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IL FOGLIO

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO

ANNO I NUMERO 12

Il verdetto in appello

Pacciani assolto e lItalia


si domanda perch i pm
fabbrichino mostri
La Corte respinge gli ultimi tentativi
della procura fiorentina di
inchiodare lanziano contadino

Lenigma del serial killer


Firenze. Pietro Pacciani stato assolto ieri con formula piena dalla Corte d'Assise
d'Appello di Firenze per non avere commesso il fatto. Ora un uomo libero. Ai giurati sono bastate sette ore di camera di consiglio per decidere di mandare all'aria la
sentenza di condanna di primo grado. Non
dunque lui il Mostro, l'autore degli otto
duplici delitti commessi da un maniaco
omicida tra il l968 e il 1985 nelle campagne
che circondano il capoluogo toscano. Dopo
ben sette anni di indagini, tutte finalizzate
alla dimostrazione del teorema Pacciani,
il rozzo agricoltore di Mercatale Val di Pesa
esce definitivamente di scena. La Corte ha
rifiutato di prendere in considerazione l'estremo e paradossale tentativo della Procura di Firenze, che solo in questi giorni, e dopo la requisitoria del Pg Piero Tony fortemente critica nei confronti della prima sentenza, avrebbe di colpo scoperto addirittura quattro testimoni oculari dell'ultimo delitto, in grado di incastrare Pacciani e il
suo presunto complice Mario Vanni.
Come potuto accadere che dopo lunghi
anni di costosissime
indagini, di maxiperquisizioni, di appostamenti e di perizie, si
sia perseguito un innocente? Perch in
Italia pi della met
delle sentenze di primo grado vengono ribaltate in Appello?
Il troppo e indiscusso potere concesso ad
alcuni procuratori
porta a commettere
delle leggerezze e dePIETRO PACCIANI
gli errori investigativi
gravissimi - spiega il
criminologo Francesco Bruno, docente di
Psicopatologia forense alla Sapienza di Roma, innocentista della prima ora - e le indagini sono state condotte a senso unico, si sono cercate le prove del coinvolgimento di
Pacciani che era gi dato per scontato. Solo
cos si spiega la maxiperquisizione durata
ben dodici giorni nella sua casa.
Quell'operazione, finalizzata al ritrovamento della Beretta calibro 22 modello
Long Rifle, l'arma mai trovata che ha firmato indelebilmente tutti i sedici delitti, si stava risolvendo in un nulla di fatto. Quando
all'improvviso il capo della Squadra antimostro, Ruggero Perugini, trov casualmente il proiettile conficcato in uno dei paletti di cemento che facevano da staccionata all'orto di Pacciani. Un proiettile che le
perizie, fino ad oggi svolte, non sono riuscite a stabilire se sia mai stato introdotto nella pistola del Mostro. Non si tenuto conto
del fatto che la casa in quel periodo era disabitata, che il ritrovamento avvenuto in
un'area aperta e quindi accessibile a tutti, e
che dagli studi effettuati sulla cartuccia
emerso che il suo interramento sarebbe avvenuto o mentre Pacciani era in carcere
(dal 1987 al 1991, per violenza sulle figlie) o
mentre Pacciani era sorvegliato 24 ore al
giorno dagli agenti della Sam.
Elementi trascurati dalle indagini
Nelle indagini e nel corso del processo
di primo grado non sono stati valutati secondo la logica molti altri elementi - continua il professor Bruno - c' ad esempio la
follia del block notes, che doveva essere
considerato una prova a discarico di Pacciani, visto che conteneva appunti con una
data precedente a quella delluccisione dei
due tedeschi, ai quali secondo l'accusa lagricoltore avrebbe rubato il blocco dopo
averli assassinati. E invece stato portato in
aula come prova della sua colpevolezza. Si
persino arrivati a dire che, siccome l'imputato era del Mugello, egli doveva conoscere bene i luoghi dove sono avvenuti gli
omicidi.
Il primo processo si era aperto nell'aprile del 1994 con la beffa del quadro: il Pm Canessa aveva portato in aula come prova della colpevolezza di Pacciani un dipinto firmato dall'imputato, raffigurante dei disegni inquietanti, che testimoniavano la mostruosit dell'autore. Peccato che quel
quadro fosse un'opera del pittore cileno Olivares, trovato in una discarica. L'imputato
lo aveva solo colorato e poi firmato. A questo livello stato condotto il dibattimento,
con l'unico intento da parte dell'accusa di
dimostrare la compatibilit tra la personalit di Pacciani e quella del Mostro, non potendo dimostrare in alcun modo con indizi
concordanti la sua colpevolezza o almeno la
sua presenza nel luogo dei delitti.
Tutti i testimoni citati dall'accusa sono
stati giudicati inattendibili dal Pg Piero
Tony. Non esistevano prove, non esistevano
indizi. Esiste solo un vecchio malato,un innocente sacrificato come capro espiatorio e
dato in pasto a una citt e a un'opinione
pubblica che chiedevano la testa del Mostro. E un procuratore famoso come Luigi
Vigna, che ieri, dopo aver tentato per oltre
sei anni di provare il teorema Pacciani,
stato pesantemente sconfitto.

quotidiano

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DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

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Nel mondo

CAGLIARI, CHIESTA LARCHIVIAZIONE da parte della procura di Brescia nei confronti del pm Fabio De Pasquale dallaccusa di abuso dufficio
per il suicidio dellex presidente dellEni. La decisione spetta ora al gip.

LA GERMANIA VARA IL PART-TIME PER I LAVORATORI che hanno


compiuto i 55 anni. Alla Cancelleria di
Bonn stato raggiunto un accordo, nel
quadro dellAlleanza per il lavoro convenuta il mese scorso dalle parti sociali, che abolisce il prepensionamento. Al
suo posto la nuova formula: i lavoratori
con pi di 55 anni potranno lavorare,
facoltativamente, a met orario e riceveranno met stipendio, mentre un ulteriore 20% verr integrato dallo Stato.
Alla scadenza dei 63 anni, riceveranno
una pensione pari al 90% di quella che
avrebbero percepito lavorando normalmente per altri 8 anni.

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Agip pi forte in Norvegia attraverso


lacquisizione di due partecipazioni in
tre blocchi del Mare del Nord. In questo
modo la societ idrocarburi dellEni,
con la sua consociata Norsk Agip, ha
raggiunto la quota di sedici aree di
esplorazione e produzione corrispondenti a 5.141 chilometri quadrati.

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Tangenti, Atm rinviata al 26 marzo la


decisione sulla richiesta di patteggiamento da parte di Sergio Radaelli. Lex
esponente socialista imputato di aver
pagato 33 miliardi per appalti allAzienda tranviaria milanese.

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Nuove schedine totogol a sei colonne


a partire da marzo, lo ha deciso ieri il
ministero delle Finanze accogliendo la
proposta del Coni.

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Maggior tutela ai consumatori, grazie


allentrata in vigore tra due settimane
di una nuova legge comunitaria. Il provvedimento, composto di 61 articoli, affronta settori che vanno dal credito al
risparmio, dalla sanit allambiente.

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Leasing fra Air One e Klm per raddoppiare, da sei a tredici, i collegamenti sulla Roma-Milano. Laccordo prevede
laffitto di due aerei della Transavia Airlines, controllata all80% da Klm.

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Unificati Nas e Nad e cos nato ieri


il Comando dei carabinieri della Sanit. La nuova struttura, alle dipendenze del ministero della Sanit, eserciter funzioni di controllo e di vigilanza igenico-sanitaria.

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Caccia F-104 cade nel grossetano durante una fase di avvicinamento. Salvo
il pilota, lanciatosi col paracadute.

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Tace la pentita che accusa Baudo al


processo Orsa Maggiore. La collaboratrice di giustizia, che aveva raccontato
dei contatti con il clan di Nitto Santapaola col presentatore, ha scelto di avvalersi della facolt di non rispondere.

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In calo i consumi petroliferi, che allinizio del 96 hanno registrato un decremento del 3% rispetto a un anno fa.

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Inchiesta sul maxitamponamento


aperta dalla Pretura di Verona. Al vaglio del magistrato le cause della sciagura di luned sulla A4 e le eventuali
negligenze dei soccorritori. La met dei
feriti sono stati dimessi. Restano ancora dieci persone in gravi condizioni.

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Borsa di Milano. Lindice Mibtel di ieri 10.078 (+1,95%). La lira ha guadagnato 2,47 punti sul dollaro (1.570,19) e
2,87 sul marco (1.063,60).
Questo numero stato chiuso in redazione alle ore 20,20

nista in economia; sostiene il primato di famiglia e tradizione. Va oltre tutte le previsioni il candidato
Buchanan, star della nuova religiosit americana (pagina 4)

VOTARE SUBITO, evitare pasticci

e ristabilire un legame tra politica


e cittadini, dopo il mancato accordo sulle riforme. Non credibile il
ritorno di Dini e lelezione di una
Costituente (editoriale pagina 3)

CARLO DE BENEDETTI, il discus-

so finanziere che fa molta politica.


Storia breve delle sue ambizioni,
delle sue difficolt, delle sue relazioni con establishment, Stato e
partiti (ritratto a pagina 3)

AUGUSTO

FANTOZZI, ministro
delle Finanze e ad interim del Bilancio, risponde alle nostre critiche di ieri sul mancato utilizzo dei
fondi dellUe e sulla perdita di 400
mila posti di lavoro (pagina 2)

Maccanico oggi rinuncia

MOLTO SCETTICO DALEMA. POSSIBILISTA FINI. A SINISTRASI RIPARLADI ELEZIONI

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Ucciso da un killer nelle Filippine


Ferdinand Reyes, un giornalista noto
per limpegno a difesa dei diritti umani.
Ieri il ministro degli Esteri filippino
Domingo Siazon ha dichiarato di te mere uneccessiva enfasi europea su
democrazia e diritti umani nel vertice
economico tra Ue e 10 paesi asiatici in
programma a Bangkok l1 e 2 marzo.

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Un accordo sulle risorse idriche stato firmato a Oslo da Israele, Autorit


Palestinese e Giordania, tutti e tre dipendenti, per gli approvvigionamenti,
dal bacino del Giordano.

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E CONTRO LABORTO e protezio-

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Non sono ancora stati incriminati i


due ufficiali serbobosniaci deportati
luned presso il Tribunale internazionale dellAia. Lo ha dichiarato il mediatore americano Richard Holbrooke.
LHerceg-Bosna, la repubblica croa ta di Bosnia autoproclamatasi 4 anni
fa in contrapposizione alla Serbo-Bo snia, verr sciolta e confluir nella
nuova entit statale di Sarajevo.

