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RIFIUTI IN SICILIA/ ANGELINI: UN COMITATO DAFFARI SI

SPARTITO INCARICHI E CONSULENZE


Giulio Ambrosetti
14 Jul 2015

La denuncia del docente universitario Aurelio Angelini: 200


milioni di euro per le bonifiche spariti senza bonificare nulla.
Oltre un miliardo di euro gestito con affidamenti diretti, senza
bandi pubblici. Per avere, alla fine, i rifiuti non raccolti per le
strade. Discariche quasi tutte fuori legge. Raccolta differenziata a
bassi livelli. I grillini attaccano l'Unione Europea che non 'vede' gli
imbrogli siciliani

Nei mesi scorsi, in occasione della formazione del terzo governo regionale di
Rosario Crocetta, un magistrato presso la Procura della Repubblica di Palermo,
Vania Contraffatto, stata chiamata, in qualit di assessore, ad occuparsi di
rifiuti. Sin dalle prime battute lassessore annunciava una svolta nella gestione di

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un settore che in Sicilia, nellanno di grazia 2015, ancora imperniato sulle


discariche, in buona parte private.
Ebbene, c stata questa svolta? A giudicare da quello che scrive Aurelio Angelini
sulla sua pagina facebook (come potete leggere qui), non solo la svolta
annunciata dallassessore Contraffatto non c stata, ma la situazione
peggiorata. Per il governo della Regione retto da Crocetta e per lassessore
Contraffatto la botta forte. Perch Aurelio Angelini nella vita fa il docente
universitario di Sociologia dellambiente e del territorio: in pratica, uno dei
massimi esperti in Sicilia in materia di raccolta e gestione dei rifiuti. Vediamo
cosa scrive il professore Angelini.
La partenza non annuncia nulla di buono: Rifiuti: siamo caduti nel baratro,
ovvero le principali dieci criticit e inghippi che rendono la gestione
inestricabile, per via di una matassa arruffata che sapientemente hanno messo in
piedi decisori politici e dirigenti: incapaci e corrotti.
Prima criticit. La Sicilia - scrive il docente universitario - l'unica regione che
non dispone di un Piano
Aurelio Angelini

ordinario

dei

rifiuti,

piano

previsto

dallarticolo 199 del decreto Legislativo n. 192


del 2006 e dallarticolo 9 della legge regionale
n. 9 del 2010. A questo punto Aurelio Angelino d la prima notizia: il Piano
ordinario dei rifiuti lo strumento principe per la programmazione e la gestione
del ciclo della valorizzazione industriale dei rifiuti e, per tale inadempienza, non
potremo utilizzare i fondi europei perch non disponiamo di questo strumento.
Insomma, sta per partire la Programmazione dei fondi europei 2014-2020. Ma la
Sicilia, almeno per ci che riguarda i rifiuti, non potr utilizzare queste risorse
finanziarie.
Seconda criticit. E pubblicato sul sito web del dipartimento Regionale dei
Rifiuti - scrive il docente universitario - un Piano di gestione di rifiuti urbani di
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rango amministrativo emergenziale e relativo ai soli urbani senza Piano delle


bonifiche, Piano dei rifiuti speciali e speciali pericolosi. Questo Piano
emergenziale non stato mai emanato dal Commissario delegato e non mai
stato pubblicato in GURS (Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana), procedure
queste indispensabili per poter sostituire nellemanazione del Piano, un organo
costituzionale come la Regione e rendere pubblica, e quindi, anche impugnabile,
la vigenza di questo strumento. In pratica, siamo davanti a una violazione di
legge. Con metodi proditori si impedisce ai cittadini di impugnare questo Piano
davanti a un giudice.
Terza criticit. Circa duecento Piani di Raccolta Comunali - osserva ancora il
professore Angelini - sono stati presentati e approvati dal dipartimento dei
Rifiuti (il riferimento al dipartimento regionale dei Rifiuti ndr) senza avere i
requisiti stabiliti dalla legge regionale n. 3 del 2013. La stragrande maggioranza
delle 18 SRR, non hanno emanato il Piano di gestione dambito, al quale
dovevano attenersi gli ARO, per la redazione dei Piani di raccolta per una
gestione unitaria e integrata (lARO unistituzione giuridica non prevista dalla
legge

introdotta

surrettiziamente

amministrativamente).
Vania Contraffatto

Questo passaggio merita un approfondimento.


