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CAPITOLO IV IL RISULTATO DEL PROCESSO

SEZIONE I
LA DECISIONE
1.
La SENTENZA latto con cui il processo consegue il suo risultato, e
rappresenta il momento in cui la tutela giurisdizionale assume la sua massi ma
espressione.
Ci sono dei casi in cui affinch il processo raggiunga il proprio scopo occorre
siano poste in essere atre attivit senza le quali la tutela non si realizza, ad
esempio il ricorso allesecuzione forzata che molto spesso necessaria per la
soddisfazione concreta del diritto soggettivo quando il soccombente non
esegue spontaneamente la pronuncia del giudice.
Oggi il carattere giurisdizionale del processo esecutivo civile non viene
generalmente pi messo in discussione, tuttavia la sentenza rimane al centro
del processo ed ad essa che va collegato leffetto saliente della funzione
giudiziaria, cio la realizzazione del giudicato.
Lidea del processo esecutivo come complemento del processo cognitivo per la
realizzazione dellinteresse protetto pu avere rilievo al massimo per il
processo civile; molto meno per il processo penale, dove la natura
giurisdizionale del processo esecutivo rimane dubbia (qui la funzione del
processo sembra pienamente raggiunta con il risultato dellaccertamento e
cio attraverso la sola cognizione).
Nel campo amministrativo e in quello tributario no esiste neppure una forma di
esecuzione in senso tecnico (giudizio di ottemperanza altro non se non un
ulteriore processo di cognizione).
2.
La sentenza consiste in un
MOMENTO LOGICO ragionamento che il giudice effettua per
applicare la volont della legge al caso concreto
MOMENTO IMPERATIVO comando che il giudice pronuncia.
Cpc e cpp ritengono sia la MOTIVAZIONE che il DISPOSITIVO elementi essenziali
della decisione, tanto da far dubitare che essa possa esistere se priva di uno di
questi elementi.
Negli ordinamenti common law la sentenza consiste essenzialmente nel
momento imperativo dato che non esiste lobbligo di motivazione, che rimane
opinion interna del giudice. Per contro nellordinamento italiano sembra che la
motivazione debba invece assumere rilevanza addirittura maggiore del
dispositivo (art. 111.6 Cost obbligo di motivazione, posto per al fine di un
controllo sul provvedimento e non come modello di sentenza)
Con riguardo al nostro ordinamento facile verificare lesistenza di varie ipotesi
in cui dispositivo e motivazione sono separati e nelle quali la sentenza produce
alcuni effetti gi con lo stesso dispositivo (es. esecuzione forzata delle sentenze

di condanna pronunciate dal giudice del lavoro che si effettua sulla sola base
del dispositivo).
La concezione che fa consistere la decisione del giudice nellelemento
conoscitivo ha come presupposto lidea di una funzione meramente
dichiarativa dellattivit giurisdizionale che parte dalla premessa che la norma
giuridica, anche se generale e astratta, contenga gi in s il comando specifico
da dirigere verso una persona determina quando e se si verificano i fatti
previsti dalla stessa norma. Il compito del giudice sarebbe solo quello di
registrare lavvenimento dei fatti affinch la volont della legge da astratta
diventi concreta concezione riduttiva della funzione del giudice. Se cos fosse
per non sarebbe necessario il giudice (andrebbe bene qualunque giurisperito)
invece solo il giudice pu rendere effettivo quel comando potere di
imperium che solo il giudice possiede.
Il provvedimento giudiziario espressione di pura volizione da parte del
magistrato, che pu sbagliare, non potrebbe essere cos invece se ci fosse
unautomatica applicazione della norma alla realt concreta . Secondo
Calamandrei il giudice, nellemanare il comando, svolge unattivit politica e
compie un preciso atto di volont, una scelta imperativa. Quindi non
sbagliato attribuire una funzione creativa alla giurisprudenza, svincolando
lattivit giurisdizionale dal ruolo di attivit meramente complementare a
quella della legislazione. Ci emerge soprattutto in quelle ipotesi in cui il
giudice colma le lacune del diritto dettando una specifica previdenza.
Lattivit del magistrato sempre la stessa, anche quando il caso
espressamente previsto dalla fattispecie la norma si pu concretizzare solo
attraverso il suo comando. Lidentificazione della sentenza nel comando e non
nel puro atto di interpretazione fondamentale per la disciplina del giudicato,
giacch permette di affermare che questo si forma sullelemento imperativo
della decisione e non su quello logico.
3.
Tutto ci non esclude che il giudice nellapplicare il comando deve compiere
anche unoperazione conoscitiva che sempre richiesta da un punto di vista
logico.
Questa attivit intellettiva si realizza attraverso la MOTIVAZIONE (obbligo
giuridico ex art. 111 Cost) che lo specchio del procedimento seguito dal
giudice per decidere.
Modo di formazione di questo ragionamento tappe che attraversa per
raggiungere la decisione:
la dottrina per molto tempo ha ricondotto lattivit del magistrato allo schema
del SILLOGISMO GIUDIZIALE, nellambito del quale la premessa maggiore
sarebbe data dalla norma che si ritiene di dover applicare, la premessa minore
dal fatto in concreto accaduto e la conclusione dalla sussunzione del fatto nella
norma giuridica per individuare il comando concreto da emanare nel caso
specifico. Tuttavia lattivit del giudice non si pu ridurre al puro impiego del
sillogismo perch appare un fatto troppo schematico che non tiene conto di
certi aspetti fondamentali propri dellattivit del decidere, che pi che nella

