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SEMINARIO TBS012

La terza seduta: Critica testuale e questioni grammaticali


3 novembre 2010
Durante la terza seduta del seminario ciascuno presenter brevemente una questione
testuale e una questione grammaticale del testo a lui assegnato. Lesposizione non
dovrebbe superare 5 minuti. Vi chiedo per di preparare a casa almeno due questioni di
ciascun tipo, per evitare la situazione in cui due persone espongono lo stesso problema.
La critica testuale
consultare un buon commentario di Gv, che discute i problemi della critica testuale
(vedi ad es. la Bibliografia del corso), per scegliere rilevanti questioni testuali;
analizzare lapparato critico della NA27 che riguarda le questioni scelte in precedenza;
potrebbe essere necessario consultare il commento testuale di B.M. METZGER, A Textual
Commentary on the Greek New Testament, Stuttgart 19942);
portare la NA27 in classe;
la presentazione della questione testuale dovrebbe contemplare:
+ le varianti testuali e la loro rilevanza esegetica;
+ la conclusione della prova esterna;
+ la conclusione della prova interna;
+ la variante scelta, come la pi vicina alloriginale, e il motivo della scelta.
Le questioni grammaticali
la scelta dovrebbe essere guidata dalla rilevanza esegetica dei problemi; non scegliere
cio questioni grammaticali che non hanno nessun influsso sul significato del testo; non
dimenticare che le ambiguit grammaticali possono incidere sulla traduzione del testo;
per individuare e scegliere le questioni sono utili i commentari esegetici (indicati in
precedenza nella Bibliografia del Seminario), ma innanzitutto le seguenti grammatiche:
BLASS, F. DEBRUNNER, A. REHKOPF, F., Grammatik des neutestamentlichen
Griechisch, Gttingen 198416; trad. inglese, A Greek Grammar of the New
Testament and other Early Christian Literature, tr. R.H. Funk, Cambridge
1961; trad. italiana, Grammatica del greco del Nuovo Testamento,
Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi 2, Brescia 1982, 19972.
WALLACE, D.B., Greek Grammar Beyond the Basics. An Exegetical Syntax of the New
Testament, Grand Rapids, Michigan 1996.
Nel caso di queste grammatiche consultare lindice dei riferimenti biblici (per il vostro
testo di Gv) come aiuto per identificare le possibili questioni da trattare in classe.
ZERWICK, M., Graecitas Biblica, Romae 19665; trad. inglese, Biblical Greek Illustrated by
Examples, tr., J. Smith, Rome 1963; trad. spagnola, El griego del Nuevo
Testamento, Navarra 1997.
ZERWICK, M., GROSVENOR, M., A Grammatical Analysis of the Greek New Testament,
Roma 19965. (Questo libro nella sua analisi morfologica fa riferimento al libro
precedente.)

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oppure altre grammatiche linguistiche (vedi la Bibliografia del Proseminario


metodologico TB0001).
Un aiuto di come trattare le della critica testuale e le questioni grammaticali in:
MEYNET, R., Qualche consiglio per la tesi di licenza in teologia biblica, 6-10.
Larticolo si trova in (alla fine della lista degli articoli dellautore):
http://www.unigre.it/Prof/scheda_docente_extra_it.php?air_id=907&air_mod=11

Un sintetico sussidio utile nello studio delle questioni testuali:


TERMINOLOGIA USATA NELLA CRITICA TESTUALE
I TESTIMONI DIRETTI DEL TESTO DEL NT.
Levidenza principale per la ricostruzione del testo originale del NT riguarda i
manoscritti scritti in greco (ca. 5700). Essi sono chiamati testimoni diretti; tutti sono
numerati e si dividono in 4 gruppi principali: papiri, onciali, minuscoli e lezionari.
1. PAPIRI - il nome proviene dal materiale su cui scritto il testo - la categoria dei
mss. scoperta e apprezzata pienamente solo allinizio del XX secolo, grazie alle
grandi scoperte archeologiche in Egitto. I papiri sono importantissimi testimoni del
testo greco, a causa della loro antichit; alcuni furono copiati appena 50 anni dopo
loriginale. Ai papiri assegnata la lettera gotica seguita da un numero in apice,
ad es. 75.
2. ONCIALI - il nome proviene dalla forma della scrittura, cio i caratteri maiuscoli
con cui scritto il testo - sono datati dal IV fino al IX secolo. A causa della loro
antichit e completezza del testo che conservano, sono importantissimi; perci
nella loro classificazione si usano le lettere maiuscole dellalfabeto latino. I pi
importanti sono: B (Vaticano); S (Sinaitico); A (Alessandrino); D (Bezae). Qui c
un po di confusione nel sistema della numerazione in quanto ad es. per il Sinaitico
viene assegnata pi spesso la lettera ebraica ; inoltre, dato che la quantit dei mss.
in onciale in un certo momento ha superato il numero delle lettere dellalfabeto
latino, parallelamente si usa un altro sistema che assegna agli onciali i numeri arabi
preceduti da 0. Allora 01 per (S=) Sinaitico; 02 per (A) Alessandrino; 03 per (B)
Vaticano; 05 per (D) Bezae; 06 per (D) Claromontanus.
3. MINUSCOLI - il nome proviene dalla forma della scrittura: i caratteri minuscoli;
erano i primi testimoni del testo presi in considerazione dagli studiosi per la scelta
del testo. Sono i pi numerosi, ma anche i pi tardivi: la maggioranza dal IX
secolo in poi. Si riconoscono per i numeri 1, 2, 3, ecc. a loro assegnati.
4. LEZIONARI - erano usati nella liturgia, similmente ai nostri lezionari della Messa,
quindi non seguono lordine normale del NT, e non contengono testi completi, ma
una scelta delle pericopi. Questi testimoni sono segnati con la lettera l seguita da
un numero; ad es. l 1591.

