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BILLY

all'interno

rassegne in romagna
marzo 2010 RIVISTA CINEMATOGRAFICA ROMAGNOLA

rubriche attualita'

David Lynch Berlino 2010


Richard Elfman Fattore Bigelow
Milos Forman Spider-Sam no more
in sala retropolis

Crazy heart Il seme della follia


Shutter island I’m a cyborg but that’s OK
Les herbes folles Il corridoio della paura
preview Ragazze interrotte

Alice in Wonderland Quattro pazzi in libertà

i luoghi
edizione

della follia marzo 2010


filorosso Filorosso I luoghi della follia........................... 3
Billy réportage Berlino 2010: vince la qualità
LA VARIABILE BIGELOW....................................... 6
Spider-Sam no more! ..................................... 7
Billy réportage ForCine Awards 2009 ......... 8
4

i luo ghi della follia


preview Alice in Wonderland ........................... 9
in sala ................................................................ 10
Crazy Heart 10
Shutter Island 11
Les herbes folles 12
Retropolis Manicomio .................................... 13
Il seme della follia 13
I’m a cyborg but that’s OK 14
Il corridoio della paura 14
di ilario gradassi Ragazze interrotte 15
Quattro pazzi in libertà 15
Follia, marzo si sa è un’occhiata a Wikipedia prima di
vedere questa guerra del Bianco Vetrina Rassegne in Romagna – marzo ........ 16
pazzerello, è il tema che ogni
sano intellettuale prende in e del Rosso. E date un’occhiata Borsino............................................................... 18
considerazione quando sente a come abbiamo cercato di Cattivi maestri I Luoghi oscuri – David Lynch 19
risvegliare la natura e gli scalfire il binomio luogo-follia THE FILM GAMER L’alice che torna e ritorna.. 20
istinti primordiali. Nell’impeto triangolandolo col cinema, dal
horror politics La parabola della nuova carne 21
tra Natale e Cannes abbiamo Safr che parte dal grande Buio
della prima proiezione Lumière ciNERDmatografo FORBIDDEN ZONE.......... 22
davanti due film che
singolarmente trattano proprio a Forman, massimo descrittore CINELetteratura Shining ............................... 23
la follia attraverso una caduta, del mondo concentrazionario psicovisioni Elephant ..................................... 24
o meglio una ricaduta, in luoghi mentale, al Lynch che volteggia
in costume Jane Eyre: Fotoromanzo Gotico 25
che straniano e modificano il tra sanità e follia, al Retropolis
dedicato ai manicomi, BRUCIAMI, BRUCIAMI L’ANIMA Malombra:
nostro rapporto con la sanità
all’omaggio di Garroyo alla follia “l’orrido” abisso sulla follia ............................... 26
mentale.
Se Alice in Wonderland di familiare, ad altre follie che un I soliti ignoti Milos Forman: La Follia Siamo Noi 27
Tim Burton è un sequel del grande schermo, un’esperienza in matita Lumières cinématographe ............... 29
romanzo di Lewis Carroll, già che modifica il nostro equilibrio,
garroyo e i suoi fratelli Una famiglia un po’
tentato sul grande schermo in possono donarci. Per cercare di
rispondere negativamente alla psicosemiotica ................................................... 30
un film d’animazione Disney
e in una serie di pellicole di domanda: ha senso morire sani? La Posta del Capp’tano .................................... 31
minor impatto sull’immaginario
cinematografico mondiale
come Alice del regista ceco Jan servizio a pagina 14 i'm a cyborg but that's ok
Svankmajer (passato a gennaio
a Scaglie), Shutter Island è una
(ri)caduta nei gorghi della follia
operata da mastro Scorsese 21
dopo il discusso ritorno a
Cape Fear. Col risultato che è 22
venuta voglia a Martino di far
girare un sequel/remake – se
si può usare un neologismo un
herzogovie – del suo film più 22
riuscito a Von Trier, dando già
per fallito il tentativo fatto con
23
Di Caprio. Burton, per evitare
la bocca amara di Gorillandia
e fabbrica del cioccolato pare 24
aver lavorato sul pentagramma
della temporalità, per cui
servirebbe leggere almeno
l’opera di Carroll prima di
vedere il film, se non anche
il sottovalutato seguito. Date

billy marzo 2010 - numero 21


3
billy reportage

berlino: vinc
festival del cinema di Berlino 2010

di MICHELANGELO PASINI

Mentre il cinema che conta si sessantesima edizione del


consuma tra Golden Globe, Festival di Berlino, con un’eco
Bafta Awards e statuette mediatica italiana smorzata
degli Oscar, diventando ogni dalla vittoria di un giovine di
giorno di più il teatrino del bell’aspetto all’ultimo, trionfale,
gossip più spicciolo tra James regale, cicciotto, Festival della
Cameron e Kathryn Bigelow, Canzone Italiana. O San Remo
si conclude in Germania la che dir si voglia.

Il risultato di maggiore attenzione. il segno evidente che i


quest’edizione, con È così che l’Orso d’Oro recenti successi della
presidente della giuria viene consegnato nelle settima arte rumena non
Werner Herzog, è la prova mani di Semih Kaplanoglu, sono un’oasi nel deserto:
che di buon cinema si può regista turco il cui Honey If I Want To Whistle, I
ancora parlare, ma che (titolo originale Bal) va Whistle di Florin Serban
purtroppo viene sempre a concludere l’originale non si aggiudica infatti
meno prodotto tra Stati trilogia inversa dedicata soltanto l’Orso d’Argento,
Uniti, Francia e Italia (paesi al personaggio di Yusuf. ma riceve anche il premio
citati non a caso). Come Il cineasta, utilizzando Alfred Bauer, storicamente
già gli Orsi ci avevano l’originale stratagemma attribuito all’opera più
abituato negli scorsi anni di iniziare a raccontare le innovativa dell’intera
(dal 2005 il premio per vicende dalla vecchiaia manifestazione.
il miglior film è andato del protagonista, insieme Il grande favorito,
prima in Sud Africa, poi in a Milk e Egg, pellicole che Roman Polanski, ritira in
Bosnia, successivamente hanno preceduto quella contumacia il premio per la
in Cina, Brasile e lo trionfatrice a Berlino, miglior regia. Tributo a un
scorso anno a metà tra costruisce un’opera regista alle prese con guai
Perù e Spagna), anche che ha, tra le altre legali tutt’altro che risibili
nel 2010 è necessario cose, legittime pretese o meritato riconoscimento
addentrarsi nelle lande di raccontare la storia per un’opera tanto attesa
cinematograf icamente recente della Turchia. come The Ghost Writer? Ai
più sperdute per trovare Allo stesso modo, il Gran posteri l’ardua sentenza.
le pellicole meritorie di Premio della Giuria è Fatta eccezione per

billy
4 numero 21 - marzo 2010
ce la qualità
Polanski e per Koji Wakamatsu, e capace di portarsi a casa una dell’Italia come una delle
che si è dovuto accontentare serie di premi sicuramente minori cenerentole della settima arte
di ritirare il riconoscimento per ma comunque di un certo calibro: mondiale. Non lasciano sgomenti
miglior attrice spettante alla sua parliamo di How I Ended This tanto gli unici due premi ritirati da
Shinobu Terajima, i grandi nomi Summer) di Alexei Popogrebsky, una pellicola della penisola (La
sono i grandi esclusi di questo vincitore dell’Orso d’Argento per Bocca del Lupo di Pietro Marcello,
festival. Rimangono infatti a bocca il miglior contributo artistico e che ha vinto il Premio Caligari della
asciutta Michael Winterbottom del premio per miglior attore sezione Forum e il Teddy Award),
(con un film attesissimo dal titolo protagonista che va ex aequo nelle quanto il fatto che Mine Vaganti
The killer inside me), Zhang Yimou mani di entrambi i protagonisti, di Ferzan Ozpetek, presente
(finalmente) con A Woman, A Gun vale a dire Grigori Dobrygin e nella sezione Panorama Special,
And A Noodle Shop e il dogmatico Sergei Puskepalis. fosse sufficiente per arrogare al
Submarino, di Thomas Vinterberg, Se da una parte ci fa esultare regista il diritto di parlare come
che da subito aveva fatto parlare l’assurzione di Turchia e Romania rappresentante del nostro cinema
di se. nell’olimpo del grande cinema, a una manifestazione come la
Dalla Russia arriva invece uno dall’altra non ci può lasciare che Berlinale. Quella del sessantesimo
dei film più applauditi del festival con l’amaro in bocca la conferma anniversario per giunta.

