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Esperienze, volti e immagini del tempo libero e delle professioni

N.1 Novembre-Dicembre 2014

In questo numero
Editoriale

Pag. 1

Il dcoupage. Parte II

Pag. 16

Come quel sogno di Geppetto

Pag. 1

Sulla strada di Tucson. Parte II

Pag. 21

Restauro di un tavolo da cucina

Pag. 3

Scultura

Pag. 22

Lettera a San Giuseppe

Pag. 6

Costruzione Pialla jointer low angle

Pag. 26

Intervista a Fernando Meo

Pag. 9

Il panettone

Pag. 30

Io sono un Hobbista. Parte II

Pag. 12 Tornire il legno non stagionato

Introduzione agli utensili per la tornitura

Pag. 14

Pag. 34

I perch di una scelta. . .

suo apporto (fondamentale) e lentusiasmo con il


quale si offerto volontario.
Da l in avanti stata solo una questione di carte,
che sono state invece il sollazzo dellEditore tra
Tribunali e Cancellerie, e che al momento di andare in stampa ha ancora il magico numero di
pratica: 1402.
E di ArcaVideo vogliamo parlarne? S, ma nel
prossimo numero. . .
Amedeo.

. . . e non mi riferisco alla proposta di Arca Magazine: quella


stata uniniziativa di Fabrizio cui tutti abbiamo dato seguito pensando che fosse poco
pi della mia vecchia idea di
una newsletter per riprendere
i contatti con alcuni amici che
non navigavano pi con noi.
Lidea ha preso forma e consistenza, ma soprattutto gi dal numero zero non era pi lidea di
Fabrizio o dello Staff, ma di Cecco, Francesco, Luca, Tiziana, Emanuele, Giancarlo, Nicola, Giuliano
che con lo stesso spirito di gratuit hanno messo
a disposizione il loro tempo e le loro conoscenza
per fare di Arca Magazine una rivista interessante
fin da subito.
Infine, il numero zero ha visto la luce con una
quantit di download insperata e con unaccoglienza entusiastica, anche da persone che a seguito di
questa iniziativa sono risalite sulArca.
A quel punto uno di noi ha posto la questione:
foglietto integrativo al forum come prima o rivista
vera e propria con tutti i crismi e le ceralacche?
Al di l del dibattito interno alla Redazione, rimaneva un ostacolo apparentemente insormontabile:
la disponibilit di un Giornalista che svolgesse il
ruolo di Direttore Responsabile. Ma la fortuna
aiuta gli audaci, cos un giorno arriva una mail
da Antonio (un altro siculo!) che ci offre alcuni
suggerimenti sia per migliorare il prodotto, sia per
essere in regola con la normativa in materia spiegandoci cosa fare in un caso e nellaltro. E gi a
spiegarci per bene vantaggi e svantaggi delle due
opzioni, in termini organizzativi ed economici, ma
soprattutto, si reso disponibile ad assumere il
ruolo di Direttore Responsabile!
Cos stato facile fare due conti (una somma e una
divisione) e decidere che potevamo e volevamo
fare di Arca Magazine una rivista a tutti gli effetti
Nel frattempo anche Francesco si unito alla redazione, sta apportando dei contributi professionali
molto importanti. E vogliamo ringraziarlo per il
Arca Magazine N.1

Come quel sogno di Geppetto


Mai credo sia capitato prima, che un forum su internet generi una rivista, un
canale video e chiss cosaltro in futuro. Anzi, di solito,
avviene il contrario. Ma ci
stato possibile e, soprattutto, lo sar in futuro se
rimarr, anche in questi contesti, lo spirito del
forum: ambienti dove ciascuno si sentir a casa
e magari protagonista assieme a tutti gli altri, come appunto su unarca. Ma io non intendo solo
questo!
Nel recente passato il realizzare le cose in proprio,
come gran parte delle attivit professionali che
coinvolgono laspetto manuale, era stato svalutato
e destinato a una sorta di romantici e sentimentali
nostalgici o a pensionati poco occupati. Depauperando cos invece un patrimonio del saper essere,
oltre che del saper fare, che si sempre riflesso
nellimmensa produzione della manifattura italiana che ha fatto grande e ancor oggi stimato nel
mondo il nostro paese, con quel tanto invocato
made in Italy, che non pu ridursi al concetto
anglosassone del luogo di produzione, valido per
altri paesi. Quando nel mondo si evidenzia Made
in Italy riferito ad un prodotto, il realizzato porta con s tanti di quei valori, che la costruzione
di per s sparisce! Lo stile creativo, la cura dei
dettagli e la ricercatezza dei particolari, lesclusivit nella ricerca dei materiali, il retaggio storico,
artistico e culturale legato a quel prodotto e tanto
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Novembre-Dicembre 2014

