento all'idea che
eleggeva la contrattazione a strumento essenziale
dell'identit sindacale producendo, cos, il risultato di un accordo come quello del 1913 che per
conquiste (fatte le debite proporzioni) non era
certo secondo a quello firmato oltre mezzo secolo
dopo da Trentin, Benvenuto e Macario (la Fiom
di Buozzi ottenne il sabato inglese, la riduzione dell'orario di lavoro a parit di salario, un incremento
di due centesimi sulla paga oraria e, soprattutto, il
riconoscimento dell'organizzazione e delle rappresentanze di fabbrica). Era il riferimento alla coerenza delle posizioni unita alla adattabilit alle
nuove situazioni imposte dalla realt, come in oc-
45
Ha sottolineato Alceo Riosa: Quando Buozzi pone il problema della Fiom che deve battersi anche per la Repubblica, per la Costituente, si pone il problema di una rivoluzione democratica nel nostro paese come terza soluzione per uscire dall'impasse sia del vecchio
riformismo sia delle spinte bolsceviche. Alceo Riosa: Considerazioni su Buozzi tra partito e sindacato in Aa. Vv.: Bruno Buozzi e
l'organizzazione sindacale in Italia Editrice Sindacale Italiana 1982 pag. 34 e in Maglie A.: Bruno Buozzi il padre del sindacato,
Fondazione Bruno Buozzi 2014, pag. 326
62
Anche in questa guerra, come in tutte quelle del passato, il proletariato versa il proprio sangue prezioso unicamente forse nell'interesse
della borghesia, e quindi quello italiano ha il dovere di lottare con ogni mezzo perch l'Italia non partecipi alla grande carneficina.
Cos scriveva Bruno Buozzi su Il Metallurgico del 19 settembre 1914: Per la neutralit italiana. In Epifani G. (a cura di): Bruno
Buozzi, scritti e discorsi, Editrice Sindacale Italiana 1975, pag. 77 e in Maglie A.: Bruno Buozzi il padre del sindacato, Fondazione
Bruno Buozzi, 2014, pag. 105
47
Eravamo stati incapaci di impedire la guerra e sarebbe stato puerile e ridicolo pensare di impedirne le conseguenze. E quando sentimmo la mobilitazione alle spalle, ci demmo d'attorno perch essa riuscisse il meno peggiore possibile e perch la nostra Federazione
venisse considerata come si meritava. Bruno Buozzi: L'opera della Federazione Metallurgica in le condizioni della classe lavoratrice in Italia 1922-1943. Bruno Buozzi e il movimento sindacale in Italia Feltrinelli 1973, pag.33
48
E' possibile la costituzione di un Partito del Lavoro in Italia, sia pure fra qualche anno? E da chi potr essere composto? Gli operai
che seriamente professano delle idee politiche e le sentono, difficilmente si adatterebbero a rinunciare alle stesse per entrare in un partitone tipo economico; gli altri, che idee politiche non hanno, sar tanto se riusciremo a farli entrare in un discreto numero di organizzazioni. Ma ammesso pure che la cosa sia possibile, come si pu pensare ad escludere la politica dal nuovo partito? Bruno Buozzi:
Di un partito del Lavoro, Il Metallurgico 10 agosto 1910. In il riformismo socialista italiano. Matteotti-Buozzi Marsilio 1981
pag. 199 e in Maglie A.: Bruno Buozzi il padre del sindacato Fondazione Bruno Buozzi 2014, pag. 237
46
63
49
Leo Valiani, intervento alla giornata di studi su Bruno Buozzi organizzata in occasione del 30 anniversario della fondazione della
Uil, 4-5 marzo 1980. Atti. Archivio Fondazione Bruno Buozzi
64
delusione, esattamente come quello del '69 si svilupp sui ricordi delle limitate conquiste ottenute
nel '66; fu lo strumento attraverso il quale la Fiom
si rilegittim dopo l'aspra battaglia che solo pochi
mesi prima si era conclusa con una disfatta anche
per colpa dell'offensiva populista e nichilista dei
sindacalisti rivoluzionari. Apriva la strada a un protagonismo nuovo dei lavoratori nella societ italiana (che in qualche maniera riusc a non essere
stritolato dalla guerra e dalle strettoie della Mobilitazione). Contratti, insomma, a forte valenza sociale, che facevano presagire un dopo,
esattamente come nel caso della Fiom di Buozzi
che alla fine della guerra propose la riforma pi
grande: la Costituente. Lo sottolineava Benvenuto,
a conclusione dell'Autunno Caldo:
La lotta dei lavoratori non finita. Attraverso una
sintesi tra tutte le categorie occorre passare dalla lotta
contrattuale alla lotta per le riforme, da quella fiscale... , alla politica sanitaria, alla politica della
casa, alla riforma burocratica, alla realizzazione di
50
65
ormai ogni lavoratore avverte come mature nella propria coscienza senza ancora ritrovarle nelle fabbriche
e nel paese. Una battaglia che ha dimostrato chiaramente che la vera unit si costruisce dal basso52.
E al pari di quell'antico accordo, pure l'altro stipulato quasi sessant'anni dopo rompeva le logiche di
una azione sindacale tutta giocata al vertice e forniva una nuova conferma dell'unit interpretata
come un insostituibile valore:
Il nuovo modo di fare politica rivendicativa ideato,
sperimentato e realizzato unitariamente dalle tre Federazioni metalmeccaniche ha troncato ogni legame
di continuit con quel sistema sindacale verticistico
e burocratico di direzione della lotta e di scelta delle
rivendicazioni che aveva contraddistinto la politica
del passato53.
L'ascesa di Benvenuto (e di Carniti) al pari di
quella di Buozzi era stata la conseguenza di un inevitabile rinnovamento generazionale che, peraltro,
nella Uilm aveva seguito traiettorie pi contorte e
52
66
si era sviluppato seguendo ritmi pi lenti rispetto quello con cui era stato obbligato a fare i conti
a quelli tumultuosi che avevano caratterizzato la Buozzi: nellelaborazione di Gramsci, strumento di
Fim. E quel rinnovamento si esaltava attraverso educazione e governo delle masse, compito poi atl'unit che consentiva di far saltare le vecchie cata- tribuito dallintellettuale sardo al partito nelle suclogazioni: la Cgil a sinistra, la Cisl al centro, la Uil cessive interpretazioni dei Quaderni dal carcere)
a destra. I giovani Carniti e Benvenuto non ci che puntava a superare gli schieramenti politici forstavano e nel dibattito sulle cose spesso finivano nendo rappresentanza a tutti, iscritti e non, quindi
per scavalcare a sinistra la Cgil, certo non sempre non pensato come strumento di una rivoluzione imo non solo per convinzione ideologica, a volte maginata (o immaginaria). I consigli con la loro
anche
per
apertura
semplici esiconsentirono
genze tattiche.
all'organizzaMa non era
zione laica di
tattica la concostruire una
vinzione con la
presenza
quale i gioanche in realt
vani guidati
da cui era stata
da Benvenuto
sino a quel
sostennero i
momento asconsigli di fabsente.
brica un orgaBuozzi ganismo (molto
rantiva alla
diverso
da
elaborazione
Una manifestazione dellAutunno Caldo
67
Argomentava Bobbio:
Il riconoscimento dei diritti sociali pone, oltre il problema della proliferazione dei diritti dell'uomo, problemi ben pi difficili da risolvere rispetto a quella
prassi di cui ho parlato all'inizio, perch la protezione di questi ultimi richiede un intervento attivo
dello stato che la protezione dei diritti di libert non
richiede... Mentre i diritti di libert nascono contro lo
strapotere dello stato, e quindi per limitarne il potere,
i diritti sociali richiedono per la loro pratica attuazione, cio per il passaggio dalla dichiarazione puramente verbale alla loro protezione effettiva, proprio il
contrario, cio l'accrescimento dei poteri dello stato55.
La necessit del sindacato di ampliare il proprio
raggio di azione anche in questo campo, non derivava da infantili spinte al pansindacalismo, ma da
una condizione oggettiva che lega la tutela (e il soddisfacimento) di questi diritti con lo sviluppo economico e, quindi, con il benessere diffuso.
Spiegava ancora Bobbio:
Le richieste che si concretano nella domanda di un
54
55
68
tamente le societ complesse provvedono quotidianamente a smentire. La frontiera dei diritti negli
anni Ottanta avrebbe accomunato nuovamente
Benvenuto e Trentin, tutti e due condizionati non
solo da Bobbio ma anche dalle esperienze americane (il secondo aveva soggiornato negli Usa per
un anno). Perch l era cresciuta, impetuosamente
per giunta, sotto la spinta delle rivolte dei Campus
degli anni Sessanta e delle battaglie per i diritti civili, l'elaborazione giuridica, economica e sociologica su quelli che venivano chiamati diritti di
cittadinanza. Molto nasceva dalla frequentazione
che i due leader dell'Autunno avevano avuto con
i capi del potente sindacato dell'automobile,
l'UAW, l'ala sinistra del sindacalismo statunitense
che aveva senza esitazioni sostenuto i metalmeccanici nella vertenza del '69. Affinit elettive ma non
solo: c'era un interesse delle organizzazioni americane a promuovere il miglioramento delle condizioni salariali in quelle realt (come l'Italia) in cui
apparivano pi arretrate perch a parit di situa-
intervento dello stato, possono essere soddisfatte soltanto ad un certo grado di sviluppo economico e tecnologico, e che rispetto alla stessa teoria sono proprio
certe trasformazioni sociali e certe innovazioni tecniche che fanno sorgere nuove richieste imprevedibili e
impraticabili prima che queste trasformazioni e innovazioni fossero avvenute56.
Il contratto, inquadrato in una sana dinamica economica, momento di sviluppo e pu produrre
sviluppo; ma la ricerca, l'innovazione tecnologica,
le conseguenze delle varie rivoluzioni industriali
che l'occidente ha conosciuto pongono problemi
sociali inediti che possono frenare o liberare le potenzialit dello sviluppo. Conseguenza: il sindacato
non pu uscire dai posti di lavoro ma non pu
nemmeno ghettizzarsi nei posti di lavoro; la sua
azione deve inevitabilmente svilupparsi in territori
pi vasti anche a dispetto di quei liberisti d'antan
o di nuovo conio che rivendicano il monopolio
delle soluzioni (soprattutto legislative) ritenendo
di essere depositari di una verit assoluta che soliNorberto Bobbio, op. cit. pag. 77
56
69
zioni economiche, la competitivit si sarebbe sviluppata su terreni diversi da quelli delle buste-paga
(rivista al tempo presente, con una competizione
tutta giocata sulla compressione degli stipendi, sorgono spontanee amarissime considerazioni).
Anche le battaglie per la pace nel Vietnam avvicinarono le due sponde dell'Oceano favorendo cos
la contaminazione delle idee. Prossime, le due concezioni, ma non uguali perch in Trentin prevaleva
una idea pi statica del sindacato dei diritti, mentre nell'interpretazione evoluzionista, tipica del riformismo socialista, i diritti non sono immobili
essendo il loro soddisfacimento legato al momento
storico in cui vengono riconosciuti, legittimati, organizzati e tutelati. Un' idea, la seconda, che obbligava il sindacato a un continuo confronto con la
realt, a un continuo adattamento delle strategie.
Prevaleva nella Uil l'impostazione di Bobbio,
quella che non considerava i diritti acquisiti per
l'eternit, essendo, quelli economici e sociali, per
57
Ruggero Ravenna, intervento alla giornata di studi su Bruno Buozzi organizzata in occasione del 30 anniversario della Uil, 4-5
marzo 1980. Atti. Archivio Fondazione Bruno Buozzi
70
CAPITOLO V
58
71
versando le aule universitarie rianimavano il dibattito sull'aggettivo con cui qualificare la Resistenza:
fallita (secondo la versione comunista); tradita (secondo quella azionista), esaurita (secondo quella
democristiana e liberale). Nei settori in cui fin per
prevalere la prima interpretazione, alcuni ritennero giunto il momento di riaprire armi in pugno
quel discorso senza tenere presente che, per
quanto imperfetta e dominata dal paradigma democristiano, l'Italia era pur sempre retta da un sistema democratico e che lo stato borghese pu
anche essere abbattuto ma i lavoratori e le classi
subalterne, laddove la forza delle urne ha finito per
prevalere, sono storicamente riuscite a cambiare i
meccanismi molto meglio di quanto non abbiano
fatto coloro che hanno preferito liquidarli. Come
diceva Norberto Bobbio, si trattava da un lato di
superare il socialismo illiberale e dall'altro il liberalismo asociale che, seppur non apertamente dichiarato, era l'obiettivo del sindacato nuovo che
stava nascendo dalle fabbriche. In ogni caso, come
59
72
60
Un anno dopo la morte di Buozzi, Giuseppe Mazzini nel sollecitare un suo vecchio collaboratore ad adottare iniziative a sostegno
della vedova, Rina Gaggianesi, in difficolt economiche, scriveva: Bruno a mio parere non solo al di sopra dei partiti ma anche
delle classi... la sua lealt era tale e cos la sua alta comprensione, che egli ha fatto sempre del bene a tutti, a quelli che rappresentava
e a quelli che combatteva perch, soprattutto, ha fatto del bene allItalia... per noi sindacalisti padronali, che Bruno ha fieramente
combattuto, ma stimato, per me soprattutto la memoria di lui sacra. In Mario Abate: La lotta sindacale nella industrializzazione
in Italia 1906-1926, Franco Angeli 1967.
73
Buozzi non vide l'alba del Patto di Roma ma nemmeno quella della successiva e abbastanza repentina rottura. Un quarto di secolo dopo, i sindacati
cominciarono a utilizzare nuovamente quel linguaggio, tra spinte generose e retromarce improvvise, in un contesto in cui le strategie sindacali e
quelle politiche finivano per sovrapporsi, in molti
casi pericolosamente. Dal '69 al '72 in quel'Italia
che era rapidamente mutata sotto la spinta tanto
della contestazione studentesca quanto di quella
operaia, tutto appariva possibile, anche l'unit;
anche dopo la soluzione al ribasso della Federazione delle Confederazioni, cio la Federazione
Unitaria Cgil-Cisl e Uil; anche dopo i venti scissionisti che continuarono a spirare per quasi tutta
la prima met degli anni Settanta. Il primo ad accorgersi che qualcosa per non quadrava, che la
generosit dei pionieri stava cedendo il passo al
realismo dei conservatori, fu un grande saggio
della politica italiana, un uomo al di sopra non
delle parti ma dei pregiudizi, Riccardo Lombardi
Palmiro Togliatti (a cura di Giuseppe Vacca): Sul fascismo, Laterza 2004, pagg. 169-170
61
74
che nel 1976 in un libro-intervista diceva allo stostanza evidenti che minacciano seriamente lo sviluppo
rico Carlo Vallauri:
dellunit sindacale, ma anche la persistenza del
A me pare che quello che le confederazioni fanno in
grado di sviluppo a cui lunificazione sindacale era
questo momento sia sostanzialmente e globalmente
arrivata62.
sulla linea giusta. Semmai, la mia preoccupazione in Tanti ragazzi si avvicinarono in quegli anni prima
questo momento che il processo di unit sindacale a Lombardi e soltanto dopo al Psi. Intrigava con
che essenziale proprio ai fini di una qualificazione quel suo volto spigoloso e sofferente, quellaria austera da vecchio
politica coerente
partigiano e milidella politica sintante azionista,
dacale, sia troppo
quel suo modo diinsidiato da una
dattico e allo
ripresa di tentastesso tempo aptivi di utilizzapassionato
di
z i o n e
esprimere le sue
strumentale dei
valutazioni, quel
sindacati come
suo socialismo in
cinghia di trabuona
misura
smissione dei parpost-ideologico e
titi, di ritorno di
anti-dogmatico.
spinte di collateEra appassionato
ralismo abbaGiorgio Benvenuto e Michele Mauro
Riccardo Lombardi: L'alternativa socialista intervista a cura di Carlo Vallauri Ediesse 2009 pag. 33
62
75
La riunione si svolse all'Hotel Midas di Roma, lo stesso che otto anni prima aveva visto l'ascesa al vertice del Psi di Bettino Craxi e
della generazione dei Quarantenni
64
Giorgio Benvenuto Antonio Maglie: Il divorzio di San Valentino Cos la scala mobile divise l'Italia Fondazione Bruno Buozzi 2014
pag 33
65
Giorgio Benvenuto Antonio Maglie: Il divorzio di San Valentino op.cit. pag. 33
63
76
66
77
Una immagine della presidenza del congresso nazionale della UIL che si svolse a Chianciano nel 1969
67
Giuliano Ferrieri: L'Unit sindacale impossibile intervista a Raffaele Vanni L'Europeo 2 marzo 1972
78
Paolo Leon: Il quadro economico dei due autunni in L'autunno caldo 10 anni dopo (a cura di Aldo Forbice), Lerici 1979, pag. 13
80
consegnare lopposizione da
un lato alleversivo estremismo fascista che allepoca vestiva ancora il doppiopetto
solo in alcune ore dei giorni
di festa, e, dallaltro, allav-
Gaetano Arf: Giustizia e Libert la storia di uomini che non trionfarono mai ma che non furono mai vinti Ossimoro.it
69
83
rebbe mai stata, proponendosi come soggetto politico forte e autonomo. Turbava i sonni nella Dc di
Flaminio Piccoli e Amintore Fanfani (ma anche
Donat Cattin) che si adoperarono alacremente per
farla fallire. Irritava Ugo La Malfa che considerava
la Flm un pericoloso covo di estremisti e la Cgil
una confederazione rassicurante. Si preferiva il
quieto vivere a quel movimento continuo e assordante: Bruno Storti era una garanzia per la Dc (almeno sino a un certo momento) e per il Pci
contemporaneamente; Raffaele Vanni (sostenuto
da Ugo La Malfa) non era sgradito ai comunisti.
Lunit degli eletti (e non dei nominati) finiva per
imporre delle scelte. Ad esempio, quella delle incompatibilit tra cariche sindacali e politiche. Nella
Fiom la questione la sollevarono, non a caso, i socialisti (Boni, Bartocci) nel congresso del 1964. E
il congresso di Livorno della Cgil nel 1969 si gioc
tutto su quel tema, con Agostino Novella, ancora
segretario, ferocemente contrario a quella soluzione
e Luciano Lama, candidato a sostituirlo, che assecondava londa unitaria e vedeva in quella pregiu84
Pietro Ingrao: E' la forza del sindacato a garantirne l'autononia Rinascita 20 gennaio 1967
70
85
Livio Labor: Scritti e discorsi M & B Publishing, II volume, pag 164 articolo pubblicato il 1 maggio su Rinascita
86
Enrico Galantini: Intervista ad Aris Accornero Quello scontro tra Lama e Novella Rassegna Sindacale 29 aprile 2010
Discorsi pronunziati al Teatro Regio di Parma l11 ottobre 1970 in occasione del primo anniversario della morte di Fernando Santi.
Ossimoro.it
72
73
87
mula politica fu una grande incubatrice: di speranze, di illusioni e di delusioni. Fu, in qualche misura, vittima dellimpossibile sintesi tra aspirazioni
generose (ma anche contraddittorie) e la complessa
realt oggettiva che in un Paese come lItalia decisamente allenato alle cospirazioni, a volte si mani-
88
Giuseppe Mammarella: Il centrosinistra in La politica italiana Dizionario critico 1945-95 a cura di Gianfranco Pasquino,
Laterza 1995, pag. 211
75
Giovanni De Luna: Una politica senza religione Einaudi 2013 pag. 56
74
89
Pietro Nenni
90
la mancanza di distinzione che cosa diversa e probabilmente peggiore del vecchio interclassismo democristiano. A dispetto dellantico motto flaianeo,
"tengo famiglia" che campeggerebbe sulla bandiera
di molti italiani, i nostri partiti non hanno famiglia
ideologicamente parlando, a livello europeo non
sanno dove sedersi in maniera convinta, siamo gli
unici ad aver abbandonato i grandi filoni politicoculturali continentali per inventarci un "nuovo"
senza passato, che fatica a creare un futuro. LAutunno Caldo, poi, ai tempi di Nenni, aveva ancora
connotati epici, non aveva assunto colorazioni sataniche. Insomma, un pezzo di storia politica che
oggi andrebbe riletto con altra attenzione e diversa
predisposizione danimo, soprattutto con mente
sgombra da pregiudizi, tenendo presente quella
paura del vuoto a cui faceva cenno Nenni e che
Arf, allepoca direttore dell Avanti!, convinto
sostenitore della formula, precisa ulteriormente
quando a proposito della crisi del centro-sinistra
parla di un evento che ebbe:
Pietro Nenni: Intervista sul socialismo italiano a cura di Giuseppe Tamburrano Laterza 1977, pag. 128
76
91
uno sfondo che oggi appare assai pi torbido e minaccioso di quanto allora si potesse intuire.
I l centro-sinistra stato un momento essenziale
della vita del Paese perch risvegli la coscienza di
classi che erano state narcotizzate, piegate in una
condizione di subordinazione ritenuta irreversibile.
In tempi recenti lo ha sottolineato Arf attraverso un
confronto con epoche a noi decisamente pi vicine,
iscritte nel calendario della Seconda Repubblica:
Oggi appare come circonfuso da un alone da ottobre
rosso rispetto al centro-sinistra che saremo chiamati a
votare.
Limpegno socialista sullo Statuto accertato, fuori
discussione. Perch quella legge a tanti non piaceva e perch la sua incubazione era cominciata
prima che il dibattito sullunit sindacale assumesse toni impetuosi esaltandosi, infine, nella
Flm. Innegabili le resistenze politiche (nella Dc e
nel Pci) e anche le perplessit sindacali. Raccontava Nenni:
"I sindacati se ne fanno vanto. E non vi dubbio che
77
92
di legge pi o meno tutti uguali: "articolo 1: la Costituzione si applica anche nelle fabbriche". Che era poi
la vecchia idea di Di Vittorio: la tutela, dallalto della
legge, del lavoratore come persona. La domanda vera
a cui doveva rispondere una legge era, per: chi che
difende il lavoratore? Questa la domanda pragmatica
della scuola del Wisconsin, dove Giugni aveva studiato,
questo il lascito di Selig Perlman: il problema tutto l.
