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di Alberto Lucarelli | 29 giugno 2015

Riforma scuola, i profili di incostituzionalit


nel ddl Buona Scuola

Scuola
di Alberto Lucarelli | 29 giugno 2015
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Pi informazioni su: Costituzione, Docenti, Governo Renzi, Incostituzionalit, La Buona Scuola,
Riforma della Scuola

Alberto Lucarelli
Ordinario di Diritto Costituzionale Universit di Napoli Federico II - Dipartimento di Giurisprudenza

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Porre la fiducia da parte del governo sulla riforma della scuola ha significato non consentire al
Parlamento ed alle opposizioni di svolgere su temi centrali della vita civile del Paese, attinenti alla
tutela di diritti fondamentali, il ruolo e la funzione che la Costituzione riconosce loro. Infatti, il
provvedimento prevede scelte di discrezionalit legislativa destinate a ripercuotersi sui diritti di
una pluralit di soggetti, ed in senso pi ampio su una struttura organizzativa fondativa del nostro
Stato sociale.
Bisogna dare al Parlamento ed alle opposizioni il diritto di svolgere il proprio ruolo,
costituzionalmente garantito, ed in particolare di esprimersi su una serie di questioni di dubbia
costituzionalit.
1. Lalternanza scuola-lavoro ed il conseguente vulnus del diritto allo studio
In contrasto con il diritto allo studio sembra porsi la parte relativa allalternanza scuola-lavoro. Il
riferimento, in particolare allobbligo (e non alla mera possibilit) di esperienza lavorativa per
almeno 400 ore (nel secondo biennio e nellultimo anno negli istituti tecnici e professionali) e 200
(nel triennio nei licei). Si dubita della compatibilit di una tale imposizione con il diritto di solo

studio e col diritto ad una valutazione che tenga conto esclusivamente del proprio percorso
scolastico: viceversa, linclusione delle esperienze extrascolastiche nel curriculum dello studente le
rende valutabili in sede di esame di Stato.
Sarebbe, pertanto, fortemente auspicabile articolare lalternanza scuola-lavoro su base volontaria e
rendere immune il giudizio valutativo da qualsiasi attivit extradidattica.
2. Il c.d. Preside-sceriffo
Senza dubbio, tra le disposizioni pi contestate rientrano quelle concernenti il cosiddetto preside
sceriffo. Si allude al conferimento di poteri al dirigente scolastico in particolare al potere di
individuare il personale da assegnare ai posti dellorganico. Attualmente, sono gli stessi vincitori
del concorso a scegliere, nellordine in cui sono inseriti nella graduatoria, il posto di ruolo fra quelli
disponibili nella regione.
La norma stabilisce che il dirigente, per la copertura dei posti dellistituzione scolastica, propone gli
incarichi triennali ai docenti di ruolo assegnati allambito territoriale di riferimento, anche tenendo
conto delle candidature presentate dai docenti medesimi.
Prevede, inoltre, la facolt del dirigente di utilizzare docenti in classi di concorso diverse da quelle
per le quali sono abilitati, purch posseggano titoli di studio validi per linsegnamento della
disciplina e percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da
impartire.
Si tratta di poteri significativi lesivi di diritti costituzionalmente garantiti (uguaglianza, diritto al
lavoro, buon andamento e imparzialit dellagire amministativo).
3. Valutazioni e premialit vs. la libert dinsegnamento del docente
Unulteriore considerazione va svolta sul carattere del lavoro dellinsegnante che ha strutturalmente,
e aggiungerei fisiologicamente, natura non subordinata nel senso che frutto dellesercizio del
diritto costituzionale alla libert dinsegnamento (art. 33 Cost.). Se per il preside che sceglie,
come si visto, il corpo insegnante per lorganico funzionale, tale scelta condiziona la libert
dinsegnamento nel senso che pu costituire una forma di pressione e di adeguamento alla volont
di una figura monocratica.
Identico discorso va fatto per laspetto premiale che, se oggetto di una valutazione da parte di
commissioni in cui seggono anche i genitori e gli allievi, pu risultare distorcente rispetto la serenit
dello svolgimento del lavoro del docente che avrebbe come valutatori quelli che valuta. Di tenore
diverso sarebbe usare tali commissioni per provare la ricezione del proprio lavoro e introdurvi dei
correttivi; una cosa ben diversa dal legare questo momento ad una premialit di qualsiasi tipo.
4. Risorse esterne e contributi pubblici per le scuole privateInfine ultima questione da valutare la
realizzazione di unautonomia non solo funzionale ma finanziaria delle scuole, legando la riuscita
della scuola alla possibilit di attrarre risorse esterne. In tal caso i fattori economici e storico
sociali del contesto in cui opera la scuola diventerebbero poi un dato condizionante la disparit tra
scuola e scuola, in violazione dei primari principi fondativi dello Stato sociale (artt. 2, 3, 33, 41
Cost.)
Identico discorso, in violazione dellart. 33 Cost. (Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e

