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gli esempi sui popoli antichi; questo confronto gli permetter di mostrare come le
istituzioni politiche valgono quanto gli uomini che esse avranno saputo formare. Gli
uomini illustri di Plutarco non sarebbero esistiti senza le sublimi istituzioni dei
popoli antichi, mentre gli uomini moderni devono in gran parte la loro corruzione alla
stoltezza e allinettitudine delle loro istituzioni. Questo confronto stato fatto
nel Discours sur les sciences et les arts mtre nel discours sur linegalit il confronto
oppone luomo selvaggio a quello civilizzato.
Qui le istituzioni ad essere in possibilit di ricevere aiuto dal testo sono quelle
giovani o particolarmente meritevoli, o non troppo radicate nella perdizione di un
certo tipo di societ (Polonia), ma anche per le altre possibile salvare i loro
individui; a ci vediamo molto legato LEmile con le sue massime di educazione utili
per salvare dalla perdizione il cittadino mal governato.
II
Uno dei progetti maggiori della carriera filosofica di R. Istitutiones politiques
opera di enorme respiro che egli stesso aveva auspicato come opera che gli avrebbe
dato la fama. La sua attivit letteraria si disperder costantemente, al contrario per
esempio di Montesquieu che riuscir nell Esprit des lois proprio grazie alla sua
costanza di lavoro. Lopera fu concepita nel 1743-4, ma inizi a prendere vita solo nel
1754, mentre si potrebbe anche pensare che il manoscritto abbia avuto inizio a
Ginevra nel 1756. Alcuni dei suoi concetti nascono prima, ad esempio la sovranit di
cui rileviamo tracce gi nella dedica introduttiva al Discours sur linegalit. Le sue
idee nascono dalle letture e dalle esperienze; R. non stato partecipe della vita
politica del suo stato nella sua epoca ma stato un ottimo osservatore, di uomini e
istituzioni del suo tempo. Lo stampo dellopera per politico, dunque va preso in
considerazione il fatto che le letture di R. furono determinanti nella sua stesura: egli
citava spesso Platone ma conosceva anche Aristotele; tra i moderni era conoscitore di
Machiavelli, Bodin, Hobbes, Grozio, Pufendorf, Barbeyrac, Locke, oltre agli autori
contemporanei, tra cui spicca Montesquieu. Non denota nemmeno particolare rispetto
per i suoi predecessori, visto che li ingiuria quando li confuta e li passa sotto silenzio
quando utilizza loro pensieri.
III
I principi sono perfettamente chiari anche se largomentazione a volte difficile da
seguire:
1. Nessun uomo ha lautorit naturale sul proprio simile. Ne consegue
Libro Primo
R. vuole ricercare, a sua stessa detta, nellordine civile, una regola di
amministrazione legittima e sicura; egli unir ci che il diritto permette con ci
che linteresse prescrive, affinch la giustizia e lutilit non vadano separate.
ed alla base di tutti gli altri, ma esso non viene dalla natura, ma dalle convenzioni:
prima si dimostrer quanto affermato e poi si considereranno le convenzioni.
ciascun individuo dispone per mantenersi in tale stato. Tale stato primitivo non pu
pi sussistere in questa fase e il genere umano perirebbe, se non cambia se le
condizioni della sua esistenza. Per conservarsi si necessita di una aggregazione, una
somma di forze che possa prevalere sulla resistenza; aggregazione che deve nascere
dal concorso di pi uomini. Ma si incontra una difficolt: Trovare una forma di
associazione che difende proteggere con tutta la forza comune la persona e di beni di
ciascun associato, e per la quale ciascuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che
a se stesso, resti libero come prima. Questo il problema di cui contratto sociale d
la soluzione. La clausola che caratterizza le legittimit di tale contratto
l'alienazione totale di ciascun associato con tutti i suoi diritti a tutta la comunit.
