0 Introduzione
Negli ultimi 30 anni l’utilizzo di dispositivi al silicio come rivelatori di
traccia è andato sempre più espandendosi. Ciò è stato reso possibile soprattutto
dagli sviluppi della tecnologia planare che ha permesso di costruire strutture a
semiconduttore con una geometria definita al micron. Sono stati sviluppati
rivelatori con un’elevata risoluzione spaziale, rivelatisi ottimi come rivelatori di
vertice in esperimenti di fisica delle alte energie.
Le prestazioni di tali rivelatori potrebbero risultare insufficienti per un
eventuale aumento della luminosità di LHC [Ref. 1]. Si sta quindi provvedendo
allo sviluppo di una nuova famiglia di rivelatori al silicio, i rivelatori ad
architettura tridimensionale, o 3D, che garantiscano una maggiore resistenza ai
danni da radiazione, ed una più efficiente raccolta di carica per determinare più
accuratamente la posizione della particella ionizzante.
Lo sviluppo di questa nuova tecnologia presenta però degli inconvenienti
tecnici dovuti alle difficoltà di realizzazione di questi dispositivi vista la fragilità
del cristallo. Per questo, prima di arrivare ad una definitiva architettura
tridimensionale, lo sviluppo sta procedendo mediante prototipi ad architettura
semitridimensionale.
In questo lavoro di tesi saranno misurate le caratteristiche elettriche di due
diversi tipi di rivelatore ad architettura semitridimensionale, il 3D-STC e il 3D-
DTC. Il 3D-STC rappresenta lo stadio base della tecnologia, in quanto solo gli
elettrodi della giunzione penetrano il bulk, il 3D-DTC è invece ad un punto dello
sviluppo più avanzato visto che sia dal lato giunzione, sia dal lato ohmico presenta
delle colonne penetranti. Le misure svolte si dividono in misure di corrente e
misure di capacità ed hanno l’obiettivo di determinare: la tensione di svuotamento
totale, la tensione di svuotamento tra le colonne, la tensione di punch-through, la
corrente di fondo, la capacità di svuotamento totale dei dispositivi.
-2-
Capitolo 1
Rivelatori al silicio
Per i semiconduttori i valori caratteristici del band gap sono di 1.12 eV per
il Silicio e di 0.67 eV per il Germanio, ed è questo a rendere particolarmente
conveniente l'utilizzo dei semiconduttori come rivelatori.
ni = N C N V exp
−E g
2kT
=AT 3/ 2 exp
−E g
2kT
, (1.1)
distanti solo 0.05 eV, a temperatura ambiente; l'elettrone in aggiunta può essere
facilmente eccitato e passare in banda di conduzione diventando quindi libero di
muoversi all'interno del cristallo. In questo tipo di materiali, detti drogati “n”, la
corrente è dovuta principalmente al movimento degli elettroni, che prendono il
nome di portatori maggioritari, mentre le lacune prendono il nome di portatori
minoritari.
La situazione si ribalta nel caso di drogante trivalente, che genera un
eccesso di lacune in banda di valenza, e produce dei livelli discreti a ridosso della
stessa banda di valenza. In questo caso il materiale si dice drogato “p”, la corrente
è dovuta principalmente al movimento delle lacune che diventano quindi portatori
maggioritari, mentre gli elettroni diventano portatori minoritari.
In generale, i materiali che causano con la loro presenza un eccesso di
lacune in banda di valenza sono detti “accettori”, quelli che creano un eccesso di
elettroni in banda di conduzione sono detti “donori”.
Per il Silicio sono dei buoni donori materiali come fosforo, antimonio,
arsenico, mentre gallio, boro ed indio sono buoni accettori.
La frazione di sostanza drogante nel semiconduttore è in genere davvero
minima, drogaggi tipici sono dell'ordine di 1013 atomi/cm3 contro una
concentrazione di silicio di 1022 atomi/cm3; nel caso in cui si voglia incrementare
di molto la conduttività elettrica del semiconduttore ci si spinge fino a drogaggi di
1020 atomi/cm3, ovvero un atomo “drogante” ogni cento atomi di silicio. In questa
configurazione si dice che il silicio è drogato p+ o n+ a seconda del tipo di
drogaggio.