C qualcuno che ti difende? Lo Statuto era questo. Lo
Statuto era il Sindacato. Lo Statuto era la promozione
di un soggetto atto a tutelare i lavoratori, perch neanche una legge con trentamila obblighi sarebbe bastata
a cambiare le cose in fabbrica"78.
Saranno stati forse questi ricordi a indurre Berlinguer a definire il centro-sinistra, nel corso del dibattito parlamentare sulla fiducia al governo
Andreotti delle "astensioni", "passaggio politicamente obbligato della vita italiana". E a continuare
su Rinascita lautocritica:
Dietro quellautonomismo cera molto di pi e di di-
Enrico Galantini: Quello scontro tra Novella e Lama intervista ad Aris Accornero Rassegna.it 29 aprile 2010
Enrico Berlinguer, intervento su Rinascita del 23 luglio 1976
80
Luciano Lama (a cura di Giampaolo Pansa): Intervista sul mio partito Laterza 1987, pag. 122
78
79
93
Ci non toglie che Nenni valutasse quella opposizione "meno conflittuale" con queste parole: "Lopposizione comunista stata frustrante per noi in
tutti e due i sensi, ci ha pungolato ma nello stesso
tempo ha fatto penetrare nel partito il complesso del
cedimento". Lo Statuto (che giuridicamente era ispirato dalle idee liberal pi che dallideologia marxista)
e il processo del lavoro nella nuova versione elaborata da Gino Giugni oggi sono vissuti come dei problemi non come delle soluzioni, come un segno di
arretramento culturale non di incivilimento generale. Eppure non bisognerebbe mai dimenticare quel
che rivel lautore di quei provvedimenti a Pietro Inchino in una intervista che ha quasi i crismi del testamento culturale. Parlando proprio del nuovo
processo del lavoro, Giugni raccontava:
Per questa legge ho un feeling tutto particolare perch
mio padre pass gli ultimi anni della sua vita a rodersi
Pietro Ichino: Intervista a Gino Giugni pubblicata sulla Rivista Italiana di Diritto del Lavoro. N. XI ottobre 1992
Dall'intervista concessa da Gino Giugni ad Aldo Forbice nell'ambito del libro: Autunno caldo 10 anni dopo, Lerici 1979, pag.
147: E' vero nel 1966 era venuta una legge che tutelava i lavoratori dai licenziamenti indiscriminati... Tuttavia il senso di precariet
del posto di lavoro e la sensazione che si rischiava sempre grosso permane anche negli anni '60; comincia a mutare questa sensazione
gradualmente con il benefico effetto del nuovo clima politico del centro sinistra, di cui si potr dire tutto il male possibile, ma certamente
non si pu disconoscere che ha favorito l'espansione di un clima di libert a tutti i livelli.
81
82
94
83
La lettera aperta porta la data del 25 ottobre 1946, a giugno dell'anno successivo si sarebbe svolto a Firenze il primo (e unico) congresso della Cgil unitaria. Il Partito d'Azione era stato di fatto escluso dal processo che aveva portato alla ricostituzione dell'organizzazione sindacale e Lombardi affermava: La prima richiesta che noi facciamo alla Confederazione quella di reagire nei modi e
nelle forme opportune, con gradualit ma con continuit, contro la pratica del tripartitismo che non esitiamo a definire letale per il
sindacalismo moderno.
95
"ponti" ideali che lAzionismo cre tra uomini attestati su posizioni diverse (nel sindacato dei metalmeccanici, ad esempio, tra Bruno Trentin, figlio
di Silvio, Pierre Carniti e Giorgio Benvenuto). Allinterno del partito, i socialisti di provenienza azionista erano guardati con sospetto e, a volte, con
antipatia (ad esempio, da Sandro Pertini). Ci non
toglie che essi portarono il soffio di quella "religione civile" di cui parla lo storico Giovanni De
Luna, una religione nel nostro Paese difettosa e che
ha trovato forse la migliore composizione proprio
in quel partito incompiuto che ha attraversato il
cielo dellItalia come una meteora, caratterizzandosi come movimento di lite e non di popolo.
Una religione che aveva il suo asse portante in
Piero Gobetti e per le vie di un dinamico confronto
intellettuale, in Carlo Rosselli. Era la religione fuori
dai compromessi che, come sottolinea De Luna, si
fondava "sulla resistenza e sullantifascismo", che si
contrapponeva allItalietta dellUomo Qualunque
che, al contrario, predicava (e in larga misura pre84
Giovanni De Luna: Una politica senza religione Einaudi 2013 pagg. 44-45
96
esattamente contrario a quello che postulano i principi socialdemocratici europei: parit perfetta tra sindacato e partiti; ognuno protagonista nel proprio
campo di azione (lidea di Buozzi arrivata attraverso
97
98
per colpire uniti (come avrebbe detto Trentin nel discorso di investitura dopo lelezione alla segreteria
Cgil: "Uniti non sempre si vince, per si perde
meno") infastidiva perch si poneva al di sopra delle
fedelt di appartenenza, era il rifiuto della "cinghia
di trasmissione", non cercava sponde perch si faceva
sponda. stata una occasione perduta. Ma non solo
per il sindacato, per tutta la sinistra italiana che attraverso la Flm avrebbe scoperto quellequilibrio che
appunto tipico delle socialdemocrazie, quella parit
di pesi tra sindacato e partito che arricchisce e non
impoverisce.
Il bilancio pratico rappresentato soprattutto da
tre robusti rinnovi contrattuali: 1969, 1973 e 1976.
Il primo port quattrini, il riconoscimento di diritti fondamentali come quello alla salute sul posto
di lavoro che, come si urlava nelle piazze, non era
in vendita, riduzioni di orario di lavoro; il secondo le 150 ore che ispir un ampio processo
di scolarizzazione allinterno delle fabbriche; il terzo
il riconoscimento di quei diritti di informazione
che avrebbero potuto avviare lItalia sul terreno
della compartecipazione alla tedesca. Poi, nel rin-
99
del sindacato85.
Queste valutazioni Gino Giugni, protagonista indiscusso della scena politica di quel tempo in
quanto autore dello Statuto dei Lavoratori, le elabor per la rivista Il Mulino poco dopo la conclusione della vertenza dei metalmeccanici che ha
consegnato lAutunno alla storia. Il fatto che
quella vertenza (che sintetizzava un moto molto
pi vasto sia da punto di vista cronologico che da
quello dei soggetti sociali coinvolti) introdusse mutamenti sostanziali nellazione sindacale. Giugni li
illustrava cos:
Il sindacato degli anni settanta, quale si presenta
dopo gli ultimi due anni, densi di vicende che lhanno
avuto a protagonista, appare in realt rappresentativo
di una volont di rinnovamento sociale, radicato su
una notevole posizione di forza e su una consistente
carica partecipativa86.
Una sintesi che esprimeva esattamente quel che
Gino Giugni: L'autunno caldo sindacale Il Mulino n.207 gennaio-febbraio 1970, pag. 41
Gino Giugni, op. cit. pag. 42
87
Giorgio Benvenuto: Millenoventosessantanove I metalmeccanici e l'autunno caldo Dietro le quinte: interviste, ricordi, commenti
Fondazione Bruno Buozzi 2009 pag. 62
85
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100
(guidata in quel momento da Bruno Corti), scriveva: Noi della Uil, per coerenza e per quel che
ha ispirato la nostra condotta, crediamo allunit
dei lavoratori. La marcia di avvicinamento sarebbe diventata pi spedita nel 68 sullonda dei
malesseri operai pi che su quelli studenteschi; favorita in qualche misura da eventi politici come la
nuova separazione tra socialisti e socialdemocratici
che avrebbe prodotto anche il cambio al vertice
della Uilm, con Benvenuto che prima dellAutunno Caldo sostitu Corti. Ma quello fu anche
lanno della fine delle gabbie salariali decretata
con laccordo del 18 marzo (il ruolo dellavanguardia al sud fu interpretato dagli operai del siderurgico di Taranto che anticiparono la cancellazione
di quellingiusta discriminazione trascinando in
quella conquista di civilt gli altri compagni meridionali, a cominciare dai napoletani) e del varo di
una legge sulla riforma delle pensioni (dopo notevoli vicissitudini e la bocciatura di un primo testo
da parte dei lavoratori) che riordinava la previdenza stabilendo il superamento delle forme di ca101
pitalizzazione, la perequazione automatica, la pensione sociale per coloro che non avevano un reddito e quella di anzianit.
LAutunno, poi, venne annunciato da una straordinaria proliferazione di vertenze dovuta anche
alla delusione che aveva accompagnato la chiusura
del contratto dei metalmeccanici nel 1966. Le ore
di sciopero schizzarono da 58 milioni (nel 68) a
228 (nellanno successivo). Esplosero vertenze emblematiche come quella della Fatme, a Roma, dove
i vertici aziendali provarono a bloccare Bruno
Trentin ai cancelli per impedirne la partecipazione
a una assemblea non autorizzata: venne portato di
peso allinterno del capannone dagli operai che
travolsero tutte le barriere, comprese quelle
umane. La nascita nello stabilimento di Bicocca
della Pirelli del primo Comitato Unitario di Base
convinse il sindacato a organizzare, prima di essere
scavalcato, quella carica partecipativa che era
esplosa in una miriade di vertenze aziendali ma
che rischiava di assumere connotati anarcoidi e,
dunque, inconcludenti. Le vecchie riunioni quasi
102
confederali avrebbero voluto imporre prima dellAutunno per ingabbiare in qualche maniera le
strutture di categoria, la contrattazione articolata
e confermare cos una leadership fortemente indebolita e a quel punto estranea allo spirito dei
tempi. Ancora una volta la sintesi migliore la offr
Giugni:
Il rifiuto dellaccordo-quadro fu il primo passo verso
il rifiuto di qualsiasi schema di articolazione prede-
103
terminato... Qual il contributo positivo di tale innovazione, del tutto evidente, anche se inespressa?
Essa significa che la contrattazione riproponibile in
qualsiasi sede e per qualsiasi materia, in vigenza del
contratto nazionale, per
cui non vi ha pi alcuna
forma di garanzia di
pace sindacale nel triennio in cui questultimo rester in vigore. Il
contratto viene firmato
per fare cessare il conflitto in atto, non per garantire le aziende da
quelli possibili in futuro... Se il contratto...
non pone le basi di un
nuovo sistema di competenze, esso peraltro realizza in pieno lobiettivo
del riconoscimento del
90
sindacato nellazienda90.
Un modello sindacale estremamente lontano, in
quel momento, da quello confederale, molto pi
burocratico, pi chiuso, ingessato, timoroso, per
alcuni aspetti quasi pantofolaio. Un modello
che Trentin, Carniti e
Benvenuto apprezzavano
cos poco che in occasione della prima, grande
manifestazione unitaria a
Roma a sostegno della
vertenza, ricordando le
forzature subite per far
passare laccordo-quadro,
rifiutarono la presenza sul
palco e gli interventi dei
leader delle confederazioni, uno sgarbo che
Novella non perdon mai
al segretario della Fiom.
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CAPITOLO VI
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brava mettersi in moto. Persino Vito Scalia, segretario generale aggiunto della Cisl non propriamente prossimo alle posizioni di Macario e
Carniti, sostenne la necessit di un sindacato che
portasse allunit di classe. Luciano Lama che
aveva provato a sostenere lipotesi di una Federazione delle Confederazioni rinfoder lidea.
Contro la proposta-appello votarono i socialdemocratici della Uil mentre i repubblicani celarono i
loro mal di pancia adeguandosi seppur controvoglia ai voleri della maggioranza. Ma quello che sembrava un coro ben intonato cominci a prendere
delle stecche anche perch a orientare le scelte
sindacali intervennero i condizionamenti politici
e le ambizioni personali. La Uil, ad esempio, era
retta da una triarchia, una soluzione che, nel
dopo-Viglianesi, aveva in qualche maniera composto le differenze fra le componenti che in termini
numerici, nellestate del 69, con la nuova separazione dei socialisti dai socialdemocratici, avevano
subito profondi mutamenti, alimentando spiriti
revanscisti. Italo Viglianesi, al momento della separazione aveva compiuto una scelta che aveva
menti che non potevano non avere delle conseguenze nella Cisl e nella Uil dove gli equilibri
erano pi fragili. I metalmeccanici continuarono
a premere sul pedale dellacceleratore e il 10 e 11
dicembre del 1970 nei consigli generali che si svolsero a Sesto San Giovanni decisero che era venuto
il momento di dare un colpo decisivo allunit
della categoria. Quasi contemporaneamente la
Cgil archiviava la prudente segreteria di Agostino
Novella e dichiarava i Consigli di Fabbrica struttura di base del nuovo sindacato unitario. A
scompaginare le carte, per, interveniva Raffaele
Vanni che accordandosi con i socialdemocratici
della Uil, metteva in minoranza i socialisti, spostando cos la linea della confederazione su posizioni decisamente meno unitarie. Come scrisse
Sergio Turone, a causa di un franco tiratore e mezzo
(un no per il documento socialista e una scheda bianca)
il Comitato Centrale della Uil ha avuto oggi la sua
svolta inattesa91.
Sergio Turone: La polemica all'interno della Uil. Messa in minoranza la corrente del Psi. Il Giorno, 20 dicembre 1970
Il riferimento contiene un carattere di netta sconfessione delle aree pi unitarie dell'organizzazione e dei metalmeccanici in particolare
che attraverso i consigli di fabbrica facevano partecipare anche i non iscritti alla scelta dei delegati
91
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110
lestate di questanno, la convocazione dei congressi stra- pi oscuramente chiamati dispareri. Ostia rapordinari delle tre Confederazioni cui spetta ogni defini- present una frenata imprevista. Perch nella pretiva decisione sullunit sindacale organica e sui cedente riunione fiorentina (a porte chiuse) era
conseguenti adempimenti anche statutari. Un passo stato approvato un programma di massima per reain avanti e poi, quattro mesi
lizzare lunit organica. La
dopo, un passo indietro
Cgil, come ha sottolineato
sotto il sole di Ostia (25 e 26
Turone, per replicare allacgiugno). Il comunicato finale
cusa di perseguire lunit
sottolineava soprattutto i
solo a parole, tolse dal tapunti di contrasto: le segretevolo altri due impedimenti
rie approfondendo il dibatfornendo garanzie sullautotito
hanno
chiarito
nomia (anche dal Pci) e sulle
ulteriormente le divergenze
incompatibilit. Accett la
che permangono sui temi
Cisl (Scalia compreso), acdellautonomia, delle incomcett Vanni che a quel
patibilit, della collocazione
punto avrebbe dovuto dire
internazionale, nonch sui
chiaro e tondo che lunit
tempi di realizzazione delnon rientrava tra i suoi prolunit organica. In quei
getti: prefer non farlo lamesi e in quegli anni, persciando ai socialdemocratici
sino il linguaggio seguiva una
il compito di rendere publinea di grande prudenza e i
blici i mal di pancia. Lama,
dissensi, i contrasti venivano Vito Scalia, luomo della fallita scissione sindacale nella conferenza nazionale
111
112
dallaltro una organizzazione che sar forte soprattutto nel settore dellindustria.
Le trappole disseminate sul cammino unitario, ancorch bene occultate, non sfuggivano, poi, agli osservatori pi attenti. Livio Labor tra il vertice di
Firenze e quello di Ostia, in occasione della Festa
del Lavoro affrontava la questione con l articolo
a cui abbiamo precedentemente accennato. Un
vero e proprio campanello dallarme, un invito a
non abbassare la tensione. Prendeva il toro (un
pezzo della chimera) per le corna della battaglia
sulle incompatibilit dicendo:
Dopo che le componenti unitarie delle categorie attualmente impegnate a dare operativit alle decisioni
unitarie hanno spuntato larma dei neo-incompatibilisti e anti-unitari di sempre, evitando di far degenerare il confronto sulle incompatibilit, la destra
sindacale stata costretta a uscire allo scoperto dimostrando come avvenuto nel recente comitato centrale della Uil di essere la pi burocraticamente
legata a logiche di correnti partitiche del Psdi e del
Pri... Questa azione di snidamento delle posizioni
della destra sindacale va condotta ulteriormente
avanti con molta decisione come ha fatto il socialista Ravenna se si vuole salvare oggi il disegno unitario: innanzitutto in direzione di posizioni
apparentemente pi rispettabili, quelle socialdemocratiche e repubblicane, in quanto non cos scopertamente compromesse, come quelle con la destra
governativa e col partito della crisi95.
Il riferimento alla destra governativa chiamava direttamente in causa Sartori e Scalia che continuava
a mantenere un basso profilo in attesa delloccasione buona per proporsi come punto di riferimento della corrente anti-unitaria (occasione che,
come vedremo, arriver). Labor puntava il suo dito
senza reticenze:
Intendo riferirmi alle posizioni della destra della Cisl,
che scaricando sulla pelle dei braccianti cislini le frustrazioni intellettuali dei teorici del sindacalismo filogovernativo degli anni 50 e delle premesse di valore
degli anni 60, ripropone nel 1971, e con questi chiari
di luna, una concezione privatistica del sindacato che
Livio Labor, articolo apparso sul numero di Rinascita del 1 maggio 1971, tratto da Scritti e dicsorsi, op. cit.
Livio Labor, op. cit.
97
Livio Labor, op. cit.
95
96
113
dente. Furono proprio i cattolici a uscire allo scoperto segnalando che lestate sarebbe stata caldissima non solo nella Uil ma anche nella Cisl. Si
mossero per primi i Gesuiti che su Civilt Cattolica del 5 giugno sentenziarono:
In queste condizioni lunit sindacale per la Cisl sarebbe a nostro parere una specie di suicidio, a tutto
vantaggio dun nuovo sindacato che non porter pro-
Livio Labor
114
115
riunione dei consigli generali dei metalmeccanici... contrastano in modo netto con i documenti della Uil e con
il documento di Ostia delle tre Confederazioni, quindi
questi dirigenti si sono posti fuori dellorganizzazione:
Nel finale un appello a tutti i lavoratori metalmeccanici fedeli alla linea ed al ruolo della Uil affinch garantiscano la rappresentanza sindacale ed il
potenziamento organizzativo della categoria. Era insomma, linvito a creare un altro sindacato dei metalmeccanici che cadde sostanzialmente nel vuoto
visto che nel giro di ventiquattro ore cinquanta
strutture provinciali si schierarono con Benvenuto,
insieme alle organizzazioni di categoria degli edili,
degli elettrici, dei ferrovieri, degli autoferrotranvieri, degli ospedalieri, dei lavoratori dellaria.
Tra laltro lincertezza che cre questa vicenda fin
per esaltare i legami di solidariet che univano i
tre segretari metalmeccanici. Avendo acquistato la
sede unitaria di via Trieste a Roma, cera il pericolo che leventuale nuovo sindacato della Uil (si
chiamava UILMD) ne reclamasse la propriet di
una quota. Trentin ebbe lidea: la parte della Uilm
sarebbe stata temporaneamente intestata a Benve-
116
mente ed al termine di un ampio dibattito le hanno assunte, equivale a porsi automaticamente fuori dalle linee
di azione e dalle politiche delle due centrali.
Benvenuto, dopo aver letto il documento approvato dal comitato centrale della Uil, aveva causticamente commentato: Non potendo espellere un
uomo, hanno espulso un partito; Sartori replicava il
copione in casa Cisl. Ciononostante, i toni allinterno della Cisl non raggiunsero in quei giorni livelli ultimativi (londa perfetta sarebbe arrivata pi
tardi). Lipotesi della scissione circolava ma restava
sullo sfondo come unombra inquietante, manovrata ad arte. Storti, poi, con il suo procedere prudente e ondivago (frutto dellesigenza di limitare
gli allarmi nel socio di riferimento, la Dc, e della
necessit di limitare scossoni alla sua gestione evitando di irritare aree vaste e influenti come quella
che si era aggregata intorno allasse Macario-Carniti) riusciva, seppur faticosamente, a garantire un
minimo di equilibrio.
Le diversit, poi, riguardavano anche la Cgil e, in
particolare, la componente comunista che aveva
interpreti straordinariamente ortodossi come Ri-
Fim e Uilm hanno detto no alle ingiunzioni delle rispettive confederazioni. La Uilm estromessa articolo senza firma apparso su il
Manifesto del 29 luglio 1971
98
117
118
sura definitiva dei canali di comunicazione. Il leader repubblicano aveva due preoccupazioni: una
personale, cio la conquista della carica di segretario unico; una di componente perch fuori i socialisti, si sarebbe ritrovato a dover fare i conti con
la corrente socialdemocratica a quel punto ringalluzzita e che certo non gli avrebbe consegnato la
guida dellorganizzazione in solitudine su un piatto
dargento: poteva essere il garante di un equilibrio
tra le parti non lespressione del prevalere di una
parte sullaltra.
In autunno la situazione trov una composizione:
da un lato venne sotterrata lascia di guerra, dallaltro
i socialisti non ostacolarono il 27 ottobre lascesa di
Vanni alla segreteria generale. Anche se poi il gioco
delle alleanze fin per collocarlo, cinque anni dopo,
dalla parte degli sconfitti. E a decretare la sua uscita
di scena furono nel 1976 non solo i socialisti (i lombardiani in particolare che parteciparono in massa
al convegno della componente sindacale che si svolse
il 15 settembre allhotel Jolly di Roma; in sala, in
veste di osservatore cera anche il segretario del Psi,
Bettino Craxi), ma paradossalmente anche Giu-
seppe Saragat con una telefonata al nuovo leader so- lUnit, su l Avanti! i commenti apparvero e
cialista: lex presidente della Repubblica si dichiar a firma del segretario del partito, Giacomo Manpronto a sostenere lelezione di Benvenuto (che pure cini, incalzato tanto dai lombardiani che dai deaveva considerato agli inizi degli anni Settanta un martiniani. Il 30 luglio agli allarmismi politici,
pericoloso estremista) perch non gli sembrava op- ai partiti che brandivano larma della paura evoportuno che alla guida di una organizzazione di la- cando lacquartieramento dei cosacchi in Piazza
voratori vi fosse luomo espresso da un partito che San Pietro e il trionfo di ingovernabili spinte estreflirtava con i Poteri Forti (allepoca si parlava di un mistiche, Mancini replicava che
coinvolgimento in pooggi vediamo quale
litica sotto le insegne
malapianta abbia gerdel Pri di Gianni
mogliato allombra di
Agnelli; in realt, per,
quelle esasperazioni.
nemmeno Saragat era
Oggi vediamo i tentalontano dal mondo
tivi di divisione invaFiat).
dere lo stesso campo
Ma se vero che
sindacale in opposilesito dello scontro
zione a un processo uninon port alla polvetario che certamente
rizzazione della Uil,
porr problemi allo
anche vero che i toni
Stato, ai partiti, allimfurono durissimi e
presa pubblica e priche al contrario de
vata ma che un
Bettino Craxi e Giacomo Mancini
119
Giacomo Mancini: Difendere la Uil dall'attacco scissionista editoriale apparso sull' Avanti! del 30 luglio 1971
120
Non so molto bene che cosa significhi moderati o avanzati. In Italia ha perso significato una vecchia aggettivazione di questo genere. Comunque so che i lavoratori
italiani non hanno tutti lo stesso pensiero e so che alcuni di essi vorrebbero la rivoluzione e la vorrebbero domani, altri vogliono cambiare il sistema dal suo interno,
altri ancora sono forse abbastanza soddisfatti dellattuale sistema. Ebbene tutti questi lavoratori, li si
chiami moderati o avanzati, hanno diritto di dire la
loro parola nel processo unitario e di di pretendere che
la causa dellunit sia una casa comune per tutti100.
