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Antonio Micchichè della Società vitivinicola Calatrasi “Mediterranean Domains & Estates” racconta a Vinitalia.tv la storia delle Cantine Calatrasi, sintesi tra la storia di una comunità, di una famiglia e di singoli individui.
Palermo, Monreale, Segesta, come riuscire a portare la storia, la cultura e la tradizione dentro un bicchiere e a far in modo che proprio il bicchiere di vino possa comunicarla.
Una volta una giornalista americana mi ha chiesto qual era il rapporto tra vino e territorio. Io ho detto che il vino era l’occhio e il territorio era l’anima.
Perché io ho fatto vino? Venendo da una famiglia di agricoltori e avendo fatto il medico per 5 anni, ho fatto vino perché il vino è la sintesi tra la storia di una comunità, di una famiglia, di singoli individui ed è la sintesi della memoria storica, della gente e del territorio in cui la gente vive.
Perché il ristoratore ha la necessità oggi di interfacciarsi con voi che producete vino e di fare in modo che a pranzo o a cena ci sia un bicchiere del territorio. Cosa riesce a dare in termini di valore aggiunto e perché qualche volta non lo fa.
Diventa sempre più difficile in Sicilia trovare un atteggiamento ostile a questo tipo di procedura perché se penso a 25, 30, 35 anni fa, i vini siciliani in Sicilia erano una minoranza in termini di consumo rispetto ai vini nostri. Oggi penso che al 95-99% ci sia un consumo locale.
E’ la solita difficoltà di dialogo che avviene in contesti molto individualistici come quelli nostri, ma che - non è una speranza ma è una realtà - va sempre più affievolendosi, anche perché tutti siamo ben coscienti che al di là dell’identità non esiste niente.
Nelle scelte di Calatrasi appare centrale il concetto di Mediterraneo. Ad un certo punto dopo aver valorizzato la Sicilia, vi guardate intorno e andate in Puglia e poi la Tunisia. Perché il Mediterraneo è una parola chiave nella vostra vision?
Perché è la nostra identità. E poi perché il Mediterraneo è parte della memoria storica della nostra famiglia; nel caso specifico in Tunisia come siciliani noi abbiamo avuto un’ondata di emigrazione verso la Tunisia negli Anni ’20.
Sia da parte di mia madre sia da parte di mio padre vi fu una parte della famiglia che emigrò in Tunisia, alcuni a fare gli agricoltori altri a fare i sarti. Nell’ambito di tutto questo il progetto tunisino è un ripescaggio della memoria che ha tutta l’essenza dell’esoticità perché, capite che fare un progetto in Africa è molto affascinate, e farlo in un Paese come la Tunisia, a maggior ragione oggi leader delle primavere arabe, è ancora più affascinate di prima.
Per quanto riguarda la Puglia credo ci sia un’altra motivazione sostanziale. Sempre riprendendo il concetto del Sun Belt della Cintura del Sole, la Puglia rappresenta l’azionista di maggioranza relativa del Sun Belt, che con il suo 15-16% di produzione determina con la Sicilia il 25% della produzione italiana. Allora chi guarda all’interno e al di fuori dell’Italia non può non considerare l’azionista di maggioranza relativa, che è la Sicilia e il Regno delle due Sicilie. E nell’ambito del Regno delle due Sicilie, specificamente la Puglia abbiamo inteso investire nella penisola salentina nel gioiello più bello che è il primitivo.
FONTE: Vinitalia TV
Titolo originale
Cantine Calatrasi Mediterranean Domains & Estates l’Importanza Del Mediterraneo Dalla Sicilia, Alla Puglia, Alla Tunisia
Antonio Micchichè della Società vitivinicola Calatrasi “Mediterranean Domains & Estates” racconta a Vinitalia.tv la storia delle Cantine Calatrasi, sintesi tra la storia di una comunità, di una famiglia e di singoli individui.
Palermo, Monreale, Segesta, come riuscire a portare la storia, la cultura e la tradizione dentro un bicchiere e a far in modo che proprio il bicchiere di vino possa comunicarla.
Una volta una giornalista americana mi ha chiesto qual era il rapporto tra vino e territorio. Io ho detto che il vino era l’occhio e il territorio era l’anima.
Perché io ho fatto vino? Venendo da una famiglia di agricoltori e avendo fatto il medico per 5 anni, ho fatto vino perché il vino è la sintesi tra la storia di una comunità, di una famiglia, di singoli individui ed è la sintesi della memoria storica, della gente e del territorio in cui la gente vive.
