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all'interno
rassegne in romagna
marzo 2010 RIVISTA CINEMATOGRAFICA ROMAGNOLA
rubriche attualita'
i luoghi
edizione
berlino: vinc
festival del cinema di Berlino 2010
di MICHELANGELO PASINI
billy
4 numero 21 - marzo 2010
ce la qualità
Polanski e per Koji Wakamatsu, e capace di portarsi a casa una dell’Italia come una delle
che si è dovuto accontentare serie di premi sicuramente minori cenerentole della settima arte
di ritirare il riconoscimento per ma comunque di un certo calibro: mondiale. Non lasciano sgomenti
miglior attrice spettante alla sua parliamo di How I Ended This tanto gli unici due premi ritirati da
Shinobu Terajima, i grandi nomi Summer) di Alexei Popogrebsky, una pellicola della penisola (La
sono i grandi esclusi di questo vincitore dell’Orso d’Argento per Bocca del Lupo di Pietro Marcello,
festival. Rimangono infatti a bocca il miglior contributo artistico e che ha vinto il Premio Caligari della
asciutta Michael Winterbottom del premio per miglior attore sezione Forum e il Teddy Award),
(con un film attesissimo dal titolo protagonista che va ex aequo nelle quanto il fatto che Mine Vaganti
The killer inside me), Zhang Yimou mani di entrambi i protagonisti, di Ferzan Ozpetek, presente
(finalmente) con A Woman, A Gun vale a dire Grigori Dobrygin e nella sezione Panorama Special,
And A Noodle Shop e il dogmatico Sergei Puskepalis. fosse sufficiente per arrogare al
Submarino, di Thomas Vinterberg, Se da una parte ci fa esultare regista il diritto di parlare come
che da subito aveva fatto parlare l’assurzione di Turchia e Romania rappresentante del nostro cinema
di se. nell’olimpo del grande cinema, a una manifestazione come la
Dalla Russia arriva invece uno dall’altra non ci può lasciare che Berlinale. Quella del sessantesimo
dei film più applauditi del festival con l’amaro in bocca la conferma anniversario per giunta.
5
billy reportage
di
Kathralternative ILARIO
GRADASSI
La consegna
degli Oscar 2010
è diventata una
sfida in famiglia,
anche se i due
hanno divorziato
diciannove anni
fa.
LA VARIABILE
Nella litania dei premi
che anticipano lo
showdown del Kodak
BIGELOW
Theater, il sindacato
dei registi americani
ha assegnato il suo
premio principale
non a James
Cameron, regista di Lina Wertmuller nel quotidianità verso un
Avatar, film che ha 1977 per Pasqualino tempo della guerra
battuto tutti i record settebellezze)? che sembra e diventà
di incasso planetari, The Hurt Locker è normalità, follia
innovativo per effetti un film sulla guerra accettata che solo film
speciali e 3D, ma irachena e ha come fuori distribuzione,
all’ex-moglie Kathryn unico gemello un altro eccessivi ed
Bigelow, regista di film uscito a Venezia eccedenti, possono
The Hurt Locker, e dalla distribuzione denunciare.
film presentato a q u a n t o m e n o E così una donna si
Venezia con successo originale, Redacted erge, novello Davide,
di critica, ma senza di Brian De Palma, davanti al trionfo
riscontri economici raccolta di immagini della favola tecno-
neanche in patria, girate dai militari in ecologica, come
tanto che è già Iraq che narrano una unica alternativa
disponibile in dvd. storia esterna ma plausibile, in un vero
Cosa c’è di particolare coerente del conflitto “hurt locker” che si
perché la Bigelow più raccontato della avvicina.
possa essere la prima storia. E il miracolo avverrà
donna con l’Oscar Il film della Bigelow perché il cinema
per la miglior regia segue un gruppo di alla fine è sempre
(soltanto altre tre uomini che fanno una favola diretta da
sono state nominate: parte di una squadra Frank Capra.