Essendo l'alienazione fatta senza riserve, l'unione pi perfetta possibile, e non resta
ad alcun associato niente da rivendicare. Patto sociale sar definibile come: ciascuno
di noi mette in comune la sua persona e ogni suo potere sotto la suprema direzione
della volont generale; riceviamo in quanto corpo ciascun membro come parte
indivisibile del tutto. Si produce dunque un corpo morale collettivo, una
repubblica, un corpo politico, chiamato dai suoi membri Stato quando
passivo, corpo sovrano quando attivo, potenza in relazione agli altri corpi politici.
Gli associati prendono il nome collettivo di popolo, singolarmente sono cittadini,
e sudditi in quanto sottoposte le leggi dello Stato.
obbligato ad agire secondo altri principi e a consultare la sua ragione prima di cedere
alle inclinazioni. In questo stato egli si priva di molti vantaggi derivanti dalla natura
in cambio ne ottiene facolt esercitate sviluppate, idee allargate, sentimenti pi
nobili e un'anima elevata cos da farsi benedire la sua uscita dallo stato di natura (se
non fosse degli abusi di questa condizione lo degradano spesso al di sotto di quella
da cui uscito). La libert naturale che l'uomo perde era limitata solo dalle sue forze,
quella civile che ora ha acquistato limitata dalla volont generale.
Libro Secondo
I: LA SOVRANITA E INALIENABILE
Solo la volont generale pu dirigere la potenza dello Stato, mirando esclusivamente
al bene comune. La divergenza di interessi che ne ha resa necessaria la creazione ora
vista negli elementi comuni di essi, che saranno le basi del governo di tale Stato.
La sovranit non pu essere mai alienata (donata), e il corpo sovrano non pu che
essere rappresentato da se stesso: si pu trasmettere il potere non la volont.
Linteresse di un individuo pu accidentalmente incontrarsi con quello dello Stato,
ma di tendenza il primo andr verso delle preferenze, mentre il secondo andr verso
un interesse comune di uguaglianza.
perch non pu avere altro oggetto se non il bene generale; e solida, perch ha per
garanzie la forza pubblica e il potere supremo. Il potere sovrano dunque non passa
e non pu passare i limiti delle convenzioni generali.
VI : DELLA LEGGE
Ogni giustizia viene da Dio ma noi non sappiamo sempre trarla; esiste una giustizia
universale concepita dalla ragione, ma essa richiede di essere reciproca. Occorrono
dunque convenzioni e leggi per ricondurre la giustizia al suo oggetto. La materia su
cui si delibera generale come la volont che delibera. Equestatto che va
chiamato legge. La legge considera i sudditi come un corpo generale e le azioni
come astratte; cos essa stabilisce privilegi, senza darli a nessuno in particolare,
costituisce diverse classi di cittadini senza comprenderne nessuno. Ogni funzione
che si riferisca a un oggetto individuale non appartiene al potere legislativo. Esse
saranno redatte dalla volont generale, in modo che nessuno possa essere maligno
con nessuno, visto che nessuno maligno con se stesso. Tutto ci che si esprime su
un oggetto particolare, non una legge ma un decreto, non un atto di sovranit ma
di magistratura. Repubblica dunque ogni Stato retto da leggi ( aldil della sua
amministrazione formale) perch esso governa linteresse pubblico, e la cosa
pubblica qualche cosa. Le leggi sono cos condizioni dellassociazione civile.
I singoli vedono il bene che non vogliono: la collettivit vuole il bene che non vede.
Tutti hanno ugualmente bisogno di guida, c dunque necessit di un legislatore.