Jaruzelski non sia processato. Lo sostiene la Commissione costituzionale di


Varsavia, composta da neo-comunisti,
invitando la magistratura a non processare lex Capo di Stato polacco.

La Barilla non in vendita, ma saldamente in mano alla famiglia che ne detiene il 51%. Smentite tutte le voci che
parlavano di unentrata nellazienda
emiliana di partner finanziari.

VA FORTE PAT BUCHANAN NELLACORSA PRESIDENZIALE USA

Salta laccordo per le riforme,


Berlusconi propone la Costituente

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La Cei dice s al governo per quanto


riguarda la dilazione in quattro rate del
conguaglio dell 8 per mille del gettito
Iperf del triennio 90-93, il cui pagamento era previsto nel 96. I 940 miliardi del conguaglio verranno riscossi a
partire dal giugno di questanno per
terminare nel 99.

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

Bob Dole ha vinto di misura il primo


round delle consultazioni del Partito
repubblicano. Ha battuto (26% contro
23%) Pat Buchanan.

Esclusa dal Cremlino la televisione


Ntv, lunica interamente privata in Russia. Causa dellostracismo sarebbe il fastidio di Eltsin per alcuni servizi troppo critici dedicatigli dallemittente.

Risarcimento record di 20 miliardi


chiesto dalla sezione milanese della
Corte dei Conti ai quattro ex militari
della Finanza, gi condannati per concussione dal tribunale di Mantova.

MERCOLED 14 FEBBRAIO 1996 - L.1000

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La Apple non pagher i dividendi del


primo trimestre 96 ai suoi azionisti. E
un ulteriore segnale di crisi per la societ di computer, che nel 95 ha dichiarato un passivo di 69 milioni di dollari.

Maastricht
Sul trattato di Maastricht si discute seriamente. Hans Tietmeyer, presidente della
Bundesbank, al convegno sullunione monetaria organizzato ieri a Francoforte dallorganizzazione imprenditoriale tedesca,
ha detto: Il treno della moneta unica non
pu deragliare. Un rinvio sarebbe meno
problematico di un deragliamento.
Tra euroentusiasti ed euroscettici, si stanno facendo strada gli eurointellingenti, che
trattano anche gli argomenti tab (data, criteri e cos via) senza scadere nella tifoseria:
tra questi il primo ministro francese Alain
Jupp il quale, pur difensore del trattato,
avverte i tedeschi che i francesi non faranno una moneta unica soltanto con il marco.
Tra gli eurointelligenti difficile collocare il giornalista del Times che ha accusato
Susanna Agnelli, coordinatrice per il semestre della politica estera dellUnione, di non
essere stata capace di impostare una politica saggia in merito alla crisi greco-turca. Il
Times fa dellironia sullinaffidabilit degli
italiani, ma dimentica che solo qualche anno fa tocc a uno dei figli migliori della tradizione diplomatica inglese, David Owen, la
disavventura di fallire nel tentativo di fermare la guerra civile nellex Jugoslavia.
Forse sarebbe bene sottrarre il difficile
compito di costruire una politica estera dellUnione a facili ironie scioviniste.

Roma. Il governo presieduto da Antonio


Maccanico non nascer. Oggi, nella prima
mattinata, il presidente incaricato si reca al
Quirinale per la rinuncia.
Il centrodestra e il centrosinistra si rinfacciano la responsabilit politica del mancato accordo. Silvio Berlusconi lancia a sorpresa, come leader di Forza Italia, la proposta di dare vita a un governo di tregua,
sottratto allinfluenza nefasta dei partiti,
e di eleggere una Assemblea costituente,
sottoponendo un progetto agli italiani per
riscrivere la seconda parte della Costituzione affinch i cittadini possano decidere
quale Stato darsi. Il leader del Polo si dice
convinto dellinutilit di votare senza nuove
regole per il governo del Paese e si proclama intenzionato a battersi per il presidenzialismo. Reazioni molto scettiche dalla segreteria del Pds. Molti commentatori hanno
osservato che il leader di Forza Italia reduce da una serrata campagna contro i governi dei tecnici e a favore di esecutivi legittimati dal voto popolare o almeno da accordi parlamentari molto larghi, e dunque
si contraddice.
Ieri giornata particolarmente convulsa, in
cui pi o meno tutti hanno avuto modo di
barare al gioco e di contraddirsi. Maccanico
aveva concordato con Berlusconi, in un incontro notturno, lopportunit di estendere
ad alcuni punti programmatici lintesa di
maggioranza su cui si sarebbe fondato il suo
governo. Ne andato a parlare con Massimo
DAlema, leader del Pds, in tarda mattinata,
e dal Pds venuto un no secco. Secondo
DAlema si trattava di una inutile e tortuosa
via scelta dal Polo per dire no a Maccanico.
Il presidente incaricato sarebbe stato spinto a chiedere al centrosinistra limpossibile:
un accordo programmatico su tutto, compresa la materia dellantitrust e della giustizia, con il centrodestra. Opposta la versione del Polo, che imputa al segretario del
Pds la volont di incassare un patto per le
riforme e riservarsi al tempo stesso le mani
libere in Parlamento per la costruzione occasionale di maggioranze ostili.
DAlema, secondo gli osservatori pi accreditati, ha comunque mostrato di non potere o di non volere accettare un quadro
preciso per laccordo, con impegni programmatici del governo in merito alla riforma presidenzialista sul modello francese.
La sua ambizione era di ottenere unadesione solitaria di Berlusconi, per determinare
una rottura nel Polo. Per questo, dicono i
suoi avversari, ha creato una situazione di
urgenza artificiale e ha accusato il Polo di
fargli perdere tempo. Fini ha continuato
a mostrare tutto il giorno un freddo pessimismo. La tentazione di arrivare allelezione di una Costituente, una sua vecchia idea
gi inseguita la scorsa estate, si alternata
con la tentazione di spingere la situazione
verso il voto politico. La Costituente - ha
detto Fini - ha il grande pregio di consentire agli italiani di pronunciarsi direttamente
sulla forma di Stato e di governo che vogliono. Quanto alla possibilit di un ritorno di
Dini, dopo la rinuncia di Maccanico, il leader di An ha dato una risposta protocollare:
Il pallino torna nelle mani del capo dello
Stato.
A sinistra si parla per con sempre maggiore insistenza di elezioni che si avvicinano. Ma la crisi cos ingarbugliata, dicono
gli analisti politici della Capitale, che quasi
nessun pronunciamento, da qualsiasi parte
provenga, ha il crisma dellattendibilit. La
Costituente permetterebbe alla sinistra di
non rompere in Parlamento con la Lega, che
la vuole, e di mantenere un equilibrio di governo allinsegna della neutralit che pencola a sinistra, secondo il modello Dini.

La rivolta dei peones

Parlamentari frustrati
dai tecnici pigliatutto
Solo lo 0,5 per cento degli impegni di
spesa viene deciso dalle Camere
Roma. Non dite a mia madre che faccio
il deputato. Mi crede pianista in un bordello di Canicatt. Lultimo numero dellItalia Settimanale uscito in edicola con
questa provocatoria epigrafe in copertina.
Con lo stesso spirito, qualche giorno dopo,
sul tavolo della presidente della Camera
Irene Pivetti arrivata la lettera di dimissioni di Vincenzo Mattina, deputato laburista: Mi dimetto da parlamentare - scriveva Mattina - perch il ruolo di noi rappresentanti del popolo ormai avvilito e
reso vano; subiamo la disistima della pubblica opinione e per di pi lessere stati
eletti divenuta una condizione ostativa
alla partecipazione ai governi dei cosiddetti tecnici. Meglio quindi cambiare mestiere. Spiega Mattina: La goccia che ha
fatto traboccare il vaso stato sentire Maccanico parlare agli italiani dicendo: non
preoccupatevi, nel mio governo non ci sono parlamentari.
Dietro la solitaria impennata dorgoglio
di Enzo Mattina, cova in realt una rabbia
sorda e diffusa che accomuna parlamentari di ogni latitudine politica. Da pi di un
mese la Camera si riunisce appena una
volta a settimana - racconta Gualberto Nicolini della Lega Italiana Federalista - Per
sapere quello che succede ci ammucchiamo davanti ai televisori della sala stampa
o intervistiamo i giornalisti. Intanto lItalia
in mano ad un gruppo di burocrati che
per pudore si fanno chiamare tecnici.
Cos la lettera di Mattina si trasformata
dun tratto nel manifesto degli scontenti.
La sottoscrivo in pieno - dice Gabriele Calvi, eletto con il Ppi, plurilaureato e fondatore dellistituto di ricerche Eurisko - tanto
che io pur non arrivando a dimettermi, di
certo non ripresenter la mia candidatura:
stato triste vedere tanti ottimi colleghi sopportare anche pesanti perdite economiche
per avventurarsi in politica, surclassati dai
tecnici e dai loro entourage.
Nessuno si rassegna a veder scambiata
lespressione della volont popolare per
una sorta di malattia infettiva. Ma che cosa
ho? - protesta Renato Ellero (Lif), che dellessere un peone ha fatto una filosofia di vita - la scabbia? La lebbra? Che se mi avvicino al governo lo infetto?. Marucci Vascon,
giovane deputata di Capodistria, eletta da
Forza Italia, ha unaltra diagnosi: I tecnici?
Sono solo dei maleducati: ho mandato centinaia di interrogazioni al ministro dei Trasporti, Caravale, non mi ha neppure fatto telefonare da un funzionario.
Proprio nei giorni in cui la centralit del
Parlamento riceve continui e solenni ossequi contro lavanzata dei presidenzialisti,
gli attuali inquilini del palazzo sembrano
aver poco da difendere. La centralit del
Parlamento tutta da conquistare - dice
Marco Rizzo di Rifondazione - E da tempo
che lesecutivo si impossessato della prerogativa di legiferare. E la sensazione di
Rizzo confermata da un recentissimo studio del Senato sulle leggi di spesa 1995: su
un onere complessivo per il bilancio di circa 9 mila miliardi, il 99,45 per cento derivato da iniziative governative, mentre solo
lo 0,55 per cento da leggi del Parlamento.
Il governo Dini - ricorda il riformatore
Elio Vito - ci ha fatto ingoiare una finanziaria a colpi di maxi emendamenti: non
c uno di noi che sappia che cosa ha approvato. I tecnici spendono e i parlamentari pagano le conseguenze.
Eravamo stati chiamati per stare in prima linea - osserva amaramente il pidiessino Fabio Evangelisti - poi ci hanno chiesto
di fare un passo indietro e ora ci chiedono
di rimanerci: non facile da sopportare.
Non lo sopporta neppure Clemente Mastella che ha annunciato: Me ne torno a
Ceppaloni, piglio unaltra laurea e mi riciclo come tecnico.