If I Want To Whistle, I Whistle di Florin Serban

5
billy reportage

di

Kathralternative ILARIO
GRADASSI

La consegna
degli Oscar 2010
è diventata una
sfida in famiglia,
anche se i due
hanno divorziato
diciannove anni
fa.

LA VARIABILE
Nella litania dei premi
che anticipano lo
showdown del Kodak

BIGELOW
Theater, il sindacato
dei registi americani
ha assegnato il suo
premio principale
non a James
Cameron, regista di Lina Wertmuller nel quotidianità verso un
Avatar, film che ha 1977 per Pasqualino tempo della guerra
battuto tutti i record settebellezze)? che sembra e diventà
di incasso planetari, The Hurt Locker è normalità, follia
innovativo per effetti un film sulla guerra accettata che solo film
speciali e 3D, ma irachena e ha come fuori distribuzione,
all’ex-moglie Kathryn unico gemello un altro eccessivi ed
Bigelow, regista di film uscito a Venezia eccedenti, possono
The Hurt Locker, e dalla distribuzione denunciare.
film presentato a q u a n t o m e n o E così una donna si
Venezia con successo originale, Redacted erge, novello Davide,
di critica, ma senza di Brian De Palma, davanti al trionfo
riscontri economici raccolta di immagini della favola tecno-
neanche in patria, girate dai militari in ecologica, come
tanto che è già Iraq che narrano una unica alternativa
disponibile in dvd. storia esterna ma plausibile, in un vero
Cosa c’è di particolare coerente del conflitto “hurt locker” che si
perché la Bigelow più raccontato della avvicina.
possa essere la prima storia. E il miracolo avverrà
donna con l’Oscar Il film della Bigelow perché il cinema
per la miglior regia segue un gruppo di alla fine è sempre
(soltanto altre tre uomini che fanno una favola diretta da
sono state nominate: parte di una squadra Frank Capra.
Sofia Coppola nel di artificieri intenti Oppure le forze che
2004 per Lost in in una sessione controllano i seimila
translation, Jane per le strade votanti dell’Academy
Campion nel 1994 mesopotamiche, vogliono dare una
per Lezioni di piano e, vera intossicazione lezione all’ex marito
incredibile, la nostra dell’innocenza e della della Bigelow.

billy
6 numero 21 - marzo 2010
spider
billy reportage

di

sam
MATTEO LIER LELLI
interessanti, visto meno buono (poco, e
che aveva scritturato legato a scelte stupide
niente meno che John come questa) e lo
Malkovich per vestire tiriamo nel water! Lo

no
i panni del cattivo stesso percorso del
di turno, il celebre personaggio, la sua
Avvoltoio. Ma l’indomani crescita come uomo
della conferma da e come eroe, e la
parte dell’attore, Sony nostra curiosità sul
se ne esce con la sua suo avvenire, vengono
mossa più insensata spazzate via in un

more!
dall’avvio della serie: baleno. Svecchiare
ne annuncia il reboot. una serie che non
Via Sam Raimi, dentro dava alcun segno
Marc Webb (chi?). di cedimento e che
Via Tobey Maguire. anzi continuava a
Ricominciamo tutto raccogliere fan,
da capo: rimandiamo grazie soprattutto
un nuovo Peter Parker allo stile estroverso
a scuola, lo facciamo del suo grandissimo
mordere nuovamente regista, non è
da un ragno radioattivo. semplicemente una
Prendiamo tutto quello scelta discutibile: è

SAM RAIMI FUORI che è venuto fin ora, il


buono (tantissimo) e il
una vera e propria
idiozia!

DA SPIDER-MAN 4
Che Spider-Man 3 non sia dare il minimo ascolto
stato accolto dalla critica e gli aveva imposto il
e dal pubblico nel modo personaggio, portando a
sperato è cosa risaputa. un forte sbilanciamento
Altrettanto poco misterioso della sceneggiatura e
è il motivo dell’insuccesso: all’insuccesso (relativo)
Venom. Il suo problema è al botteghino. Visti
che compare tardi, sta i precedenti, Sam
poco in scena, non mangia aveva successivamente
i passanti,… è inserito dichiarato che non avrebbe
a forza, trattato con messo mano a un quarto
malcelata svogliatezza. film della serie se non gli
Parte della colpa va fosse stato concesso il più
sicuramente al regista, totale controllo produttivo.
quel Sam Raimi tanto La sua voglia di rivalsa
appassionato dell’Uomo su quell’ultimo, nefando
Ragno quanto avverso alla episodio e l’accettazione,
sua nemesi aliena, legato da parte di Sony, delle
a una saga tra le più sue condizioni avevano, in
controverse dei fumetti breve, portato alla messa
del Lancia Ragnatele. in cantiere di un nuovo
Ma ancora più colpevole capitolo cinematografico
è la produttrice Sony , dell’Uomo Ragno, per
che all’opposizione del il quale Sam stava
regista non aveva voluto preparando cose davvero

7
billy reportage
Gran Torino Clint Eastwood 9,0
Bastardi senza gloria Quentin Tarantino 8,1
Wrestler, The Darren Aronofsky 8,8
District 9 Neill Blomkamp 8,7
a cura di I Love Radio Rock Richard Curtis 7,3
ILARIO Watchmen Zack Snyder 7,6

GRADASSI Sherlock Holmes


Lasciami entrare
Guy Ritchie
Tomas Alfredson
7,6
9,0
Nastro bianco, Il Michael Haneke 9,0
Gran Torino di Clint Valzer con Bashir Ari Folman 8,5
Eastwood si aggiudica Nemico pubblico Michael Mann 7,0
il forCINE award Milk Gus Van Sant 7,5
2009. Fa' la cosa sbagliata Jonathan Levine 7,5
Parnassus Terry Gilliam 7,5
Up Pete Docter e Bob Peterson 8,0
Succede a Into the Wild che
aveva vinto l’edizione 2008, Piovono polpette Phil Lord e Chris Miller 8,0
e supera in un serrato finale Star Trek J.J. Abrams 7,3
Bastardi senza gloria di Quentin
Tarantino e The Wrestler di Reader, The Stephen Daldry 7,2
Darren Aronofsky. I votanti sono Terminator Salvation McG 7,0
aumentati del 18% rispetto alla
Christmas Carol, A Robert Zemeckis 7,0
stagione 2008 anche se il corpo
elettorale femminile è sceso Curioso caso di Benjamin Button, Il David Fincher 6,1
dal 33% all’11%. Dei trenta film Vuoti a rendere Jan Sverak 7,5
entrati in classifica solo uno è
italiano, Questione di cuore di Frost/Nixon Ron Howard 7,5
Francesca Archibugi, il primo film Questione di cuore Francesca Archibugi 7,5
non statunitense è il sudafricano
District 9, tre sono i film Diary of the Dead George A. Romero 7,5
d’animazione con l’israeliano (500) giorni insieme Marc Webb 7,5
Valzer con Bashir davanti a
Piovono polpette e Up. Yes Man Peyton Reed 7,0
Nella tabella, il titolo del film, il Rocknrolla Guy Ritchie 7,0
nome del regista e il punteggio
Soffocare Clark Gregg 7,0
finale che deriva dai fattori
popolarità e voto. Amore & altri crimini Stefan Arsenijevic 7,0

forCINE
awards 2009 billy
8 numero 21 - marzo 2010
PREVIEW

ai suoi esordi, il ragazzone di


Burbank reinventa le opere di
Lewis Carroll, le plasma per
ottenere un film più unitario
rispetto al classico animato del
1951, che non ama per l’ecces-
siva frammentazione della
narrazione. Non un sequel,
dunque, né un remake, anche
se la trama del film suggerisce
che potrebbe quasi essere
entrambe le cose: quando
Alice, appena diciannovenne,
viene chiesta in moglie, fugge
da una festa dell’alta società
per precipitare, seguendo il
Bianconiglio, nel Paese delle
Tim Burton, 2010-02-24 Meraviglie... dove, poco alla

alice in
volta, realizzerà di essere stata
già una decina di anni prima.
Nel cast della pellicola, girata
in 3D con una tecnica mista
wonderland
di Matteo Lier Lelli

di live action e motion capture


e un massiccio utilizzo di una
Le storie di Alice nel Paese straordinaria computer grafica,
delle Meraviglie e Attraverso figurano Mia Wasikowska
lo Specchio e Quel che Alice vi nei panni della protagonista,
Trovò, con il loro mondo parallelo Anne Hathaway nel ruolo
e rovesciato, i personaggi da della Regina Bianca, e alcuni
manicomio e le assurde situazioni immancabili attori feticcio di
comiche, sembrerebbero nate Tim Burton: l’amico Johnny
apposta per essere portate Depp interpreta il Cappellaio
sullo schermo da Tim Burton, il Matto, la moglie Helena
visionario regista di innumerevoli Bonham Carter è la Regina
pellicole eccentriche come Rossa, mentre Sir Christopher
Edward Mani di Forbice, Big Fish Lee, icona horror amata dal
o La Sposa Cadavere. E così, al regista sin dall’infanzia, dà la
soldo della Disney oggi come voce al terribile Jabberwocky.
in sala
recensioni dei
film in uscita
nel marzo
crazy
2010

