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LIVORNO
Presso S. Ferdinando Re
MMVII
LA SANTA MESSA
La Messa il sacrificio stesso di Cristo, perpetuato sui nostri altari. Dopo il peccato originale, che ha separato
luomo da Dio, solo il sacrificio di Cristo, Uomo-Dio, capace di offrire alla maest divina, con la riparazione del
peccato, lomaggio supremo della creatura al suo Creatore. Atto centrale del culto, la Messa la rinnovazione
nella Chiesa dellavvenimento unico e fondamentale, il sacrificio di Cristo sulla croce. Essa rende presente nella
successione del tempo latto redentore compiuto una volta per sempre al centro della storia.
Sul Calvario Cristo acquist tutto per noi. Figlio di Dio fatto uomo e capo dellumanit, Egli, prendendo su di
S il debito del peccato e morendo vittima innocente per lumanit colpevole, distrusse la sentenza di condanna
che pesava su di noi e ci ristabil nellamicizia del Padre. Per il suo sacrificio, Cristo ci giustifica, cio soddisfa la
giustizia divina e ci rende giusti della sua propria giustizia, ci fa partecipi della sua vita e suoi coeredi.
Nella Messa le ricchezze del Calvario sono a nostra disposizione. Non che si ripeta la morte cruenta del
Salvatore; ormai nella sua eterna gloria, Cristo non muore pi. Ma la Messa un sacramento che rende presente
ci che avvenuto sulla croce; la separazione del corpo e del sangue di Ges, simboleggiata dal pane e dal vino
separati, si realizza di nuovo grazie alla transustanziazione: tutta la sostanza del pane cambiata in quella del suo
corpo, tutta la sostanza del vino in quella del suo sangue. dunque la stessa divina vittima che la Messa rende
presente tra noi, nel suo stato di immolazione. Il culto infinito dadorazione, di ringraziamento, despiazione e di
supplica che Cristo ha reso al Padre sulla croce, glielo rende di nuovo sullaltare ogni volta che si celebra la
Messa.
La traduzione e i commenti, salvo alcune modifiche ed aggiunte, sono tratti dal Messale Romano quotidiano a cura dellApostolato Liturgico
di Genova, Torino, Marietti, 1963 (Imprimatur. Casali, 1 maii 1963. Iosephus Angrisani, Episcopus).
PREPARAZIONE1
PREGHIERE AI PIEDI DELLALTARE
Un colpo di campana annuncia lingresso del celebrante e dei ministri. Il sacerdote, se necessario, sale allaltare
e vi depone il calice ricoperto dal velo. Quindi comincia la Messa ai piedi dellaltare. Nelle Messe lette tutto il
popolo risponde al celebrante insieme al ministro, seguendo il testo in neretto. Nelle Messe in canto si inizia
subito il canto dellantifona dIntroito (riportata nel Proprio del giorno), mentre il celebrante recita a bassa voce
con i suoi ministri le preghiere ai piedi dellaltare. In certe Messe, secondo le indicazioni date nel Proprio del
giorno, si omettono queste preghiere e si inizia subito con lantifona dIntroito.
In ginocchio
Salmo 42
Il salmo Iudica me esprime il desiderio e la gioia di salire allaltare per avvicinarsi a Dio, nostra luce, nostra
forza, nostra vita. Si tralascia nelle Messe dei defunti e nel tempo di Passione.
Tutte le domeniche, la Messa solenne o parrocchiale preceduta dallaspersione con lacqua benedetta: vedi p. 33.
PREPARAZIONE
Prima il celebrante, poi i fedeli recitano il Confiteor. Ciascuno si accusa di aver peccato. La misericordia di Dio,
per lintercessione dei Santi e lassoluzione della Chiesa, purifichi le nostre anime.
PREPARAZIONE
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
Il celebrante dice ad alta voce Oremus. Poi sale allaltare, recitando sottovoce la preghiera Aufer a nobis. Davanti
alla santit di Dio e alla grandezza dei santi misteri che sta per celebrare, chiede maggior purezza al Signore.
Ormus.
ufer a nobis, qusumus, Dmine,
iniquittes nostras: ut ad Sancta sanctrum puris meremur mntibus introre.
Per Christum Dminum nostrum. Amen.
Preghiamo.
ogli da noi, o Signore, le nostre iniquit, affinch possiamo entrare con
mente pura nel Santo dei Santi. Per Cristo
nostro Signore. Amen.
Il celebrante bacia laltare, simbolo di Cristo, nel quale sono riposte alcune reliquie di martiri, recitando
sottovoce la seguente preghiera. La Chiesa, trasferendo dai sacrari negli altari le reliquie dei martiri, manifesta
lunione esistente tra il loro sacrificio e quello del Salvatore.
rmus te, Dmine, per mrita Sanctrum turum, quorum relqui hic
sunt, et mnium Sanctrum: ut indlgere
dignris mnia peccta mea. Amen.
