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n.

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Il Sole 24 Ore

DOMENICA - 22 MARZO 2015

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Dal 25 al 29 marzo Incroci di civilt a Venezia


Sar il regista statunitense James Ivory a inaugurare al Teatro Goldoni
mercoled 25 marzo (alle 17.30) lVIII edizione di Incroci di Civilt,
il Festival Internazionale di letteratura che si svolge a Venezia fino al 29
marzo e ospita 29 scrittori di 21 Paesi. Tra i partecipanti, Hanif Kureishi,
Ludmila Ulitskaya (foto), Vladislav Otroenko, Andrea Bajani

Terza pagina

elzeviro

world organ day

Gli organi
rinascono
a Pesaro

Un Dio arbitro di molti popoli


La giustizia
parla al plurale
diArmando Massarenti

n quel grande libro di libri, scritto


da diversi autori e in epoche diverse,
che la Bibbia, anche la pace si dice in
molti modi. Michael Walzer, nel saggio Ideali di pace nella Bibbia ebraica
in uscita su Ars interpretandi. Rivista di
ermeneutica giuridica (Carocci) in un
numero a lui dedicato a cura di Marina
Lalatta Costerbosa ne individua sei,
tratti da quattro libri biblici: Deuteronomio, Giudici, primo libro dei Re e Isaia.
C una pace come sudditanza, una come tempo intercorso tra periodi di
guerra e oppressione, una come deterrenza, una come mutuo beneficio e
una messianica. Le assonanze con temi di morale e di politica di oggi evidente, e lo sono ancor di pi se si legge lultimo capitolo, che qui anticipiamo, incentrato sulla pace come pluralismo:
unidea centrale nellopera di Walzer, a
partire dal suo celebre Sferedigiustizia, la
cui tesi ben si riassumeva in uno dei pi
bei Pensieri di Pascal: Ecco diverse assemblee: di forti di belli, di intelligenti, di
pii, e ciascuno di essi regna nel proprio
ordine e non negli altri. Qualche volta essi
si incontrano, e il forte e il bello si battono
stoltamente per la supremazia delluno
sullaltro: stoltamente, che il loro pregio
di diverso genere. Essi non si comprendono e il loro errore di voler regnare
dappertutto. Ne deriva una definizione
della tirannia, che sta nel voler ottenere per una via quel che si pu avere solo
per unaltra, come quando si pensa di
ottenere amore o stima utilizzando vie
traverse come il potere o il denaro, o
quando la religione pretende di prevaricare la politica e viceversa. Larte liberale della separazione, sostiene Walzer,
deve salvarci da questo genere di sovrapposizioni, senza per impedirci di avere
fedi, ideali o di inalberare cartelli o innalzare bandiere. Walzer ha sempre prestato grande attenzione al fenomeno religioso, fin dal suo primo libro, dedicato alla rivoluzione inglese, Larivoluzionedei
santi, ed autore di Esodoerivoluzione e di
Guerregiusteeingiuste. Nella religione
egli vede, da un lato, la capacit di unire e
di muovere uomini e donne in difesa di
valori importanti e, dallaltro, il pericolo
che quello stesso fervore, che sta alla base
anche dellimpegno politico, si trasformi
in violenza e intolleranza. La quinta tra le
definizioni di pace individuate in questo
saggio, quella messianica certo attraente per il maggiore filosofo politico della
sinistra americana: In Isaia 11,6-9,
scrive Walzer, c' forse la pi bella descrizione del tempo messianico che
viene con un vero messia: un germoglio
spunter dal tronco di Iesse... giustizia...
la cintura dei suoi fianchi; Su di lui si
poser lo spirito del Signore. Cos abbiamo un re davidico (Iesse era il padre di
David) e, ci che pi importante per il
mio scopo, abbiamo un mondo trasformato. Ma questo mondo, in cui il lupo
dimorer insieme con lagnello, la pantera si sdraier accanto al capretto ...,
non solo un mondo come lo vorremmo. anche un mondo che ci distoglie,
in quanto utopistico, da ideali pi umili
e da una pace meno perfetta ma pi a
portata di mano. Come quella di un
Dio arbitro di molti popoli, garante
laico e neutrale tra i diversi modi in cui
agli uomini dato vivere.
RIPRODUZIONE RISERVATA

