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MARTED 19 APRILE 2011 19:10
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A questo scopo stato scelto il LA (centrale) della terza ottava del pianoforte
che nella scala naturale (diapason "naturale") corrisponde a 432 Hertz ma
che stato fissato convenzionalmente a una frequenza di 435 Hertz dalla
Accademia delle Scienze di Parigi nel 1858 e confermato dalla Conferenza
internazionale di Vienna.
Giuseppe Verdi nel 1884 scrisse una lettera indirizzata alla Commissione
musicale del governo italiano in cui chiese di ufficializzare lutilizzo del corista
(diapason) a 432 Hz e scrivendo al riguardo la frase: "per esigenze
matematiche", ottenne un decreto legge che normalizzava il diapason ad un
LA di 432 oscillazioni al secondo. Verdi, Mozart e altri musicisti accordavano
la loro orchestra a 432 Hz.
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Brainwave Entrainment
History
Breve storia della ricerca sulle
induzioni cerebrali (Brainwave Entrainment)
a cura di Marco Stefanelli, Ph.D.
Le induzioni delle onde cerebrali (brainwave entrainment) sono state
identificate con una certa precisione solo nel 1934 sebbene i loro effetti
fossero gi noti perlomeno fin dai tempi di Tolomeo, se non prima.
Poco tempo dopo la scoperta delle onde cerebrali Alpha da parte di Hans
Berger nel 1929, i ricercatori scoprirono che la forza delle onde poteva essere
"guidata" utilizzando delle luci intermittenti o lampeggianti. Questo fenomeno
fu chiamato "Photic Driving", che una definizione di induzione cerebrale in
cui viene usata la luce per la stimolazione.
Nel 1942 Dempsey e Morison scoprirono che la stimolazione tattile ripetitiva
poteva produrre anche induzioni cerebrali e nel 1959 il Dr. Chatrian osserv
le induzioni uditive in risposta alle pulsazioni sonore con una frequenza di 15
cicli al secondo.
Dal 1960 l'induzione cerebrale inizi a diventare uno strumento piuttosto che
un fenomeno del cervello. L'anestesista M.S. Sadove, MD. utilizz la
stimolazione con la luce per ridurre la quantit di anestesia necessaria negli
interventi chirurgici. Bernard Margolis ha pubblicato un articolo sull'induzione
cerebrale utilizzata durante le procedure dentistiche dove rileva una riduzione
dell'anestesia necessaria, riduzione di soffocamento, riduzione di
sanguinamento e una riduzione generale di ansia.
Nelle induzioni cerebrali vengono spesso utilizzati i cosiddetti "Battimenti" per
veicolare delle frequenze infrasoniche corrispondenti alle onde cerebrali e
quindi ai relativi stati cerebrali.
I battimenti binaurali sono dei battimenti o battiti sonori ritmici veicolati da
due suoni (Toni) diversi e separati per i due padiglioni auricolari, a differenza
dei battimenti monoaurali che invece possono essere veicolati anche da un
singolo suono e per un solo orecchio.
Le frequenze "Binaural Beats" o battimenti binaurali sono state scoperte nel
1839 dal tedesco Heinrich Wilhelm Dove e sperimentate per la prima volta sul
cervello dal Dr. Gerald Oster nel 1973 al Mount Sinai School of Medicine di
New York.
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NEUROTRASMETTITORI PINEALI
Articoli - Sublimen
SABATO 19 SETTEMBRE 2009 10:04
NEUROTRASMETTITORI
PINEALI
di Joe Dispenza
Ogni giorno gli scienziati
scoprono nuove
informazioni sul cervello
umano. Di conseguenza, la
loro comprensione su
come veramente funziona
anchessa in mutamento.
La ricerca sul cervello
divenuta altamente specializzata e zone che una volta erano studiate
complessivamente ora sono diventati campi di studio completamente
separati. Il motivo che i recenti sviluppi nella strumentazione scientifica
specifica hanno letteralmente aperto le porte per immergersi sempre pi in
profondit in piccoli mondi dentro ad altri mondi.
Una particolare area di interesse che diventata specifica, la ghiandola
pineale ed i neurotrasmettitori associati ad essa. I neurotrasmettitori sono
messaggeri chimici che passano importanti informazioni alle altre cellule
nervose e ad altre parti del corpo per orchestrare una specifica funzione. Uno
dei pi importanti gruppi di neurotrasmettitori quello delle catecolamine.
Nel cervello e nel resto del sistema nervoso centrale, la pi preziosa di queste
sostanze la norepinefrina (noradrenalina), il suo precursore la dopamina
ed il relativo composto la serotonina (5-idrossitriptamina).