6
I - PARTE DIDATTICA
Lassemblea cristiana si sempre preparata alla rinnovazione del Sacrificio della Croce con la preghiera, il
canto delle lodi di Dio e la meditazione della Sacra Scrittura. Questi atti hanno assunto dai primi secoli un ordine
stabile, una fisionomia ben definita ed un legame strettissimo con il santo Sacrificio, fino a costituire la prima
parte della Messa, detta comunemente didattica o dei catecumeni.
Nelle Messe in canto il celebrante benedice lincenso, dicendo: Ab illo bene + dicris, in cuius honre
cremberis. Amen. (Sii benedetto da Colui in onore del quale sarai bruciato. Amen.) e incensa laltare, simbolo di
Ges Cristo. Poi si porta al messale, a destra dellaltare.
ANTIFONA DINTROITO
Il celebrante ritorna in mezzo allaltare e, nelle Messe lette, alterna col ministro e col popolo la recita del Kyrie.
Nelle Messe in canto il Kyrie viene cantato dal coro o dal popolo, mentre il celebrante lo recita a bassa voce con i
suoi ministri. Se il celebrante, in attesa che termini il canto, va a sedersi allo scanno, anche i fedeli possono sedere
finch il celebrante non torna allaltare.
Krie, elison.
Krie, elison.
Krie, elison.
Christe, elison.
Christe, elison.
Christe, elison.
Krie, elison.
Krie, elison.
Krie, elison.
Signore, piet!
Signore, piet!
Signore, piet!
Cristo, piet!
Cristo, piet!
Cristo, piet!
Signore, piet!
Signore, piet!
Signore, piet!
GLORIA
Canto di festa, il Gloria in excelsis si dice nelle Messe a carattere festivo (domeniche, tempo di Natale, tempo
pasquale, Messe degli Angeli o dei Santi). Si omette generalmente nelle Messe di IV classe e in quelle con
paramenti viola o neri. Nelle Messe lette i fedeli possono recitare il Gloria insieme al celebrante. Nelle Messe in
canto il celebrante intona le parole Gloria in excelsis Deo e recita il resto dellinno sottovoce, mentre il coro o il
popolo lo canta. Se il celebrante, in attesa che termini il canto, va a sedersi allo scanno, anche i fedeli possono
sedere finch il celebrante non torna allaltare.
PARTE DIDATTICA
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
ORAZIONE
Il celebrante ritorna al messale. Nellorazione riassume, per presentarli a Dio a nome nostro e di tutta la
Chiesa, le aspirazioni e i voti suggeriti dal mistero o dalla festa che si celebra. Allorazione principale, che ha la
sua propria conclusione, se ne aggiungono sovente una o due altre, con una conclusione comune.
Ormus.
Preghiamo.
Testo dal Proprio del giorno.
Seduti
EPISTOLA
Lepistola cantata o letta dal celebrante, oppure, nelle Messe solenni, cantata dal suddiacono, mentre il
celebrante e il diacono ascoltano seduti. Le formule di introduzione variano a seconda dei libri della Scrittura.
Lctio...
Lettura...
Testo dal Proprio del giorno.
VANGELO
Il celebrante ritorna in mezzo allaltare. Profondamente inchinato, si prepara alla lettura del Vangelo dicendo
sottovoce la preghiera Munda cor meum. Nelle Messe solenni questa preghiera viene recitata dal diacono.
PARTE DIDATTICA
Nelle Messe solenni il diacono, prima di cantare il Vangelo, chiede la benedizione del celebrante.
V. Benedicimi, padre.
R. Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue
labbra, affinch tu annunci in modo degno e
conveniente il suo Vangelo. Nel nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Nelle altre Messe il celebrante stesso, prima di cantare o leggere il Vangelo, chiede la benedizione direttamente
a Dio.
Benedicimi, o Signore.
Il Signore sia nel mio cuore e sulle mie
labbra, affinch annunci in modo degno e
conveniente il suo Vangelo. Amen.
In piedi
Il celebrante si porta a sinistra dellaltare. Il Vangelo si ascolta in piedi. Ci si segna sulla fronte, sulle labbra e
sul cuore.
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
Il Vangelo pu essere seguito da una breve OMELIA, che i fedeli ascoltano seduti. Si alzano in piedi quanto il
celebrante torna allaltare per recitare il Credo o, se questo non va detto, per cominciare loffertorio.
CREDO
Il celebrante torna al centro dellaltare. Il Credo si dice nelle domeniche e durante le ottave, nelle feste e Messe
votive di I classe, nelle feste di II classe del Signore e della Madonna, nelle feste degli Apostoli ed Evangelisti e
nella festa della Cattedra di S. Pietro. Nelle Messe lette i fedeli possono recitare il Credo insieme al celebrante.
