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FLUX CREEP
GERARDO IANNONE
Capitolo 1
Introduzione alla
superconduttivit`
a
1.1
Introduzione
Nel 1911 il fisico olandese H. Kamerlingh Onnes scopr` che alcuni ma-
teriali, come il mercurio riportato in figura 1.1, portati a temperatura sufficientemente bassa, presentano una transizione ad uno stato a resistenza
nulla: a questo stato della materia venne dato il nome di stato superconduttore.
Molti anni dopo si scopr` che la perfetta conduttivit`a non era la caratteristca
fondamentale dello stato superconduttore: i materiali in questo stato sono
infatti dei diamagneti perfetti.
Numerosi esperimenti mostrarono inoltre che il flusso di induzione magnetica in un superconduttore `e quantizzato in multipli interi di 0 =
hc
2e ,
detto
flussone, o quanto di flusso. Il passaggio dallo stato normale allo stato superconduttore avviene tramite una transizione di fase del secondo ordine
che si ha quando la temperatura viene portata al di sotto di un valore critico Tc . Durante la transizione di fase il campo magnetico viene espulso dal
materiale (eetto Meissner); il lavoro necessario allespulsione `e compensato
1.1 Introduzione
dal guadagno di energia libera del sistema nel passaggio allo stato superconduttore. Per questo motivo il campo magnetico non pu`o eccedere un
certo valore critico Hc (T ), al di sopra del quale la transizione di fase non
Figura 1.2: Andamento dei campi magnetici critici per un superconduttore del
secondo tipo.
1.1 Introduzione
`e pi`
u energeticamente favorita. Tuttavia esiste una categoria di materiali
superconduttori in cui si pu`o osservare una parziale penetrazione del campo
magnetico; questi vengono chiamati superconduttori del II tipo, per distinguerli dai superconduttori del I tipo, che sono diamagneti perfetti fino a
che si trovano nello stato superconduttore.
Nei superconduttori del II tipo si possono distinguere due campi critici: Hc1
e Hc2 . In presenza di campi magnetici H applicati inferiori ad Hc1 il materiale rimane nello stato Meissner; per Hc1 < H < Hc2 il materiale passa
nello stato misto in cui, pur mantenendo la propriet`a di perfetta conduttivit`a, lascia penetrare parzialmente il campo magnetico. Infine applicando un
campo superiore a Hc2 la superconduttivit`a scompare e si ha la transizione
di fase allo stato normale. Sia il campo critico inferiore che il campo critico superiore sono funzionione della temperatura; ovviamente invertendo la
funzione H(T) si pu`o ricavare la dipendenza della temperatura critica dal
campo magnetico. Una rappresentazione schematica del camportamento di
un superconduttore del secondo tipo in presenza di campo magnetico applicato `e riportata in figura 1.2.
Oltre al campo magentico critico si definisce una densit`a di corrente critica
Jc (T ) oltre la quale il campione presenta dissipazione.
In generale il valore di Hc2 `e molto superiore al valore di Hc nei superconduttori del I tipo. Ci`o `e dovuto al guadagno energetico che si ottiene
lasciando penetrare parzialmente il campo magnetico rispetto allespulsione
completa. Qualsiasi applicazione pratica richiede che il materiale rimanga
nello stato superconduttore in presenza di campi magnetici elevati e che
possa essere sfruttato per trasportare, senza dissipazione, correnti elevate e
quindi i superconduttori del II tipo presentano le caratteristiche migliori per
la realizzazione di dispositivi di utilizzo pratico. Tuttavia questi materiali
nello stato misto presentano dei fenomeni dissipativi non presenti nello stato Meissner, che sono conseguenza delle caratteristiche particolari di questo
1.2
La teoria microscopica dello stato superconduttore (BCS) venne sviluppata da Bardeen, Cooper e Scrieer nel 1957. La teoria BCS spiega le propriet`a dei superconduttori del I tipo, ma `e inapplicabile a sistemi finiti (le
equazioni microscopiche per sistemi finiti, sviluppate da Gorkov non sono
in generale facilmente risolubili) e al fine di eettuare predizioni sul comportamento dei superconduttori si utilizzano usualmente delle teorie fenomenologiche.
Queste teorie, partendo dalla teoria del superfluido e dalla fenomenologia
delleetto Maissner, trattano il superconduttore come un oggetto in cui
coesistono due specie di elettroni (gli elettroni normali e gli elettroni superconduttori) e sono per questo spesso indicate come modelli a due fluidi. F.
e H. London proposero due equazioni per descrivere il comportamento del
campo elettrico microscopico ~e, e del campo magnetico microscopico, ~h:
~e =
@
(J~S )
@t
~h = cr
~ ^ (J~S )
(1.1)
(1.2)
42L
m
=
2
c
nS e2
(1.3)
r2~h =
h
2L
4 ~
c J,
d`a:
(1.4)
L (0) =
mc2
4ns (0)e2
(1.5)
JS (~r) =
e2 nS 3
mc 40
Z ~ ~
R(R ~a(r0 ))
R4
R
exp( )dr~0
(1.6)
1.3
Teoria di Ginzburg-Landau
La teoria fenomenologica che meglio descrive le propriet`a dello stato
nS = |(~x, T )|2
(1.7)
Poich`e `e il parametro dordine dello stato superconduttore esso deve tendere a zero con continuit`a per T ! TC .
In questottica `e possibile ipotizzare uno sviluppo in serie di potenze della densit`a di energia libera di Gibbs GS dello stato superconduttore, in
prossimit`a della temperatura di transizione, che vale per materiali isotropi.