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I TESTIMONI INDIRETTI DEL TESTO DEL NT.


1. Versioni antiche che cominciarono gi nel II secolo, a causa della necessit di
tradurre il greco in altre lingue dei popoli a cui si portava il vangelo di Ges. Cos
abbiamo le versioni latine (Vetus latina, Vulgata), versioni siriache (Vetus syra,
Peshitta), versioni copte (bohairica e sahidica), armena, georgiana, etiopica,
gotica, paleoslava.
2. Citazioni dei Padri della Chiesa, che spesso conoscevano dei manoscritti molto
antichi che a noi non sono pervenuti. Per identificare facilmente questi testimoni si
adoperano le abbreviazioni che utilizzano le prime parole del nome.

DIVERSE FAMIGLIE E TIPI DEL TESTO RICAVATO DAI MSS.


Gli studiosi, servendosi di meticolosa analisi comparativa dei mss., sono giunti a
identificare quattro principali tipi di testo del NT:
1. Il tipo testuale Bizantino (Koin, o Testo di Maggioranza). La stragrande
maggioranza dei mss. in greco (circa 90%) che ci pervenuta fino a oggi conserva un
testo molto simile. Questo tipo testuale, chiamato anche il Testo di Maggioranza, la
forma del NT che si trova nella maggioranza dei mss. in minuscola, nella
maggioranza dei onciali pi tardivi e nei lezionari. Questo fu il testo standard per
molti secoli: dal ca. IV fino al XIX secolo, e si trova rispecchiato nel Textus
Receptus. Questo tipo del testo del NT viene chiamato Bizantino o Koin, perch per
la distribuzione dei mss. associato allAsia Minore. Nessuno di questi mss. datato
prima del IV secolo. La maggioranza degli studiosi moderni considera dunque questo
testo come il peggiore tra i quattro tipi testuali. Ma non tutti gli studiosi pensano
cos. Recentemente c tutto un dibattito al riguardo del valore del testo Bizantino.
2. Il tipo testuale Alessandrino ed legato a Alessandria e allEgitto in genere.
Sembra che sia il tipo testuale pi antico, proveniente dal II secolo, presente in
molti papiri pi antichi e anche in alcuni antichi onciali. Di solito viene riconosciuto
come il tipo del testo migliore, meno corrotto, pi vicine alloriginale.
3. Il tipo testuale Occidentale. Alcuni mss. in greco contengono un testo poco
omogeneo, che sembra essere risultato di una selvaggia e indisciplinata crescita
della tradizione manoscritta.1 Questo tipo testuale pu risalire perfino al II secolo.
La denominazione Occidentale un po ambigua, perch non tutti i testimoni del
testo Occidentale provengono dalloccidente, ma caratteristico per gli antichi
manoscritti latini, quindi i mss. della tradizione occidentale.
4. Il tipo testuale Cesariense. Lesistenza reale di questo tipo del testo la meno
provata.2 Rimane piuttosto come ipotesi, sostenuta da poca evidenza testuale
(praticamente solo Mc). Comunque gli origini del testo sarebbero egiziane, ma poi il
testo passerebbe con Origene a Cesarea e Gerusalemme.3 Il testo sarebbe meno
omogeneo e il pi misto di tutti. Quindi anche di poco valore.