112’ 2009 Scott Cooper


heart
dall’attore Scott Cooper. Il disillusi, vivono il loro legame
suo viso scolpito nella roccia giorno per giorno, consapevoli
e il suo sguardo da duro che potrà durare solo fino alla
Nella sua quarantennale ferito sono assolutamente prossima caduta. Il regista ci
carriera, Jeff Bridges ha perfetti, così come la voce offre un classico biopic, sullo
assunto svariate identità: profonda e impastata che sfondo di tramonti e strade
alieno dal volto umano, sa di polvere e whiskey. deserte, in cui la musica
cantante jazz, perdigiorno di La figura del fallito cronico country fa da contrappunto
surreale genialità, nemico che si redime, compiendo alle emozioni e all’evoluzione
spietato di un supereroe, e un percorso costellato interiore del protagonista. A
molte altre ancora. È perfino di cadute, è presente da lui si contrappone, o meglio si
sopravvissuto al disastro de decenni soprattutto nel cinema affianca, la figura dell’artista a
I cancelli del cielo di Michael americano; in questa gradevole cui ha fatto da mentore e che
Cimino: avendo dunque opera prima, tratta dal romanzo incarna tutto ciò che gli manca:
provato di possedere solide di Thomas Cobb, vediamo Blake giovinezza, bellezza, successo.
spalle, soltanto lui avrebbe lottare contro il suo pazzo cuore Un buon esordio, ma nulla di
potuto interpretare il cantante in compagnia di una giovane indimenticabile.
country alcolizzato Bad Blake, giornalista, la sempre brava
protagonista del film diretto Maggie Gyllenhaal. Entrambi Chiara Tar tagni

Ogni anno milioni di cd e d


Marchiati

Ferma ques
Campagna per il ritorno alla musicassetta e al VHS.
billy
10 numero 21 - marzo 2010
in sala
di un aereo in volo su Beverly Hills,
e poi a dividersi il quadro con
Nicholson e Damon di scorta ad una
Boston rossastra. Infine illuminato
dalla fiamma di un cerino, mentre
poco sotto un’isola è flagellata da
una tempesta. Ancora più di prima,
il nuovo film di Scorsese è tutto
riassunto in questi elementi, e reso
ancora più esplicito nei suoi intenti
arrivando addirittura a sovrapporre
attore e strada, significato e
significante.
Poco conta quindi che la storia
abbia diverse incongruenze, che

shutter island
la ricomposizione del puzzle sia
reiterata e alcuni “misteri” siano
chiari fin dal quarto minuto.
O che la pellicola goda di una

138’ 2010 Martin Scorsese di redenzione, che si ponga fotografia di rara, abbacinante,
come allegoria di un’America tristissima bellezza, e alcune
inesistente, che provi a risolvere sequenze possano essere
C’è Jacques Tourneur dietro in un campo verde l’impasse inserite direttamente nella
al nuovo, inquietante, elefantiaca del mostrare, che storia del cinema. Quello che va
confessionale lavoro di Martin ricalchi religiosamente un noir di discusso, attraverso una storia,
Scorsese (ipse dixit). Ma c’è Honk Kong o che, infine, si liberi comunque avvincente, di follia e
anche Shock Corridor di Samuel nell’allusione cupa della follia. di società, di fantasmi e di colpe,
Fuller, c’è il cinema di genere, Ancora: l’attore. A guardare le di labirinti psichici e storici, è
furbescamente manipolato, e locandine degli ultimi quattro quanto – ancora una volta –
soprattutto ci sono la strada e lavori di Scorsese si nota come il Scorsese opti per una colpa che
l’attore che partendo da Gangs volto di Di Caprio segni una vera si struttura come umana (troppo
of New York e passando per The e propria iconografia apostolica, umana), un castigo che ha il
Aviator, arrivano a The Departed in una coincidenza corpo-cinema sapore suggestivo del divino e
prima e a Shutter Island poi. non casuale. Prima a vegliare una redenzione che, in un certo
Prima, la strada. Sappiamo che sulla New York che cresce, con metaforico modo, si suggerisce
la violenza è perennemente al la Diaz e Day-Lewis, quindi a inaccettabilmente ultraterrena.
centro del cinema di Scorsese, sfidare il futuro, bucando le nubi
e del suo affannoso tentativo e campeggiando sull’immagine Matteo Lolletti

dvd vengono bruciati vivi.


per sempre

sta barbarie

billy marzo 2010 - numero 21


11
in sala

les herbes folles


96’ 2009 Alain Resnais attesa di un Godot qualunque,
reagiscono agli stimoli come
manichini surrealisti, spuntano
Onirico, libero, incoerente. autentici come fili d’erba (folle,
No, non è il Paese delle per l’appunto) sul grigio asfalto
Meraviglie di Alice, né il solito metropolitano. Rileggendo
regno celato nell’armadio. Christian Gailly - il film ricalca il
L’universo parallelo urbano romanzo L’Incident (1996) - ma
che Resnais dipinge nel suo ripensando a Ionesco e Queneau,
ultimo film-saggio è reale, noto, il regista della memoria si diverte
fisicamente riconoscibile. E, a fare il demiurgo e scherza con
malgrado ciò, ugualmente caso e cambiamenti di tono.
anomalo. L’apologo sulla follia Percorre sentieri linguistici ora
come “percezione alternativa rigorosi (la voice over nell’incipit,
della realtà” - che il precedente la presentazione simmetrica dei
Cuori (2006) aveva giusto protagonisti) ora volutamente
introdotto - trova in Les herbes caotici. Vola alto (nel vero senso
folles un ideale, impeccabile della parola) con immagini e
secondo capitolo e in una Parigi assurdità, rinunciando alla
uguale ma diversa, il proprio didascalia. Allinea forma e
habitat naturale. Sregolati in contenuto, optando per il solo
un mondo di regole, dinamici epilogo capace di appoggiare
in un universo statico, sciolti da l’idea di cinema da sempre
qualunque legame col Tempo perseguita: on connait la
e la Storia, les amants ir- chanson… la vie est un roman.
reguliers resnaisiani fluttuano
leggeri come clochard in Barbara De Caro 

numero 21 - marzo 2010 billy


Luogo per antonomasia dove la Lombroso e i suoi volenterosi epigoni
follia si scarica (o si crea?), nato nel ne militarizzano le strutture fino a
sedicesimo secolo grazie ai Quaccheri trasformarlo nell’inceneritore di tutte
che non avevano intenzione di farne le devianze sociali: in una straordinaria
un centro carcerario (se ne vede una scena di Vincitori e vinti l’avvocato
riproposizione efficace in Restoration.) difensore Schell dimostra al giudice
Tracy che tutte le società “evolute”
degli anni ‘30 offrivano come soluzione
all’omosessualità la reclusione nei
centri di salute mentale.
La parata che vi proponiamo si
concentra sul cinema recente, pur
recuperando “manicomi di carne”
come quello di Jane Eyre, puntando
a far emergere dove germoglia
lussureggiante il seme della follia.