conclusione si estrinseca nel compito di ricostruire il fatto e in quello di


individuare la fattispecie da applicare nel caso specifico.
Se il sillogismo ha un minimo di valore, perch segna il confine fra la
conoscenza del diritto che spetta al giudice e che si riferisce alla premessa
maggiore, e lignoranza del fatto che riguarda la premessa minore e che va
ricostruito attraverso il sistema dei mezzi di prova.
Il giudice conosce o dovrebbe conoscere il diritto iuria novit curia al fine di
poter stabilire qual la norma applicabile al caso concreto. Lart. 97 cpc vieta
al giudice di poter utilizzare la propria conoscenza privata dei fatti per decidere
la lite. Se il giudice fosse stato testimone di questi fatti non potrebbe utilizzare
quanto ha appreso privatamente la ricostruzione della realt fattuale pu
essere utilizzata solo attraverso lacquisizione di prove che devono pervenire
nel processo attraverso canali fissati dalla legge.
Il giudice ha lobbligo di avere conoscenza:

del diritto italiano vigente

del diritto internazionale generale

di quello particolare delle convenzioni

lorientamento pi recente dice anche il diritto straniero, anche se pu


acquisire tali conoscenze con i mezzi pi idonei, ad esempio la consulenza
tecnica. Laccertamento della legge straniera compiuta dufficio dal
giudice

lo stesso vale per le norme regolamentari degli ordinamenti locali

usi e consuetudini normalmente in raccolte.


art. 115.2 cpc Il giudice pu tuttavia, senza bisogno di prova, porre a
fondamento della decisione le nozioni di fatto che rientrano nella comune
esperienza
Si considerano notori quei fatti che rientrano nella comune esperienza e che
quindi non necessitano di essere provati. La conoscenza del notorio costituisce
una deroga al divieto di utilizzare della scienza privata del giudice
il problema individuare ci che notorio e ci che non lo il fatto che
rientra nelle conoscenze delluomo medio
in caso di notoriet locale pu tuttavia avvenire che il giudice non sia a
conoscenza del fatto e potr ricorrere alla consulenza per accertarlo
secondo unopinione di dottrina lesonero della prova del notorio potrebbe
aversi solo per fatti secondari, non per quelli principali (quelli costituitivi del
diritto)
per comune esperienza il 115.2 cpc pu intendere:

fatti comunemente conosciuti = FATTO NOTORIO

regole universalmente note = REGOLE o MASSIME DI ESPERIENZA sono


principi razionali che il giudice utilizza per la valutazione delle prove (es. che
un teste ubriaco sia poco affidabile)
di solito si ritiene che limpiego delle massime di esperienza sia necessario solo
per la valutazione delle prove critiche, cio delle presunzioni (la prova
presuntiva frequente nel processo penale)
esse sono essenziali anche per le prove storiche
fatto notori regole di esperienza:

FN accadimenti storici; RE principi che regolano lagire umano

FN premessa minore; RE premessa maggiore


lelemento comune:

dati che rientrano nella normale cultura delluomo cognizioni che il


giudice ha in quanto uomo, non in quanto giurista
REGOLE TECNICHE non fanno riferimento al patrimonio di cultura
delluomo medio, ma alla cultura in senso tecnico
sono sottratte allonere della prova ed il giudice deve accertarle sulla base del
proprio sapere, ma siccome non pu essere un esperto di tutti i campi del
sapere, un esperto del settore gli fornir le regole di esperienza qualificate:

CONSULENTE TECNICO (nel processo civile)

PERITO (nel processo penale)


a seconda dal modo in cui il consulente/perito opera esse oscillano fra la
concezione

di integrazione della scienza del giudice consulente/perito svolge


unindagine critica per accertare il perch di un certo fatto

di mezzi di prova consulente/perito svolge unopera analoga a quella del


giudice: indagine sulla semplice esistenza di un fatto, indipendentemente
dalle loro funzioni critiche (= consulenza con natura di prova)
sta cominciando ad affermarsi la CONSULENZA GIURIDICA devoluzione al
consulente i complessi quesiti di diritto