Vedi A. PASSONI DELLACQUA, Il testo del Nuovo Testamento, Torino 1994, 138.
Vedi K. ALAND B. ALAND, The Text of the New Testament, Grand Rapids, MI 19892, 67.
3
Vedi A. PASSONI DELLACQUA, Il testo del Nuovo Testamento, Torino 1994, 140.
2

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ESEMPIO DI TESTIMONI E TIPI TESTUALI4


Papiri

Onciali

Minuscoli

Versioni

Padri

Testo
Alessandrino

46
66
75

33 81
579
892 1739

Sahidica (in Clemente


parte)
Alessandrino
Bohairica
e Origene (in
parte)

Testo
Occidentale

69
26
(Atti)

(Gv 18)
DW
(Mc 16)

383 614
1739
(tutto in
Atti)

Vetus
Tertulliano
Latina
Ireneo
Curetoniana Efrem
Siriaca

Testo
Bizantino

Nessuno A G
E F (nei
vangeli)

La
maggior
parte dei
minuscoli

Peshitta
Gotica

Crisostomo

Lezionari

La
maggior
parte dei
lezionari

In genere la combinazione dei testimoni alessandrini e occidentali la pi autorevole.


Attenti per ad uneccezione: nelle Lettere di Paolo la combinazione B e D
generalmente non di grande rilievo5. Metzger ammette che il principiante di norma
pu seguire il testo Alessandrino, ma solo se questo non contrasta con gli altri criteri.
Mai seguire in modo meccanico e acritico la sola testimonianza del codice Vaticano (B)
senza prendere in considerazione altri testimoni e senza esaminare la prova interna!

CANONI DELLA CRITICA TESTUALE


Altri pi importanti principi della critica testuale sono i seguenti:
1. preferire la lezione pi difficile; questo principio basato sulla convinzione che gli
scribi erano pi propizi di correggere il testo spiegandolo, che di farlo meno
comprensivo e pi difficile;
2. preferire la lezione pi breve; questo principio legato alla convinzione che gli
scribi erano pi favorevoli di aggiungere, che togliere qualcosa dal testo sacro;
3. preferire la lezione non-armonizzante; questo principio si applica sopratutto ai
vangeli sinottici, ma non solo, e si basa sulla convinzione che gli scribi, che spesso
conoscevano a memoria i testi biblici, erano pi inclini ad armonizzare o rendere
simile un versetto, una frase o una formulazione NT, allaltra parallela, invece di
creare una formulazione discordante;
4. preferire la lezione che sintonizza meglio con lo stile e la teologia dellautore; il
principio si basa sulla convinzione che un autore fedele al suo stile e teologia.

Da R.J. ERICKSON, Guida introduttiva allesegesi del Nuovo Testamento, Cinisello Balsamo 2007, 52.
Il codice Vaticano (B) nelle Lettere paoline presenta un influsso occidentale e di conseguenza in
questa porzione del NT la combinazione di due tipi testuali pi antichi, il testo Alessandrino e il testo
Occidentale, non pi una combinazione perch in pratica ci rimane solo un tipo, quello Occidentale.
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APPLICAZIONE DEI CANONI DELLA CRITICA TESTUALE


Basandosi su questi pi generali e altri pi specifici principi della scelta delle varianti
la critica testuale del NT segue il seguente percorso del lavoro:
A) LA PROVA ESTERNA.
La prima tappa consiste nellanalisi dei dati legati ai testimoni del testo:
data e carattere del testimone normalmente i migliori sono i pi antichi, ma
anche molto importante prendere in considerazione il tipo testuale del testimone;
distribuzione geografica dei testimoni - una variante ha pi valore se appare nei
testimoni indipendenti;
relazione genealogica dei testi e delle famiglie di testimoni il valore di una
variante dipende non dalla quantit dei mss. che la leggono, ma dal loro posto
nellalbero genealogico;
B) LA PROVA INTERNA.
Nella seconda tappa si analizzano i dati legati al testo greco:
le probabilit trascrizionali legate alla valutazione delle caratteristiche
paleografiche e delle abitudini degli scribi. Qui si applicano i canoni della critica
testuale (lezione pi breve, pi difficile, non-armonizzante, ecc.);
le probabilit intrinseche legate alla valutazione di ci che verosimile
allautore: il suo stile, il contesto immediato, laccordo con luso dellautore,
lambiente aramaico della predicazione di Ges, linfluenza delle concezioni
teologiche della chiesa primitiva.

RILEVANZA ESEGETICA DEI PROBLEMI TESTUALI


Non tutte le varianti, che si possono ricavare dai testimoni del testo del NT, sono
ugualmente significanti nellesegesi. Alzi, la stragrande maggioranza delle varianti testuali
non ha nessuna rilevanza esegetica. Lo illustra in modo schematico la seguente tabella:
1.

2.

+ Rilevanza esegetica

+ Rilevanza esegetica

+ Supporto testuale

Supporto testuale
3.

4.

Rilevanza esegetica

Rilevanza esegetica

+ Supporto testuale

Supporto testuale

A noi ci interessa innanzitutto la finestra n1.


* * *

N.B.: Si pu trovare la NA27 nella versione ampliata in internet:


http://nttranscripts.uni-muenster.de/AnaServer?NTtranscripts+0+start.anv

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