Etica e Aids

Confronto imbarazzato
anche nella Chiesa
sulluso del profilattico
La strana apertura dei vescovi francesi
e la chiusura della gerarchia
vaticana. Situazione drammatica

Record di malati in Italia


Milano. In nessun paese europeo lAids
colpisce come in Italia. Secondo i dati forniti dal ministero della Sanit, dal 1982 (anno
in cui stato registrato il primo caso) a oggi,
il virus dellHiv ha colpito 32 mila e 452 persone; solamente Francia (36 mila 982 casi) e
Spagna (33 mila 105) contando pi malati;
ma il dato nuovo riguarda lincidenza dellAids negli ultimi tempi: se si calcola esclusivamente il primo semestre del 1995, allora
lItalia sale al primo posto nella classifica
dei nuovi contagiati. Non basta: il fenomeno
chiamato ritardo di notifica ha invitato subito ad aggiornare le statistiche; il Coa - Centro operativo Aids dellistituto superiore di
sanit - ritiene che al 31 dicembre del 95 gli
italiani in cui il morbo si manifestato in
maniera conclamata fossero, a partire
dall82, almeno 34 mila, pi della Spagna.
Oggi abbiamo 90 mila sieropositivi. Significa un italiano ogni seicento. Ottomila sono
affetti da malattia conclamata.
Sono questi i numeri che rendono comprensibile il clamore e lattesa suscitati dal
documento diffuso luned dalla Conferenza
episcopale francese.
Lapertura alluso del
profilattico letta fra le
righe di Aids, la societ in discussione un volumetto di 235
pagine con un capitolo firmato dal presidente della Conferenza, Mgr. Albert Rouet stata accolta quasi
con euforia dalla
stampa, e con profondo imbarazzo dal Vaticano. Poi, ieri mattiGIOVANNI PAOLO II
na, proprio monsignor
Rouet, dai microfoni
della Radio Vaticana, ha rotto il silenzio della Santa Sede, specificando che i giornali
erano rimasti vittime di un equivoco: dove si
legge che il preservativo di qualit affidabile attualmente lunico mezzo di prevenzione, non si deve intendere la frase come
una presa di posizione della Chiesa. Insomma, il documento si divide in due sezioni,
una medica, psicologica e sociale, laltra
etica e morale. Il giudizio sul contraccettivo appartiene alla prima. La precisazione
servita alla Conferenza episcopale italiana per prendere posizione, dopo ventiquattrore di riflessione, con un documento ufficiale che riprendeva la tesi mattutina di
Rouet; ma non bastata per evitare che le
luci della ribalta si posassero comuque su
un argomento che motivo di dibattito, anche allinterno della Chiesa, da trentanni: il
problema della contraccezione.
Medici divisi sulle nuove cure
Il boom della pillola venne trattatto nel
Concilio Vaticano Secondo (1962-65) e successivamente da Humanae Vitae, lenciclica di Papa Paolo VI del 68; il rifiuto fu
netto, e la posizione venne ribadita nel 94
da Karol Wojtyla nella Evangelium Vitae.
Contemporaneamente, per, larcivescovo di
Marsiglia, Robert Coffy, e un anno dopo
quello di Lione, Albert De Courtray, davanti al flagello dellAids proposero una timida
apertura. Di cui, sottolinea Cesare Cavalleri
- direttore del periodico Studi Cattolici - il
documento della Conferenza dei vescovi di
Francia non deve essere considerata una
prosecuzione: E stato creato un clamore
eccessivo: mi sembra che il caso sia molto
pi circoscritto: si tratta delle coppie stabili
in cui uno dei due ha contratto la malattia.
Eppoi un giudizio che non va attribuito ai
vescovi, bens ai medici che hanno collaborato alla stesura del documento. Il dibattito improvvisamente riaperto dimostra per
che c grande attesa riguardo alle posizioni
del Vaticano, ma per Cavalleri si tratta di
attese che andranno sempre deluse, perch la linea della Chiesa una soltanto.
DallAvvenire, il quotidiano cattolico, il
direttore Dino Boffo fa sapere che la vicenda - dopo le precisazioni - gli sembra oramai
superata e di conseguenza si comporter il
suo giornale. Ma il mondo cristiano dovr
presto fare i conti con unaltra questione
morale che deriva dallAids: quella delle
sperimentazioni. Il confronto gi piuttosto
aspro negli ambienti sanitari, dove i rappresentanti della medicina ufficiale mal tollerano le terapie alternative e rifiutano
quelle sperimentali, considerate un mezzo
per far soldi con la disperazione e i miraggi
dei malati. Dario Bellezza, il poeta che si
sottopone alle cure della macchina di Pino Marineo (che combatterebbe il deperimento del sistema immunitario) duro con
chi gli d dellilluso: Sono malato da dieci
anni. Il mio fisico non tollera pi medicinali, e con la macchina di Marineo sto meglio.
Forse sar illusione, ma gli ospedali non
propongono di meglio. Se sono ancora pochi quelli disposti a fare da cavia, moltissimi cercano conforto nelle terapie alternative: secondo i dati della Lila - la lega italiana per la lotta allAids - il 48 per cento. Un
dato troppo alto per non interessare la sanit pubblica e la pubblica morale.

ANNO I NUMERO 12 - PAG 2

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 14 FEBBRAIO 1996

INTERNET

SIGNOR DIRETTORE

Accendete il modem e discutiamo di televisione

Il governo risponde alle critiche


sui 400 mila posti di lavoro persi

LA TV DEVASTA LE MENTI E BLOCCA LIMPEGNO? ECCO COSANE PENSANONEL RESTO DEL MONDO
Sar poi vero che la televisione defor ma la mente? Che rovina irrimediabil mente le capacit cognitive e razionali
di chi la guarda eccessivamente? Che
rende passivi e blocca ogni impeto di
impegno? Che costruisce un mondo al tro, falso e che, soprattutto, anche
quando dice di voler informare obietti vamente, facendo cio vedere, maga ri anche in diretta, invece sta falsando
la realt?
Cosa ne pensano in altri Paesi, non
gli esperti, ma i fruitori di televisione?
Abbiamo inserito questa domanda
in Internet.
Alcuni sostengono che la televisione annienta la capacit delluomo
di ragionare, che conduce alla tirannia dellignoranza, che blocca limpegno sociale, menzognera, crea un
mondo di sorrisi falsi, distrugge il potere della parola scritta, eccetera.
vero? cos in ogni parte del mondo?
Le vostre esperienze sono diverse?
Qui di seguito pubblichiamo le pri me risposte giunte in redazione.
E nella sua natura indurre passivit
Chiedete se la televisione annienta la capacit di ragionare? Certo! Per la sua stessa natura, incoraggia una visione passiva, si
aspetta che uno si sieda davanti a lei e osservi le immagini scorrere via.
Gli altri media non sarebbero intrinsecamente cos, ma lo stanno lentamente diventando loro malgrado (come USA Today)
proprio per competere con la televisione.
vero quindi anche che la televisione distrugge il potere della parola scritta. Presto
tutte le informazioni ci arriveranno esclusivamente sotto forma di frammenti, senza
pi alcun approfondimento.
Ognuno si crea il proprio mito personale, si crea una mitologia. La cosa principale che ci sia una complicit (Baudrillard).
Leonard Allan
Baltimora, Maryland
Guardarla per pi di unora mi deprime
Ogni anno negli Stati Uniti salta fuori un
nuovo libro scritto da un giornalista, da uno
studente, da uno psicologo, da uno scienziato politico, eccetera. Sebbene io sia davvero interessata all'argomento, normalmente non leggo questi libri poich ho gi
un'opinione mia.
Non posseggo un televisore. Le uniche
volte in cui guardo la televisione quando
vado a trovare la mia anziana zia. Insieme
guardiamo programmi che ci divertono veramente e intanto parliamo (questo accade
1 o 2 ore alla settimana). I motivi per cui
non ho un televisore sono i seguenti:
1) I network vendono la mia attenzione

agli inserzionisti pubblicitari. Studiano i


programmi in modo da catturare la mia attenzione. Questo il loro proposito.
2) Ho imparato che quando si ha una televisione, la si guarda, anche se non interessa molto. Penso che questo accada per
una curiosit biologica nei confronti del
mondo. una perdita di tempo.
3) Posso leggere la prima pagina di un
quotidiano e imparare pi che guardando
un'ora di telegiornale.
4) Ogni volta che guardo la televisione
pi di un'ora mi sento esausta, prosciugata
e depressa. Le mie attivit regolari e la mia

nalismo non necessario. Questa, naturalmente, solo unopinione personale. Credo


sia condivisa da altri, ma non posso provarlo. E, per quel che vale, ve la comunico.
Matthew Bond
Ottawa Canada
E una baby sitter dannosa e da vietare
S, io credo s. La televisione annienta la
ragione. Negli Stati Uniti la televisione
stata la baby sitter di almeno unintera generazione di ragazzini. Te ne accorgi, non
pensano, non reagiscono. Mio figlio, che
compir 14 anni il prossimo mese, sa che la

