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Quindi nel secondo libro e prima parte del terzo dettaglia la pratica che conduce a nuove
possibilit della coscienza (samadhi), se questa viene rivolta a conoscere lesterno si
hanno le realizzazioni, sviluppate nel terzo libro, se rivolta allinterno levoluzione della
coscienza, primo libro, e successivamente gli effetti finali Kaivalya, la liberazione, nel
quarto libro.
Quindi il samyama (E necessario leggere i primi sutra del terzo libro) la precondizione,
la qualit necessaria per ottenere profondi cambiamenti, ma il samyama deve essere
rivolto al conseguimento del kaivalya, la liberazione e dedica tutto il quarto libro a questo
aspetto basilare, anzi avverte in sutra 3.51 e 3.52 necessario non attaccarsi a ci che si
conseguito, altrimenti non si pu accedere alla liberazione. Si pu dire che linsorgere delle
realizzazioni pu dare un senso di superiorit che rinforza lego.
Gli ultimi quattro sutra del terzo libro sono splendidi e indicano chiaramente ci che
Patanjali considera fondamentale, in particolare la consapevolezza del presente. Si pu
dire che per Patajali le siddhi non siano necessarie alla realizzazione tranne il samyama e
questo giustamente orientato alla ricerca interiore senza quellaura di mistero e di magia
che alla pratica e alla ricerca seria non fanno bene e rischiano di confondere le persone che
si avvicinano o perch giustamente scettiche nei confronti del miracolismo o perch
affamate di straordinario.
Credo che per una buona ricerca interiore sia sufficiente guardare la realt ordinaria con
limmenso stupore che essa merita.
Cercher ora di dare alcuni esempi credo interessanti e porter alcune testimonianze di
maestri sulle siddhi, i poteri.
Vorrei iniziare con la tradizione buddista con un piccolo racconto che riporter dal libro
di Desjardin alla ricerca del S ed. Mediterranee.
Un giorno il Buddha attraversava un fiume con i suoi discepoli,facendo ricorso al
traghettatore. In quel momento un grande yogin si mette ad attraversare il fiume
camminando sulle acque. I discepoli del Buddha (simili a tutti i discepoli del mondo,
pronti a dubitare del loro guru e del suo insegnamento) cominciano ad avere paura. Ah!
Il Maestro ci fa salire sulla barca e non ci ha mai insegnato a camminare sulle acque e
questo yogin invece cammina sui flutti. Uno dei discepoli fa quello che si fa in questi casi
quando ci si vuole rassicurare, accecare e soffocare immediatamente un dubbio; si mette a
dire:Non ha alcun valore, questo genere di potere miracoloso. Si disse il Buddha, ha un
valore,tutto ha un certo valore.
Ah si? Che valore ha?. Non sono in grado di dirtelo ora, te lo dir tra poco. Quando la
barca ha raggiunto laltra riva, il Buddha chiede al traghettatore: Quanto ti debbo? E
costui risponde: Venticinque centesimi a persona. Il Buddha dice allora al discepolo:
Ecco, quel potere miracoloso vale venticinque centesimi.
Riporter un brano interessante che mi sembra in sintonia con quanto vi ho raccontato
poco prima, tratto dallinsegnamento Zen di Shunryu Suzuki.
Una donna disse a Suzuki di aver sentito gli altri sostenere che era in grado di leggere la
mente. Quando gli fu domandato se fosse vero, rispose:no!. Nelle lezioni successive
neg di avere tali capacit.
Mel (discepola di Suzuki) sosteneva che chi era alla ricerca di miracoli o poteri
straordinari, era completamente fuori strada.La magia di sensi lordinario.
Tratto da Cetriolo storto, di D.Chadwick, ed. Ubaldini
VIBHUTI PADA
Il terzo libro: delle realizzazioni
Difficile capire se si riferisce alla capacit di svanire alla vista o alla comprensione
profonda delle propriet della luce.
3.22 Cos, allo stesso modo per i suoni.
3.23 Grazie al samyama applicato al karma oppure su segni premonitori si pu intuire
lesatto momento della propria morte.
3.24 Grazie al samyama sullamore, sulla compassione, sulla letizia e sullindifferenza
si ottengono a perfezione.
3.25 Praticando il samyama sulla forza dellelefante ne si ottiene la forza.
3.26 Grazie al samyama sullinvisibile, si ottiene la conoscenza del piccolissimo e del
grandissimo.
3.27 Grazie al samyama sul sole si consegue la conoscenza del sistema solare.
3.28 Grazie al samyama sulla luna si consegue la conoscenza della posizione delle stelle.
3.29 Grazie al samyama sulla stella polare si conosce il loro movimento.
3.30 Grazie al samyama sullombelico (chakra munipura), si percepisce lorganizzazione
del corpo.
3.31 Grazie al samyama sulla gola (vishudha) conosciamo il centro che controlla la fame
e la sete.
3.32 Grazie al samyama sul (Kurmanadi) si ottiene la stabilit.
Un punto situato alla sommit del petto.
3.33 Grazie al samyama sulla luce sotto la corona del capo (sahasrara chakra), si
acquista la capacit di entrare in contatto con gli esseri perfetti.
Si conosce la condizione spirituale degli iniziati.
3.34 con lonniscienza la conoscenza di ogni cosa.
3.35 Grazie al samyama sul cuore (anahata chakra) la natura della mente.
3.36 Nella esperienza ordinaria non c distinzione tra la pura consapevolezza e la
percezione pura grazie al samyama si conosce la loro distinzione.
3.37 Da ci un ascolto, un tocco, un vedere, un gustare, un odorare sovrasensibili. (Al di
l del normale percepire)
3.38 Questi sono poteri se la mente rivolta allesterno, ma sono ostacoli sul cammino
della consapevolezza, della realizzazione (Samadhi).
3.51 Quando poi si liberi da attaccamento rispetto a tutti questi poteri si distrugge il
seme che imprigiona. A quel punto segue la liberazione (kaivalya).
3.52 Si dovrebbe evitare qualsiasi attaccamento o orgoglio nei confronti delle tentazioni
delle entit divine che governano i vari livelli esistenziali, poich questo porterebbe
con se la possibilit di risveglio del male.
3.53 Praticando la concentrazione sul momento presente, sul momento passato e sul
momento che verr, si ottiene la conoscenza nata dalla consapevolezza della realt
suprema.
3.54 Da qui nasce la capacit di distinguere tra oggetti simili che non possono essere
indicati da specie, carattere o posizione.
3.55 La conoscenza superiore nata dalla consapevolezza della realt trascendente, e
include la cognizione di tutti gli oggetti, simultaneamente comprende tutti gli oggetti e
opera in qualunque direzione--- nel passato, nel presente e nel futuro--- e trascende il
modo di essere nel mondo.
3.56 Si consegue la liberazione (kaivalya) allorch esiste una uguale distribuzione di
purezza tra la consapevolezza e la percezione.