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1945
2015
di FRANCESCO JORI
25Aprile
70
della
LIBERAZIONE
Inqueste ore il
mondovi guarda
Dateprova del
vostrovalore
edimostratedi
esseredegni
dellalibert
per laqualeavete
tantosofferto
luardo.
Gi il 12 aprile la divisione
Garemi muove allattacco su
un fronte di una cinquantina
di chilometri, nellalto Vicentino, interrompendo ponti e vie
di comunicazione. Il 23 aprile
lesercito tedesco in rotta arriva sulle sponde del Po, dove in-
Nelle vie
enellepiazze
iveicoli
venivano
sommersi
dacivili che
ridevano
piangevano
ecantavano
tanto la Resistenza ha fatto saltare i ponti: mentre gli aerei alleati bombardano le colonne
ammassate sugli argini, i soldati si gettano in acqua per guadare il fiume; molti di loro
muoiono annegati.
Tra il 25 e il 26 aprile le prime
avanguardie alleate, che han-
no attraversato il Po ad Ostiglia
su veicoli anfibi, entrano a Verona; intanto i carri amati neozelandesi attraversano lAdige,
e il 28 entrano a Padova, proseguendo quindi alla volta di Trieste. Sempre il 28 aprile altre
truppe fanno lingresso a Vicenza; il 30 viene liberata Bas-
sano.
Gli uomini della Resistenza
hanno fatto la loro parte. Nella
notte tra il 25 e il 26 aprile, i partigiani dei battaglioni Gian
Della Bona e Perseo sono
scesi dalla montagna veronese
a San Giovanni Ilarione, circondando ledificio delle scuo-
le elementari dove si sono asserragliati i tedeschi: questi ultimi si arrendono verso le 3 del
mattino, il primo presidio nemico ad arrendersi.
Intanto, attraverso Radio Milano, tutte le formazioni partigiane che operano in Veneto
sono state informate che il Corpo Volontari della Libert ha
proclamato linsurrezione nazionale a partire dalle 8 di mattina del 26 aprile: In queste
ore il mondo vi guarda. Nel nome dei nostri martiri date prova del vostro valore, e dimostrate di essere degni della libert per la quale avete tanto
combattuto e sofferto. I giorni
della liberazione sono contrassegnati purtroppo da sanguinose rappresaglie tedesche: in
particolare gli eccidi in Polesine di Villadose e Granzette; nel
Padovano di Ponso, Lozzo, Saonara, Santa Giustina in Colle
e dei paesi dellAlta a partire da
SantAnna Morosina; nel Vicentino di Creazzo, Campedello, Montecrocetta, Dueville,
Tresch Conca e Pedescala.
Lepicentro Padova, dove
dal 25 aprile padre Carlo Messori Roncaglia, gesuita, ha messo il collegio Antonianum a disposizione della Resistenza, la
quale vi ha installato il proprio
quartier generale. qui che i
responsabili della Repubblica
sociale italiana firmano la resa,
a mezzogiorno e un quarto di
sabato 28 aprile; nel pomeriggio, alle 3, lesercito nemico lascia la citt. In mezzo ci sono
state ore di concitata trattativa,
svoltasi in un locale della vicina basilica del Santo, in quanto zona extraterritoriale facendo capo direttamente al Vaticano. Il documento si articola in
una parte militare, che prevede tra laltro lo scioglimento e il
disarmo di tutte le formazioni
militari della Rsi, e la liberazione immediata dei prigionieri
politici; e in una parte politico-amministrativa, che dispone la consegna di beni, fondi e
uffici e il disarmo di tutti gli
agenti di questura; inoltre, la
consegna dei locali delle federazioni venete del fascio, e degli archivi ed elenchi, nonch
dei fondi, del partiti fascista,
compresi i trenta milioni prelevati nella corrente settimana.
Sono passate da poco le 22
di quel sabato quando dal Bassanello entrano in citt i primi
carri armati neozelandesi, accolti dai suoni delle campane e
delle sirene. Una scena che in
quei giorni si ripete in tutto il
Veneto, con manifestazioni
che lasciano stupiti e commossi gli stessi soldati alleati. Ricorda uno dei loro: Nelle vie e nelle piazze millenarie ci accolsero con un entusiasmo quasi imbarazzante. Ad ogni stop momentaneo i veicoli venivano
sommersi da civili che ridevano, piangevano e cantavano.
Una signora anziana, piangendo con gioia, stava cantando
America verso una jeep carica di uomini: non conosceva
altro in inglese. Una scena
particolare si verifica in un paesino della Bassa veronese. La rievoca un sergente Usa: La cosa da ricordare fu la stretta di
mano di una signora anziana
di circa ottantanni, che aveva
la presa di un fabbro, e non voleva lasciarmi andare Un
bambino fece il saluto fascista,
e suo padre gli diede uno scappellotto sulla testa.
II
25 Aprile 1945-2015
le tappe
le trattative per la resa
I neozelandesi al Bassanello
Il 25 aprile 1945 il Cln ordina
linsurrezione generale contro i
nazifascisti. Il 26, a Padova, cominciano le
trattative per la resa, con la Chiesa che
media. Il 27, gli alleati arrivano allAdige e
i fascisti si arrendono ai delegati della
Resistenza Sabadin, Prevedello e Canilli.
Il Clp assume il potere e designa le cariche
pubbliche. Alle 23,30 del 28 i neozelandsi
entrano in citt dal ponte del Bassanello.
codevigo, la strage
Il Palinuro-Masaccio del Bo
A destra,
i partigiani
padovani
in parata
quasi militare
manifestano
nel centro
della citt
poco dopo
la liberazione
del Paese
7o della liberazione
o
di ALDO COMELLO
Fu il popolo a vincere
sui tedeschi e i fascisti
La celebrazione
in Comune
con una mostra
L'impiccagione di Flavio Busonera, Ettore Calderoni e Clemente Lampioni il 17 agosto 1944, in via Santa Lucia.