4.
Nel processo civile, in certe ipotesi eccezionali, il giudice pu decidere secondo
EQUIT art. 113 cpc nel pronunciare sulla causa il giudice deve seguire le
norme del diritto, salvo che la legge gli attribuisca il potere di decidere secondo
equit
Lequit considerata come una forma di giustizia naturale che mitiga il rigore
del diritto positivo.
Va innanzitutto distinta lEQUIT INTEGRATIVA, che si ha in quelle ipotesi in cui il
legislatore lascia al giudice la possibilit di integrare una fattispecie normativa
incompleta, dallEQUIT SOSTITUTIVA, che consiste in una vera e propria
sostituzione del giudizio di stretta legalit. In questultimo caso, pur essendoci
una norma completa, il legislatore consente di derogarvi ma solo in due casi:
nelle cause di competenza del giudice di pace di valore non superiore a 1.100
euro ed ogni volta che si tratti di giudizi in materia di diritti disponibili e le parti
richiedano il giudizio equitativo.
Normalmente si parla di equit come giustizia del caso singolo, cio come
deroga alla norma scritta, che per la sua generalit e astrattezza pu
trascurare circostanze particolari del caso pratico. Da questo punto di vista la
regola equitativa assume due attributi:
la regola equitativa ha due attributi:

valevole solo per quello specifico caso e non suscettibile di estensione al


di fuori di esso

la determinazione del principio di equit viene fatta dal giudice sulla base di
un criterio soggettivo
2 concezione: si basa sullo scarto che vi pu essere fra la norma scritta e la
realt sociale principi di diritto superati situazione diversa dalla
precedente: lequit non pi imposta da circostanze particolari del caso

singolo, ma deriva da regole generali oggettivate non una valutazione


soggettiva, ma si fonda sulla realt sociale: collegamento dellequit ad un
principio obiettivamente conoscibile porrebbe le premesse per lammissione
del controllo in cassazione, essendovi un parametro concreto
queste due interpretazioni per sono poco dionea a spiegare il caso ex
art.113.2 cpc per quale ragione ladozione di un provvedimento divergente
da quello della norma solo per le cause di scarsa entit? e le cause maggiori
invece debbano magari rimanere regolate da norme obsolete?
3 profilo: intendere lequit come adeguatezza del mezzo rispetto al fine:
evitare indagini macchinose tali da apparire fuori luogo in relazione allesiguo
valore della causa e arrivare alla soluzione senza che il risultato raggiunto sia
compromesso dalla dispendiosit del mezzo impiegato
5.
la decisione del giudice impone che sia sempre rispettato il principio della
rispondenza fra il chiesto e il pronunciato principio che prescrive al giudice di
pronunciarsi solo su ci che postulato con lesercizio dellazione e non oltre
(regola cardine del processo sia civile che penale)
a) sussiste la piena possibilit per il giudice di modificare dufficio la
fattispecie indicata dalle parti (non vincolato alla prospettiva giuridica
svolta nella domanda)
b) vi il divieto di modificare i fatti posti a base della richiesta: carattere
dispositivo del processo (assoluto per il giudice; alcune deroghe concesse
alle parti)
c) lobbligo che il giudice si pronunzi su tutta la domanda ma non oltre i
limiti di essa
effetti del principio della domanda
A) la modifica della FATTISPECIE

il giudice non vincolato dalla prospettazione giuridica indicata


dalle parti ma pu applicare al caso specifico una fattispecie diversa
principio per cui iura novit curia: prospettati i fatti, spetta al giudice
applicare la norma
sarebbe quasi superfluo che la parte nellatto introduttivo de giudizio indichi
anche gli le elementi di diritto anche se ci richiesto, ma la prescrizione
non prevede sanzioni
B) la modifica del fatto. divieto di domande nuove. precisazione e

modificazione della domanda


impossibile modificare i fatti
esclusa la possibilit di decidere su domande completamente nuove

per il giudice questo divieto assoluto (di modifica dei fatti di causa)
il giudice non pu introdurre nel processo dufficio nessun fatto ulteriore,
n modificare i fatti dedotti dalle parti

riservato alle parti potere di variazione, anche se marginale (solo


semplice correzione)
riguardo i poteri delle parti bisogna distinguere:
emendatio libelli = PRECISAZIONE (consentita)
precisare la domanda che rimane la stessa

allorch cambia il fatto secondario del diritto: variazione minore


semplice precisazione della domanda
mutatio libelli = MODIFICAZIONE (non
consentita) trasformazione della domanda
in una nuova: mutamento di uno degli
elementi costitutivi della domanda: petitum o
causa petendi
allorch cambia il fatto costitutivo (o principale) del diritto:
la causa petendi muta ( nuova domanda) nei DIRITTI
ETERODETERMINATI = quei diritti che si identificano solo
in virt del fatto costitutivo (es. diritti di credito)
la causa petendi non muta ( no nuova domanda) nei
DIRITTI AUTODETERMINATI (es. diritti reali)
ES. tizio agisce in rivendica di un terreno asserendo di averlo
comprato da caio, che eccepisce la nullit della vendita tizio
potrebbe modificare la domanda affermando di esserne
comunque proprietario per usucapione il diritto di propriet non
cambia qualunque sia il titolo di acquisto invocato
b) la corrispondenza fra il chiesto e il pronunciato