La concentrazione di elettroni e lacune nei semiconduttori drogati
obbedisce ad una semplice legge, detta n la concentrazione di elettroni e p la
concentrazione di lacune, il loro prodotto è:
np=ni2 =AT 3 e
−E g /kT
(1.2)
ND +p = NA + n, (1.3)
p ~ n i2/ND; (1.4)
1.1.4 Mobilità.
Applicando un campo esterno al silicio, gli elettroni in banda di
conduzione e le lacune in banda di valenza acquistano una velocità all'interno del
cristallo, che può essere espressa dalle seguenti relazioni:
e e, (1.5)
l l,
fatto che una frazione dell'energia acquisita da elettroni e lacune viene persa nelle
collisioni con il reticolo.
con l'aggiunta di livelli addizionali nel cuore della banda proibita, tali stati
possono catturare un elettrone dalla banda di conduzione e successivamente
mostrare uno dei due seguenti comportamenti:
rivelatori.
La presenza di centri di ricombinazione e di trappole modifica il
comportamento capacitivo a seconda delle frequenze a cui è soggetto il rivelatore,
come vedremo dall'analisi effettuata nel capitolo 3.
elettrico.
Per via della differente concentrazione di elettroni e lacune tra i due
materiali c'è un'iniziale diffusione di buche verso la regione n e di elettroni verso
la regione p. Come conseguenza gli elettroni diffusi vanno ad occupare le lacune
nella regione p, mentre nella regione n la lacune diffuse catturano gli elettroni
liberi, causando una differenza di carica tra le due parti della giunzione
inizialmente entrambe neutre. La regione p, iniettata con elettroni, diventa
negativa, quella n, iniettata di lacune, diventa positiva e ciò crea un campo
elettrico all'interno del dispositivo che ferma il processo di diffusione lasciando
una regione di cariche immobili.
A causa del campo elettrico c'è una differenza di potenziale nella
giunzione, questo è noto come potenziale di contatto.
Questa caratteristica è particolarmente interessante per la rivelazione della
radiazione, la radiazione ionizzante, entrando in questa zona libererà una coppia
elettrone lacuna che sarà portata via dalla zona di svuotamento per effetto del
campo elettrico di contatto, ovvero il campo elettrico che si viene a creare sulla
giunzione tra i due pezzi di semiconduttore diversamente drogati. Piazzando dei
contatti elettrici alle estremità della giunzione si può misurare una corrente
proporzionale alla ionizzazione avvenuta nella zona di svuotamento, con un
comportamento analogo alle camere di ionizzazione.
d 2 V −ρ x
= (1.6)
dx 2 ε
- 14 -
1/ 2
d=x n +x p =
2 εV 0 N A +N D
eN A N D (1.7)
Dalla 1.7 si può notare che se una delle due regioni presenta un drogaggio
molto più intenso dell’altra lo svuotamento si estenderà per la maggior parte nella
zona meno drogata.
A causa della sua configurazione elettrica mostrata in figura 1.5, la zona di
svuotamento ha anche una certa capacità che, come vedremo in seguito, influisce
sul rumore quando la giunzione è usata come rivelatore.
Per una geometria planare, la capacità è:
A
C=ε (1.8)
d
deve essere applicata una polarizzazione inversa alla stessa, ovvero, una tensione
negativa sul lato drogato p, o una tensione positiva sul lato drogato n. [Ref. 3]
Questa tensione avrà l'effetto di attrarre le buche nella regione p lontano
dalla giunzione e verso il contatto, stessa cosa per quanto riguarda la zona n.
L'effetto totale è di allargare la zona di svuotamento e quindi il volume
disponibile per la rivelazione della radiazione incidente. Più è alta la tensione
esterna più si allargherà la zona di svuotamento, che al massimo può coincidere
con le dimensioni della giunzione. Si deve però stare attenti al fatto che, ad un
certo punto, per tensioni elevate, la giunzione andrà in breakdown ed inizierà a
condurre.