Ilario Gradassi

retropolis
m a n i c o m i o
95’ 1994 John Carpenter La sua ricerca lo porterà in un Nuova Bibbia e hanno perso se stessi,
misterioso paesino disperso nel in fondo, siamo proprio noi. John
nulla, Hobb’s End, curiosamente Carpenter, assoluto maestro del terrore,
Sutter Cane, scrittore di romanzi assente da ogni carta topografica, firma uno dei suoi film più riusciti, al
dell’orrore di enorme successo, in ma protagonista di tutti i racconti cui centro troneggia un’enigmatica
grado di far letteralmente impazzire dello scrittore scomparso... nonché quanto affascinante figura di scrittore,
i suoi innumerevoli lettori con le teatro di orrori indicibili, luogo primo ispirata, come tutta la pellicola, tanto
sue storie macabre, sparisce un in cui le allucinazioni di un folle e a Howard Philip Lovecraft (e alla sua
mese prima del lancio del suo la realtà si mescolano, legandosi poetica dell’indescrivibilità dell’orrore)
ultimo libro. E, con lui, il manoscritto. indissolubilmente. E tutto nel film, quanto a Stephen King (soprattutto
John Trent (Sam Neill, bravo come dalla cornice del manicomio, dove sotto il profilo dello scrittore-dio che
sempre), investigatore al soldo di una Trent racconta la sua terribile storia, tutto può sui personaggi e gli eventi di
compagnia di assicurazioni, indaga al finale così sottilmente spietato, cui scrive).
sulla scomparsa, convinto che si tratti ci dice che quei pazzi, quei folli
di un’astuta trovata pubblicitaria. assetati di morte che hanno letto la Matteo ‘Lier’ Lelli

il seme della follia 13


i’m a cyborg
but that’s OK Pregiudizi e aspettative
condizionano la fruizione
e seguente valutazione di
un film. Così è stato per
I’m A Cyborg But That’s
OK, settima pellicola di
Park Chan-wook, cineasta
conosciuto esclusivamente
per la sua trilogia della
vendetta. Della quale si
è parlato tanto e spesso
a sproposito. Tanto da
etichettare il regista
coreano come estremo e
violento e da “costringerlo”
a virare verso la commedia
per scrollarsi di dosso quel
peso e quello stereotipo che
Sympathy for Mr. Vengeance,
Old Boy e Sympathy for Lady
Vengeance, gli avevano
cucito sopra. Per questo
motivo nelle interviste

che precedono l’uscita di I’m A il cineasta coreano per aver preso tradizionale. Nonostante Park parli
Cyborg But That’s OK ribadisce l’unica strada in discesa. del manicomio che ha messo in
più volte di aver girato un film Peccato che il film sia tutto fuorché scena come un posto felice e
fruibile per qualsiasi spettatore, buonista e soprattutto sia lungi splendente, questo “luogo della
dove al nichilismo dei precedenti dall’essere la commediola che Park follia” sotto quella patina ultrapop
si sostituisce la visionarietà pop stesso ha annunciato: è piuttosto una che lo ricopre nasconde un
del manicomio che ospita la lucida analisi sulla situazione sociale malessere di fondo che è proprio
vicenda. Eccoli lì, gli scettici e i e politica coreana, con attacchi di tutte le pellicole del regista.
detrattori, pronti a definire a priori diretti alla famiglia tradizionale e
il film leggero e frivolo, e a criticare una non velata critica alla psichiatria Michelangelo Pasini

il corridoio della paura


esito - in cui il giornalista scopre interamente rappresentata, per
101’ 1963 Samuel Fuller
il colpevole, vince l’ambito quanto in maniera paradigmatica,
Il Corridoio della Paura (Shock riconoscimento, ma conclude la in queste ombre di uomini,
Corridor) del grande Samuel vicenda con una salute mentale nelle loro angosce paranoiche,
Fuller è stato oggetto di una definitivamente compromessa, nelle loro regressioni, nella
quantità spropositata di entrando di nuovo in manicomio loro eclatante follia, mentre
interpretazioni, tutte, per altro, - un ventaglio esegetico davvero il manicomio stesso diviene
in larga parte giustificate. È ampio. Ma è forse nei personaggi iperbole sociale, condannando
indubbio, infatti, che la storia di di contorno che si arricchisce di alla pazzia chiunque decida di
un giornalista che si finge pazzo elementi di ulteriore suggestione vedere la realtà. Non a caso
per entrare in un manicomio (uniti alla tradizionale difficoltà è il film che Park Chan-Wook
a indagare su un omicidio lì già folle e claustrofobica di un avrebbe voluto dirigere.
avvenuto (con l’intento di vincere thriller manicomiale): l’America
il Premio Pulitzer), abbia nel suo di allora, la sua anima, è infatti Matteo Lolletti
14
retropolis
vuole diventare scrittrice,
1999 James Mangold snobbando la sua carriera
universitaria. Quando viene
Talvolta il sogno americano ritrovata priva di conoscenza
cela una realtà molto più accanto a un flacone di
indigesta. Fine anni Sessanta, medicinali e a una bottiglia di
una cittadina tranquilla, una vodka, i suoi genitori decidono
famiglia benestante, una che il Claymore Hospital,
ragazza neodiplomata con un un ospedale psichiatrico, è
roseo futuro davanti. Niente di il meglio per la sua salute
più preoccupante, insomma. mentale . Qui Susanna
Susanna (Winona Ryder) è stringerà una forte amicizia
una diciottenne in contrasto con Lisa (Angelina Jolie), il
perenne con la propria “capobranco” sociopatico
famiglia, con ciò la società le di un gruppo di sventurate.
ha promesso: incurante L’indagine sul passato delle sue
della sua reputazione, compagne porterà Susanna a
comprendere le pretestuose
nozioni parascientifiche su

ragazze interrotte
cui si basava la psicoterapia
di allora e a muovere contro
di esse una guerra fatta di
sentimenti e relazionalità. Una
meravigliosa metafora accosta
il ricovero nei manicomi
all’arruolamento in Vietnam,
un montaggio sfuggente ed
eterogeneo nei tempi e nella
diegesi, impreziosiscono il
gioiellino di James Mangold.
Tratto dal diario della vera
Susanna Kaysen, che ha
vissuto queste vicende in prima
persona, Ragazze Interrotte è
la celebrazione della vittoria del
contatto umano e della parola
sulle leggi della fisica e della
medicina, che non possono
attecchire in una realtà così
altra, così avulsa dall’ordinario.

Marco Berardi

quattro
Keaton (Michael) è un ex scrittore soggetto a forti fobie. Sullo sfondo la metropoli
crisi di rabbia. Lloyd (Christopher) è un maniaco aliena e psicotica quasi più
dell’ordine che si illude di essere uno psichiatra. degli stessi protagonisti. The

pazzi
Boyle (Peter) crede di essere l’incarnazione di Dream Team è una commedia
Gesù Cristo. L’ultimo, Furst (Stephen) è un povero brillante (soprattutto grazie alla
autistico capace di comunicare solo tramite bravura degli interpreti) che fa
commenti sportivi. Quattro matti, quattro pazienti leva sul solito paragone sanità/

in
di un manicomio. Un Medico Psicologo dalle follia e sul dramma dei diversi
ampie vedute li porta in libera uscita a New York messi a margine di una società,
per una partita di baseball, non sapendo che si che forse proprio normale non
troverà ad essere prima testimone, poi vittima di è. Si rientra completamente

libertà
feroci assassini. Dispersa la loro guida, spetterà ai nei canoni della commedia
quattro pazzi il compito di e salvarla e arrangiarsi, americana anni Ottanta, ma se
non prima però di avere superato gli screzi vi è piaciuto Non guardarmi,
personali e aver imparato ad agire come una vera non ti sento potreste apprezzare
squadra! Ovviamente, durante l’avventura, ogni anche questo Quattro pazzi in
113’ 1989 Howard Zieff personaggio non mancherà di fare i conti con il Libertà!
proprio turbolento passato, in modo da ottenere una
riconquista e una parziale guarigione dalle proprie Alberto Semprini
billy marzo 2010 - numero 21
15
vetrina
rassegne in romagna nel marzo 2010

Alfred Hitchcock: il poeta dei colpevoli


domenica 7 marzo ore 21 domenica 21 marzo ore 21
CINECLUB forCINE

ANATOMIA
seconda parte 
Il sospetto   Io ti salverò 
99’ 1941 111’1945

FOLLIA
DELLA
domenica 14 marzo ore 21 domenica 28 marzo ore 21
L’ombra del dubbio  Marnie 
108’ 1943 120’ 1964

Le proiezioni avranno inizio alle ore 21,00 presso Moquette bookshopbar  via
Dall’Aste,17 Forlì tel. 0543 32751  moquettebar@gmail.com 
Ingresso riservato ai soci forCINE 2010. 