il giudice deve pronunziarsi su tutta la domanda e non oltre i limiti


di essa
art.112 cpc corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato: corollario del
principio della domanda e del principio dispositivo
necessit che il termine domanda venga inteso come richiesta di
pronuncia sul diritto sostanziale, cio sul merito; laspirazione dei richiedenti
ad una pronuncia di merito (e non meramente processuale)
a. OMESSA PRONUNZIA = se il giudice non si
pronuncia su tutta la domanda
b. il giudice va oltre i limiti della domanda
due ipotesi:
i.ULTRAPETIZIONE = il giudice
pronuncia un provvedimento
quantitativamente diverso da
quello richiesto
ii.EXTRAPETIZIONE = il
provvedimento diverso
qualitativamente da quanto
richiesto
lopinione di Verde: lextrapetizione riguarderebbe solo il difetto di
pronunzia = il giudice non ha deciso su tutte le richieste delle parti
lindividuazione dellesatta rispondenza fra chiesto e pronunciato richiede
spesso difficolt notevoli, giacch occorre interpretare quale sia stata la
reale volont delle parti, non sempre correttamente espressa nellatto
introduttivo del giudizio

SEZIONE II
IL GIUDICATO
1.
caratteristica principale dellattivit giurisdizionale la formazione del
GIUDICATO la decisione diviene immodificabile (non cos nel campo
legislativo, amministrativo dove le leggi possono essere abrogate e i
provvedimenti revocati)
la differenza con la giurisdizione volontaria (carattere sostanzialmente
amministrativo) infatti che tali provvedimenti possono essere modificati
(assenza della cosa giudicata)
2.
dottrina del processo civile distingue:
GIUDICATO FORMALE (= PASSAGGIO IN GIUDICATO)
irrevocabilit della decisione; ha per oggetto la
sentenza; indispensabile in tutte le pronunce
giudiziarie
GIUDICATO SOSTANZIALE (= COSA GIUDICATA)
stabilit del rapporto giuridico deciso; riguarda il diritto;
pu anche mancare
Es. una sentenza che dichiara improponibile la domanda per mancanza di un
presupposto processuale, ancorch passata in giudicata non impedisce un
nuovo processo lazione non si esaurisce (perch non si formato il
giudicato sostanziale)
nel caso della giurisdizione volontaria non si produce la cosa giudicata (=
g.sost.): la situazione decisa pu sempre variare a seguito del mutamento delle
circostanze
anche nel processo penale il giudicato formale tipico delle decisioni sui
presupposti processuali
solo attraverso il richiamo al giudicato sostanziale e precisamente al profilo
dellaccertamento che si pu riuscire a spiegare il fenomeno dellespansione
del giudicato al di fuori del processo efficacia attribuita al giudizio penale nei
giudizi civili e amministrativi potrebbe giustificarsi se non sotto il profilo
dellautorit della cosa giudicata
lindividuazione del giudicato sostanziale presuppone due prospettive:

limite negativo: divieto di un secondo giudizio


nellipotesi di cause identiche il giudice della seconda causa deve
cancellarla dal ruolo
lo stesso nel caso della proposizione dellexceptio rei iudicatae (una delle
due cause stata decisa nel merito con sentenza definitiva) il secondo
giudice deve declinare
in caso di contrasto tra giudicati prevale il primo

funzione positiva: art.2909 c.c. = L'accertamento


contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato a
ogni effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa.:
laccertamento contenuto nella sentenza vincolante per le parti
tale accertamento non si pu prescindere ogni qualvolta la sua efficacia
destinata a riflettersi in un altro processo
divieto della duplicazione dei giudizi nel processo civile e nel processo penale;
perfetta identit di effetti tra il giudicato civile e quello penale, considerando
anche questultimo come accertamento e cio come vincolo nei confronti dei
futuri processi

3.
DISPOSITIVO MOTIVAZIONE acquista rilevanza al fine di vedere su cosa
incida il giudicato
se il dispositivo incompleto non v alcuno ostacolo alla sua integrazione con
la motivazione (tuttavia solo inserimento nel dispositivo di quei profilo
dellaccertamento che appaiono funzionalmente connessi con quanto il giudice
ha espressamente disposto)
vedi condanna implicita (es. azione di rilascio dellimmobile per finta locazione
accogliendo la domanda il giudice dispone la sola risoluzione del rapporto
locatizio; non c unespressa condanna al rilascio che considerata implicita
nel dispositivo)
possibilit di ritenere coperte dal giudicato (quindi non riproponibili in un
diverso processo) eventuali affermazioni incidentali che appaiono in
motivazione ma non nel dispositivo solo in quanto momento necessario del
ragionamento (= questioni tali che se avessero avuto un soluzione diversa,
anche la decisione sarebbe stata diversa)
sono esclusi dalla portata del giudicato gli OBITER DICTA (= collegati alla
controversia ma non costituenti un momento essenziale del ragionamento del
giudice)
per il giudicato non pu formarsi autonomamente neppure sulle questioni che
costituiscono un passaggio essenziale condizioni perch si produca lefficacia
del giudicato sulla questione pregiudiziale:
- che la legge lo imponga
- che le parti lo abbiano espressamente richiesto
il giudice a quo potrebbe sempre pronunciarsi sulla questione (anche se di
competenza del giudice superiore) se la decisione pu essere resa senza
efficacia di giudicato, cio incidenter tantum
GIUDICATO IMPLICITO questioni che il giudice doveva necessariamente
risolvere, anche se non in modo espresso (non risultano neppure in
motivazione) per poter arrivare alla decisione
Il giudice per decidere con efficacia di giudicato una questione pregiudiziale
necessario che gli sia richiesto per legge o per esplicita domanda di una delle
parti in questo caso non possiamo avere giudicato implicito; quanto detto
vale per le questioni di merito; per le questioni di rito invece il giudicato
implicito pu formarsi
es. se il giudice ha condannato a pagare una somma deve avere per forza data
per implicita la propria competenza anche se non c traccia sul dispositivo o
sulla motivazione di ci (ma anche sulla questione di rito si forma il giudicato)