Nelle Messe in canto il celebrante intona le parole Credo in unum Deum e recita il resto del simbolo sottovoce,
mentre il coro o il popolo lo canta. Se il celebrante, in attesa che termini il canto, va a sedersi allo scanno, anche i
fedeli possono sedere finch il celebrante non torna allaltare, genuflettendo per alle parole Et incarnatus est ... et
homo factus est.
PARTE DIDATTICA
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II - IL SACRIFICIO
OFFERTORIO
Con loffertorio si entra nella celebrazione del sacrificio. Loffertorio antico comportava un rito: la
presentazione delle offerte; un canto processionale; una preghiera sulle offerte. Per ben comprendere loffertorio
attuale, necessario tener presenti questi tre elementi.
Seduti
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
Dopo aver detto o cantato Oremus, il celebrante aggiunge lantifona dOffertorio. Nelle Messe lette i fedeli
possono recitare lantifona dOffertorio insieme al celebrante. Nelle Messe in canto il celebrante la dice sottovoce,
mentre il coro o il popolo la canta.
Ormus.
Preghiamo.
Testo dal Proprio del giorno.
OFFERTA DEL PANE E DEL VINO
Il celebrante scopre il calice e comincia i riti delloffertorio, pregando sottovoce. Offrendo il pane e il vino, gi
si pensa allofferta di Cristo stesso nel quale essi saranno trasformati. Nelle Messe in canto il coro o il popolo
prosegue il canto dellantifona dOffertorio. Nelle Messe lette i fedeli possono eseguire un canto adatto, in latino
o in italiano, oppure seguire il rito in silenziosa meditazione.
Offerta del pane.
Il celebrante prepara il calice a destra dellaltare. Prima di offrirlo benedice lacqua con un segno di croce
(eccetto che nelle Messe dei defunti) e ne infonde alcune gocce nel calice. Il rito antichissimo di mescolare un po
dacqua nel vino simboleggia lunione dei cristiani con Cristo. magnificamente commentato dalla preghiera che
laccompagna.
eus, qui humn substnti dignittem mirabliter condidsti, et mirablius reformsti: da nobis per huius aqu et
vini mystrium, eius divinittis esse consrtes, qui humanittis nostr feri digntus
est prticeps, Iesus Christus, Flius tuus,
Dminus noster: Qui tecum vivit et regnat
in unitte Spritus Sancti Deus: per mnia
scula sculrum. Amen.
OFFERTORIO
11
Inchinato continua:
Nelle Messe lette si passa alla lavanda delle mani, p. 12. Nelle Messe solenni e cantate il celebrante benedice
lincenso.
er intercessinem beti Michalis Archngeli, stantis a dextris altris incnsi, et mnium electrum surum, incnsum
istud digntur Dminus bene + dcere, et in
odrem suavittis accpere. Per Christum
Dminum nostrum. Amen.
Poi incensa il Crocifisso e tutto laltare, recitando 3 versetti del salmo 140.
Vengono incensati il celebrante, il clero e il popolo; nelle Messe dei defunti incensato il solo celebrante.
12
OFFERTORIO
Il celebrante si porta alla destra dellaltare e si lava le mani, dicendo qualche versetto del salmo 25. Nelle Messe
dei defunti e del tempo di Passione, si omette il Gloria Patri alla fine del salmo.
Il celebrante ritorna al centro dellaltare. Sinchina e rinnova la sua offerta alla Santissima Trinit. Questa
preghiera riassume magnificamente il significato e limportanza della Messa.
ORATE, FRATRES
Il celebrante si volta verso i fedeli e, dicendo ad alta voce Orate, fratres, li invita a pregare con lui.
13
PREFAZIO
PREGHIERA EUCARISTICA
Siamo nel cuore della Messa. Il celebrante intona il prefazio e comincia la grande preghiera sacerdotale del
Canone: la preghiera per eccellenza della Chiesa, loblazione del santo sacrificio. Un breve dialogo tra
celebrante e fedeli dispone le anime a sentimenti di ringraziamento che convergono alla celebrazione dei santi
misteri. Nelle Messe lette i fedeli possono recitare il Sanctus insieme al celebrante. Nelle Messe in canto il coro o
il popolo canta il Sanctus, mentre il sacerdote lo dice sottovoce e prosegue con le preghiere del Canone.
In piedi
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
V. Sursum corda.
R. Habmus ad Dminum.
V. In alto i cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
PREFAZIO
Riportiamo qui il prefazio comune; si dice ogni volta che non c prefazio proprio. Si troveranno i prefazi propri alle pp.
27-32.
14
CANONE
Il celebrante sinchina profondamente, bacia laltare, benedice le offerte e inizia la grande preghiera sacerdotale
del Canone, che viene recitata interamente sottovoce. Nelle Messe in canto il coro o il popolo prosegue il canto
del Sanctus fino alla consacrazione esclusa. Nelle Messe lette i fedeli possono eseguire un canto adatto, concludendolo prima della consacrazione, oppure seguire il rito in silenziosa meditazione.