La larghezza della zona di svuotamento potrà essere calcolata
semplicemente sostituendo alla tensione V0 la somma V0 + VB, dove VB è la
tensione inversa applicata alla giunzione:
1/2
d=x n +x p =
2ε V 0 +V B N A +N D
eN A N D . (1.9)
1.2.2.1 Il breakdown.
Una giunzione in polarizzazione inversa, sottoposta ad una tensione
- 16 -
[ ]
2
−dE 4π nz 2 e 2 2m e c 2 β 2
= ln −β 2 (1.10)
dx m e c2 β 2 4 πε 0 I 1−β 2
Per effetto del campo elettrico gli elettroni si muovono verso il lato
soggetto ad una tensione maggiore, le lacune verso il lato a tensione minore. Al
moto di deriva dovuto al campo elettrico si somma il moto di diffusione dovuto al
gradiente di concentrazione di portatori prodotto dalla ionizzazione che genera un
allargamento del volume occupato dalla carica generata.
di Landau, per cui il valore più probabile è minore del valore medio, e si attesta a
circa 22000 coppie. [Ref. 4]
1 1
D
I d =qp n0 A l
τl
2
D
+qn p0 A e
τe
2
(1.11)
dove è la vita media degli elettroni o delle lacune a seconda del pedice, pn0 e np0
- 21 -
qni Ad
I g= (1.12)
τ eff
μl d
t=τ ln , (1.13)
μ e x0
e
μ t
Qe t = x 0 1−exp e
d μl τ (1.14)
Ql t =
−e
d 0 t
x 1−exp .
τ
(1.15)
- 23 -
1.5 Rivelatori 3D
Gli aspetti principali che hanno reso questa tecnologia possibile sono stati:
• La nascita di un nuovo tipo di tecnologia etching che
ha permesso la realizzazione di buche con un rapporto
profondità/larghezza di 15:1.
- 29 -
Partendo dal modello di Parker sono state sviluppate nuove architetture per
i rivelatori al silicio, ad esempio quelle analizzate in questo lavoro di tesi, i 3D-
STC ed i 3D-DTC nati dalla collaborazione tra l'INFN e l'IRST di Trento.
Tutti i processi sono stati svolti presso l'ITC-irst, tranne l'etching svolto
presso il CNM di Barcellona con l'uso dell'apparecchio DRIE. Riportiamo una
schematizzazione del dispositivo in figura 1.12:
- 34 -
drogate n+ sono disposte con una configurazione analoga a quella del 3D-STC, le
colonne p+ penetrano il bulk dal back come mostrato in figura.
Capitolo 2
Setup sperimentale
• Il microscopio;
• Il chuck;
• Una stazione mobile
• Alcune micropunte connesse agli strumenti di misura che
si trovano all’esterno della gabbia di Faraday.
- 39 -
oculare è collegata una telecamera; tali supporti sono fatti in maniera tale che il
microscopio possa anch’esso muoversi su un piano, anche se in una zona ristretta.
Questa possibilità di movimento si rivela molto comoda nel posizionamento delle
micropunte sul dispositivo. Il microscopio restituisce dettagli dell’ordine del
decimo di micron.
La stazione mobile presenta anche un supporto metallico sul quale, con
delle opportune calamite, è possibile fissare i manipolatori delle micropunte.
Questi manipolatori sono dei piccoli apparati che tramite un braccio consentono di
posizionare le punte con una precisione micrometrica (in figura 2.3). Il braccio
può muoversi in tutte e tre le dimensioni, opportunamente controllato da tre viti,
ognuna responsabile del movimento in una singola dimensione. Il braccio è fatto
in materiale conduttivo, ed è ricoperto di plastica isolante; all’estremità del
braccio vi è una pinza a cui è attaccata la punta vera e propria. Anche la stazione
di controllo presenta un ingresso con impedenza di 50 Ohm.
Fig. 2.3: Dettaglio della Probe Station: sono visibili le micropunte con i
relativi manipolatori e la basetta ospitante i rivelatori.
- 42 -
Su una delle pareti della gabbia di Faraday sono montati due pannelli con
connettori passanti che consentono di collegare le micropunte con il “Modular
DC Source/Monitor” e con l’apparato “LCR Meter”.
I collegamenti elettrici all’interno della Probe Station avvengono tutti
mediante cavi con impedenza caratteristica di 50 Ohm.