Sar, in effetti, lo slogan di Vanni: lunit di
tutti, una maniera per sottolineare lideologismo
che, a suo parere, caratterizzava lidea degli altri e
per addolcire gli aspetti pi fortemente classisti di
una unit che non poteva comunque fare a meno
di un riferimento di classe. Il tutto, ovviamente,
condito da ultimatum per gli eretici della sua
confederazione: Benvenuto e gli altri dirigenti della
100
Intervista esclusiva al Fiorino del Leader della Uil No di Vanni a un pateracchio conciliare articolo apparso senza firma
il 31 luglio 1971 su Il Fiorino
101
No di Vanni a un pateracchio conciliare, intervista citata
121
limpero austro-ungarico102.
Il segretario dei metalmeccanici si guadagn la
qualifica di Cassandra in quellarticolo, evidentemente dimenticando larticolista che la figlia di
Priamo ed Ecuba non fu portatrice di disgrazia ma
ne predisse una che puntualmente si verific
(anche secondo la storia archeologica e non solo
secondo Omero), cio la distruzione di Troia.
Erano rischi che non avvertiva solo Benvenuto ma
che erano allinterno del Psi un modo di sentire
comune. Non un caso che Riccardo Lombardi il
17 settembre prendesse carta e penna e inviasse al
segretario, Giacomo Mancini, una lettera intrisa
di amarezza (si va perdendo la nozione di ci che
il partito realmente vuole con la conseguente sfiducia della base) ma anche di sollecitazioni. Diceva Lombardi (dopo aver espresso il suo plauso
per la risposta data dal segretario con larticolo apparso sull Avanti!):
Oggi a distanza di poche settimane quel gruppo di
compagni (cio Benvenuto e i metalmeccanici, n.d.a.)
102
minaccia di essere isolato, relegato in posizioni subalterne e ci non tanto sotto il profilo che pure ha la
sua importanza di un rapporto minoritario artificiosamente creato, ma quanto per il pratico abbandono
delle posizioni sulle quali si definita la loro azione
rinnovatrice. Se di fatto si arrivasse, come viene proposto, a rinviare il congresso confederale alla fine del
72, a far gestire nel frattempo la politica confederale
da una maggioranza costituita a tavolino e per di pi
avente la pretesa di imporre il vincolo disciplinare al
rispetto delle sue direttive in sede di sindacati verticali,
in sede aziendale e in sede locale, non esiste dubbio
che un gruppo rinnovatore di notevole qualit, quale
quello che ha guidato fino ad oggi il processo rinnovatore, dovrebbe assistere rapidamente al suo discredito, alla sua autoliquidazione e in definitiva
allabbandono da parte dei compagni di base della fiducia non nel gruppo ma nellorganismo sindacale
cos menomato; ci in concomitanza con la ripresa
della campagna contrattuale del 1972.
Da un lato il timore di un isolamento degli uni-
122
bre sempre a Firenze (in gergo: Firenze 3). I Consigli Generali di Cgil, Cisl e Uil con tanto di pubblico comunicato annunciarono il parto fissando
anche la data: autunno dellanno successivo. In
fondo cosa sono dieci mesi. Poca cosa. Sufficiente,
per, per dare sostanza alle previsioni pessimistiche di Benvenuto. Nel comunicato, le tre organizzazioni concordavano nel fissare la data del 21
settembre 1972 per la celebrazione dei rispettivi congressi
nazionali per lunit e confermano limpegno comune di
convocare entro i 5 mesi successivi il congresso costituente
della nuova organizzazione sindacale unitaria dei lavoratori italiani. Calendari alla mano, a febbraio del
1973 lItalia avrebbe potuto contare su una sola
sigla sindacale. Vanni per rabbonire i socialisti e
non deludere i socialdemocratici (che comunque
votarono contro la risoluzione finale) articol
lidea dellunit di tutti: Abbiamo cercato di costruire una piattaforma per lunit nella quale potessero
riconoscersi tutti, non i molti o i pochi, i moderati e gli
avanzati. Lesercizio di equilibrismo avrebbe retto
quattro mesi anche perch nel frattempo incombevano scadenze politiche (le elezioni) che avreb-
123
124
103
Monsignor Santo Quadri era il vescovo delegato per la Pastorale del Lavoro della Commissione episcopale italiana. Stralcio tratto
da Sergio Turone: Storia del sindacato in Italia 1943/1980 Laterza, 1981
125
pacit di riuscire, anche in un confronto tra diversi, a sostenere la validit delle proprie ragioni.
Ma quali che siano state le vere intenzioni di
Lama, resta il fatto che nel momento in cui Vanni
rilasciava le sue dichiarazioni allEuropeo non era
solo ma in ottima compagnia e che Firenze 3 era
ormai un ricordo. Perch per quanto autonoma,
la scelta dellallora segretario della Uil poteva contare sul sostegno silenzioso, complice e interessato
di numerosi protagonisti in commedia, compresi,
a quel punto, anche buona parte dei comunisti e
dei democristiani. Diceva Vanni nellintervista incriminata:
Lunit sindacale oggi impossibile. Questo il
punto fermo. E allora? possibile rischiare la spaccatura verticale dei sindacati? No, o certamente non
sar io a favorirla. Io penso e mi preparo a proporlo,
a un patto permanente di consultazione fra i tre
grandi sindacati italiani dei lavoratori che salvi da
Giuliano Ferrieri: Clamorosa intervista con il segretario della Uil. L'unit sindacale impossibile. Numero del 2 marzo 1972, in
edicola dal 23 febbraio
105
Giuliano Ferrieri, articolo citato
106
Giuliano Ferrieri, articolo citato
104
126
stato i punti cardinali). Il verbale racconta una riunione piuttosto tesa. Esordiva Vanni:
Credo che non sia necessario attendere il risultato
elettorale per fare il punto sullunit sindacale. La
maggioranza della Uil ritiene che le regole ed i tempi
per lunit concordati a Firenze 3 siano saltati. Permangono difficolt reali che impediscono lunit di
tutti. Lobiettivo finale dellunit rimane valido e la
Uil non intende rinunciarvi, ma non in grado di fissare scadenze precise. Bisogna rimeditare modi, tempi
e strategia per arrivare allunit. Non vogliamo proporre solo un rinvio ma ripensare il processo unitario
e perci non possiamo fissare scadenze precise. Il congresso della Uil si svolger secondo quanto decider il
Comitato Centrale entro tempi concordati e sar un
congresso di verifica generale. Il nostro Comitato Centrale dovr farsi carico delle responsabilit e proporre
una nuova strategia unitaria. Rifiutiamo una logica
di fratture e siamo per il mantenimento dellunit di
azione. A Firenze 3 avevamo detto s allunit di tutti
107
108
e con la riserva di sperimentare. I risultati della sperimentazione sono stati per noi negativi107.
A quel punto, Luigi Macario, segretario confederale della Cisl, incalzava il collega:
Chiedo di sapere con chiarezza se la Uil vuole lunit
o non la vuole. Non servono pi i no... per, oppure i
s... per. Siamo ancora in salita o in discesa verso
lunit? Saltano i tempi o salta lobiettivo unitario?
Tutto questo deve dirci chiaramente la Uil108.
Sbottava Lama:
Non possibile per nessuno scherzare su queste cose.
Bisogna dire chiaramente che alcuni hanno cambiato
opinione, altri no. Caro Vanni il tuo ragionamento
assurdo. Tu devi dire con chiarezza chi non vuole
lunit e perch. Volere lunit di tutti e poi dire io
non ci sto costituisce una grave contraddizione. Le ragioni politiche reali e sostanziali per non fare lunit
non le ho ancora sentite. Chiediamo di sapere perch
lunit non possibile anche per conoscere le condizioni da soddisfare per realizzarla. Per noi lunit si
Verbale della riunione delle segreterie Cgil, Cisl, Uil del 4 maggio 1972
Verbale della riunione delle segreterie Cgil, Cisl, Uil
127
pu fare sulla base degli accordi e degli impegni temporali di Firenze 3. La Uil non pu decidere unilateralmente come non esistessero le altre due
organizzazioni. Quale strategia unitaria propone la
Uil? Abbiamo il diritto di saperlo. Se salta lunit organica anche lunit di azione diviene difficile e il
movimento sindacale attuale ingovernabile. Fenomeni
di questo genere gi esistono109.
E Storti, segretario generale della Cisl:
Noi non possiamo accontentarci di prendere atto
delle decisioni della Uil; vogliamo anche conoscere le
ragioni reali di tali decisioni. Si dice che la strada per
lunit saltata, ma Vanni che ha fatto il dinamitardo e lha fatta saltare. disposta la Uil a prendersi
la piena responsabilit di quello che propone? In alternativa allunit alle condizioni gi concordate cosa
propone la Uil? La Uil non pu evitare chiare risposte
a queste domande. Vanni ha detto che saltata la logica unitaria di Firenze 3. A mio parere di logiche
unitarie non ne esistono altre. Non si pu volere
lunit senza dire chiaramente come e quando. Voglio
anche sapere con precisione se lunit organica ancora la meta finale per la Uil110.
Fu una sorta di processo a porte chiuse a Vanni
il quale nel finale della riunione rilanci la proposta della Federazione delle Confederazioni. Lama,
che pure ne era stato il promotore a Firenze 1, la
scart: Oggi non sarebbe pi valida perch molto
pi avanzato il processo unitario alla base. Ma
poi la proposta sarebbe spuntata di nuovo e sarebbe diventata la soluzione. Allinterno di una
riunione piuttosto tesa, spiccava latteggiamento
in qualche maniera rilassato di Rinaldo Scheda, il
segretario della Cgil che meglio degli altri interpretava (per quanto numerosi e significativi passaggi
del processo unitario avessero potuto contare sulla
benedizione di Berlinguer come lelezione dei
Consigli di fabbrica a nuovi organi fondamentali
del sindacato o lincompatibilit) gli umori prevalenti allinterno del Pci. Scheda non sembrava
stracciarsi le vesti e faceva sostanzialmente da
sponda allattendismo di Vanni:
Verbale della riunione delle segreterie Cgil, Cisl, Uil del 4 maggio 1972
Verbale della riunione delle segreterie Cgil, Cisl, Uil
109
110
128
A me sembra ancora importante convocare i tre di- che decimale, i missini stravinsero (8,7 per cento,
rettivi per ricercare una intesa sulle politiche contrat- cio pi 4,2 rispetto alle precedenti elezioni). Gli
tuali, sulle strutture di fabbrica e per parlare anche equilibri di governo si spostarono verso destra con
dellunit, evitando nel contempo decisioni unilaterali lesecutivo Andreotti-Malagodi e lincancrenirsi
di ogni organizzazione111.
del rapporto polemico tra repubblicani e socialisti
La questione dellunit veniva in coda alla scala (fuori dallarea governativa) che resero di nuovo
delle sue priorit finendo per assumere i caratteri incandescenti le relazioni allinterno della Uil dove
di un elemento accesci furono cedimenti
sorio (per parlare
anche nella minoANCHE dellunit).
ranza socialista visto
Cominciarono giorni
che il 17 maggio il
convulsi con un fiComitato Centrale
nale in buona parte
approv la nuova
gi scritto. Contribu
linea di Vanni con
a scriverlo anche
quarantacinque voti
lesito della consultaa favore contro trenzione elettorale e i
tuno. Ci non imnuovi equilibri di goped tanto alla Uilm
verno. La Dc perse
quanto alla Fim di
qualche decimale, il
proseguire
sulla
Pci guadagn qualstrada dellunit orLama e Storti, due protagonisti del dibattito sullunit
111
129
130
Aldo Forbice: La federazione Cgil, Cisl e Uil fra storia e cronaca Bertani, 1973, pag. 287
131
canici Cisl, che nellunit non ci credeva assolutamente, come se temesse che io e Lama avessimo la pistola in tasca per sparargli... Si trattava quindi di una
generazione predisposta culturalmente allazione unitaria... In merito al processo unitario vorrei ricordare
due esempi specifici. Il primo riguarda la sostituzione
di Volont quale segretario generale della Fim-Cisl; il
secondo lopera di Luigi Macario il quale, dopo i fatti
del 1958 a Torino, promuove lespulsione dei dirigenti
della Cisl che hanno fondato il Sida... Intanto erano
fiorite le rose anche in sede Uil perch Benvenuto convinto assertore dellunit sindacale, aveva sostituito
Corti alla segreteria dei metalmeccanici.
Sembrava una valanga inarrestabile. Invece unintervista bast a fermarla. Perch? Boni fornisce questa
risposta interessante:
Vanni non ha mai parlato di quella famosa intervista
rilasciata nel febbraio del 1972, che fermava il processo
di unit e lo rinviata a tempo indeterminato. Cosa c
dietro quella intervista? Quando ci incontriamo, adesso
che abbiamo i capelli bianchi tutti e due, non scende
mai su questo terreno, che non riguarda solo la Uil ma
riguarda tutti noi. Segnatamente riguarda i massimi
132
dirigenti della Cgil e della Cisl: Luciano Lama, che cerStorti hanno perduto una grande occasione di passare
tamente lunit la voleva ma, purtroppo, non la voleva
come protagonisti della grande storia del sindacato.
il Pci e una parte del gruppo dirigente della Cgil, ad
L accordo al ribasso non fu sufficiente a
iniziare da Rinaldo Scheda che al Pci era maggiormente bloccare le trame scissioniste che ebbero nella Cisl
legato; Bruno Storti, molto pi tiepido su questo tema lepicentro ma si propagarono, come le onde sismie pi sensibile allorientache finendo per coinvolmento maggioritario della
gere la Uil. Uno schema
Dc, contrario allunit.
che in qualche modo riLunit, infatti, realizcordava quello che era avzando un sindacato che
venuto nel 1948 con la
veniva considerato troppo
fine dellesperienza delforte per la situazione italunit anti-fascista, la crisi
liana, era ritenuta dai
del neonato e debolissimo
due maggiori partiti di gosindacato unico e la naverno e dopposizione, un
scita delle altre due sigle.
elemento destabilizzante
E come oltre ventanni
di un equilibrio politico e
prima, furono le aperte
di potere sul quale si era
ingerenze internazionali,
retto, nel secondo dopostatunitensi ad alimentare
guerra, il bipartitismo
il fuoco della divisione.
imperfetto italiano. Per
Analogo copione, identici
Vanni B. Montana, evocato spesso in quegli anni
questa ragione Lama e
protagonisti. Uno in par133
ticolare: Irving Brown113. I sindacalisti italiani avevano fatto la conoscenza di Brown nel luglio del
1948 quando a San Francisco si era tenuta una riunione del Bit114. Avvicin due dei tre membri della
delegazione, cio il democristiano Roberto Cuzzaniti e il socialista Enzo Dalla Chiesa (il terzo era
Giuseppe Di Vittorio) e comunic loro che erano
disponibili cospicui quantitativi di dollari per favorire luscita dalla Cgil (in quel momento ancora
unita) dei non comunisti115. Alla Cisl in effetti i
soldi arrivarono anche abbastanza copiosi tanto
113
Nato a Chicago, figlio di un assistente di Alexander Kerensky, Irving Brown dopo una breve carriera da pugile, era entrato nella Federazione Americana del Lavoro, poi nell'Afl-Cio, provando a mettere ordine nel sindacato dei camionisti americani all'epoca controllato
dalla mafia. L'Oss, il servizio segreto americano, in occasione della seconda guerra mondiale lo incaric di preparare prima lo sbarco
in Sicilia e poi quello in Provenza. La conoscenza dei temi sindacali e dell'ambiente italiano e francese, indusse la Cia ad attribuirgli
il compito, dopo l'esplosione della Guerra Fredda, di favorire la creazione di organizzazioni sindacali democratiche, non collegate in
alcun modo con Mosca (al contrario della Cgil che aderiva alla Fsm gravitante nell'orbita sovietica). In Francia nacque dalla Cgt per
la scissione voluta da Andr Bergeron e Lon Jouhaux la Cgt-Force Ouvrire; in Italia vennero fondate la Cisl e la Uil
114
Bureau International du Travail, organismo internazionale collegato all'Onu
115
Significativa la testimonianza di Enzo Dalla Chiesa relativamente all'incontro con Brown: Mi propose, senza mezzi termini, di poter
disporre di valige di dollari e che potevamo avere quante ne volevamo se ci fossimo decisi ad uscire dalla Cgil. Io gli risposi con sdegno
che aveva scelto l'interlocutore sbagliato. In Sergio Turone: Storia dell'Unione Italiana del Lavoro Franco Angeli 1990 pag. 63 e
in Aldo Forbice: Scissioni sindacali e origini della Uil. Le vicende politiche e sindacali che portarono, nel 1948-50, alla formazione
del pluralismo del movimento sindacale italiano, Lavoro Italiano 1981, pag. 77
116
Nell'intervista di Giorgio Cavallini contenuta nell'e-book di Enrico Giacinto (titolo: Bruno Storti segretario generale della Cisl,
Biblioteca centrale Cisl 2007) a pag 16 si legge che i soldi americani servirono ad acquistare una sede dignitosa e ad aprire, dopo
qualche anno, la prima scuola sindacale. Gli aiuti arrivavano attraverso la nuova internazionale sindacale che avevamo contribuito a
fondare a Londra e della quale facevano parte anche inglesi, francesi e tedeschi occidentali
134
Il 16 ottobre del 1951, Italo Viglianesi scriveva a Vanni B. Montana: Vi sono numerosi sindacalisti ancora militanti nella Cgil e nel
partito di Nenni che noi potremmo raccogliere se avessimo la possibilit di garantire loro un minimo di stipendio, ma purtroppo non
essendo questo ancora possibile, li dobbiamo lasciare lavorare con i comunisti. In Sergio Turone: Storia del sindacato in Italia
1943-1980 Laterza 1981, appendice pag. 542
118
Giovanni Buscemi nasce a Mazara del Vallo nel 1902 e diventa Vanni Montana solo dopo l'espatrio, clandestino, negli Stati Uniti.
Angela Torelli ha cercato di chiarire con una ricerca pubblicata sul n. 1 del 2004 della rivista Nuova Storia Contemporanea (pagg. 8194) i punti pi oscuri della sua biografia (titolo: La doppia vita di un anti-fascista italo-americano. Vanni Montana da informatore
della polizia italiana ad agente dell'Oss). Giovanni Buscemi in giovent aderisce al PCd'I. Nel 1923, nel tentativo di espatriare, viene
fermato a Ventimiglia e pochi giorni dopo la polizia annuncia al ministero che il ventunenne siciliano ha molto da dire a proposito dei
suoi compagni di azione politica. Diventa a quel punto un informatore, si lega anche a Ignazio Silone, viaggia in Italia, in Francia e
in Germania. Poi, clandestinamente, passa negli Usa dove cambia nome, entra nel sindacato, abbraccia gli ideali socialdemocratici.
Reclutato dall'Oss, partecipa alla preparazione dello sbarco delle truppe americane in Italia. Contribuisce alla scissione di Palazzo
Barberini e alla nascita della Uil
117
135
Donat Cattin (con Viglianesi) Ministro del Lavoro durante lAutunno Caldo
136
Lettera di Vanni Montana dell'8 febbraio 1972. Archivio Fondazione Bruno Buozzi
Corti, socialdemocratico, era stato segretario della Uilm fino al 1969 quando era stato sostituito da Giorgio Benvenuto
121
Lettera di Franco Tedeschi del 28 gennaio 1972. Archivio Fondazione Bruno Buozzi
119
120
137
Sergio Turone: Storia del sindacato in Italia 1943/1980 Laterza 1981, pag. 380
138
vertice dello stesso Carniti e, alla fine, allinvestitura di Marini che avrebbe realizzato quella normalizzazione immaginata da Donat Cattin con la
cancellazione dellanomalia carnitiana.
Un elemento di chiarificazione rispetto alle vicende di quegli anni arrivato dalla pubblicazione
da parte di WikiLeaks dei Kissinger cables. Le
comunicazioni parlano delle visite di Scalia a via
Veneto, allambasciata americana retta a quellepoca da John Volpe, dove lanciava i suoi poco
velati appelli per un supporto finanziario124 e raccontano le motivazioni con le quali lesponente sindacale sosteneva le sue tesi scissioniste: Il punto pi
importante del discorso di Scalia che c bisogno di una
azione tempestiva contro lunit sindacale, quello di cui
c bisogno per la creazione di una alternativa alla Cgil
di alcuni leader con un sufficiente appoggio nei posti
giusti125. Illustrano anche la posizione della Dc finora riluttante ad appoggiare una spaccatura della
Umberto Gentiloni: Gli anni Settanta nel giudizio degli Stati Uniti: un ponte verso l'ignoto in (a cura di Giovagnoli A. Pons S.)