Negli esseri umani la serotonina si trova ed prodotta in grande quantit
dalla ghiandola pineale. Nei primati, la ghiandola pineale una piccola
ghiandola a forma di pigna che si trova nella porzione pi alta del terzo
ventricolo, appena sopra il cervelletto. Questo piccolo organo svolge molte
importanti funzioni che i ricercatori scientifici stanno appena cominciando a
capire. Per semplicit, pensate alla ghiandola pineale come allalchimista del
cervello. La pineale, da un punto di vista evolutivo, agisce come fotorecettore
negli anfibi, rettili e pesci (un terzo occhio sensibile ai cambiamenti di luce
poich situato sotto la pelle, vicino alla superficie del cranio, che gli
permette unesposizione sufficiente alla temperatura e alla luce); un orologio
biologico negli uccelli ed in certi mammiferi (ne un esempio
laccoppiamento stagionale); ed una ghiandola endocrina (una ghiandola
senza dotti che secerne ormoni) nella maggioranza dei mammiferi.
Anche negli esseri umani la ghiandola pineale risponde alla luce ambientale.
Cellule recettori dietro agli occhi trasmettono informazioni a diverse parti del
cervello, che poi le inviano alla ghiandola pineale. Finch i recettori per la
luce dietro allocchio (retina) ricevono lo stimolo della luce del giorno, la
ghiandola pineale (che riceve un notevole apporto di sangue) prender
laminoacido triptofano e lo trasformer magicamente in serotonina. Questo
semplice processo regola i livelli di energia del corpo cos che possa svegliarsi
e cominciare le attivit della giornata. La serotonina d inizio ai cicli ritmici di
veglia durante le ore di luce. Come neurotrasmettitore, la serotonina agisce
per stimolare la fisiologia sinaptica. Causa lattivazione di neuroni individuali
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molecole allucinogene (in quantit molto piccole) fanno s che questi processi
occorrano senza che ci preoccupiamo minimamente di come avvengano.
Facciamo ora una riflessione. Gli effetti della vita sono cos difficili che il solo
pensiero costante di andarvene via? questa una risposta naturale? E se
noi ci coprissimo gli occhi per un periodo prolungato eliminando la quantit di
luce che il cervello riceve dalla retina? Poi rimuoviamo tutti gli stimoli esterni
ed eliminiamo il tipico stress della nostra vita. Inoltre, facciamo una lista dei
nostri obiettivi, sogni e desideri, che pu assisterci come una mappa per
indicare la via per nuove esperienze e lasciarci dietro le vecchie. Come si
acclimatizzerebbe il cervello a tutto ci? Basandoci sulla conoscenza di questo
articolo, la serotonina sarebbe convertita in melatonina. La melatonina
agirebbe per aumentare i cicli REM e il sonno ristoratore, mentre i livelli di
corticoidi diminuirebbero (ora siamo fuori dallambiente) e gli ormoni dello
stress letteralmente lascerebbero il nostro corpo. Come effetto collaterale, il
corpo e la mente si rilasserebbero. La melatonina allora agirebbe da potente
antiossidante e fermerebbe il progredire della neurodegenerazione e
dellinvecchiamento, come pure ridurrebbe il potenziale di malattie cardiache
e cancro. Avrebbe anche alcuni benefici aggiunti come prolungare la durata
della vita ed aumentare la funzione immunitaria.
Se procedessimo coscientemente oltre il bisogno del corpo di alzarsi,
muoversi, essere stimolato, il cervello comincerebbe a creare la chimica per
supportare ogni nostra intenzione. Cio il bisogno di mangiare e lo stimolo a
procreare diminuirebbero cosicch noi possiamo continuare con la lista
intenzionale dei nostri traguardi creata prima. In altre parole, i bisogni
corporei si acquieterebbero ed il nostro desiderio di isolarci dallambiente
esterno sarebbe chimicamente aumentato. Il cervello sarebbe anche
sostenuto chimicamente attivando le sostanze chimiche che calmano le
funzioni corticali del cervello dallambiente esterno e darebbero al cervello
lenergia necessaria per illuminare letteralmente dallinterno. Aggiungete un
paio di neurotrasmettitori che sono potenti allucinogeni, e non riesco a
vedere come potremmo mai annoiarci. Forse cos che i sogni diventano
realt...
fonte: www.scienzaeconoscenza.it
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convinto anche lui tale teoria specialmente per quanto riguarda le sue sonate
per pianoforte, dovette ricredersi riscontrando un risultato decente soltanto
per la Sonata n. 1 in Do maggiore.
Questo quello che hanno fatto, per esempio, Bla Bartk (1881-1945) in
alcune delle sue maggiori composizioni (come la Musica per Archi, Percussioni
e Celesta) e Claude Debussy (1862-1918), il quale era particolarmente
attratto dalla sezione aurea, citata da lui come le divine nombre nella raccolta
Estampes (1903) e usata, tra gli altri, nella composizione dei brani La Mer
(1905) e Cathdrale Engloutie.