In ginocchio
Il celebrante domanda a Dio, per mezzo di Cristo, daccettare il sacrificio di suo Figlio offerto per la
redenzione degli uomini, a gloria della sua maest divina. Egli prega in primo luogo per tutta la Chiesa, per il
Papa ed il vescovo della diocesi e per i vescovi di tutto il mondo.
Il celebrante prega poi per coloro che vuole raccomandare in modo particolare a Dio e per tutti i presenti.
emnto, Dmine, famulrum famularmque tuarum N. et N. et mnium circumstntium, quorum tibi fides
cgnita est et nota devtio, pro quibus tibi
offrimus: vel qui tibi fferunt hoc sacrifcium laudis, pro se susque mnibus: pro
redemptine animrum surum, pro spe
saltis et incolumittis su: tibque reddunt
vota sua trno Deo, vivo et vero.
In unione ai Santi del cielo, in particolare alla Vergine Maria, agli Apostoli ed ai Martiri, egli si affida ai loro
meriti e alle loro preghiere.
* Vedere a p. 15 le variazioni che subisce in certe feste questa preghiera.
Segue a p. 16.
Segue a p. 16.
15
niti in una stessa comunione celebriamo il giorno santissimo della Pentecoste, nel quale lo Spirito Santo apparve
agli Apostoli in molte lingue di fuoco; e
veneriamo anzitutto la memoria della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del
nostro Dio e Signore Ges Cristo, *
16
Il celebrante distende le mani sulle offerte. Il ministro, con un colpo di campanello, ricorda ai fedeli
lavvicinarsi della consacrazione. Rinnovando loblazione, il celebrante distende le mani sullostia e sul calice,
come anticamente il gran sacerdote sulla vittima del sacrificio.
cco dunque lofferta che noi tuoi ministri, e con noi tutta la tua famiglia, Ti
presentiamo; accettala, o Signore, con benevolenza; disponi nella tua pace i giorni della
nostra vita, salvaci dalla dannazione eterna
ed ammettici nel gregge dei tuoi eletti. Per
Cristo nostro Signore. Amen.
Dalla Veglia pasquale al sabato in albis, e dalla vigilia di Pentecoste al sabato seguente, la Chiesa modifica il
testo dellHanc igitur per raccomandare specialmente a Dio i neofiti che hanno ricevuto il santo battesimo:
anc gitur oblatinem servitutis nostr, sed et cunct famli tu, quam
tibi offerimus pro his quoque, quos regenerre digntus es ex aqua et Spritu Sancto,
trbuens eis remissinem mnium peccatrum, qusumus, Dmine, ut plactus accpias: disque nostros in tua pace dispnas,
atque ab trna damnatine nos ripi, et in
electrum turum ibeas grege numerri.
Per Christum Dminum nostrum. Amen.
cco dunque lofferta che noi tuoi ministri, e con noi tutta la tua famiglia, Ti
presentiamo anche per questi che Ti sei
degnato di rigenerare dallacqua e dallo Spirito Santo, concedendo loro la remissione
di tutti i peccati; accettala, o Signore, con
benevolenza; disponi nella tua pace i giorni
della nostra vita, salvaci dalla dannazione
eterna ed ammettici nel gregge dei tuoi
eletti. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Il celebrante benedice di nuovo le offerte. Ultima e fervente preghiera prima di consacrare: Iddio si degni di
cambiare la nostra offerta nel Corpo e nel Sangue del suo Figlio diletto.
17
CONSACRAZIONE
Impersonando Cristo stesso, di cui ripete religiosamente tutti i gesti, il celebrante pronuncia lentamente,
uniformemente, sul pane prima, sul vino poi, le parole che Ges pronunci istituendo leucaristia, la vigilia della
sua passione. Il mistero della transustanziazione si compie e Ges Cristo, rinnovando il sacrificio del Calvario,
soffre al Padre come vittima di redenzione.
Fate ci in memoria di Me. Lordine del Signore stato eseguito ed Egli ora presente, e rinnova il suo
sacrificio. Nellintensa e profonda gioia di possedere un simile dono, la Chiesa loffre a Dio ripetendo a se stessa
linesprimibile ricchezza del mistero della salvezza e della gloria che Cristo ha dato al Padre. Il celebrante prosegue il Canone sottovoce. Nelle Messe in canto il coro o il popolo esegue il Benedictus, se non gi stato cantato,
oppure un mottetto eucaristico. Nelle Messe lette i fedeli possono intonare un canto adatto in onore della santissima Eucaristia, oppure seguire il rito in religioso silenzio, meditando i santi misteri a cui assistono. Si resta in
ginocchio fino al termine del Canone.
18
I sacrifici dellAntico Testamento, figure di quello di Cristo, sono stati graditi a Dio; il sacrificio di Cristo stesso
lo sar ancora di pi.