Sofia Coppola nel di artificieri intenti Oppure le forze che
2004 per Lost in in una sessione controllano i seimila
translation, Jane per le strade votanti dell’Academy
Campion nel 1994 mesopotamiche, vogliono dare una
per Lezioni di piano e, vera intossicazione lezione all’ex marito
incredibile, la nostra dell’innocenza e della della Bigelow.
billy
6 numero 21 - marzo 2010
spider
billy reportage
di
sam
MATTEO LIER LELLI
interessanti, visto meno buono (poco, e
che aveva scritturato legato a scelte stupide
niente meno che John come questa) e lo
Malkovich per vestire tiriamo nel water! Lo
no
i panni del cattivo stesso percorso del
di turno, il celebre personaggio, la sua
Avvoltoio. Ma l’indomani crescita come uomo
della conferma da e come eroe, e la
parte dell’attore, Sony nostra curiosità sul
se ne esce con la sua suo avvenire, vengono
mossa più insensata spazzate via in un
more!
dall’avvio della serie: baleno. Svecchiare
ne annuncia il reboot. una serie che non
Via Sam Raimi, dentro dava alcun segno
Marc Webb (chi?). di cedimento e che
Via Tobey Maguire. anzi continuava a
Ricominciamo tutto raccogliere fan,
da capo: rimandiamo grazie soprattutto
un nuovo Peter Parker allo stile estroverso
a scuola, lo facciamo del suo grandissimo
mordere nuovamente regista, non è
da un ragno radioattivo. semplicemente una
Prendiamo tutto quello scelta discutibile: è
DA SPIDER-MAN 4
Che Spider-Man 3 non sia dare il minimo ascolto
stato accolto dalla critica e gli aveva imposto il
e dal pubblico nel modo personaggio, portando a
sperato è cosa risaputa. un forte sbilanciamento
Altrettanto poco misterioso della sceneggiatura e
è il motivo dell’insuccesso: all’insuccesso (relativo)
Venom. Il suo problema è al botteghino. Visti
che compare tardi, sta i precedenti, Sam
poco in scena, non mangia aveva successivamente
i passanti,
è inserito dichiarato che non avrebbe
a forza, trattato con messo mano a un quarto
malcelata svogliatezza. film della serie se non gli
Parte della colpa va fosse stato concesso il più
sicuramente al regista, totale controllo produttivo.
quel Sam Raimi tanto La sua voglia di rivalsa
appassionato dell’Uomo su quell’ultimo, nefando
Ragno quanto avverso alla episodio e l’accettazione,
sua nemesi aliena, legato da parte di Sony, delle
a una saga tra le più sue condizioni avevano, in
controverse dei fumetti breve, portato alla messa
del Lancia Ragnatele. in cantiere di un nuovo
Ma ancora più colpevole capitolo cinematografico
è la produttrice Sony , dell’Uomo Ragno, per
che all’opposizione del il quale Sam stava
regista non aveva voluto preparando cose davvero
7
billy reportage
Gran Torino Clint Eastwood 9,0
Bastardi senza gloria Quentin Tarantino 8,1
Wrestler, The Darren Aronofsky 8,8
District 9 Neill Blomkamp 8,7
a cura di I Love Radio Rock Richard Curtis 7,3
ILARIO Watchmen Zack Snyder 7,6
forCINE
awards 2009 billy
8 numero 21 - marzo 2010
PREVIEW
alice in
volta, realizzerà di essere stata
già una decina di anni prima.
Nel cast della pellicola, girata
in 3D con una tecnica mista
wonderland
di Matteo Lier Lelli
Ferma ques
Campagna per il ritorno alla musicassetta e al VHS.
billy
10 numero 21 - marzo 2010
in sala
di un aereo in volo su Beverly Hills,
e poi a dividersi il quadro con
Nicholson e Damon di scorta ad una
Boston rossastra. Infine illuminato
dalla fiamma di un cerino, mentre
poco sotto un’isola è flagellata da
una tempesta. Ancora più di prima,
il nuovo film di Scorsese è tutto
riassunto in questi elementi, e reso
ancora più esplicito nei suoi intenti
arrivando addirittura a sovrapporre
attore e strada, significato e
significante.
Poco conta quindi che la storia
abbia diverse incongruenze, che
shutter island
la ricomposizione del puzzle sia
reiterata e alcuni “misteri” siano
chiari fin dal quarto minuto.