2
1
~ e A
~ |2 + (h H)
GS (H) = GN (0) + || + || +
|
i
h
r
2m
c
8
(1.8)
2
1
~ e A
~
(T ) + || +
i
h
r
2m
c
2
=0
e h
e 2
~
~
~
J~S =
(
r
r)
||2 A
2m i
m c
(1.9)
(1.10)
(T ) =
mc2
8e2 |(T )|
(1.11)
(T )2 =
2
h
2m |(T )|
(1.12)
(T )
mc
=
=
(T )
e
h
(1.13)
p1
2
FS (T ) = FN (0) + (T )[||2
8e2 2
1
~ 2 ] (1.14)
(T )||4 2 (T )| i
hr|
2
mc
h
in cui si `e tenuto conto che (T ) < 0 per T < TC . Dalla 1.14 si evince che
le variazioni spaziali del parametro dordine hanno un contributo tanto pi`
u
significativo rispetto agli altri termini, quanto pi`
u `e grande (in particolare
rispetto a ). Il rapporto tra e `e cruciale nella determinazione dellenergia
di parete.
1.3.1
10
(T ) = 0
|(T )|2 =
(1.15)
(T )
(1.16)
in cui la prima soluzione descrive la fase normale, mentre la seconda descrive la fase superconduttiva. Quale delle due sia favorita dipende dalla
temperatura. Per T < TC , il valore di equilibrio di , assumendo che sia
reale `e:
1 (T ) =
(T )
(1.17)
@2
h
(z, T ) = 0
2m @z 2
(1.18)
11
Figura 1.3: Andamento schematico del parametro dordine e del campo magnetico h in corrispondenza di uninterfaccia S/N in un superconduttore del I e del
II tipo rispettivamente.
(z, T ) = 1 (T )f (z)
(1.19)
z
z
f (z) = tanh p
) (z, T ) = 1 (T ) tanh p
2(T )
2(T )
(1.20)
1.3.2
Energia di parete
12
2
8e2 2
4 1 2
~ e A
~ |2 ]+ (H h)
(T
)||
(T
)|
i
h
r
mc2
h
c
8
(1.21)
In questa espressione vediamo che il campo magnetico e il parametro dordine concorrono allenergia nel seguente modo: il parametro dordine rende
minima lenergia quando assume il valore di equilibrio 1 , mentre il campo
magnetico microscopico ~h rende minima lenergia quando assume il valore
~ Poich`e per`o il superconduttore espelle il
del campo esterno applicato H.
campo magnetico, il contributo allenergia di h `e positivo quanto pi`
u rapidamente esso decresce a zero. Nellinterno del superconduttore lenergia
spesa per espellere il campo viene compensata dalla presenza del parametro
dordine 1 . Vicino ad uninterfaccia cresce pi`
u o meno rapidamente a
seconda del valore di (T ), e il suo contributo allenergia `e negativo. Come
si pu`o intuire dalla figura 1.3, nel caso di superconduttori del I tipo, poich`e
1 ( ), la presenza di uninterfaccia comporta un incremento di
energia, poich`e il contributo positivo di h non viene compensato dal contributo negativo dovuto a , che cresce lentamente (con ) rispetto a quan~ Al contrario, se
to rapidamente (con ) il valore di ~h si allontana da H.
1, la presenza di uninterfaccia comporta una diminuzione di energia,
perch`e in corrispondenza di essa h e coesistono. Per calcolare il contrib-
Z +1
1
13
(1.22)
in cui gSH (x) `e la densit`a di energia libera di Gibbs del sistema in funzione
della posizione. Lesatto crossover tra energia di parete positiva e energia
p
di parete negativa avviene per = 1/ 2, come calcolato numericamente
da Ginzburg e Landau. Pur avendo ottenuto questo risultato Ginzburg e
Landau non riuscirono a prevedere la comparsa dei vortici e la conseguente
penetrazione del campo magnetico nei superconduttori del secondo tipo,
descritte dalla soluzione di Abrikosov.
1.3.3
La soluzione di Abrikosov
Nel 1957 Abrikosov propose una soluzione delle equazioni di GinzburgLandau per un superconduttore caratterizzato da 1.
= ||ei(,)
(1.23)
~ e ||~a
~j = e
||
r
m
m c
(1.24)
14
~ ^r
~ ^ ~h + ~h = 0 2 (2) (~r)
2 r
z
~ ^ ~h =
in cui si `e fatto uso di r
4~j
c
(1.25)
~ ^ r(~
~ r) = 2 (2) (~r). La soluzione
er
c ~
4 r
^ ~h:
(1.26)
(1.27)
~h(~r) = 0 K0 z
22
~j(~r) = 0 c K1
8 2 2
parametro dordine va a zero ci`o permette di evitare la divergenza del campo magnetico e conseguentemente della densit`a di energia; landamento del
campo magnetico e del parametro dordine `e rappresentato in figura 1.5.
La struttura identificata da Abrikosov prende il nome di vortice per landamento caratteristico delle correnti persistenti ~j intorno al nucleo centrale
di materiale normale. Poich`e per un superconduttore del II tipo `e energeticamente favorevole creare delle interfacce S/N, quando il campo magnetico
applicato diventa sucientemente intenso (i.e. HC1 =
4"1
0 ,
in cui "1 `e la
15
Figura 1.5: Andamento schematico del campo magnetico e del parametro dordine
in presenza di un vortice isolato.