4.
IRREVOCABILIT ESECUTIVIT della sentenza [proc. civ.] vedi provvisoria
esecuzione a tutte le sentenze di primo grado: lanticipazione dellesecutivit
rispetto al passaggio in giudicato si giustifica con i tempi lunghi del processo
civile
[proc. penale] irrevocabilit della decisione e della sua forza esecutiva invece
tipica del processo penale nel quale non ammessa lesecuzione provvisoria
della condanna
lesecuzione penale vera e propria (quella delle sentenze di condanna) non pu
avere luogo prima ce questa sia divenuta irrevocabile
con riferimento alla scissone cronologica che si ha nel proc. civ. far lesecutivit
della sentenza e la sua immodificabilit:
- i veri e propri EFFETTI della sentenza consisterebbero nella sua forza
esecutiva
- mentre la sua IMMODIFICABILIT non sarebbe un effetto, ma un carattere
che ne rende stabile tale forza esecutiva ulteriori effetti: ad es. efficacia
vincolante che la sentenza pu avere su altre controversie
concetti di efficacia (esecutivit) e di autorit (giudicato) sono
autorit nel senso che il contenuto della decisione viene usato nel diverso
processo come mezzo di prova (e non nel senso della sua forza vincolante)
efficacia vincolante (utilizzabile in altri processi) pu esserci gi prima che
esso acquisti forza esecutiva
mentre per acquistare lattributo della irrevocabilit occorre che esso non sia
pi impugnabile
lirrevocabilit non serve affatto a realizzare unefficacia esecutiva, per
produttiva di altri autonomi effetti
la distinzione concettuale di questi momenti esiste anche nel processo penale
anche se esecutivit e irrevocabilit coincidono cronologicamente. limpiego
della sentenza in un altro processo come mezzo di prova condizionato dal
fatto che la prima sentenza sia diventata irrevocabile
non c identit logica di tali elementi, ma solo temporale
ad una sentenza resa in un altro processo non fa difetto il requisito dellidoneit
allaccertamento dei fatti ancorch essa non sia passata in giudicato, salvo il
potere discrezionale del giudice di graduarne il valore
artt.189 e 192.2 cpp pu utilizzarsi a fini probatori anche una sentenza
penale non passata in giudicato anche la sentenza penale ha la possibilit di
ulteriori effetti indipendenti dal giudicato e dallesecutivit
sovrapposizione tra esecutivit e irrevocabilit solo cronologica
5.
art.2909 c.c = L'accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato
fa stato a ogni effetto (solo) tra le parti, i loro eredi o aventi causa.
operativit inter partes del giudicato: le parti, gli eredi o gli aventi (divenuti tali
prima o dopo la sentenza)
tuttavia sembra pi plausibile che la norma abbia voluto indicare coloro che
divengono successori dopo il passaggio in giudicato della sentenza (giacch
per quelli che lo erano gi scontato: sono parte fin da subito)
limitazione del giudicato alle sole parti del processo
Es. se tizio conviene in rivendica caio e la sentenza lo dichiara proprietario del
bene, ci non impedisce a mevio di istaurare un processo contro tizio per arsi

riconoscere proprietario (tuttavia mevio non pu disconoscere il giudicato, ma


sol far valere diritti incompatibili o concorrenti basati su un titolo autonomo)
problema dei LIMITI SOGGETTIVI del giudicato = verso chi ha effetti gli effetti
della sentenza rispetto a terzi estranei al giudizio un fenomeno eccezionale
(la regola art.2909 c.c.), legato ai soli effetti RIFLESSI
successivamente si guardato se nei confronti dei terzi il giudicato potesse
esplicare anche effetti DIRETTI
la regola generale operativit inter partes del giudicato civile; eventuale
operativit nei confronti dei terzi 3 profili:
A) FATTO MATERIALE della sentenza