Questultimo, in particolare, un preludio per pianoforte di 89 battute, di cui
le prime 68 hanno un tempo doppio delle restanti 21: in altre parole, alla
battuta 68 il brano rallenta il tempo a met. L'effetto prodotto all'ascolto,
quindi, riduce le battute di questa prima sezione a 34, e il brano ha una
lunghezza percepita da chi lo ascolta di 55 battute, vale a dire la sezione
aurea di 89. Questo uno dei tanti esempi che si possono citare per
descrivere lapplicazione del concetto di sezione aurea all'interno delle
composizioni musicali di Debussy. Il pianista Roy Howat ha analizzato altri
brani di Debussy come Reflets dans l'eau, L'isle joyeuse (oltre al gi citato La
mer) riscontrando in ognuno varie applicazioni delle tecniche succitate.
Bartk e Debussy sono solo due tra i compositori che hanno usato in musica
il concetto di sezione aurea, ma se ne potrebbero menzionare molti altri, tutti
operanti tra la fine del XIX secolo e il XX secolo. In epoche pi recenti,
musicisti quali Stockhausen, Pierre Barbaud, Iannis Xenakis, facendo
evolvere i precedenti utilizzi della matematica in musica, hanno introdotto un
utilizzo pi strutturato della matematica (soprattutto il calcolo delle
probabilit e del computer per la composizione musicale). Xenakis in
particolare ha fondato a tale fine, a Parigi nel 1972, un gruppo di ricerca
universitario chiamato CEMAMU, che ha appunto come obiettivo lapplicazione
delle conoscenze scientifiche moderne e del computer alla composizione
musicale e alla creazione di nuovi suoni tramite sintetizzatori.
Sofija Gubajdulina ha utilizzato frequentemente la serie di Fibonacci nelle sue
opere - ad esempio nella Sinfonia "Stimmen... Verstummen...", in Perception,
nel pezzo per percussioni All'inizio era il ritmo, nel coro Omaggio a Marina
Cvetaeva, nel trio Quasi hoquetus, nella sonata Et exspecto e altre. Va
sottolineato che la compositrice ha fatto ricorso alla serie di Fibonacci quale
regola per organizzare il ritmo, generale o particolare, delle sue opere: "La
Sezione Aurea stata impiegata [...] in due sensi: nella struttura intervallare
e in quella ritmica. Delle due a me interessa particolarmente la seconda. Se si
interpreta la struttura intervallare con le cifre occorre prendere il semitono
come unit di misura. [...] Certamente i numeri 3-5-8, e quindi anche gli
intervalli che essi rappresentano, sono disposti in una sequenza che quella
della serie di Fibonacci. Ma su questo tipo di applicazione io ho alcuni dubbi,
perch gli intervalli in questione sono considerati all'interno del sistema
temperato, [...] un sistema artificiale. La serie di Fibonacci si applica invece al
sistema del mondo, in una parola a quella natura che viene violata
dall'artificio del sistema temperato. L'uso della serie di Fibonacci nel sistema
ritmico mi sembra invece giusto e naturale perch il ritmo legato alla
naturalit del nostro respiro."[50]
Anche la musica Rock, specialmente nel cosiddetto rock progressivo, si
confrontata con gli aspetti mistico-esoterici della sezione aurea, e pi
precisamente dalla serie di Fibonacci. Lesempio pi emblematico la musica
dei Genesis, che hanno usato assiduamente la serie fibonacciana nella
costruzione armonico-temporale dei loro brani: Firth of Fifth tutto basato su
numeri aurei: ad esempio ci sono assoli di 55, 34, 13 battute, di questi alcuni
sono formati da 144 note, etc. Oltre ai Genesis, altre rock band hanno usato,
seppure pi sporadicamente, i numeri aurei nelle loro composizioni. Fra
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questi i Deep Purple nel brano Child in Time e i Dream Theater nell'album
Octavarium, interamente concepito secondo il rapporto tra i numeri 8 e 5 e
termini consecutivi della sequenza di Fibonacci. Risale invece al 2001
Lateralus album della band americana Tool che contiene il singolo omonimo
"Lateralus" costruito fedelmente sulla serie di Fibonacci.
note:
1 ^ Si legge: "a pi b" sta ad "a" come "a" sta a "b" e come "b" sta ad "a"
meno "b"
48 ^ Livio, op. cit., p. 271
49 ^ Ciononostante, il sistema di note pi usato al giorno d'oggi, basato sul
temperamento equabile, prevede che i rapporti tra due semitoni successivi
della scala cromatica sia pari alla quantit 122, un numero irrazionale, il che
fa s che gli unici rapporti interi fra le note corrispondano agli intervalli di
ottava (il cui rapporto pari a due).