Nel caso specifico di questa tesi non sono state utilizzate le caratteristiche
conduttive del chuck, visto che i dispositivi misurati sono di dimensioni ridotte, e
si è preferito installare i dispositivi su una basetta conduttrice in rame. L’area
superficiale del dispositivo era troppo piccola per coprire l’area del più piccolo
anello incavato per cui il chuck garantiva il vuoto, come mostrato in figura 2.3.
capacità attese non sono più grandi di 100 pF le misure sono state eseguite in tale
configurazione.
Il front dell’apparato è dotato di quattro uscite o terminali: Hcur, Hpot, Lcur,
Lpot,. Si tratta di 4 uscite coassiali che utilizzano la calza esterna del coassiale non
come linea di massa, ma come canale di ritorno per il segnale trasmesso. In questo
modo i campi elettromagnetici indotti dalle correnti che scorrono nel canale
centrale e in quello esterno si sottraggono annullandosi e i cavi di trasmissione
non contribuiscono all’errore sui parametri misurati dello strumento. Lo strumento
presenta un’entrata per la messa a terra del dispositivo.
Sul pannello frontale sono inoltre presenti i comandi per il controllo dello
strumento LCR Meter ed un display LCD che indica i risultati delle misure. Lo
strumento può essere controllato direttamente da un computer collegato mediante
delle porte GPIB situate sul retro del dispositivo.
Le uscite dello strumento sono collegate in modo opportuno tra di loro e
con un’uscita che fornisce la polarizzazione proveniente dal generatore di
tensione, in modo da avere solo due uscite finali, denominate HIGH e LOW;
saranno queste due uscite ad essere connesse al dispositivo.
L’uscita HIGH rappresenta le uscite Hcur e Hpot cortocircuitate tra di loro a
cui viene collegata l’uscita HVU dell’HP 4142B, in modo da fornire una ulteriore
polarizzazione in continua su questo canale.
L’uscita LOW rappresenta le uscite Lcur e Lpot cortocircuitate tra di loro.
LCR Meter consente di effettuare misure di capacità in funzione della
frequenza, e di capacità in funzione della tensione applicata. Permette inoltre di
effettuare misure con l’apparato sperimentale privo del dispositivo in esame in
configurazione SHORT e OPEN.
La configurazione SHORT consiste nel cortocircuitare i cavi HIGH e
LOW, in modo da poter sottrarre dalla misura l’impedenza dei cavi. Con la
configurazione OPEN, ottenuta non connettendo l’uscita LOW al dispositivo da
misurare, si può ottenere una correzione del circuito aperto. La correzione OPEN
si effettua comunque con il dispositivo polarizzato. Le misure di SHORT e di
- 46 -
diretto di 1/C2 in funzione della tensione applicata. L’analisi più accurata dei dati
è stata eseguita in seguito mediante alcune macro scritte in ROOT.
Per il resto il 3D-DTC [Ref. 16] ha una struttura analoga a quella del 3D-
STC, e anche le dimensioni sono le stesse. Ovviamente dobbiamo considerare le
colonne p+, che saranno distanziate l'una dall'altra di 100 m; la distanza con la
colonna n+ prima vicina sarà di 71 m.
Per la polarizzazione del Main Guard Ring è stata usata anche la SMU1.
- 53 -
Capitolo 3
Misure di corrente e di capacità su
dispositivi 3D a singola e doppia
colonna
In questo capitolo sono descritte le misure eseguite sui dispositivi 3D-STC
e 3D-DTC. Si descriveranno dapprima le misure di corrente e poi quelle di
capacità.
Fig 3.3: Dettaglio del lato giunzione del rivelatore. Sia il 3D-STC che il 3D-DTC
hanno la stessa geometria sul lato giunzione.
Fig. 3.5: Caratteristica I-V del dispositivo 3D-STC ottenuta polarizzando unicamente Pad e Back
- 61 -
Fig. 3.6: Caratteristica I-V del Pad con polarizzazione sul Guard Ring.
- 62 -
Fig. 3.7: Fit lineare sulla caratteristica I-V con polarizzazione sul Guard Ring
La caratteristica I-V sul Pad ottenuta per una tensione sul Pad di 0 V ed una
tensione sul Back variabile tra 0 V e -84 V è riportata in figura 3.9.
- 64 -
Fig 3.9: Caratteristica I-V del dispositivo 3D-DTC con Main Guard Ring a 0.5V.