Una docente universitaria americana lha vietata al figlio fino allet


di quattro anni, ma si pentita, era meglio resistere fino ai quattordici.
Un irlandese la giudica positivamente perch ha permesso la vittoria dei
divorzisti. E un filippino la ringrazia perch gli ha insegnato bene linglese
vita mi sembrano poco interessanti ed difficile ricominciare. Vi suona famigliare?
Questi sono sintomi da tossicomane. Penso
che la somiglianza regga perch un tossicodipendente fugge dalla realt cercando di
sentirsi veramente se stesso attraverso la
manipolazione della sua biologia. Se guardo la televisione per un'ora, in quel momento non sono pi me stessa. come se
avessi provato a simulare una situazione di
dipendenza.
5) Trovo che i programmi di informazione
e documentari siano troppo lenti per me. La
maggior parte non ha una componente visiva di rilievo, cos i produttori provano ad aggiungere musica, fotografie e video senza
senso. Preferisco leggere l'enciclopedia.
6) Mentre guardo la televisione, non posso fare altro. Per questo preferisco la radio.
7) Gli unici programmi che mi piacciono
sono le commedie e i film. In altre parole, le
trasmissioni di intrattenimento.
8) Non voglio assolutamente che la mia
attenzione sia interrotta dalla pubblicit.
Danila Order
Pueblo, Colorado
E tecnologia e non ha in s valenze morali
Io credo che la televisione, come tutti gli
altri strumenti tecnologici non abbia in s
valenze morali, e quindi possa essere buona e cattiva a seconda del contenuto che chi
ha in mano la programmazione decide di offrire agli utenti. Quello che voglio dire
semplicemente che la televisione buona
fintanto che in grado di offrire a tutti programmi educativi e di qualit, programmi
di intrattenimento e di informazione. Ed in
questo caso uno strumento di valore e parte dalla complessit della societ. Diventa
dannosa, in modo quasi irreparabile, quando sovraccarica di violenza e di sensazio-

televisione bugiarda. Ma il guaio che lui


aspetta che le cose succedano, non si vede
come agente. Certo, meglio di altri ragazzini della sua et. Io non gli ho permesso di
guardare la televisione sino a quando non
ha compiuto quattro anni. Ma il danno, devo ammetterlo, stato fatto. Non vede se
stesso come - in unespressione un po vecchiotta - il capitano del proprio destino (
un americanismo, ma sono sicura che lo capirete).
Io sono unantropologa e non ho marito.
Ho visto che cosa la televisione fa alla gente e, onestamente, vorrei non avere mai avuto la televisione in casa con il mio bambino.
Tu ti sforzi di controbilanciare la necessit
di tuo figlio di essere immerso nella stessa
cultura dei suoi amici, ma sono solo sabbie
mobili. Se solo potessi sopportare il freddo
e trasferirmi nello Yucon in Canada! Scusate la mia ignoranza, ma in Italia c una tv di
Stato, come la BBC in Gran Bretagna? Oppure c solo la televisione commerciale come qui? Di certo qui la pubblicit peggio
dei programmi.
Molly Sanford
Chapel Hill, North Carolina
Limportante che dia tante informazioni
Il ruolo della televisione nello stimolare
il ragionamento sta nella sua abilit di dare
informazioni agli spettatori. Mi riferisco ai
programmi come quelli della CNN, non a
quelle demenziali sit-comedies e talk show
che ritraggono stili di vita completamente
sbagliati. Per quel che mi riguarda sono un
drogato dei notiziari. linformazione infatti che stimola la ragione. Del resto, come
potrebbe la ragione essere utile alluomo
senza la conoscenza?
Robert Karr
Singapore

Un danno lidiozia dei modelli che propone


No, non sono daccordo. Quello che la televisione fa invece di suggerire scelte,
decisioni alternative che non sono basate
su realt fattuali e verificabili, ma su pseudorealt costruite, che esistono solo in dementi sit-comedies spazzatura.
Il problema reale, che si riscontra soprattutto nei giovani, ma non solo, quello
di come molti americani ormai, dopo anni
di bombardamento di programmi spazzatura, ragionano e decidono: Humm, vediamo
un po: Jan di (e qui mettici qualche stupido
nome di una qualsiasi sit-comedy) avrebbe
fatto cos (e qui mettici qualche stupida
azione studiata a tavolino per far ridere o
piangere i telespettatori), quindi anchio dovrei farlo. E cos unaltra sciocca decisione
stata presa.
Ammettiamo pure che questo sia un problema che riguarda solo le persone det
compresa fra i 4 e i 40 anni, comunque
Grey Cloak
Cincinnati, Ohio
Grazie a lei ho imparato linglese
La televisione stata uno strumento eccezionale per imparare l'inglese. Sono emigrato dalle Filippine dieci anni fa, e la televisione mi ha aiutato a primeggiare nelle
mie conversazioni quotidiane.
Mannix Amos, filippino
residente a Miami, Florida
In Irlanda ha permesso il s al divorzio
Sono un tecnico, ho 30 anni, sono irlandese e sono uno studente part-time in sociologia e psicologia. La domanda mi sembra interessante. Le soap opera probabilmente creano quel falso mondo sorridente
di cui parlate. mia opinione, comunque,
che da quando in Irlanda sono arrivate pi
soap operas dall'Inghilterra, dall'America e
dall'Australia, cio dal 1970, il popolo irlandese abbia cominciato a mettere in dubbio
i nostri schemi e stereotipi di vita. Le soap
operas straniere mostrano la falsa felicit
di donne in carriera, uomini che si prendono cura dei figli, gente che divorzia, gay, persone che hanno subito violenze o madri non
sposate. La societ irlandese sempre stata incapace (e lo ancora) di comprendere
e accettare la gente che non vive una vita famigliare tradizionale. La situazione sta
cambiando lentamente. L'omosessualit e
la contraccezione sono state legalizzate negli scorsi cinque anni. Nel 1995 l'Irlanda ha
votato per legalizzare il divorzio. Credo che
le soap opera televisive, che sono servite come finestra sulla vita di persone i cui matrimoni erano allo sfascio, possano aver aiutato la gente a mettere in discussione i suoi
pregiudizi nei confronti del divorzio.
Dave Riondan
Dublino, Irlanda

LETTERE
Fate inchieste sul giornalismo
Signor direttore - Linvito che avete rivolto (Il Foglio 10/2/96) ai cronisti reduci dal
palazzo di Giustizia di Milano di rimettersi
in strada per realizzare inchieste vere mi
pare giusto e opportuno.
Dopo un non difficile lavoro come voce
del palazzo il ritorno ad un lavoro pi vero potrebbe essere utile per tutti. Nelle inchieste suggerirei di partire dal mondo dellinformazione dimostratosi in buona parte
servizievole nella Prima Repubblica, prono
nella transizione e disponibile in vista della nebulosa Seconda Repubblica.
Comincerei ad analizzare i cambiamenti di opinione e di referenti, a volte repentini e senza pudore, da parte di molti commentatori ed opinionisti spesso pronti a
prendere le distanze dai perdenti per accreditarsi rapidamente presso i vincitori
con il rischio di trovarsi senza coperture vista la velocit di ascesa e caduta dei nuovi
padroni in questa confusa rivoluzione allitaliana.
Un altro campo di inchiesta quello relativo ai compensi e ai contratti del mondo
dellinformazione. Si sa tutto o quasi su parlamentari, burocrati, magistrati, giocatori,
eccetera. Non ci sarebbe nulla di male a sapere qualcosa anche su chi in grado di
orientare lopinione pubblica. Non con lobbiettivo di fare scandalo, ma per la necessit di aiutare la gente a capire.
Il metodo dovrebbe essere quello della
trasparenza, senza gli abusi di moda in questi anni. Vorrei sapere, insomma, se corrisponde a verit limmagine di estraneit
del mondo dellinformazione, a partire da
quella economica, dallItalia corrotta che
ha coinvolto tutti: politici, industriali, burocrati, tecnici, pezzi di apparato dello Stato.
La ricerca della verit cosa complessa.
Qualche inchiesta senza pregiudizi e senza
il finale gi scritto, potrebbe aiutare a capire il passato e a costruire un futuro meno
falso e provvisorio.
Luigi Vertemati, Milano
Linequit fiscale anticostituzionale
Signor direttore - Anche la Corte costituzionale si occupata dellIrpef valutando
una sua possibile incostituzionalit in
quanto penalizzante le famiglie monoreddito. Dopo le dichiarazioni del comandante
della Guardia di finanza che disse: Le aliquote fiscali sono troppo elevate e favoriscono levasione e quelle dellOcse: Il sistema fiscale italiano iniquo e inefficiente, penso che la Consulta avrebbe fatto bene se, coraggiosamente, avesse affermato la
palese incostituzionalit dellintero sistema
Irpef, che penalizza le fasce basse di reddito in flagrante disattenzione della progressivit del sacrificio fiscale.
Lo Stato non pu pretendere lealt dal
contribuente se prima non mostra la propria. Il permanere di iniquit costituisce
ostacolo alla lotta allevasione, anzi ne sollecita la proliferazione.
Giovanni Bertei, La Spezia

In merito alleditoriale apparso ieri sul


Foglio, 400 mila posti in meno. Firmato:
Dini, ritengo di dover fare alcune precisazioni.
Il governo sin dal suo insediamento ha
denunciato i ritardi che per anni si sono accumulati sia nella chiusura dell'intervento
straordinario e nell'avvio del nuovo intervento ordinario per le aree depresse sia
nell'utilizzo dei fondi comunitari, operando
per un rapido recupero del Fondo di Sviluppo Regionale ante 1989, dei PIM (programmi integrati mediterranei) e del Quadro Comunitario di Sostegno 1989-l993 e per
il concreto avvio della fase di programmazione 1994-1999.
Numerosi sono stati i provvedimenti
adottati: anzitutto il varo di due nuovi decreti-legge rapidamente convertiti in legge,
recanti nuove disposizioni dirette ad accelerare gli investimenti ad attivare nuovi
strumenti di intervento e a stanziare risorse finanziarie aggiuntive pari a 18.000 miliardi di lire, a favore delle aree depresse.
Specifiche azioni sono state svolte sul
fronte del tiraggio delle risorse comunitarie per accelerare la presentazione, da parte dei soggetti gestori e la conseguente approvazione della Commissione europea,
della maggior parte dei programmi relativi
al Quadro Comunitario di Sostegno 19941999 (programma multiregionale industria
e servizi, risorse idriche, turismo agricoltura, Gioia Tauro, programma operativo Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia, Molise
ecc.); stata garantita la copertura finanziaria statale relativa al triennio 1994-1996
a tutti i programmi; approvati, attraverso
lassegnazione da parte del Cipe di circa
12.000 miliardi; stata raggiunta con la
Commissione europea un'intesa che ha
consentito, grazie alle azioni intraprese, il
recupero di ingenti risorse finanziarie (oltre 7.000 miliardi) relative al Quadro Comunitario di Sostegno 1989-1993.
Sulle specifiche osservazioni dell'articolo si fa presente che per quanto riguarda la
fiscalizzazione degli oneri sociali il governo si limitato a confermare gli accordi gi

conclusi dal governo Berlusconi con la


Commissione europea, a seguito dell'apertura di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia.
Circa il saldo negativo dell'Italia nei
confronti dell'Unione europea appare opportuno sottolineare che lo sbilancio relativo al 1995 di 1.700 miliardi (compresa la
prima tranche di versamento della salatissima multa sulle quote latte) va confrontato con i saldi negativi del biennio precedente ben pi elevati pari ad oltre 8.000 miliardi di lire, rispettivamente 4.500 miliardi
per il 1993 e oltre 4.2()0 miliardi per il 1994.
Restano naturalmente diversi problemi
da risolvere relativamente al Quadro Com
unitario di Sostegno 1994-1999 e in generale allintervento pubblico nelle aree depresse: un'azione incisiva dovr proseguire
avvalendosi delle strutture delle procedure e dei mezzi finanziari posta in essere nel
1995. In tale contesto un ruolo di primo piano dovr essere assunto dalla Cabina di regia nazionale, le cui funzioni sono state definite dal Parlamento ed in contraddittorio
con le Regioni, e la cui piena operativit,
dopo la recente approvazione del Regolamento e la nomina dei componenti, dovrebbe essere ormai imminente insieme alla costituzione pi volte sollecitata dal governo, della rete delle Cabine di regia regionali.
Non si pu non concordare sulla urgenza, pi volte sottolineata dallo stesso governo di dare soluzione ai problemi delle aree
depresse.
Spiace constatare che i lunghi tempi della crisi politica non fanno altro che rallentare il concreto impiego degli strumenti
predisposti, a partire dal decreto legge che
consentirebbe l'attivazione dei 10 mila miliardi previsti nella legge finanziaria 1996
per interventi a favore delle aree depresse,
alimentando la polemica da parte di chi
evidentemente non vuole contribuire in
maniera serena e concreta.
Augusto Fantozzi
ministro delle Finanze
e ministro ad interim del Bilancio