Perché il ristoratore ha la necessità oggi di interfacciarsi con voi che producete vino e di fare in modo che a pranzo o a cena ci sia un bicchiere del territorio. Cosa riesce a dare in termini di valore aggiunto e perché qualche volta non lo fa.
Diventa sempre più difficile in Sicilia trovare un atteggiamento ostile a questo tipo di procedura perché se penso a 25, 30, 35 anni fa, i vini siciliani in Sicilia erano una minoranza in termini di consumo rispetto ai vini nostri. Oggi penso che al 95-99% ci sia un consumo locale.
E’ la solita difficoltà di dialogo che avviene in contesti molto individualistici come quelli nostri, ma che - non è una speranza ma è una realtà - va sempre più affievolendosi, anche perché tutti siamo ben coscienti che al di là dell’identità non esiste niente.
Nelle scelte di Calatrasi appare centrale il concetto di Mediterraneo. Ad un certo punto dopo aver valorizzato la Sicilia, vi guardate intorno e andate in Puglia e poi la Tunisia. Perché il Mediterraneo è una parola chiave nella vostra vision?
Perché è la nostra identità. E poi perché il Mediterraneo è parte della memoria storica della nostra famiglia; nel caso specifico in Tunisia come siciliani noi abbiamo avuto un’ondata di emigrazione verso la Tunisia negli Anni ’20.
Sia da parte di mia madre sia da parte di mio padre vi fu una parte della famiglia che emigrò in Tunisia, alcuni a fare gli agricoltori altri a fare i sarti. Nell’ambito di tutto questo il progetto tunisino è un ripescaggio della memoria che ha tutta l’essenza dell’esoticità perché, capite che fare un progetto in Africa è molto affascinate, e farlo in un Paese come la Tunisia, a maggior ragione oggi leader delle primavere arabe, è ancora più affascinate di prima.
Per quanto riguarda la Puglia credo ci sia un’altra motivazione sostanziale. Sempre riprendendo il concetto del Sun Belt della Cintura del Sole, la Puglia rappresenta l’azionista di maggioranza relativa del Sun Belt, che con il suo 15-16% di produzione determina con la Sicilia il 25% della produzione italiana. Allora chi guarda all’interno e al di fuori dell’Italia non può non considerare l’azionista di maggioranza relativa, che è la Sicilia e il Regno delle due Sicilie. E nell’ambito del Regno delle due Sicilie, specificamente la Puglia abbiamo inteso investire nella penisola salentina nel gioiello più bello che è il primitivo.
FONTE: Vinitalia TV
Antonio Micchichè della Società vitivinicola Calatrasi “Mediterranean Domains & Estates” racconta a Vinitalia.tv la storia delle Cantine Calatrasi, sintesi tra la storia di una comunità, di una famiglia e di singoli individui.
Palermo, Monreale, Segesta, come riuscire a portare la storia, la cultura e la tradizione dentro un bicchiere e a far in modo che proprio il bicchiere di vino possa comunicarla.
Una volta una giornalista americana mi ha chiesto qual era il rapporto tra vino e territorio. Io ho detto che il vino era l’occhio e il territorio era l’anima.
Perché io ho fatto vino? Venendo da una famiglia di agricoltori e avendo fatto il medico per 5 anni, ho fatto vino perché il vino è la sintesi tra la storia di una comunità, di una famiglia, di singoli individui ed è la sintesi della memoria storica, della gente e del territorio in cui la gente vive.
Perché il ristoratore ha la necessità oggi di interfacciarsi con voi che producete vino e di fare in modo che a pranzo o a cena ci sia un bicchiere del territorio. Cosa riesce a dare in termini di valore aggiunto e perché qualche volta non lo fa.
Diventa sempre più difficile in Sicilia trovare un atteggiamento ostile a questo tipo di procedura perché se penso a 25, 30, 35 anni fa, i vini siciliani in Sicilia erano una minoranza in termini di consumo rispetto ai vini nostri. Oggi penso che al 95-99% ci sia un consumo locale.
E’ la solita difficoltà di dialogo che avviene in contesti molto individualistici come quelli nostri, ma che - non è una speranza ma è una realtà - va sempre più affievolendosi, anche perché tutti siamo ben coscienti che al di là dell’identità non esiste niente.
Nelle scelte di Calatrasi appare centrale il concetto di Mediterraneo. Ad un certo punto dopo aver valorizzato la Sicilia, vi guardate intorno e andate in Puglia e poi la Tunisia. Perché il Mediterraneo è una parola chiave nella vostra vision?
Perché è la nostra identità. E poi perché il Mediterraneo è parte della memoria storica della nostra famiglia; nel caso specifico in Tunisia come siciliani noi abbiamo avuto un’ondata di emigrazione verso la Tunisia negli Anni ’20.