Tra guerra fredda e distensione Rubbettino 2003, pag. 111
124
Stefania Maurizi: Franco l'amico degli Usa Espresso.it, 18 aprile 2013
125
Stefania Maurizi, articolo citato
123
139
Cisl126 e la scelta compiuta proprio con laffermazione della linea maggioritaria favorevole allapproccio della mediazione scelto dal gruppo Marini127. Le
comunicazioni sono del 1973; a marzo dellanno
successivo Marini volava negli Usa e incontrava i
vertici dellAfl-Cio. Lambasciata faceva un rapido
resoconto: Marini punta a rafforzare e modellare la
Cisl dallinterno per competere con la Cgil. Questo in
contrasto con Scalia che spesso minaccia uno scisma128.
A novembre di quellanno, le preoccupazioni per
le trame ormai ben pi che anti-unitarie venivano
rese pubbliche da nove socialisti nel corso del comitato centrale della confederazione guidata da
Vanni: in un documento condannavano una ipotesi di scissione, che significherebbe la disintegrazione
della Uil e la spaccatura del movimento129. Il Consiglio generale della Cisl del 16-19 luglio 1975, infine, ricompose lunit della confederazione (il
140
Scalia fallir per la debolezza, la pretestuosit e lequivocit del progetto, che pi che proporsi un ritorno alle
origini della Cisl si andava configurando come aggregazione conservatrice e corporativa132. Quello di Scalia
appare come un fallimento personale (annusato il
sapore della vittoria a Spoleto, dilaniato dallambizione personale, non cap la correzione di rotta
politica, non si ferm per tempo e and incontro
alla sconfitta: la sentenza dei probiviri venne significativamente accolta con timide e rituali proteste
dalla minoranza) ma le dinamiche che mise in
moto hanno cambiato il corso degli eventi: del processo unitario, della trasformazione della Cisl che
si blocc per tornare in qualche misura al passato
proprio nel momento in cui la Prima Repubblica,
con i suoi referenti politici, cominciava a scricchiolare e il comunismo realizzato entrava nella fase finale della sua crisi. Un ultimo dato relativamente
132
133
Nella Fim da una vita testimonianza di Franco Bentivogli raccolta da Bruno Liverani Primastampa.Com 2013 pagg. 41-42
Giorgio Benvenuto: Millenovecentosessantanove, op. cit. pag. 344; la lettera porta la data del 3 febbraio 1970
141
1969,
Benvenuto a una
affollata
assemblea
allAlfa
di Arese
134
Graedel era il segretario generale della Federazione Internazionale Metalmeccanici, esprimeva la sua soddisfazione per la conclusione dell'autunno caldo con un telex
135
Gunter Kopke era il capo del Comitato Europeo dei Sindacati Metalmeccanici; il suo lungo telegramma datato 4 febbraio 1970
136
Giorgio Benvenuto: Millenovecentosessantanove, op. cit. pag 349-374
142
CAPITOLO VII
tetizzata nello slogan del congresso che campeggiava alle spalle degli inquilini del tavolo della presidenza, quindi anche di Vanni che forse lo viveva
come una vera e propria coltellata alla schiena:
1969-1972 La Uilm per l'unit: dall'impegno alla
realizzazione. L'hotel Michelangelo un palaz-
zone enorme, oggettivamente non bellissimo accanto alla stazione centrale milanese, a poche decine di metri da quello che all'epoca era uno dei
grattacieli simboli della nuova Italia industriale,
dell'epopea del Boom economico, il Pirellone di
Gio Ponti. La grande sala delle conferenze, al
145
avrebbe potuto fermarli. Nella vecchia sede romana della Uilm, quasi contemporaneamente alla
conclusione del congresso, avevano cominciato a
chiudere gli scatoloni e a spedirli nella nuova sede
unitaria, quella di Corso Trieste, scelta da Bruno
Trentin. Perch sul tavolo dei tre segretari era arrivata anche un'altra proposta immobiliare: un palazzo dalle parti dell'Ostiense. Il prezzo era anche
buono ma a Trentin la cosa non quadrava. Intuizione fondata visto che poi quel palazzo sarebbe finito al centro di una controversia legale. Il 1
agosto, due mesi dopo il congresso di Milano e
due mesi prima della nascita ufficiale della Flm, il
trasloco era gi terminato. Il dado, insomma, era
tratto e non c'era stato nemmeno bisogno di attraversare il Rubicone. E se da un lato i promessi
sposi metalmeccanici viaggiavano verso il lieto
fine, tra lanci di riso e di confetti, all'interno della
Uil le diverse anime (repubblicani e socialdemocratici da un lato, socialisti e metalmeccanici dall'altro) vivevano nella stessa armonia che
caratterizza le relazioni tra separati in casa. Tenuti
insieme faticosamente grazie a un Patto Associativo firmato nell'autunno dell'anno precedente parallelamente all'ascesa solitaria di Vanni alla
segreteria, ma divisi sulle scelte strategiche, cio
unit e soluzioni economiche e contrattuali. D'altro canto, meno di un mese prima del congresso
metalmeccanico, il fuoco della polemica era divampato nel comitato centrale della Confederazione. Scontro totale: sulla data del congresso
confederale che venendo rinviato faceva calare il
sipario sul processo unitario; ma anche sull'impostazione di politica economica. Con quarantuno
voti a favore e trentuno contrari, Vanni era riuscito
a far passare una soluzione che solo pochi mesi
prima Riccardo Lombardi con una lettera al segretario socialista, Giacomo Mancini, aveva denunciato come uno strumento per delegittimare il
lavoro di rinnovamento sindacale portato avanti
dai giovani (e anche dai meno giovani) dirigenti
che si aggregavano intorno a Benvenuto. Le paure
del vecchio leader trovavano conferma il 17 maggio
del 1972:
147
Il comitato centrale della Uil rileva come l'andamento del processo unitario abbia ulteriormente confermato la validit delle valutazioni espresse nella
precedente sessione del Comitato Centrale in ordine
alla constatata impossibilit di realizzare l'unit di
tutti i lavoratori secondo la logica, i tempi e le intenzioni operative scaturite dai convegni unitari di Firenze. Tale constatazione non diminuisce l'impegno
dell'intera organizzazione per il mantenimento dell'obiettivo e del patrimonio unitario tramite la formalizzazione del principio e del metodo dell'unit di
azione. Pertanto il congresso ordinario gi autonomamente convocato dalla Uil rinviato ai giorni 1-5
marzo 1973.
Insorgeva la minoranza. Prima attraverso le parole
del segretario confederale Camillo Benevento:
Lo spostamento del congresso confederale della Uil,
suggerito dalla relazione del segretario generale e formalmente proposto dal documento conclusivo, segna
il coronamento di un disegno strategico volto a mettere definitivamente in crisi prospettive e tempi dell'unit previsti e concordati dalla Uil, dalla Cisl e
148
aziendale. In questa contestualit non casuale l'arretramento del quadro politico ed i tentativi di soluzione moderata (il governo Andreotti sarebbe nato
una quarantina di giorni dopo l'appuntamento milanese, n.d.a.) della crisi aperta dalle forze politiche
contrarie all'azione riformatrice che coincidono con
la rottura del processo unitario, con i tentativi di spezzare l'azione contrattuale, con la volont di modificare i rapporti di potere creati dal sindacato nelle
fabbriche e nella societ... Le forze che agiscono all'interno della Uil, della Cisl e della Cgil, devono mettere alle corde gli avversari palesi e nascosti, dentro e
fuori del movimento.
Alla delicatezza del momento, faceva riferimento
nella sala milanese pure Bruno Trentin, sottolinenando il clima diverso rispetto al '69 che il sindacato avrebbe incontrato nella stagione negoziale in
via di apertura:
Le forze padronali sono pi che mai decise a colpire
l'unit dei lavoratori per disarmarli soprattutto ora
che ci si avvia a una battaglia sui rinnovi contrattuali.
150
E in un altro passaggio:
All'interno di questa logica di coerenza devono trovare giusta collocazione la contrattazione integrativa
e l'azione delle nuove strutture di fabbrica, delle quali
restano da definire configurazione e potere.
Un vero e proprio dito nell'occhio per Benvenuto
che soltanto cinque giorni prima, il 12 maggio,
aveva spedito alle strutture provinciali e ai membri
del comitato centrale della Uilm il promemoria
elaborato dalla segreteria nazionale della Uilm e
discusso dal comitato esecutivo sul problemi legati
ai contenuti ed alla strategia del contratto per il
1972, sottolineando contemporaneamente che
si tratta di materiale di documentazione, in
quanto come vi noto, nei prossimi giorni le Federazioni Nazionali provvederanno ad inviare ai
propri organismi periferici per il dibattito con i lavoratori, la proposta di piattaforma per il rinnovo
contrattuale. E il documento annunciato da Benvenuto effettivamente arriv in autunno, il 4 ottobre: ovviamente unitario e accompagnato dalle
firme dei segretari nazionali responsabili dell'uffi151
che il progresso della scienza e della tecnica non equivale al progresso dell'umanit e della storia, e intravede che sono altre le strade... Rinunciare ad investire
sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato un pessimo affare per la societ137.
Quella piattaforma che era stata messa a punto
nella conferenza unitaria di Genova, pensava ancora che si potesse investire sulle persone e che l'investimento sulle persone fosse la scelta migliore.
Tanto vero che dedicava uno spazio decisamente
ampio al diritto allo studio e alla formazione: le
150 ore, i permessi per gli studenti-lavoratori che
dovevano sostenere degli esami con l'aggiunta di
due giorni per consentir loro un' adeguata preparazione; la qualit della vita tanto sotto forma di
limiti alla giornata lavorativa (non pi di cento ore
di straordinario mensili; orario settimanale pi
corto di due ore, 38 invece di 40 per gli operai
della siderurgia in quanto impegnati in una attivit
pi faticosa e usurante; registri dei dati ambientali
e libretti personali sanitari e di rischio, tutela del
posto di lavoro per malattia o infortunio sino alla
137
Lettera Enciclica Laudato Si del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune
152
segnava un ulteriore salto di qualit nelle richieste, macchina come strumento al servizio della capaampliava l'orizzonte del sindacato con l'obiettivo cit professionale e produttiva dell'uomo in un
di inserire il lavoratore in un sistema socio-econo- rapporto pi sano non solo dal punto di vista ecomico pi accettabile e vivibile; le rivendicazioni sa- nomico, ma anche sociale, fisico, sanitario, cultulariali e l'egualitarismo che erano servite per rale, morale. Era la ricerca di questa modernit,
scuotere l'albero delle relazioni industriali fatte seppur compiuta in maniera caotica, a preoccusino a quel momento di accordi al ribasso, che ave- pare le controparti padronali che faticavano a comvano impedito ai lavoratori essere inseriti nel prendere e quindi a governare la protesta, il
boom economico da beneficiari rimanendo emar- conflitto. Non a caso erano gli anni in cui uno
ginati al rango di produttori di beni per il benefi- come Gianni Agnelli, cos diverso dai self made
cio altrui, dovevano
man protagonisti del
per forza di cose preMiracolo, puntava il
figurare uno sviluppo
dito contro i ritardi
rivendicativo capace
culturali della Condi risolvere in mafindustria, la sua inaniera pi complessiva
deguatezza
a
le questioni legate al
misurarsi con il
rapporto con la fabnuovo, l'incapacit a
brica e la societ.
rispondere in maL'uomo non pi visto
niera originale a docome prosecuzione
mande
che
della macchina, ma la
apparivano inedite
Politica delle riforme sotto attacco nel 1972
153
154
mato la sostanza, la narrazione e il lessico dell'orattiva a ogni forma di ricatto da chiunque provenga.
ganizzazione, quella di Milano era una sorta di
Con questo congresso intendiamo impedire che la
prova di maturit. Anche per questo non erano
Uilm e la Uil diventino lo strumento operativo per
ammessi arretramenti. Lo disse con chiarezza Benrealizzare la rottura dell'unit e per avallare una povenuto nella sua relazione introduttiva:
litica sindacale di rinuncia e di subordinazione. SemL'aver mantenuto fermo il congresso, il chiedere il propre con questo congresso, nel riconfermare le scelte
nunciamento definitivo di scioglimento dell'organizgi operate unitariamente dai metalmeccanici, intenzazione per realizzare ad ottobre il congresso per
diamo dare un contributo reale affinch il discorso
l'unit della categodell'unit esca dalla paria, non costituisce
lude degli incontri di riun atto di sfida o la
stretti gruppi dirigenti e
manifestazione di
dei condizionamenti reuna volont di rotciproci tra questi vertici
tura con il resto del
e sia riportato nelle fabmovimento sindacale.
briche al giudizio, al
E', al contrario,
confronto e alle deciun'espressione di coesioni definitive dei lavorenza morale e poliratori138.
In realt in quel contica, un atto di lealt
gresso si udirono
verso l'intera classe
poche voci di disoperaia, una risposta
Referendum sul divorzio, choc benefico per il Paese
138
Alfonso Scotti: Uil: dissenso ma non rottura fra metalmeccanici e Unione, Corriere della Sera 10 giugno 1972
155
156
federazioni. Una quarantina di giorni dopo il congresso di Milano, infatti, sarebbe nata la Federazione Unitaria. Era considerato un ponte verso
lunit ma nessuno volle percorrerlo anche perch
la situazione complessiva peggior e le manovre
scissioniste che avevano inizialmente riguardato la
Uilm, si manifestarono con sviluppi e conseguenze
decisamente pi gravi nella Cisl anche perch gli
anti-unitari trovarono in quella confederazione un
leader forte (Vito Scalia) e la sponda di categorie
robuste da un punto di vista numerico, come
quella dei lavoratori della terra, decisamente attente e sensibili a quel tipo di lusinghe. La situazione, per giunta, si complic anche per
l'intervento, come abbiamo raccontato nelle pagine
precedenti, dei soliti amici americani. Abbiamo
fatto riferimento nel precedente capitolo a due lettere che illustrano le manovre che vennero sviluppate a sostegno della Uilmd. Ma la chiave di lettura
di quelle missive contenuta nella nota con la
quale Benvenuto le fece pervenire alle strutture
della sua organizzazione. Spiegava il segretario ge157
nerale:
Nella prima lettera, indirizzata dal sen. Franco Tedeschi all'ex segretario provinciale della Uilm di Varese, Aderato Vitali, si rivendica con chiarezza la
paternit del Psdi per quanto riguarda la Uilmd e le
relative posizioni... Nella seconda lettera indirizzata
da Vanni Montana all'ex segretario della Uilm di
Milano (Sergio Donelli, n.d.a.), sono contenute affermazioni gravi che confermano i legami dell'on.
Corti alla Uilmd e l'interesse che si tenta di suscitare
negli ambienti pi reazionari americani per avallare
in Italia operazioni di rottura del movimento sindacale. Significativo , a tale proposito, l'accenno a Lovestone, vice-segretario dell'Afl-Cio di cui sono noti i
legami con la Cia.
Al congresso la Uilm ci era arrivata dopo essersi
difesa dal fuoco amico, alimentato soprattutto
dalla componente socialdemocratica. Una offensiva durissima che aveva visto in prima linea anche
i segretari confederali Lino Ravecca, Vincenzo Berteletti e Gildo Muci che a fine dicembre avevano
deciso di inviare alle strutture periferiche un do-
139
158
stra repubblicana. Il secondo: due sentenze del tribunale di Roma e di Bologna che impedivano agli
scissionisti di usare la sigla Uilm seppur arricchita
con la D finale, convinse Vanni a chiudere una
parentesi totalmente priva di sbocchi; le vicende
giudiziarie aggiunsero ulteriore cautela al gi pi
prudente e diplomatico atteggiamento del segretario della Confederazione. Lattacco di Ravecca era
lultimo sussulto di una organizzazione che davanti
alle precedenti sollecitazioni a sciogliere la segreteria, aveva risposto con un incomprensibile diniego.
Dopo Milano la strada per era segnata e lentamente i socialdemocratici usciti dalla Uilm per
creare la struttura scissionista rientrarono allinterno dellorganizzazione confederale (ma non tra
i metalmeccanici). Che le cose sarebbero andate
in questa maniera lo si cap quando dalla platea
congressuale Vanni lanci da questo punto di vista
un messaggio inequivocabile: Accetto che la Uilm
faccia l'unit ma rimanendo affiliata alla Uil. E per
difendersi dalle accuse di lavorare contro l'unit,
rilasciava una intervista in cui provava a spiegare
159
loro che hanno voluto sottrarsi al giudizio confederale... Non resta che prendere atto della manifesta volont della Uilm di porsi fuori dall'organizzazione per
evitare un dibattito dal quale la strategia che la ispira
sarebbe uscita battuta.
Dall'altra parte, Benvenuto prendeva atto con soddisfazione del cambio di atteggiamento del segretario e chiosava:
Finalmente ci si resi conto che i problemi che ci vedono divisi si risolvono con il dialogo e non con la repressione o le sconfessioni... Non vogliamo rotture ma
realizzare con esse (le Confederazioni, n.d.a.) comuni
impegni sui contratti... e sulla politica economica. Perci non faremo gesti clamorosi... La sede unitaria che
noi metalmeccanici ci apprestiamo a occupare costituisce un gesto di responsabilit. Porteremo quindi
avanti il processo di unit ma senza tracotanza141.
In ogni caso, all'interno della Uilm, non tutti i socialdemocratici accettavano di seguire la linea antiunitaria. E lo spieg con chiarezza il delegato
Enzo Passanisi: Intervista al segretario della Uil-Vanni respinge laccusa di essere contro lunit sindacale, Corriere della Sera
10 giugno 1972
141
Dopo il congresso Uilm-Intervista con Benvenuto: Ed ora costruiamo lunit dei metalmeccanici ma senza tracotanza, Sindacato
140
160
161
Bruno Ugolini: Concluso il congresso di Milano-Uilm: deciso lo scioglimento per fare lunit organica, lUnit 11 giugno 1972
162
ricchimento e la sua promozione culturale. Secondo il racconto divertito di Sergio Turone, uno
di loro, membro della delegazione, fece una domanda: E se un mio operaio un musicofilo, le 150
ore devo garantirle anche a lui? E la risposta di parte
sindacale fu esattamente quella che l'industriale
non si immaginava, cio s. Circolava ancora, in
quel ceto imprenditoriale uno spirito antico, da
padroni delle ferriere, non era ancora scomparso
il sciur padrun da li beli braghi bianchi. Erano per,
scomparsi gli operai intesi come bestie da soma,
supinamente e stupidamente al servizio della macchina e del taylorismo; l'alienazione non aveva
semplicemente a che fare con le braccia perch cominciava a partire dalla mente, non era pi un
problema fisico ma stava diventando un malessere
dell'anima. Ingoiarono a mala pena l'inquadramento unico (lo avrebbero volentieri evitato o depotenziato sistemando nelle categorie pi alte solo
gli impiegati) che alla fine pass articolato in otto
categorie, in quattro delle quali si incrociavano colletti bianchi e tute bl. Passarono pure le trentotto
163
Sergio Turone: Storia del sindacato in Italia 1943-1980, Laterza pag. 403
Sergio Turone: Ibidem pag. 404
165
166
Ecco perch mi son tenuto per ultima una piccola storia. La sigla Flm non nacque per caso. A
chi venne in mente? Forse a Trentin? Pi probabilmente a qualche dirigente
che all'interno del sindacato
si occupava di questioni internazionali. Perch il senso
pi segreto di quella sigla
dato da una assonanza.
Quelli erano gli anni in cui
crollavano gli ultimi residui
di colonialismo, di l a poco
anche in Portogallo la democrazia avrebbe dato lo sfratto
alla dittatura attraverso
quella che passata alla storia
con la floreale definizione di
rivoluzione dei garofani;
proliferavano i Fronti di Liberazione Nazionale, cio Fln.
La F funzionava bene
anche a livello sindacale per-
ch era la sigla del sostantivo Federazione, riferimento linguistico che evitava l'allargamento del
solco gi ampio che divideva le Confederazioni dai
metalmeccanici: in fondo di
Federazione delle Confederazioni avevano parlato proprio loro. Ma era il resto,
l'assonanza tra Flm e Fln che
segnalava un profondo desiderio di libert che trovava
per giunta espressione nella
nuova forma di rappresentanza di base, cio i Consigli
di fabbrica: tutti eleggibili
perch la scheda era completamente bianca e tutti revocabili
con
un
voto
dell'assemblea. Ho raccontato una storia: la storia della
Uilm, della sua evoluzione,
della nascita della Flm, dell'unit organica, delle resi-
167
168
Bibliografia
169
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Brodolini 2010
Benvenuto G.: La battaglia delle pensioni
Il Lavoro Metallurgico Marzo 1968
Benvenuto G.: La nuova Frontiera
Il Lavoro Metallurgico Febbraio 1969
170
171
172
173
174
Turone S.: I metalmeccanici Uil cercano il rimedio per salvare l'unit Il Giorno 10 giugno 1972
175
Vanni R. (a cura di Benevento C.): Gli anni della mia segreteria generale alla Uil Pironti 2012
Stretta di mano fra Bruno Storti e Luciano Lama (accanto al segretario Cgil, il giornalista Saverio Cicala)
176
II parte
Interviste, Ricordi
C O M E E R AVA M O : E N Z O M AT T I N A
Enzo Mattina in piedi; alla presidenza Bruno Trentin, Pierre Carniti e Giorgio Benvenuto
181
varsi senza quel sostegno economico, peraltro decisamente contenuto, dal giorno alla notte. E in
effetti, a un certo punto, Bruno Corti, che si era
reso conto evidentemente dell'aria che tirava, mi
sospese il rimborso. Giorgio, per, continu a garantirmelo: sinceramente, ancora oggi, a tanti anni
di distanza, non so come ci riusc. Ma il rapporto
tra i giovani di quel gruppo si cement anche cos:
noi sapevamo che Giorgio ci copriva. Pensa che mi
arriv anche una proposta di lavoro dalla Olivetti.
Avrei dovuto, per, trasferirmi a Ivrea. Ma c'era
anche la possibilit di tornare rapidamente a Napoli. Olivetti aveva una fabbrica a Pozzuoli...
L'aveva inaugurata a met degli anni Cinquanta
Adriano Olivetti con un discorso dai toni fortemente meridionalistici...
