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vendredi 24 juillet 2015 La Marseillaise

ITALIA - MONDO
Dossier

Italia. Il Bel Paese si lascia scappare i migliori talenti. La mancanza di prospettive per i giovani laureati ne
la causa principale. Lo Stato tenta di mettere fine alla fuga massiva. O almeno di incentivare i rientri.

Italia's lost Talents


n

Attualmente in Italia il
tema dellimmigrazione
uno dei pi dibattuti. Immagini
di clandestini che attraversano il
Mediterraneo su barconi, tragici
incidenti durante le traversate e
politici che discutono sulle misure da adottare a riguardo invadono gli schermi e le testate dei
giornali.
Ma gi da diversi anni il Bel
Paese interessato da un altro
fenomeno migratorio, di cui purtroppo si sente parlare meno: una
vera e propria diaspora, una scelta spesso obbligata per un numero crescente di giovani. Solo
nel 2014, 100.000 persone hanno
lasciato il Paese. la migrazione
intellettuale, pi comunemente
chiamata fuga dei cervelli.

"Italents", un fenomeno unico

vero, non il primo e il solo flusso migratorio italiano. Il


paese stato infatti interessato
da due grandi ondate migratorie:
la grande emigrazione tra la fine
dell'Ottocento e gli anni Trenta
(soprattutto verso lAmerica)
e lemigrazione europea, a partire dagli anni Cinquanta (verso
Francia, Svizzera, Ger mania,
Belgio). Ieri, come oggi, le persone erano spinte soprattutto da
motivi economici. Tuttavia, la
fuga attuale ha dei tratti distintivi che la rendono assolutamente
imparagonabile a qualsiasi ondata migratoria passata.
La differenza sta nel profilo dei
candidati e nel loro background
formativo, senza alcun dubbio.
Se in passato erano persone poco
qualificate o analfabete a fare
le valigie e a fuggire allestero
per cercare fortuna come lavoratori manuali, oggi, invece, si
tratta di giovani altamente qualificati, che, dopo aver ottenuto una
laurea o addirittura un dottorato,
si trovano costretti ad espatriare.
Secondo lIstat il 30% dei giovani emigrati sono laureati. Una
grande perdita di capitale umano.
Un vero fallimento per lo Stato.
Oltre al crescente numero di
Italiani che lascia il Paese, ci
che rende preoccupante questo
fenomeno la mancanza di un
flusso di cervelli in entrata. LItalia una grande esportatrice di
talenti, di menti brillanti, che
per non attrae ricercatori e altre
persone qualificate provenienti dallestero. Lo Stato italiano
spende per istruire i suoi giovani,
senza poi ottenere il ritorno su
questi investimenti in capitale
umano. Listruzione degli italiani

espatriati dal 2008 al 2014 costata allo Stato 23 miliardi di euro.

Molteplici cause

Di certo la colpa non


dellUniversit. Lo dimostra il
fatto che i cervelli italiani sono
bene accolti e apprezzati allestero. Gli Italents sono vittime
della crisi economica in senso
ampio. Vittime del mal funzionamento dello Stato, di decisioni
politiche contestabili e di una
mancata lungimiranza, soprattutto in materia di incentivi alla
ricerca fondamentale.
Elisa, ricercatrice presso il
Centro nazionale di ricerca scientifica (CNRS) di Marsiglia, ricorda ancora il giorno in cui il
suo superiore, in Italia, le aveva
annunciato che non cerano pi
fondi e che per i successivi 15 anni
sarebbe stato difficile ottenere un
posto fisso allUniversit. Partire
era dunque lunica scelta.
Sottopagati rispetto alla media
europea e in costante lotta per ottenere contratti a tempo indeterminato, i giovani italiani devono
subire oltretutto una radicata
gerontocrazia che assicura ai lavoratori pi anziani i posti pi
alti. Maggiori possibilit di fare
carriera, stipendi pi allettanti
e meritocrazia. Queste le ragioni
principali che li spingono ad oltrepassare le frontiere.