O che la pellicola goda di una
138’ 2010 Martin Scorsese di redenzione, che si ponga fotografia di rara, abbacinante,
come allegoria di un’America tristissima bellezza, e alcune
inesistente, che provi a risolvere sequenze possano essere
C’è Jacques Tourneur dietro in un campo verde l’impasse inserite direttamente nella
al nuovo, inquietante, elefantiaca del mostrare, che storia del cinema. Quello che va
confessionale lavoro di Martin ricalchi religiosamente un noir di discusso, attraverso una storia,
Scorsese (ipse dixit). Ma c’è Honk Kong o che, infine, si liberi comunque avvincente, di follia e
anche Shock Corridor di Samuel nell’allusione cupa della follia. di società, di fantasmi e di colpe,
Fuller, c’è il cinema di genere, Ancora: l’attore. A guardare le di labirinti psichici e storici, è
furbescamente manipolato, e locandine degli ultimi quattro quanto – ancora una volta –
soprattutto ci sono la strada e lavori di Scorsese si nota come il Scorsese opti per una colpa che
l’attore che partendo da Gangs volto di Di Caprio segni una vera si struttura come umana (troppo
of New York e passando per The e propria iconografia apostolica, umana), un castigo che ha il
Aviator, arrivano a The Departed in una coincidenza corpo-cinema sapore suggestivo del divino e
prima e a Shutter Island poi. non casuale. Prima a vegliare una redenzione che, in un certo
Prima, la strada. Sappiamo che sulla New York che cresce, con metaforico modo, si suggerisce
la violenza è perennemente al la Diaz e Day-Lewis, quindi a inaccettabilmente ultraterrena.
centro del cinema di Scorsese, sfidare il futuro, bucando le nubi
e del suo affannoso tentativo e campeggiando sull’immagine Matteo Lolletti
sta barbarie
Ilario Gradassi
retropolis
m a n i c o m i o
95’ 1994 John Carpenter La sua ricerca lo porterà in un Nuova Bibbia e hanno perso se stessi,
misterioso paesino disperso nel in fondo, siamo proprio noi. John
nulla, Hobb’s End, curiosamente Carpenter, assoluto maestro del terrore,
Sutter Cane, scrittore di romanzi assente da ogni carta topografica, firma uno dei suoi film più riusciti, al
dell’orrore di enorme successo, in ma protagonista di tutti i racconti cui centro troneggia un’enigmatica
grado di far letteralmente impazzire dello scrittore scomparso... nonché quanto affascinante figura di scrittore,
i suoi innumerevoli lettori con le teatro di orrori indicibili, luogo primo ispirata, come tutta la pellicola, tanto
sue storie macabre, sparisce un in cui le allucinazioni di un folle e a Howard Philip Lovecraft (e alla sua
mese prima del lancio del suo la realtà si mescolano, legandosi poetica dell’indescrivibilità dell’orrore)
ultimo libro. E, con lui, il manoscritto. indissolubilmente. E tutto nel film, quanto a Stephen King (soprattutto
John Trent (Sam Neill, bravo come dalla cornice del manicomio, dove sotto il profilo dello scrittore-dio che
sempre), investigatore al soldo di una Trent racconta la sua terribile storia, tutto può sui personaggi e gli eventi di
compagnia di assicurazioni, indaga al finale così sottilmente spietato, cui scrive).
sulla scomparsa, convinto che si tratti ci dice che quei pazzi, quei folli
di un’astuta trovata pubblicitaria. assetati di morte che hanno letto la Matteo ‘Lier’ Lelli
che precedono l’uscita di I’m A il cineasta coreano per aver preso tradizionale. Nonostante Park parli
Cyborg But That’s OK ribadisce l’unica strada in discesa. del manicomio che ha messo in
più volte di aver girato un film Peccato che il film sia tutto fuorché scena come un posto felice e
fruibile per qualsiasi spettatore, buonista e soprattutto sia lungi splendente, questo “luogo della
dove al nichilismo dei precedenti dall’essere la commediola che Park follia” sotto quella patina ultrapop
si sostituisce la visionarietà pop stesso ha annunciato: è piuttosto una che lo ricopre nasconde un
del manicomio che ospita la lucida analisi sulla situazione sociale malessere di fondo che è proprio
vicenda. Eccoli lì, gli scettici e i e politica coreana, con attacchi di tutte le pellicole del regista.
detrattori, pronti a definire a priori diretti alla famiglia tradizionale e
il film leggero e frivolo, e a criticare una non velata critica alla psichiatria Michelangelo Pasini
ragazze interrotte
cui si basava la psicoterapia
di allora e a muovere contro
di esse una guerra fatta di
sentimenti e relazionalità. Una
meravigliosa metafora accosta
il ricovero nei manicomi
all’arruolamento in Vietnam,
un montaggio sfuggente ed
eterogeneo nei tempi e nella
diegesi, impreziosiscono il
gioiellino di James Mangold.