L'Olivetti di quegli anni ti apriva un mondo, ti
metteva in contatto con le pi moderne elaborazioni della sociologia industriale. Nella fabbrica di
Pozzuoli c'era una biblioteca straordinaria, c'erano
tutti i libri delle edizioni di Comunit, la casa edi182
colpa. Noi giovani in qualche maniera con la nostra sfrontatezza e la mancanza di vincoli con quel
passato, li liberavamo dal peccato originale. Ricordo ancora che con la copertura di Giorgio
aprimmo la sede della Uilm a Bagnoli. I vecchi militanti sprizzavano orgoglio da tutti i pori perch
l c'era solo un'altra sede sindacale: quella della
Fiom. Erano operai con una forte identit dal
punto di vista lavorativo, orgogliosi del loro ruolo,
dignitosi seppur in condizioni economiche spesso
difficili. Mi viene in mente un operaio dell'Alfa
Romeo. L si costruivano motori per gli aerei. Questo operaio era sempre in bolletta essendo a capo
di una famiglia numerosa, una decina di figli,
molti dei quali sono diventati miei amici e nella
vita grazie a quel padre si sono regalati spazi professionali di tutto rispetto. Ogni volta che tenevo
una assemblea in quella fabbrica, chiedeva di tenere le redini della presidenza. Invariabilmente
apriva il dibattito annunciando: Ora diamo la parola al segretario della Fiom. Mi raccomando, compagni, non fischiate. Era il segnale perch appena
183
il segretario della Fiom apriva bocca, il tetto del capannone veniva gi per i fischi. Eppure, un fischio
dopo l'altro, in quella fabbrica la Uilm conquist
la maggioranza.
La rivoluzione generazionale quali effetti immediati produsse?
A Napoli passammo da qualche centinaio di
iscritti ad alcune migliaia.
Quando arrivaste a Venezia, era tutto gi deciso.
S. Per c' una cosa da dire. Quelli erano tempi
in cui vi era grande rispetto nei rapporti e la vecchia guardia aveva solidi princpi etici. Corti non
alz le barricate. Evidentemente non assecond il
disegno di Benvenuto ma, sembrer strano, non
ne imped nemmeno la realizzazione.
Perch?
Ebbi l'impressione che anche lui, anche Viglianesi
capivano che il mondo stava mutando, che non
potevano guidare il cambiamento perch erano uo-
mini di un altro tempo ma non potevano impedirlo perch sarebbe stato anti-storico. La Uilm
cambi veramente pelle. In occasione del rinnovo
del contratto del 1966, Corti era contrario ai comizi unitari, Giorgio, invece, li sollecitava. La battaglia per la riforma pensionistica, ad esempio. Un
giorno mi chiama Giorgio e mi dice: dovresti farmi
una cortesia, tenere un comizio a Trieste. Nulla di
pi incongruo, all'apparenza: avevo meno di trent'anni e le questioni pensionistiche erano lontane
dal mio universo
quotidiano, per
giunta ero pure
precario. E poi: un
napoletano che
andava a parlare ai
lavoratori
del
nord, apparentemente una distanza incolmabile
dal punto di vista
delle sensibilit,
184
189
Recitava?
Dall'antagonismo
al protagonismo: fu
lo slogan del congresso del 1981. Per
tutto questo fu possibile perch ci fu uno
190
un'idea; quindici anni dopo se ne affermava un'altra, totalmente diversa. Ero sindacalmente nato in
un clima di grande confronto, di trasferimento di
idee, di contaminazione, di capacit di ascoltare e
di voglia di elaborare, tutte cose che messe insieme
sono il sale della vita. Non vivevamo di veloci battute ma cercavamo di capire dove il mondo stava
andando. Le diversit c'erano e venivano fuori, ma
si manifestavano con l'obiettivo di arricchire non
di impoverire le menti, non avevamo inventato un
nuovo centralismo democratico ma un modo di
stare insieme esaltandoci a vicenda in un confronto di personalit. Non ci eravamo divisi nemmeno in occasione della vertenza Fiat. Certo, tutto
divent complicato quando ai cancelli della fabbrica si present Berlinguer e a quattro sfessati in
pieno delirio occupatorio, il segretario del pi numeroso partito della sinistra rispose che se fosse
stata decisa l'occupazione degli impianti, il Pci sarebbe stato al fianco dei lavoratori. Poi sono arrivate le interpretazioni autentiche sul tipo: ma lui
non ha detto di occupare. Perch poteva dire
voi l'avete fatta negli anni Sessanta. Ce ne vorrebbe una anche oggi? E quali caratteristiche dovrebbe avere?
Posso parlare per il settore privato perch in
quello pubblico si sviluppano altre dinamiche. In
questo momento penso che in Italia si dovrebbe
pensare seriamente a forme di cogestione dell'attivit economica. Attraverso la concertazione stata
realizzata una sorta di cogestione politica, al contrario niente di simile stato mai
fatto nelle imprese.
Non si tratta di copiare i tedeschi, ma
di costruire un modello nostro, nazionale.
Abbiamo
bisogno di creare
un sistema che accompagni il cittadino in tutta la sua
Qurantamila in marcia, lepilogo della vertenza Fiat dei 35 giorni
vita lavorativa che
qualcosa di pi di quel che aveva detto rispondendo a quella domanda davanti a Mirafiori? Ma
no, non era un sostegno, dissero ancora gli esegeti. E allora cos'era? Un appuntamento al bar? La
lezione etica di Berlinguer credo che sia da accogliere in toto. Per, dal punto di vista della proposta politica, soprattutto negli ultimi anni dopo il
naufragio del compromesso storico, ha commesso
una straordinaria quantit di incancellabili errori.
Credo che valga
la pena leggere un
piccolo saggio di
Miriam Mafai:
Dimenticare
Berlinguer.
Guarda le cose
dalla stessa casa,
ma da una finestra diversa.
La vostra rivoluzione sindacale
192
193
195
196
dalla crisi esce pi piccola, in termini sia di prodotto che di occupazione, e caratterizzata da imprese sempre pi piccole... Assai pi terziarizzata,
per la differente contrazione dell'occupazione nell'industria e nei servizi con una pubblica amministrazione meno numerosa e con una piccola
crescita occupazionale nelle attivit professionali,
scientifiche, tecniche, artistiche e di intrattenimento. E' evidente che un simile quadro obbliga
il sindacato a modificare le strategie e, in qualche
misura, ad aggiornare il senso del suo riformismo.
Se poi il sindacato quello che organizza i lavoratori che hanno caratterizzato la storia delle organizzazioni negli ultimi centoventi anni, cio i
metalmeccanici, allora la questione diventa complessa e ricca di spigoli. Ed inevitabile che il discorso scorra sul confine sottilissimo che separa il
passato dal presente, con tutto quello che ne consegue dal punto di vista dei rischi da un lato di
esaltazione retorica e dall'altro di autoassoluzione.
Segretario, nella lettura del saggio sul contributo
197
riformista della Uil, ti sei ritrovato e, soprattutto, cosa hai ritrovato? La riflessione sul passato
pu trasformarsi in una fonte di ispirazione per
il futuro?
Tanto per cominciare, direi che il saggio ci consegna il racconto di un'epoca, cosa utile per comprendere come la Uil, attraverso vari momenti e
avvenimenti, approdata alla sua identit. Tra l'altro, il racconto restituisce a tutti noi un motivo di
orgoglio. Spesso, la Uilm stata illustrata come
una organizzazione in qualche maniera al seguito
delle altre due pi grandi, cio la Fim e la Fiom. Il
saggio fa giustizia di questo vecchio e infondato
pregiudizio perch racconta di uomini e di vicende
in cui questa organizzazione ha assunto posizioni
forti, con conseguenze non irrilevanti tanto all'interno quanto all'esterno del suo mondo. La Uilm
stata diretta da uomini che hanno assunto posizioni coraggiose nel confronto con le altre organizzazioni sindacali, nella difesa delle dinamiche
negoziali e nella dialettica all'interno della stessa
Uil. Mi ha colpito il linguaggio degli interventi e
198
crisi pi lunga se non della storia, di quelle a nostra memoria. Una sovrapposizione cos esasperata
di problemi che alla fine qualcosa abbiamo finito
per perdere di vista.
Il tema della salute oggi ha caratteristiche per
molti aspetti nuove perch se all'epoca dell'Autunno Caldo il problema era visto soprattutto all'interno della fabbrica
(ritmi di lavoro, sistemi di
produzione come il cottimo, insalubrit degli
ambienti, tutele diverse
tra impiegati e operai),
adesso c' anche una dimensione esterna che a
volte determina una contrapposizione tra sindacato, impegnato nella
difesa dei posti di lavoro,
e popolazione; e anche
una scissione identitaria
199
200
ziative che potessero in qualche misura condizionare le politiche del governo. Ho firmato due contratti e fatto un accordo con la Fiat per impedire
all'azienda di abbandonare l'Italia. Risultato: lo
strappo con la Fiom diventato ancora pi profondo.
L'analisi comparata della tua esperienza con
quella degli anni
raccontati nel saggio, che tipo di riflessione
ti
sollecita?
Quelle di quegli
anni sono state
grandi battaglie
che hanno oggettivamente inciso sul
volto del paese.
Quelle
attuali
sono battaglie dettate dalla crisi, po-
202
Si pu in qualche
maniera uscire
dalla strettoia che
la crisi vi ha obbligato a percorrere?
Esiste una via
d'uscita che possa
restituire ai metalmeccanici quella
leadership sindacale che per tanto
tempo
hanno
avuto, seppur in
da ascoltare) ma senza una reale capacit di incidere sulle scelte, ha come conseguenza la modifica
di tutto il sistema della rappresentanza.
Questa l'illustrazione della realt. Ma a questo
punto forse bisogna porsi il problema di come la
si modifica.
Potremmo dire, al modo di un grande poeta, questo il problema. Io penso che sino a quando il
sindacato continuer a lamentarsi per il fatto che
le porte di Palazzo Chigi siano socchiuse, a chiedere un interlocutore che, evidentemente, non si
vuole offrire a noi, la situazione potr soltanto peggiorare. Per rilanciare il nostro ruolo di rappresentanza dobbiamo tornare alle origini, alle categorie.
Furono le categorie ad alimentare la rinascita degli
anni Sessanta. E' l che si intercettano i bisogni del
popolo che noi vogliamo tutelare, l che si parlano linguaggi comuni e comprensibili. Bisogna riformare le strutture categoriali rilanciando quelle
industriali perch dalla manifattura che partir,
e non pu essere diversamente, la ripresa. Bisogna
203
ripensare tutta l'organizzazione, dalla struttura nazionale a quella aziendale costruendo i modi per
esaltare il rapporto continuo con i lavoratori, perch quel rapporto che legittima la nostra azione
e che legittimandola irrobustisce, d sostanza, realt alla nostra rappresentanza e al potere che ne
deriva. Questo recupero dal basso restituir energie anche all'organo confederale, reso, semmai, pi
certo da un quadro di riferimento legislativo.
In pratica, tu dici che venuto il momento di
dare concreta attuazione all'articolo 39 della Costituzione, una norma che contiene una delle idee
che Bruno Buozzi sostenne nelle trattative per il
Patto di Roma e la rinascita del sindacato unitario
e che non riusc a portare a termine perch i nazisti prima lo arrestarono e poi lo uccisero.
S, credo che il momento sia quello giusto. Si
parte dalla base per dare reale rappresentativit alle
Confederazioni. Dobbiamo tornare a parlare la
lingua delle persone che soffrono, che hanno problemi con l'affitto, con un salario inadeguato, con
204
saggio?
In realt non cambiata granch, le nostre caratteristiche hanno resistito nel tempo. Prima eravamo presenti soprattutto nelle grandi realt
industriali. Ora che le grandi realt si sono ristrette, ci muoviamo con maggiore disinvoltura
in quelle medie. Non che nelle piccole non
siamo presenti, ma per raggiungere quelle zone del
sistema produttivo c' bisogno di una grande capillarit. La Fiom e la Cgil sono un po' come le stazione di carabinieri, presenti anche nei paesini di
un migliaio di abitanti. Noi non siamo cos capillari anche se, al contrario di quanto ha fatto la
Cisl, siamo presenti nei luoghi di lavoro. E' venuto
il momento di uscire dalla logica della lamentazione perch non con questo approccio che riusciremo a imporre all'interlocutore governativo la
linea del confronto. L'unico terreno quello delle
proposte. Sono convinto che il riformismo sia questo, sia assunzione chiara di responsabilit nel momento in cui le situazioni e i tempi lo impongono.
Insomma, non si riformisti a corrente alternata,
205
guendo i ritmi di decisioni che vengono imposte sto esiste una responsabilit del mondo imprendida un mercato globalizzato. Non possiamo pensare toriale.
di trasformare i capannoni in una palestra in cui
si misura la forza muscolare delle varie sigle. Il sin- Perch?
dacato deve garantire i diritti e tutelare i lavoratori Molte imprese vengono da fuori, sono distaccasenza dimenticare che la funzione primaria della menti di grandi multinazionali con sede all'estero
fabbrica la produzione. La vera sfida riformista e che non sono interessate a fare evolvere il siriguarda il modo in
cui garantiamo occupazione stabile e protetta, un salario
decente, una condizione di vita, dentro e
fuori il luogo di lavoro, dignitosa. Ecco,
su tutto questo tra di
noi vi sono visioni diverse e chi oggi si proclama
riformista
rischia di ingessare il
sistema. Ma sia
chiaro: su tutto queElkann, Marchionne e un gruppo di lavoratori presentano a Renzi la Jeep prodotta a Melfi
206
stema. Hanno un solo obiettivo: ottenere il massimo dei profitti attraverso i benefici che sono stati
loro riconosciuti. Nel momento in cui insieme ai
benefici cessano anche i profitti, fanno le valigie e
vanno via. Esempi ne abbiamo diversi, a cominciare dall'Alcoa. La colonizzazione imprenditoriale
non ha certo agevolato la costruzione di regole democratiche di confronto. Poi ci sono gli imprenditori italiani, i pochi che hanno resistito e che non
hanno la forza per modernizzare il sistema delle relazioni industriali. Quando ho cominciato la mia
attivit, gli imprenditori contribuivano alla crescita
dei quadri sindacali. Oggi, per, nelle fabbriche
comandano i manager, gli amministratori delegati
e con il sindacato tratta il responsabile delle relazioni sindacali, con l'amministratore delegato che
nel frattempo fa le sue brave scelte senza ascoltare
nessuno. Ma come si pu avere un confronto con
uno come Marchionne che sta a New York? Col
tempo si affermato un modello alla Landini: tu
sbraiti e io decido.
207
208
tale deve essere trattato, soprattutto non deve essere soggetto a discriminazione. Con questa riforma, invece, alcuni lavoratori avranno
determinati diritti, altri lavoratori avranno diritti
diversi. Un messaggio veramente preoccupante.
Il professor Leonello
Tronti nell'analizzare la
capacit di resistenza delle
imprese ai colpi della
crisi, ha sottolineato come
hanno retto meglio quelle
che hanno adottato il modello alternativo dell'organizzazione internamente
flessibile; hanno retto peggio, al contrario, quelle
che hanno fatto ricorso al
vecchio strumento della
flessibilit in uscita per
contenere i costi di produ-
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con la firma del rinnovo contrattuale giunta dopo una vertenza dura e complessa. Una battaglia vittoriosa che diede
una spinta decisiva anche al varo dello Statuto dei Lavoratori e alla definizione di un complesso di norme che
garantirono diritti e garanzie sino a quel momento soltanto immaginate. Ma da quella vertenza usc irrobustita
la voglia di unit: a quei tavoli negoziali era praticamente nata la Flm prima ancora della fondazione ufficiale.
Sul tema le testimonianze e i ricordi abbondano, in particolare quelli di parte sindacale. Chi fu protagonista principale,
per, pu correre il rischio di offrire una ricostruzione sin troppo carica di retorica.
E cos diventa preziosa la testimonianza di chi non fu un protagonista diretto ma ci si trov dentro per curiosit,
per interesse professionale. Ugo Gregoretti uno degli autori pi creativi che la Tv (ma anche il cinema e il teatro)
italiana abbia conosciuto in una sessantina d'anni di vita. Nei furori dell'Autunno del '69 si ritrov proprio nella
veste di regista: gir prima un documentario (ora li chiamerebbero docu-film) sull'Apollon, cio su una delle
vertenze pi significative di quegli anni (fu in quella azienda tipografica in via di smantellamento per dare corso
a una speculazione edilizia, che il ministro del lavoro, Giacomo Brodolini, pronunci la famosa frase da una
sola parte, dalla parte dei lavoratori), quindi un film sulla vertenza dei metalmeccanici dal titolo inequivocabile,
Contratto. La testimonianza stata raccolta e filmata nel 2009, in occasione del quarantesimo anniversario
dell'Autunno Caldo. Ed stata testualmente riportata negli Annali dell'Archivio Audiovisivo del Movimento
Operaio e Democratico. Titolo: Ciak, si lotta Il cinema dell'Autunno caldo in Italia e nel mondo.
Edito da Ediesse, stampato nel 2011 e curato dal presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio,
Carlo Ghezzi che ringraziamo per averci consentito la riproposizione di questo testo.
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bile due martellate in pi. A quel punto, il capoofficina veniva chiamato dalla responsabile delle
human relations: lui pensava di aver fatto gli interessi del padrone, ma lei lo sgridava spiegandogli
che il padrone voleva invece unatmosfera positiva,
rasserenante. Un paio di anni dopo, ho realizzato
Omicron, un film di fantascienza, grottesco, che
pero fa riferimento alla vicenda reale di una vertenza molto dura che cera stata in Fiat tra il 1959
e il 1960, di cui Carocci aveva pubblicato, su
Nuovi Argomenti, una corposa testimonianza intitolata Inchiesta alla Fiat. In quella occasione, la
Fiat invent il sindacato giallo, usando il quale
aveva messo in atto una forma di persecuzione
verso i sindacalisti piu politicizzati. Poi, dopo la finzione de I nuovi angeli e di Omicron, ho incontrato la classe operaia vera. in quegli anni, pur
non essendo politicizzato (non ero iscritto a nessun partito), ero un lettore de il Mondo di Pan-
*Questa conversazione si e svolta nel luglio del 2009 a Roma, presso il casale della Cervelletta, ed stata filmata da Paolo Di
Nicola. Pubblicata su: Annali 12 Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico Ciak, si lotta! Il cinema dellAutunno caldo in Italia e nel mondo. Edizioni LiberEt Ediesse 2011
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posto di lavoro, il loro primo e pi urgente obiettivo, e invece tutti i gruppettari e gli ultra-sinistri, che andavano a fargli proposte di alleanze, a
loro giudizio piu rivoluzionarie, gli proponevano
astrazioni del tipo: uscite tutti sulla Tiburtina!
(la strada dove affacciava lApollon); occupatela!
interrompete il traffico. Gli operai cercavano di
spiegare che quello era
un reato, previsto dal codice penale, e avrebbe
comportato larresto di
tutti loro e quindi, praticamente, la restituzione
della fabbrica al padrone, una volta che
fosse stata spopolata di
occupanti. Invece il
gruppetto che, in qualche modo, io capeggiavo, aveva innanzitutto
lintenzione di proporre
un film che dovesse es-
214
nitore diceva: io, tuttal pi, so fa mi fijo sur vasetto e mi moglie che cucina, ma come faccio a
gira un film, io?. Follie di cui allora si era capaci.
Il sottoscritto, invece, da buon revisionista, obiettivamente colluso con il padronato, accett di
fare non solo quello che volevano i lavoratori, ma
anche di condurre la regia del film. Allora, non
cerano ancora le assemblee; lo strumento di governo operaio, nella fabbrica, era la commissione interna. Il leader della commissione interna
dellApollon, Rolando Morelli, che purtroppo
morto qualche anno fa, aveva un ascendente carismatico sugli operai. era lui che li aveva, piano
piano, politicizzati fino al punto di convincerli a
fare gli scioperi. Gli operai temevano questo tipo
di lotte. Venivano tutti dalle campagne del Lazio
meridionale, erano stati raccomandati dal prete,
etc., erano completamente privi di cultura, chiamiamola operaistica o sindacale. Morelli, Scucchia e altri li avevano, con il passare del tempo,
aiutati a prendere coscienza della loro condizione
e del paternalismo del padrone (quello s uno
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217
In Contratto ci sono dei passaggi in cui la maturita sindacale della lotta degli operai viene messa
a confronto con quella zona della politica italiana
che era costituita dai gruppi della sinistra extraparlamentare. Questo confronto, che spesso
anche uno scontro, allinterno delle assemblee,
non viene celato. Si poteva scegliere di non raccontarle, quelle discussioni, a volte dure, anche
se gli operai ne escono sempre vincenti. Tuttavia
vi sono anche constatazioni amare, come
quando, in unassemblea alla Sapienza, un operaio sconsolato commenta i discorsi degli studenti dicendo: vabb, non che hanno capito
proprio tutto. Hai avuto indicazioni di linea
politica o pressioni da parte dei sindacati committenti?