Fig 3.10: Caratteristica I-V del dispositivo 3D-DTC con Main Guard Ring a 0.5V,
arrestata prima di entrare in regime di breakdown.
- 65 -
configurazione a pixel oppure solo le colonne sulla stessa riga sono collegate tra
di loro nella configurazione a strip. In questi casi il dispositivo deve essere
polarizzato ricorrendo a tecniche particolari. Una di queste consiste nel
meccanismo del punch-through. In pratica si realizza un anello che circonda le
colonne e caratterizzato dallo stesso tipo di drogante di queste. L’anello viene
chiamato “anello di polarizzazione”. In assenza di una tensione applicata
all’anello di polarizzazione sia le colonne che l’anello sono circondati da regioni
di carica spaziale poco profonde e non in contatto tra di loro. In questa condizione
nessuna corrente fluisce tra l’anello di polarizzazione e gli elettrodi. Aumentando
la tensione sull’anello la regione di carica spaziale attorno a questo si amplia fino
a toccare la regione di carica spaziale che circonda le colonne. Quando si
stabilisce questa situazione si dice che siamo in condizioni di punch-through.
Anche se la barriera di potenziale tra le colonne e l’anello di alimentazione si è
ridotta, tuttavia, è ancora sufficiente a impedire l’emissione termica di elettroni
dalle colonne verso l’anello di polarizzazione. Aumentando la tensione sull’anello
di polarizzazione le regioni di carica spaziale attorno alle colonne e sotto l’anello
di polarizzazione, si compenetrano e si allargano fino ad occupare tutto il volume
del dispositivo. La tensione da applicare sull’anello di polarizzazione per stabilire
la condizione di punch-through dipende dalla geometria degli elettrodi, dalla
concentrazione di atomi droganti e debolmente anche dalla carica nell’interfaccia
tra ossido di passivazione e bulk.
In questo paragrafo viene mostrata la misura ottenuta della tensione di
punch-through sia sui dispositivi di tipo 3D-STC che su quelli di tipo 3D-DTC.
Come già detto, questi dispositivi non sono dotati di un anello di polarizzazione
ma possiamo considerare il Main Guard Ring come se fosse un anello di
polarizzazione e misurare la corrente tra Main Guard Ring e Pad. Questo è
sufficiente per fornirci una indicazione sul valore della tensione di punch-through
di dispositivi più complessi aventi la stessa geometria e concentrazione di
droganti.[Ref.18]
Questa misura è stata eseguita, per entrambi i dispositivi, fissando la
- 67 -
tensione di Pad e Back a 0 V e facendo variare la tensione sul Main Guard Ring
da 0 V a 10 V.
Fig.3. 11: Corrente di Pad, con Pad e Back a 0V, MGR tra 0V e 10 V
- 68 -
Fig. 3.14: Corrente di Pad, con Pad e Back a 0V, MGR tra 0V e 10 V.
A ε Si q e N
C=ε Si =A
W 2 V b +V bi
I punti in figura 3.18 mostrano l'andamento della capacità del dispositivo 3D-STC
in funzione della frequenza della componente variabile della tensione applicata.
Si nota che per basse frequenze la capacità del dispositivo è leggermente più alta,
circa 3.8 pF rispetto ai 3.2 pF che abbiamo alle alte frequenze.
- 74 -
In generale ci si aspetta che la capacità sia più alta alle basse frequenze
che non a frequenze più alte, per il contributo di impurità e imperfezioni nel
semiconduttore. I centri di ricombinazione possono essere occupati da cariche
provenienti da una delle due bande; dalla risoluzione dell'equazione di Poisson si
nota che quando i centri di ricombinazione sono occupati vi è un ulteriore
accumulo di carica nella giunzione rispetto alla situazione in cui si era trascurato
il contributo di tali impurità. Questo fenomeno è influenzato dal segnale alternato
applicato al dispositivo; per basse frequenze i livelli profondi all'interno del band
gap risultano popolati e per questo la capacità risulta più alta a basse frequenze.