In Sicilia sono stati istituiti gli ATO rifiuti,
Ambiti territoriali Ottimali, societ per azioni
costituite tra Comuni che sono state gestite dai
sindaci. Queste societ, tra assunzioni a ruota
libera (circa 13 mila addetti assunti) e gestioni clientelari varie hanno
accumulato, in meno di un decennio, debiti pari a circa 1,8 miliardi di euro
(stima che forse in difetto). Debiti che, in buona parte, sono a carico dei gestori
privati dalle discariche, visto che in Sicilia, complice anche la mafia dei colletti

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bianchi, come gi ricordato, il sistema rifiuti ancora oggi incentrato sulle


discariche.
A un certo punto gli ATO rifiuti sono stati posti in liquidazione. Ma i problemi
non sono finiti, se vero che i debiti sono passati da 1,4 miliardi di qualche anno
fa ai gi citati 1,8 miliardi di euro odierni. A questo punto intervenuta la
riforma,

con

listituzione

delle

SRR,

sigla

che

sta

per

Societ

di

Regolamentazione dei Rifiuti. Su questo fronte il professore Angelini ci d


unaltra notizia: le SRR non hanno emanato il Piano di gestione dambito. A
questo Piano di gestione dambito che non c avrebbero dovuto attenersi gli
ARO, sigla che sta per Ambiti di Raccolta Ottimale. Gli ARO avrebbero dovuto
redigere i Piani di raccolta per una gestione unitaria e integrata. Peccato che gli
ARO, come fa notare il docente universitario, sono istituzioni giuridiche non
previste dalla legge, introdotte in modo surrettizio con atti amministrativi (forse
ci sarebbe voluta una legge?).
Difatti - prosegue sempre il docente universitario - la legge regionale n. 3 del
2013 dispone che i Comuni possono provvedere ai soli Piani di raccolta che
devono essere coerenti con il Piano dambito della SSR e redatti in base agli
obiettivi di legge della raccolta differenziata; ed inoltre stabilisce che, per essere
approvati dalla Regione, i Piani di Raccolta, devono essere allineati al Piano
dambito delle SRR e che tali Piani, non devono comportare nuovi oneri.
Ebbene - scrive sempre il professore Angelini - nessun piano economico stato
presentato correttamente, in quanto non vengono indicati tutti i costi reali che i
Comuni dovranno sostenere per la gestione dei rifiuti: a) oneri per il Piano di
raccolta; b) oneri pro-quota dei Comuni per la partecipazione obbligatoria alle
SRR; c) oneri pro-quota del debito delle Societ dambito in liquidazione di cui i
Comuni sono soci (il riferimento agli ATO rifiuti). Queste tre voci concorrono a
stabilire

il

costo

complessivo

su

cui

il

Comune

dovr

stabilire

la

TARSU/TIA/TARI, a cui va aggiunto il successivo quanto previsto dal DL


78/2015, vedi punto 10.
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I Comuni, insomma, non hanno fatto chiarezza. E la Regione siciliana ancora