I giovani si mobilitano

A tal proposito, gruppi di giovani laureati hanno dato vita a


movimenti di denuncia. Frutto di
questa unione nella protesta il
Manifesto degli espatriati che,
in 10 punti, sottolinea lenorme
divario tra le prospettive offerte
in Italia e quelle offerte allestero
e riassume quello che il cuore
del problema: autoriproduzione
della classe dirigente, natura
delle offerte di lavoro e degli stipendi, nepotismo, raccomandazioni, mancanza di fiducia nello
spirito di iniziativa dei giovani.
Questi gruppi combattono affinch LItalia torni ad essere un
Paese per giovani, meritocratico,
moderno e innovatore. Affinch
esca dalla condizione di paese del
Terzo Mondo, conservatore e ipocrita.
LItalia ha tutto linteresse a
trovare delle soluzioni, per i suoi
giovani e per s stessa. Perch
non ci sar alcun progresso collettivo senza una giusta considerazione dello sviluppo e della
realizzazione individuali.
federica mileo

Un mix di fattori economici, politici e sociali fa s che per la prima volta nella storia la giovane
generazione di oggi star peggio di quella precedente. illustrazione doris g.

Lo Stato lancia la Legge Controesodo


n Per far fronte al flusso di partenze lo Stato ha messo in campo
la Legge Controesodo.
Varata nel 2010, rester in vigore
fino alla fine del 2015 offrendo a
chi rientra 3 anni di agevolazioni
fiscali: le donne pagano le tasse
sul 20% dello stipendio, gli uomini sul 30%. indirizzata ai laureati italiani che avevano meno di
40 anni nel 2009 e che hanno
studiato o lavorato allestero per
almeno due anni. Tuttavia diversi
punti critici sono venuti a galla.
Tra questi, la durata limitata della
legge, la proroga ancora incerta
e soprattutto lobbligo per coloro
che rientrano di restare almeno

5 anni.
per questo che le associazioni
di rappresentanza dei cervelli in
fuga lottano per ottenere delle
modifiche e per rendere questa
legge pi appetibile ed efficace.
Come afferma Luigi Bobba, Sottosegretario al ministero del Lavoro
con delega alle Politiche giovanili, la legge Controesodo deve
diventare uno strumento ordinario, non una tantum. I processi di
andata e ritorno devono essere
incoraggiati in modo strutturale
e non occasionale
Inoltre, abbassare le tasse o aumentare gli stipendi non abbastanza. I giovani talenti ita-

liani hanno bisogno di pi spazio,


pi prospettive e pi fiducia. La
classe dirigente ne consapevole. Lo testimoniano le parole
che il prsidente del Consiglio
Matteo Renzi ha rivolto agli studenti italiani dellUniversit di
Georgetown (USA) la scorsa primavera: Non vi dir di tornare
in Italia, come in molti lhanno
fatto, ma vi assicuro che se e
quando desidererete tornare, troverete un paese cambiato.
La strada ancora lunga. Infatti,
far rientrare i giovani una cosa, dar loro i mezzi per restare
unaltra.

23

3000

25%

f.M.

Qualche cifra

100 000 30%


Secondo l'Istat, solo nel 2014,
oltre 100mila persone hanno
lasciato lItalia.

L'Istat riporta che il 30% dei


100mila italiani espatriati nel 2014
erano laureati.

Dal 2008 al 2014, emigrato un


gruppo di italiani la cui istruzione
costata allo Stato 23 miliardi di euro.

Secondo l'Istat, 3mila dottori di


ricerca del 2008 e 2010 lavorano
allestero (il 12,9% del totale).

La disoccupazione colpisce anche i


neolaureati: 1 su 4 non lavora a un
anno dalla laurea.

La Marseillaise vendredi 24 juillet 2015

ITALIA - MONDO

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Dossier

Il talento e la voglia di fare di Gianluca, Elisa e Emilia hanno trovato terreno fertile a Marsiglia.

foto dr

Parola di Italents. Di fronte alla mancanza di opportunit in Italia, Elisa, Emilia e Gianluca hanno scelto
la Francia e Marsiglia.