~0
16
(1.28)
in cui ~j1 sarebbe la corrente del vortice 1 in ~r2 , la posizione del vortice 2,
se il vortice due non fosse presente. Se i vortici si dispongono in un reticolo
regolare, la forza complessiva agente su un vortice `e:
~0
f~ = J~s (r~2 ) ^
c
(1.29)
in cui J~s `e la corrente totale. Le posizioni di equilibrio sono quelle per cui J~s
si annulla; ci`o `e verificato se ogni vortice `e circondato da un array simmetrico.
~ = n
~ 0 , e quindi di densit`a n di vortici, il
A parit`a di campo di induzione B
reticolo triangolare `e quello tra i reticoli simmetrici per cui la distanza tra
primi vicini `e maggiore e quindi lenergia di interazione `e minore: ad esso
corrisponde la configurazione di equilibrio stabile. In campioni reali i difetti
e le inomogeneit`a tendono a distruggere anche interamente la regolarit`a
del reticolo; in alcuni materiali sono le simmetrie della struttura cristallina
,che determinano anisotropie di e , ad influenzare la disposizione dei
vortici, che possono disporsi in array quadrati o anche rettangolari. In figura
1.6 `e rappresentata una immagine, ottenuta tramite un microscopio a forza
magnetica (MFM), del reticolo dei vortici in un campione film di Nb.
17
Figura 1.6: Reticolo dei vortici in un campione di Nb osservato tramite un microscopio MFM. Nonostante le deformazioni, dovute alle imperfezioni nel campione, si riesce ad individuare il reticolo triangolare di Abrikosov. A. Volodin et al.
Katholieke Universiteit Leuven Europhys. Lett. 58, 582 (2002).
Capitolo 2
Modello di Anderson-Kim e
Flux Creep
2.1
Flux pinning
!
0
~
~
f =J^
c
(2.1)
~
B
F~ = J~ ^
c
(2.2)
19
~ =B
~ ^ ~v
E
c
(2.3)
Nei superconduttori reali sono per`o sempre presenti difetti della struttura
cristallina ed inomogeneit`a spaziali che inducono la presenza allinterno del
materiale di zone non superconduttive che ostacolano il moto dei vortici.
In queste regioni la formazione di un vortice `e energeticamente favorita in
quanto non `e necessario compiere un lavoro per formare il nucleo normale.
In questa situazione i vortici si dispongono in una configurazione di minima energia, dipendente dal materiale; per spostare un vortice dalla sua
posizione di equilibrio e quindi ora necessario compiere un lavoro. Leetto di queste inomogeneit`a spaziali, cui corrispondono le regioni di minimo
dellenergia libera, si pu`o descrivere attraverso lazione di un potenziale attrattivo (potenziale di pinning) che genera una forza (forza di pinning) che
si oppone alla forza di Lorentz, ostacolando il moto dei vortici. Tali inomogeneit`a ancorano quindi il flussone e sono pertanto dette centri di pinning.
Pertanto anche se lapplicazione di un campo magnetico di intensit`
a superiore a Hc1 tenderebbe a far spostare i flussoni, inducendo in tal modo, come
20
1 ~
4 J,
21
~ ^B
~ = 1 J~N.E.
r
4
(2.4)
= B.
~
essendo h
Se consideriamo un superconduttore del II tipo a forma di cilindro cavo
Figura 2.1: (a) Linee di flusso del campo magnetico intrappolato in un cilindro
superconduttore cavo. (b) Sezione del cilindro ed andamento del campo magnetico
in funzione della distanza dallasse del cilindro.
di raggio R (figura 2.1) con uno spessore d delle pareti tale che d R,
(2.5)
dn
1 ~
~0
=
JN.E.
dx
4
(2.6)
22
In presenza quindi di un gradiente della densit`a dei quanti di flusso si manifesta una corrente di non equilibrio che genera una forza di Lorentz F 0 di
intensit`
a
~
~
~
~
~ ^B = r
~ ^ ~h ^ B = dB ^ B
F~ 0 = JN.E.
c
4
dx 4
(2.7)
~ = B z.
con B
La forza per unit`a di volume dovuta alla corrente di non equilibrio sar`a
quindi
~ dB
~
B
F~ 0 =
4 dx
(2.8)
In definitiva la forza F dovuta alla corrente esterna (2.2) e la forza F dovuta alla corrente di non equilibrio (2.8) sommandosi determinano il moto dei
vortici nel superconduttore mentre le interazioni tra le linee di flusso quantizzato e le inomogeneit`a spaziali pinnano i vortici trattenendoli e favorendo
il passaggio di corrente senza dissipazione. In assenza di attivazione termica
si definisce la densit`a di corrente critica di depinning JC come il valore di
densit`a di corrente per cui la forza di pinning eguaglia la forza di Lorentz
ovvero il valore massimo di corrente che pu`o attraversare il materiale superconduttore senza indurre dissipazione. La corrente di depinning dipende
non solo dalla forza di interazione tra i centri di pinning e i vortici ma anche
dallelasticit`a del reticolo dei vortici: per un reticolo rigido la media delle
forza che agiscono su un vortice per eetto dei centri di pinning `e la stessa
in tutte le direzioni e quindi leetto medio di tutti i centri di pinning `e nullo
mentre in un reticolo meno rigido le linee di vortice possono deformarsi in
modo che la forza di pinning risulti massimizzata in una certa direzione.