Il Pds pecca in silenzio. Ma le


vestali non sono sempre vergini
In una intervista pubblicata dal Corriere
della Sera il professor Vincenzo Visco, onorevole del Pds (presentato come vestale
delleconomia della Quercia) - che stato
per due giorni ministro delle Finanze nel
governo Ciampi, battendo il record assoluto della brevit di un incarico ministeriale
- dichiara che noi siamo per Maastricht, il
Polo no. Nella stessa pagina, a fianco, c
unintervista al professor Antonio Martino
(definito pi sobriamente economista di
Forza Italia) in cui questi, alla fatale domanda su Maastricht, non dichiara affatto
di essere contrario allUnione monetaria
europea (come potrebbe esserlo il figlio di
uno dei padri fondatori della Cee?), bens
che bisogna modificare i parametri del
Trattato, altrimenti vi il rischio che lEuropa si diveder in due.
Perch mai, allora, la vestale delleconomia della Quercia dichiara che loro s
sono per Mastricht, gli altri, cio il Polo,
non lo sono affatto? La risposta di Martino
rispecchia quella del presidente della
Volkswagen, secondo cui per evitare una
depressione in Europa, occorre interpretare con flessibilit i parametri di Maastricht
(cosa che del resto il Trattato esplicitamente prevede). Forse la spiegazione si trova l
dove lonorevole Visco afferma che ha sentito Gianfranco Fini affermare in televisione che bisognerebbe discutere i tempi delloperazione di Maastricht. Il professor Visco perci sentenzia: Ma tra i vari punti di
elasticit consentiti dallaccordo europeo
sono proprio i tempi la cosa che non ha
senso discutere. Il perch non lo spiega.
Sembra, comunque, uno dei pochi nella sinistra europea a sostenerlo. Le dichiarazioni ufficiali dei socialdemocratici tedeschi, per i quali o si adottano criteri flessibili o si spostano i calendari dellunione
monetaria, onde evitare un aumento della

disoccupazione, non hanno forse senso? Ma


al professor Visco deve essere sfuggita anche lintervista del vicecancelliere tedesco
Schauble, della Cdu, che afferma che per i
tedeschi il rinvio possibile ed meglio
dellinterpretazione flessibile dei parametri. Opinione condivisa dalla Bundesbank.
I socialisti francesi Jacques Delors e Lionel Jospin, invece, sono, come Martino, per
la flessibilit. Anche lautore del celebre
rapporto che ha dato lavvio al Trattato dellUnione monetaria antieuropeista? E Jospin? Solo Alain Jupp, quello che non voleva trattare con i sindacati e poi ha non solo trattato, ma retribuito le giornate di sciopero, dice che non si fanno sconti.
In che senso pu dirsi vestale il custode del pensiero economico della Quercia,
dal momento che lunico effettivo ostacolo
sulla via del risanamento dei conti italiani
per portare il deficit pubblico sotto il 3%
entro il 1997 (la data senza sconti) chiaramente la cosiddetta riforma delle pensioni che Dini ha subto e che stata tutta
scritta a via delle Botteghe Oscure? Era il
preparativo per Maastricht (che noi del
Pds vogliamo e il Polo no)?
E noto che, in larga misura, la capacit
dellItalia di adempiere, nel 1997 o nel 1998,
senza grosse manovre correttive, ai parametri di Maastricht, sta nella correzione
della parte della riforma delle pensioni riguardante i prepensionamenti baby. Anche
la Germania le sta riducendo. Ma Cofferati
non vuole che questo accada. Dunque, lipotesi che emerge dalle dichiarazioni della vestale, che cio solo il Pds e Jupp vogliono Maastricht, gli altri (il Polo, Delors,
Jospin, la Spd ,ecc.) no. Appare smentita
dai fatti. La verit lesatto contrario. Solo
che la Quercia pecca in silenzio. Le vestali non sempre sono vergini.
Francesco Forte

IL FOGLIO quotidiano
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OGGI - Al Nord, su Toscana, Marche e


Sardegna, variabile con schiarite e residui annuvolamenti sulle Alpi orientali, dove non si escludono nevicate anche a quote basse. Sul resto d'Italia cielo nuvoloso, con precipitazioni sparse.
DOMANI - Sulle regioni centro-meridionali nuvoloso con precipitazioni nevose anche a bassa quota. Al Nord generalmente poco nuvoloso.

ANNO I NUMERO 12 - PAG 3

EDITORIALI
Votare
O

le riforme o il voto. Per molti mesi


quasi tutti i leader politici italiani
hanno espresso in questo dilemma la
loro linea politica. Ora il momento
della responsabilit e della scelta. Ci
hanno provato e riprovato. Hanno sfiorato un grande accordo costituente districandosi tra verbali di professori,
consulenze di Azzeccagarbugli, balletti
televisivi, conversazioni in viva voce,
abboccamenti notturni, gelosie, impuntature, blandizie di ogni specie. Hanno
fatto un po ridere e un po sognare. Di
volta in volta sono apparsi coraggiosi
statisti e politicanti timorosi del voto.
Un Paese irritato dal ribaltone, che voleva sanare la ferita di un governo senza babbo n mamma, di un Capo dello
Stato invadente, di una politica economica pavida, di un Parlamento prigioniero di avventurismi e maggioranze
occasionali, si era fatto piano piano
convincere, cos, per ragionevolezza,
dellutilit di un lavoro comune sulle
regole tra gli avversari di ieri, per diventare pi limpidamente gli avversari
di domani in una democrazia bipolare.
Se ora i leader non riescono a trovare unintesa sufficientemente solida,
nella quale credono e che sono in grado di garantire, bene che si vada a votare. Altre soluzioni, come il ritorno a
una navigazione a vista, fatta di piccolo
cabotaggio lungo costa, sarebbero goffe

e produrrebbero unondata di noia irritata tra i cittadini italiani e nellestablishment europeo. Si parla di un ritorno al governo Dini, di una nuova
promessa di elezioni a giugno, di una
riforma dellarticolo 138 della Costituzione per eleggere una Assemblea costituente con metodo proporzionale. La
crisi politica rischia di diventare un
garbuglio inestricabile in cui alla fine
si impiglierebbero i suoi protagonisti.
E gi successo.
LItalia si retta per mezzo secolo su
un sistema dei partiti che non era consorteria chiusa, al contrario di quanto
oggi si pensa in virt della damnatio
memoriae, della cancellazione della storia della Repubblica. Per molti decenni la difesa dellidentit cattolica, occidentale, liberale ha funzionato come
collante e legame tra i cittadini e la politica, mentre dallaltra parte agiva con
forza lideologia della speranza, del riscatto, della lotta di classe per una democrazia progressiva destinata a trascolorare nella grande illusione del socialismo realizzato. Solo alla fine tutto
crollato, insieme con il muro di Berlino, e i partiti hanno perso i contatti
con la societ. Facevano le stesse cose
che si minaccia ora di tornare a fare:
balletti, retromarce, giri di valzer senza
senso, accordi inconcludenti, eterni
rinvii.

a presa di posizione dei vescovi


francesi a favore dell'uso del preservativo per difendersi dai rischi di
contaminazione dell'Aids stata accolta in silenzio dal Vaticano ma con viva
soddisfazione in Francia. E tuttavia poco credibile che nessuno nell'entourage di Giovanni Paolo II sia stato preventivamente informato del contenuto
del testo della commissione sociale dell'episcopato d'oltralpe: nella Francia
che si considera da sempre la figlia
maggiore della Chiesa, la gerarchia
cattolica ha mostrato di condividere le
grandi scelte del papa polacco e di accettarne la leadership senza stati d'animo particolari.
Questa correzione di rotta tuttavia,
bench timida e scritta con le opportune precauzioni, si inscrive nella particolarit della situazione francese. Il numero di sieropositivi e di malati conclamati di Aids fra i pi alti dei paesi
industrializzati. La campagna di informazione e prevenzione disposta dai
successivi governi stata criticata per
le sue insufficienze ma stata massiccia se paragonata a quanto non stato
fatto in altri paesi come l'ltalia. In seguito a una circolare ministeriale, in
molti licei i presidi hanno dovuto fare

installare distributori automatici di


profilattici.
I vescovi francesi operano per cos
dire in una situazione di libero mercato delle anime dove devono affrontare la concorrenza del protestantesimo, storicamente radicato nel nord e
nell'est del paese, dell'ebraismo, molto
influente a Parigi, e infine dell'Islam
che monta un po' ovunque. La gerarchia cattolica non poteva pi apparire
la pi chiusa ai problemi delle societ
di oggi, quando pastori della chiesa
riformata e rabbini hanno accettato il
safe-sex e l'amore protetto. Decisivo
anche il lavoro di persuasione fatto
dalle lobbies mediche, dall'istituto Pasteur, presieduto dal professore Luc
Montagnier, che lo scopritore del virus Hiv, fino all'associazione dei medici cattolici. Il dibattito su scienza e morale una costante positiva della vita
pubblica francese. Il parlamento ha gi
affrontato - legiferando pero' solo in
parte - le spinose questioni dell'eutanasia, della vita dell'embrione e delle
manipolazioni genetiche. Anche su
questi argomenti, esponenti di rilievo
della Chiesa cattolica hanno mostrato
una certa indipendenza dal rigido corpo dottrinale romano.