Il celebrante sinchina profondamente. Dopo aver ricordato i sacrifici dellAntica Legge, il celebrante ricorda
ora laltare del cielo, dove salgono tutte le nostre offerte, e baciando laltare su cui celebra, chiede che lofferta
cristiana, portata davanti al trono di Dio, ne ritorni carica di grazie e di benedizioni divine per coloro che
riceveranno la Comunione.
Prima di concludere il Canone, il celebrante prega per i defunti. Possano tutti entrare nella luce e nel riposo di Dio.
Il celebrante, battendosi il petto, dice ad alta voce le parole Nobis quoque peccatoribus e prosegue sottovoce. Al
pensiero del cielo, una umilissima ma confidente preghiera esprime lattesa ardente dei fedeli della terra. Peccatori
e sprovvisti di meriti, chiediamo che il perdono delle nostre colpe ci permetta di aver parte, con gli Apostoli ed i
Martiri, alla felicit dei Santi.
COMUNIONE
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La grande preghiera finisce con una degna conclusione. Cristo ci ha uniti al suo sacrificio. Uniamoci a lui nellatto
stesso in cui si offre al Padre, per rendere al Padre, nellunit dello Spirito Santo, tutta la gloria che Gli dovuta.
Si risponde: R. Amen.
R. Amen.
COMUNIONE
Tre gruppi di preghiere introducono alla Comunione: il Pater, la cui ultima domanda commentata dal Libera
nos, il Pax Domini e lAgnus Dei con la preghiera che segue, per lunit e la pace della Chiesa; due orazioni che
sono la preparazione personale del celebrante. Finita la Comunione, la dopocomunione chiede leffetto permanente della grazia del sacramento.
In piedi
PADRE NOSTRO
Terminato il Canone, il celebrante invita alla recita del Pater noster. Il Pater noster, nelle Messe in canto, viene cantato
dal solo celebrante ed il popolo risponde Sed libera nos a malo (senza Amen); nelle Messe lette i fedeli possono recitarlo
tutto (compreso lAmen finale) ad alta voce, in latino, insieme al celebrante.
Ormus.
Prcptis salutribus mniti, et divna institutine formti, audmus dcere:
Preghiamo.
Esortti dagli insegnamenti del Salvatore e
istruiti dalla parola di Dio, osiamo dire:
adre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia
fatta la tua volont, come in cielo cos in
terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e
rimetti a noi i nostri debiti, come noi li
rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre
in tentazione,
R. Ma liberaci dal male.
Amen.
Il celebrante continua sottovoce. Sviluppa lultima domanda del Pater noster, implorando lintercessione della Santa
Vergine, dei santi Apostoli e di tutti i Santi.
20
COMUNIONE
pacem in dibus nostris: ut, ope misericrdi tu aditi, et a peccto simus semper
lberi et ab omni perturbatine secri.
Per endem Dminum nostrum Iesum
Christum, Flium tuum. Qui tecum vivit et
regnat in unitte Spritus Sancti Deus.
Tre riti antichi sono qui ricordati: la frazione del pane, simbolo di unione: uno stesso pane spezzato e distribuito; la
commixtio: il celebrante mescolava al Sangue un frammento del Pane consacrato alla vigilia o alla Messa del vescovo,
altro simbolo di unione; il Pax Domini, che precede il bacio di pace.
Il celebrante spezza lostia a met, e con un frammento traccia tre segni di croce sul calice augurando ai fedeli la
pace di Cristo.
Il celebrante si batte tre volte il petto recitando lAgnus Dei. Prendendo su di S i nostri peccati, Cristo, lagnello
di Dio, ci d la vera pace, quella che ci riconcilia con Dio. Nelle Messe in canto il coro o il popolo comincia il
canto dellAgnus Dei. Nelle Messe lette i fedeli possono recitarlo ad alta voce insieme al celebrante, battendosi il
petto a ciascuna invocazione.
Alle Messe dei defunti si dice il seguente Agnus Dei, e non ci si batte il petto.
21
COMUNIONE
In ginocchio
Il celebrante continua a bassa voce. Nelle Messe solenni, la seguente orazione seguita dal bacio di pace. Il
celebrante lo d al diacono, che lo porta al suddiacono e questi al clero. Il bacio di pace non si scambia pi tra i
fedeli, ma ne rimane tutto il significato: nella misura in cui ci unisce a Cristo, la Comunione ci unisce pure ai
nostri fratelli. Nelle Messe dei defunti si omette questa orazione e il bacio di pace.
mine Iesu Christe, qui dixsti Apstolis tuis: Pacem relnquo vobis, pacem meam do vobis: ne respcias peccta
mea, sed fidem Ecclsi tu: emque
secndum volunttem tuam pacificre et
coadunre dignris: Qui vivis et regnas
Deus per mnia scula sculrum. Amen.