50 ^ Fonte: "Un'autobiografia dell'autore raccontata da Enzo Restagno",
contenuto in AA.VV. "Gudajdulina", ed. EDT
CRONOBIOLOGIA
Articoli - Sublimen
MARTED 21 LUGLIO 2009 11:08
CRONOBIOLOGIA
Cronobiologia: approccio olistico a mente-corpo
di Gianni Francesetti e Alessandro Meluzzi
La ciclicit una caratteristica praticamente costante della materia vivente:
esistono ritmi delle cellule, degli organi e sistemi, della biologia e del
comportamento degli organismi e della specie. Cos, ad esempio, presente
una ritmicit nel ciclo riproduttivo delle cellule del nostro organismo ed
ritmica l'attivit elettroencefalografica cerebrale. Ma anche tutta la nostra vita
psicosociale segue dei ritmi pi o meno evidenti, come dimostrano il
comportamento alimentare o sessuale e il ciclo sonno/veglia. A questo
proposito alcune indagini epidemiologiche hanno evidenziato che l'attivit
sessuale nell'uomo, la frequenza dei rapporti sessuali, la masturbazione, la
vendita di contraccettivi, i nuovi casi di malattie sessuale trasmesse, le
violenze sessuali denunciate presentano un picco circannuale tra il mese di
luglio e quello di ottobre.
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dunque evidente che ogni fattore che interferisce col normale svolgersi dei
complessi cicli bioritmi dell'organismo, non solo altera una normale sequenza
adattativa e difensiva, ma favorisce la formazione dei precursori della
malattia somatica. un dato di fatto che vari bioritmi fondamentali risultano
alterati in numerose malattie considerate come psicosomatiche quali l'asma
bronchiale, l'ipertensione essenziale, l'ulcera gastroduodenale, le malattie
coronariche ed altre. Inoltre, alcuni importanti bioritmi psiconeuroendocrini,
fra cui lo stesso ritmo della melatonina, sono profondamente modificati nei
disturbi dell'umore (per intenderci nelle sindromi depressive).
In queste situazioni l'alterazione del ritmo cronobiologico sembra essere
qualcosa di pi di un mero effetto secondario, sembra cio rivestire un ruolo
causale nell'insorgenza del quadro psicopatologico; a conferma di ci stanno
le recenti acquisizioni terapeutiche che svolgono la loro azione proprio agendo
sui bioritmi (la fototerapia). Inoltre, anche molti farmaci antidepressivi, dal
litio alla clorofilla e imipramina, hanno dei rilevanti effetti sull'andamento dei
bioritmi.
quindi evidente come la modificazione della normale oscillazione ritmica dei
diversi parametri fisiologici si associ all'insorgenza di situazioni patologiche.
Ma quali sono le principali cause di disorganizzazione bioritmica?
In primo luogo la causa della desincronizzazione pu essere endogena, e
sembra essere il caso, ad esempio, di alcuni disturbi psichiatrici come la
depressione endogena.
In secondo luogo, possono essere causa di alterazioni cronobiologiche gli
eventi psicosociali, lo stress, le alterazioni di parametri ambientali.
Mentre nelle societ contadine ad economia agricola i ritmi del lavoro,
dell'alimentazione e del riposo - attivit tendevano ad essere sincroni con i
ritmi biologici e con il variare periodico degli eventi naturali, la rivoluzione
industriale ha progressivamente modificato questa situazione.
La moderna societ urbana industriale ha infatti sempre pi imposto i propri
ritmi, legati a esigenze di tipo economico - tecnologico, sui ritmi biologici
individuali e di gruppo. Cos, il progressivo aumento di attivit lavorative
legati ai turni notturni, i rapidi spostamenti attraverso i fusi orari che
avvengono nei viaggi aerei, ma soprattutto l'induzione di ritmi
comportamentali uguali per tutti i vincolati a necessit produttive ha portato
a sincronismi artificiali con serie conseguenze sul piano psicosomatico. Infatti
i ritmi comportamentali e i ritmi biologici sono fra loro armonicamente
collegati per un migliore adattamento dell'individuo alle richieste
dell'ambiente. La situazione ottimale di minor rischio psicosomatico viene
dunque raggiunta quando due serie di ritmi sono in fase perfetta fra di loro e
il comportamento riceve esattamente il supporto biologico di cui ha bisogno
in quel momento. Per, quando per l'azione di determinanti psicosociali, i
bioritmi comportamentali-emozionali vengono forzati in direzioni diverse da
quelle dei loro ritmi biologici di supporto, si crea una dissociazione fra
programmi biologici e comportamenti che una delle principali condizioni per
la formazione dei precursori della malattia. Nella attuale organizzazione
sociale urbano-industriale i ritmi comportamentali dell'attivit, della
sessualit e riproduzione, dell'alimentazione sono scarsamente sincronizzati
con i ritmi biologici che ad essi sottendono e sono per lo pi fissi nel tempo in
contrasto col variare ciclico delle determinanti fisiche ambientali quali il
variare delle stagioni. come se vivessimo, a livello emozionalecomportamentale, in un limbo metacronologico, dissociato dai ritmi
ambientali.