Destra, sinistra e autarchia


G

li eurodeputati di Strasburgo si accingono a sancire la pretesa avanzata da Luciana Castellina, affascinante


signora dellitalo-comunismo nonch
presidente della commissione Cultura
del Parlamento europeo, di stabilire
per decreto che un eccesso di Walt Disney e una non modica quantit di film
di Spielberg nuocciono gravemente alla salute spirituale e allintegrit culturale dei telespettatori del Vecchio Continente. Imponendo lobbligo per le televisioni europee (pubbliche e private)
di trasmettere almeno il 51 per cento di
fiction (film e sceneggiati, telenovelas e
cartoni animati) di produzione europea,
i parlamentari europei si arrogano infatti il compito di sottrarre ai singoli e al
mercato la titolarit della libert di
scelta affidandola a un manipolo di politici ammalati di pedagogismo autoritario e condizionati dal tic culturale del
protezionismo e del dirigismo.
Naturalmente anche questa ennesima, stucchevole, crociata antiamericana si ammanta di nobilissime motivazioni culturali e di sensatissime ragioni
di politica industriale. Dicono che vogliono salvare la produzione europea
assediata dai prodotti importati doltreoceano. Dicono che lEuropa non

pu perdere la memoria lasciandosi colonizzare dalla cultura yankee. Dicono


che i giovani talenti europei rischiano
di morire asfissiati sotto la montagna di
scadenti merci di provenienza extraeuropea. Non dicono la verit.
Non dicono di essere prigionieri dellinossidabile pregiudizio secondo cui
lAmerica sarebbe la terra della volgarit e della mercificazione massificante, mentre lEuropa rappresenterebbe
la culla della Cultura e della Qualit.
Non dicono che detestano il mercato e
lidea che non una commissione di controllo ma il gradimento liberamente accordato determini il successo di unopera dellimmaginazione e della fantasia. Non dicono che, se tanta fiction europea conduce una vita grama, non
per qualche macchinazione dei perfidi
americani ma perch gran parte della
fiction europea pretenziosa, noiosa,
talmente brutta da meritarsi il destino
della spazzatura. Ora si apprende che
An vorrebbe proporre una legge che
vieta alle emittenti radiofoniche e televisive di diffondere oltre una certa quota musica leggera non prodotta in Italia e non interpretata da artisti italiani. Non bastava il dirigismo. Ci mancava lautarchia.

MERCOLED 14 FEBBRAIO 1996

Arabi e israeliani scoprono il fascino del denaro in diplomazia


Gerusalemme. Nel Medio Oriente arabo
come altrove leconomia fa aggio sullideologia. In Siria, lostacolo maggiore al
processo di pace con Israele si rivelato essere non tanto lequilibrio strategico o levacuazione civile e militare israeliana delle alture del Golan, quanto piuttosto la reticenza del presidente Assad a normalizzare
i rapporti economici come richiesto da
Israele. Normalizzazione per il presidente siriano sinonimo di inevitabile liberalizzazione. Cosa inaccettabile per un regime
che fonda gran parte della sua autorit sul
favoritismo economico di cui godono i militari, la nomenklatura del partito Baath e
gruppi selezionisti di operatori economici
damasceni legati al regime.
Il petrolio dellAlgeria
Nellultima recente riunione di Davos,
palestinesi ed egiziani hanno parlato di denaro, non di politica: Yasser Arafat, che luned ha prestato giuramento a Gaza come
primo Presidente eletto dellAutogoverno
palestinese sulla base dei risultati ufficiali delle elezioni del mese scorso, che gli
hanno riconosciuto l87 per cento dei suffragi ha spiegato che la pace in Palestina
dipende anche dagli investimenti. Ma anche per lEgitto la questione economica

cruciale. Per il ministro degli Esteri egiziano, sar piuttosto la cancellazione di altri
sei miliardi di debiti esteri ad aiutare il governo del Cairo a vincere la battaglia in corso contro il terrorismo islamico.
Forse un giorno qualcuno proporr di
chiamare la guerra civile in corso in Algeria
come la guerra degli idrocarburi. Di que-

tuale istaurazione di rapporti fra i due paesi avrebbe come base il possibile concorso
israeliano a rilanciare lagricoltura algerina in rovina.
La possibilit che Israele realizzasse con
gli Emirati arabi accordi per la fornitura di
gas ha sbloccato il lunghissimo stallo ideologico e politico che impediva la fornitura

Shimon Peres imposta la campagna elettorale sul binomio economia e


pace, mentre Gerusalemme tratta forniture di gas dagli Emirati Arabi. Ad
Algeri la guerra agli integralisti viene combattuta con gli idrocarburi
sta opinione sembra ad esempio gi essere
la rivista Jeune Afrique. Nel suo ultimo
numero (datato 31 gennaio) il periodico prevede il ritorno in forza dellAlgeria sul
piano internazionale come conseguenza del
fallimento degli integralisti di arrestare lo
sviluppo delle esportazioni del gas e del petrolio recentemente scoperto.
Entro quattro anni le entrate di Algeri
derivanti dagli idrocarburi raddoppieranno, con effetti politici e diplomatici notevoli e forse anche imprevisti. Fra laltro qualora la notizia di contatti segreti fra Algeri
e Gerusalemme fosse confermata leven-

di gas egiziano, attraverso il Sinai tanto allo


Stato ebraico che ai palestinesi. Ed ancora leconomia ad avere il sopravvento sullideologia e sui rancori politici interarabi.
Nel Golfo distensione economica
Il viaggio di Re Hussein in Arabia Saudita segna la fine di cinque anni di ostilit fra
i due paesi e delle punizioni finanziarie inflitte da Ryad ad Amman conseguenti al rifiuto di re Hussein di schierarsi contro lIrak nella Guerra del Golfo.
Per Hussein si tratta del primo viaggio ufficiale in Arabia dopo quella guerra. Lo ac-

compagna il suo nuovo Primo ministro, il


quarantasettenne Abdel Karim Kabariti,
leader di quella rivoluzione bianca (secondo la terminologia della stampa locale)
che la settimana scorsa ha portato il partito
pro-israeliano alla guida della Giordania.
Amman ha offerto ospitalit ai vari gruppi di opposizione irakena a cui il Congresso
di Washington ha appena approvato aiuti
per 20 milioni di dollari e ha bisogno del sostegno finanziario Saudita, cos come i sauditi hanno bisogno del concorso giordano
per partecipare agli sviluppi economici e
tecnologici inerenti al processo di pace con
Israele.
La campagna elettorale di Peres
Economia e pace saranno i due temi della campagna elettorale anticipata si voter
il 28 maggio prossimo che stata aperta a
Gerusalemme proprio da Shimon Peres.
Si tratta di due temi che imbarazzano
lopposizione di destra israeliana, incapace
di offrire migliori alternative allopinione
pubblica israeliana. Ma questi temi unitamente alla stretta collaborazione fra Giordania e Israele imbarazzano anche, per diversi motivi, lEgitto. Per questo il presidente Mubarak ha ritenuto utile recarsi anchegli a Ryad, preoccupato del fatto che

Carlo De Benedetti, buono in politica e mediocre in azienda


LA LOBBYDEL PRESIDENTE OLIVETTI E I SUOI LEGAMI DIFFICILICON LESTABLISHMENT, I GIORNALI, I PARTITIED ENRICO CUCCIA
Roma. Carlo De Benedetti si reso conto,
ben prima di Silvio Berlusconi, che per
emergere nellestablishment finanziario, saldamente presidiato da Mediobanca, non baPOLITICA

Lamore protetto dei vescovi francesi

IL FOGLIO QUOTIDIANO

E POTERIFORTI

stava la capacit imprenditoriale, ma era necessario avere un forte peso politico. Allinizio degli anni Ottanta lincontro con il corsaro del giornalismo Eugenio Scalfari aveva
dato al presidente della Olivetti loccasione
per dare una base solida al suo progetto di
contare in politica. Ma lo strumento del partito De Benedetti non poteva essere pi di
tanto il quotidiano di Scalfari: La Repubblica era ed un grande giornale, fazioso ma
autorevole, legato comunque a una logica di
mercato e allinseguimento delleterno concorrente, il Corriere della Sera.
Cervello politico del partito De Benedetti
diventato cos il settimanale lEspresso: un
altro prodotto di razza del giornalismo italiano, ma anche il luogo naturale per un laboratorio politico che sostenesse le idee dellimprenditore che voleva affermarsi definitivamente sulla scena italiana. Quando parliamo di De Benedetti e del suo partito, non
ci riferiamo naturalmente a un grumo di interessi volgari da rappresentare in politica:
pensiamo ad una visione della societ italiana che ha radici nella nostra cultura ed
ha quindi una sua forza anche morale.
La visione della societ italiana debenedettiana una visione pessimistica: lItalia
percorsa da culture arretrate fasciste, comuniste, plebiscitarie, democristiane che
impediscono di affrontare i nodi di una vera
modernizzazione. Gli imprenditori illuminati e la cultura aperta non possono pensare di
risolvere il problema del rinnovamento dellItalia partendo dal basso, dagli industriali
della Brianza o dai cooperatori di Reggio
Emilia. Mentre si affermano economicamente con i mezzi possibili, e spesso i mezzi
di De Benedetti non sono cos limpidi (basti
pensare al Banco Ambrosiano), devono cercare a tutti i costi un accordo con quelle lite italiane che pur essendo aristocratiche,
chiuse e corporative, per la loro cultura possono interloquire con il pensiero pi avanzato. Queste lite sono essenzialmente Banca dItalia, la magistratura di Mani Pulite e
dellAntimafia, peraltro cos riguardose con
il gruppo Cir-De Benedetti, larea di sinistra
della Rai e anche Mediobanca, senza dubbio
spesso scostante con De Benedetti, ma cos
elitaria nelle sue espressioni e cos utile sul
piano finanziario.
Il think tank di De Benedetti, costituito
dallEspresso, ha un suo capitano, Claudio
Rinaldi; un asso fantasioso ma debole nel
gioco di squadra che Giampaolo Pansa; un
grande campione, molto impegnato, da chiamare solo a coprire lasse ideologico del laboratorio, Umberto Eco; la grande mezzala