IllustrazionediGuidoScarabottolo

Lautore di Guerre giuste


e ingiuste e di Esodo
e rivoluzione analizza
sei diverse idee di pace
contenute nella Bibbia.
Ecco quella pi attuale

il saggio
diCarla Moreni
IlsaggiodiMichael
Walzer,
Idealidipace
nellaBibbiaebraica,
contenutonelnuovo
numerodiArs
interpretandi.
Rivistadiermeneutica
giuridica,2/2014,
inquestigiorniin
libreriaperCarocci
(ilsaggio,
tradottodaThomas
CasadeieGianmaria
Zamagni,
allepp.1324).
Sitrattadiunfascicolo
monografico,
acuradiMarina
LalattaCosterbosa,
dedicato
aDiritto,
forza,comunit.
Leggere
einterpretare
MichaelWalzer,
cheraccoglie,
oltreaquellodi
Walzer,contributi,
traglialtri,
diFrancisco
J.Ansuategui,
ThomasCasade,
GianfrancescoZanetti.
http://bit.ly/ars
interpretandi
co o nazionale.
Vi saranno ancora molte nazioni
nell'era messianica. Questo fatto segue
al rifiuto dei profeti di assicurare un dominio universale a Israele. Dato il programma di riduzione degli armamenti
che Isaia descrive spade riconvertite in
vomeri, lance in falci queste nazioni
dovranno vivere in pace, non perch abbiano un deterrente rispetto al combattere, ma perch non avranno armi con
cui combattere. Niente spade n lance, e
neppure carri, n carri armati. Tuttavia
non vivranno in armonia.
Vi saranno ancora conflitti e dispute
fra loro, che richiederanno i giudizi di
Dio e i suoi rimproveri. Egli sar arbitro fra molti popoli. Questo un versetto straordinario: che cosa stanno facendo per richiedere lattenzione critica di Dio? Non sappiamo a che cosa stia
pensando qui Isaia, probabilmente non
al commercio internazionale, sebbene
gli affari commerciali possano fornire
anche occasione per giudizi e rimproveri. In ogni caso, Isaia non immagina
certamente larmoniosa coesistenza di
lupi e agnelli. Eppure ci viene chiesto di
credere che questa non solo una condizione migliore rispetto a quella che
conosciamo; questa la promessa di
Dio per gli ultimi giorni non vi sar
niente meglio di questo.
Quando leggo gli scienziati politici
contemporanei descrivere la fine del
sistema di Westfalia, il prossimo
superamento dello Stato-Nazione
e argomentare una forma o laltra di
governance globale, penso sempre al
secondo capitolo di Isaia. Il profeta
descrive effettivamente un tipo di governo universale, ma include solo uno
dei tre poteri convenzionali: Dio da
Gerusalemme ha solamente la funzione di giudice in una corte mondiale. Suppongo che lo si debba immaginare come giudice nellapplicazione
dei suoi regolamenti arbitro dovrebbe voler dire questo.
Tuttavia egli agisce solo dopo il fatto,
come fa ogni corte; lascia le decisioni

(il legislativo) e lautorit esecutiva di


primordine nelle mani delle molte nazioni, che proprio ci che gli odierni
fautori della fine della sovranit non
intendono fare.
Nella visione di Isaia, il pluralismo
una caratteristica permanente della
vita umana e della societ internazionale, e le molte nazioni tutte sono, e
saranno persino negli ultimi giorni,
sovrane e autodeterminate altrimenti non potrebbero a buon diritto
essere rimproverate per ci che fanno. Sebbene questo non sia in alcun
modo esplicito un testo sulla libert,
proprio la libert il suo tema profondo. La pluralit delle nazioni e la libert delle nazioni stanno assieme.
La visione di Isaia volontarista fin
dal principio: Venite, saliamo un
invito, non un comando.
E i conflitti che richiedono il giudizio di Dio devono essere nondimeno
opera di popoli liberi.
Isaia un universalista, ma il suo
universalismo lascia molto spazio alla
particolarit.
Molte nazioni libere che vivono liberamente sotto ununica legge questa
la sua visione. Dobbiamo farla nostra? Potremmo preoccuparci di una
corte mondiale nella quale i giudici sono umani piuttosto che divini una
corte di sette, o nove, o ventuno uomini
e donne piuttosto che un singolo Dio
onnisciente che applica una sola legge;
potremmo voler porre dei limiti allestensione e allenergia dei suoi
rimproveri.
Potremmo anche voler lasciare spazio allinsegnamento e allapprendimento descritti dal profeta. Tuttavia
questa una visione con cui fare i conti.
Non siamo in grado di far andare daccordo pacificamente lupi ed agnelli,
ma siamo in grado di far vivere molti
popoli insieme nella pace? Questa
almeno una possibilit.