Se invece la temperatura T `e diversa da zero `e possibile che i vortici si spostino dai centri di pinning anche se la forza di Lorentz FL `e minore della forza
23
2.2
FN (T, 0) FS (T, 0) =
HC 2
8
(2.9)
L=
HC 2
( 2 )L
8
(2.10)
A)
Regione di
penetrazione
del campo
magnetico
2!
24
B)
2!
2"
#V
Centro di pinning e suo
volume di intersezione
con il nucleo normale
HC 2
V0
8
(2.11)
HC 2
8 V0
UP (x) =
HC
8
V (x)
V0
V0
0xr
r<xR
x>R
25
U0 x
Rr
UP (x) = U0
0xr
r<xR
x>R
con
U0 =
HC 2
V0
8
(2.12)
"V
2!
"V
x=-r
2!
X
r<x<R
26
!
0
f~L = J~ ^
c
(2.13)
L=
J 0 l x0
c
(2.14)
U (x) = UP
J 0 l x0
c
(2.15)
27
U (x) = U0 (c + kx) x
r<x<R
(2.16)
C=
r
1
J 0 l
; k=
; =
Rr
Rr
c
(2.17)
Inponendo lequilibrio tra la forza di pinning e la forza di Lorentz in corrispondenza di una corrente JC0 , si ha dalla 2.16
dU (x)
=0
dx
U0 k =
(2.18)
JC0 0 l
U0
=
c
Rr
(2.19)
28
Dalla espressione precedente possiamo quindi ricavare lespressione della corrente critica di depinning in assenza di attivazione termica e nel caso di un
singolo vortice; tale corrente rappresenta quella per cui la forza di Lorentz
eguaglia la forza di pinning:
JC0 =
cU0
0 l(R r)
(2.20)
Nel caso in cui allinterno di ogni centro di pinning sia presente un numero
NV di vortici. La barriera di attivazione sar`a:
U (x) = UP
J NV 0 l x
c
(2.21)
e quindi si pu`o ancora utilizzare lespressione 2.16 sostituendo ad il valore 0 = NV . Reimponendo la condizione di equilibrio si ricava come in
precedenza
JC0 =
cU0
NV 0 l(R r)
(2.22)
JC0 =
cU0
B S l (R r)
(2.23)
Notiamo subito che la corrente di depinning dipende inversamente dallintensit`a del campo magnetico B. Tale relazione `e per`o valida solo per campi
magnetici elevati, quando la forza di pinning dipende debolmente da B e
laltezza della barrriera non dipende dal numero di vortici NV , mentre per
29
r<x<R
(2.24)
Dalla figura 2.5 si evince chiaramente che la funzione U (x) presenta il valore
massimo in R ed il minimo in r quindi:
J NV 0 l R
J 0 l R
= U0
(2.25)
c
c
J NV 0 l r
J 0 l r
=
c
c
(2.26)
UJ = U0
J NV 0 l
(R r)
c
(2.27)
UJ = U0
J
1
JC0
(2.28)
2.3
30
Flux Creep
31
1
U0
= !0 exp
kB T
(2.29)
in cui !0 `e la frequenza con cui il flussone tenta di uscire dalla buca. Poich`e
non ci sono direzioni privilegiate la velocit`a media con cui i flussoni si
spostano risulta per`o essere uguale a zero.
Quando `e per`o presente una corrente la forza di Lorentz genera una asimmetria nella forma della buca di potenziale (figura 2.3)
U (x) = UP
J NV 0 l x
c
(2.30)
UJ = U0 W
(2.31)
32
1
UJ
=
!
exp
kB T
(2.32)
< v >=
a0
(2.33)
a0
U0
exp
0
kB T
2 sinh
W
kB T
(2.34)
W kB T
(2.35)
33
In questo caso
< v >
a0
(U0 W )
exp
0
kB T
(2.36)
a0 W
U0
< v > 2
exp
0 kB T
kB T
(2.37)
2.4
(2.38)
(2.39)
a0
(U0 W )
< v > exp
0
kB T
sostituendo W = U0 JJC si ottiene
0
< v >
a0
U0
exp
0
kB T
J
1
JC0
a0
U0
E = B < v > B exp
0
kB T
J
1
JC0
34
(2.40)
J = JC0 1
kB T
0 E
ln
U0
Ba0
(2.41)
a0 U0 J
U0
< v > 2
exp
0 JC0 kB T
kB T
(2.42)
da cui
a0 U0 J
U0
E = B < v > 2B
exp
0 JC0 kB T
kB T
(2.43)
ed `e una relazione di tipo ohmico, che si pu`o esprimere in maniera conveniente come:
E
a0 U0
U0
= 2B
exp
J
0 JC0 kB T
kB T
(2.44)
per questo motivo che questo regime va sotto il nome di flux flow termiE
camente assistito.
Nel caso del TAFC, il modello prevede una tensione non nulla anche nel
caso di I = 0, come si evince dallequazione 2.40. Ci`o `e dovuto allapprossimazione W kB T , che non `e verificata per J ! 0; in questo caso la
caratteristica E-J diventa lineare, analogamente al caso del TAFF.
Bibliografia
[1] Michael Tinkham, Introduction to Superconductivity
[2] F. Mancini: Cenni di teoria della Superconduttivit`
a
[3] P.G. de Gennes, Superconductivity of Metal and Alloys
[4] C. Poole, Superconductivity
[5] N. W. Ashcroft, M. D. Mermin: Solid state physics.
MODELLO DI ANDERSON-KIM
E
FLUX CREEP
GERARDO IANNONE
Indice
1 Introduzione alla superconduttivit`
a
1.1
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2
1.3
Teoria di Ginzburg-Landau . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3.1
1.3.2
Energia di parete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
11
1.3.3
La soluzione di Abrikosov . . . . . . . . . . . . . . . .