Nelle Messe solenni, il celebrante bacia laltare e dice a chi deve ricevere la pace:
Pax tecum.
R. Et cum spritu tuo.
Il celebrante si inchina per recitare sottovoce queste due preghiere di preparazione alla santa Comunione:
ignore Ges Cristo, Figlio del Dio vivente, che compiendo la volont del
Padre con la cooperazione dello Spirito
Santo, hai dato con la tua morte la vita al
mondo, liberami, in virt del tuo Corpo e
del tuo Sangue, da tutti i miei peccati e da
ogni male. Fa che resti sempre fedele ai
tuoi comandamenti e non permettere che
mai mi separi da Te, che, Dio, vivi e regni
con Dio Padre nellunit dello Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
ignore Ges Cristo, se ardisco ricevere il
tuo Corpo nonostante la mia indegnit,
ci non mi sia causa di giudizio e di
condanna, ma, grazie alla tua misericordia,
mi serva di protezione e di rimedio per
lanima e il corpo: Tu che, Dio, vivi e regni
con Dio Padre nellunit dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
22
COMUNIONE
Battendosi il petto, dice tre volte la seguente invocazione. Il ministro suona il campanello per invitare i fedeli
che devono ricevere la Comunione ad avvicinarsi alla balaustra.
ignore, non son degno che Tu entri sotto il mio tetto; ma di una sola parola e
sar guarita lanima mia.
Il celebrante si comunica col Corpo di Cristo. Alle Messe in canto, se non ci sono comunicandi, si inizia a
questo punto il canto dellantifona di Comunione. Se invece ci sono comunicandi, lantifona si canta durante la
Comunione dei fedeli.
orpus Dmini nostri Iesu Christi custdiat nimam meam in vitam trnam.
Amen.
l Corpo di nostro Signore Ges Cristo custodisca la mia anima per la vita eterna.
Amen.
anguis Dmini nostri Iesu Christi custdiat nimam meam in vitam trnam.
Amen.
Dopo essersi comunicato, il celebrante, rivolto ai fedeli, presenta loro lostia santa, dicendo a voce alta:
ignore, non son degno che Tu entri sotto il mio tetto; ma di una sola parola e
sar guarita lanima mia.
Il celebrante si avvicina ai fedeli che, inginocchiati alla balaustra, ricevono la sacra particola in bocca (non sulla
mano). Nelle Messe in canto si comincia a questo punto il canto dellantifona di Comunione. Nelle Messe lette si
pu eseguire un canto adatto. I fedeli restano in ginocchio fino a quando il santissimo Sacramento non stato
riposto nel tabernacolo, poi possono sedersi.
Ad ognuno che si comunica, il celebrante dice:
orpus Dmini nostri Iesu Christi custdiat nimam tuam in vitam trnam.
Amen.
23
COMUNIONE
Seduti o in ginocchio
ABLUZIONI
ANTIFONA DI COMUNIONE
In piedi
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
La dopocomunione chiede che siano in noi copiosi e duraturi i frutti del sacrificio. Alla dopocomunione del
giorno se ne aggiungono spesso una o due altre, come per le orazioni e le secrete.
Ormus.
Preghiamo.
Testo dal Proprio del giorno.
24
FINE DELLA MESSA
CONGEDO E BENEDIZIONE
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
V. Benediciamo il Signore.
R. Rendiamone grazie a Dio.
V. Benedicmus Dmino.
R. Deo grtias.
Nelle Messe dei defunti, invece di Ite, missa est, si dice:
V. Requiscant in pace.
R. Amen.
V. Riposino in pace.
R. Amen.
In ginocchio
Il celebrante recita sottovoce il Placeat, bacia laltare e benedice il popolo.
In certe Messe, indicate nel Proprio del giorno, come pure nelle Messe dei defunti, si omette la benedizione.
ULTIMO VANGELO
Il celebrante si porta a sinistra dellaltare. Lultimo Vangelo di introduzione recente (XVI sec.). Esso ricollega
il sacrificio della redenzione al mistero dellincarnazione del Verbo e della nostra filiazione divina nel Cristo.
Nelle Messe in canto lultimo Vangelo viene letto sottovoce, mentre il coro o il popolo esegue il canto finale.
Quando si detto il Benedicamus Domino, nelle Messe dei defunti seguite dallassoluzione e in qualche altra
occasione, segnalata nel Proprio del giorno, si omette lultimo Vangelo.
In piedi
V. Dminus vobscum.
R. Et cum spritu tuo.
25
Gv. 1, 1-14
26
PREGHIERE DOPO LA MESSA LETTA
(Indulgenza di 10 anni e per linvocazione finale altra indulgenza di 7 anni).
In ginocchio
Terminato lultimo Vangelo, il celebrante singinocchia sul gradino pi basso dellaltare e recita insieme ai
fedeli, in latino o in italiano, le seguenti preghiere. Si omettono nelle Messe lette celebrate con una certa solennit
e in qualche altra occasione.