Il modello di Godham e Naik [Ref.19, 20], assumendo un unico livello
accessibile all'interno della band gap, approssima il comportamento a basse
frequenze della capacità con la seguente relazione:
C0 −C ∞
C p =C ∞ 2
1
ω
ωt
, (3.1)
Fig. 3.19: Andamento della Capacità con il Reverse Bias, e andamento di 1/C^2
Si nota dalla figura 3.19 in basso, che per tensioni molto basse, il grafico
di 1/C2 presenta una regione piatta, fino a che non si raggiunge una polarizzazione
inversa di circa 6 V, poi c'è una salita lineare fino ad un valore costante. Si può
- 76 -
Fig. 3.20: In giallo le zone svuotate, nella figura a sinistra lo svuotamento tra
due colonne adiacenti, nella figura a destra il successivo svuotamento tra le
colonne ed il Back.
Dal fit del quadrato del reciproco della capacità possiamo ottenere il
valore preciso della tensione di svuotamento, pari a 18 V.
Il valore della capacità di svuotamento è pari a circa 2 pF. Si può stimare
il valore della capacità di svuotamento ricorrendo a un semplice modello. Il
dispositivo può essere approssimato al parallelo di due condensatori piani, uno
avente area pari alla somma delle aree di tutte le basi cilindriche delle colonne e
altezza pari alla distanza tra la base inferiore della colonna ed il back, ed un altro
condensatore avente come area la superficie complementare all'area precedente ed
altezza pari all'altezza del substrato p. Questo modellino fornisce come risultato
una capacità di svuotamento di circa 2.5 pF, che è in accordo con quella
misurata..
dividono in:
• Misura di C-f con f frequenza della componente variabile della
tensione applicata.
• Misura di C-V.
Fig. 3.20:Andamento della Capacità in funzione della frequenza per il dispositivo 3D-DTC
STC, la struttura cristallina del 3D-DTC è maggiormente stressata, per via del più
complesso processo di fabbricazione. Ciò potrebbe comportare l'insorgere di un
maggior numero di livelli energetici nel band gap.
Anche in questo caso, per la misura della capacità in funzione della
tensione si è scelto di fissare la frequenza a 104 Hz.
La figura 3.21 mostra il risultato della misura della capacità in funzione
della tensione di polarizzazione. Nell’andamento ottenuto possiamo distinguere
tre regioni differenti. La prima fino a 14 V quando si raggiunge lo svuotamento
della regione tra le colonne di tipo opposto. La seconda tra 10 V e 20 V in cui la
regione di svuotamento procede linearmente dalla zona tra le colonne fino a tutto
il resto del volume. La terza al di sopra dei 20 V quando il dispositivo è
completamente svuotato e la capacità si mantiene costante.
Dal fit dell’andamento del quadrato del reciproco della capacità
determiniamo una tensione di completo svuotamento pari a circa 18 V. Si tratta di
un valore che è paragonabile a quello ottenuto per il dispositivo 3D-STC. Per
tensioni inferiori a quella di completo svuotamento l’andamento è differente da
quello ottenuto per il dispositivo 3D-STC. Non ci si aspetta che lo svuotamento
dello spazio tra le colonne del lato giunzione proceda nello stesso modo per la
presenza delle colonne del lato ohmico con drogaggio complementare. Lo
svuotamento tra le colonne del lato giunzione è raggiunto solo per tensioni di
circa 15V.
La capacità di svuotamento per il dispositivo 3D-DTC risulta essere pari a
9 pF. Anche in questo caso è stato prodotto un modellino per giustificare questo
valore. Abbiamo considerato due contributi distinti. Il primo è quello tra le basi
delle varie colonne drogate n+ e il back e quello tra il lato giunzione e l’estremità
superiore delle colonne p+. Questo contributo è approssimabile a tanti piccoli
condensatori piani messi in parallelo. Il secondo contributo deriva dalla regione di
sovrapposizione longitudinale tra le colonne p+ e quelle n+. Ogni colonna n+ è
circondata da 4 colonne p+, anche se, come mostrato, le colonne non penetrano
tutto il bulk. Perciò consideriamo una capacità cilindrica per ogni elettrodo, che
- 79 -
ha per altezza il tratto comune delle due colonne. Data la matrice di colonne
16x16, dobbiamo considerare 256 condensatori cilindrici di tal tipo.
Conclusioni
Bibliografia.