Ci ho provato,
e ce l'ho fatta !
n Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni tra i tanti cervelli italiani che attualmente
vivono e lavorano a Marsiglia, una citt che
fin dai tempi antichi stata un crocevia di
popoli e culture, un privilegiato luogo dapprodo e di scambio, un ponte tra lEuropa
continentale e il Mediterraneo. Incontro con
Elisa, 34 anni, nata ad Agropoli (Salerno),
ricercatrice presso il Laboratoire de Bionergtique et Ingnierie des Protines (BIP) al
CNRS di Marsiglia ; Emilia, 35 anni, nata a
Napoli, ricercatrice presso il Laboratoire de
Chimie Bactrienne (LCB) al CNRS di Marsiglia e Gianluca, 39 anni, nato a Mazara del
Vallo (Trapani), terapeuta. Tra soddisfazioni
e nostalgia.

Una formazione in Italia

Elisa : Mi sono laureata in Chimica e Tecnologie farmaceutiche allUniversit di Bologna


nel 2006. Successivamente ho vinto una borsa
di dottorato e ho iniziato il mio percorso di
ricerca. Dopo sei mesi a Miami, nel 2010 sono
arrivata a Marsiglia per svolgere un Post-doc
al CNRS. Nel 2014 ho vinto il concorso nazionale e ho ottenuto un posto come ricercatrice
al CNRS .
Emilia: Mi sono laureata in Biologia con
indirizzo Biologia molecolare e Genetica
allUniversit di Napoli e successivamente
ho svolto un dottorato in Microbiologia. Dal
2006 al 2011 ho fatto un post-doc allUniversit
di Berkeley in California. Attualmente lavoro
come ricercatrice al CNRS di Marsiglia .
Gianluca: Mi sono laureato nel 2000 in
Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo a Milano. In seguito ho lavorato all'Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia portando
avanti allo stesso tempo un progetto di ricerca
universitario. Dopo aver ottenuto un Master

in Antropologia e Mediazione culturale del


Mediterraneo, ho lavorato come lettore di
Italiano allUniversit di Aix-en Provence e
fondato una scuola di Italiano a Marsiglia. Nel
2011 ho iniziato gli studi di Medicina cinese.
Oggi lavoro come terapeuta .

Perch proprio la Francia e Marsiglia?

Elisa: Marsiglia che ha scelto me. Durante il dottorato a Bologna il mio capo mi
aveva detto che non cerano pi fondi e che
per i successivi quindici anni sarebbe stato
difficile ottenere un posto fisso allUniversit.
Per realizzarmi come ricercatrice lunica opportunit era andare allestero .
Emilia: Tra le opzioni che avevo il CNRS
di Marsiglia era quella pi interessante. Il
CNRS infatti una delle maggiori istituzioni
europee in materia di ricerca. In pi a Marsiglia, tramite un concorso nazionale, mi veniva offerto un posto a tempo indeterminato,
mentre in Italia mi avevano offerto posti a
tempo determinato .
Gianluca: Ho avuto la possibilit di portare
avanti un progetto di ricerca allestero e ho
scelto Marsiglia in quanto citt del Mediterraneo (avevo lavorato in precedenza sul cinema
del Mediterraneo) e perch sono rimasto subito colpito dalla sua bellezza inconsapevole,
poco conosciuta dai turisti .

Cosa ti ha offerto e cosa continua ad offrirti


la Francia?

Elisa: La Francia mi ha permesso di realizzare un sogno : portare a termine la mia formazione e diventare ricercatrice, cio fare il
lavoro per cui avevo studiato. Marsiglia mi ha
accolta senza discriminazione e soprattutto
mi ha dato lopportunit di provare, possibilit che non avevo in Italia. Oggi mi permette

di portare avanti un progetto di ricerca fondamentale. Inoltre vivere a Marsiglia mi ha