ra le clausole del testamento, redatto


T
in Varsavia il 23 ottobre 1943, Calel Perechodnik, ebreo polacco, dispone, o meglio prega, che il dottor Wladislaw Blazewska, dia alle stampe le sue memorie.
Naturalmente si tratta di un dovere morale, giacch potrebbe darsi che esse non
si prestino a essere pubblicate. Le memorie sono state scritte tra il 7 maggio (
uno degli ultimi giorni della rivolta del
ghetto di Varsavia) e il 19 agosto 1943.
Nellottobre del 1944 Perechodnik
scompare, forse scovato in un bunker da
alcuni sciacalli che operavano al fianco
dei tedeschi. Per cinquantanni il testo
rimasto negli archivi dellIstituto Storico
Ebraico di Varsavia. Alla Commissione lo
aveva consegnato Pejsach Perechodnik,
fratello di Calel, che vivrebbe ancora in
Israele, ma non vorrebbe avere niente a
che fare con la storia di queste memorie.
La Commissione non aveva comprensibilmente condiviso il punto di vista di Calel.
Un tempo volevo avere un figlio perch,
quando fossi morto, si ricordasse di me.
Adesso che ormai sono completamente solo, non potendo lasciare dopo di me una
creatura viva, ho dovuto generare un figlio
morto, nel quale ho infuso la vita. Il figlio
cui ha infuso la vita con le parole, come a
un Golem vendicatore, sono queste memorie. Calel rimasto solo perch sua moglie e sua figlia sono state mandate a Treblinka e uccise. Una sorte tragica comune
a molti ebrei. Ma la tragedia di Perechod-

che fa il lavoro di centro campo, Massimo Riva, e tanti giocatori importanti tra i quali ha
assunto un ruolo significativo, per i suoi rapporti con Di Pietro, linviato che segue la cronaca giudiziaria Antonio Carlucci.
Difficili le ultime partite della squadra. Si
pensi al caso di Antonio Di Pietro, cio come

trasformare lex magistrato pi amato dItalia o nellalternativa a Berlusconi nel centro


destra o nellelemento risolutivo della squadra del centro sinistra. LEspresso ha dedicato a Di Pietro molte delle sue cure: Carlucci, biografo dellex Pm di Mani Pulite,
uno degli uomini a lui pi vicini. Lazione

Il finanziere pi discusso dItalia stato il primo a giocare la carta della


politica. Ma i conti delle sue imprese ora lo costringono a bussare di nuovo
alla porta dello Stato e di Mediobanca. La squadra dellEspresso nutre il
cervello del Principe, ma la Borsa gli fruga nelle tasche. Arriva Giribaldi

Il Capitano dellEspresso si racconta


Roma. Cos Claudio Rinaldi racconta il
suo Espresso. Siamo un giornale di sinistra, critico con la cultura politica prevalente nella sinistra dei grandi apparati, con una netta e storica vocazione al
controcanto. Identit politica del giornale e veste editoriale coincidono, perch
cerchiamo e troviamo un pubblico che
chiede una linea visibile, forte, e non vuole cose scontate, ambiguit. Se il leader
della sinistra fiacco, come nel caso di
Romano Prodi, oppure troppo disinvolto
e tatticista, come nel caso di Massimo
DAlema, noi lo scriviamo. Qualche tempo fa DAlema mi ha chiamato e si lamentato, sosteneva che da ben undici settimane LEspresso lo attaccava. In effetti
abbiamo messo in pagina una campagna,
in cui crediamo, contro il generico ideologismo buonista: pensiamo che la sinistra debba rivedere le sue idee e modernizzarsi, per andare al governo, invece
che cercare accordi con il suo avversario.
Con la destra non cerchiamo intese, siamo duri. Sarebbe stato meglio fare il ribaltone senza code di paglia, senza pentimenti, tirare verso il centrosinistra i

LIBRI
Calel Perechodnik
SONO UN ASSASSINO?
262 pp. Feltrinelli, Lire 25.000
nik amplificata da una circostanza peculiare. Nella speranza di salvare la moglie
e la figlia amate, le ha accompagnate egli
stesso alla stazione, nella sua funzione di
agente della Ghetto-Polizei, di poliziotto
ebreo del ghetto. Il nucleo del volume si
concentra sul dramma della collaborazione di alcuni ebrei con i nazisti. Collaborazione inutile, perch nella grandissima
maggioranza dei casi non era servita che a
rimandare la fine e a renderla pi amara
con il rimorso di un tradimento. Stretto tra
lantisemitismo programmatico dei tedeschi e lantisemitismo viscerale dei polacchi, Calel Perechodnik cerca di sopravvivere con i mezzi che ha a disposizione. La
parola forse pi ricorrente nel testo zloti, la moneta polacca. Zloti passano continuamente di mano, da una mano ebrea a
unaltra mano ebrea, da una mano ebrea a
una mano polacca, da una mano polacca a
una mano tedesca. Gli ebrei devono pagare la vita in denaro contante. Ma neppure
gli zloti, gli orologi doro, i benefici della

partiti minori del Polo, accordarsi con


Lamberto Dini e schiacciare Silvio Berlusconi su Alleanza nazionale. E successo esattamente il contrario. Hanno detto
s al presidenzialismo e hanno cercato un
accordo con Berlusconi per la reciproca
legittimazione. Domandiamo a Rinaldi
se non abbia in dispetto la riforma bipolare del sistema politico italiano. Dice:
Sono sospettoso verso il presidenzialismo mentre un bipolarismo parlamentarista mi andrebbe benissimo. La storiella
del governo di legislatura, inamovibile,
una sciocchezza che la sinistra accetta di
mutuare, non so perch, dalla destra. Solo negli Usa lesecutivo non pu essere
rovesciato dal Congresso, ma i poteri del
Congresso sono fortissimi. Della crisi
del gruppo Olivetti che cosa pensate? Se
lazionista non ce la facesse a sostenere
impegni indispensabili, nascerebbe un
problema, ma la ricapitalizzazione Olivetti taglia la testa al toro. E il governo
in gestazione di Antonio Maccanico? Posizione interlocutoria. Dipende dal programma e dagli uomini, dalla sua capacit di respingere i veti della destra.

borsa nera, danno garanzie sufficienti. Un


modo pi sicuro per sopravvivere entrare negli Judenrat, i consigli ebraici del
ghetto. E arruolarsi nella polizia del ghetto. Istituzioni alle quali i tedeschi demandano volentieri un potere terribile. Il potere di decidere, se non della vita e della
morte dei correligionari rinchiusi nel
ghetto, di chi deve entrare nel numero dei
contingenti richiesti per i campi di lavoro. Ancora una volta sono gli zloti, ma anche le parentele, le amicizie a regolare
lordine delle partenze senza ritorno. Finch non arriva il turno delle persone pi
care. I cari, per proteggere i quali ci si
adattati a una funzione che contrasta con
la propria coscienza. E uno scenario conosciuto, descritto in libri e in film e perfino magistralmente nel fumetto Maus
di Art Spiegelman. Ci che nuovo nelle
memorie di Calel il punto di vista. Lebreo collaboratore raccontato dallo stesso ebreo collaboratore che ha sperimentato fino alla disperazione la vanit della
sua collaborazione. Qualcosa per nel testo lascia perplesso. La tipicit delle situazioni, per esempio. Labbondanza di domande retoriche, per esempio, alternate a
una padronanza della strategia narrativa
sorprendente in un perito agrario che scrive sullonda di piena dei sentimenti. Ma,
soprattutto, la conoscenza di quanto sta avvenendo intorno: lassenza della pur minima speranza, la certezza che chi partito
partito per non pi tornare.

per collocare al centro della politica italiana


lex magistrato stata condotta da De Benedetti in prima persona, come abbiamo appreso dalle intercettazioni telefoniche. E per
lui il presidente dellOlivetti era pronto a sacrificare Corrado Passera, il suo manager
preferito, prestandoglielo come politico.
Un grande lavoro, ma i risultati raggiunti
non sembrano soddisfacenti. Anche sul piano della politique politicienne la squadra di
via Po ha avuto il suo bel daffare: impegnata
allo spasimo nella difesa del governo Dini, si
scontrata allarma bianca contro il Corriere della Sera che si permetteva di condividere quelle posizioni nel centro destra che
chiedevano le elezioni anticipate. La linea filo-Dini stata messa in difficolt da due
eventi: prima dalla richiesta da parte di Eugenio Scalfari di elezioni anticipate, e poi
dallirruzione in scena di Antonio Maccanico, civil servant pupillo di Mediobanca.
Il rapporto del partito di De Benedetti con
Mediobanca non un rapporto acritico:
quando Enrico Cuccia si mise in testa di
creare Supergemina dallEspresso vennero
delle riserve, molto educate, ma riserve.
Per Mediobanca considerata come uno
dei poteri esemplari: discreto, elitario, illuminato. Luomo che ispira la linea economica dellEspresso, Massimo Riva, un giornalista economico di vaglia e anche un ex-parlamentare della sinistra indipendente, guarda
a via Filodrammatici come una delle fonti
principali dei suoi orientamenti; e quando
lImi ha osato intervenire nelloperazione
Mediaset, in un modo considerato irriguardoso da Mediobanca, lex senatore non ha
mancato di alzare la sua voce contro loperazione e ha chiesto che sullImi si abbattessero i fulmini di Banca dItalia,.
Larrivo di Maccanico ha gettato nello
sconforto il partito De Benedetti: come pu
un uomo di una cultura affine a quella dellEspresso, mettersi a trafficare con lodiato
brianzolo, con i populisti ex fascisti finiani,
farsi intimidire dagli ex dc, e trattare con
quel funzionario di partito che DAlema invece che passare attraverso i pidiessini nobilitati dal rapporto con il gruppo Caracciolo-De Benedetti? Leggendo lEspresso di
queste settimane si possono cogliere i segni
dello scoramento di chi ha puntato a lungo
su una linea che non sembra pi avere, almeno nellimmediato, un peso significativo
nello scenario politico italiano. E cos dopo i
giorni del giornalismo urlato in via Po arrivata la stagione dellafasia.
E uno scoramento raddoppiato dal fatto
che le difficolt politiche si intrecciano ad altri sommovimenti. Nellaria si colgono, proprio in questi giorni, grandi novit nell'assetto della Cofide, la finanziaria che a sua
volta ha in portafoglio la Cir. In Borsa si muovono i primi pacchetti. Luned passato di
mano l'1,5% della societ torinese e nei giorni precedenti a fare il pieno (si dice il 5%)
era stata la Banca del Gottardo che si era
mossa per conto di Luigi Giribaldi, un finanziere torinese trasferitosi a Montecarlo. Come oggetto dei suoi blitz le cronache ricordano la compagnia assicurativa Maa e soprattutto la piccola Gaic, a quel tempo impegnata nell'acquisizione della Fondiaria. A
Torino, prima di espatriare, Giribaldi si era
occupato di politica collaborando con Enzo
Biffi Gentili nella gestione del Psi.
Ma per fare i conti con i debiti della Cir
Giribaldi non basta. E cos De Benedetti ha
deciso di bussare ancora una volta a Mediobanca per fare con Cuccia "una riflessione
strategica sul nostro perimetro e sul nostro
management". Una riflessione che in prima
istanza dovrebbe passare per una fusione tra
Cofide e Cir, ma che potrebbe anche riguardare la cessione di alcune partecipazioni. Ed
ovvio che De Benedetti si sia rivolto a Cuccia, non solo per la sua centralit nel sistema
bancario, ma anche perch Mediobanca, Generali e Pirelli sono membri del patto di sindacato che governa la Cofide.
Ma mentre con Cuccia parla di fusioni e litiga con Telecom per il derby della telefonia
cellulare, lingegnere piemontese continua a
fare lobby. Si fa ospitare in Rai dalla Moratti
per una singolare conferenza-quadri e continua a mandare messaggi alla sinistra e al sindacato per far fallire laccordo Ibm-Stet e poter riproporre quello che il Pci-Pds ha sempre considerato come lapprodo dellazienda
di Ivrea: la stettizzazione. E per lasciarsi
aperta questa strada De Benedetti sa di dover controllare il quadro politico. E deve farlo in fretta cercando di far convivere le pro-