Tratto dal diario della vera
Susanna Kaysen, che ha
vissuto queste vicende in prima
persona, Ragazze Interrotte è
la celebrazione della vittoria del
contatto umano e della parola
sulle leggi della fisica e della
medicina, che non possono
attecchire in una realtà così
altra, così avulsa dall’ordinario.
Marco Berardi
quattro
Keaton (Michael) è un ex scrittore soggetto a forti fobie. Sullo sfondo la metropoli
crisi di rabbia. Lloyd (Christopher) è un maniaco aliena e psicotica quasi più
dell’ordine che si illude di essere uno psichiatra. degli stessi protagonisti. The
pazzi
Boyle (Peter) crede di essere l’incarnazione di Dream Team è una commedia
Gesù Cristo. L’ultimo, Furst (Stephen) è un povero brillante (soprattutto grazie alla
autistico capace di comunicare solo tramite bravura degli interpreti) che fa
commenti sportivi. Quattro matti, quattro pazienti leva sul solito paragone sanità/
in
di un manicomio. Un Medico Psicologo dalle follia e sul dramma dei diversi
ampie vedute li porta in libera uscita a New York messi a margine di una società,
per una partita di baseball, non sapendo che si che forse proprio normale non
troverà ad essere prima testimone, poi vittima di è. Si rientra completamente
libertà
feroci assassini. Dispersa la loro guida, spetterà ai nei canoni della commedia
quattro pazzi il compito di e salvarla e arrangiarsi, americana anni Ottanta, ma se
non prima però di avere superato gli screzi vi è piaciuto Non guardarmi,
personali e aver imparato ad agire come una vera non ti sento potreste apprezzare
squadra! Ovviamente, durante l’avventura, ogni anche questo Quattro pazzi in
113’ 1989 Howard Zieff personaggio non mancherà di fare i conti con il Libertà!
proprio turbolento passato, in modo da ottenere una
riconquista e una parziale guarigione dalle proprie Alberto Semprini
billy marzo 2010 - numero 21
15
vetrina
rassegne in romagna nel marzo 2010
ANATOMIA
seconda parte
Il sospetto Io ti salverò
99’ 1941 111’1945
FOLLIA
DELLA
domenica 14 marzo ore 21 domenica 28 marzo ore 21
L’ombra del dubbio Marnie
108’ 1943 120’ 1964
Le proiezioni avranno inizio alle ore 21,00 presso Moquette bookshopbar via
Dall’Aste,17 Forlì tel. 0543 32751 moquettebar@gmail.com
Ingresso riservato ai soci forCINE 2010.
billy
16 numero 21 - marzo 2010
THE CESENA
http://www.sanbiagiocesena.it/ http://www.
cinemaeliseo.it/rassegna.php?id=33
CINEMATOGRAPHIC COTIGNOLA
RAVENNA
http://www.cinemajollydoc.it/
CERVIA
ROMAGNA
SAN VITTORE
http://www.cinemasarti.com/ http://www.cineteatrovictor.it/
17
febbraio
borsino
michelangelo pasini
alessandro merci
francesco garoia
alberto semprini
barbara de caro
luigi palmirotta
chiara tartagni
marco berardi
ilario gradassi
matteo lolletti
marco bacchi
matteo lelli
amabili
resti
bangkok
dangerous
concerto, ii
education,
an
nine
paranormal
activity
quarto tipo,
il
tra le
nuvole
uomo che
verra', l'
Billy
Questa ri- Direttore Ilario Gradassi, caporedattore
vista non
rappresenta Chiara Tartagni, responsabile di redazione
un prodotto
editoriale ai
Michelangelo Pasini, editor Cecilia
sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 e non persegue alcuna Benzoni, grafico Stefania Montalti.
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dalla rete internet e sono considerate di dominio pubblico. Scrivono Marco Bacchi, Marco Berardi,
Qualora il loro uso violasse diritti d’autore scrivete al no- Barbara De Caro, Paco Garroyo, Ilario
stro indirizzo di posta e le rimuoveremo prontamente. La
marzo 2010 numero 21 rivista è rilasciata con licenza Creative Commons - Attribu-
zione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
Gradassi, Barbara Grassi, Matteo “Lier”
Lelli, Matteo Lolletti, Alessandro Merci,
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condo i termini di questa licenza, che va comunicata con Luigi Palmirotta, Michelangelo Pasini,
chiarezza. In ogni caso, puoi concordare col titolare dei di-
billy.rivistacinematografica@gmail.com ritti utilizzi di quest’opera non consentiti da questa licenza. Safr, Alberto Semprini, Chiara Tartagni.