Per quanto riguarda lo stress, il ritmo cronobiologico sembra essere molto
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PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA 1-2
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DOMENICA 19 LUGLIO 2009 12:20
da "Enciclopedia olistica"
di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli
PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA
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Il problema dell'identit
Dopo aver preso conoscenza dei punti essenziali di come si sia creata la
complessa struttura del sistema nervoso umano con il suo asse spinale, i suoi
tre cervelli e i due emisferi, presentiamo una serie di "colonne" fondamentali
per una conoscenza globale dellessere umano e del suo cervello.
Come nelle altre scienze, anche nella medicina e nella neurofisiologia
osserviamo la mancanza di un soggetto o "unit di coscienza" e, utilizzando il
modello Cyber, cerchiamo di riproporre una visione medica pi globale e
umana. Il S, in medicina, viene di fatto intuitivamente considerato il centro
dellessere umano, ma questa percezione viene poi rimossa nei testi e nella
logica medica ufficiale. Fortunatamente, negli ultimi decenni, la radicale
trasformazione in atto nella cultura planetaria ha portato a rivoluzionari
mutamenti che creano unit e integrazione anche nella medicina e nella
neurofisiologia. Vediamo come le due categorie, corpo e coscienza, oggi
stanno ritornando alloriginale unit.
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per produrre i suoi effetti. Rendendo breve una storia lunga (e tecnica),
diversa dir che abbiamo usato sostanze radioattive che ci permisero di
identificare i recettori per l'oppio nel cervello. Potete immaginare la molecola
di oppio che si lega ad un recettore specifico e come da questa piccola
connessione si producano una grande sequenza di eventi.
Risult poi che l'intera classe di sostanze a cui appartiene l'oppio, chiamate
oppiacei, che includono la morfina, la codeina e l'eroina, si attaccano agli
stessi recettori. Scoprimmo poi che i recettori erano sparsi non solo per tutto
il cervello ma anche per il corpo. Dopo aver trovato i recettori per gli oppiacei
di provenienza esterna, ci fu un nuovo sviluppo nelle ricerche. Se il cervello e
le altre parti del corpo hanno dei recettori per sostanze che provengono
dall'esterno, logico supporre che le stesse sostanze debbano essere
prodotte anche all'interno del corpo, altrimenti perch dovrebbero esistere
tali recettori? Questa nostra ipotesi ci condusse all'identificazione delle
sostanze chimiche chiamate beta endorfine, gli oppiacei endogeni del
cervello. Le beta endorfine sono sostanze peptidiche create nei neuroni del
cervello e sono quindi dei neuropeptidi. I peptidi vengono prodotti
direttamente dal DNA che contiene le informazioni della costruzione Del
nostro cervello e del nostro corpo. Se immaginate una normale cellula
nervosa potete visualizzare il meccanismo generale. Nel centro della cellula, il
nucleo, c' il DNA, una parte di questo DNA codifica la produzione dei
neuropeptidi, che poi si spostano lungo gli estesi prolungamenti della cellula
nervosa (gli assoni) e vengono immagazzinati in piccole sfere vicino alla
superficie della membrana cellulare, in attesa di una certa carica
elettrofisiologica che li libera. Il DNA produce anche i Rettori che sono
costituiti dalla stessa sostanza dei peptidi, ma che sono molto pi grandi.
Bisogna aggiungere che sono stati identificati pi di 60 neuropeptidi ognuno
dei quali specifico, come le beta endorfine. Abbiamo quindi un sistema
enormemente complesso. Fino a pochi anni fa, si pensava che le informazioni
del sistema nervoso erano distribuite presso la superficie tra due cellule
nervose: la sinapsi, questo comporta che la sinapsi dei neuroni determina ci
che viene comunicato. Ora invece sappiamo che una grande parte delle
informazioni che partono e giungono al cervello, non dipendono direttamente
dalle sinapsi di una serie di neuroni posti uno dopo l'altro, ma dalla specificit
dei recettori.
Infatti quando una cellula nervosa secerne i suoi peptidi oppiacei, questi
possono agire a 'chilometri' di distanza da quella cellula nervosa, e lo stesso
vale per tutti i neuropeptidi. Nello stesso istante moltissimi differenti
neuropeptidi possono scorrere nel corpo, e attaccarsi ai loro specifici
recettori. I recettori quindi servono come meccanismo che sceglie le
informazioni trasmesse nel corpo.