PROGRAMMA MARZO 2010


cineclub SCAGLIE

Domenica 7 Marzo ore 21.30 Domenica 21 Marzo ore 21.30


Gli spettacoli si terranno
presso il Clandestino, via

Ingresso con tessera mensile


Adolfo Baccarini 21 Faenza.

Thirst Le Tre Corone del Marinaio


133’ 2009 Park Chan Wook  117’ 1983 Raoul Ruiz 

Domenica 14 Marzo ore 21.30 Domenica 28 Marzo ore 21.30


The Wild Blue Yonder Le avventure di Robinson Crusoe
8 €.

80’ 2005 Werner Herzog  ***1954 Luis Buñuel 

billy
16 numero 21 - marzo 2010
THE CESENA
http://www.sanbiagiocesena.it/ http://www.
cinemaeliseo.it/rassegna.php?id=33

CINEMATOGRAPHIC COTIGNOLA

CRITIC’S ROYAL http://www.romagnadeste.it/it/7-cotignola/


i2179-nuovo-cinema-binario.htm

RUMBLE FINAL FAENZA


http://www.cinemaincentro.com/cultmo-
vie.html

La rissa reale dei critici cinematografici romagnoli è FORLÌ


mercoledì 17 marzo ore 21.00

giunta all’ultima tornata. Si sfideranno a singolar ten- http://www.cinemasaffi.com/


zone in uno scontro all’ultimo sangue i vincitori delle http://www.salasanluigi.it http://www.
culturaprogetto.it/corsi-scheda.asp?pr1_
tre gare precedenti per decidere il vincitore di que- tipo=narrativa&pr2_cod=331&pr1_
sto primo esperimento di slam applicato alla critica cod=110
cinematografica. Il pubblico sovrano, attraverso voti
palesi, giudicherà le prove in cui saranno impegnati FORLIMPOPOLI
i critici in rissa, con la possibilità di aggiudicarsi, se http://www.cinemaverdi.it/programma.htm
bravi a votare, un dvd originale. Tre le prove: la lec-
tio magistralis, in cui gli sfidanti presenteranno un ar- GAMBETTOLA
gomento a piacere, la Sindrome di Kurosawa, dove http://www.comune.gambettola.fc.it/index.
i contendenti dovranno commentare brani di film asp?action=vis_news&cod=333
muti, e la Prova di Onniscienza, che vedrà un argo-
mento estratto a sorte su cui i due sopravvissuti alle IMOLA
precedenti prove improvviseranno una discussione. http://www.circolocappuccini.com/
Il tutto con la dovuta dose di disprezzo e insulti. rassegna.htm http://lapalazzina.imola.
info/pages/genfebmar10/genfebmar10.
htm
http://www.donfiorentini.it/
Il via alle 21 nella sala Cronenberg
della Collina dei conigli, presso il LUGO
http://www.lugocinema.net/blog/
parco urbano di Forlì.
L’ingresso è libero. PIANGIPANE
http://www.teatrosocjale.it/main/index.
php?id_pag=24#marzo

RAVENNA
http://www.cinemajollydoc.it/

SITI DOVE BAGNACAVALLO


http://cinemabagnacavallo.blog-
RICCIONE
spot.com/
http://www.riccioneperlacultura.it/Engine/
REPERIRE BELLARIA IGEA MARINA
RAServePG.php/P/32321RPC0100/
M/25001RPC0203
http://www.teatroastrabim.it/
ALTRE programma.html
RIMINI
http://www.bibliotecagambalunga.it/cinete-
DATE DI CASTELBOLOGNESE
http://www.ilcinemamoderno.it/Cine-
ca/programmazione/
http://www.cinematiberio.it/notorius/prog.htm
ma_Moderno/Le_Proiezioni.html
RASSEGNE SANTARCANGELO DI
CATTOLICA ROMAGNA
IN http://cinemasnaporaz.wordpress.com http://www.santarcangelodiromagna.info/

CERVIA
ROMAGNA
SAN VITTORE
http://www.cinemasarti.com/ http://www.cineteatrovictor.it/

17
febbraio
borsino

michelangelo pasini
alessandro merci
francesco garoia

alberto semprini
barbara de caro

luigi palmirotta

chiara tartagni
marco berardi

ilario gradassi

matteo lolletti
marco bacchi

matteo lelli
amabili
resti

bangkok
dangerous

concerto, ii

education,
an

nine

paranormal
activity

quarto tipo,
il

tra le
nuvole

uomo che
verra', l'

Billy
Questa ri- Direttore Ilario Gradassi, caporedattore
vista non
rappresenta Chiara Tartagni, responsabile di redazione
un prodotto
editoriale ai
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sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 e non persegue alcuna Benzoni, grafico Stefania Montalti.
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dalla rete internet e sono considerate di dominio pubblico. Scrivono Marco Bacchi, Marco Berardi,
Qualora il loro uso violasse diritti d’autore scrivete al no- Barbara De Caro, Paco Garroyo, Ilario
stro indirizzo di posta e le rimuoveremo prontamente. La

marzo 2010 numero 21 rivista è rilasciata con licenza Creative Commons - Attribu-
zione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
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Lelli, Matteo Lolletti, Alessandro Merci,
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condo i termini di questa licenza, che va comunicata con Luigi Palmirotta, Michelangelo Pasini,
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billy
18 numero 21 - marzo 2010
creare profonde lacerazioni nel tessuto
cattivi maestri cinematografico, fruito o agito.
Sono infatti tanti i luoghi oscuri di David
Lynch, senza che quelli chiari siano molto

I luoghi
più rassicuranti. Esattamente in questa
dialettica, che stravolge la canonicità
dicotomica del bene (bianco, chiaro) e del
male (nero, (o)scuro), senza ribaltarle ma
fondendole o confermandole nell’inganno,
in una deriva di difficile definizione morale,
si colloca l’elemento più radicalmente

oscuri
spiazzante e di maggior disagio per lo
spettatore.
È sufficiente pensare alla cittadina di
Velluto Blu (Blue Velvet, 1986), ai suoi
sguardi in macchina, ai suoi colori pastello
e alla perfezione dei suoi incroci, luminosi
ma corrosi da un rumore cattivo e interno,
vicino, così vicino che a guardarci non

David Lynch
capisci cosa sia. O girovagare nei dintorni
della segheria o tra i Douglas Fir del Great
Northern Hotel a Twin Peaks (Twin Peaks,
1990), mentre un corpo biondo, biondissimo
viene lasciato alla deriva dentro un sacco di
plastica. E se la cugina di Laura Palmer ha i
capelli nero corvino dell’innocenza (sempre
di matteo lolletti Twin Peaks) e li sconta nell’inganno di
una tinta di somiglianza, Patricia Arquette
oscilla in una gelatina morale di doppiezza,
come altro da sé, ma solo in relazione a chi
«Come regista, mi piace che vi sia qualcosa la guarda, ossia a Bill Pullman, l’assassino
di scuro nell’inquadratura. Se tutto è dalle multiple personalità di Strade Perdute
completamente illuminato e si può vedere (Lost Highway, 1997). Così Mulholland
qualsiasi cosa, allora non c’è mistero. Non Drive (id, 2001) ribalta nella colpa i colori,
credo che un film scuro debba essere i luoghi e i ruoli di Naomi Watts e Laura
per forza deprimente. Un film può essere Elena Harring, proprio dove, fuori dal sogno,
luminoso e pieno di colori e ciononostante i rimorsi hanno le fattezze rassicuranti e
deprimenti fino alla morte». luminose di due vecchietti incontrati su
David Lynch un volo diretto a Hollywood. E la luce che
nasce nel buio, come il cerino acceso per la
Di David Lynch si è scritto molto. prima sigaretta di Cuore Selvaggio (Wild at
Nonostante ciò resta ancora, per molti Heart, 1990), non serve a illuminare.
aspetti, un enigma irrisolto, destinato a Mai.