13
18
2.1
Flux pinning . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
18
2.2
23
2.3
Flux Creep . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
30
2.4
33
Bibliografia
35
Capitolo 1
Introduzione alla
superconduttivit`
a
1.1
Introduzione
Nel 1911 il fisico olandese H. Kamerlingh Onnes scopr` che alcuni ma-
teriali, come il mercurio riportato in figura 1.1, portati a temperatura sufficientemente bassa, presentano una transizione ad uno stato a resistenza
nulla: a questo stato della materia venne dato il nome di stato superconduttore.
Molti anni dopo si scopr` che la perfetta conduttivit`a non era la caratteristca
fondamentale dello stato superconduttore: i materiali in questo stato sono
infatti dei diamagneti perfetti.
Numerosi esperimenti mostrarono inoltre che il flusso di induzione magnetica in un superconduttore `e quantizzato in multipli interi di 0 =
hc
2e ,
detto
flussone, o quanto di flusso. Il passaggio dallo stato normale allo stato superconduttore avviene tramite una transizione di fase del secondo ordine
che si ha quando la temperatura viene portata al di sotto di un valore critico Tc . Durante la transizione di fase il campo magnetico viene espulso dal
materiale (eetto Meissner); il lavoro necessario allespulsione `e compensato
1.1 Introduzione
dal guadagno di energia libera del sistema nel passaggio allo stato superconduttore. Per questo motivo il campo magnetico non pu`o eccedere un
certo valore critico Hc (T ), al di sopra del quale la transizione di fase non
Figura 1.2: Andamento dei campi magnetici critici per un superconduttore del
secondo tipo.
1.1 Introduzione
`e pi`
u energeticamente favorita. Tuttavia esiste una categoria di materiali
superconduttori in cui si pu`o osservare una parziale penetrazione del campo
magnetico; questi vengono chiamati superconduttori del II tipo, per distinguerli dai superconduttori del I tipo, che sono diamagneti perfetti fino a
che si trovano nello stato superconduttore.
Nei superconduttori del II tipo si possono distinguere due campi critici: Hc1
e Hc2 . In presenza di campi magnetici H applicati inferiori ad Hc1 il materiale rimane nello stato Meissner; per Hc1 < H < Hc2 il materiale passa
nello stato misto in cui, pur mantenendo la propriet`a di perfetta conduttivit`a, lascia penetrare parzialmente il campo magnetico. Infine applicando un
campo superiore a Hc2 la superconduttivit`a scompare e si ha la transizione
di fase allo stato normale. Sia il campo critico inferiore che il campo critico superiore sono funzionione della temperatura; ovviamente invertendo la
funzione H(T) si pu`o ricavare la dipendenza della temperatura critica dal
campo magnetico. Una rappresentazione schematica del camportamento di
un superconduttore del secondo tipo in presenza di campo magnetico applicato `e riportata in figura 1.2.
Oltre al campo magentico critico si definisce una densit`a di corrente critica
Jc (T ) oltre la quale il campione presenta dissipazione.
In generale il valore di Hc2 `e molto superiore al valore di Hc nei superconduttori del I tipo. Ci`o `e dovuto al guadagno energetico che si ottiene
lasciando penetrare parzialmente il campo magnetico rispetto allespulsione
completa. Qualsiasi applicazione pratica richiede che il materiale rimanga
nello stato superconduttore in presenza di campi magnetici elevati e che
possa essere sfruttato per trasportare, senza dissipazione, correnti elevate e
quindi i superconduttori del II tipo presentano le caratteristiche migliori per
la realizzazione di dispositivi di utilizzo pratico. Tuttavia questi materiali
nello stato misto presentano dei fenomeni dissipativi non presenti nello stato Meissner, che sono conseguenza delle caratteristiche particolari di questo
1.2
La teoria microscopica dello stato superconduttore (BCS) venne sviluppata da Bardeen, Cooper e Scrieer nel 1957. La teoria BCS spiega le propriet`a dei superconduttori del I tipo, ma `e inapplicabile a sistemi finiti (le
equazioni microscopiche per sistemi finiti, sviluppate da Gorkov non sono
in generale facilmente risolubili) e al fine di eettuare predizioni sul comportamento dei superconduttori si utilizzano usualmente delle teorie fenomenologiche.
Queste teorie, partendo dalla teoria del superfluido e dalla fenomenologia
delleetto Maissner, trattano il superconduttore come un oggetto in cui
coesistono due specie di elettroni (gli elettroni normali e gli elettroni superconduttori) e sono per questo spesso indicate come modelli a due fluidi. F.
e H. London proposero due equazioni per descrivere il comportamento del
campo elettrico microscopico ~e, e del campo magnetico microscopico, ~h:
~e =
@
(J~S )
@t
~h = cr
~ ^ (J~S )
(1.1)
(1.2)
42L
m
=
2
c
nS e2
(1.3)
r2~h =
h
2L
4 ~
c J,
d`a:
(1.4)
L (0) =
mc2
4ns (0)e2
(1.5)
JS (~r) =
e2 nS 3
mc 40
Z ~ ~
R(R ~a(r0 ))
R4
R
exp( )dr~0
(1.6)
1.3
Teoria di Ginzburg-Landau
La teoria fenomenologica che meglio descrive le propriet`a dello stato
nS = |(~x, T )|2
(1.7)
Poich`e `e il parametro dordine dello stato superconduttore esso deve tendere a zero con continuit`a per T ! TC .