I sindacati ci informavano e magari ci ispiravano,
ma eravamo noi a scegliere dove e che cosa girare.
del resto, non che il campionario delle situazioni
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listi esterni nelle fabbriche. Tornando alla questione delle scelte, le facevamo sulla base dei motivi pi diversi, talvolta logistici, talvolta economici
(per esempio restare a Roma costava meno che andare a in giro per lItalia). Furono divertenti le riprese che fummo autorizzati a fare al ministero del
lavoro, dopo che il ministro Donat Cattin prese in
mano la vertenza e divent una specie di arbitro
tra padronato e metalmeccanici. Cerano riunioni
molto interessanti nel salone del ministero, con i
sindacalisti schierati da un lato e dallaltro gli imprenditori. Allora il presidente della Confindustria era larmatore Costa, un vecchiaccio
baffuto, che bofonchiava, accusava i sindacalisti di
non fare il sindacalismo autentico... loperatore
giro un suo lungo primo piano, nel quale si confidava con i vicini ma non si sentivano le parole perch era impossibile avvicinargli il microfono. Nel
film, ho utilizzato un doppiatore con la voce rauca
per fargli dire peste e corna dei sindacalisti. In
Contratto, c pure qualche forzatura di questo
tipo. Ad esempio, unaltra situazione che io rite219
nevo di sicuro effetto comico fu quando ci fu il famoso processo alla Fiat, che era stato organizzato
perch lazienda aveva licenziato trecento operai
molto attivi nella vertenza. Nel clima gi surriscaldato dellAutunno, questa vicenda gett benzina
sul fuoco. Agnelli decise di ritirare i licenziamenti
e lo and ad annunciare a Donat Cattin. Noi ci
precipitammo al ministero del lavoro e ri- prendemmo Agnelli che usciva dallo studio del ministro, stringendogli la mano, e poi percorreva un
corridoio e una scala gremita di fotografi, operatori, giornalisti. su queste immagini avevo messo
una sorta di voce mentale di Agnelli, il quale,
fendendo la muraglia dei reporter, con il sorriso
sulle labbra, come se uscisse dal teatro cinese di
Hollywood la sera degli Oscar, diceva: sar
luomo piu elegante del mondo, ma questa volta
me lhanno messo nel culo. Quando Trentin vide
la sequenza, simpunt e mi chiese di toglierla, perch di cattivo gusto. Disse: Possiamo dire che
Agnelli uno sporco padrone, ma non quella frase,
quella barzelletta volgaruccia. Fu lunica volta in
cui Trentin fece il censore, e io gli diedi ragione cavandomela con una battuta: Beh, la tolgo perche
la stima di Bruno Trentin val bene labolizione di
una messa (parafrasando quel re che disse: Parigi
val bene una messa). Quello fu lunico momento
di disaccordo, che poi dur cinque minuti. Per il
resto Trentin amava molto il film. Lo riteneva importante, perch non era la pura e semplice documentazione di una vertenza sindacale, ma il tentativo di rappresentare un processo completo, che
contribuiva alla matu- razione politica dei suoi attori. Metteva in circolazione tanti spunti, tanti
aspetti di una lotta che
aveva una grande intelligenza politica.
Uno degli elementi della
battaglia degli operai
anche una particolare attenzione al tema dellinformazione. Contratto
nasce anche per rispon-
220
consistente parte di Contratto dedicata alla condotta dei mezzi di comunicazione, ma il film non
poteva essere un strumento dintervento sugli accadimenti, poich fu pronto quando la vertenza era
gi conclusa, con la vittoria del sindacato. Contratto la documentazione di un grande processo.
mentre lApollon incideva direttamente sui fatti,
aiutando gli operai durante loccupazione della fabbrica, e anche dopo la sua conclusione, Contratto
non poteva svolgere questa funzione, essendo appunto la documentazione, tuttora vibrante, di un
fatto senza precedenti e senza seguenti, e lintuizione di Trentin, che ne era lo stratega, fu che valeva la pena conservare una testimonianza viva di
quanto fosse accaduto.
Anche la Rai, pressata dalle mobilitazioni, mise
in campo un troupe, con cui entrasti in contatto,
scambiando del materiale girato, che poi hai utilizzato nel film. Come lo hai ottenuto?
In Contratto abbiamo utilizzato del materiale Rai
molto bello, molto pi bello del nostro, perch la
221
Rai aveva una troupe vera, di almeno quindici persone. pero cerano dei luoghi che erano off limits
per loro o per noi. per esempio, loro alla Fiat entravano, uscivano, avevano carta bianca. Noi guai,
fuori dai cancelli! Viceversa, situazioni di forte
connotazione operaia erano di accesso semplicissimo per noi, che eravamo i cineasti della compagnia dei sindacati, mentre gli operai non volevano
la rai nella fabbrica. Allora abbiamo fatto degli
scambi, senza che lo sapesse nessuno, con Sergio
Pecorini, che era il giornalista, e Wladimir Tchertkoff, che era il regista. Noi, per esempio, eravamo
riusciti a girare la riunione di un consiglio di amministrazione di una fabbrica di propriet di Glisenti, ed anche quello di una piccola fabbrica
bresciana, con signori anziani (uno raffreddato,
che si soffiava il naso... sul quale ho poi messo dei
rumori sguaiati). Era venuto un pezzo divertente e
unico. Comico, perch sotto cerano gli operai che
facevano lassemblea e sopra cerano i padroni, che
facevano il consiglio. Noi demmo questa sequenza
in cambio di una girata alla Fiat. Materiale splen-
Si vedono molti cortei nel film, ripresi con un taglio ricorrente: gli operai sono spesso inquadrati
dal basso, stando in mezzo al corteo, con i manifestanti che vengono verso la macchina da
presa.... Era una scelta voluta?
Non che ci ponessimo problemi di linguaggio. Il
problema era di non farci scappare le cose di
mano. Entravamo nei cortei, cos come si entra in
acqua, quando si va a fare un bagno di mare, perch sapevamo che ci avrebbero sempre accolto benissimo. Eravamo riconoscibili, ave- vamo fasce,
patacche del sindacato. Sapevano tutti, tutti venivano messi sullavviso: C una troupe che lavora
per noi, facilitatela!. Quindi anche nelle assemblee cera un atteggiamento di collaborazione
molto viva. Forse proprio perche noi stavamo dentro ai cortei, ne veniva fuori anche una visuale particolare, che pero era molto affidata al caso.
Lunica cosa che abbiamo pianificato e stata lidea
di girare a colori la grande manifestazione dei metalmeccanici a Roma e di utilizzarla come prefinale, sebbene si fosse tenuta ben prima che la ver-
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tenza si chiudesse, perch era diventata la manifestazione simbolo. Andremo a Roma era unaffermazione ricorrente nei comizi che precedettero la
manifestazione romana.
Si avverte che il commento fatto sulle immagini, guardando il materiale. Lhai costruito insieme a Trentin?
No, ho fatto tutto io, da solo, basandomi su tante
informazioni, comunicati e molto materiale. Sono,
infatti, spesso citati i comunicati dei sindacalisti.
Pensa che lho scritto mentre mio padre era in fin
di vita, in una clinica a Roma. Io dovevo stendere
questo lungo testo (il film dura pi di unora),
per non volevo lasciarlo solo. Allora lo scrissi nel
bagno della sua camera, tenendo la porta aperta,
interrompendo, ad un certo punto, per correre a
prendere unampolla di sangue per una trasfusione... cos, intrecciando la mia presenza al capezzale di mio padre con il resto. Ed una cosa che
ricordo, non possibile dimenticarla. praticamente, lui mor quando io scrissi fine.
223
sulenti, che ci aiutavano a scegliere gli eventi da seguire, talvolta ci accompagnavano sui luoghi, specie a Roma, per farci avere via libera. Erano due
perch nella Fiom cera la componente comunista
e quella socialista: nel mio caso il comunista era
Roberto Tonini, che poi ha continuato la carriera
politica, diventando Assessore alla cultura per il
comune di Venezia; il socialista era Ottaviano Del
Turco, che ha avuto una carriera politica pi folgorante.
Contratto si chiude con la speranza di rappresentare il primo di una serie di film che i sindacati
avrebbero realizzato unitariamente...
Certo! Lunit sindacale uno dei temi sui quali
il film pone laccento piu frequentemente. Speriamo che il prossimo film sia quello del sindacato
unico, questo era lauspicio finale. Esso entusiasmava gli operai, mentre, invece, suscitava sorrisetti sardonici a livello di dirigenze sindacali.
infatti... quanti anni sono passati?
224
Piu di quarantanni.
Quarantanni... e stanno ancora a litigare.
Quale diffusione ha avuto Contratto e come
stato utilizzato dai sindacati?
In rrealt ebbe poca diffusione e poco impegno
sindacale nel farlo conoscere. Mancavano le strutture, mancava anche un abito mentale. Apollon
era circolato allinterno di un circuito alternativo,
costruito grazie allimpegno del gruppo dei cine-
giornali liberi, che era entrato in contatto con fabbriche, case del popolo, sezioni di partito, persino
scuole... i sindacati non avevano nulla di tutto questo, n vi mettevano passione (tolto Trentin). Accolsero benissimo il film, superate le paranoie
iniziali, per non avevano in mente una strategia
di diffusione o la costruzione di un circuito alternativo del cinema.
Tra gli ingredienti del successo di Apollon ci
sono il suo carattere narrativo
e il suo essere strumento di sostegno alla lotta, quando questa
ancora in corso;
Contratto invece un documentario di una certa complessit
analitica,
ma
soprattutto una testimonianza, arriva dopo la lotta,
quindi, in un qualche modo,
quasi inutile per la lotta.
E un documento. E inutile in
225
una visione di circuito alternativo (tanto per capirci), ma e utile come affresco di un evento. E
stato proiettato, qualche giorno fa, alla Casa del
Cinema, ed un film che ti prende. Ti prende per
altre corde rispetto a quelle dellApollon. Se vogliamo, le corde pi tradizionali di uno spettatore.
Lo sbarco delluomo sulla luna fu uno dei grandi avvenimenti del 1969
226
a vertenza Fiat del 1980, quella dei trentacinque giorni e della marcia dei quarantamila, rappresenta uno spartiacque
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statalizzazione della Fiat. Di diverso parere Sabattini per il quale le cose stavano in maniera molto pi
semplice: Benvenuto aveva lanciato quella sorta di ultimatum perch c'era una bozza d'accordo in via di
perfezionamento. L'ex segretario della Uil ha in diverse occasioni sottolineato che in effetti quella sortita
era motivata dalla certezza che ormai la vertenza era in dirittura di arrivo. E nell'intervista che pubblichiamo
in conclusione di questo libro, Benvenuto conferma quella versione e provvede a ricostruire ancora una volta
quei giorni finali e drammatici.
228
PIO GALLI*
Pio Galli
229
lora questo piano di risanamento fosse stato ostacolato, sarebbero state tratte le dovute conclusioni,
lasciando intendere anche l'eventualit di un proprio ritiro dal settore dell'auto.
Ma la vostra risposta ai sondaggi sull'irizzazione
qual era stata?
Tutti noi dirigenti della Flm abbiamo sempre risposto negativamente. Non avevamo alcun motivo
per appoggiare un progetto del genere. A chi ci interpellava al riguardo, noi della Flm rispondevamo
che, invece, giudicavamo necessaria una politica di
sviluppo e programmazione del settore auto, e che
doveva finire, piuttosto, il finanziamento assistenziale sino ad allora praticato nei confronti della
Fiat. Una politica, questa, che non aveva evitato la
crisi dell'azienda.
In sostanza qualcuno voleva nazionalizzare la Fiat
e voi della Flm non facevate parte del gruppo. Ma
perch il segretario della Uil, Giorgio Benvenuto,
lanciava dalla quinta porta di Mirafiori quella mi-
naccia?
Posso fare un'ipotesi e trarre una conclusione.
Benvenuto aveva premesso al suo ultimatum una
scadenza: entro cinque giorni la Fiat avrebbe dovuto mollare. Altrimenti sarebbe stato aperto un
altro tavolo di confronto con la Fiat, riguardante
la propriet dell'azienda. Ripeto: un'ipotesi; la
conclusione su un dato certo un'altra. Quella minaccia aveva acceso speranze illusorie di spostare
il conflitto con l'azienda dal terreno sociale a
quello politico, non so con l'appoggio di chi, non
certo della Federazione metalmeccanici, della
Fiom o della Cgil. Comunque, quello slogan trov
consensi fra le frange esterne che puntavano non
all'accordo ma all'esasperazione dello scontro: una
manna per chi, sulla pelle dei lavoratori, credeva
di giocare alla rivoluzione. E' superfluo aggiungere
che quelle parole non facevano avvicinare i tempi
di una intesa, anzi potevano aprire un altro fronte.
Devo ricordare, anche come militante dell'allora
Pci, quello che Chiaromonte, responsabile nazionale del dipartimento economico e sociale di Bot-
230
CLAUDIO SABATTINI*
erch c'era scarsa coscienza nelle confederazioni sulla partita che si stava giocando (alla
Fiat, n.d.c.)?
No, non parlerei di scarsa coscienza, ma di una
cosa diversa. Anche quelli tra noi pi legati direttamente ai lavoratori e alle strutture interne come
la Quinta Lega, pur capendo qual era il vero obiettivo della Fiat, non avevano la consapevolezza dei
grandi fermenti mondiali, non comprendevamo
che ci che veniva dagli Usa era
qualcosa che stava per modificare
profondamente le relazioni sociali in tutto il mondo occidentale. Se avessimo avuto questa
coscienza, se quella americana
fosse stata considerata una tendenza del padronato occidentale,
forse sarebbe stato pi semplice
affrontare la discussione dentro il
sindacato, tradurla cio in termini strategici, perch le due po-
Claudio Sabattini
232
messo che era stata gi elaborata dal ministro Foschi. La caduta del governo diede modo alla Fiat
di fare la carambola, di passare dai licenziamenti
alle liste di cassintegrati. Ma la situazione rimaneva
ancora aperta e lo testimonia la frase di Benvenuto
al comizio del 10 ottobre - o la Fiat molla o molla
la Fiat - che non era una boutade ma derivava
dalla certezza di un nuovo compromesso, un
nuovo pre-accordo raggiunto a Roma all'hotel Boston certo pi pesante per noi rispetto a quello
proposto inizialmente da Foschi, ma ancora tollerabile rispetto alla mobilit, perch prevedeva la
rotazione. Questo Benvenuto lo ha recentemente
ricordato pubblicamente di fronte a uno dei protagonisti di quella vicenda, Cesare Annibaldi che
ridimensiona le certezze successivamente descritte
da Romiti nel suo libro-intervista a Pansa, alludendo al fatto che la stessa dirigenza Fiat aveva parecchie incertezze sulla conclusione del confronto
sino alle ultime ore. Se la marcia dei 40.000 e il
suo utilizzo non avessero interrotto il processo concordato all'hotel Boston ci sarebbe stata la rota-
233
zione e pur con molte difficolt noi avremmo potuto gestire la situazione. E la storia sarebbe stata
diversa. Ma la mattina del 14 ottobre la situazione
era ancora aperta. La variante che rimaneva in
campo era quella conosciuta solo dalla Fiat, la manifestazione dei capi che corso Marconi da tempo
stava organizzando. Quando l'assemblea dei capi
si trasform in una manifestazione, la Fiat gioc
l'ultima carta, quella decisiva dicendo per bocca di
Romiti che tutto ci che era stato concordato fino
234
l titolo semplicissimo e significativo: I metalmeccanici. Fa parte di una splendida autobiografia che Einaudi
port in libreria nel 2007. Autore: Pietro Ingrao, uno dei
pi grandi e originali interpreti della scena politica del secondo Novecento italiano.
Volevo la Luna un ampio affresco di memorie e dentro questo affresco, una
decina di pagine dedicate a una vicenda collettiva raccontata con la passione di un
militante, la lucidit di un leader (dirigente del Pci) e la partecipazione
emotiva di una persona che assisteva alla riemersione orgogliosa di un mondo
del lavoro che reclamava un ruolo da protagonista nella trasformazione del Paese.
Una breve e illuminante sintesi di quel che rappresent l'Autunno Caldo e di
quel che furono i metalmeccanici e la Flm. La rilettura di alcuni stralci pu tornare
utile ai fini di una pi solida comprensione di quei tempi e di quegli avvenimenti.
235
236
aveva sospeso trentacinquemila lavoratori, lasciandoli a casa senza stipendio. Ma al sopruso rispose
subito lo sciopero dei lavoratori torinesi... Fu la
scintilla che fece partire una trama di lotte articolate che condussero a esiti forti...
Il 28 novembre fu il giorno cruciale della manifestazione a Roma. Ricordo le ansie e le gioie di
quella giornata. Tutto era incerto: il livello della
partecipazione, le mosse della polizia, la risposta
della citt. Si parl di una crisi di governo e dell'arrivo di falangi fasciste dal Mezzogiorno. Il
grande corteo mosse da piazza Esedra, rituale
punto di partenza delle manifestazioni capitoline.
E scese per via Cavour... Sfilai anche io. Mi inserii
timidamente in quel fiume umano e fui accolto da
abbracci, strette di mano, pacche sulle spalle: c'era
aria di vittoria e in ogni caso una grande fierezza,
da protagonisti che sentivano di incidere in una
straordinaria vicenda di popolo...
Nasceva un nuovo nesso tra lotta e trattativa. In
quell' autunno caldo i sindacati dei metalmeccanici divenivano punto di riferimento nella vicenda
politica del Paese, i consigli di fabbrica diventavano oggetto politico riconosciuto. A me parve che
mai in Italia con tanta urgenza fosse stata posta
sulla scena (in maniera cos immediata e pratica)
la questione dell'alienazione del lavoro...
Quanto ai cortei dei metalmeccanici, erano pi
secchi, pi imperiosi di quelli di partito che io
avevo praticato nella mia militanza. I cortei del
partito comunista sembravano pi lenti: di grande
orgoglio, ma come pi prudenti, con la continua
preoccupazione di farsi capire; i comizi erano tutti
segnati da un lungo ragionamento, sempre assolutamente pedagogici, e ricorrevano perci anche all'ironia, alla battuta, all'arte oratoria. Quei capi
sindacali, invece, li ascoltavo sempre con una certa
sorpresa: tutti affidati all'invettiva, alla catena di
parole d'ordine, all'elenco delle rivendicazioni:
come a figgerle in mente. In fondo comizi molto
spogli, e abbastanza uguali. Pareva che nessuno
avesse tempo da perdere.
Eppure l'emozione pi forte forse non fu in
quella pulsante manifestazione di strada: avvenne
238
o i comunisti torinesi, Pugno e Garavini, prima attori della lunga resistenza e poi della difficile riscossa alla Fiat...
Il consiliarismo scavalcava il confine dei partiti e
anche dei sindacati: e chiamava alle decisioni tutti
i lavoratori della fabbrica. Era una strada di aspra
innovazione che mutava potentemente non solo
nello specifico sindacale, ma nelle forme della politica.
Il consiliarismo diceva che
il potere stava nell'essere
parte di una comunit lavorativa. Cambiava la titolarit e il modo dell'esercizio.
Il lavoratore coinvolto nella
lotta, nella sorte e nell'esito
del conflitto, si vedeva riconosciuto per ci stesso un
potere di decisione sull'esito
della prova...
Naturalmente le resistenze
a quell'assemblearismo fu-
239
240
Prima di Venezia l'organizzazione dei metalmeccanici della Uil era caratterizzata da una certa modestia di ambizioni. Eravamo presenti nelle grandi
fabbriche, avevamo un notevolissimo seguito alla
Fiat e ci bastava gestire questo consenso.
Non guardavate oltre la siepe per verificare se ci
fosse solo buio o, al contrario, nuova e splendente luce.
Esattamente. L'organizzazione era incardinata
sulle tre storiche componenti della Uil con Bruno
Corti, il segretario generale, socialdemocratico,
Tullio Repetto, il leader dei repubblicani, Giuseppe Della Motta. Antonio Guttadauro ed io.
Eravamo impegnati nella Uilm ma avevamo altri
incarichi perch le incompatibilit non erano state
ancora stabilite. Corti era, contemporaneamente,
Giuseppe Della Motta era il capo dell'ufficio sindacale, cio della struttura che seguiva le vertenze,
completavano la segreteria Antonio Guttadauro
che seguiva le piccole imprese e Tullio Repetto che
dirigeva lufficio sindacale della Uil. Corti godeva
di grande autorevolezza ma
era dotato di scarsa sensibilit nei confronti del processo unitario, preferiva la
tranquillit dei vecchi confini e non riteneva che l'apertura ad altri ambienti potesse
aggiungere ricchezza all'organizzazione dal punto di vista
tanto
dell'elaborazione
quanto della stessa raccolta
di consensi. Per, la realt
andava comunque avanti.
Nella Fiom erano arrivati
Bruno Trentin e Piero Boni
e Piero nel congresso del '64
insieme a Enzo Bartocci
Ruggero Ravenna e Giorgio Benvenuto alla II Conferenza dei metalmeccanici nel 1971
242
243
Perch?
Perch temevamo che la crescita della Fiom potesse mutare gli equilibri all'interno della fabbrica.
Per sfuggiva un dettaglio: in quel momento
l'unit di azione era voluta anche dagli imprendi-
244
dimostrare che anche noi avevamo momenti di elaborazione intellettuale. Me ne occupai io e lo trasformai in uno strumento di lavoro: lo mandavo
ai nostri 40 mila iscritti perch fossero informati
sulle nostre scelte e le nostre
iniziative. Lo cambiai pure.
Era l'epoca dei rotocalchi e
graficamente lo feci diventare
simile a prodotti editoriali
che in edicola mietevano successi. Firmavo anche gli articoli di Corti e spesso mi
capitava che qualcuno mi dicesse che il segretario nella
versione scritta era molto pi
unitario che nella versione
orale. Ovviamente non dicevo che i pezzi li scrivevo io.
Non si mai accorto di
nulla?
No, non li leggeva nem-
meno.
Mattina sostiene che Corti ti sottovalut...
No, non credo che le cose siano andate cos.
245
E come andarono?
Negli anni Cinquanta e Sessanta non esisteva la delega
per le ritenute agli iscritti, le
strutture periferiche per sopravvivere avevano bisogno
degli aiuti che arrivavano
dall'organizzazione centrale.
Corti in realt sottovalut
l'autonomia che venne conquistata a livello locale. Continu a pensare che la
sopravvivenza di tutti dipendesse da lui mentre in realt
l'autonomia consentiva a un
maggior numero di persone
di occuparsi del sindacato.
Non si rese conto che la delega, i permessi sindacali mettevano la base della Uilm nelle condizioni
di poter e di voler lavorare. Soprattutto non si rese
conto che con queste persone bisognava dialogare,
Giorgio Benvenuto con Maria Angela Panno la sua storica e stoica segretaria
246
247
Quale?
Era troppo forte in Confederazione e troppo debole nella categoria. Ma soprattutto non colse lo
spirito dei tempi. Non cap, ad esempio, la contestazione studentesca e le conseguenze che avrebbe
avuto nella realt operaia. Il suo era un mondo
tranquillo.
Prima hai parlato di accordi separati e la mente
corre a Piazza Statuto. Mattina, che stato il mio
Caronte nell'attraversamento di questa vicenda
sindacale, sostiene che tu afferrasti al volo che l
era accaduto qualcosa di nuovo. Oggettivamente
non fu una vicenda semplice e lo stesso Foa che
abbracci la tesi dei teppisti ma non colse la nascita dell'operaio-massa, quarant'anni dopo ha
fatto ammenda per un comunicato che elabor
a nome della Cgil in quei giorni turbolenti. Tu
come vivesti quella storia?