Ormus.
eus, refgium nostrum et virtus, ppulum ad te clamntem proptius rspice: et intercednte glorisa et immaculta
Vrgine Dei Genitrce Mara, cum beto
Ioseph, eius Sponso, ac betis Apstolis tuis
Petro et Paulo, et mnibus Sanctis, quas
pro conversine peccatrum, pro libertte
et exaltatine sanct Matris Ecclsi,
preces effndimus, misricors et bengnus
exudi. Per endem Christum Dminum
nostrum. Amen.
Preghiamo.
Dio, nostro rifugio e nostra forza,
guarda propizio al popolo che Ti invoca: e, per lintercessione della gloriosa e
immacolata Vergine Maria, Madre di Dio,
di san Giuseppe, suo Sposo, dei tuoi santi
Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi,
esaudisci, misericordioso e benigno, le preghiere che Ti presentiamo per la conversione dei peccatori, per la libert e
lesaltazione della santa Madre Chiesa. Per
lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.
san Michele Arcangelo, difendici nella lotta; contro le perfide insidie del
demonio sii nostro presidio. Lo respinga
Iddio imploriamo supplichevoli. E Satana
e gli altri spiriti del male che si aggirano nel
mondo a rovina delle anime, tu, Principe
delle schiere angeliche, ricaccia nellinferno
con la forza di Dio.
R. Amen.
Cel. (tre volte) Cuore santissimo di Ges.
Fedeli (tre volte) Abbi piet di noi.
27
PREFAZI PROPRI
Si dice il prefazio proprio della Messa che si celebra: se la Messa non ne ha, si dice quello del Tempo; in
mancanza di questo, il prefazio comune.
Il prefazio proprio indicato nel Proprio del giorno.
PREFAZI DEL TEMPO: Natale (dal 25 dicembre al 5 gennaio); Epifania (dal 6 al 13 gennaio); Quaresima
(dal mercoled delle ceneri al sabato precedente la I domenica di Passione); santa Croce (dalla I domenica di
Passione al Gioved santo); pasquale (dalla Vigilia pasquale alla vigilia dellAscensione); Ascensione (dallAscensione al venerd precedente la vigilia di Pentecoste); Spirito Santo (dalla vigilia di Pentecoste al sabato seguente);
Trinit (tutte le domeniche ricorrenti al di fuori dei tempi elencati sopra).
PREFAZIO DI NATALE
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
Quia per incarnti Verbi mystrium,
nova mentis nostr culis lux tu clarittis
inflsit: ut, dum visibliter Deum cognscimus, per hunc in invisiblium amrem
rapimur.
Et deo cum Angelis et Archngelis, cum
Thronis et Dominatinibus, cumque omni
miltia clstis exrcitus, hymnum glri
tu cnimus, sine fine dicntes: (p. 13.)
PREFAZIO DELLEPIFANIA
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
Quia, cum Unignitus tuus in substntia
nostr mortalittis appruit, nova nos immortalittis su luce reparvit.
Et deo cum Angelis et Archngelis, cum
Thronis et Dominatinibus, cumque omni
miltia clstis exrcitus, hymnum glri
tu cnimus, sine fine dicntes: (p. 13.)
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
Qui corporli ieinio vtia cmprimis,
mentem levas, virttem largris et prmia:
per Christum Dminum nostrum.
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PREFAZI PROPRI
Per quem maiesttem tuam laudant Angeli, adrant Dominatines, tremunt Potesttes. Cli clormque Virttes, ac beta
Sraphim, scia exsultatine conclebrant.
Cum quibus et nostras voces ut admtti
ibeas, deprecmur, spplici confessine
dicntes: (p. 13.)
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
Qui saltem humni gneris in ligno
Crucis constitusti: ut, unde morte oriebtur, inde vita resrgeret: et qui in ligno
vincbat, in ligno quoque vincertur: per
Christum Dminum nostrum.
Per quem maiesttem tuam laudant Angeli, adrant Dominatines, tremunt Potesttes. Cli clormque Virttes, ac beta
Sraphim, scia exsultatine conclebrant.
Cum quibus et nostras voces ut admtti
ibeas, deprecmur, spplici confessine
dicntes: (p. 13.)
PREFAZIO PASQUALE
Nella Messa della Vigilia pasquale si dice in hac potssimum nocte, poi fino alla domenica in albis inclusa
in hac potssimum die; dal luned seguente alla vigilia dellAscensione: in hoc potssimum.
PREFAZI PROPRI
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PREFAZIO DELLASCENSIONE
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
Qui Unignitum tuum in cruce pendntem lncea mlitis transfgi volusti, ut
aprtum Cor, divn largittis sacrrium,
torrntes nobis fnderet miseratinis et
grti, et, quod amre nostri flagrre numquam dstitit, piis esset rquies et pnitntibus patret saltis refgium.