lost highway
rubriche
rubriche

the filmgamer

L’Alice che torna e ritorna


di alberto semprini
Già ho anticipato che il rapporto cinema/videogiochi Tim Burton ha fatto vedere più volte il lato oscuro delle fiabe e dei
è vittima di un cortocircuito. Nel corso della sua sogni americani.
evoluzione, il videogame si ispira al cinema. Il cinema, a A dieci anni di distanza, la Disney distribuisce in tutto il mondo
sua volta, recupera questo “videogame cinematizzato” Alice in Wonderland, opera diretta dallo stesso Burton con una
rielabora e ci restituisce un “cinema videogiochizzato”. trama molto simile a quella di American Mcgee’s Alice, un pesante
Questo mese è il caso di Alice in Wonderland. Nel uso del digitale e una spruzzata di 3D. Ovviamente il tono è più
2000 Eletronic Arts fa uscire un videogame dal titolo edulcorato, ma negare che in qualche modo l’opera video ludica
American Mcgee’s Alice, si tratta di un gioco di azione di EA abbia influito su questa produzione sarebbe da … matti!
3D che mette in scena una personalissima rivisitazione
della celebre novella di Lewis Carroll (American Mcgee
è appunto il designer a capo del progetto). Il canovaccio
prende luogo alcuni anni di distanza dall'ultima visita
di Alice nel celebre paese: dopo la morte dei genitori
dovuta a un incendio, la nostra protagonista entra in
uno stato catatonico e viene internata in Manicomio.
Passato un lungo periodo di convalescenza, il
Bianconiglio le invia una richiesta d’aiuto per salvare
una Wonderland drasticamente sfigurata e dominata
dalla feroce Regina di Cuori. Come si può intuire, lo
sguardo di Alice viene deformato e distorto, in modo
da restituire al giocatore un paese delle meraviglie
in versione gotica e drasticamente violenta. Tutto è
corrotto e decaduto: dallo Stregatto, in versione punk, al
terribile e sadico cappellaio serial killer. Se il paese delle
meraviglie originale era uno specchio distorto del mondo
che circondava Alice, la nuova versione di Mcgee è lo
stesso specchio bruciacchiato e offuscato della pazzia e
del dolore che la ragazza adolescente vede in se stessa.
È innegabile poi che la potenza visiva caratteristica di
questo gioco sia stata ispirata da fonti irrimediabilmente
cinematografiche. Il nome che allora salta fuori più
spesso è appunto quello di Tim Burton, proprio perché

20
horror politics

La parabola della nuova carne


rubriche
di matteo lolletti

«Il nostro corpo (…) muta tecnologica, divenendo coincidente


costantemente, è solo un’illusione che allo strumento del contagio,
si tratti dello stesso corpo giorno dopo glorificandosi e finalmente
giorno.»1 sublimandosi con e nell’organico (da
Videodrome a Crash). Attraversa la
Cinema della mutazione, potenziale e concentrica virtualità
dell’infezione, della metamorfosi e (eXistenZ), e raggiunge un primo
della contaminazione: lo sguardo e inappellabile scarto nella sua
di David Cronenberg sul corpo ha purificazione psicologica (Spider):
sempre interpretato il problema l’infezione e la mutazione, quasi non
dell’identità come un problema in più agite, si collocano fatalmente
divenire, attraversato/spaventato nei territori del disagio, oltre il
dall’avvento della “nuova carne”, ossia contagio, e comprendono – forse
dell’allucinazione del cambiamento. esclusivamente – un’introiezione
I luoghi della follia sono corpo e psichica, e la nuova carne si risolve
anima, e le “costruzioni” sono porte, in una distonia mentale. L’ultimo
sessualmente connotate, per la mente approdo è quello irrevocabile di
dell’uomo. una trasformazione mimeticamente
Il cinema stesso di Cronenberg risponde immanente ed esistenziale (A
alle medesime regole metamorfiche. History of Violence): l’infezione
La parabola ha origine nell’assunto e il contagio si espandono
segnatamente organico della nuova definitivamente alla vita stessa,
carne, nella sua assoluta, violenta e forse nei termini di una suggestione
infettiva condizione materica (Shivers, di colpa, sicuramente nel ricatto del
Rabid), passa quindi per una psiche prima. È un percorso senza ritorno:
in mutazione (Scanners, La zona la nuova carne muore a un tavolo
morta) e si contamina poi nella fusione apparecchiato silenziosamente e

al volo, al ritorno da Filadelfia,


nelle lacrime di Maria Bello.
Tutto ciò è politico: il
cambiamento, l’uomo in
mutazione, il terrore e la malattia,
l’organico come passaggio, il
contagio come liberazione -
sono elementi intrinsechi della
riflessione sociale stessa e la
declinazione cronenberghiana
è tra le più inquietanti e meno
concilianti dell’intero cinema
contemporaneo.

1
David Cronenberg, Fuori Orario, 1988_

21
rubriche

cinerdmatografo

Forbidden zone
Non entrate nella Sesta Dimensione!
di matteo lier lelli

Un pappone spacciatore non troverete mai, su è curata da Richard andrebbe visto anche solo per
di eroina scopre un bel celluloide, bizzaria più Elfman, leader del gruppo quella scena, senza contare
giorno che la porta dello estrema di questa. Chi ha assieme al fratello Danny, quella della sparatoria tra
scantinato di una baracca scritto la sceneggiatura che qui, lungi dall’essere maestra e alunni, o la lotta
di sua proprietà conduce doveva essersi fatto di il compositore musicale tra le regine che prima si
a un’altra dimensione. crack mentre leggeva di successo che è oggi menano poi si baciano, e
Vende immediatamente Alice nel Paese delle (collabora abitualmente altre dello stesso tenore. Una
la casa alla famiglia Meraviglie, e comunque con Tim Burton), stramberia per palati forti...
Hercules, composta da ancora non si doveva interpreta un Satana ma chi riesce a vederlo fino
inetto padre misogino, essere avvicinato se non jazzista a capo di un in fondo non lo dimenticherà
madre fedifraga e pure da lontano al risultato esercito di zombi! E il film facilmente!
cessa, figlia francese finale. Forse gli è stata
di nome Frenchy, figlio suggerita proprio dal
anziano (nel senso Rospo maggiordomo
che il ragazzino viene della Sesta Dimensione.
interpretato da un Scenografie di cartone,
sessantenne) che live action alternato ad
risponde al nome di Flash, animazioni quanto mai
e nonno muto, barbuto e eccentriche, personaggi
violento. Sarà Frenchy la assurdi come solo una
prima a varcare la soglia testa volante o un uomo-
della Sesta Dimensione... candeliere sanno essere,
dove rimarrà prigioniera un sacco di seni sempre
della popputa regina, in vista, fotografia in
gelosa delle attenzioni bianco e nero... e, come
che il regale consorte, se non bastasse, è un
un nano francese, dedica musical! Il film nasce
alla ragazza. Uno dopo infatti per portare sullo
l’altro i parenti tenteranno schermo quel bislacco
di salvarla (tranne la gruppo new wave che
madre, che resta a letto erano gli Oingo Boingo,
col pappone), rimanendo che, tra doppi e tripli
a loro volta imprigionati ruoli, interpretano la
nell’ostile regno. stragrande maggioranza
Con ogni probabilità, dei personaggi. La regia
billy
22 numero 21 - marzo 2010
rubriche

cineletteratura

Shining
che il protagonista del film può anche classico archetipo delle
di marco bacchi essere considerato, in realtà, teorie junghiane. Labirinto
l’Overlook Hotel. I labirintici che Jack Nicholson osserva in
corridoi in cui i personaggi una sua miniatura, all’interno
vagano, si perdono, le strutture dell’albergo, in cui si perdono
geometriche e simmetriche la moglie e il figlio, ma anche i
Definire Shining, cercare di incasellarlo
dei tappeti, l’immensa cucina, suoi pensieri e il suo raziocinio
dentro un genere cinematografico,
sono metafora, indiscutibile, alla ricerca di una via d’uscita
è impresa ardua: considerarlo
dell’inconscio e della psiche che l’albergo stesso non può
semplicemente un film horror sarebbe, a
umana, tanto quanto l’immenso concedergli, avendolo scelto
dir poco, superficiale. Shining è, in realtà,
labirinto, redentore e salvifico, come sua incarnazione, come
una parabola sull’autoisolamento, sulla
che domina il parco dell’albergo, burattino da far scivolare e
follia, in cui, prepotenti, si intersecano
rilettura, come detto, di miti sprofondare nel baratro della
riletture di miti classici, rimandi al
quali il labirinto di Cnosso in cui follia, portando con sé l’intera
paranormale, accenni alla psicologia
è imprigionato il Minotauro, di famiglia.
freudiana e junghiana, in cui, ogni cosa,
Kronos che mangia i suoi figli, ma Tutto il film è una riflessione
ogni oggetto, ha valore simbolico, tanto
sull’origine e sulle radici del
male che si nasconde dentro
l’essere umano. Kubrick ci
trascina in un vorticoso vagare
tra i corridoi della mente che
si allagano di sangue, in cui
tutti i personaggi cadono nelle
fauci del delirio e delle visioni
che l’albergo gli propone.
Lo stesso albergo, però, che
proprio grazie al suo intricato
labirinto, riesce a dare una
scappatoia e la salvezza al
piccolo Danny che fugge dal
padre; lo stesso albergo che
nella scena finale ci dice che
il male è sempre stato lì –
esplicitandolo attraverso la
foto d’epoca che ritrae Jack
– che il male rimarrà sempre
lì e non potrà mai essere
sconfitto; che la brutalità della
violenza non può essere vinta.
Benvenuti all’Overlook Hotel.