altro ancora, fanno s che il valore complessivo di


quelloggetto sia assolutamente non paragonabile ad altre manifatture. Per non parlare poi del
nostro comparto agro-alimentare.
Questa lunga premessa per dirvi che mi auguro
che la nostra rivista non vorr essere la celebrazione del dolce fai da te dei poco occupati, ma
vorr concorrere, seppur con molta modestia, alla
conservazione di questi saperi, alla loro trasmissione e possa anche essere da stimolo a qualche
giovane a cercare la propria realizzazione professionale in questi ambiti, per fortuna tornati ad
essere giustamente considerati. Senza per nascondere la nostra piccola soddisfazione nel possedere e mostrare pezzi unici fatti da noi stessi e
che, comunque, in questo tempo di crisi consentono di avere la bellezza di un manufatto a costi
inferiori rispetto al mercato, oltre la fierezza di
averlo realizzato in base alle proprie e particolari
esigenze.
Nel forum ho visto soluzioni mobiliari stupefacenti, oggetti di grandissimo pregio, ma anche la
trasmissione dei saperi, le consulenze qualificate, i consigli paterni e persino gli accesi dibattiti

- per fortuna! che stimolano al confronto e alla


crescita.
Nel tennis, il capitano della nazionale
un non giocatore.
Ma sta a bordo campo, per scrutare dov il risultato positivo e creare entusiasmo tra i giocatori. A
me con Arca Magazine toccata la stessa
cosa. Infatti io non
sono un esperto mi
definirei un modesto
appassionato - ma la
mia favola preferita, la mia prima raccolta di figurine sono state Pinocchio e mi identifico spesso
nel povero Geppetto che seppur con pochi attrezzi
e un pezzo di legno, possedeva un grande sogno:
realizzare qualcosa di grande! Questo il mio auspicio, ma soprattutto il mio impegno verso di voi
tutti. Mi auguro quindi di riuscire a farvi divertire
leggendoci ma soprattutto a coinvolgervi perch
siate sempre protagonisti.
Antonio (Antonio65)

Nuovo Cinema Paradiso. 25 Anni dopo, a Los Angeles!


Il grande capolavoro di Giuseppe Tornatore stato restaurato in versione digitale ad opera dellIstituto Luce Cinecitt e Dolce & Gabbana.
Il 10 Novembre 2014 si tenuta lanteprima mondiale, a Los Anegeles,
del risultato di un grande lavoro di restauro durato circa sei mesi, ed
effettuato presso il laboratorio lImmagine Ritrovata di Bologna. La
proiezione avvenuta in occasione del festival Cinema Italian Style,
che si tiene ogni anno a novembre, e costituisce una vetrina per il
cinema Italiano, finalizzata a presentare al pubblico americano il film
italiano candidato allOscar.
La voce del grande maestro siciliano, Giuseppe Tornatore: La gente mi ferma ancora per strada a parlarmi
di Nuovo Cinema Paradiso. Ricevo lettere, messaggi, articoli, inviti a presenziare alle proiezioni. Studenti se ne
occupano per i loro saggi e le tesi di lauree [...] Quella febbre che si vive nel momento in cui una pellicola comincia
la sua vita nelle sale cinematografiche non si ancora placata. La meravigliosa avventura a Hollywood in occasione
dell Oscar per il miglior film straniero, il premio al Festival di Cannes, il Golden Globe, il Bafta, tutti gli altri premi e
i festival internazionali in cui il film stato presentato, sono bellissime sensazioni appena vissute [...]
(continua a Pag. 11)