Nel '62 non ero ancora entrato nella categoria.
Difendevamo l'organizzazione e polemizzavamo
con Saragat che sulla questione aveva idee diverse.
248
Poi arrivai alla Uilm, cominciai a lavorare, a rendermi conto della realt e
capii. La Camera Sindacale Provinciale della Uil
di Torino, nel '61, aveva
pubblicato la mia tesi di
laurea (Natura e funzioni
delle commissioni interne). Rimasi impressionato
dalla
camera
sindacale: estremamente
forte, ma organizzata in
maniera militare, rapporti
estremamente formali, ci
si dava del lei e non si poteva usare la parola compagno. Loro rimasero
colpiti dalla mia tesi ma la
mia impressione fu quella
di una organizzazione
troppo burocratica, effi-
249
250
si invent la scusa dell'auto rotta per non sottoporsi a quello che in quel momento era per lui un
piccolo supplizio. Degni non si era mai ritrovato
davanti a grandi folle, a Pontedera, invece, in
piazza c'erano quarantamila persone, se la cav benissimo. Alla grande. Ricordo ancora il mio primo
comizio, a Manduria, zona prevalentemente agricola. Poi, per, andai a Vicenza e a Firenze.
Quando arrivai alla Uilm, concordai che in ogni
comizio ci fosse un nostro oratore. Per Fiom e Fim
ero ancora uno sconosciuto. Ricordo quando
venne organizzata a Torino nel 1969 la prima manifestazione unitaria, a Piazza San Carlo; un mare
di gente. Il primo intervento tocc a Macario, segretario della Fim. Trentin chiudeva. Io ero il secondo: ho sempre preferito essere inserito in
scaletta in quella posizione perch quando prende
la parola il primo oratore, la piazza non ancora
piena; quando interviene il terzo, molti cominciano ad andare a casa. Nino Pagani era preoccupato. Mi si avvicin e mi chiese se me la sentivo,
mi sollecit a non fare un intervento monocorde.
252
conoscimento della Uilm. E mentre Vanni proclamava ai quattro venti che eravamo fuori dall'organizzazione, l'internazionale metalmeccanica si
schierava dalla nostra parte e la stessa scelta facevano l'organismo europeo e il potente sindacato
dell'automobile statunitense. Mentre infuriava la
polemica, Umberto Agnelli si invent una riunione per discutere le strategie della Fiat nel settore del trasporto pesante convocando Trentin,
Carniti e me. Lo fece, evidentemente, per far sapere che la Fiat non condivideva iniziative nel
segno della rottura, che i tempi di Valletta che, al
contrario, incentivava simili operazioni, erano finiti, che gli accordi separati rappresentavano
ormai il ricordo di un'altra epoca.
Il vostro fu uno straordinario rinnovamento generazionale: al vertice dell'organizzazione arrivarono dirigenti trentenni.
Viglianesi stato un leader geniale perch riuscito a dare forza rappresentativa a una organizzazione dalle dimensioni modeste: la Uil a
253
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255
pire questo vuoto, dare sostanza alla liquidit, stimolare un processo contrario a quello che stato
realizzato negli ultimi trent'anni. Per ci vuole
l'unit, bisogna mettersi in discussione e sollecitare
il confronto anche aspro. Quando negli organismi
si vota cos spesso all'unanimit, allora vuol dire
che sta prevalendo la logica della nomenclatura,
che si sta passando dalla democrazia della diversit
al conformismo della
democrazia
autoritaria.
La
storia
oggi puoi
farla pi e
meglio di
ieri ma il
sindacato
deve ritrovare il senso
della
sua
presenza in
Benvenuto parla con Sergio Turone, storico del sindacato, e Aldo Forbice
256
257
258
montare altoparlanti per seguire in diretta la trattativa. Un messaggio subdolo con il quale si dava
del sindacato l'immagine di una organizzazione votata agli accordi-pateracchio. Poi contro le richieste
dei lavoratori facemmo lo sciopero generale non
di una giornata intera ma di quattro ore: Carniti
mi raccont che lo avevano contestato al comizio
mettendogli sotto il naso otto dita aperte. Capii in
quel momento che avremmo perso. I lavoratori,
poi, non ce la facevano pi, erano stanchi, economicamente in difficolt, per reggere i picchetti facevamo venire gente dalla Lombardia e dall'Emilia.
Tutti noi volevamo l'accordo, forse il pi titubante
era proprio Carniti, ma Lama e Trentin non avevano dubbi. Quando andai a Torino per quel famoso comizio la situazione era al limite. Per in
tasca avevo un'intesa che dovevamo perfezionare.
Dovevo tirare su il morale delle persone, galvanizzarle perch ormai era questione di qualche ora,
di qualche giorno. Mi guardavo attorno e capivo
che non reggevamo pi. Le cosiddette avanguardie
a Mirafiori avevano utilizzato come immagini invece della Madonna di Czestochowa come a Dan-
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dovuto chiuderlo prima, quell'accordo ma preferimmo prendere di tempo, non farlo a notte fonda
per evitare che si potesse dire che avevamo trovato
un'intesa in maniera carbonara. Poi la mattina
dopo si svolse la marcia dei quarantamila con Cesare Annibaldi che faceva la spola tra la sala romana in cui si teneva la riunione e il telefono pi
vicino e man mano che i partecipanti alla manifestazione aumentavano di numero, l'ipotesi di chiu-
dere quell'accordo che avevamo sfiorato si dissolveva nella nebbia dei nostri foschi presagi. Quella
di un mio riferimento alla irizzazione della Fiat
una tesi di Pio, totalmente infondata. Se ne parlava, questo vero. Ma soprattutto al tavolo frequentato dai vertici della Flm, quello al ministero
del lavoro. Noi che eravamo impegnati al tavolo
dell'hotel Boston avevamo una strategia diversa.
260
Biografie
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I Politici
Giulio Andreotti
Leader storico e piuttosto controverso della Prima
Repubblica e della Dc. Negli anni presi in esame,
rivest la carica di ministro dell'industria (dal 23
febbraio 1966 al 12 dicembre 1968) ma fu soprattutto il presidente del consiglio della svolta a destra (il governo Andreotti-Malagodi del '72) che
accompagn l'ultima fase del dibattito sull'unit
organica (poi, per, dal '76 al '79 guid anche i governi della solidariet nazionale e della svolta a sinistra). E' nato (il 14 gennaio del 1919) e si
spento (il 6 maggio 2013) a Roma.
Enrico Berlinguer
Segretario del Pci dal 1972, passato alla storia per
la proposta che ha ispirato la sua politica per quasi
tutti gli anni Settanta, cio il compromesso storico,
lanciata con tre articoli sul settimanale ideologico
Rinascita. Una politica che ferm il processo
unitario peraltro visto da Berlinguer con una certa
diffidenza soprattutto per quella pariteticit nume-
263
ch, a parte lo Statuto, a lui si devono anche il superamento delle gabbie salariali e la prima vera ristrutturazione del sistema previdenziale. Nato il 19
luglio del 1920 a Recanati, morto a Zurigo, dove
si era trasferito nell'ultima fase della sua malattia,
l'11 luglio del 1969.
Francesco Cossiga
Nella storia dei metalmeccanici lui rientra nel momento in cui comincia la crisi dell'unit, cio la
vertenza Fiat e la marcia dei Quarantamila. Guidava lui il governo (peraltro molto debole) che non
riusc a risolvere la contrapposizione tra azienda e
sindacati con una proposta di mediazione. Peraltro, proprio mentre lo scontro torinese entrava
nella fase pi velenosa e delicata, il suo esecutivo
esalava gli ultimi respiri. Nel 1985, poi, divenne
presidente della Repubblica. Nato il 26 luglio del
1928 a Sassari, scomparso il 17 agosto 2010 a
Roma.
Carlo Donat Cattin
Da ministro del lavoro, port a conclusione l'iter
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Lombardi), vissuta come una minaccia. La sua elezione fu voluta da Aldo Moro che consegnando il
Colle ai conservatori pensava di placare i malpancisti del suo partito contrari all'aggregazione dei socialisti al governo. Segni lasci il Quirinale per
motivi di salute, probabilmente provato nel fisico
anche dalle polemiche. Nato a Sassari il 2 febbraio
del 1891, si spense a Roma il 1 dicembre 1972.
I sindacalisti
Felice Amadei
Ebbe un ruolo decisivo nel congresso di Venezia
fu, infatti, uno dei sostenitori dell'ascesa alla segreteria di Giorgio Benvenuto. Leader dei metalmeccanici di Terni, repubblicano. Quando, poi,
Vanni, con l'appoggio dei socialdemocratici, mise
Benvenuto e i socialisti fuori dall'organizzazione
per eresia unitaria, lui seguendo l'indicazione del
leader di riferimento, cio Vanni, prov insieme a
Gildo Muci a costituire una organizzazione metalmeccanica alternativa che prese il nome di Uilmd
Luigi Angeletti
E' diventato segretario nazionale Uilm nell'anno
forse pi complicato per i metalmeccanici, il 1980,
quello della vertenza Fiat condizionato nel suo epilogo dalla Marcia dei Quarantamila. E del settore
auto si assiduamente occupato nella lunga stagione trascorsa in quella federazione di cui assunse
la guida nel 1992. Nel 2000, poi, diventato segretario generale della Uil.
Carmelo Barbagallo
E' diventato segretario della Uil il 21 novembre del
2014 dopo una vita di lavoro (ha cominciato a otto
anni facendo svariati mestieri prima di approdare
alla Fiat di Termini Imerese, la sua citt natale, con
la qualifica di operaio specializzato) e una lunghissima militanza all'interno dell'organizzazione. La
sua esperienza sindacale cominciata proprio
nella Uilm, prima delegato di reparto poi leader
dei metalmeccanici palermitani.
Enzo Bartocci
Fiigura centrale nella vicenda sindacale e politica
267
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269
cingeva a varare. E' stato il simbolo di quel rinnovamento generazionale che ha portato la Cisl a rompere lo schema del collateralismo democristiano,
almeno per un tratto della sua storia, a cavallo tra i
Sessanta e i Settanta. Le logiche unitarie, Carniti ha
cominciato a inseguirle agli inizi degli anni Sessanta
giocando di sponda con Bruno Trentin e la Fiom.
Uno snodo storico , ad esempio, la manifestazione
al Vigorelli di Milano nel 1962 quando insieme a
Trentin avrebbe dovuto prendere la parola anche il
segretario della Fim di allora, Volont che, al contrario, prefer non intervenire cedendo alle pressioni della segreteria Confederale e alla sua
vocazione scarsamente unitaria: il suo posto venne
preso proprio da Carniti. Segretario dei metalmeccanici della Cisl dopo l'uscita di scena di Macario
nel '71, davanti alle trame scissioniste e anti-unitarie
sempre pi preoccupanti prefer trasferirsi in Confederazione diventando segretario generale nel
1979, quando subentr a Macario eletto al Senato.
Ha mantenuto l'incarico sino al 1985. E' nato a Castelleone il 25 settembre del 1936.
Arturo Chiari
E' stato il primo segretario dei metalmeccanici
della Uil. Socialista, dopo la rottura della Cgil nata
dal Patto di Roma, decise di uscire dall'organizzazione e di partecipare, il 5 marzo del 1950, alla fondazione dell'Unione Italiana del Lavoro.
All'interno della nuova struttura mise a frutto le
esperienze accumulate all'interno della Fiom e si
dedic alla costruzione della Uilm divenendone il
segretario e venendo confermato nella carica nel
primo congresso che si svolse a Milano il 28 novembre del 1953. E' rimasto al vertice dell'organizzazione sino alla scomparsa avvenuta a Firenze il
17 aprile del 1959.
Bruno Corti
Alla morte di Arturo Chiari, tocc a lui prendere
le redini della Uilm. Socialdemocratico, rest al
vertice dei metalmeccanici sino al congresso di Venezia, nel 1969, cio sino alla vigilia dell'Autunno
Caldo quando una nuova generazione di sindacalisti, guidata da Giorgio Benvenuto, diede una
svolta ideologica e generazionale all'organizzazione.
270
271
prodotta dalla scissione della Uilmd, divenne subito dopo il congresso di Milano del 1972 segretario nazionale della Uilm, carica che mantenne sino
al 1979 per poi diventare segretario confederale
della Uil. Nato a Lucca il 15 aprile del 1929, repubblicano, ha partecipato alla Fondazione della
Uil e dal 1954 al 1960 stato segretario nazionale
dei cavatori-minatori.
Giuseppe Della Motta
All'interno della Uilm era apprezzato per le sue
qualit di contrattualista. Genovese, si era formato
sindacalmente nella Fiom che abbandon nel
1957, dopo i fatti di Ungheria e quando il clima all'interno dell'organizzazione si era fatto pesante per
i militanti del Psi. Entrato nella Uilm, diventato
segretario nazionale. Legato a Corti (avevano lavorato insieme alla Fiom), in occasione del congresso
di Venezia si schier con Benvenuto ritenendo necessario un rinnovamento dell'azione del sindacato.
Giuseppe Di Vittorio
Figura storica e carismatica del sindacalismo ita-
Ferruccio Ferrari
Ebbe un ruolo determinante nel congresso di Venezia, sostenendo la candidatura alla segreteria
della Uilm di Benvenuto. Valdese, aveva partecipato come partigiano alla guerra di liberazione. Socialista, vicino a Riccardo Lombardi, era stato
segretario dei metalmeccanici di Torino e ha ricoperto poi la carica di segretario regionale della Uil.
Corrado Ferro
Una tra le figure pi caratterizzanti del sindacalismo torinese e piemontese. Cattolico in un sindacato profondamente laico, convintamente unitario
come dimostra il fatto di aver partecipato con Cesare Delpiano della Cisl e Gianni Alasia e Tino
pace della Cgil, alla nascita della Fondazione Vera
Nocentini che aveva come obiettivo quello di garantire una memoria storica al sindacalismo torinese. Era accanto a Benvenuto in qualit di
segretario provinciale della Uilm nel processo di
rinnovamento avviato al congresso di Venezia del
1969. Segretario regionale della Uil soffr per la
rottura dell'unit sindacale che in larga misura si
272
motivazioni venendo, peraltro, additato come ispiratore di quei tumulti soprattutto da Pietro Nenni.
Molti anni pi tardi Foa far autocritica ammettendo onestamente che si era lasciato schiacciare
sulla posizione comunista.
Walter Galbusera
Segretario generale della Uil Lombarda, da segretario confederale della Uil ha seguito la genesi
della legge per la regolamentazione del diritto di
sciopero nei pubblici servizi. Laureato alla Bocconi, era molto vicino a Ezio Tarantelli. Era a Venezia e fu uno dei giovani dirigenti che sostennero
la rivoluzione generazionale che provoc una profonda trasformazione della Uilm. Ha guidato a
lungo la Uil Lombarda.
Pio Galli
Ha ricoperto per otto anni la carica di segretario
generale della Fiom-Cgil, esattamente dal 1977 al
1985. Figlio di un operaio siderurgico antifascista
che non gli fece mai indossare la divisa da Balilla,
cominci a lavorare giovanissimo, alla fine della
273
quinta elementare. Partecip alla guerra di liberazione con la 55 brigata Fratelli Rosselli. Segretario
della Fiom di Brescia nel 1962, due anni dopo su
proposta di Bruno Trentin entr nella segreteria
per occuparsi dell'organizzazione. Da segretario
della Fiom Cgil visse i giorni caldi della vertenza
Fiat. E' scomparso il 1 febbraio del 2011.
Antonio Guttadauro
Dell'esperienza che dal rinnovamento della Uilm
port all'unit delle organizzazioni sindacali dei
metalmeccanici, fu uno dei protagonisti. Membro
della commissione interna della Fiat Avio, aveva
continuato la sua carriera diventando segretario
dei metalmeccanici di Torino. Decisivo anche in
occasione del congresso di Venezia. Segretario nazionale della Uilm, approd alla Flm diventando
segretario organizzativo.
Luciano Lama
Leader storico della Cgil, al vertice della Confederazione a partire dal 1970, dopo uno scontro piuttosto duro nel congresso dell'anno precedente con
274
prattutto Carniti.
Franco Lotito
Ha guidato i metalmeccanici della Uil in anni piuttosto caldi, fra San Valentino, i successivi tentativi di ricomposizione e l'accordo del 1992. Nella
segreteria nazionale della Uilm dal 1976, diventato segretario generale nel 1983 per poi passare
in Confederazione nel febbraio del 1992.
Luigi Macario
Uomo fondamentale in quella sorta di tranquilla
rivoluzione che port al vertice della Cisl quella
Enzo Mattina
Tocc a lui sostituire Benvenuto al vertice dei metalmeccanici della Uil e della Flm nel 1976. D'altro
Antonio Lettieri
Da leader della terza componente della Cgil, si
adoper, il particolare insieme a Federico Caff,
per giungere a una soluzione di mediazione che
evitasse la rottura e il referendum sulla scala mobile: Ma l'intransigenza di Pierre Carniti da un
lato e le rigidit del Pci dall'altro resero impraticabile ogni ipotesi di soluzione. A lungo segretario
confederale.
275
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Vinicio Natali
Uno tra i pi stretti collaboratori di Giorgio Benvenuto negli anni del grande rinnovamento della
Uilm. Operaio siderurgico a Follonica, segu Benvenuto in Federazione curando gli aspetti organizzativi della sua segreteria. Responsabile per i
problemi della siderurgia, successivamente diventato segretario nazionale della Uiltucs.
Secondo Perone
Figura storica e caratterizzante della storia dei metalmeccanici torinesi. Nella Uilm, d'altronde, era
presente sin dall'inizio essendo stato l'uomo di fiducia di Chiari. Sembrava anzi destinato a sostituire il fondatore dell'organizzazione alla sua morte
invece gli fu preferito Bruno Corti: pag in quel
caso il fatto di non essere iscritto n al Psi n al
Psdi. Della Fiat conosceva tutte le pieghe. Stimato
e rispettato, quando Benvenuto che aveva aiutato
al congresso di Venezia, gli fece conoscere Lombardi, venne folgorato dalla figura del carismatico
leader. E' scomparso nel 1972.
Rocco Palombella
E' diventato segretario generale della Uilm nel
2010 ed stato confermato nella carica nel 2014.
Tarantino ( nato a Faggiano), stato a lungo segretario provinciale dei metalmeccanici nella citt
che ospita il pi grande complesso siderurgico europeo. Segretario nazionale della Uilm dal 2009,
salito al vertice dell'organizzazione l'anno dopo.
Aldo Pugliese
Era fra i giovani che a Venezia sostennero la svolta
ideologica e generazionale che nel 1969 modific
il volto della Uilm. All'epoca era il leader dei metalmeccanici tarantini: da alcuni anni, infatti, era
entrato in funzione il centro siderurgico (Paolo VI
a Natale del '68 tenne la messa nello stabilimento).
Pugliese oggi il segretario regionale della Uil.
277
Giuseppe Raffo
I fatti di piazza Statuto li visse direttamente, da vittima. Il ruolo di Raffo nella Uil e, in particolare,
in quella torinese, stato di primo piano. Segretario di Ferruccio Parri, repubblicano, presente nella
sala dell'Aviatore il giorno della nascita della nuova
sigla, gli viene assegnato il compito di guidare la
camera sindacale di Torino. Dopo le vicende di
piazza Statuto, al congresso di Montecatini del
1964, abbandoner la componente repubblicana
insieme ad altri esponenti di rilievo (Polotti, Simoncini) per aderire alla componente socialdemocratica guidata da Italo Viglianesi.
Lino Ravecca
Ha fatto parte della famosa triarchia che resse dall'ottobre '69 allo stesso mese del '71 la Uil. Socialdemocratico, stato tra i fondatori della
Confederazione. Era seduto al tavolo del ristorante, insieme a Vito Scalia, a Raffaele Vanni e a
Irving Brown il giorno in cui, a Roma, si torn a
parlare, nel pieno della battaglia sull'unit orga-
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Aride Rossi
Era nella sala dell'Aviatore in occasione della fondazione della Uil. Repubblicano, prima segretario
della Uil-Terra e poi segretario confederale sino al
1978. In occasione del congresso di Chianciano
del 1969 elabor il documento che port alla sostituzione di Italo Viglianesi alla segreteria con la
triarchia (Ravecca, Ravenna, Vanni). Dal '60 al
'73 rappresentante dei lavoratori italiani nel comitato economico e sociale della Cee; dal '78 responsabile dell'ufficio sindacale del Pri, consigliere per
i problemi del lavoro nei due governi guidati da
Spadolini, infine senatore nell'83.
Claudio Sabattini
Al sindacato approda dopo una lunga esperienza
politica, in particolare all'interno della Fgci (fu determinante nell'elezione di Achille Occhetto) alla
segreteria della Federazione Giovanile Comunista.
Nel 1970 diventa segretario della Fiom Bolognese,
quattro anni dopo arriva al vertice dell'organizzazione metalmeccanica bresciana. Quindi il salto a
279
anni Settanta quando infuriava il dibattito sull'unit organica). Membro del Cnel e presidente
(reggente), proveniva dalla fila repubblicane (insieme a uno dei fondatori della Uil, Amedeo Sommovigo, fece anche parte di una segreteria
collegiale) ma poi pass con i socialisti.
Gianni Salvarani
Aveva trent'anni e guidava i metalmeccanici bresciani, quando al congresso di Venezia sostenne la
svolta che port alla sostituzione di Bruno Corti
con Giorgio Benvenuto al vertice della Uilm. Dirigente sindacale, segretario nazionale dei pensionati, storico dell'organizzazione. E' scomparso agli
inizi del 2014.