billy marzo 2010 - numero 21


23
psicovisioni rubriche

Elephant quotidiani e insignificanti, e nel


film, pur sfiorando la noia, Gus
insegue i ragazzi per i corridoi
della scuola illustrando le stesse
scene attraverso i punti di vista
dei vari protagonisti, cercando
dal resto dei loro simili. Le
scene sembrano ricalcare le
immagini di un videogioco
“spara e uccidi” come doom
o simili. La macchina da
ripresa segue l’obiettivo da
di luigi palmirotta di riportare lo spettatore alla annientare, sostituendosi a
quotidianità dell’atmosfera che ciò che probabilmente hanno
Il film è tratto da una storia vera, il in quella scuola avrebbe dovuto visto i due criminali mille volte
massacro della Columbine High School, esserci. Fuori da ogni tentativo prima di quel giorno. Le vittorie
un evento tragico che ha trasformato un di interpretazione Elephant è del videogioco sostituiscono
luogo deputato solitamente alla crescita la narrazione di quella giornata quelle della vita e i corridoi di
intellettuale e alla costruzione di nuove e non cerca un’analisi delle una scuola sono lo scenario
generazioni in una scena di ignoranza personalità dei due assassini. perfetto per vincere quel
e distruzione. In effetti si ignorano quali Il titolo allude all’«elefante livello. La povertà dei dialoghi
siano i pensieri che hanno motivato i nella stanza» cioè un problema è l’indifferenza all’ascolto,
due ragazzi protagonisti del massacro che tutti possono vedere ma all’umanità che si fonde
a compiere il loro gesto e Gus Van Sant di cui nessuno vuol parlare. e confonde con la realtà.
non cade nel tentativo di mostrare una Gli elefanti si nascondono A questo punto potremmo
personale interpretazione della follia dei dopotutto nelle idee di molti che tutti guardarci attentamente
ragazzi, ma sceglie di registrare ciò che è non avrebbero mai il coraggio di intorno e controllare che non
solcato nella memoria dai ricordi di quella mettere in atto. È descritta come ci siano elefanti, ma l’angoscia
giornata. È esperienza comune ricordare la follia della  normalità perchè continua ci ucciderebbe
cosa si stesse facendo in prossimità di un forse nulla apparentemente prima di un poco probabile
evento tragico, pur trattandosi di eventi distingue tali personaggi massacro.

billy
24 numero 21 - marzo 2010
in costume
di Cowan Bridge e più complesso di ciò
che appare dalla trama, viene adattato
per lo schermo da Franco Zeffirelli nel
1996. Reduce dai tormenti di Storia di

Jane Eyre:
una capinera, il regista fiorentino sceglie
letteralmente di illustrare la vicenda
della sgraziata ma brillante governante
Jane Eyre, innamorata corrisposta del
proprio padrone, come se lo spettatore

Fotoromanzo
dovesse sfogliare un album di disegni:
ecco dunque l’ardente e ferma volontà
di vivere della protagonista scomparire
in un artificioso languore gotico. Il
romanzo si dipana lungo il filo rosso della

Gotico
follia, rappresentato di volta in volta dal
razionalismo estremo dell’educazione
inglese e dalle passioni prive di misura,
come quella che aveva morbosamente
legato il signor Rochester a Bertha
Mason. Ed è proprio lei, la prima
sposa murata viva, con la sua bellezza rubriche
deformata dalla pazzia, a incarnare
di chiara tartagni il doppio irrazionale della solidissima
Jane, che ha la forza di farsi attraversare
dalle tempeste dei sentimenti senza
rinunciare al dominio di sé: ecco, vuole
Il legame fra cinema e letteratura è ammonirci Charlotte Brontë, il risultato
da sempre inscindibile: irresistibile è dell’abbandono, della sensualità
la tentazione di vedere muoversi sul vissuta senza raziocinio, dell’ossessione
grande schermo le affascinanti figure scambiata per amore. Amore che può
che popolano la nostra immaginazione essere sì legame sovrannaturale e linfa
durante la lettura. Ma se alcuni registi vitale, ma non fonte di morte morale. Il
scelgono l’ammirevole via della regista, perduto fra le numerose chiavi
lettura personale di un romanzo, sia di lettura, si limita a restituirci ombre
contenutistica che visiva (Stanley incorporee di personaggi che sulla carta
Kubrick su tutti), altri si fossilizzano godevano di ben maggiore profondità e
su di una sterile e patinata messa lo fa con inquadrature da fotoromanzo,
in scena che poco ha a che fare indebolite da una colonna sonora che
con l’arte. Il celebre romanzo di non rispecchia ciò che accompagna. E
Charlotte Brontë (1816-1855), la severa, vitale Jane impallidisce fino a
parzialmente basato sull’esperienza ridursi a elegante fantasma nei corridoi
dell’autrice all’interno della scuola di Thornfield.

billy marzo 2010 - numero 21


25
rubriche

Malombra, film del 1917, diretto e adattato da


bruciami bruciami l'anima
Carmine Gallone, tratto dall’omonimo romanzo di
Antonio Fogazzaro del 1881, inaugurò e fu uno dei

L’ “orrido” abisso sulla follia


più importanti esempi di genere gotico nel cinema
italiano. Una tradizione letteraria tanto significativa
quanto misconosciuta e rimossa nel nostro cinema,
che incarna perfettamente ciò che Prédal definisce
“fantastico parapsicologico”.
Questa pellicola vide una delle più significative
interpretazioni di Lyda Borelli: la Marchesa Marina di BARBARA GRASSI
di Malombra.
Marina è costretta a vivere in una lugubre villa in
riva al lago di Como: il severo zio, il conte Cesare,
le permetterà di lasciarla il giorno in cui prenderà materializzazione degli stati d’animo della protagonista.
marito. Il castello e la terrazza sono i luoghi dell’ossessione, della
Dopo una forte febbre celebrale, la donna si progressiva perdita di sé e dell’esplosione della follia
crede la reincarnazione della prima moglie di suo omicida. Il placido lago costituisce invece l’unica via di
nonno, morta prigioniera nella villa per adulterio, fuga, dalle ossessioni e dalla prigionia, che si compie solo
e, in preda a uno stato di esaltazione che diviene nel finale, attraverso la morte.
sempre più simile alla follia, provoca la morte dello
zio e uccide lo scrittore Corrado (Ermete Novelli),
l’uomo che ama.
Infine si toglie la vita gettandosi in un Orrido.
Una coppia di personaggi problematici. Lei, la
tormentata e psicotica Marina sa dimostrare il suo
amore solo in modo violento e sprezzante. Lui, lo
scrittore Corrado, autore del racconto mistico Un
Sogno, crede nelle esistenze plurime, altrimenti la
vita per lui sarebbe soltanto una serie di ingiustizie.
Incapace di salvare l’amata Marina, soggiogato dal
suo fascino ambiguo e tenebroso, tenta invano di
liberarsi, ma diventa vittima della follia di lei.
I personaggi con le loro ossessioni si muovono tra
la realtà, rappresentata dal matrimonio combinato
per convenienza di Marina e il cugino Nepo e
la favolosa atmosfera in cui gli spiriti compiono
vendette, sempre avvolti da un senso di tragedia
incombente che pervade tutta la pellicola.
Il film è incentrato sull’opposizione interno/
esterno, i luoghi e i paesaggi sono fondamentali
per lo sviluppo della vicenda, poiché sono la