meno chiara dei Comuni. Peccato che questa mancanza di chiarezza riguardi il
calcolo della TARI, la Tassa sullimmondizia che, in Sicilia, in media, tra le pi
alte dItalia! Poi il professore Angelini ci dice che, da ventanni, la realizzazione
degli impianti pubblici per la gestione dei rifiuti sono bloccati: e infatti in Sicilia,
come gi ricordato, si va avanti con le discariche private e con una risibile
percentuale di raccolta differenziata (chiss perch: magari c di mezzo la
mafia? ma va!).
Quarta criticit. Il sistema pubblico bloccato - da due decenni - per la
realizzazione degli impianti pubblici necessari alla gestione dei rifiuti e le
richieste di autorizzazione dei privati, il sistema autorizzatorio non risponde, con
le sole eccezioni raccontate dalla cronaca giudiziaria.
Per ci che riguarda le autorizzazioni per avviare gli impianti, insomma, Angelini
accenna alla cronaca giudiziaria: chiarissimo il riferimento a uninchiesta che
coinvolge i titolari di discariche private e dipendenti pubblici che intascavano
tangenti in cambio di autorizzazioni.
Quinta criticit. Il 90% circa dei rifiuti finisce in discarica", per la precisione, in
discariche

"per

lo

pi

non

conformi

alla

legge",

che "vengono

autorizzate attraverso discutibili ordinanze emergenziali, ad abbancare' fuori


'colmatura' e nonostante ci, per la mancata programmazione e realizzazione
dell'impiantistica, tra pochi mesi il caos riguarder tutta la Sicilia. In pratica,
spiega il docente universitario, il 90 per cento dei rifiuti della Sicilia finisce nelle
discariche. Le discariche sono quasi tutte fuori legge e vengo autorizzate nel
nome dellemergenza: emergenza che consente, spesso, di aggirare le leggi. I
rifiuti vengono abbancati, cio sotterrati, fuori colmatura: in pratica, si
sotterrano pi rifiuti di quanto una discarica ne potrebbe contenere. Uno
scenario che, tra qualche mese, a detta del docente, getter la Sicilia nel caos.
Sesta criticit. Almeno 200 milioni di euro - sottolinea il docente universitario sono stati spesi per le bonifiche delle discariche abbandonate che incombono sui
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corpi idrici dellIsola (circa 1000 discariche) e nessuna di queste stata mai
bonificata, ma nel contempo un comitato daffari si spartito incarichi e
consulenze. Con eleganza, il professore Angelini ci dice - e lo dice anche a un
magistrato, la dottoressa Vania Contraffatto, oggi, come gi ricordato, assessore
regionale del governo Crocetta con delega alla gestione dei rifiuti - che si sono
fottuti 200 milioni di euro: i soldi, infatti, sono spariti, ma le discariche non
sono state bonificate. Queste discariche non bonificate rischiano di inquinare
alcune falde idriche della Sicilia. Il tutto mentre un comitato daffari si spartito
incarichi e consulenze.
Settima criticit. Pi di un miliardo di euro - scrive sempre il docente
universitario - stato sprecato dai regimi commissariali: rifiuti, acque e dissesto
idrogeologico. I vari responsabili hanno fatto sfolgoranti carriere e acquisito
pensioni doro, ma i risultati sono: il dissesto del territorio che si accentuato; i
rifiuti che ci sommergono e siamo pure in procedura dinfrazione per la mancata
depurazione delle acque. In Sicilia si abbonda con i commissariamenti nel nome
dellemergenza. E quando ci sono le emergenze le leggi vengono travolte e gli
appalti vengono affidati senza ricorso ad evidenza pubblica. E quello che, da
anni, denuncia lex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, sia per la gestione
dei rifiuti, sia per la gestione dellacqua. In pratica, appalti per centinaia di
milioni di euro affidati senza gara pubblica. Risultato, come osserva il professore
Angelini: rifiuti non raccolti nelle strade della Sicilia, soldi spariti e dirigenti
pubblici arricchiti.
Ottava criticit. Qui il professore Angelini spiega come, tra qualche anno, gli
ignari cittadini siciliani verranno chiamati a pagare con un aumento delle tasse
le ruberie andate in scena in questo settore: La situazione debitoria delle
Societ dambito (cio dei gi citato ATO rifiuti ndr), in cui operano dodicimila
dipendenti - il doppio di quelli necessari - a Giugno 2015 ha raggiunto 1,3
miliardi di euro (in realt, come gi ricordato, la stima del professore Angelini
potrebbe essere in difetto: tanto che si parla di un indebitamento pari a 1,8
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miliardi di euro ndr). I Comuni dovranno assumere attraverso gli ARO il doppio
del personale necessario, ripianare la situazione debitoria pro-quota, oltre a
contribuire ai servizi delle SRR e ai costi dei Piani di raccolta (nella migliore
delle ipotesi i costi per i cittadini contribuenti verranno raddoppiati). Insomma:
i siciliani non solo pagano lIMU e lIRPEF e lIRAP pi salate dItalia, ma tra
qualche anno, grazie alla Malasignoria che imperversa nel mondo dei rifiuti
siciliani, pagheranno una TARI (che gi tra le pi alte dItalia) raddoppiata!
Nona criticit. Il 50% delle cartelle esattoriali per i rifiuti - scrive il professore
Angelini - non vengono pagate (evasione al 52%); chi paga si fa carico due volte,
in quanto gli evasori gravano sul bilancio del Comune e sulla fiscalit generale.
Decima criticit. A partire da questanno - scrive sempre il docente universitario
- tra le componenti di costo della tassa sui rifiuti vanno considerati anche i
mancati ricavi della stessa tassa sui rifiuti, relativi a crediti risultati inesigibili
con riferimento ai precedenti regimi. Lo stabilisce il Decreto legislativo n. 78 del
2015, in vigore dal 20 giugno 2015. In pratica, siamo davanti a un altro regalo
del governo Renzi: i crediti risultati inesigibili verranno caricati sul groppone
dei cittadini siciliani che possono pagare, in stile Troika...
Sui disastri in materia di gestione dei rifiuti in Sicilia - e sulle responsabilit della
Commissione Europea Claudia Mannino