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myspace facebook issuu scribd http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it Copertina: Shining
billy
18 numero 21 - marzo 2010
creare profonde lacerazioni nel tessuto
cattivi maestri cinematografico, fruito o agito.
Sono infatti tanti i luoghi oscuri di David
Lynch, senza che quelli chiari siano molto
I luoghi
più rassicuranti. Esattamente in questa
dialettica, che stravolge la canonicità
dicotomica del bene (bianco, chiaro) e del
male (nero, (o)scuro), senza ribaltarle ma
fondendole o confermandole nell’inganno,
in una deriva di difficile definizione morale,
si colloca l’elemento più radicalmente
oscuri
spiazzante e di maggior disagio per lo
spettatore.
È sufficiente pensare alla cittadina di
Velluto Blu (Blue Velvet, 1986), ai suoi
sguardi in macchina, ai suoi colori pastello
e alla perfezione dei suoi incroci, luminosi
ma corrosi da un rumore cattivo e interno,
vicino, così vicino che a guardarci non
David Lynch
capisci cosa sia. O girovagare nei dintorni
della segheria o tra i Douglas Fir del Great
Northern Hotel a Twin Peaks (Twin Peaks,
1990), mentre un corpo biondo, biondissimo
viene lasciato alla deriva dentro un sacco di
plastica. E se la cugina di Laura Palmer ha i
capelli nero corvino dell’innocenza (sempre
di matteo lolletti Twin Peaks) e li sconta nell’inganno di
una tinta di somiglianza, Patricia Arquette
oscilla in una gelatina morale di doppiezza,
come altro da sé, ma solo in relazione a chi
«Come regista, mi piace che vi sia qualcosa la guarda, ossia a Bill Pullman, l’assassino
di scuro nell’inquadratura. Se tutto è dalle multiple personalità di Strade Perdute
completamente illuminato e si può vedere (Lost Highway, 1997). Così Mulholland
qualsiasi cosa, allora non c’è mistero. Non Drive (id, 2001) ribalta nella colpa i colori,
credo che un film scuro debba essere i luoghi e i ruoli di Naomi Watts e Laura
per forza deprimente. Un film può essere Elena Harring, proprio dove, fuori dal sogno,
luminoso e pieno di colori e ciononostante i rimorsi hanno le fattezze rassicuranti e
deprimenti fino alla morte». luminose di due vecchietti incontrati su
David Lynch un volo diretto a Hollywood. E la luce che
nasce nel buio, come il cerino acceso per la
Di David Lynch si è scritto molto. prima sigaretta di Cuore Selvaggio (Wild at
Nonostante ciò resta ancora, per molti Heart, 1990), non serve a illuminare.
aspetti, un enigma irrisolto, destinato a Mai.
lost highway
rubriche
rubriche
the filmgamer
20
horror politics
1
David Cronenberg, Fuori Orario, 1988_
21
rubriche
cinerdmatografo
Forbidden zone
Non entrate nella Sesta Dimensione!
di matteo lier lelli
Un pappone spacciatore non troverete mai, su è curata da Richard andrebbe visto anche solo per
di eroina scopre un bel celluloide, bizzaria più Elfman, leader del gruppo quella scena, senza contare
giorno che la porta dello estrema di questa. Chi ha assieme al fratello Danny, quella della sparatoria tra
scantinato di una baracca scritto la sceneggiatura che qui, lungi dall’essere maestra e alunni, o la lotta
di sua proprietà conduce doveva essersi fatto di il compositore musicale tra le regine che prima si
a un’altra dimensione. crack mentre leggeva di successo che è oggi menano poi si baciano, e
Vende immediatamente Alice nel Paese delle (collabora abitualmente altre dello stesso tenore. Una
la casa alla famiglia Meraviglie, e comunque con Tim Burton), stramberia per palati forti...