Ci vorrebbero degli dei per dare le leggi agli uomini. Ma mentre il principe un
operaio che fa muovere la macchina, il legislatore il meccanismo che crea la
macchina. Egli bisogner di sostituire unesistenza parziale e morale allesistenza
fisica e indipendente che tutti noi abbiamo ricevuto dalla natura, bisogna che annulli
le forze naturali delluomo e gliene dia altre; e tanto pi riuscir a sostituire certe
forze , tanto pi tale Stato sar stabile e sicuro. Il legislatore dovr essere estraneo a
magistratura e sovranit, poich egli sar una carica unica dello Stato, un funzione
singolare e superiore che non ha niente di comune con lautorit umana (perch se chi
comanda sugli uomini non deve comandare sulle leggi, neanche chi comanda sulle
leggi devo comandare sugli uomini). Chi redige le leggi non ha n deve avere alcun
diritto legislativo, e il popolo stesso non pu, anche se lo volesse, spogliarsi di questo
diritto incomunicabile, poich solo la volont generale deve avere il potere di
obbligare i singoli. Il legislatore,non potendo adoperare n la forza n il
ragionamento (visto che egli individuo dovr trovare il giusto per i bisogni della
collettivit, dunque fare ricorso ad un intelletto superiore ed ad una razionalit
sublime), deve ricorrere ad una autorit di altra specie: lautorit divina di cui dovr
farsi interprete e le cui decisioni dovranno essere messe nella bocca degli
immortali. Non bisogna dunque concludere che la politica e la religione abbiano
nel nostro mondo un oggetto comune, ma che, allorigine delle nazioni, luna
serve di strumento allaltra.
sentire sempre meno con la lontananza. Vi sono molte buone ragioni per estendersi
e molte buone restringersi, un buon governante deve saperle cogliere e
utilizzarle sempre a buon vantaggio del popolo.
Libro terzo
magistrati (che si riferisce vantaggio del principe), la volont del popolo o volont
sovrana, che generale sia rispetto lo stato considerato come tutto, sia rispetto il
governo considerato come parte del tutto. In una legislazione perfetta la volont
particolare deve essere nulla; la volont di corpo proprio del governo molto
subordinata; e per conseguenza la volont generale o sovrana sempre dominante
regola unica di tutte le altre. Di conseguenza se in un governo il potere nelle mani
di un solo uomo, la volont particolare e la volont di corpo sono perfettamente
riunite, e per conseguenza quest'ultima raggiunge il pi alto grado d'intensit
possibile. Ora, siccome l'uso della forza di prendere il grado di volont, e la
forza assoluto del governo non pu variare, ne segue che il pi attivo dei governi
quello di uno solo.
Al contrario, uniamo il governo l'autorit legislativa; facciamo dal corpo
sovrano il principe, e di tutti cittadini altrettanti magistrati: allora la volont di
corpo, confusa con la volont generale, non avr maggiore attivit di essa, e
lascer alla volont particolare tutta la sua forza: cos il governo, sempre con la
stessa forza assoluto, sar al suo minimum di forza relativa o di attivit.
certo anche che il disbrigo degli affari diventa pi lento quante pi persone siano
incaricate; cos si lascia troppa prudenza e non si concede abbastanza alla fortuna; si
lascia sfuggire l'occasione a forza di deliberare si perde spesso il frutto della
deliberazione. Ma da tutto ci deriva che il rapporto tra i magistrati il governo
dev'essere inverso del rapporto tra i sudditi e il corpo sovrano; cio, pi lo Stato si
ingrandisce, pi il governo deve restringersi, in modo che il numero dei capi
diminuisca in proporzione all'aumentare del popolo. R. ci dice che si parla solo della
forza relativa e non della rettitudine del governo: perch al contrario, quanto pi
numerosi siano i magistrati, tanto pi la volont del corpo si avviciner alla
volont generale; mentre sotto magistrato unico questa stessa volont di corpo non
che una volont particolare. Cos si perde da un lato ci che si pu guadagnare
dall'altro, e l'arte del legislatore sta nel saper fissare il punto, in cui si combinino
la forza e la volont di governo nel rapporto pi vantaggioso per la Stato.
ciascuna moltiplicarle per tutte le forme semplici. Non esiste una forma di governo
migliore in assoluto ma ognuna da considerare valutare, intorno alla situazione
di cui reggente.
