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1. Con sentenza in data 25.10.2012, la Corte d'appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, in riforma
della sentenza del Tribunale di Taranto, sezione distaccata di Manduria, dichiarava non doversi procedere
nei confronti di M.G. in ordine a tutti i reati a lui ascritti (e precisamente i capi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9,
10, 11, 12, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20 e 21) fatta eccezione di quello di cui al capo 13 della rubrica
limitatamente all'importo di Euro 9.000,00 erogato nel maggio 2005, perch estinti per prescrizione; per
l'effetto, la Corte territoriale, previa l'esclusione dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 7 e ferma la gi
ritenuta aggravante di cui all'art. 61, n. 11 contestata in fatto, rideterminava la pena nei confronti del M.
in relazione al citato capo 13, cos come circoscritto, nella misura di anni uno e mesi quattro di reclusione
ed Euro 400,00 di multa, con pari durata temporale dell'interdizione dall'esercizio della professione di
promotore finanziario.
Venivano confermate le statuizioni civili nei confronti dell'imputato, salva la concessa provvisionale di cui
veniva disposta la eliminazione e venivano altres eliminate le statuizioni medesime nei confronti del
responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a.
(quanto ai capi 1 e 4); previa esclusione della concessa provvisionale, venivano confermate nel resto le
statuizioni civili a carico dell'imputato e, quanto al responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a.,
limitatamente all'importo di Euro 3.000,00 cos circoscritto nei confronti di quest'ultimo l'ammontare del
risarcimento; venivano condannati l'imputato ed il responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a., in solido
tra loro, alla rifusione delle spese del grado in favore della parte civile P.P. (quanto al capo 5); previa
esclusione della concessa provvisionale, venivano confermate nel resto le statuizioni civili a carico
dell'imputato e del responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a., con condanna, in solido tra loro, alla
rifusione delle spese del grado in favore della parte civile P.W. (quanto al capo 6);
previa esclusione della concessa provvisionale, venivano confermate nel resto le statuizioni civili a carico
dell'imputato e, quanto al responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a., limitatamente all'importo di Euro
7.000,00 cos circoscritto nei confronti di quest'ultimo l'ammontare del risarcimento; venivano condannati
l'imputato ed il responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a., in solido tra loro, alla rifusione delle spese
del grado in favore della parte civile B.D. (quanto al capo 7); venivano confermate le statuizioni civili nei
confronti dell'imputato (quanto ai capi 10, 11 e 12); veniva ridotto l'ammontare della provvisionale
liquidata a carico dell'imputato ed in favore della parte civile G.R. ad Euro 5.500,00; venivano confermate
nel resto le statuizioni civili e condannato l'imputato alla rifusione delle spese del grado (quanto al capo
13); venivano confermate le statuizioni civili nei confronti dell'imputato, salva la concessa provvisionale di
cui veniva disposta la eliminazione e venivano altres eliminate le statuizioni medesime nei confronti del
responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a. (quanto al capo 14);
venivano confermate le statuizioni civili nei confronti dell'imputato che veniva condannato alla rifusione
delle spese del grado in favore della parte civile M.T. (quanto ai capi 16 e 17); veniva eliminata la
concessa provvisionale e confermate nel resto le statuizioni civili a carico dell'imputato che veniva
condannato alla rifusione delle spese del grado in favore della parte civile P.G. (quanto ai capi 18 e 19);
venivano confermate le statuizioni civili nei confronti dell'imputato che veniva condannato alla rifusione
delle spese del grado in favore delle parti civili M.G. e B.G. (quanto ai capi 20 e 21);
venivano eliminate le statuizioni civili pronunciate in favore della parte civile Banca Euromobiliare s.p.a.
ed in danno del responsabile civile Maiorano Assicurazioni s.r.l.; venivano confermate le residue
statuizioni civili pronunciate in favore della parte civile Banca Euromobiliare s.p.a. ed in danno
dell'imputato, che veniva altres condannato alla rifusione delle spese del grado.
2. Avverso della sentenza venivano proposti, tramite difensori, distinti ricorsi per cassazione,
rispettivamente da parte dall'imputato e di Banca Euromobiliare s.p.a. sia in qualit di responsabile civile
che di querelante/persona offesa, gi costituita parte civile.