[1] Il sito internet di LHC: http://lhc.web.cern.ch/lhc/
[2] Leo William R., Techniques for Nuclear and Particle Physics Experiments,
Spinger Berlin.
[3] S.M. Sze, Physics of semiconductor devices, John Wiley and Sons, 1969.
[4] Matteo Maria Angarano, Studio degli effetti indotti da radiazione in rivelatori
al silicio, Tesi di dottorando, 1999.
[6] K. Gill e al., Radiation damage by neutrons and photons to silicon detectors,
Nucl. Instr. and Meth. A322 (1992) 177.
[10] S.I. Parker, C.J. Kenney, J. Segal, A proposed new architecture for solid-
state radiation detectors, Nuclear Instruments & Methods in Physics
Research, 1997
- 83 -
l’utilizzo di una serie di scelte multiple per definire una funzione che riproducesse
la variazione dei colori richiesta. Le cinque definizioni di tale funzione
rappresentano le diverse combinazioni dei tre colori di base, in cui due sono fissati
a valori estremi ( 0 e 255) e l’altro varia su una scala lineare relativa al numero di
hit sui moduli. In questo modo c’è una perfetta corrispondenza tra le distribuzioni
dei colori e del numero di eventi che interessano i diversi elementi del Tracker. La
potenza di questa scrittura consiste nell’assoluta interscambiabilità delle palette, le
quali possono essere definite con una qualsiasi funzione o insieme di funzioni, che
permette delle diverse colorazioni secondo le necessità di visualizzazione.
A questo punto viene disegnata la mappa utilizzando il comando TCanvas
che permette il rendering dinamico di immagini gestibili attraverso un linguaggio
di scripting. Vengono disegnati i contorni dei moduli con una linea spezzata che
passa per i vertici e colorato l’interno con il colore associato al numero di hit. Il
numero di sfumature dei diversi colori dipende dalla distribuzione del numero di
eventi segnalati su ogni modulo e non dalla colorazione della tavolozza, che ha,
con questo metodo di associazione, una precisione pressoché infinita. Il fondo è
stato colorato di un celeste molto opaco perché è uno dei pochi colori neutri
rispetto alla visualizzazione delle tavolozze, cioè non disturba la visione
dell’immagine e mantiene un contrasto abbastanza evidente con i vari colori
utilizzati nella maggior parte delle palette.
All’esecuzione del programma è inoltre stampato un file di controllo
“exit.txt” in cui sono visualizzati gli elementi del Tracker con i loro numeri
identificativi e la quantità di eventi che li hanno interessati.
Sono visualizzati anche il colore con il suo codice numerico associato e il
codice-colore nella rappresentazione della paletta di visualizzazione.
Di seguito è riportato il codice del programma che permette la
visualizzazione della mappa del Tracker di CMS debitamente colorata e una
stampa dell’immagine prodotta.
- 88 -
#include <map>
void TrackerNewRGB()
{
int rgb[3];
int n,i,j,m;
int record;
int counter;
float color;
float c2 = 0; //mi dice quante volte il modulo più colpito è stato
colpito
float c1;
float x1,y1,x2,y2,x3,y3,x4,y4;
double x[4],y[4];
struct coordinateModulo{
double x[4];
double y[4];
int lati;
int modulo;
float eventi = 0;
} track[16588];
std::map<int,int>indice_moduli;
FILE* cfile=fopen("coordinates1.txt","r");
FILE* bfile=fopen("ennupla.txt","r");
FILE* afile=fopen("exit.txt","w");
//TPostScript MyPs("TrackerMap.ps",111);
//MyPs.Range(21,29);
// MyC->setFillColor(10);
gPad->Range(0,0,3000,1600);
TRandom r;
Int_t ncolors = gStyle->GetNumberOfColors();
Int_t nmod = 0;
//Ciclo while per memorizzare coordinates
while( fscanf(cfile,"%i",&n) != EOF) {
//cout << n << endl;
if ( n == 3)
{
fscanf(cfile,"%f %f %f %f %f %f
- 89 -
%d",&x1,&y1,&x2,&y2,&x3,&y3,&counter);
//cout << x1 << " " << y1 << " " << x2 << endl;