effetti giuridici della sentenza valgono solo nei confronti delle parti ma la
sentenza come fatto materiale val per tutti: nessuno pu disconoscere
quellaccertamento. il giudicato diventa incancellabile come fatto storico (vedi
es. di prima: mevio non pu disconoscere il giudicato)
si pu discutere del modo in cui il terzo possa far valere il suo diritto
incompatibile:
- attraverso un autonomo processo di cognizione (soluzione
preferibile)
- con lopposizione di terzo ordinaria ex. art.404.1
A) EFFETTI RIFLESSI (= RIFLESSIONE)
quando i terzi sono titolari di situazioni caratterizzate da un rapporto di
pregiudizialit-dipendenza rispetto a quello dedotto in giudizio (allorch un
certo rapporto giuridico pregiudiziale rientra nella fattispecie di un altro
rapporto dipendente ) prodursi nella sfera dei terzi di veri e propri effetti
giuridici
Es. rapporto di locazione e di sublocazione rapporto di pregiudizialitdipendenza: il secondo risente delle vicende del primo
- non sono effetti naturali della sentenza
- mezzi di tutela accordati ai terzi sono completamente diversi da quelli
offerti alle parti: il terzo infatti non pu attaccare il giudicato se non
provando che esso il risultato di un processo fraudolento posto in
essere a suo danno
art.404.2 cpc = Gli aventi causa e i
creditori di una delle parti possono fare
opposizione alla sentenza, quando e'
l'effetto di dolo o collusione a loro danno.
= opposizione di terzo revocatoria si
deve provare oltre al pregiudizio, la frode
[ 404.1 cpc esperibile sulla base dellesistenza del semplice
pregiudizio spetta solo al litisconsorte necessario pretermesso (
sufficiente che dimostri di essere stato pretermesso)]
una garanzia difensiva durante il corso del giudizio art.107 cpc
consente al giudice di chiamare un terzo in causa per ragioni di
opportunit allorch la causa gli comune
A) EFFETTI DIRETTI (= ESTENSIONE)

in certi casi il giudicato pu incidere sulla sfera dei terzi rimasti estranei al
processo producendo effetti diretti simili a quelli tra le parti = estensione del
giudicato ai terzi ES:
a. [non rientra tuttavia tra i casi di estensione]

(successore a titolo particolare art.111 cpc


il successore diventa parte sostanziale del
processo pu proporre limpugnativa con
lappello (anzich con lopposizione di terzo)
lo stesso vale per ogni caso di sostituzione
processuale)

b. art.2377 c.c annullabilit delle

deliberazioni: se un socio impugna la


delibera della spa la sentenza di
annullamento ha effetto su tutti i soci
la ratio della norma: evitare che uno stesso atto possa essere valido per
alcuni e invalido per altri
tende ad inquadrarlo nella fattispecie della pluralit di azioni concorrenti
si tratta normalmente di gruppi organizzati di soggetti, per cui la modifica
della situazione del rapporto fra singolo e gruppo, non pu non riguardare
anche gli altri
conseguenze:
i.trattandosi di legittimazioni
concorrenti lesercizio di una di
essa non coinvolge laltra
ii.lesercizio del potere di impugnativa da parte di uno dei soggetti,
una volta che ha raggiunto leffetto, consuma il potere di
impugnativa degli altri soggetti
iii.il giudicato che si forma sul provvedimento di accoglimento della
domanda si estende a tutti i soggetti del gruppo la modifica
voluta ha effetto per tutti costoro
produzione di un medesimo effetto giuridico leffetto raggiunto da uno
del gruppo valido per tutti il giudicato si estende solo se la pronuncia
di accoglimento, perch solo il raggiungimento dello scopo consuma il
potere di impugnativa d coloro che non hanno ancora agito
la produzione di effetti diretti di certe sentenze rispetto a terzi stata
anche giustificata osservando che ci avviene tutte le volte che la
giurisdizione civile non opera su un rapporto giuridico, bens su un atto o
fatto giuridico laccertamento fuoriesce dalla sfera delle parti del
processo per interessare una generalit pi o meno ampia
linquadramento nelluna o nellaltra prospettiva, porta a conseguenze
diverse:
la seconda concezione la sentenza pu operare qualsiasi sia leffetto
dellaccertamento (anche nel caso di rigetto della domanda)
a. art.28 l.300/1970
i.concorrenza di pi azioni analoghe
dei vari sindacati locali si pu