In questottica `e possibile ipotizzare uno sviluppo in serie di potenze della densit`a di energia libera di Gibbs GS dello stato superconduttore, in
prossimit`a della temperatura di transizione, che vale per materiali isotropi.
2
1
~ e A
~ |2 + (h H)
GS (H) = GN (0) + || + || +
|
i
h
r
2m
c
8
(1.8)
2
1
~ e A
~
(T ) + || +
i
h
r
2m
c
2
=0
e h
e 2
~
~
~
J~S =
(
r
r)
||2 A
2m i
m c
(1.9)
(1.10)
(T ) =
mc2
8e2 |(T )|
(1.11)
(T )2 =
2
h
2m |(T )|
(1.12)
(T )
mc
=
=
(T )
e
h
(1.13)
p1
2
FS (T ) = FN (0) + (T )[||2
8e2 2
1
~ 2 ] (1.14)
(T )||4 2 (T )| i
hr|
2
mc
h
in cui si `e tenuto conto che (T ) < 0 per T < TC . Dalla 1.14 si evince che
le variazioni spaziali del parametro dordine hanno un contributo tanto pi`
u
significativo rispetto agli altri termini, quanto pi`
u `e grande (in particolare
rispetto a ). Il rapporto tra e `e cruciale nella determinazione dellenergia
di parete.
1.3.1
10
(T ) = 0
|(T )|2 =
(1.15)
(T )
(1.16)
in cui la prima soluzione descrive la fase normale, mentre la seconda descrive la fase superconduttiva. Quale delle due sia favorita dipende dalla
temperatura. Per T < TC , il valore di equilibrio di , assumendo che sia
reale `e:
1 (T ) =
(T )
(1.17)
@2
h
(z, T ) = 0
2m @z 2
(1.18)
11
Figura 1.3: Andamento schematico del parametro dordine e del campo magnetico h in corrispondenza di uninterfaccia S/N in un superconduttore del I e del
II tipo rispettivamente.
(z, T ) = 1 (T )f (z)
(1.19)
z
z
f (z) = tanh p
) (z, T ) = 1 (T ) tanh p
2(T )
2(T )
(1.20)
1.3.2
Energia di parete
12
2
8e2 2
4 1 2
~ e A
~ |2 ]+ (H h)
(T
)||
(T
)|
i
h
r
mc2
h
c
8
(1.21)
In questa espressione vediamo che il campo magnetico e il parametro dordine concorrono allenergia nel seguente modo: il parametro dordine rende
minima lenergia quando assume il valore di equilibrio 1 , mentre il campo
magnetico microscopico ~h rende minima lenergia quando assume il valore
~ Poich`e per`o il superconduttore espelle il
del campo esterno applicato H.
campo magnetico, il contributo allenergia di h `e positivo quanto pi`
u rapidamente esso decresce a zero. Nellinterno del superconduttore lenergia
spesa per espellere il campo viene compensata dalla presenza del parametro
dordine 1 . Vicino ad uninterfaccia cresce pi`
u o meno rapidamente a
seconda del valore di (T ), e il suo contributo allenergia `e negativo. Come
si pu`o intuire dalla figura 1.3, nel caso di superconduttori del I tipo, poich`e
1 ( ), la presenza di uninterfaccia comporta un incremento di
energia, poich`e il contributo positivo di h non viene compensato dal contributo negativo dovuto a , che cresce lentamente (con ) rispetto a quan~ Al contrario, se
to rapidamente (con ) il valore di ~h si allontana da H.
1, la presenza di uninterfaccia comporta una diminuzione di energia,
perch`e in corrispondenza di essa h e coesistono. Per calcolare il contrib-
Z +1
1
13
(1.22)
in cui gSH (x) `e la densit`a di energia libera di Gibbs del sistema in funzione
della posizione. Lesatto crossover tra energia di parete positiva e energia
p
di parete negativa avviene per = 1/ 2, come calcolato numericamente
da Ginzburg e Landau. Pur avendo ottenuto questo risultato Ginzburg e
Landau non riuscirono a prevedere la comparsa dei vortici e la conseguente
penetrazione del campo magnetico nei superconduttori del secondo tipo,
descritte dalla soluzione di Abrikosov.
1.3.3
La soluzione di Abrikosov
Nel 1957 Abrikosov propose una soluzione delle equazioni di GinzburgLandau per un superconduttore caratterizzato da 1.
= ||ei(,)
(1.23)
~ e ||~a
~j = e
||
r
m
m c
(1.24)
14
~ ^r
~ ^ ~h + ~h = 0 2 (2) (~r)
2 r
z
~ ^ ~h =
in cui si `e fatto uso di r
4~j
c
(1.25)
~ ^ r(~
~ r) = 2 (2) (~r). La soluzione
er
c ~
4 r
^ ~h:
(1.26)
(1.27)
~h(~r) = 0 K0 z
22
~j(~r) = 0 c K1
8 2 2
parametro dordine va a zero ci`o permette di evitare la divergenza del campo magnetico e conseguentemente della densit`a di energia; landamento del
campo magnetico e del parametro dordine `e rappresentato in figura 1.5.
La struttura identificata da Abrikosov prende il nome di vortice per landamento caratteristico delle correnti persistenti ~j intorno al nucleo centrale
di materiale normale. Poich`e per un superconduttore del II tipo `e energeticamente favorevole creare delle interfacce S/N, quando il campo magnetico
applicato diventa sucientemente intenso (i.e. HC1 =
4"1
0 ,
in cui "1 `e la
15
Figura 1.5: Andamento schematico del campo magnetico e del parametro dordine
in presenza di un vortice isolato.