Et deo cum Angelis et Archngelis, cum
Thronis et Dominatinibus, cumque omni
miltia clstis exrcitus, hymnum glri
tu cnimus, sine fine dicntes: (p. 13.)
PREFAZIO DI CRISTO RE
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PREFAZI PROPRI
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus: per Christum Dminum
nostrum.
Qui ascndens super omnes clos, sednsque ad dxteram Patris, promssum
Spritum Sanctum (hodirna die) in flios
adoptinis effdit. Quaprpter profsis
gudiis, totus in orbe terrrum mundus
exsltat.
Sed et suprn Virttes, atque anglic
Potesttes, hymnum glri tu cncinunt,
sine fine dicntes: (p. 13.)
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
Qui cum unignito Flio tuo, et Spritu
Sancto, unus es Deus, unus es Dminus:
non in unus singularitte persn, sed in
unus Trinitte substnti. Quod enim de
tua glria, revelnte te, crdimus: hoc de
Flio tuo, hoc de Spritu Sancto, sine differntia discretinis sentmus. Ut in confessine ver sempiternque Deittis, et in
persnis propretas, et in essntia nitas, et
in maiestte adortur qulitas.
Quam laudant Angeli atque Archngeli,
Chrubim quoque ac Sraphim: qui non
cessant clamre cotdie, una voce dicntes:
(p. 13.)
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
PREFAZI PROPRI
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ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus:
Et te in2 *** beti Ioseph dbitis magnificre prcniis, benedcere et prdicre.
Qui et vir iustus, a te Depar Vrgini
Sponsum est datus: et fidlis servus ac prudens, super Famliam tuam est constittus:
ut Unignitum tuum, Sancti Spritus obumbratine concptum, patrna vice custodret, Iesum Christum Dminum nostrum.
Per quem maiesttem tuam laudant Angeli, adrant Dominatines, tremunt Potesttes. Cli clormque Virttes, ac beta
Sraphim, scia exsultatine conclebrant.
Cum quibus et nostras voces ut admtti
ibeas, deprecmur, spplici confessine
dicntes: (p. 13.)
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PREFAZI PROPRI
ere dignum et iustum est, quum et salutre, nos tibi semper et ubque grtias
gere: Dmine, sancte Pater, omnpotens
trne Deus: per Christum Dminum
nostrum.
In quo nobis spes bet resurrectinis
efflsit, ut, quos contrstat certa morindi
condtio, esdem consoltur futr immortalittis promssio. Tuis enim fidlibus,
Dmine, vita muttur, non tllitur, et, dissolta terrstris huius incoltus domo,
trna in clis habittio compartur.
Et deo cum Angelis et Archngelis, cum
Thronis et Dominatinibus, cumque omni
miltia clstis exrcitus, hymnum glri
tu cnimus, sine fine dicntes: (p. 13.)
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ASPERSIONE CON LACQUA BENEDETTA
Laspersione con lacqua benedetta, ogni domenica, prima della Messa principale, ricorda ai cristiani la santit
del loro battesimo.
Durante lanno:
Antiphona
sprges me, * Dmine, hysspo et
mundbor: lavbis me, et super nivem
dealbbor. Ps. 50, 3. Miserre mei, Deus,
secndum magnam misericrdiam tuam.
V. Glria Patri, et Flio, et Spirtui Sancto.
Sicut erat in princpio, et nunc, et semper:
et in scula sculrum. Amen. Asprges
me...
Antifona
spergimi, o Signore, con lissopo e sar
purificato; lavami e diverr pi bianco
della neve. Sal. 50, 3. Abbi piet di me, o
Dio, per la tua grande misericordia. V. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio, ora e sempre e nei
secoli dei secoli. Amen. Aspergimi...
Nella I domenica di Passione, dopo il salmo non si dice il Gloria Patri, ma si ripete direttamente lantifona.
Antifona
o visto lacqua che sgorgava dal lato
destro del Tempio, alleluia; e tutti
quelli cui giunse questacqua furono salvi e
dissero: Alleluia, alleluia. Sal. 117, 1. Lodate il Signore perch buono, perch eterna
la sua misericordia. V. Gloria al Padre e
al Figlio e allo Spirito Santo. Come era in
principio, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. Ho visto lacqua...
Ormus.
xudi nos, Dmine, sancte Pater,
omnpotens aetrne Deus: et mttere
dignris sanctum Angelum tuum de clis,
qui custdiat, fveat, prtegat, vsitet, atque
defndat omnes habitntes in hoc habitculo. Per Christum Dminum nostrum.
R. Amen.
Preghiamo.
scoltaci, o Signore, Padre santo, Dio
onnipotente ed eterno, e dgnati di
mandare dal cielo il tuo santo Angelo che
custodisca, consoli, protegga, visiti e difenda tutti quelli che sono qui riuniti. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
A
z