profilare la concorrenza di pi
iniziative in occasione di un unico
evento lesivo prodottosi su scala
nazionale
valutare la potenziale espansione del giudicato che si forma in uno dei
processi
considerando ci le associazioni sindacali locali come soggetti ai quali
spetta solo la capacit di stare in giudizio come sostituti processuali
dellassociazione nazionale
- la proposizione di una iniziativa impedirebbe la
proposizione di analoga iniziativa da parte di altra
organizzazione territoriale
- laccertamento passato in giudicato dovrebbe
estendersi anche ai soggetti che non hanno agito
sufficiente che nel processo deciso per primo fosse stata accertata
lillegittimit del comportamento perch tale risultato potesse avere
efficacia su tutto il territorio dello stato, impedendo ogni altra iniziativa
giudiziaria
ma il giudicato si forma qualsiasi sia lesito della pronunzia? o solo se
viene accolta la richiesta del sindacato?
azione esperita dal sindacato +
azione esperita dal singolo
lavoratore
la sentenza emessa nel procedimento promosso dallassociazione
sindacale pu spiegare effetti anche nei confronti del lavoratore?
- se la domanda del sindacato viene accolta automatica
estensione dei benefici
- se la domanda del sindacato viene respinta
il lavoratore pu agire in un autonomo
processo? quali sono gli effetti del
giudicato di rigetto? si estende anche al
lavoratore impedendone ogni autonoma
iniziativa? s
qualche autore sostiene la tesi della sola operativit nel caso di accolta
domanda si precluderebbe ingiustamente al lavoratore di agire in
separato giudizio;
tuttavia ha poco senso parlare di estensione dei benefici in caso di
accoglimento della domanda, giacch il datore di lavoro
automaticamente obbligato a cessare lazione antisindacale lunico
caso realmente prospettabile di estensione quello del rigetto della
domanda
o si ammette lestensione degli effetti del giudicato (anche in caso di
rigetto) o si ammette che il lavoratore possa sempre individualmente
tutelarsi

a. efficacia ultra partes del giudicato che pronuncia querela di

falso

in tale ipotesi la pronuncia del giudice cade su un fatto per cui il relativo
accertamento non pu non imporsi erga omnes
laccertamento della verit segue il documento in ogni sua ulteriore
vicenda precludendo ogni altra valutazione contraria ( efficacia erga
omnes sia che ne sia attestata la veridicit, che ne sia accertata la falsit)
b. le pronunce di status
saliente esempio di estensione erga omnes del giudicato: la sentenza si
pronunzia su un fatto; si consideri inoltre la pubblicit degli status, fonte di
certezza per tutti i soggetti dellordinamento
la valenza erga omnes delle pronunce di status sembra riguardare tutti
soggetti dellordinamento riferendosi esclusivamente allesito della
sentenza come fatto storico
il riconoscimento giudiziale Tizio figlio di Caio opera per tutti (allo
stesso modo delles. in cui nessuno pu non riconoscere a tizio il giudicato
che lo dichiara proprietario)
SINTESI LIMITI SOGGETTIVI DEL GIUDICATO CIVILE:

estensione ai terzi del giudicato:


estensione degli effetti giuridici (riflessi e diretti) un fenomeno
eccezionale
valenza come mero fatto un fenomeno normale

lart.2909 c.c. nel circoscrivere lefficacia del giudicato riguarda i soli


effetti giuridici ( estensione carattere di eccezionalit), ma non
concerne gli effetti della sentenza come mero fatto (normalit)

lespansione degli effetti giuridici limitata a casi specifici


per gli effetti riflessi: alla sola ipotesi di pregiudizialit-dipendenza
per gli effetti diretti: ai soli casi delle legittimazioni concorrenti
gli effetti di mero fatto sono generali (riguardano tutte le sentenze)
6.
limiti soggettivi = nei confronti di chi operano gli effetti della sentenza
LIMITI OGGETTIVI = che cose coperto da tali effetti quando una causa pu
dirsi identica: indagine sugli elementi oggettivi della domanda (petitum e causa
petendi)
- con la litispendenza si tenta di impedire a priori che una
stessa causa venga decisa due volte e lo scopo viene
raggiunto con la cancellazione del ruolo della causa
proposta per seconda
- exceptio rei giudicate opera invece dopo la decisione di
una delle due cause e impedisce che possa essere
portata avanti laltra
lindagine sulla CAUSA PETENDI e sul PETITUM:
a) CAUSA PETENDI rappresenta il diritto che si fa valere
si tratta di vedere quali siano i fatti costitutivi che lo fanno sorgere:
- mutamento di FATTI SECONDARI non sorge una
nuova azione non possono essere allegati in un
separato giudizio perch ci sempre impedito dal
giudicato

mutamento di FATTI PRINCIPALI (= fatti costitutivi del


diritto)
a. per i fatti ETERODETERMINATI (es.
diritti di credito)
ad ogni diritto eterodeterminato corrisponde un solo fatto costitutivo
(due diversi fatti costitutivi due diritti diversi)
b. per i fatti AUTODETERMINATI (diritti
assoluti es. diritto di propriet)
i diritti autodeterminati si identificano solo in funzione del contenuto
possibile la convivenza di pi fatti costitutivi (es. modo di acquisto
della propriet sono molteplici)
il giudicato copre tutti i possibili titoli di acquisto:
se domanda rigettata, ogni altra azione di rivendica sar preclusa
anche se sulla base di diverso titolo (a meno ch il titolo di acquisto
non sia successivo alla formazione del giudicato)
problema delle AZIONI COSTITUTIVE (es. impugnative negoziali)
se annullamento per dolo e annullamento per violenza morale costituiscono
due azioni distinte non sar consentito il passaggio dalluna allaltra in
corso di causa, ma sar possibile esperire due azioni in giudizi separati
perplessit
bisognerebbe concludere per la possibilit d passare in certi casi anche
da una fattispecie eliminativa ad unaltra (es. da annullamento a nullit)
senza che muti loggetto della domanda *fermo che il mutamento della
fattispecie eliminativa non comporti la variazione del fatto a base dellazione
in sostanza il problema sta tutto nel verificare se vi siano o no mutamenti
del fatto costituivo del diritti
a) PETITUM