Arca Magazine N.1

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Restauro di un tavolo da cucina


Un bel giorno ho preso in consegna un tavolo da restaurare da
una signora. Il tavolo aveva un
piano di melaminico fissato con
chiodi da carpenteria, con evidenti problemi di tarli nel telaio.
Il piano in melaminico era stato montato da qualcuno in sostituzione di quello originale perch si erano rovinate le tavole in
massello che lo componevano.
La proprietaria mi ha
raccontato che questo
tavolo era finito in una
casa in montagna e
chiunque frequentasse quella casa metteva del suo su quel bel
tavolo, riducendolo un
disastro, tanto che inizialmente la signora
voleva buttarlo al macero. Tuttavia la proprietaria era (ed ) molto affezionata a quel tavolo, perch le era stato lasciato
della nonna.
Da due conti sommari fatti insieme alla signora, il tavolo aveva
circa 80/90 anni. Le
gambe erano fissate alle traverse con chiodi
a vista, e non vi era pi
colla. Sempre in base
al racconto della proprietaria, i chiodi da
carpenteria furono applicati da un loro amico che, accortosi che le
gambe del tavolo stavano lasciando la presa alle
traverse, pens bene che cos facendo poteva ritornare stabile, ma cos facendo le gambe risultarono
ulteriormente danneggiate.

Arca Magazine N.1

Quel rattoppo venne


fuori perch la persona che se ne occup,
pens che tanto da
buttare. Quindi decise di piantare dei chiodi. Io non uso mai
chiodi nei miei lavori,
al limite, se non posso farne a meno, uso
viti e solo nelle zone
nascoste.
Il primo intervento
consistito nella riproduzione delle due spalle da montare in corrispondenza di quelle
mancanti, sagomando
opportunamente un
pezzo di noce. La copia della spalla stata
realizzata seguendo la
forma di una di quelle
ancora presenti nella
gamba. Ho tracciato la
sagoma appoggiando
un pezzo di compensato su una spalla esistente,
in modo da ottenere una una dima che mi ha
permesso di riportare le misure sui pezzi di noce
che ho usato. Per questo lavoro ho usato la sega a
nastro e la carteggiatrice a nastro, e non ho usato
fresatrice.
Il primo taglio della spalla con sega nastro avvenuto senza problemi su di un pezzo di noce squadrato, seguendo il segno della matita. Per il secondo taglio era importante far rimanere il pezzo
nella posizione iniziale, altrimenti avrei rischiato
di incastrare il pezzo o sagomarlo male.

Novembre-Dicembre 2014

Usando un p di nastro adesivo di carta


sono riuscito a mantenere il pezzo appena tagliato nello stesso
posto, mantenendo cos il pezzo come se fosse un parallellepipedo.
In questo modo non
ho rischiato di recar
danni alla lama, nel
caso specifico una bimetallica da 12 passo
3.

Lo spazio centrale
stato riempito con
una stella che avevo
gi preparato in precedenza, e che stata scelta dalla committente. La stella stata
realizzata con legno di
rovere e wenge aventi
spessore 5 mm, i quali
sono stati alternati in
modo opportuno (vedi figura a fianco). Infine sono stati incollati su un foglio di compensato da
3mm. La stella dona un tocco geometrico che si
intona con il disegno del piano stesso.
Prima di spianare il
piano con la rotorbitale, ne ho segnato accuratamente tutta larea.
Le traverse del telaio
erano tarlate, non tutte per la verit, due si
salvavano. Ne ho sostituite due, e quelle
nuove le ho realizzate in abete, selezionando pezzi senza nodi e
sacche di resina.

Infine ho dovuto incidere il pezzo nuovo


per seguire i disegni
della gamba. Non sono un asso in questo
genere di lavori, e non
avevo mai fatto nulla che possa assomigliare ad una incisione, ma ci ho provato,
usando scalpelli piccoli e sgorbie alla buona seguendo la forma
dellesistente.

Avendo in precedenza
risanato la gola delle
gambe, ho inserito le
traverse nelle loro sedi fissandole con colla
e viti interne mettendo
anche un triangolo di
legno per dare pi stabilit. Il tavolo era dotato di un solo cassetto
ben conservato rispetto al resto. Ho sostituito il fondo che era malandato e ho dovuto rifare
le guide (in legno) con un po di rovere. Queste
ultime erano consumate e tarlate.