~0
16
(1.28)
in cui ~j1 sarebbe la corrente del vortice 1 in ~r2 , la posizione del vortice 2,
se il vortice due non fosse presente. Se i vortici si dispongono in un reticolo
regolare, la forza complessiva agente su un vortice `e:
~0
f~ = J~s (r~2 ) ^
c
(1.29)
in cui J~s `e la corrente totale. Le posizioni di equilibrio sono quelle per cui J~s
si annulla; ci`o `e verificato se ogni vortice `e circondato da un array simmetrico.
~ = n
~ 0 , e quindi di densit`a n di vortici, il
A parit`a di campo di induzione B
reticolo triangolare `e quello tra i reticoli simmetrici per cui la distanza tra
primi vicini `e maggiore e quindi lenergia di interazione `e minore: ad esso
corrisponde la configurazione di equilibrio stabile. In campioni reali i difetti
e le inomogeneit`a tendono a distruggere anche interamente la regolarit`a
del reticolo; in alcuni materiali sono le simmetrie della struttura cristallina
,che determinano anisotropie di e , ad influenzare la disposizione dei
vortici, che possono disporsi in array quadrati o anche rettangolari. In figura
1.6 `e rappresentata una immagine, ottenuta tramite un microscopio a forza
magnetica (MFM), del reticolo dei vortici in un campione film di Nb.
17
Figura 1.6: Reticolo dei vortici in un campione di Nb osservato tramite un microscopio MFM. Nonostante le deformazioni, dovute alle imperfezioni nel campione, si riesce ad individuare il reticolo triangolare di Abrikosov. A. Volodin et al.
Katholieke Universiteit Leuven Europhys. Lett. 58, 582 (2002).
Capitolo 2
Modello di Anderson-Kim e
Flux Creep
2.1
Flux pinning
!
0
~
~
f =J^
c
(2.1)
~
B
F~ = J~ ^
c
(2.2)
19
~ =B
~ ^ ~v
E
c
(2.3)
Nei superconduttori reali sono per`o sempre presenti difetti della struttura
cristallina ed inomogeneit`a spaziali che inducono la presenza allinterno del
materiale di zone non superconduttive che ostacolano il moto dei vortici.
In queste regioni la formazione di un vortice `e energeticamente favorita in
quanto non `e necessario compiere un lavoro per formare il nucleo normale.
In questa situazione i vortici si dispongono in una configurazione di minima energia, dipendente dal materiale; per spostare un vortice dalla sua
posizione di equilibrio e quindi ora necessario compiere un lavoro. Leetto di queste inomogeneit`a spaziali, cui corrispondono le regioni di minimo
dellenergia libera, si pu`o descrivere attraverso lazione di un potenziale attrattivo (potenziale di pinning) che genera una forza (forza di pinning) che
si oppone alla forza di Lorentz, ostacolando il moto dei vortici. Tali inomogeneit`a ancorano quindi il flussone e sono pertanto dette centri di pinning.
Pertanto anche se lapplicazione di un campo magnetico di intensit`
a superiore a Hc1 tenderebbe a far spostare i flussoni, inducendo in tal modo, come
20
1 ~
4 J,
21
~ ^B
~ = 1 J~N.E.
r
4
(2.4)
= B.
~
essendo h
Se consideriamo un superconduttore del II tipo a forma di cilindro cavo
Figura 2.1: (a) Linee di flusso del campo magnetico intrappolato in un cilindro
superconduttore cavo. (b) Sezione del cilindro ed andamento del campo magnetico
in funzione della distanza dallasse del cilindro.
di raggio R (figura 2.1) con uno spessore d delle pareti tale che d R,
(2.5)
dn
1 ~
~0
=
JN.E.
dx
4
(2.6)
22
In presenza quindi di un gradiente della densit`a dei quanti di flusso si manifesta una corrente di non equilibrio che genera una forza di Lorentz F 0 di
intensit`
a
~
~
~
~
~ ^B = r
~ ^ ~h ^ B = dB ^ B
F~ 0 = JN.E.
c
4
dx 4
(2.7)
~ = B z.
con B
La forza per unit`a di volume dovuta alla corrente di non equilibrio sar`a
quindi
~ dB
~
B
F~ 0 =
4 dx
(2.8)
In definitiva la forza F dovuta alla corrente esterna (2.2) e la forza F dovuta alla corrente di non equilibrio (2.8) sommandosi determinano il moto dei
vortici nel superconduttore mentre le interazioni tra le linee di flusso quantizzato e le inomogeneit`a spaziali pinnano i vortici trattenendoli e favorendo
il passaggio di corrente senza dissipazione. In assenza di attivazione termica
si definisce la densit`a di corrente critica di depinning JC come il valore di
densit`a di corrente per cui la forza di pinning eguaglia la forza di Lorentz
ovvero il valore massimo di corrente che pu`o attraversare il materiale superconduttore senza indurre dissipazione. La corrente di depinning dipende
non solo dalla forza di interazione tra i centri di pinning e i vortici ma anche
dallelasticit`a del reticolo dei vortici: per un reticolo rigido la media delle
forza che agiscono su un vortice per eetto dei centri di pinning `e la stessa
in tutte le direzioni e quindi leetto medio di tutti i centri di pinning `e nullo
mentre in un reticolo meno rigido le linee di vortice possono deformarsi in
modo che la forza di pinning risulti massimizzata in una certa direzione.