per gli psicologi che lavorano nelle Universit


e negli Enti di ricerca, presieduta da Fabio Lucidi, a riportare un po di razionalit per mezzo
di un positionstatementSulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione nei contesti scolastici italiani. Che inizia cos: Oggi si assiste
allorganizzazione di iniziative e mobilitazioni che tendono a etichettare gli interventi di
educazione alle differenze di genere e di
orientamento sessuale nelle scuole italiane
come pretesti per la divulgazione di una cosiddetta ideologia del gender.
Lintento del documento Aip rasserenare il dibattito nazionale e chiarire linconsistenza scientifica del concetto di ideologia
del gender. Esistono, invece, continua il
documento, studi scientifici di genere, meglio noti come GenderStudiesche, insieme ai
GayandLesbianStudieshanno contribuito in
modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande rilievo per molti campi disciplinari. Le evidenze empiriche raggiunte da
questi studi mostrano che il sessismo, lomofobia, il pregiudizio e gli stereotipi di genere

sono appresi sin dai primi anni di vita e sono


trasmessi attraverso la socializzazione, le
pratiche educative, il linguaggio, la comunicazione mediatica, le norme sociali. In conclusione: Favorire leducazione sessuale
nelle scuole e inserire nelle progettualit didattico-formative contenuti riguardanti il
genere e lorientamento sessuale non significa promuovere uninesistente ideologia del
gender, ma fare chiarezza sulle dimensioni
costitutive della sessualit e dellaffettivit,
favorendo una cultura delle differenze e del
rispetto della persona umana in tutte le sue
dimensioni. Metodologie didattico-educative che, se adeguate, promuovono belle occasioni di crescita personale e culturale per gli
allievi e il personale scolastico. In fondo si
tratta di insegnare agli studenti una cultura
dello scambio, della relazione, dellamicizia e
della nonviolenza. Anche a quegli studenti
che, qualche giorno fa, su un autobus torinese, hanno picchiato un ragazzo perch era
gay. Ma loro, forse, non erano stati educati alla variet del genere umano.
RIPRODUZIONE RISERVATA

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diMichael Walzer

lla fine dei


giorni, il monte del tempio
del Signore sar eretto sulla
cima dei monti, e sar pi alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: Venite, saliamo sul
monte del Signore, al tempio del Dio di
Giacobbe, perch ci indichi le sue vie, e
possiamo camminare nei suoi sentieri. Poich da Sion uscir la legge, e da
Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sar giudice fra le genti, e sar arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro
spade in vomeri, e le loro lance in falci;
un popolo non alzer pi la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno pi nellarte della guerra (da
Isaia,capitolo 2,1-4).
Questa splendida visione ricorre anche nel libro di Michea. Non mi interessano le discussioni accademiche su chi
abbia per primo descritto le molte nazioni affluire a Gerusalemme Isaia o
Michea o un ignoto profeta che fu la fonte per entrambi; e neppure cercher di
capire quando la descrizione venne
pronunciata o scritta. Queste non sono
questioni rilevanti in questa sede.
Il secondo capitolo di Isaia chiaramente un testo messianico, poich descrive gli ultimi giorni, non i nostri giorni, eppure le sue profezie non suggeriscono la rottura radicale descritta invece nel capitolo undici (se si accetta
linterpretazione forte). Al contrario,
la visione di un mondo che differente
ma non cos difficile da immaginare; di
certo non un mondo innaturale o denaturato. Sebbene il testo possa non
suonare realistico alla prima lettura
una visione, dopotutto voglio difendere il suo realismo. Voglio anche convincere chi legge che questa la migliore delle concezioni della pace bibliche, e
che il resoconto di una societ internazionale che potremmo persino ambire a realizzare.
La descrizione maimonidea del tempo messianico, con la sua alternativa a
uninterpretazione letterale dei versetti
sui lupi e gli agnelli, probabilmente
conseguente alla lettura ravvicinata di
testi come questo. La visione di Isaia, comunque, non comincia con laccettazione da parte di tutta lumanit della vera
religione in questo senso come il trattato di pace fra Acab e Ben-Hadd, che
non richiede la conversione di Ben-Hadd. Il secondo capitolo di Isaia comincia pi modestamente parlando di
molti popoli (non tutti i popoli) che si
esortano lun laltro a imparare le vie del
Signore: Venite, saliamo ci indicher
le sue vie. Il profeta immagina una disponibilit ad apprendere che ovviamente non esisteva al suo tempo, ma
una disponibilit e non ancora la fede ci
che le sue parole descrivono. Non proprio trionfalismo religioso (sebbene vi si
avvicini) e, cosa che di maggiore importanza per noi, non vi qui alcun
trionfalismo politico. Israele non vitto-