Il piano in toulipier
stato realizzato in base
ad un disegno di massima realizzato dalla
committente. Esso
composto di due riquadri simmetrici realizzati con perline da 10cm
e tagliate con un angolo di 45. In questo modo sono gradualmente
arrivato alla chiusura del riquadri. Lessenza
stata scelta per la sua leggerezza e per il fatto che
la venatura assomiglia a quella del noce.

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Novembre-Dicembre 2014

Le parti di legno vecchio, ovvero gambe,


traverse ed il cassetto,
sono state trattate con
tre mani di antitarlo.
Successivamente sono
state sigillate in sacchi
di plastica dai quali
stata tolta laria mezzo
di un aspirapolvere, al
fine di creare un parziale sottovuoto. I pezzi sono stai lasciati l per 25
giorni, la durata dellincubazione delle eventuali
uova depositate. Le parti nuove sono state trattate
con antitarlo, a solo scopo preventivo. In quel caso lantitarlo asciuga abbastanza velocemente, di
conseguenza il ciclo della finitura iniziato dopo
due giorni, dopo aver trattato le parti stesse con
levigatrice rotorbitale e grana da 120 fino a 320.
Le parti vecchie sono state trattate con una 320
giusto per togliere i residui della vecchia patina.
Poi ho finito con mordente noce chiaro diluito con acqua ed infine due mani di vetrificante per parquet. Al
posto del vetrificante
si poteva certamente
usare la cera, magari
su un fondo di gommalacca, ma avrei ottenuto un risultato molto
differente. La differenza consiste nel fatto che con la finitura a vernice
per parquet o vetrificante (termine impropriamente usato), si ha una superficie liscia trasparente ma soprattutto resistente ai graffi ed a tutti
quegli oggetti contenenti sostanze calde che di
solito si appoggiano sul piano di un tavolo. Al
contrario, con la finitura a cera si correrebbe il
rischio di vedere aloni sotto i piatti caldi o semplice graffi appoggiando in modo poco attento di
oggetti metallici.
Sandro Garofoli

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Il cavallo e il maiale
Un contadino possedeva un cavallo
che da alcuni
giorni giaceva sdraiato rifiutandosi di
lavorare. Allora il contadino chiam il
veterinario che visit il cavallo per il
quale prescrisse una cura ricostituente,
facendo presente che se dopo una settimana la cura non avesse avuto leffetto
desiderato si sarebbe dovuto sopprimere lanimale. Il maiale, che aveva
sentito il colloquio tra il medico ed il
contadino, inform di questo fatto il
cavallo che per non vi diede alcun
peso.
Dopo una settimana il contadino inform il dottore che la situazione non era
cambiata, dunque il dottore comunic
al contadino che avrebbe praticato uniniezione letale al cavallo. Il maiale,
ascoltato il colloquio tra il padrone ed
il medico, si affrett ad informare il cavallo. Quando il medico arriv trov il
cavallo che galoppava tranquillamente
nel recinto mostrando chiari segni del
suo benessere. Cos liniezione letale
non fu praticata ed il contadino euforico per lavvenimento decise di offrire un
pranzo a tutto il paese e per loccasione
uccise il maiale. Morale della favola: in
ogni caso meglio farsi i c. . . i propri!
Giuseppe (lapin)
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Lettera a San Giuseppe

(Gerrit van Honthorst, San Giuseppe e il giovane Ges, olio su tela, 1620 CA., Museo Ermitage, San Pietroburgo)