ANNO I NUMERO 12 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MERCOLED 14 FEBBRAIO 1996

Sono un deputato emarginato, protesto, mi dimetto, ma forse ci ripenso


Signor direttore - Novecentoquarantacinque persone elette dal popolo alla pi
alta funzione del sistema democratico sono
ridotte a un puro ruolo di attesa. Attendono che non pi di una decina di personaggi esauriscano le loro dispute con una rottura o unintesa finali. Nelle leggi e nei libri scritto che a quei 945 deputati e senatori compete lonere di fare le leggi, ma
questo diritto-dovere gli viene sistematicamente negato. I parlamentari hanno convertito decreti dei governi Ciampi, Berlusconi, Dini. Hanno approvato disegni di
legge del governo. Hanno potuto correggere testi dellesecutivo, ma non hanno potuto discutere proposte nate dalla loro fanta-

sia, dalle loro analisi, dal loro rapporto con


i cittadini. Le loro proposte resteranno agli
atti di una storia che non fa storia. Le interrogazioni e interpellanze sono rimaste
senza risposta nel 70 per cento dei casi e le
poche risposte sono burocratiche. Quel che
fanno i parlamentari non ha eco sui mass
media. Intanto c chi fa le pulci sui loro
emolumenti e sulla loro litigiosit e inettitudine. Si gabella come il massimo di garanzia per il paese lesclusione sistematica
dal governo di chiunque sia legittimato da
un libero voto. I dettagli delle riforme costituzionali si pretende di definirli tra
quattro esperti extraparlamentari. C da
chiedersi quando si inizier la campagna

per fare a meno del tutto del Parlamento.


Se non legiferiamo, non controlliamo, che
ci stiamo a fare? Per me una situazione
intollerabile, per questo vado via da Montecitorio. Posso rimanere al mio posto se,
con uno scatto dorgoglio, le assemblee si
riapproprieranno dei loro poteri. Basta rispettare le regole che ci sono e darsene
delle nuove, magari demergenza, e potremo essere messi in grado di fare il nostro
lavoro. Antonio Maccanico, inoltre, potrebbe formare la sua squadra senza discriminazioni antiparlamentari. Solo cos si pu
ridare dignit al Parlamento.
Vincenzo Mattina, deputato progressista

Dio e il diavolo, onorevole Mattina, si anni dano nei particolari. Cos diceva il grande ico nologo Aby Warburg, che studiava il linguaggio
segreto della pittura rinascimentale. Anche il
Suo quadro della scabrosa situazione in cui vi ve la Bolgia di dannati che abbiamo eletto per
governare la Repubblica ha una impronta di
nudo realismo. E vero. Mai come in questi ul timi anni i parlamentari sono allo sbando, sen za potere, senza influenza politica, privi di infor mazione e di strumenti per assolvere a un com pito che ha dignit costituzionale e che il sale
della democrazia, cio del sistema che prevede
il governo di coloro che il popolo sceglie e dele ga a questo scopo (vedi larticolo a pagina 1).
Ma anche colpa loro. Perch non pongono

questo problema in aula? Perch non fanno


lega e non stringono un patto trasversale,
senza differenze di partito, per la restaurazio ne della dignit, non loro, ma dellistituzione
che in loro si esprime? Perch non impongo no ai presidenti delle Camere, che sono eletti
a tutela delle prerogative delle assemblee, un
ruolo attivo? Perch si limitano al solito mu gugno di corridoio, qualche volta aggiungen do un po di chiasso sui giornali? Perch dan no tanto spesso dimissioni di protesta alla
Maroni, cio false, pronte a rientrare nel pri mo spiraglio di una porta appena sbattuta?
Il diavolo nel particolare, onorevole. Lei scri ve: Vado via, e aggiunge subito dopo:
Posso rimanere al mio posto.

Chi Pat Buchanan

Ritratto di un conservatore
che fa paura a Bob Dole
Il caucus repubblicano dellIowa ha
premiato la sua linea dura
Washington. In una campagna elettorale
importante non tanto per ci che i politici
vanno dicendo allelettorato quanto per ci
che lelettorato va dicendo ai politici, una
clamorosa novit si verificata luned notte quando i caucus dellIowa hanno catapultato sulla scena un outsider, lultr Pat
Buchanan. Buchanan, che rappresenta posizioni politiche estreme ma evidentemente meno discare al pubblico americano di
quanto dicessero fino a ieri i sondaggi dopinione, acquista ora a pieno titolo il diritto
di competere per la nomination del partito repubblicano in agosto, preludio al confronto con il presidente Clinton nel voto di
novembre.
Formalmente, i caucus dellIowa che
sono soltanto una indicazione della relativa
popolarit dei concorrenti alla Casa Bianca
allinterno del partito, non unassegnazione
di preferenze in vista della nomination
che invece spetta alle primarie e in ultima analisi alla convention di agosto, sono
state vinte dal senatore Bob Dole.
Ma la sua vittoria ha avuto un margine
tanto esiguo rispetto alle previsioni (26 per
cento: due settimane fa si parlava del 44) da
essere difficilmente distinguibile da una
sconfitta. Viceversa Buchanan, fino a ieri ritenuto un illuso, si fatto avanti con un impeto cos inatteso (23 per cento) da rivoluzionare le prospettive della campagna. La
misura di quanto avvenuto si ha meglio se
si nota che il progresso di Buchanan ha causato il subitaneo tracollo anche di Steve
Forbes il wonder boy multimiliardario,
promotore della flat tax che fino a ieri
laltro pareva la reale alternativa a Dole.
Forbes non giunto nemmeno terzo, ma
quarto, segno che lidea della flat tax, almeno nella percentuale ultra-generosa del
17 per cento propugnata da Forbes, sentita ancora come troppo miracolista per lAmerica.
Il Ghost writer di Nixon
Il terzo posto, per inciso, stato conquistato da un mite gentiluomo del sud, il governatore del Tennessee Alexander Lamar,
che acquista ora un potenziale di figura di
compromesso tra il simpatico e coraggioso
e moderato (ma anche anziano: a 73 anni, sarebbe il pi vecchio uomo mai arrivato alla
Casa Bianca in tutta la storia) Bob Dole, e
lirruente, no-nonsense e relativamente giovane (57 anni) Pat Buchanan.
Buchanan: commentatore televisivo, gi
consulente per i media con Reagan e Bush, in giovent scrittore dei discorsi di Richard Nixon. Lo definiscono ultraconservatore, ma in realt solo la definizione ultr gli si addice, perch le sue posizioni radicali e anticonformiste sono di stampo
molto personale e talora identificabili con
tradizionali motivi progressisti piuttosto che
conservatori o di destra. Il suo tema di battaglia laborto: egli lunico, tra tutti i candidati in campo, di ambo i partiti, a volere
labrogazione totale della legge che attualmente lo permette.
Ma chiede anche innovazioni che vanno
controcorrente rispetto a praticamente tutte le grandi tendenze della gestione politica
americana di questi ultimi anni. Procedendo in ordine: Nafta (il mercato comune con
il Messico e il Canada, gi bestia nera di
Ross Perot nelle elezioni del 1992) e in genere listituzione di un regime protezionistico che ponga fine alla globalizzazione
delleconomia Usa e al progressivo deterioramento del tenore di vita americano ( la
stessa richiesta che fanno i sindacati Afl).
In secondo luogo, ladozione di una politica estera di rigorosa corrispondenza ai soli interessi geopolitici ed economici americani: isolazionista se si vuole, ma che rifugga dalle avventure a conclusione non chiara come quella in Bosnia (Buchanan avvers a suo tempo anche la spedizione in Irak).
Terzo, una lotta senza quartiere alla criminalit e in difesa della famiglia; la fine del
Welfare State e in generale del tentativo
di risolvere con il dollaro i problemi sociali, incluso quello della razza. Infine una generale riduzione ed appiattimento delle imposte con una flat-tax, ma non cos drastica come quella proposta da Forbes.
Il gender gap in agguato
NellIowa stato evidentemente decisivo
per Buchanan lappoggio della destra religiosa lorganizzatissima Coalizione Cristiana che cos ha esibito in modo convincente, anche sul piano nazionale, la sua muscolatura. Ma se stato soprattutto il tema
dellaborto a guadagnare a Buchanan il suo
posto al sole, questo, simultaneamente,
spinge in primo piano un altro aspetto inatteso di questa campagna 1996: il gender
gap, ossia il confronto, mai prima emerso
con tanta forza nella storia politica americana, tra uomini e donne nella vita politica.
Il nemico da sconfiggere, a novembre, e certo neanche i repubblicani potranno dimenticarlo, Bill Clinton. E Clinton, e perfino
Hillary, hanno perso molto meno quota tra
le donne che tra gli uomini dopo il loro insediamento tre anni fa.
I risultati della consultazione
Iowa amaro per Bob Dole, il senatore
candidato ufficiale del partito repubblicano. Dole ha battuto di stretta misura Pat
Buchanan, leader della destra religiosa che
ha ottenuto il 23 per cento dei consensi. Ma
il 26 per cento di Dole poco, rapportato al
37 per cento che Dole aveva ottenuto, nella
stessa consultazione, quattro anni fa.
La grande delusione della prima tornata
Steve Forbes, il miliardario alfiere della
Flat tax, che non andato oltre il 10 per
cento dei consensi, battuto anche dallex governatore del Tennessee Lamar Alexander,
gratificato dal 18 per cento delle preferenze. Ora si aspettano nuove indicazioni dalle
primarie del New Hampshire, previste per
il 20 febbraio prossimo.

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