intervengono

leuroparlamentare

del

Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Ignazio


Corrao, e la parlamentare nazionale, sempre del
Movimento 5 Stelle, Claudia Mannino. "La Commissione Europea in risposta ad
una nostra interrogazione - scrivono i due parlamentari - finalmente cala il velo
di ipocrisia che fino ad oggi ha tenuto nei confronti della situazione delle
discariche in Italia, ed in particolare in Sicilia, adeguandosi all'interpretazione
univoca della normativa europea fornita dalla Corte di Giustizia dell'Unione
Europea lo scorso ottobre con la sentenza sulla discarica di Malagrotta in Lazio.
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Insomma, dicono i due parlamentari, per non disturbare i manovratori a


Bruxelles, fino ad oggi, hanno fatto finta di non vedere quello che succede in
Italia e, soprattutto, in Sicilia. Ad oggi, nonostante le nostre plurime denunce sottolineano i deputati - non comprendevamo per quale motivo la Commissione
Europea facesse finta di non vedere che la situazione condannata dalla Corte la
stessa in moltissime altre realt sparse per l'Italia. E di certo la Commissione,
garante dell'attuazione della normativa europea, non pu permettersi un
comportamento differente per situazioni analoghe. Abbiamo chiesto alla
Commissione

Europea

con

una

interrogazione

urgente

di

avviare

immediatamente una procedura nei confronti dell'Italia per costringere la Sicilia


ad interventi tempestivi con un cronoprogramma definito e pubblico. Lo stesso
governo regionale ha ammesso che solo il 40% dei rifiuti siciliani ha un
trattamento secondo legge, il resto finisce in discarica con enormi danni
ambientali e connessi costi per la collettivit. Anche alla luce di ci - concludono
i portavoce M5S - la Commissione dovr inoltre spiegare perch nonostante la
nostra denuncia del febbraio 2015, finora non intervenuta".

http://www.lavocedinewyork.com/Rifiuti-in-Sicilia-Angelini-Un-comitato-d-affarisi-e-spartito-incarichi-e-consulenze-/d/13260/

A CURA DEL COMITATO CITTADINOISOLA PULITA DI ISOLA


DELLE FEMMINE

http://isolapulita.blogspot.it/2015/07/rifiuti-in-sicilia-angelini-un-comitato.html

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