istituti di educazione, senza oneri per lo Stato) andrebbe posto sulla possibilit per le scuole private
di incamerare oltre che il finanziamento statale anche le somme che i singoli contribuenti hanno
chiesto come rimborso per la spesa dellistruzione (il cosiddetto buono scuola).
In conclusione si tratta di tutti aspetti molto preoccupanti e soprattutto lesivi di principi
costituzionali, che meritano approfondimenti e che soprattutto non possono essere liquidati con
un voto di fiducia. Prevedo sul piano giuridico ricorsi e soprattutto il ricorso alla Corte
costituzionale che ne verifichi la dubbia tenuta costituzionale.

Riforma della scuola, tutti i motivi di incostituzionalit secondo sindacati e


costituzionalisti
Unicobas e associazioni analizzano il testo del provvedimento

LAPRESSE

09/06/2015
flavia amabile
Arriva il primo stop dal Parlamento alla riforma della scuola ed arriva dalla commissione Affari
Costituzionali che boccia il parere di costituzionalit. Proprio lincostituzionalit del provvedimento
una delle accuse che arrivano da pi parti e per numerosi motivi. Eccoli riassunti dagli Unicobas e
dalle associazioni che rappresentano gli idonei al concorso del 2012; queste ultime hanno chiesto un
parere al costituzionalista Michele Ainis.

1. Tutti hanno un posto fisso, anche chi impiegato su di una linea di autobus, mentre con il ddl
2994 gli insegnanti verrebbero inseriti in un organico funzionale senza una scuola fissa, per
coprire le assenze dei colleghi o per piccole supplenze. La disparit riguarderebbe tutti i docenti, sia
quanti andassero in esubero che quanti avessero necessit di procedere a trasferimento.

2. Il ddl viola unilateralmente, contro ogni norma del diritto del lavoro, il contratto nazionale
vigente e tutte le norme poste costituzionalmente a garanzia della funzione docente in ordine alla
salvaguardia della libert di insegnamento. Inoltre questoperazione volta esplicitamente non solo
a disapplicare il contratto vigente, bens a spostare sul terreno della riserva di legge istituti di
natura tipicamente contrattuale, come lorario di lavoro, le ferie, la retribuzione (premiale), lo stato
giuridico.

3. Valutazione impropria della funzione docente da parte di chi non ne ha le competenze.


Innanzitutto da parte di genitori ed alunni del Comitato di valutazione. E come se ai medici
venisse imposto di scrivere anamnesi e terapie dietro dettatura dei pazienti. Stessa cosa per il POF
(piano dellofferta formativa), che verrebbe delineato dal dirigente ed approvato dal Consiglio
dIstituto cancellando di fatto lorgano professionalmente preposto, che il Collegio dei Docenti.

4. Non competente a valutar ei professori anche il dirigente scolastico, mai formato alluopo
(neanche sotto laspetto tecnico, poich dovrebbe allora avere competenze quantomeno
interdisciplinari certificate in campo metodologico didattico e su tutte le singole materie), che
comunque non potr mai avere una posizione estranea perch interno alle dinamiche di gruppo
presenti nellistituto.

5. Assenza assoluta si qualsiasi criterio di riferimento, assenza assoluta di qualsiasi bilanciamento


dei poteri.

6. Per quel che riguarda gli idonei al concorso del 2012, il rinvio della loro assunzione
incostituzionale perch viola larticolo 97 della Costituzione che stabilisce che agli impieghi nelle
pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge. E viola il
principio deguaglianza previsto nellarticolo 3 e lede il principio dellaffidamento dellarticolo 2.

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