V: DELL ARISTOCRAZIA
Abbiamo in questo caso due persone morali ben distinte: il governo e il corpo
sovrano; e di conseguenza due volont generali, una rispetto tutti cittadini, l'altro
soltanto per i membri dell'amministrazione. Le prime societ si governarono
aristocraticamente; i giovani credevano senza difficolt all'autorit dell'esperienza:
dei preti, di anziani, di senato, di geronti. Via via che linuguaglianza istituzionale del
sopravvento sull'inuguaglianza naturale, la ricchezza e la potenza furono preferite
all'et, l'aristocrazia divenne elettiva. Visono tre specie di aristocrazia: naturale,
elettiva, ereditaria. La prima dei popoli semplici ,la terza era peggiore di tutti
governi, la seconda il migliore, l'aristocrazia propriamente detta. Qui magistrati
saranno scelti per elezione, che andr ben regolamentata onde non cadere in dinastie
ereditarie; inoltre le pratiche governative si svolgeranno pi velocemente e lo Stato
sar rappresentato all'estero da pochi esperti senatori, e non da un'ignota moltitudine.
Essa chiede meno condizioni meno virt della democrazia, ma richiede la
moderazione nei ricchi e lo spirito di adattamento dei poveri, perch sembra che
Il numero e la popolazione. Non andate dunque cercare altrove questo segno cos
discusso. A parit di condizioni, il governo sotto il quale, senza mezzi estranei, senza
naturalizzazioni, senza colonie, il paese sia popolato e i cittadini si moltiplichino
maggiormente, infallibilmente il migliore.
non dovrebbe essere legge. La idea di rappresentanti deriva dal governo feudale.
chiaro che nel potere legislativo il popolo non pu essere rappresentato, ma pu e
deve esserlo nel potere esecutivo.
Libro Quarto
comprare i suffragi delle canaglie che li componevano. Nel momento in cui Servio
dovette applicare unaltra suddivisione agli abitanti di Roma, non si parl pi di curie
e di trib viste che esse, ora totalmente civili, avevano perso ogni valore militare;
allora si procedette alla divisione del popolo romano in 6 classi distinte in base alla
quantit dei beni posseduti. Servio cerc di dare un assetto militare a questa riforma
inserendo servizi di leva e assemblee presso il Campo di Marte . La suddivisione di
queste classi influ sul modo di scegliere i soldati.
Le assemblee convocate legittimamente si chiamavano comizi e si distinguevano in :
comizi per curie , comizi per centurie , comizi per trib. I comizi per curie erano
istituzioni di Romolo; quelli per centurie di Servio; quelli per trib dei tribuni del
popolo. Le leggi e lelezione dei capi non erano le sole cose sottoposte al giudizio
dei comizi: dato che il popolo romano aveva usurpato le pi importanti funzioni del
governo , le sorti dellintera Europa erano decise nelle sue assemblee.
Romolo istituendo le curie mirava a controllare il senato per mezzo del popolo e il
popolo per mezzo del senato. Diede dunque al popolo tutta lautorit del numero per
bilanciare la potenza e le ricchezze dei patrizi, ma lasci ai patrizi una posizione
privilegiata in virt dellinfluenza che i loro clienti esercitavano sulla maggioranza
dei votanti ( R. ci dice che questo sistema non cre mai abusi , tuttavia la stoia non lo
ha seguito ) . Sotto la repubblica le curie non potevano rispondere alle esigenze del
senato (visto che esse erano plebee mentre il senato patrizio ) n a quelle dei tribuni (
che sebbene plebei erano a capo di cittadini agiati) ; cos caddero in discredito.
La divisione per centurie era favorevole alla aristocrazia che possedendo 98 delle
193 centurie che formavano tutto il popolo romano, se tutte esse fossero state
daccordo,non si sarebbe necessitato di continuare i suffragi anche presso le altre
classi. Questo strapotere era mitigato con 2 mezzi: appartenendo di solito i tribuni, e
sempre un gran numero di plebei alla classe dei ricchi , essi bilanciavano linfluenza
dei patrizi in questa prima classe . Il secondo mezzo era di far votare le centurie
secondo un ordine estratto a sorte ( praerogativa) , in modo da far votare ogni
centuria un giorno diverso e da togliere cos lautorit dellesempio al censo, per
darlo alla sorte secondo il principio della democrazia ci era buono anche perch le
classiche votavano per ultime vedevano gi il lavoro del candidato provvisorio; il
pretesto della rapidit abol questo uso.
I comizi tributi erano il consiglio del popolo romano, il senato non aveva nemmeno il
diritto di assistervi (R. sostiene ingiusto e contro la volont generale non lasciare agli
altri cittadini , per altro impotenti su questi comizi,la possibilit di assistervi) .