Caro San Giuseppe, scusami se


approfitto della tua ospitalit
e mi fermo per una mezzoretta nella tua bottega di falegname per scambiare quattro chiacchiere con te. Non voglio farti
perdere tempo. Vedo che ne
hai cos poco, e la mole di lavoro ti sovrasta. Perci, tu continua pure a piallare il tuo legno,
mentre io, seduto su una panca,
in mezzo ai trucioli che profumano di resine, ti affido le mie
confidenze. Non preoccuparti
neppure di rispondermi. So, del
resto che sei luomo del silenzio,
e consegni i tuoi pensieri, profondi come le notti dOriente,
alleloquenza dei gesti pi che
a quella delle parole.
Vedi, un tempo anche da noi le
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botteghe degli artigiani erano


il ritrovo feriale degli umili, vi
si parlava di tutto, di affari, di
donne, di amori, delle stagioni,
della vita, della morte. Le cronache di paese trovavano l la
loro versione ufficiale, e i redattori dellinnocuo pettegolezzo
quotidiano affidavano alle rapidissime rotative degli avventori
la diffusione delle ultime notizie. Il tempo passava cos lento,
che gli intervalli scanditi ogni
quarto dora dalla torre campanaria sembravano uneternit,
ma forse era proprio questa lusinga di eternit a rendere preziosa unopera di artigianato e
a darle vita era proprio quella
angosciante porzione di tempo
che vi veniva rinchiusa.
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Sembrava che la materia prima


di una seggiola o di un vomere non fosse tanto il legno od il
ferro, ma il tempo; e che la fatica del fabbro o del carpentiere,
del sarto o del calzolaio fosse
quello di addomesticare i giorni
comprimendoli nella materia e
crearsi per un istinto di conservazione riserve di tempo negli
otri delle cose prodotti dalle sue
mani. Il tempo allora era imprigionato nella materia come lanima nel corpo, ruggiva dentro
un oggetto e gli dava movenze
di vita se non proprio laccento
della parola. Le cose nascevano perci lentamente e con i
tratti di una fisionomia irripetibile. Come un figlio, prima
un atto damore, dolcissimo e
Novembre-Dicembre 2014

breve, poi nove mesi.


Oggi purtroppo qui da noi di
botteghe artigiane ne sono rimaste veramente poche. Al loro
posto sono subentrate le grandi
aziende di consumo: non si genera pi, o meglio si concepisce
solo larchetipo, ma senza passione e con molto calcolo. Larchetipo poi, questo sordido ermafrodita, riproduce con ritmi
di allucinante rapidit, squallidi sosia, con lunico desiderio
che campino poco.
Ed eccoli l, allineati, questi elegantissimi mostriciattoli dalla
vita breve, belli, ma senzanima
perfetti, ma senza identit, lucidi, ma indistinti. Non parlano
perch non sono frutto di amore, non vibrano, perch nelle
loro vene non ci sono pi i fremiti del tempo prigioniero. Si,
Giuseppe! proprio questa anemia di tempo che rende gelide
le nostre opere.
Ecco, attraverso luscio socchiuso, scorgo di l Maria intenta
a ricamare un panno bellissimo, senza cuciture, tutto tessuto dun pezzo da cima a fondo.
Probabilmente la tunica di Ges, ma non per quando nascer,
per quando sar grande: gliela
prepara fin dora, prima gi che
lui nasca.
Io non me ne intendo, e perci
non so se gli arabeschi che disegna con lago siano fatti a punto
erba o a punto ombra. Forse sono fatti a punto a croce. Una
cosa, per, intuisco: che quando tuo figlio indosser quella
tunica, lui, leterno, si sentir le
spalle amorosamente protette
Arca Magazine N.1

dal fragile tempo di sua Madre.


Povera Maria. A suo figlio, vorrebbe dargliela tutta intera la
sua vita. Ma non pu. Allora gliene regala una porzione,
fin da adesso, racchiusa nello
scrigno di quella tunica. Forse
un giorno, proprio per questo,
sulla vetta del Golgota, gli uomini della Croce non vorranno
lacerarla.
Oggi da noi, anche i ricami vengono fatti in serie. C una ditta, la quale ha inventato una
macchina che fa i punti perfetti, e non soltanto quelli! E se
tu dopo aver comprato in un
negozio della citt di san Francesco, un guanciale disegnato o
a punto assisi, la notte pensi di poggiare il capo su un
frammento di tempo regalatoti
da unanonima ricamatrice, bella come Santa Chiara, ti illudi
amaramente.
Questo forse il sacrilegio pi
grave della nostra civilt. La distruzione del tempo, e col tempo dellamore, della fantasia,
della bellezza, dellarte.
Abbiamo creduto che per fare
un tavolo sia sufficiente il legno! Oh Dio! Riusciamo pure ad ammettere che per fare
il legno ci vuole lalbero, e che
per fare lalbero ci vuole il seme. E perfino che per fare il
seme ci vuole il fiore. Ma non
abbiamo pi il coraggio di concludere che per fare un tavolo
ci vuole un fiore! E lo lasciamo
dire solo ai poeti!
Ma se oggi qui da noi di botteghe artigiane rimasto solo qualche nostalgico scampolo,
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non tanto perch non si genera pi, quanto perch ormai