vi sono variazioni tanto del petitum immediato (= tipo di provvedimento che


si chieda al giudice) quanto dl petitum mediato (= bene concretamente
richiesto con il provvedimento) che non determinano mutamento dellazione
tale distinzione qui inutile
il mutamento del semplice nomen non determina novit dellazione
il giudice non potrebbe respingere la domanda in considerazione della
formula utilizzata dallattore, dovrebbe accoglierla modificando dufficio la
formula
se invece respinge la domanda non resta che impugnare la sentenza, ma se
questa passa in giudicato linvocazione del diverso nomen in un nuovo
giudizio non possibile
in sostanza la variazione del petitum d luogo ad unazione nuova che non
coperta dal giudicato solo quando muta il diritto fatto valere (non per es. se
varia limporto del risarcimento richiesto)
esistenza di due distinti diritti:
- danno materiale e danno morale la successiva
richiesta di danni morali non dovrebbe trovare
ostacolo
- capitale e interessi scaduti interessi possono fare
riferimento ad una domanda autonoma, non esclusa
la possibilit di un separato giudizio

( interessi maturati dopo linizio del processo entrano a far parte


della domanda giudiziale non possono essere richiesti in separato
giudizio)
7.
problematica del GIUDICATO con riferimento ai PROCEDIMENTI SPECIALI civili
mancanza di specifiche indicazioni legislative in materia
classica tripartizione fra procedimenti speciali:

A COGNIZIONE PIENA (es. il processo del lavoro)


producono a tutti gli effetti il giudicato (in quanto la
specialit di tali procedimenti si risolve in una
diversificazione del rito e non dellaccertamento)

A COGNIZIONE SOMMARIA sono molto eterogenei; il


problema si posta soprattutto con:
- decreto ingiuntivo
- convalida di sfratto
rispetto ai quali pi che efficacia del giudicato si dovrebbe parlare di
preclusione pro iudicato =la sola protezione del risultato raggiunto
nellambito di quel processo
- lordinanza provvisoria di rilascio invece non pare idonea a dar
luogo al giudicato (sia er la sua intrinseca provvisoriet subordinata
allaccoglimento delle eccezioni, sia per il suo carattere non
definitivo)
- i procedimenti in camera di consiglio hanno natura controversa;
anche qui per si tende per lidea della sentenza in senso
sostanziale, assoggettabile al ricorso in cassazione ed idonea a
produrre in tutti i sensi il giudicato

PROCEDIMENTI INTERLOCUTORI non producono il


giudicato n potrebbero: ad es. i provvedimenti cautelari
per la loro provvisoriet ed intrinseca strumentalit
rispetto al processo di merito)
8.
problema della stabilit del risultato per i processo di esecuzione forzata
questo processo si chiude con un provvedimento (lordinanza di distribuzione)
che pu divenire irrevocabile: dopo 5 giorni se non viene proposta lopposizione
(salvo la possibile revoca che possibile fino a quando il provvedimento non
abbia avuto esecuzione)
anche il risultato del processo esecutivo acquista stabilit anche se inferiore
a quella del giudicato PRECLUSIONE PRO IUDICATO (o COSA ESPROPRIATA)
il problema vedere entro quali limiti sia assicurata la stabilit dello stato di
riparto
il problema non ha soluzioni univoche:
- Redenti e Carnelutti: lirrevocabilit dello stato di riparto
preclusione per il debitore che non pu pi esperire la
condictio indebiti
- Allorio e Garbagnati: il riparto non creerebbe preclusione
per il debitore che potrebbe sempre agire per ripetere
quanto ingiustamente pagato

se un creditore collocato a riparto e rimasto incapiente, agisce


successivamente contro il debitore per il credito insoddisfatto, tale credito
potrebbe essergli contestato nel nuovo processo esecutivo (a nulla vale che lo
stato di riparto sia divenuto irrevocabile)
questione delicata: contestazione dei crediti art.512 permette di dare vita a
un procedimento di cognizione che termina con sentenza suscettibile di
passare in giudicato, che la sola che pu attribuire incontestabilit ai crediti
collocati a riparto (al di fuori di tale schema non possibile pervenire a una
preclusione assoluta della distribuzione)
la definitivit dello stato di riparto operer sempre nellambito del processo
esecutivo divenuta irrevocabile lordinanza di distribuzione i creditori non
potranno pi essere costretti a restituire
ma il fatto che lesito del riparto resti fermo non significa che il creditore che ha
ottenuto una soddisfazione ingiusta non possa essere fatto comparire in un
separato processo con la condictio indebiti civilistica (azione personale) e
condannato a restituire quanto ha indebitamente percepito
tutto ci sarebbe inconcepibile con riferimento al processo di cognizione che
impedisce sempre un nuovo processo

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