Sotto, alcuni componenti della banda Carit che terrorizz Padova tra il 1944 e il 1945, compiendo torture e omicidi
coperte, sigarette, liquori, armi. I tedeschi si arresero immediatamente. Il 25 aprile linsurrezione generale, con loccupazione della periferia sud
di Fontaniva, e il 27, la battaglia infuria in tutti i comuni
dellAlta.
Pegoraro, era diventato un
esperto di esplosivi. E lui che
dirige le azioni coordinate della formazione garibaldina e di
quella cattolica e fa saltare il
ponte sulla linea ferroviaria Vi-
25 Aprile 1945-2015
III
il 29 aprile 1945
Arrivarono nel 44
da Firenze, con loro
rubato agli ebrei
Sotto i loro colpi morirono
Sabatucci e Pighin
zo Esedra, a Francesco Sabatucci, comandante della Brigata Padova, eroe del Ponte della
Priula. Cercano di prenderlo
ma Francesco si mette a correre veloce; Corradeschi gli spara
con la pistola, gli altri due
esplodono raffiche di mitra: Sabatucci si abbatte raggiunto da
una trentina di proiettili. Vicino al Santo, vittima di tradimento, viene ucciso Corrado
Lubian che ha appena sostituito nel comando Otello Pighin.
La storia della banda Carit
un po come lIliade di Omero, non c una documentazione scritta. Carit e i suoi uomi-
a Liberazione in Veneto
conosce nellAlta Padovana giorni tra i pi sanguinosi. Che iniziano proprio il
25 aprile, quando la brigata
partigiana Damiano Chiesa occupa il centro dellabitato di
Santa Giustina in Colle, uccidendo alcuni soldati nemici,
costringendo alla ritirata il presidio tedesco e sequestrandone le armi. La notizia arriva rapidamente alle brigate nere
della vicina Camposampiero,
che la rilanciano a loro volta alle forze tedesche delle Waffen-SS di stanza a Castelfranco. Da qui, nella notte tra il 26 e
il 27, si muove una colonna di
duecento soldati appoggiati da
autoblindo, che raggiungono
Santa Giustina iniziando un
pesante fuoco di sbarramento.
I partigiani si asserragliano nei
locali della parrocchia, mentre
gli abitanti fuggono: cinque di
loro vengono catturati e ammazzati sul posto, altri 23 sono
fatti prigionieri e tenuti come
ostaggi. I tedeschi avanzano, e
fanno irruzione nella canonica, dando fuoco al campanile.
Il parroco don Giuseppe Longo, 65 anni, si fa avanti, offrendosi di essere scambiato con
gli ostaggi, tra i quali figurano
tra laltro due sedicenni. Ma il
suo gesto viene respinto: i prigionieri vengono allineati lungo il muro a fianco della chiesa,
e giustiziati a colpi di fucile. Subito dopo, un soldato prende
di mira il cappellano don Giacomelli, trentenne, sferrandogli un pugno che lo fa crollare a
terra, dove viene ucciso con
quattro colpi di pistola. La stessa sorte tocca al parroco, freddato con un colpo di pistola
sulla bocca. Dopo la guerra gli
verr assegnata una medaglia
doro alla memoria.
Purtroppo, soltanto una
sanguinosa anticipazione di
quel che accade qualche giorno dopo, domenica 29 aprile, a
partire l vicino, da SantAnna
Morosina, teatro di uno dei pi
efferati eccidi nazisti. Reparti
tedeschi della divisione Falck,
che si stanno ritirando dal fronte, in risposta ad un attacco nemico, iniziano un vasto rastrellamento che parte la mattina
del 29 proprio da SantAnna,
prelevando dalle loro abitazioni i maschi senza alcuna distinzione di et e usandoli come
scudi umani nel corso di un ripiegamento verso nord. In tutto, 39 persone. Lungo il percorso, la stessa sorte tocca alle persone degli altri paesi di volta in
volta attraversati: via via, San
Giorgio in Bosco, Abbazia Pisani, Villa del Conte, San Martino
Mogli e madri disperate accorse sul luogo della strage dei loro uomini
ce deformati, pi che dai proiettili di arma da fuoco, da colpi di corpo contundente (calcio di fucile, mazza). Posso affermare che tutte le vittime,
quando le vidi io, avevano ancora le braccia sollevate in alto,
parecchi con le dita della mano chiuse e con serrate nel palmo terra ed erba. In alcuni lo
stato danimo di terrore ed angoscia
traspariva
ancora
dallespressione degli occhi
spalancati e fissi in atteggiamento di massima sofferenza. Alla fine, la drammatica
contabilit di questa tragica
domenica di sangue dovr annoverare ben 136 vittime.
Va ricordato che nei mesi
scorsi il Comune di San Giorgio in Bosco (nella cui giurisdizione
territoriale
rientra
SantAnna Morosina) ha chiesto al governo tedesco un risarcimento per queste esecuzioni
sommarie, che avevano toccato quasi tutte le famiglie della
frazione. Le due vicende ricordate si inseriscono, in ogni caso, allinterno di un quadro pi
complessivo, che vide la provincia di Padova al centro di
violenti combattimenti e sanguinose rappresaglie. Tra il 25
e il 29 aprile, sempre nellAlta
Padovana, furono quindici i
partigiani
della
brigata
Damiano Chiesa caduti in
combattimento. E anche altre
localit della provincia dovettero pagare un loro tributo di
sangue, come dimostrano le 44
vittime civili di Saonara trucidate il 28 aprile. Ultimi focolai
di barbarie, prima della definitiva liberazione.