Se invece la temperatura T `e diversa da zero `e possibile che i vortici si spostino dai centri di pinning anche se la forza di Lorentz FL `e minore della forza
23
2.2
FN (T, 0) FS (T, 0) =
HC 2
8
(2.9)
L=
HC 2
( 2 )L
8
(2.10)
A)
Regione di
penetrazione
del campo
magnetico
2!
24
B)
2!
2"
#V
Centro di pinning e suo
volume di intersezione
con il nucleo normale
HC 2
V0
8
(2.11)
HC 2
8 V0
UP (x) =
HC
8
V (x)
V0
V0
0xr
r<xR
x>R
25
U0 x
Rr
UP (x) = U0
0xr
r<xR
x>R
con
U0 =
HC 2
V0
8
(2.12)
"V
2!
"V
x=-r
2!
X
r<x<R
26
!
0
f~L = J~ ^
c
(2.13)
L=
J 0 l x0
c
(2.14)
U (x) = UP
J 0 l x0
c
(2.15)
27
U (x) = U0 (c + kx) x
r<x<R
(2.16)
C=
r
1
J 0 l
; k=
; =
Rr
Rr
c
(2.17)
Inponendo lequilibrio tra la forza di pinning e la forza di Lorentz in corrispondenza di una corrente JC0 , si ha dalla 2.16
dU (x)
=0
dx
U0 k =
(2.18)
JC0 0 l
U0
=
c
Rr
(2.19)
28
Dalla espressione precedente possiamo quindi ricavare lespressione della corrente critica di depinning in assenza di attivazione termica e nel caso di un
singolo vortice; tale corrente rappresenta quella per cui la forza di Lorentz
eguaglia la forza di pinning:
JC0 =
cU0
0 l(R r)
(2.20)
Nel caso in cui allinterno di ogni centro di pinning sia presente un numero
NV di vortici. La barriera di attivazione sar`a:
U (x) = UP
J NV 0 l x
c
(2.21)
e quindi si pu`o ancora utilizzare lespressione 2.16 sostituendo ad il valore 0 = NV . Reimponendo la condizione di equilibrio si ricava come in
precedenza
JC0 =
cU0
NV 0 l(R r)
(2.22)
JC0 =
cU0
B S l (R r)
(2.23)
Notiamo subito che la corrente di depinning dipende inversamente dallintensit`a del campo magnetico B. Tale relazione `e per`o valida solo per campi
magnetici elevati, quando la forza di pinning dipende debolmente da B e
laltezza della barrriera non dipende dal numero di vortici NV , mentre per
29
r<x<R
(2.24)
Dalla figura 2.5 si evince chiaramente che la funzione U (x) presenta il valore
massimo in R ed il minimo in r quindi:
J NV 0 l R
J 0 l R
= U0
(2.25)
c
c
J NV 0 l r
J 0 l r
=
c
c
(2.26)
UJ = U0
J NV 0 l
(R r)
c
(2.27)
UJ = U0
J
1
JC0
(2.28)
2.3
30
Flux Creep
31
1
U0
= !0 exp
kB T
(2.29)
in cui !0 `e la frequenza con cui il flussone tenta di uscire dalla buca. Poich`e
non ci sono direzioni privilegiate la velocit`a media con cui i flussoni si
spostano risulta per`o essere uguale a zero.
Quando `e per`o presente una corrente la forza di Lorentz genera una asimmetria nella forma della buca di potenziale (figura 2.3)
U (x) = UP
J NV 0 l x
c
(2.30)
UJ = U0 W
(2.31)
32
1
UJ
=
!
exp
kB T
(2.32)
< v >=
a0
(2.33)
a0
U0
exp
0
kB T
2 sinh
W
kB T
(2.34)
W kB T
(2.35)
33
In questo caso
< v >
a0
(U0 W )
exp
0
kB T
(2.36)
a0 W
U0
< v > 2
exp
0 kB T
kB T
(2.37)
2.4
(2.38)
(2.39)
a0
(U0 W )
< v > exp
0
kB T
sostituendo W = U0 JJC si ottiene
0
< v >
a0
U0
exp
0
kB T
J
1
JC0
a0
U0
E = B < v > B exp
0
kB T
J
1
JC0
34
(2.40)
J = JC0 1
kB T
0 E
ln
U0
Ba0
(2.41)
a0 U0 J
U0
< v > 2
exp
0 JC0 kB T
kB T
(2.42)
da cui
a0 U0 J
U0
E = B < v > 2B
exp
0 JC0 kB T
kB T
(2.43)
ed `e una relazione di tipo ohmico, che si pu`o esprimere in maniera conveniente come:
E
a0 U0
U0
= 2B
exp
J
0 JC0 kB T
kB T
(2.44)
per questo motivo che questo regime va sotto il nome di flux flow termiE
camente assistito.
Nel caso del TAFC, il modello prevede una tensione non nulla anche nel
caso di I = 0, come si evince dallequazione 2.40. Ci`o `e dovuto allapprossimazione W kB T , che non `e verificata per J ! 0; in questo caso la
caratteristica E-J diventa lineare, analogamente al caso del TAFF.
Bibliografia
[1] Michael Tinkham, Introduction to Superconductivity
[2] F. Mancini: Cenni di teoria della Superconduttivit`
a
[3] P.G. de Gennes, Superconductivity of Metal and Alloys
[4] C. Poole, Superconductivity
[5] N. W. Ashcroft, M. D. Mermin: Solid state physics.