3. Nel ricorso nell'interesse di M.G., si deduce: - inosservanza o erronea applicazione della legge penale
con riferimento all'art. 646 cod. pen. e art. 192 cod. proc. pen. (primo motivo);
-mancanza e manifesta illogicit della motivazione con riferimento alla contestata condotta appropriativa
ed ai criteri di valutazione della prova (secondo motivo);
-inosservanza o erronea applicazione della legge penale con riferimento all'art. 61 c.p., n. 11 (terzo
motivo);
-mancanza e manifesta illogicit della motivazione con riferimento alla circostanza aggravante di
cui all'art. 61 c.p., n. 11 (quarto motivo);
-mancanza e manifesta illogicit della motivazione con riferimento alla richiesta di rinnovazione
dell'istruttoria exart. 603 cod. proc. pen. (quinto motivo);
-inosservanza o erronea applicazione della legge penale con riferimento ai criteri di quantificazione della
pena e di riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche (sesto motivo).
Banca Euromobiliare s.p.a. in qualit di querelante/persona offesa, gi costituita parte civile, si deduce,
come motivo unico:
-l'illegittimit dell'esclusione del responsabile civile Maiorano Assicurazioni s.r.l. e la contraddittoriet della
motivazione sul punto rispetto alle risultanze dibattimentali.
Osserva la ricorrente come il giudice di prime cure avesse condannato Maiorano Assicurazioni s.r.l., in
solido con l'imputato, a risarcire i danni cagionati alla parte civile Banca Euromobiliare s.p.a.,
quantificazione demandata alla separata sede civile, concedendo una provvisionale di Euro 120.000,00.
La sentenza impugnata si era invece risolta a riformare la pronuncia di primo grado pervenendo
all'esclusione del responsabile civile Maiorano Assicurazioni s.r.l., asserendo - in modo apodittico ed in
contrasto con le effettive evidenze probatorie - che il dibattimento si sarebbe concluso senza
l'acquisizione degli elementi necessari a provare la commissione da parte dell'imputato ed in qualit di
preposto della Maiorano Assicurazioni s.r.l., dell'attivit in relazione alla quale si sarebbero svolti gli illeciti
oggetto delle contestazioni.
Assicurazioni s.r.l. impone l'annullamento della sentenza impugnata limitatamente all'esclusione dal
processo di quest'ultima, quale responsabile civile, con conseguente doverosa rimessione delle parti
avanti al giudice civile competente per valore in grado di appello in relazione al petitum richiesto.
7. Manifestamente infondato e, come tale, inammissibile il ricorso di M.G..
7.1. Va premesso come il ricorrente, non senza evocare in larga misura censure in fatto non proponibili in
questa sede, si per lo pi limitato a riprodurre le stesse questioni gi devolute in appello e da quei
giudici puntualmente esaminate e disattese, con motivazione del tutto coerente ed adeguata. E' ormai
pacifica acquisizione della giurisprudenza di questa Suprema Corte come debba essere ritenuto
inammissibile il ricorso fondato su motivi che riproducono le medesime ragioni gi discusse e ritenute
infondate dal giudice del gravame, dovendosi gli stessi considerare non specifici.
La mancanza di specificit del motivo, infatti, va valutata e ritenuta non solo per la sua genericit, intesa
come indeterminatezza, ma anche per la mancanza di correlazione tra le ragioni argomentate dalla
decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell'impugnazione, dal momento che quest'ultima non
pu ignorare le esplicitazioni del giudice censurato senza cadere nel vizio di aspecificit che conduce, a
norma dell'art. 591 cod. proc. pen., comma 1, lett. c), alla inammissibilit della impugnazione (v., in tal
senso, Cass., Sez. 2, n. 29108 del 15/07/2011, Cannavacciuolo non mass.; conf., Cass., Sez. 5, n. 28011
del 15/02/2013, Sammarco, Rv. 255568; Cass., Sez. 4, n. 18826 del 09/02/2012, Pezzo, Rv. 253849;
Cass., Sez. 2, n. 19951 del 15/05/2008, Lo Piccolo, Rv. 240109; Cass., Sez. 4, n. 34270 del 03/07/2007,
Scicchitano, Rv. 236945; Cass., Sez. 1, n. 39598 del 30/09/2004, Burzotta, Rv. 230634; Cass., Sez. 4, n.
15497 del 22/02/2002, Palma, Rv. 221693).