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ugualmente importante considerare il fatto che i recettori non sono solo nel
cervello ma anche nel corpo. Le nostre mappe mostrano infatti gli stessi
recettori dell'angiotensina sia nel cervello che nei reni, dove favoriscono la
ritenzione dell'acqua. Quindi la produzione di angiotensina conduce sia al
comportamento del bere che alla conservazione dei liquidi.
La mia convinzione di base che i neuropeptidi rappresentano la base
fisiologica delle emozioni. Come i miei colleghi ed io abbiamo recentemente
discusso in un articolo sul Journal of Immunology: la particolare struttura
della distribuzione dei recettori neuropeptidici nelle aree della regolazione
umorale del cervello, tanto quanto il loro ruolo di mediazione delle
comunicazioni nell'interno organismo, rende i neuropeptidi gli ovvi candidati
quali mediatori biochimici delle emozioni. possibile che ogni neuropeptide
veicoli un certo tipo di informazioni solo quando occupa un recettore in un
certo punto nodale del corpo e del cervello. Se cos fosse ogni neuropeptide
potrebbe evocare un particolare 'tono' emozionale equivalente ad un preciso
stato psichico.
All'inizio del mio lavoro di ricerca credevo, a tutti gli effetti, che le emozioni
fossero nella testa ossia nel cervello.
Ora sono persuasa che sono realmente presenti anche nel corpo, esse sono
prodotte dal corpo e parte del corpo. Ora non posso pi fare la distinzione
precisa tra cervello e corpo.
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Self, decidendo, diciamo, quali parti del corpo sono degenerate (come le
cellule tumorali) o estranee e devono essere eliminate dai linfociti K (Killer).
Sembra anche che le cellule del sistema immunitario, non solo hanno i
recettori per i neuropeptidi, ma che esse stesse producono neuropeptidi. Ci
sono categorie di cellule immunitarie che producono beta endorfine e altri
peptidi oppiacei. In altre parole, queste cellule producono le stesse sostanze
che sono sempre state ritenute i controllori biochimici degli umori del
cervello. Queste cellule controllano l'integrit dell'intero corpo e producono
sostanze che modificano l'umore: ancora una volta psiche e soma sono fusi in
una unit complessa.
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L'identica forma dei recettori del tetrahymena dimostra che i recettori non
diventano pi complessi nell'evoluzione della complessit degli esseri viventi.
Identiche componenti molecolari che gestiscono il flusso di informazioni,
attraverso l'evoluzione si conservano. L'intero sistema nel suo complesso e
semplice, elegante e completo in se stesso.
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PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA 3-4
Articoli - Sublimen
DOMENICA 19 LUGLIO 2009 10:15
LA PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA PNEI
studio dei rapporti tra Psiche, sistema nervoso, sistema endocrino, sistema
immunitario.
di Carmela Sgarrella
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Il sistema nervoso
I neuropeptidi e i rispettivi recettori, hanno messo in discussione i principi
basilari della fisiologia classica riguardo la neurotrasmissione.
La trasmissione nervosa avviene tramite la trasformazione dellimpulso da
elettrico in chimico a livello delle sinapsi cio dei punti di contatto tra una
cellula e laltra, ma si supponeva che le sostanze chimiche coinvolte fossero
di un solo tipo, i neurotrasmettitori, molecole semplici, eccitatrici o inibitrici, a
struttura non polipeptidica e a rapida inattivazione, attualmente identificate
in noradrenalina, adrenalina, serotonina, acetilcolina, Gaba (acido gamma
amino butirrico), dopamina.
Ora si sa che la stessa cellula nervosa libera anche neuropeptidi (fenomeno
chiamato "cotrasmissione"), molecole pi grosse e pi complesse, con una
vita pi lunga, cos che ogni impulso, durante il suo tragitto, viene modulato,
ossia arricchito di sfumature al variare dei neurotrasmettitori, dei
neuropeptidi e del tipo dei recettori coinvolti.
Ma la distinzione tra neurotrasmettitori e neuropeptidi a volte impossibile:
prendiamo ad esempio la vasopressina, essa al tempo stesso un
neuropeptide, un ormone, e un neurotrasmettitore a seconda della sede e
della funzione presa di volta in volta in considerazione. La semplice logica
dellacceso-spento stata soppiantata da quella pi complessa della
"neuromodulazione".
Lo psicofisiologo francese Jean-Francois Lambert, sul concetto di
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Sistema endocrino
Originariamente si considerava che il sistema nervoso e quello endocrino
fossero distinti e che le informazioni venissero veicolate nel primo caso
attraverso limpulso nervoso e i neurotrasmettitori chimici, che agivano solo
localmente, nel secondo attraverso sostanze chimiche prodotte dalle cellule
delle ghiandole a secrezione interna, che venivano immesse nel sangue e
andavano ad agire a distanza anche notevole dal sito di produzione.