Hercules, composta da ancora non si doveva interpreta un Satana ma chi riesce a vederlo fino
inetto padre misogino, essere avvicinato se non jazzista a capo di un in fondo non lo dimenticherà
madre fedifraga e pure da lontano al risultato esercito di zombi! E il film facilmente!
cessa, figlia francese finale. Forse gli è stata
di nome Frenchy, figlio suggerita proprio dal
anziano (nel senso Rospo maggiordomo
che il ragazzino viene della Sesta Dimensione.
interpretato da un Scenografie di cartone,
sessantenne) che live action alternato ad
risponde al nome di Flash, animazioni quanto mai
e nonno muto, barbuto e eccentriche, personaggi
violento. Sarà Frenchy la assurdi come solo una
prima a varcare la soglia testa volante o un uomo-
della Sesta Dimensione... candeliere sanno essere,
dove rimarrà prigioniera un sacco di seni sempre
della popputa regina, in vista, fotografia in
gelosa delle attenzioni bianco e nero... e, come
che il regale consorte, se non bastasse, è un
un nano francese, dedica musical! Il film nasce
alla ragazza. Uno dopo infatti per portare sullo
l’altro i parenti tenteranno schermo quel bislacco
di salvarla (tranne la gruppo new wave che
madre, che resta a letto erano gli Oingo Boingo,
col pappone), rimanendo che, tra doppi e tripli
a loro volta imprigionati ruoli, interpretano la
nell’ostile regno. stragrande maggioranza
Con ogni probabilità, dei personaggi. La regia
billy
22 numero 21 - marzo 2010
rubriche
cineletteratura
Shining
che il protagonista del film può anche classico archetipo delle
di marco bacchi essere considerato, in realtà, teorie junghiane. Labirinto
l’Overlook Hotel. I labirintici che Jack Nicholson osserva in
corridoi in cui i personaggi una sua miniatura, all’interno
vagano, si perdono, le strutture dell’albergo, in cui si perdono
geometriche e simmetriche la moglie e il figlio, ma anche i
Definire Shining, cercare di incasellarlo
dei tappeti, l’immensa cucina, suoi pensieri e il suo raziocinio
dentro un genere cinematografico,
sono metafora, indiscutibile, alla ricerca di una via d’uscita
è impresa ardua: considerarlo
dell’inconscio e della psiche che l’albergo stesso non può
semplicemente un film horror sarebbe, a
umana, tanto quanto l’immenso concedergli, avendolo scelto
dir poco, superficiale. Shining è, in realtà,
labirinto, redentore e salvifico, come sua incarnazione, come
una parabola sull’autoisolamento, sulla
che domina il parco dell’albergo, burattino da far scivolare e
follia, in cui, prepotenti, si intersecano
rilettura, come detto, di miti sprofondare nel baratro della
riletture di miti classici, rimandi al
quali il labirinto di Cnosso in cui follia, portando con sé l’intera
paranormale, accenni alla psicologia
è imprigionato il Minotauro, di famiglia.
freudiana e junghiana, in cui, ogni cosa,
Kronos che mangia i suoi figli, ma Tutto il film è una riflessione
ogni oggetto, ha valore simbolico, tanto
sull’origine e sulle radici del
male che si nasconde dentro
l’essere umano. Kubrick ci
trascina in un vorticoso vagare
tra i corridoi della mente che
si allagano di sangue, in cui
tutti i personaggi cadono nelle
fauci del delirio e delle visioni
che l’albergo gli propone.
Lo stesso albergo, però, che
proprio grazie al suo intricato
labirinto, riesce a dare una
scappatoia e la salvezza al
piccolo Danny che fugge dal
padre; lo stesso albergo che
nella scena finale ci dice che
il male è sempre stato lì –
esplicitandolo attraverso la
foto d’epoca che ritrae Jack
– che il male rimarrà sempre
lì e non potrà mai essere
sconfitto; che la brutalità della
violenza non può essere vinta.