Ma non solo. Nella motivazione della sentenza d'appello, con riferimento alla parte riguardante
l'affermazione della penale responsabilit del M.G. e del regime sanzionatorio allo stesso applicabile, non
si ravvisa alcuna manifesta illogicit o contraddizione che la renda sindacabile in questa sede. Infatti, nel
momento del controllo di legittimit, la Suprema Corte non deve stabilire se la decisione di merito
proponga effettivamente la migliore possibile ricostruzione dei fatti n deve condividerne la
giustificazione, ma deve limitarsi a verificare se questa giustificazione sia compatibile con il senso comune
e con "i limiti di una plausibile opinabilit di apprezzamento", secondo una formula giurisprudenziale
ricorrente (Cass., Sez. 5, n. 1004 del 30/11/1999, dep. 31/01/2000, Rv. 215745; Cass., Sez. 2, n. 2436
del 21/12/1993, dep. 25/02/1994, Rv. 196955). Del resto, va ricordato che il vizio di motivazione implica
o la carenza di motivazione o la sua manifesta illogicit. E, sotto quest'ultimo profilo, la correttezza o
meno dei ragionamenti dipende anzitutto dalla loro struttura logica e questa indipendente dalla verit
degli enunciati che la compongono (cfr., Cass., Sez. 1, n. 41738 del 19/10/2011, dep. 15/11/2011, Pmt in
proc. Longo, Rv. 251516, secondo la qual il sindacato del giudice di legittimit sulla motivazione del
provvedimento impugnato deve essere volto a verificare che quest'ultima: a) sia "effettiva", ovvero
realmente idonea a rappresentare le ragioni che il giudicante ha posto a base della decisione adottata; b)
non sia "manifestamente illogica", perch sorretta, nei suoi punti essenziali, da argomentazioni non
viziate da evidenti errori nell'applicazione delle regole della logica; c) non sia internamente
"contraddittoria", ovvero esente da insormontabili incongruenze tra le sue diverse parti o da
inconciliabilit logiche tra le affermazioni in essa contenute;
d) non risulti logicamente "incompatibile" con "altri atti del processo" (indicati in termini specifici ed
esaustivi dal ricorrente nei motivi posti a sostegno del ricorso) in misura tale da risultarne vanificata o
radicalmente inficiata sotto il profilo logico).
7.2. Fermo quanto precede, in relazione al primo e al secondo motivo, trattabili congiuntamente per
omogeneit di tema, rileva il Collegio come la Corte territoriale, con motivazione congrua e priva di vizi
logico-giuridici, come tale capace di "superare" le odierne censure, abbia riconosciuto come apparissero
"del tutto condivisibili le motivazioni esposte dal Tribunale in merito all'attendibilit delle testimonianze
delle persone offese, tutte lineari, coerenti, prive di eccessi sintomatici di inattendibilit ..., confermate
dalla copiosa documentazione acquisita, in buona parte depositata anche dalla difesa della
Euromobiliare ...; ... le deposizioni, in un certo senso, si rafforzano a vicenda, evidenziando il carattere
programmato e non "anomalo" delle varie appropriazioni poste in essere dal M.".
Adeguatezza di motivazione si registra anche con riferimento al capo 13) relativo alla posizione del
sacerdote G.R., costituito parte civile nei confronti del M.. La Corte opera al riguardo richiamo per
relationem alla sentenza di primo grado, e segnatamente alle parti in cui vengono riportate "le chiari e
lineari dichiarazioni del G. in ordine al versamento della complessiva somma di Euro 31.000,00 in tre
tranches (due assegni ed un pagamento in contanti, dal dicembre 2002 al maggio 2005)", riconoscendo
come anche qui il Tribunale avesse "indicato con precisione la prova documentale ... che conferma la
veridicit delle dichiarazioni".
Il ricorrente, invero, reiterando il motivo d'appello, non contesta sostanzialmente il versamento dei
predetti tre importi, bens "fa leva, essenzialmente, sulla presunta restituzione della somma di Euro
23.000,00 a mezzo di assegno emesso in favore della ditta Bellucchi Elchi ...", ritenendo di aver provato
tale pagamento. La Corte territoriale evidenzia, tuttavia, come "la prova riguarda un pagamento di soli
Euro 6.282,00 ... confermato dal teste G. B. ... evidentemente mai portato a conoscenza del G., il quale
ha infatti riferito di apprendere in quel momento di tale pagamento" ed aggiunge che "quanto ai
versamenti effettuati dal padre e dalla sorella del M., dei quali il G. ha ugualmente detto di non essere a
conoscenza, risultano effettivamente documentati due pagamenti sul conto della parrocchia di Euro
3.000,00 e di Euro 5.000,00, rispettivamente da parte di M.A.L. e M.C.. Invece non v' nessuna prova in
merito alla destinazione e all'incasso delle matrici di assegno, ugualmente depositati dalla difesa, in
relazione alla posizione in esame".