Oggi sappiamo che i due sistemi sono strettamente connessi e la divisione
puramente artificiosa. La scoperta che sostanze ad azione ormonale chiamate
peptidi sono prodotte, non solo da cellule appartenenti al sistema endocrino
classico, ma anche da quelle nervose o del sistema immunitario o del tubo
digerente, ha modificato la nostra concezione del sistema endocrino, non pi
limitato alle ghiandole propriamente dette (ipofisi, tiroide, paratiroidi, surreni,
gonadi, pancreas) ma formato da cellule che se pure dislocate in tessuti
appartenenti a sistemi diversi, hanno tutte la capacit di secernere ormoni
detti anche peptidi o neuropeptidi se secreti da cellule nervose, cos che si
pu affermare che il cervello stesso anche un organo endocrino e che
artificiosa la distinzione tra neurotrasmettitori, neuromodulatori e ormoni.
A.Pearse ipotizz dieci anni fa che tutte le cellule che producono peptidi sono
dei neuroni, con una comune origine dallectoderma neurale, confondendo
cos i confini tra sistema nervoso e sistema endocrino.
La scoperta che gli ormoni possono favorire direttamente funzioni quali
lapprendimento, la memoria, ecc.. ha ulteriormente arricchito le connessioni
tra i due sistemi.
Ventanni di ricerche hanno ormai stabilito che lequilibrio del sistema
endocrino sensibile a situazioni e stimoli emozionali non solo stressanti tipo un intervento chirurgico o una competizione sportiva, lattesa di un
esame, la morte di una persona cara- ma di tutte le emozioni, comprese
quelle che provocano un riso a crepapelle per una barzelletta spassosa.
Ogni emozione connessa a dei neurotrasmettitori che vanno a stimolare sia
direttamente il sistema nervoso inducendo determinate attivit mentali quali
attenzione, memoria ecc, sia attivando altre emozioni quali dolore-paurarabbia ecc, sia producendo modificazioni periferiche sul sistema ormonale
propriamente detto cos da indurre un metabolismo adeguato alle
circostanze.
Se, ad esempio, una emozione spinge lindividuo ad agire, in particolare a
muoversi e reagire in senso attivo(possiamo immaginare per soccorrere
qualcuno in difficolt) lipotalamo stimolato da uno specifico "codice" di vari
neurotrasmettitori (noradrenalina NA, dopaminaDA, serotonina 5HT,
acetilcolina Ach, acido gamma amino butirricoGABA ) produce un
neuropeptide chiamato CRF che induce lipofisi anteriore a produrre un
ormone chiamato ACTH capace di agire sul corticosurrene stimolando la
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Il sistema immunitario
Anche in questo campo le scoperte degli ultimi anni hanno rivoluzionato
limmagine del sistema immunitario. La tradizionale concezione del sistema
come puro meccanismo difensivo comandato dallo stimolo antigenico stata
ormai abbandonata. Le cellule immunitarie interagiscono costantemente con
il sistema nervoso e il sistema endocrino a tal punto che non c
modificazione del sistema nervoso che non si associ a modificazioni del
sistema endocrino e immunitario e viceversa. E come pu avvenire tutto
questo?
Le fibre del sistema nervoso autonomo innervano gli organi linfatici
avvolgendoli e infiltrandoli cos da creare delle strettissime connessioni con i
linfociti, si parla infatti di giunzioni neuroimmunitarie, cos che ogni pi
piccola variazione nellequilibrio del sistema simpatico-parasimpatico viene
registrata dalle cellule immunitarie.
Inoltre lindividuazione sulla parete cellulare dei linfociti di recettori per una
serie di sostanze che possono attivare o inibire le loro funzioni stata
decisiva per comprendere una delle basi molecolari dellinfluenza della mente
sul sistema immunitario. Questi recettori sono come serrature che si possono
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aprire per dare inizio a delle attivit cellulari e le molecole che interagiscono
con essi sono neurotrasmettitori, neuopeptidi, ormoni.
I linfociti posseggono recettori per i neurotrasmettitori del sistema nervoso
autonomo, noradrenalina, adrenalina, acetilcolina. Cos ogni pi piccola
modificazione del sistema simpatico-parasimpatico, e della concentrazione dei
suoi neurotrasmettitori, a livello delle giunzioni neuroimmunitarie, produrr i
suoi effetti sulle cellule immunitarie stesse, che verranno pi o meno
stimolate. E stato visto, in animali da esperimento, che denervando linfonodi
e milza, organi nei quali le cellule immunitarie vengono immagazzinate e
prodotte, la risposta immunitaria dopo inoculazione di un virus, era
enormemente ridotta. Dunque il sistema nervoso non solo collegato a
quello immunitario, ma essenziale per una funzione immunitaria
appropriata.