Benvenuti all’Overlook Hotel.
billy
24 numero 21 - marzo 2010
in costume
di Cowan Bridge e più complesso di ciò
che appare dalla trama, viene adattato
per lo schermo da Franco Zeffirelli nel
1996. Reduce dai tormenti di Storia di
Jane Eyre:
una capinera, il regista fiorentino sceglie
letteralmente di illustrare la vicenda
della sgraziata ma brillante governante
Jane Eyre, innamorata corrisposta del
proprio padrone, come se lo spettatore
Fotoromanzo
dovesse sfogliare un album di disegni:
ecco dunque l’ardente e ferma volontà
di vivere della protagonista scomparire
in un artificioso languore gotico. Il
romanzo si dipana lungo il filo rosso della
Gotico
follia, rappresentato di volta in volta dal
razionalismo estremo dell’educazione
inglese e dalle passioni prive di misura,
come quella che aveva morbosamente
legato il signor Rochester a Bertha
Mason. Ed è proprio lei, la prima
sposa murata viva, con la sua bellezza rubriche
deformata dalla pazzia, a incarnare
di chiara tartagni il doppio irrazionale della solidissima
Jane, che ha la forza di farsi attraversare
dalle tempeste dei sentimenti senza
rinunciare al dominio di sé: ecco, vuole
Il legame fra cinema e letteratura è ammonirci Charlotte Brontë, il risultato
da sempre inscindibile: irresistibile è dell’abbandono, della sensualità
la tentazione di vedere muoversi sul vissuta senza raziocinio, dell’ossessione
grande schermo le affascinanti figure scambiata per amore. Amore che può
che popolano la nostra immaginazione essere sì legame sovrannaturale e linfa
durante la lettura. Ma se alcuni registi vitale, ma non fonte di morte morale. Il
scelgono l’ammirevole via della regista, perduto fra le numerose chiavi
lettura personale di un romanzo, sia di lettura, si limita a restituirci ombre
contenutistica che visiva (Stanley incorporee di personaggi che sulla carta
Kubrick su tutti), altri si fossilizzano godevano di ben maggiore profondità e
su di una sterile e patinata messa lo fa con inquadrature da fotoromanzo,
in scena che poco ha a che fare indebolite da una colonna sonora che
con l’arte. Il celebre romanzo di non rispecchia ciò che accompagna. E
Charlotte Brontë (1816-1855), la severa, vitale Jane impallidisce fino a
parzialmente basato sull’esperienza ridursi a elegante fantasma nei corridoi
dell’autrice all’interno della scuola di Thornfield.
billy
26 numero 21 - marzo 2010
rubriche
i soliti ignoti
Milos Forman:
La Follia Siamo Noi
di chiara tartagni
Milos Forman, classe 1932, è Follia che non può non finire
un uomo per tutte le stagioni: soffocata dagli ingranaggi del
nato in Cecoslovacchia, resta sistema. E se l’Era dell’Acquario
orfano di entrambi i genitori del tardivo Hair non giungerà
durante il nazismo, e proprio mai alla luce, così l’unica
durante l’infanzia scopre i scintilla sediziosa non può che
capolavori di Charlie Chaplin e incarnarsi in singoli uomini di
Buster Keaton. Lascia Praga per genio, di cui Forman ci offre una
sfuggire al regime comunista e visione certamente colorita e
si stabilisce a Parigi, entrando a personale, ma profondamente
fare parte del movimento della umana: Wolfgang Amadeus
Nouvelle Vague con opere come Mozart, volgare fanciullo
L’asso di picche e Gli amori toccato dalla grazia divina,
di una bionda: fin da questi nel pluripremiato Amadeus,
primi lavori traspare quella che segna l’inizio dell’idillio
sottile vena di poetica ironia di Forman con il ‘700; Larry
che contraddistinguerà l’intera Flynt, fondatore della rivista
opera del regista ceco. Il grande porno Hustler e paladino della
salto si compie però al suo libertà d’espressione, nel
arrivo in America, quando con film omonimo caratterizzato
Taking off si prende gioco della da un’estetica quasi rococò;
moralità imperante, americana Andy Kaufman, esemplare
e non, dei valori della famiglia provocatore e comico suo
e dell’amore: prime avvisaglie malgrado, in Man on the
di un cinema che racconta per Moon, in cui il regista ritrova
educare e lo fa con decisa, la malinconica e silente
ghignante amarezza. Ed forza espressiva dei miti
ecco giungere il trascinante d’infanzia. Infine Forman
McMurphy di Qualcuno volò sul approda nuovamente nel
nido del cuculo, piccolo gioiello ‘700 delle rivoluzioni, e
in cui si delinea definitivamente attraverso l’impietoso sguardo
il tema portante del cinema di di Goya ci rivela l’incessante
Forman: la follia. Follia come ripetersi della storia ne
fiamma istintuale, come pura L’ultimo inquisitore; l’arte è
forza ribellistica all’interno politica e può solo sorridere
goya's ghosts
di una società castrante che dell’autentica follia che
reprime ogni impulso vitale. denuncia: quella sociale.