rioso in battaglia, n domina in modo


imperiale nella visione di Isaia. Ci sono
passaggi profetici proprio in Isaia
che descrivono i re israeliti mentre ricevono il tributo dei vicini sconfitti, ma qui
non vi niente di tutto ci. In effetti sarebbe difficile formulare un resoconto
biblico di un dominio imperiale universale persino per un re davidico poich solo Dio che pu essere, come dice
il profeta Zaccaria, re su tutta la terra.
Maimonide intende questo secondo testo di Isaia giustamente quando insiste
sul fatto che i profeti non desideravano
i giorni del Messia affinch Israele potesse esercitare il dominio sul mondo o
governare sulle nazioni, o essere esaltato dalle nazioni.
Il Dio che insegna e la legge che viene
insegnata nella visione di Isaia sono singolari in natura ma i popoli che salgono
sono al plurale, e la loro pluralit la
chiave, credo, per intendere il significato profondo del testo. Il pluralismo
espresso nel pieno della sua forza nella
versione di Michea della profezia, quando conclude con un passaggio che ha
provocato molti commenti:
Tutti gli altri popoli camminino pure
ognuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome del Signore Dio nostro, in eterno, sempre.
Ci sembra essere incoerente con il
versetto precedente e noi cammineremo sui suoi sentieri, dove suoi riferito al Dio di Giacobbe. Al contrario, in
questo versetto del libro di Michea suo
si riferisce decisamente ad altri dei. Tuttavia il testo include anche il riferimento
al Dio di Giacobbe, quindi dobbiamo immaginare i popoli camminare simultaneamente nel nome di diversi dei, presumibilmente in diverse direzioni, cosa
che impossibile persino nel tempo
messianico, fintantoch il mondo segue
il suo corso normale. Michea offre quello
che credo sia il riconoscimento pi radicale del pluralismo religioso nellintera
Bibbia. Focalizzer lattenzione, tuttavia, solo sul testo di Isaia, dove il pluralismo non di carattere religioso ma etni-

(Traduzione di Thomas Casadei


e Gianmaria Zamagni)
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questioni di genere

Un fantasma nella classe


diVittorio Lingiardi

n fantasma si aggira per le scuole


italiane: lideologia del gender,
detta anche propaganda omosessualista. Sentinelle spesso in piedi,
cardinali apocalittici (il nichilismo, annunciato pi di un secolo fa, si aggira in Occidente,
fa clima e sottomette le menti) e genitori allarmati temono che i figli possano ricevere insegnamenti in grado di distorcere le loro menti. Per esempio che i concetti di mascolinit e
femminilit sono costruzioni sociali che dipendono dai contesti storici e culturali, che la
complessit delle relazioni non si esaurisce
nelle dicotomie di sesso (maschio/femmina)
e genere (uomo/donna), addirittura che alcu-

ni loro compagni di classe potrebbero essere


figli (contenti) di (buoni) genitori (ancorch)
omosessuali. Pare che queste pericolose affermazioni abbiano oggi diritto di cittadinanza
non solo presso lAmerican Psychological Associationo lAmerican Academy of Pediatrics,
ma anche lOrganizzazione Mondiale della
Sanit e persino lOnu, lUnesco e lUnicef. E
che lUfficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali a difesa delle differenze (Unar, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunit), sostenuto da una
raccomandazione del Consiglio dEuropa, abbia in cantiere di proseguire la programmazione di una strategia nazionale per la prevenzione delle discriminazioni legate allorientamento sessuale e allidentit di genere. Bene
ha fatto dunque lAssociazione Italiana di Psicologia (Aip), punto di riferimento nazionale

il graffio

I figli di Aldo Busi


Civolevailnostromigliorescrittore
nazionale(ilmaggioredel900,come
sostenneAugiassulfinirediquel
secolo)perorientarcinelladisputatra
EltonJohneDolce&Gabbanasul
ricorsoallamaternitsurrogataper
lecoppiedimaschigay.
InunlungoarticolosulCorriere,
incuidimostraautorevolmentedi
nonsaperenulladifecondazione
assistitaedialtridisdegnati
progressitecnologicoscientifici,in
sostanzacitrasmetteilseguente
messaggio:Sesivivebeneeanche
malecondeifigli,sivivealtrettanto
maleeanchebenesenza.Grazie
Busi,nonlosapevamo.

eri era il compleanno di Bach.