Se consideriamo poi quanto il sistema nervoso autonomo, attraverso una
eccitazione o inibizione del simpatico o del parasimpatico, possa far
esprimere a tutto il corpo una emozione nata nel sistema nervoso centrale,
allora ci apparir sempre pi evidente il nesso tra emozioni e sistema
immunitario.
Altri recettori linfocitari sono specifici per i neuropeptidi ipotalamici e
ipofisari:
CRH, TRH, GRF, GnRH, encefaline, endorfine, ACTH, VIP, sostanza P,
alfaMSH, prolattina e per ormoni propriamente detti quali estrogeni, ormoni
tiroidei ecc.
Ogni nuovo assetto neuroendocrino, che sappiamo si stabilisce al variare
delle richieste del nostro corpo per fronteggiare gli eventi della vita, da quelli
banali dei ritmi sonno-veglia, alle cicliche modificazioni ormonali per garantire
una procreazione, alle continue sollecitazioni del mondo esterno che
richiedono adattamenti fisici e psichici, alle emozioni pi o meno forti, si
associa ad un adattamento del sistema immunitario. E come il cervello in
grado di apprendere e di memorizzare, cos fa anche il sistema immunitario,
capace di riconoscere il "s" dallestraneo e di produrre quella memoria
immunitaria che ci protegge da nuove aggressioni dello stesso virus o che ci
rende immunodepressi di fronte anche al solo ricordo di un evento
stressante.
di Enrico Galimberti
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conservare con cura. Alla fine, dopo che lungamente ci saremo allenati al
silenzio interiore e soprattutto alla ricerca con gli strumenti dell'irrazionalit,
allora e solo allora potremo cercare di decodificare il messaggio, potremo
tentare di dare un senso alla scintilla che ci stata donata e portarla nella
nostra vita quotidiana per lenire le ferite.
ULTIMO AGGIORNAMENTO DOMENICA 05 LUGLIO 2009 12:18
Fin dal caso Galileo scienza e religione si sono opposte, e spesso scontrate, a
causa delle contrastanti direzioni dei loro sguardi: verso questo mondo l'una,
e verso l'altro mondo l'altra. A causa dei suoi interessi, la religione per
costretta a convivere con un vero e proprio paradosso: il fatto, cio, che alla
trascendenza l'uomo non pu che guardare per mezzo della sua immanenza,
filtrando e adattando ogni idea e immagine di Dio mediante la sua mente e il
suo cervello. E infatti i mistici di ogni tempo e luogo hanno sempre
sottolineato l'ineffabilit della divinit, l'inadeguatezza di ogni sua descrizione
e la falsit di ogni sua rappresentazione.
Non appena la scienza ha cominciato a interessarsi di mente e cervello
dunque, si ritrovata a fare i conti con gli aspetti psicologici dapprima, e
neurofisiologici poi, della religione. II primo fronte l'ha aperto la psicanalisi, i
cui padri fondatori hanno dedicato all'argomento studi approfonditi e, per
molti versi, sorprendenti: da L'avvenire di un'illusione e L'uomo Mos e la
religione monoteistica, di Freud, ai numerosi saggi raccolti in Psicologia e
Religione di Jung.
Tra religione e psicanalisi esiste infatti un vero e proprio conflitto d'interessi,
che diventa plausibile non appena si nota che quest'ultima costituisce una
versione secolarizzata del cristianesimo, in cui il paradiso terrestre lo stato
prenevrotico, la caduta il trauma dell'infanzia, il peccato la nevrosi, il messia
lo psicanalista, e la grazia l'analisi. E dalla plausibilit si passa alla necessit
quando si ricorda che la religione, sfrondata delle sue convenzioni e
circonvenzioni, si pu appunto ridurre all'identificaztone di Dio con l'inconscio,
e della salvezza con la sua scoperta.
Questa identificazione ben nota in tutti coloro che hanno occhi per vedere e
orecchie per intendere. Ad esempio, in Occidente, a William James che nel
classico Le varie form dell'esperienza religiosa ipotizzava: "Ci con cui ci
sentiamo connessi nell'esperienza religiosa il prolungamento inconscio della
nostra vita conscia". E, in Oriente, a Daisetz Suzuki, chi nell'altrettanto
classico L'esercizio koan come mezzo per realizzare il satori definiva:
"L'illuminazione zen la realizzazione dell'Inconscio". Per ottenere questa
realizzazione la psicanalisi e lo zen propongono di seguire la stessa via, gi
anticipata dal taoismo agire senza agire, cio adattarsi al naturale fluire delle
cose senza interferirvi artificialmente.
A seconda dei casi si parla di "associazioni libere", o di "vuoto mentale" ma,
benche i nomi cambino, la sostanza rimane comunque la stessa: svincolare il
pensiero dalle corazze dell'attenzione e permettergli di seguire la sua vera
vocazione. Con la psicanalisi siamo, per ancora al livello della pseudoscienza
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