in matita lumières cinématographe
di safr
garroyo e i suoi fratelli
una famiglia
un po’
psicosemiotica
di francesco garoia
Università di Tortuga, 13 luglio, ore 11. In sottofondo, Giulia, ammazza i parenti per poi fare una morte angosciante. E
la voce del professore che blatera. L’uccello dalle piume di cristallo di Argento, dove moglie e marito
insieme non fanno un assassino sano. Nel Grande cocomero
della Archibugi la malattia di Pippi è dovuta – et voilà – alla
Le tematiche del corporeo, del passionale, del difficile situazione familiare. Oppure Shock di Mario Bava, dove
sensibile e dell’estesia. Il dibattito teorico relativo alle Dora ammazza due mariti poi si taglia la gola, mentre il figlioletto
radici corporee ed emotive del senso. La linguistica felice parla coi fantasmi. E il caro Norman Bates, che uccide la
cognitiva, le arti del dire e dell’oralità. madre e ne tiene il cadavere nello scantinato? Pensa se arrivo
«Sto impazzendo, pensai, questa lezione è un piccolo a casa e mio babbo dice: Hey mi hanno assunto come custode
assaggio dell’Inferno. Uno di questi giorni succede, invernale in un grande albergo nel culo del mondo! Col cavolo
torno a casa e faccio un casino. Prendo il cane e lo che vengo, gli rispondo! Ho venticinque anni, sono pressoché
inchiodo alla mamma, prendo il babbo e lo lancio sul indipendente, e in ogni caso non posso più andare sul triciclo,
vicino. Appicco fuoco al frigorifero e affogo il cactus, per quanto mi dispiaccia, gli rispondo!»
finisce che lo faccio». Lessi il titolo del libro che avevo sotto il naso: Semiosis without
Mi incantai, ripensando all’osceno film Willard il Consciousness? An ontogenetic perspective. «È luglio, a Tobago
Paranoico che avevo visto la sera prima: «Diavolo, è c’è un sole che spacca, e noi siamo chiusi in questo stanzone
vero. Altro che giardini magici, labirinti e inquietanti dell’università di Tortuga. L’aria puzza di big babol e sudore. Il
manicomi: tutte le grandi storie di follia si sviluppano prof sta tenendo una lezione di “Psicosemiotica della Paura”.
tra le mura domestiche, o comunque in famiglia. Altro che casa, altro che famiglia: se esiste un Regno dei Tarati, è
Come ne I pugni in tasca di Bellocchio, dove il giovane questo. E se non ammazzo nessuno nei prossimi cinque minuti,
Alessandro, folle ed epilettico, innamorato della sorella sono salvo».
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Caro Giacomino, puttroppo tuo fratello c’ha raggione: a Oh oh oh! Paura io?! Paura il Capp’tano?! Osservatoro della
volte capita che sotto il letto degli shpappatelli monelli, mia ciufola, tu fosse non hai capito a chi shtai shcrivento!
quelli che c’ piace il roccheroll e la motocicletta, pe’ Noi Phalchi di shtrada c’appiamo paura solo di una cosa:
cappicci... d’cevo, a volte sotto i letti di queshti ribelli c’ uno shpirro ‘ncarognito e col destro più grosso del nostro!
sta ‘n uomo nero e cattivo mandato dai genitori pe’ facci E fosse dei ragni... A pensacci bene però, d’rei pure degli
paura e falli shtare bbuoni... Anch’io quand’ero piccolo e shquali: Spielbro, dannato te e ‘l tuo film! Se t’ ciappo c’ho
paffuto ne avevo uno sotto il letto... ma so’ shtato fottunato la videocassetta pronta e coperta d’ vaselina!
e m’è toccato Abdullah, che m’ voleva solo vende’ i calzini,
ma a me m’ piacevano i miei con quel profumo d’ zompi! Carmine, ti ho riconosciuto!
Però shtai attento, ché se t’ zompa addosso uno d’ quelli Sei tu in quegli squallidi filmati su youtube.
cattivi t’ fa a pezzi! Dove sei finito? Dovevi venire a incontrare i miei genitori quattro
mesi fa!
Saichisono
Cino il cinefilo
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