I comizi tributi erano dunque favorevoli al governo popolare , quelli centuriati
allaristocrazia ,quelli curiati viaggiavano verso la tirannia. certo che tutta la maest
del popolo romano si trovava nei comizi centuriati , i soli ad essere completi ( visto
che in quelli curiati mancavano le trib rustiche e nei comizi tributi il senato e i
patrizi ).
V:DEL TRIBUNATO
Nel momento in cui la proporzione esatta tra le parti costitutive dello stato si altera,
si istituisce una magistratura speciale che funge da termine medio tra il principe e il
popolo e tra il principe e il corpo sovrano : esso sar il tribunato, e avr il compito
di tutelare le leggi e il potere legislativo. Esso non parte dello stato e non deve avere
alcuna porzione del potere legislativo n di quello esecutivo : il suo potere pi
grande, non pu far nulla , ma pu impedire tutto . Il tribunato il pi fermo
appoggio di una buona costituzione ma ,per poco che abbia pi forza di quanta ne
debba avere , travolge ogni cosa e, usurpato il potere esecutivo, degenera in tirannia.
Il tribunato si indebolisce, come il governo, con la moltiplicazione dei suoi membri.
Il miglior mezzo per prevenire le usurpazioni di tale corpo, potrebbe essere quello di
non renderlo permanente, ,a di stabilire intervalli durante i quali resti soppresso.
VI : DELLA DITTATURA
Linflessibilit delle leggi pu renderle perniciose e causare per loro mezzo la rovina
di uno stato. Esse non provvedono a consolidare le istituzioni politiche per migliorare
lefficienza della legislazione fino al punto di togliersi il potere di sospenderne
leffetto sbagliato. Non bisogna mai fermare il sacro potere delle leggi se non
quando si tratta della salvezza della patria. In questi casi si provvede alla sicurezza
pubblica con un atto particolare che ne affida lincarico al pi degno: questo incarico
si pu dare in due modi, secondo la specie del pericolo.
Se per rimediare basta aumentare lattivit del governo lo si concentra su uno o due
dei suoi membri: non si altera lautorit delle leggi ma solo la forma della loro
amministrazione. Se il pericolo tale che le leggi possano ostacolare la difesa contro
di esso, si nomina un capo supremo che fa tacere tutte le leggi e sospende lautorit
mondo. Ci che i pagani avevano temuto accadde: Il preteso regno dellaltro mondo ,
sotto un capo visibile divenne il pi violento dispotismo di questo mondo; da questo
duplice potere venne un perpetuo conflitto di giurisdizione che ha reso impossibile
ogni buon ordinamento negli stati cristiani. Nel caso di Maometto il sistema politico
si conserv sotto i suoi califfi e successor,i ma gli arabi divenuti fiorenti , civili,
fiacchi e vili , furono soggiogati dai barbari e ricominci la suddivisione dei due
poteri.
Il re di Inghilterra e lo zar di Russia si sono proclamati capi della chiesa , dunque
suoi ministri , hanno acquistato non il diritto di cambiarla ma il potere di conservarla;
dovunque ora il clero costituisce un corpo esso padrone e legislatore nel suo ambito.
Di tutti gli autori cristiano Hobbes il solo che abbia individuato il male e il rimedio
e che abbia osato di ricondurlo allunit politica , ma dovette accorgersi che lo spirito
dominatore del cristianesimo era incompatibile col suo sistema , e che linteresse del
prete sarebbe stato sempre pi forte di quello dello stato.
Si potrebbero facilmente confutare le opinioni di Bayle e Warburton dei quali uno
pretende che la religione sia utile al corpo politico mentre laltro sostiene che il
cristianesimo ne sia il pi saldo appoggio. Al primo si potrebbe provare che mai
uno stato fu fondato senza una religione come base; al secondo che la legge cristiana
molto pi nociva che non utile alla salda costituzione dello stato.