Fermi i rilievi che precedono, va in ogni caso precisato come il giudice, una volta esaminati
compiutamente i fatti rilevanti ed espresso il proprio convincimento dando logica ed adeguata spiegazione
dei risultati acquisiti e dei criteri adottati, non tenuto ad esaminare singolarmente, ed al contrario, tutti
gli elementi che vengano addotti per sostenere una diversa - e, a sua parere, inverosimile - ricostruzione
del fatto: un effetto, per cos dire, di "assorbimento", che si ritiene ricorrere nella fattispecie e che ha
correttamente esonerato il giudice del provvedimento impugnato a prendere specifica posizione sugli
ulteriori profili di censura attinenti gli elementi probatori raccolti a carico del M..
7.3. Altrettanta manifesta infondatezza involge il terzo ed il quarto motivo di doglianza.
Sul riconoscimento della circostanza aggravante, la Corte territoriale offre adeguata e condivisibile
motivazione, capace di "coprire" tutti i profili di doglianza nuovamente riproposti in sede di legittimit,
riconoscendo l'irrilevanza dei moventi della condotta e la rilevanza e la decisivit della (sola) circostanza
rappresentata dal fatto "che i risparmiatori conferivano al M. un mandato d'opera, legato all'ordinario
svolgimento della sua attivit, in modo professionale ed in forma di impresa, alla quale l'imputato era
"delegato" in forza di un regolare contratto con la Euromobiliare stipulato in data 29.09.2003. Al possesso
del denaro hanno fatto seguito gli illeciti atti di interversione del possesso:
la fattispecie quindi quella tipica dell'appropriazione indebita, ben descritta nei suoi elementi oggettivo e
soggettivo alle pagg.
78/79 della sentenza impugnata. Non rileva in questa sede il fatto che l'imputato, parallelamente,
svolgesse altre attivit e consulenze ... dal momento che i capi d'imputazione 1/14 attengono tutti a casi
in cui il M. spendeva il nome della societ e raccoglieva il risparmio, secondo lo schema del mandato
ricevuto dalla stessa ...".
7.4. Identiche conclusioni di manifesta infondatezza vanno tratte in relazione al quinto motivo di
doglianza.
La giurisprudenza di legittimit assolutamente conforme nel riconoscere come il rigetto dell'istanza di
rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale in appello si sottrae al sindacato di legittimit quando la
struttura argomentativa della motivazione della decisione di secondo grado si fonda su elementi sufficienti
per una compiuta valutazione in ordine alla responsabilit (cfr., ex multis, Cass., Sez. 6, n. 30774 del
16/07/2013, dep. 17/07/2013, Trecca, Rv. 257741). Nella fattispecie, la manifesta infondatezza del
motivo di ricorso, inerente alla violazione dell'art. 603 cod. proc. pen. per l'omesso accoglimento
dell'istanza di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale attraverso la sollecitazione all'acquisizione
d'ufficio di documenti (nella specie "di tutti gli assegni bancari emessi nel periodo di riferimento, al fine di
meglio circoscrivere, ridimensionare o addirittura annullare le pretese economiche lamentate dai
querelanti"), emerge (fino a sconfinare nell'evidenza) dalla stessa prospettazione della richiesta di
integrazione probatoria avanzata alla Corte territoriale (motivi di appello) con riferimento alla carente o
confusa enunciazione della "decisivit" delle assumende nuove prove da raccogliersi con chiara finalit
"esplorativa".
Censura il ricorrente la contraddittoriet della decisione dei giudici d'appello che hanno ritenuto come il M.
avesse avuto modo "di depositare documentazione completa, regolarmente indicizzata per ciascuna
posizione". In realt, il provvedimento della Corte territoriale ha chiaramente natura declinatoria della
richiesta con implicito ma inequivoco riconoscimento della sua non assoluta necessariet n sul piano
conoscitivo n su quello diversamente valutativo alla luce del materiale probatorio raccolto, il tutto in
conformit all'insegnamento giurisprudenziale indicato in premessa.