fatto capire che definirmi Italiana mi sta
stretto. Ho realizzato di essere Mediterranea:
le mie tradizioni e la mia educazione hanno
tanto in comune con quelle degli altri paesi
del bacino .
Emilia: La Francia mi ha prima di tutto permesso di lavorare in un campo, quello della
ricerca fondamentale, che lo Stato italiano
non finanzia poich lo ritiene meno importante rispetto alla ricerca applicata. Un grave
errore, dato che la ricerca fondamentale alla
base di qualsiasi altra ricerca .
Gianluca: La Francia mi ha permesso di
fare tante esperienze che in Italia non avrei
potuto fare. Mi riferisco alla variet di lavori,
al fatto che da quando sono qui, cio dal 2000,
ho sempre lavorato (cosa non scontata, soprattutto oggi) e che le mansioni che ho svolto
sono sempre state corrispondenti alle mie
qualificazioni. Inoltre, la Francia mi ha permesso di riconvertirmi dopo il licenziamento
grazie a dei corsi di formazione .

I punti forti della Francia rispetto all'Italia?

Elisa : Pi che altro direi i punti forti di


Marsiglia. Qui difficile sentirsi stranieri. C
un tale mlange di culture che facile sentirsi
a proprio agio. questo il suo punto di forza:
accogliere i viaggiatori erranti!.
Emilia: La qualit della vita migliore: lo
Stato offre pi garanzie ed aiuti, tutto pi
funzionale. Ad esempio qualora un giorno
non avessi abbastanza soldi, so che non sar
lasciata allo sbaraglio. Inoltre qui in Francia
la professione del ricercatore considerata
in maniera molto pi dignitosa, ed pagata
meglio .
Gianluca: La Francia offre pi possibi-

lit. Le condizioni di creazione dimpresa per


chiunque desideri avviare la propria attivit
sono sicuramente pi vantaggiose. C pi
praticit, lungimiranza e flessibilit. In generale, penso che una persona che abbia vissuto
con poche risorse in Italia possa riuscire in
Francia a sfruttare al meglio tutte le opportunit .

Mai pensato di tornare in Italia?

Elisa: Pi volte mi sono posta la domanda.


Per ora la risposta che mi do No. Lavorativamente parlando sarebbe impossibile. Ma
ovvio che la mia famiglia e gli amici pi cari
mi mancano infinitamente. Stare in Francia
una scelta consapevole, ma anche molto
dolorosa. Mi fa male aver lasciato la barca
che sta affondando e mi fa male vedere che
il mio paese non riesce a tenere le persone
qualificate. Mi domando : Ma allora chi potr
salvare lItalia?.
Emilia : Non mi sono mai preclusa la possibilit di tornare. Ma in questo momento
sono convinta di non poter avere di meglio
dal punto di vista lavorativo. In pi ora mi sto
costruendo una famiglia qui, sto mettendo
radici. Comunque sia, se un giorno non fossi
pi contenta della mia vita, tornerei in Italia.
Perch per realizzarsi bisogna essere felici.
Gianluca: S, per un periodo avevo pensato
di tornare ma a certe condizioni! Allora
lavoravo nel settore della cultura e conoscevo
delle persone impiegate nel mio stesso campo
in Italia che erano ancora in attesa di un
contratto a tempo indeterminato o di uno
stipendio dignitoso. Questo ovviamente mi
ha bloccato. Non avrei mai lasciato il mio
lavoro qui per trovarmi senza certezze nel
mio Paese .
intervista realizzata da federica mileo

Per saperne di pi

Versioni italiana e Controesodo:


la legge
francese
L'intero dossier sulla
fuga dei cervelli
italiani disponibile
nelle due lingue
attraverso il QRcode.

Il testo completo
della Legge
Controesodo votata
nel 2010. Incentivi
fiscali per chi ritorna.

Dal punto di vista Il Manifesto degli Giovani talenti


francese
si raccontano
espatriati
Un rapporto pubblicato
dall'Ambasciata
francese in Italia: La
sfida italiana della fuga
dei cervelli.

Lanciato nel 2010


dai blog La fuga dei
talenti e Vivo altrove.
Composto da 10
rivendicazioni.

Radio 24 dedica un
intero canale alle
testimonianze di italiani
all'estero. L'emissione
del 18 luglio 2015.

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