track[nmod].lati=n;
track[nmod].x[0]=x1;
track[nmod].x[1]=x2;
track[nmod].x[2]=x3;
track[nmod].y[0]=y1;
track[nmod].y[1]=y2;
track[nmod].y[2]=y3;
track[nmod].modulo=counter;
if ( n == 4)
{
fscanf(cfile,"%f %f %f %f %f %f %f %f
%d",&x1,&y1,&x2,&y2,&x3,&y3,&x4,&y4,&counter);
// cout << x1 << " " << y1 << " " << x2 << endl;
track[nmod].lati=n;
track[nmod].x[0]=x1;
track[nmod].x[1]=x2;
track[nmod].x[2]=x3;
track[nmod].x[3]=x4;
track[nmod].y[0]=y1;
track[nmod].y[1]=y2;
track[nmod].y[2]=y3;
track[nmod].y[3]=y4;
track[nmod].modulo=counter;
}
nmod++;
}
for(i=0;i<16588;i++){
indice_moduli[track[i].modulo]=i;
}
}
}
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for(i=0;i<16588;i++) {
c1 = c2/5;
fprintf(afile,"%i %i %i %i %i
%f\n",i,track[i].modulo,track[i].eventi,c2,color,
track[i].eventi / c2);
//aggiustare il setfillcolor
if(track[i].eventi==0){
pline->SetFillColor(track[i].eventi);
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}
else{
pline->SetFillColor(color);
}
pline->SetLineWidth(0);
pline->Draw("f");
pline->SetUniqueID(nmod);
}
MyC->Print("NewTrackerMapBlue.png");
MyC->AddExec("ex","ModuleClicked()");
//MyPs.Close();
}
void ModuleClicked() {
//this action function is called whenever you move the mouse
//it just prints the id of the picked triangle
//you can add graphics actions instead
int event = gPad->GetEvent();
if (event != 11) return; //may be comment this line
TObject *select = gPad->GetSelected();
if (!select) return;
if (select->InheritsFrom("TPolyLine")) {
TPolyLine *pl = (TPolyLine*)select;
printf("You have clicked module %d, color=%d\n",
pl->GetUniqueID(),pl->GetFillColor());
}
}
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Ringraziamenti
I ringraziamenti sono forse la parte più leggera sia nella scrittura che nella
lettura della tesi, ma non per questo sono poco importanti o superflui.
Il primo, sentito, grazie va ai miei docenti tutori, il Prof. Salvatore Nuzzo
ed il Dott. Salvatore My, e non solo per ciò che mi hanno insegnato in questo
periodo di lavoro, ma anche per la comprensione con cui mi hanno seguito. A loro
devo riconoscere, oltre che un'eccellente professionalità, una spiccata sensibilità
verso gli studenti.
Un grazie particolare va al Dott. Norman Manna, sempre disponibile a
darmi una mano ed a mettere a mia disposizione la sua esperienza, senza farmi
mai pesare il suo aiuto.
Ringrazio il Prof. Vincenzo Berardi per aver fornito il suo autorevole
parere riguardo questo lavoro di tesi.
Porterò sempre con me il ricordo dei compagni di studio e di strada di
questi anni universitari: Marco, diventato in questi anni un fratello con cui
condividere gioie e dolori, confidenze ed appunti (anche se gli appunti sono stati
quasi sempre i suoi); Alessandro, che con la sua infinita pazienza e bontà è
diventato per me un punto di riferimento e stabilità; Daniele, brillante collega e
fedele compagno di squadra, senza il quale non avrei potuto realizzare molte delle
cose fatte in questi anni; Massimiliano, con cui ho condiviso la passione per
l'informatica ed in particolare per GNOME; Rosma, sempre pronta a
tranquillizzarmi ed a frenare la mia immaginazione nei momenti di sconforto;
Rosangela, che con il suo fare protettivo ed i suoi modi “posati” si è rivelata
un'ottima amica nel momento del bisogno; Frank, con il quale ho trascorso
interminabili ore sui libri ed ore molto più piacevoli disquisendo di musica;
Angelo, sempre pronto a rallegrare le giornate di tutti con la sua verve e i suoi
mirabolanti racconti; Massimo, a cui tutti dobbiamo un innalzamento del livello di
stile medio del dipartimento; Pietro, che con la sua semplicità mi ha offerto nuove
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