non si ripara pi nulla.
Vedi Giuseppe in questi pochi
minuti da che sto parlando con
te sono gi entrati nella tua bottega un bambino in lacrime con
la ruzzola a cui rifare lasse, una
vecchietta con la scranna da impagliare di nuovo, un contadino con un mastello a cui si infracidito una doga, un carrettiere col mozzo di una ruota che
si sgranato dai raggi. Da noi
non si usa pi!
Quando un oggetto si anche
leggermente incrinato nella sua
funzionalit, lo si mette da parte senza appello. Del resto se
nelle sue viscere non racchiude unanima damore, per quale
scopo accanirsi a ridare la vita
ad un corpo gi nato cadavere.
La nostra la chiamiamo perci
la civilt dellusa e getta! Al televisore che sta in cucina si
fulminato un rel, niente paura! Viene messo da parte e sostituito con un altro che ha il
video registratore incorporato.
Alla bambola che sembra sia
stata sorpresa da un colpo apoplettico perch si sono scaricate
le pile, poco importa! Portala
al bidone della spazzatura! Ne
acquisteremo una di quelle che
sono vendute con tanto di certificato di nascita, si sposano, fanno allamore e vanno nei campeggi estivi. Al fucile giocattolo
regalato al bambino il giorno
di natale caduto il grilletto?
Presto fatto! Per la Befana sar
pronto un mitra col nastro delle
pallottole attorno al carrello, o
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addirittura un sottomarino lanciamissili con la verifica computerizzata degli obiettivi colpiti.


Alla giacca di fustagno caduto un bottone? Al soprabito di
velluto si scucita la fodera? Al
reggiseno di pizzo si allentato
lelastico? A un paio di sandali
si staccata la fibbia? Non vale la spesa ripararli! Porta via
al macero, senza scrupoli. Anzi
no! Un momento! Tra giorni
passeranno quelli della Caritas
parrocchiale. Cos ci liberiamo
il guardaroba da ingombri fastidiosi, e poi, diamine! Aiutiamo
la gente! Facendo contento il
Signore il quale ha detto che i
poveri li abbiamo sempre con
noi.
Un angolo di paradiso, un giorno, non ce lo negher certamente, visto che ce lo stiamo accaparrando, sia pure con
i riciclaggi delle nostre cose
superflue.
Ma che c Giuseppe! Vedo che
ti sei fermato col martello, brandito a mezzaria, e i tuoi occhi
dolenti mi trafiggono con uno
sguardo di disgusto. Ho capito! Quel tuo sguardo vuol dire:
mi fate piet! Altro che usa e
getta, valicando davvero ogni
limite, avete invertito la fase
in getta e usa, visto che siete
cos abbietti da snaturare perfino lintima essenza della carit,
piegandola alla vostra libidine
di possesso.
Si, hai ragione falegname di
Nazaret. Siamo proprio giunti a tale grado di perfidia, che
pretendiamo di elevare a livelli
di purezza i liquami delle nostre cupidigie. Traffichiamo perArca Magazine N.1