Bruno Storti
Protagonista in tutto il dibattito sull'unit sindacale organica e nelle vicende che portarono la Cisl
a un passo dalla scissione. La sua permanenza al
vertice della Cisl stata lunghissima: diciotto anni
visto che aveva sostituito Giulio Pastore quando
quest'ultimo, nel 1958, era diventato ministro. Permanenza lunga, caratterizzata anche da mutamenti
di linea come quello che, agli inizi degli anni Settanta gli consent di restare in sella abbracciando
le tesi degli unitari di Macario e Carniti che,
per, presero con un certo scetticismo, questa conversione. Proprio questa metamorfosi fu alla base
delle manovre che portarono la Cisl sull'orlo della
rottura e trovarono in Vito Scalia l'uomo che con
Franco Simoncini
Il suo libro, dall'interno della Uil 1950-1985,
rappresenta una preziosa fonte per chi prova a ricostruire la storia della Uil. Vicende, peraltro, che
lui ha vissuto in prima persona essendo stato segretario confederale (ad esempio, agli inizi degli
280
firma sull'accordo per il punto unico di contingenza si schier su posizioni critiche e fu tra coloro
che impedirono l'adesione della Cgil all'intesa con
Craxi sul decreto che port al taglio di quattro
punti di scala mobile. Pur non essendo un incompatibilista convinto, rinunci negli anni Sessanta
alle cariche politiche e parlamentari. Si spento a
Roma il 23 agosto del 2007.
Bruno Trentin
Storico leader dei metalmeccanici, poi, nel 1988,
segretario della Cgil. Figlio di Silvio Trentin, cresciuto nell'ambiente intellettuale che agevol la costituzione del Partito d'Azione (lui stesso,
giovanissimo, fu capo partigiano di una formazione di Giustizia e Libert), fu un comunista
anche atipico, originale, una condizione che facilit il rapporto unitario che fu alla base dell'Autunno Caldo e port poi alla creazione della Flm.
Nato a Pavie, in Francia, precisamente in Guascogna (l c'era una forte concentrazione di esuli italiani) il 9 dicembre del 1926, in occasione della
Raffaele Vanni
Segretario generale della Uil dal 27 ottobre del
1969 al 30 settembre del 1976, prima in coabitazione con il socialista Ruggero Ravenna e con il
socialdemocratico, Lino Ravecca. Poi in solitudine. Accordandosi con i socialdemocratici, alla
fine di luglio del 1971 mise fuori dall'organizzazione il segretario della Uilm, Giorgio Benvenuto,
e i socialisti di quella federazione, favorendo, in tal
modo, la creazione (avvenuta a Milano il 7 gennaio
del 1972) di una struttura di categoria alternativa
che prese il nome di Uilmd (Unione Italiana Lavoratori Metalmeccanici Democratici). In realt,
281
di quella Uilm al cui rinnovamento aveva contribuito in giovent. Lasci due anni dopo la categoria per trasferirsi in Confederazione in qualit di
segretario confederale.
Italo Viglianesi
La storia della Uil indissolubilmente legata al suo
nome. Tra i fondatori dell'organizzazione il 5
marzo 1950 nella Sala dell'Aviatore, l'ha guidato
dalla nascita sino al congresso di Chianciano del
1969 quando decise di dedicarsi all'attivit politica
e ministeriale venendo sostituito dalla famosa triarchia: Ruggero Ravenna, Lino Ravecca e Raffaele
Vanni. Grande amico di Giacomo Brodolini e politicamente legato a Giacomo Mancini tanto vero
che in occasione della nuova rottura che fece seguito alla breve unificazione socialista, lui prefer
rimanere con il Psi incidendo in maniera decisiva
sugli equilibri interni alla Uil (a Chianciano venne
certificato che il 49 per cento dell'organizzazione
aveva fatto la medesima scelta del leader storico).
282
Franco Volont
Piero Boni lo descrive come un dirigente sindacale
piuttosto diffidente nei confronti dell'unit. E, infatti, la sua stella all'interno della Fim-Cisl si appann e tramont definitivamente quando agli
inizi degli anni Sessanta apparvero all'orizzonte i
giovani come Carniti e Bentivogli che poi individuarono nel pi anziano Luigi Macario il
ponte tra passato e futuro. Volont stato segretario dei metalmeccanici della Cisl per dodici anni
(undici se si considera la data ufficiale di nascita
dell'organizzazione: 12-14 ottobre 1951). Ma nel
novembre del 1962 si dimise per far posto a Luigi
Macario, interprete pi autentico delle pulsioni
unitarie.
Intellettuali e giornalisti
283
Craxi. Ma la degenerazione che intravide nel partito, lo convinse ad allontanarsene tanto vero che
nel 1991 prefer abbandonare il gruppo socialista
a cui aveva aderito da indipendente per approdare
al Misto.
Aniello Coppola
Negli anni trattati in questo saggio, lavorava a
quello che era definito il settimanale ideologico
del Pci, Rinascita. Al Partito Comunista si era
iscritto a ventuno anni e a ventidue insieme a Pietro Ingrao, Luciano Barca, Alfredo Reichlin e
Luigi Pintor aveva cominciato a lavorare a
l'Unit. Quindi, negli anni Settanta l'esperienza
a Rinascita per dirigere infine, tra il 1977 e il
1979 Paese Sera.
Goffredo Fofi
Famoso critico cinematografico, letterario e teatrale, stato uno dei testimoni della vicende di
Piazza Statuto. Infatti, in quel periodo viveva a Torino e si divideva tra il Centro Gobetti e i Qua-
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Dario Lanzardo
Il suo libro (La rivolta di Piazza Statuto: Torino,
luglio 1962) fornisce la pi ampia e completa ricostruzione di quel che avvenne nella citt della
Fiat in quella fase iniziale degli anni Sessanta. Collaborava all'epoca con i Quaderni Rossi di Panzieri. Giornalista e fotografo, scomparso nel
2011.
Salvatore Turi Toscano
E' stato uno dei leader del Movimento studentesco. Di formazione socialista (era vicino ideologicamente a Rodolfo Morandi), segu la componente
che usc dal Psi per fondare il Psiup. Iscritto alla
facolt di filosofia della Statale di Milano, sosteneva l'importanza dello studio e non condivideva
la proposta del sei politico considerandola dequalificante. E' morto precocemente in un incidente stradale in Jugoslavia nel marzo del 1976.
Raniero Panzieri
E' una delle figure pi ricche e complesse della si-
nistra italiana. Considerato l'ispiratore dell'operaismo di provenienza socialista (nel partito aveva
avuto un ruolo non secondario dirigendo la rivista
Mondoperaio ed essendo stato un dirigente in
Sicilia). Trasferitosi a Torino, lavor alla casa editrice Einaudi e fondo la rivista Quaderni Rossi
alla quale collabor Mario Tronti (sino al 1963) e
Vittorio Foa. La rivolta di Piazza Statuto determin il suo isolamento rispetto alla sinistra tradizionale visto che venne messo sotto accusa tanto
dal Pci (all'opposizione) quanto dal Psi (che stava
aprendo la stagione del centro-sinistra).
Marco Revelli
Sociologo e storico, figlio dello scrittore-partigiano
Nuto Revelli. Insegna scienza della politica, sistemi
politici e amministrativi comparati e teorie dell'amministrazione e politiche pubbliche presso la facolt di scienze politiche dell'universit degli studi
del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro. Alle
trasformazioni della classe operaia torinese negli
anni del boom economico e della massiccia emi-
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286
287
Gli imprenditori
Gianni Agnelli
Era alla presidenza della Fiat nei giorni dell'Autunno Caldo e fu proprio la decisione di sospendere
trentacinquemila lavoratori adottata il 2 settembre
del '69 dall'azienda torinese che anticip l'avvio del
negoziato sul contratto. E sempre la Fiat provveder
il 30 ottobre a denunciare 122 lavoratori alla magistratura per danneggiamenti sospendendoli dall'attivit lavorativa. Solo quattro anni prima l'Avvocato
aveva deciso di prendere le redini dell'azienda venendo salutato da Vittorio Valletta in maniera velenosa durante l'assemblea dei soci: Da oggi il
dottor Agnelli non pi soltanto il nipote di suo
nonno. E' morto il 24 gennaio 2003 a Torino, la
stessa citt in cui era nato il 12 marzo 1921.
Umberto Agnelli
E' con una sua intervista a la Repubblica che comincia la vertenza dei trentacinque giorni e che
culmin con la marcia dei quarantamila. Era in
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Bomprini e Parodi, quindi alle Manifatture Cotoniere Meridionali. Alla Chatillon prima entr
come amministratore delegato e poi divenne presidente.
Angelo Costa
Presiedeva la Confindustria durante l'Autunno
Caldo. All'epoca non esisteva ancora la Federmeccanica e i contratti venivano firmati direttamente
dalla confederazione. Costa era stato gi presidente negli anni della ricostruzione e che prepararono il boom economico, dal '45 al '55. Torn alla
guida dell'organizzazione per assecondare in qualche maniera le spinte innovative provenienti dalla
nuova fase politica (il centro-sinistra). A livello imprenditoriale, aveva cominciato a costruire la sua
fortuna con la produzione di olio di oliva per poi
dedicarsi all'attivit armatoriale grazie alla costituzione della Costa Armatori Spa, poi diventata
Costa Crociere.
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Alighiero De Micheli
Ha guidato la Confindustria negli anni cruciali
della crisi del centrismo e dei primi vagiti del centro-sinistra. Fortemente impegnato nell'associzione
di categoria, stato prima presidente dell'Assolombarda (dal 1946) e poi dell'organizzazione nazionale (dal 1956 al 1961).
Felice Mortillaro
Dopo l'Autunno Caldo, la Confindustria decise
di darsi una struttura pi simile a quella delle controparti sindacali. Nacque la Federazione degli imprenditori metalmeccanici, nota anche con il
nome di Federmeccanica e nel 1971 al vertice della
struttura, in qualit di direttore generale si insedi
Felice Mortillaro che poi sarebbe diventato il
falco per antonomasia delle relazioni industriali
(Il Medioevo minuto per minuto, come lo definiva Ottavia Del Turco), proprio lui che di nobili
origini siciliane nel suo stemma familiare aveva
una colomba. Per una ventina d'anni stato protagonista di tutte le grandi vertenze che hanno ca-
ratterizzato il settore metalmeccanico. E' scomparso a Milano nel giugno del '95 a sessantaquattro anni.
Cesare Romiti
Amministratore delegato della Fiat durante i trentacinque giorni della vertenza del 1980. Prima di
approdare all'azienda torinese aveva lavorato alla
Bomprini Parodi Delfino di Colleferro e alla Snia
Viscosa dove aveva ricoperto il ruolo di direttore
generale. Quindi si era spostato nel mondo delle
aziende pubbliche: l'Iri lo aveva nominato direttore generale e amministratore delegato di Alitalia
e la stessa carica aveva ricoperto per breve tempo
all'Italstat.
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Cronologia
291
1968
Studenti in rivolta
6 gennaio Antony Novotny viene rimosso dalla carica di segretario del partito cecoslovacco, lo sosti-
Statale.
stero.
polizia. A Firenze il rettore Giacomo Devoto si dimette per protesta contro il prefetto.
293
13 febbraio Una bomba esplode alla facolt di Giurisprudenza a Torino poco prima dell'inizio degli
esami.
tutte le altre.
Roma La Sapienza.
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tuzione.
e cruenta provocazione. Escono in corteo dalla fapeggiati da Caradonna, Turchi e Almirante. Dopo
uno scontro con gli studenti di lettere (la facolt accanto a quella di Giurisprudenza) sono costretti ad
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schedati.
panca (riporter la frattura di due vertebre). Carapolizia arresta cinquantadue fascisti, nessuno di loro
18 marzo Per legge viene introdotta la scuola materna e vengono chiusi gli ospedali psichiatrici (ri-
2 aprile Sciopero alla Fiat di Torino, mentre a Genova viene occupata Magistero.
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chetti.
19 aprile A Valdagno, al culmine di una manifestazione sfociata in violente cariche della polizia, i lavoratori abbattono la statua del Conte Marzotto.
cese. L'universit viene chiusa. Il 7 maggio il Quartiere Latino viene invaso da cinquantamila studenti
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10 maggio Accordo tra Fiat e sindacati: riconosciuti i diritti sindacali e un tetto all'arco di impegno
delegati di reparto relativamente solo alle organizzazioni firmatarie: questo il contenuto dell'intesa.
al 30 per cento.
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provvidenze della Cassa per il Mezzogiorno e chiu5 giugno Robert Kennedy, candidato alla presidenza degli Stati Uniti viene assassinato a Los Ange-
Quasimodo.
di Porto Marghera.
24 giugno In Cecoslovacchia viene abrogata la censura. A Valdagno, invece, la citt sciopera contro lo
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festazione.
viene costretta a fare marcia indietro con una mani4 luglio La Falange Tricolore di Giorgio Arcangeli
mette una bomba sul muro di cinta della rappresentanza commerciale sovietica a Roma. A Palermo
dei detenuti.
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e costretti ad accettare una temporanea occupazione. Cisl e Uil proclamano uno sciopero simbolico
di solidariet di cinque minuti.
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zione.
nifestazione di braccianti.
tempo a Roma gli operai dell'Apollon ricevono nuol'azienda abbia incassato il prestito dell'Italcasse.
302
23-27 ottobre Ultimo congresso del Partito socialista unificato. Prevalgono gli autonomisti di Nenni
cialdemocratici.
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degli Stati Uniti. In Italia, il governo vara il provvesione della Cassa Integrazione.
delle trattative.
senza vita.
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Scala a Milano si trasforma in una... frittata. I giovani del Movimento Studentesco guidati da Mario
sita ai lavoratori dell'Apollon e pronuncer la falavoratori. Ad Arezzo i minatori montano una tenda
di protesta in piazza Monaco; a Novara in piazza
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1969
L'autunno diventa caldo
sione sovietica. In Italia scioperi contro le gabbie salariali a Lecco, Varese e Trieste.
ondata di proteste.
salariali.
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industriale.
piuto da estremisti neri per finanziare la propria orBaldisserri, Della Latta e Vangioni ma dietro di loro
Junio Valerio Borghese che stava mettendo a punto
cupano l'azienda contro la dichiarazione di falliprovinciali della Dc e del Psi, a Bologna contestato il
nello De Julio che era stato il braccio destro di De Lo5 febbraio Terzo sciopero nazionale unitario per la
stema pensionistico.
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canici.
Lavorini.
tro la riforma della scuola messa a punto dal mini1 marzo I carabinieri a Roma assaltano militar-
mente l'universit occupata. Gli studenti, per, l'abbandonano prima del loro arrivo. Nelle aule restano
terra.
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tore tessile.
giunto l'accordo tra Confindustria e sindacati sull'aboluglio 1972 gli stipendi saranno uguali in tutta Italia.
nuova occupazione.
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tuale governo.
patibilit
tra
cariche
politiche
sindacali,
dell'organizzazione metalmeccanica.
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Gabaglio.
voratori.
gretario.
sindacali e politiche.
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tratto nazionale.
offre alla Fiat il pretesto per sospendere trentacinquemila operai. Fiom, Fim e Uilm proclamano im-
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propria rapina.
15 settembre Muore a Parma Fernando Santi, ex
segretario generale aggiunto della Cgil, socialista.
Le trattative per il contratto dei metalmeccanici vendei chimici, dei cementieri, dei laterizi.
talmeccanici.
metalmeccanici.
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9 ottobre La Cgil propone a Cisl e Uil un primo sciopero generale su prezzi e casa.
triennio.
stria e Intersind-Asap.
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lavoratori e li sospende.
della Dc.
della pregiudiziale confindustriale relativa alla conera stato deciso nel contratto del 1966.
aziendale prevedendo per questa un massimo di incrementi del cinque per cento.
trattazione articolata.
65 lire orarie.
fine di novembre.
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dizioni.
316
Donat Cattin.
Asap.
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e Uilm.
scani.
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gia a Brescia.
1970
Si parla di unit
categorie.
319
Russel.
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Aldo Moro.
organica.
321
scelta che sar alla base di quella che poi passer alla
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Comunista Cecoslovacco.
con
il
compito
di
organizzare
aperti.
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Esteri.
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Nasser.
il decretone economico.
divorzio.
325
vita.
tato.
dei golpisti.
18 novembre Esce il primo numero di Unit Operaia, mensile di Fiom, Fim e Uilm, un altro passo
verso la Flm.
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1971
La Uilm scomunicata
tenza di divorzio.
restati e 61 feriti.
lista viene messa in minoranza dall'alleanza tra socialdemocratici e repubblicani. Violenta reazione del
sporche di sangue. Bilancio finale: 214 fermati, 3 ar4 febbraio I fascisti a Catanzaro attaccano armati
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festazione di contadini.
sigla: Psdi.
sessorati a Pescara.
zioni di Pci, Psiup, Psi e Camera del Lavoro: un copione che richiama tragici precedenti.
Massimo De Carolis.
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partecipazioni statali. Il suo obiettivo la ristruttu7 aprile Sciopero generale per la casa e le riforme
sociali.
rossa.
13-14 giugno Elezioni regionali in Sicilia e amministrative. A Catania il Msi diventa il primo partito
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saranno devastanti.
Krushev.
nuova inchiesta sulla morte di Pinelli e invia un avviso di reato al commissario Calabresi.
la pace.
degli investimenti.
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dopo meno di due anni, sono nove i testimoni scomparsi in maniera misteriosa.
1972
La Federazione Unitaria
12-14 gennaio I sindacati dei trasporti organizzano
rassegna le dimissioni.
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al vertice della segreteria. Ma sar anche caratterizsito del processo sindacale unitario far riferimento
all'egemonia della componente comunista. La parola, egemonia, allarmer i settori pi tiepidi nei
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Cgil-Cisl-Uil.
ed Emilio Bompressi.
334
Unitaria Cgil-Cisl-Uil.
Viene ancora presentata come un passaggio transitorio verso la soluzione organica. Ma ormai chiaro
neri di tre.
uccide a coltellate.
335
Calabria i lavoratori che parteciperanno alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil. Sette attentati
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militari.
provvisoria.
1973
La Flm rinnova il contratto
tratti.
centrosinistra.
maggioranza in parlamento.
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per il Vietnam.
l'ingresso di Mirafiori.
talmeccanici a Firenze. Viene giudicato positivamente l'accordo contrattuale con Intersind e Asap.
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Nixon.
armato.
stro dell'interno Rumor. Bertoli si spaccia per anarchico ma in realt un terrorista di destra legato al
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sumo.
meranno l'armistizio.
Rossi di Montelera.
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1974
L'anno delle stragi nere
30 gennaio A Milano il giudice Emilio Alessandrini
rinvia a giudizio Freda e Ventura per la strage di
piazza Fontana.
341
d'Estaing.
per 35 giorni.
sioni.
stra.
342
dei desaparecidos.
colonnelli.
mila operai.
nita.
per l'occupazione.
343
Psi e Psdi.
Repubblica.
a Napoli l'industriale Giuseppe Moccia. Lo rilasceranno dopo il pagamento di un riscatto di un miliardo di vecchie lire.
1975
Il punto diventa unico
contingenza.
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1976
Il compromesso storico
contrattuali.
vorzio.
Banca dItalia.
345
geranno il 20 giugno.
prenditoriale.
canici.
Raffaele Vanni.
346
lUniversit di Roma.
1977
La stagione dei congressi
il segretario generale della Cgil, Luciano Lama, al18 marzo Sciopero generale sulla politica economica.
7-8 gennaio Assemblea unitaria dei quadri sindacali. Cgil-Cisl-Uil si dichiarano disponibili a farsi ca-
Governo.
di Bruno Storti.
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1978,
Il caso Moro
Federazione sindacale mondiale (Fsm), organizzazione ormai a forte connotazione comunista nellor-
preannunciata da Lama.
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segretario.
corpo senza vita di Aldo Moro. E lepilogo di una vicenda drammatica cominciata il 16 marzo con il
sere luomo (nome in codice: Antelope Cobbler) intorno a cui ruotava la vicenda. Il Pci ne aveva chiesto
ufficialmente le dimissioni. Nel 1998, in occasione del
sione
(contemporaneamente,
Enrico Berlinguer).
peggiorarono
le
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1979
Alle politiche crolla il Pci
di Giovanni Paolo I.
soccupazione (6,9).
350
2,6.
voter il 3 e 4 giugno.
351
dolfi.
terroristiche.
1980
Strage a Bologna
352
Carniti e Benvenuto.
Confindustria.
adottata a maggioranza di assumere la responsabiCossiga, nel luglio del 1980, il parlamento approv
scelta che contrappose in maniera estremamente
stico.
353
listi salgono (12,7). Cedono qualcosa i socialdemocratici (5). Tengono i repubblicani (3).
versario.
tacinque le vittime. Sullattentato, di marca neofascista, non sar mai fatta piena luce. Verranno
Tognoli.
Una settimana dopo, sempre a Milano, viene orgatecipano, oltre a Benvenuto, Bettino Craxi e Carlo
a punto dal governo viene inserito il fondo di solidariet per il Mezzogiorno alimentato dai lavoratori
sempre innocenti. Verranno condannati per depiGelli, lex agente del Sismi, Francesco Pazienza, gli
meci e Giuseppe Belmonte. Per quellattentato sospetti sono stati avanzati nei confronti dei servizi
della Cisl).
354
giorni.
denti.
di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Cammila persone ad abbandonare le proprie case. Nel
mare il muovo governo che sar costituito effettivaDc, Psi, Psdi, Pri.
355
Il rilascio sar accompagnato da polemiche sullavvio di trattative durante la prigionia e sul ruolo
svolto dalla stampa.
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Tullio Repetto
Facevano inoltre parte della delegazione: Felice Amadei
Mario Belluz, Alberto Bonifazi, Salvatore Cavaliere, Ivano
Degli Esposti, Franco Diegoli, Sergio Donelli, Pietro
Eleuteri, Carlo Fabricci, Ferruccio Ferrari, Corrado Ferro
Giuseppe Fontana, Otorino Marchesan, Vincenzo
Mattina, Pasquale Paddeu, Secondo Perone, Oreste
Reggiroli, Ernesto Russo Giuseppe Sabatini, Felice
Sanfelice, Franco Sassano, Santi Trimboli, Silvano
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363
364
INDICE
Capitolo II
II parte
Interviste, ricordi
18
La svolta di Venezia
36
56
71
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
105
169
365
179
195
211
227
235
241
261
291
357
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Questo libro stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Maria Angela Panno,
insostituibile memoria storica, e Marco Zeppieri puntuale curatore della veste grafica