La doglianza di mancata ammissione di una prova decisiva si risolve, una volta che il giudice abbia
indicato in sentenza le ragioni della non ammissione della prova ex art. 603 cod. proc. pen., in una
verifica della logicit e congruenza della relativa motivazione correlata al materiale probatorio raccolto e
apprezzato: e l'impugnata sentenza di appello motiva a sufficienza sulle ragioni della raggiunta
completezza dell'indagine probatoria. Del resto, non superfluo rammentare che l'esercizio del potere di
rinnovazione istruttoria si sottrae, per la sua natura discrezionale, allo scrutinio di legittimit, nei limiti in
cui la decisione del giudice di appello (tenuto ad offrire specifica giustificazione soltanto dell'ammessa
rinnovazione) presenti una struttura argomentativa evidenziante - in caso di denegata rinnovazione l'esistenza di fonti sufficienti per una compiuta e logica valutazione in punto di responsabilit (cfr., Cass.,
Sez. 6, n. 5782 del 18/12/2006, Gagliano, Rv. 236064). Ci che quanto deve constatarsi alla luce del
testo dell'impugnata sentenza della Corte d'Appello di Lecce.
7.5. Anche il sesto motivo affetto da manifesta infondatezza. Sia in ordine alla determinazione della
pena irrogata che al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, la sentenza
coerentemente alle finalit in vista delle quali l'incarico stato conferito, in maniera tale da far apparire al
terzo in buona fede che l'attivit posta in essere, per la consumazione dell'illecito, rientrasse nell'incarico
affidato (Cass., Sez. 1 civ., n. 6829 del 24/03/2011, Rv. 616357).
8.3. Infondato anche il terzo motivo di doglianza. Nessuna incongruit o inesattezza materiale di calcolo
rileva il Collegio alle merito alla determinazione delle somme riconosciute a favore delle parti civili
costituite, P.P. (capo 5), P.W. (capo 6) e B.D. (capo 7).
La Corte territoriale, dopo aver dato atto (par. 8 a pag. 14 della sentenza impugnata) di aver considerato
- nella propria criteriologia di calcolo - le somme consegnate e/o restituite ai denuncianti, ha cos
provveduto:
-con riferimento alla posizione di P.P., viene liquidata in via equitativa, a titolo di danno morale, la somma
di Euro 3.000,00 posta a carico della Euromobiliare s.p.a., importo ridotto rispetto a quello liquidato in
primo grado e che tiene conto del fatto che il responsabile civile non pu rispondere in relazione alla
consegna dell'importo di Euro 5.000,00 del gennaio 2003;
-con riferimento alla posizione di P.W., viene confermata - in assenza di consegne, restituzioni o altri
presupposti legittimanti una riduzione dell'importo - la liquidazione in via equitativa, a titolo di danno
morale, effettuata dal giudice di prime cure nella misura di Euro 1.700,00, somma posta a carico della
Euromobiliare s.p.a.;
-con riferimento alla posizione di B.D., viene liquidata in via equitativa, a titolo di danno morale, la
somma di Euro 7.000,00 posta a carico della Euromobiliare s.p.a., importo ridotto rispetto a quello
liquidato in primo grado e che tiene conto del fatto che il responsabile civile non pu rispondere in
relazione alla consegna dell'importo di Euro 5.000,00 del luglio 2003.
9. Alla declaratoria di inammissibilit del ricorso di M. G. consegue, per il disposto dell'art. 616 cod. proc.
pen., la condanna del medesimo al pagamento delle spese processuali nonch al versamento, in favore
della Cassa delle ammende, di una somma che, considerati i profili di colpa emergenti dal ricorso, si
determina equitativamente in Euro 1.000,00. Infine, all'accoglimento della domanda della parte civile
Banca Euromobiliare s.p.a., consegue la condanna di M.G., in solido con Maiorano Assicurazioni s.r.l. in
persona del legale rappresentante pro tempore, alla rifusione delle spese processuali sostenute nel grado
dalla predetta parte civile, spese che si liquidano in Euro 4.000,00 oltre rimborso spese forfettarie, IVA e
CPA.
P.Q.M.
Annulla la sentenza impugnata limitatamente all'esclusione del responsabile civile Maiorano Assicurazioni
s.r.l. e rimette sul punto le parti avanti al giudice civile competente per valore in grado d'appello; rigetta il
ricorso del responsabile civile Banca Euromobiliare s.p.a.; dichiara inammissibile il ricorso di M. G. che
condanna al pagamento delle spese processuali nonch al versamento della somma di Euro 1.000,00 alla
Cassa delle ammende;
condanna altres M.G., in solido con Maiorano Assicurazioni s.r.l. in persona del legale rappresentante pro
tempore, alla rifusione delle spese processuali sostenute nel grado dalla parte civile Banca Euromobiliare
s.p.a. che liquida in Euro 4.000,00 oltre rimborso spese forfettarie, IVA e CPA. Cos deciso in Roma, nella
Pubblica Udienza, il 15 ottobre 2014.
Depositato in Cancelleria il 11 novembre 2014