La religione pu anchessa esprimersi in due specie : la religione delluomo e quella
del cittadino. La prima limitata al culto puramente interiore del dio supremo , la
pura e semplice religione del vangelo , il vero teismo , e ci che si pu chiamare il
diritto divino naturale. Laltra professata in un solo paese d ad esso i suoi dei i
suoi padroni tutelari ; essa ha dogmi, riti e culto prescritto da leggi : fuori dalla
nazione che la segue tutto infedele, straniero, barbaro. Tali furono le religioni dei
primi popoli ai quali si pu dare il nome di diritto divino civile o positivo.
Vi una terza specie di religione , che dando agli uomini 2 legislazioni , 2 capi , 2
patrie, li sottomette a doveri contraddittori, ne impedisce loro di poter essere
contemporaneamente devoti e cittadini ( religione dei Lama , Giapponesi ,
Cristianesimo romano).
Della terza specie non vale la pena di mostrare la manifesta cattiveria ( tutto quello
che rompe lunit speciale sbagliato ; tutte le istituzioni che mettono luomo in
contraddizione con se stesso sono sbagliate ) .
La seconda buona in quanto riunisce il culto divino e lamore delle leggi e insegna
ai cittadini che servire lo stato significa servire il dio tutelare. una teocrazia nella
quale il principe unico pontefice e i magistrati unici sacerdoti. Per cattiva in
quanto fondata sullerrore e sulla menzogna inganna gli uomini , li rende creduli,
soffoca il vero culto con un vano cerimoniale. Inoltre diventando esclusiva e
tirannica rende un popolo sanguinario e intollerante .
Rimane il cristianesimo del Vangelo, non quello doggigiorno, che non avendo
nessun legame con il corpo politico , lascia alle leggi la sola forza che esse traggono
da se stesse. Inoltre, invece di far si che il cuore dei cittadini si affezioni allo stato, lo
distacca da esso, come da tutte le cose di questo mondo: non esiste niente di pi
contrario allo spirito sociale.
R. dice che una societ cristiana non sarebbe pi una societ di uomini e non sarebbe
la societ pi forte, n la pi durevole: a forza di essere perfetta essa mancherebbe di
coesione; il suo vizio distruttore sarebbe nella sua stessa perfezione. Per questo tipo
di stato un uomo con qualche astuzia e larte di farsi valere si potrebbe impadronire
dellautorit pubblica facendosi depositario del potere di dio; per cacciare
lusurpatore bisognerebbe quindi usare violenza e spargimento di sangue, che mal si
accorda con la mitezza del cristianesimo.
quindi quasi assurdo dire repubblica cristiana: il cristianesimo non predica che
servit e dipendenza, il suo spirito troppo favorevole alla tirannia perch questa non
ne approfitti sempre; i veri cristiani sono fatti per esser schiavi. Interessa allo stato
che ogni cittadino abbia una religione che gli faccia amare i suoi doveri , ma i dogmi
di questa religione non interessano n lo stato n i suoi membri se non in quanto
questi dogmi si riferiscano alla morale e ai doveri che colui che la professa tenuto a
compiere verso gli altri .Vi dunque una professione di fede puramente civile
della quale spetta al corpo sovrano fissare gli articoli, i sentimenti di socialit senza i
quali impossibile essere buon cittadino o suddito fedele. I dogmi della religione
civile devono essere pochi , semplici, enunciati con precisione : lesistenza della
divinit potente , benefica, intelligente, previdente e provvida , la vita futura , la
felicit dei giusti, il castigo dei malvagi , la santit del contratto sociale e delle leggi;
ecco i dog,mi positivi . Uno solo il dogma negativo : lintolleranza. Non si
distingue lintolleranza teologica dallintolleranza civile : impossibile vivere in pace
con delle persone credute dannate , amarle sarebbe odiare il dio che le punisce; di
conseguenza dovunque ammessa lintolleranza teologica, impossibile che essa
non abbia qualche effetto civile.
IX : CONCLUSIONE
R. rimanda ad unaltra opera, ipotetica, il diritto delle genti , il commercio, il diritto
di guerra e le conquiste , il diritto pubblico, le leghe, i negoziati, i trattati , le relazioni
estere dello stato.
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