billy
26 numero 21 - marzo 2010
rubriche

i soliti ignoti
Milos Forman:
La Follia Siamo Noi
di chiara tartagni

Milos Forman, classe 1932, è Follia che non può non finire
un uomo per tutte le stagioni: soffocata dagli ingranaggi del
nato in Cecoslovacchia, resta sistema. E se l’Era dell’Acquario
orfano di entrambi i genitori del tardivo Hair non giungerà
durante il nazismo, e proprio mai alla luce, così l’unica
durante l’infanzia scopre i scintilla sediziosa non può che
capolavori di Charlie Chaplin e incarnarsi in singoli uomini di
Buster Keaton. Lascia Praga per genio, di cui Forman ci offre una
sfuggire al regime comunista e visione certamente colorita e
si stabilisce a Parigi, entrando a personale, ma profondamente
fare parte del movimento della umana: Wolfgang Amadeus
Nouvelle Vague con opere come Mozart, volgare fanciullo
L’asso di picche e Gli amori toccato dalla grazia divina,
di una bionda: fin da questi nel pluripremiato Amadeus,
primi lavori traspare quella che segna l’inizio dell’idillio
sottile vena di poetica ironia di Forman con il ‘700; Larry
che contraddistinguerà l’intera Flynt, fondatore della rivista
opera del regista ceco. Il grande porno Hustler e paladino della
salto si compie però al suo libertà d’espressione, nel
arrivo in America, quando con film omonimo caratterizzato
Taking off si prende gioco della da un’estetica quasi rococò;
moralità imperante, americana Andy Kaufman, esemplare
e non, dei valori della famiglia provocatore e comico suo
e dell’amore: prime avvisaglie malgrado, in Man on the
di un cinema che racconta per Moon, in cui il regista ritrova
educare e lo fa con decisa, la malinconica e silente
ghignante amarezza. Ed forza espressiva dei miti
ecco giungere il trascinante d’infanzia. Infine Forman
McMurphy di Qualcuno volò sul approda nuovamente nel
nido del cuculo, piccolo gioiello ‘700 delle rivoluzioni, e
in cui si delinea definitivamente attraverso l’impietoso sguardo
il tema portante del cinema di di Goya ci rivela l’incessante
Forman: la follia. Follia come ripetersi della storia ne
fiamma istintuale, come pura L’ultimo inquisitore; l’arte è
forza ribellistica all’interno politica e può solo sorridere
goya's ghosts
di una società castrante che dell’autentica follia che
reprime ogni impulso vitale. denuncia: quella sociale.
in matita lumières cinématographe

di safr
garroyo e i suoi fratelli

una famiglia
un po’
psicosemiotica
di francesco garoia

Università di Tortuga, 13 luglio, ore 11. In sottofondo, Giulia, ammazza i parenti per poi fare una morte angosciante. E
la voce del professore che blatera. L’uccello dalle piume di cristallo di Argento, dove moglie e marito
insieme non fanno un assassino sano. Nel Grande cocomero
della Archibugi la malattia di Pippi è dovuta – et voilà – alla
Le tematiche del corporeo, del passionale, del difficile situazione familiare. Oppure Shock di Mario Bava, dove
sensibile e dell’estesia. Il dibattito teorico relativo alle Dora ammazza due mariti poi si taglia la gola, mentre il figlioletto
radici corporee ed emotive del senso. La linguistica felice parla coi fantasmi. E il caro Norman Bates, che uccide la
cognitiva, le arti del dire e dell’oralità. madre e ne tiene il cadavere nello scantinato? Pensa se arrivo
«Sto impazzendo, pensai, questa lezione è un piccolo a casa e mio babbo dice: Hey mi hanno assunto come custode
assaggio dell’Inferno. Uno di questi giorni succede, invernale in un grande albergo nel culo del mondo! Col cavolo
torno a casa e faccio un casino. Prendo il cane e lo che vengo, gli rispondo! Ho venticinque anni, sono pressoché
inchiodo alla mamma, prendo il babbo e lo lancio sul indipendente, e in ogni caso non posso più andare sul triciclo,
vicino. Appicco fuoco al frigorifero e affogo il cactus, per quanto mi dispiaccia, gli rispondo!»
finisce che lo faccio». Lessi il titolo del libro che avevo sotto il naso: Semiosis without
Mi incantai, ripensando all’osceno film Willard il Consciousness? An ontogenetic perspective. «È luglio, a Tobago
Paranoico che avevo visto la sera prima: «Diavolo, è c’è un sole che spacca, e noi siamo chiusi in questo stanzone
vero. Altro che giardini magici, labirinti e inquietanti dell’università di Tortuga. L’aria puzza di big babol e sudore. Il
manicomi: tutte le grandi storie di follia si sviluppano prof sta tenendo una lezione di “Psicosemiotica della Paura”.
tra le mura domestiche, o comunque in famiglia. Altro che casa, altro che famiglia: se esiste un Regno dei Tarati, è
Come ne I pugni in tasca di Bellocchio, dove il giovane questo. E se non ammazzo nessuno nei prossimi cinque minuti,
Alessandro, folle ed epilettico, innamorato della sorella sono salvo».

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del
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Se volete rivolgere domande al Capp’tano


mandate le vostre disperate missive a
billy.rivistacinematografica@gmail.com.
Ogni vostro dubbio verrà saziato.

Ciao, Capitano. C-A-P-I-T-A-N-O


Sono Giacomo, ho otto anni. C-H-E C-O-S-A T-I F-A P-A-U-R-A-?
Puoi dire al mio fratello Marco che ha dieci anni che non c’è l’uomo
nero sotto il mio letto? U-N-O C-H-E T-I O-S-S-E-R-V-A

Caro Giacomino, puttroppo tuo fratello c’ha raggione: a Oh oh oh! Paura io?! Paura il Capp’tano?! Osservatoro della
volte capita che sotto il letto degli shpappatelli monelli, mia ciufola, tu fosse non hai capito a chi shtai shcrivento!
quelli che c’ piace il roccheroll e la motocicletta, pe’ Noi Phalchi di shtrada c’appiamo paura solo di una cosa:
cappicci... d’cevo, a volte sotto i letti di queshti ribelli c’ uno shpirro ‘ncarognito e col destro più grosso del nostro!
sta ‘n uomo nero e cattivo mandato dai genitori pe’ facci E fosse dei ragni... A pensacci bene però, d’rei pure degli
paura e falli shtare bbuoni... Anch’io quand’ero piccolo e shquali: Spielbro, dannato te e ‘l tuo film! Se t’ ciappo c’ho
paffuto ne avevo uno sotto il letto... ma so’ shtato fottunato la videocassetta pronta e coperta d’ vaselina!
e m’è toccato Abdullah, che m’ voleva solo vende’ i calzini,
ma a me m’ piacevano i miei con quel profumo d’ zompi! Carmine, ti ho riconosciuto!
Però shtai attento, ché se t’ zompa addosso uno d’ quelli Sei tu in quegli squallidi filmati su youtube.
cattivi t’ fa a pezzi! Dove sei finito? Dovevi venire a incontrare i miei genitori quattro
mesi fa!

Saichisono

Senti, fubbetto! Quale Cammine?! So’ Taccisio, Taccisio


Maraffoni... ma pe’ tte so’ sua maeshtosità Capitan
Phalco, chiaro? Non mi fa’ gira’ i balle, eh! E comunque
i miei filmati so’ atte... l’ishtesso che i Shbronzi di Riace
(che nome shtuppdo pe’ un attishta!) e i quadri d’
Michelangelo. Poi shcusa, t’ pare che una tattaruga ninja
può disegnare e io non posso fa’ i film, che ‘n più d’ lui c’ho
pure i pollici oppositori?

Capp’tano, non ce la faccio più.


Non puoi anticipare qualcosa sul tuo primo film?

Cino il cinefilo

Caro Cino, che t’ posso dire? Il mio film, Le Imprese


Eccezziunali di Capitan Phalco (che sarei io) e i Rapaci
Randagi (che so’ la mia ciumma) è deshtinato ad avere
un successo ‘ncredibbilo a Mazzalepre a Mare! Pensa che
l’abbiamo girato pessino in 4D: Davanti, D’ dietro, Desthra
e D’ Lato! Avatrans c’ fa un baffo!

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