Johann Sebastian Bach, nato ad Eisenach il 21 marzo 1685. In tutto il
mondo questa data viene festeggiata per ricordare la grandezza del
musicista, sommo contrappuntista e
irraggiungibile poeta. Le sue composizioni sono in larga parte destinate allorgano, strumento elettivo e strumento di lavoro, che accompagn per
tutta la vita il compositore. Per questo
celebrare oggi lanniversario dei 330
anni del Kantor significa dar voce agli
organi: farli risuonare con possanza,
stanarli dai silenzi ai quali per lo pi nel
nostro Paese sono ingiustamente condannati, riempire finalmente di musica
alta e adeguata quei luoghi di culto e di
arte che sono le chiese.
Ieri, di buon mattino, eravamo a Pesaro. La citt di Rossini, s, famosa destate
per il brulicare entusiasta dei fan da tutto
il mondo del Cigno, a cui il Festival agostano viene dedicato. Ma ieri il clima era
diverso: niente Rof, bens canne dorgano e un Bach imparruccato, elegante,
con le mani agili su due tastiere, svettante sui manifesti del World Organ Day,
giornata mondiale dedicata allo strumento, che ha generato qui un prezioso
cartellone di concerti. Anima della manifestazione Giovanna Giordano, appassionata promotrice e organizzatrice
di questa maratona organistica, distribuita in sei appuntamenti, fino al prossimo 5 giugno. Colta, entusiasta, tenace,
Giovanna provvede a tutto, dalla cura affinch le locandine restino ben visibili
nelle bacheche del Conservatorio alla
capillare opera di informazione nelle
scuole. Perch lo scopo principale di
questa rassegna ci spiega il coinvolgimento dei giovani, degli studenti. Chi
ha vissuto in altri tempi, magari sa che in
certe chiese risuonavano determinati
organi: l cera il Pace, l il Mascioni, l il
famoso Callido. Ma oggi, per chi venuto
dopo, chi provvede a raccontare i tesori
di Pesaro?
World Organ Day arrivata alla
quinta edizione. Partita in sordina, con
registro poco appariscente verrebbe
da dire (giusto per stare in tema di organi) oggi pu suonare a gran voce,
perch il duplice obiettivo stato raggiunto: da un lato far conoscere limportante repertorio musicale, dallaltro valorizzare il patrimonio locale,
che vede le Marche primeggiare non
solo quale terra di teatri, ma anche di
chiese ricche di strumenti storici, costruiti da organari italiani tra i pi famosi tra Settecento e Ottocento, attirati qui da importanti commissioni di
confraternite e conventi e dalleredit
generata dal Santuario di Loreto.
Non c solo Rossini, a Pesaro. E non ci
sono solo i tesori figurativi celeberrimi
delle Chiese delle Marche. Prendiamo ad
esempio la storia dellorgano della Chiesa di SantAgostino, gioiello polistilistico, dal gotico del portale al coro di noce
del Quattrocento. Collocata nel cuore
della citt, dove appunto ieri mattina le
scolaresche locali hanno potuto seguire
il primo concerto di World Organ Day,
a loro espressamente dedicato, affidato
ad Alessandra Mazzanti, organista della
Basilica di S.Antonio da Padova di Bologna. Lo strumento sotto le sue dita era
uno splendido manufatto settecentesco
firmato da Gaetano Callido, organaro
dalla storia operosissima: ebbe una vita
lunga (nato ad Este nel 1727, morto a Venezia nel 1813) ma la mise a buon frutto
consegnando da Venezia alle Marche,
dallEmilia al Trentino, fino a Malta e a
Istanbul il numero incredibile di 430
strumenti. Ne forgiava una decina ogni
anno. Questo di Pesaro uno delle sue
creazioni giovanili, segnato dallimpronta del suo maestro, il frate di origini
dalmate Peter Nakic, italianizzato in
Pietro Nacchini: da lui Callido entr a
bottega quindicenne, carpendo i segreti
di organi dalla semplicit ed eleganza tipicamente venete, dallintonazione cristallina e dagli impasti trasparenti, anche a pieni registri.
A Pesaro Callido era arrivato giovanissimo, al seguito del maestro, e dietro
una commissione dei frati agostiniani.
La bellezza dei suoi strumenti fece s che
nel tempo gliene venissero richiesti un
centinaio, nel territorio delle Marche.
Ma dopo aver riscoperto il suo suono,
questa sera nella Chiesa di San Giovanni
Battista sar la volta di un sontuoso Mascioni, sul quale si distribuiranno i brani
per organo e tromba nel concerto affidato a Mario Bracalente e Simone Baiocchi,
direttore artistico del World Organ
Day. Sostenuto dal Fai, che vede qui
concludersi, e nel modo migliore, le sue
Giornate di primavera pesaresi.

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