Sia da parte di mia madre sia da parte di mio padre vi fu una parte della famiglia che emigrò in Tunisia, alcuni a fare gli agricoltori altri a fare i sarti. Nell’ambito di tutto questo il progetto tunisino è un ripescaggio della memoria che ha tutta l’essenza dell’esoticità perché, capite che fare un progetto in Africa è molto affascinate, e farlo in un Paese come la Tunisia, a maggior ragione oggi leader delle primavere arabe, è ancora più affascinate di prima.
Per quanto riguarda la Puglia credo ci sia un’altra motivazione sostanziale. Sempre riprendendo il concetto del Sun Belt della Cintura del Sole, la Puglia rappresenta l’azionista di maggioranza relativa del Sun Belt, che con il suo 15-16% di produzione determina con la Sicilia il 25% della produzione italiana. Allora chi guarda all’interno e al di fuori dell’Italia non può non considerare l’azionista di maggioranza relativa, che è la Sicilia e il Regno delle due Sicilie. E nell’ambito del Regno delle due Sicilie, specificamente la Puglia abbiamo inteso investire nella penisola salentina nel gioiello più bello che è il primitivo.
FONTE: Vinitalia TV
Estates: limportanza del Mediterraneo dalla Sicilia,
alla Puglia, alla Tunisia. Antonio Micchich della Societ vitivinicola Calatrasi Mediterranean Domains & Estates racconta a Vinitalia.tv la storia delle Cantine Calatrasi, sintesi tra la storia di una comunit, di una famiglia e di singoli individui.
Palermo, Monreale, Segesta, come riuscire a portare la storia, la cultura e la
tradizione dentro un bicchiere e a far in modo che proprio il bicchiere di vino possa comunicarla. Una volta una giornalista americana mi ha chiesto qual era il rapporto tra vino e territorio. Io ho detto che il vino era locchio e il territorio era lanima. Perch io ho fatto vino? Venendo da una famiglia di agricoltori e avendo fatto il medico per 5 anni, ho fatto vino perch il vino la sintesi tra la storia di una comunit, di una famiglia, di singoli individui ed la sintesi della memoria storica, della gente e del territorio in cui la gente vive. Perch il ristoratore ha la necessit oggi di interfacciarsi con voi che producete vino e di fare in modo che a pranzo o a cena ci sia un bicchiere del territorio. Cosa riesce a dare in termini di valore aggiunto e perch qualche volta non lo fa.
Diventa sempre pi difficile in Sicilia trovare un atteggiamento ostile a questo tipo di
procedura perch se penso a 25, 30, 35 anni fa, i vini siciliani in Sicilia erano una minoranza in termini di consumo rispetto ai vini nostri. Oggi penso che al 95-99% ci sia un consumo locale. E la solita difficolt di dialogo che avviene in contesti molto individualistici come quelli nostri, ma che - non una speranza ma una realt - va sempre pi affievolendosi, anche perch tutti siamo ben coscienti che al di l dellidentit non esiste niente. Nelle scelte di Calatrasi appare centrale il concetto di Mediterraneo. Ad un certo punto dopo aver valorizzato la Sicilia, vi guardate intorno e andate in Puglia e poi la Tunisia. Perch il Mediterraneo una parola chiave nella vostra vision? Perch la nostra identit. E poi perch il Mediterraneo parte della memoria storica della nostra famiglia; nel caso specifico in Tunisia come siciliani noi abbiamo avuto unondata di emigrazione verso la Tunisia negli Anni 20. Sia da parte di mia madre sia da parte di mio padre vi fu una parte della famiglia che emigr in Tunisia, alcuni a fare gli agricoltori altri a fare i sarti. Nellambito di tutto questo il progetto tunisino un ripescaggio della memoria che ha tutta lessenza dellesoticit perch, capite che fare un progetto in Africa molto affascinate, e farlo in un Paese come la Tunisia, a maggior ragione oggi leader delle primavere arabe, ancora pi affascinate di prima. Per quanto riguarda la Puglia credo ci sia unaltra motivazione sostanziale. Sempre riprendendo il concetto del Sun Belt della Cintura del Sole, la Puglia rappresenta lazionista di maggioranza relativa del Sun Belt, che con il suo 15-16% di produzione determina con la Sicilia il 25% della produzione italiana. Allora chi guarda allinterno e al di fuori dellItalia non pu non considerare lazionista di maggioranza relativa, che la Sicilia e il Regno delle due Sicilie. E nellambito del Regno delle due Sicilie, specificamente la Puglia abbiamo inteso investire nella penisola salentina nel gioiello pi bello che il primitivo.