sino le scorie del nostro egoismo, verniciamo di solidariet


gli scarti del nostro tornaconto,
e con una oscena mascherata di
gratuit ci illudiamo di riscattarci dal nostro interminabile
inverno dellamore.
E guarda che non ti ho detto
tutto! Perch ho ancora paura
di quel martello che rimasto
brandito a mezzaria. Se infatti dovessi raccontarti di quelle
operazioni filantropiche tenute a battesimo dalla televisione,
son sicuro che metterei a dura
prova la tua tenuta di uomo
non-violento.
Che vuoi farci! Questi si, sono i misteri buffi, di cui dovremmo vergognarci e contro
cui dovremmo ribellarci e nel
cui oceano stiamo tutti facendo
naufragio. Ma se oggi qui da
noi, in questo crepuscolo tormentato del secolo ventesimo,
le botteghe artigiane sono pressoch sparite non solo perch
non si genera pi e neppure perch non si ripara pi nulla.
perch non c pi tempo per la
carezza. Mi spiego! Vedi Giuseppe, da quando sono entrato
nella tua bottega, quante carezze non hai fatto su quel legno
denudato dalla pialla!
Tutte le volte che lhai strisciato
con il ferro, subito vi sei passato sopra con la mano, leggera
come la luce che trema sulle acque: non saprei bene se per proteggerne la verecondia; o per
velargli, un attimo appena, la
bianca intimit; o per compensare con un gesto di tenerezza
il trauma della violenza. E anche ora, mentre ti parlo, passi
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e ripassi con le dita sugli spigoli smussati dallo scalpello, e


ne levighi le asprezze, col medesimo amore con cui la pecora madre asciuga con la lingua
lagnello appena nato. Poi cicatrizzi le ferite del legno, provocate dal trapano e dai chiodi,
con gli stucchi, canforati come
unguenti dArabia. Vi stendi sopra il balsamo delle vernici, che
impregnano laria dun acre profumo, e continui a blandire con
la colla gli assi di faggio che
ora luccicano come uno specchio. Quante carezze: con le
palme della mano, con i pennelli, con le spatole, con gli occhi.
S, anche con gli occhi, perch,
ora che hai finito una culla, sei
tu che non ti stanchi di cullarla
con lo sguardo.
Oggi purtroppo da noi, non si
carezza pi, si consuma solo,
anzi si concupisce. Le mani incapaci di dono, sono divenute
artigli, le braccia troppo lunghe
per amplessi oblativi, si sono ridotte a rostri che uncinano, senza piet, gli occhi prosciugati di
lacrime ed inabili alla contemplazione, si sono fatti rapaci, lo
sguardo trasuda libidine di possesso, e il dogma dellusa e getta divenuto il cardine di un
cinico sistema binario che regola le aritmetiche del tornaconto e gestisce lufficio ragioneria
dei nostri comportamenti quotidiani. Perci si violenta tutto!
[. . . ]
(Don Tonino Bello)
[Potete leggere la versione integrale della lettera QUI]
Novembre-Dicembre 2014

Intervista a Fernando Meo


Perch hai accettato di essere intervistato?
(in dialetto siciliano e con voce roca) Fabrizio mi
ha fatto una proposta che non ho potuto rifiutare!
Quando e come hai iniziato il mestiere di
falegname ?
Da sempre. Sono figlio di un falegname ma ho
anche due sorelle ed un fratello che fanno altro.
Cosa ti piace maggiormente del tuo mestiere?
Ce un aspetto del tuo lavoro che non ti piace
per niente?
Questo lavoro ti da la possibilit di creare qualcosa, e non mai uguale. La domenica sera pensando al giorno dopo che devi andare al lavoro stai
tranquillo non hai il magone; in compenso sei preoccupato per alcuni aspetti e qui arrivo alla cosa
che mi piace meno, cio tutte le incombenze burocratiche a cui si deve fare fronte che sottraggono
molto tempo al lavoro.
Cosa cambiato nel modo di lavorare di un
falegname, rispetto a 30 anni fa? In particolare, in che modo sei riuscito ad adattarti nel
tempo?
Paradossalmente 30 anni fa il lavoro di falegname
era pi in serie perch si lavorava tanto, adesso
il lavoro diverso e usando una frase mutuata
da affari di famiglia non sai mai che lavoro ti
pu entrare dalla porta. Mi sono adattato a fare il
lavoro su misura che non ha la concorrenza sleale
di chi sappiamo noi.

Ti soddisfano di pi le realizzazioni di una


volta o ci che ti chiedono oggi?
Pi oggi perch ho cambiato un po il mio target.
Pensi che un falegname debba mantenere un
legame con la falegnameria tradizionale? E
giusto, ad esempio, utilizzare quasi esclusivamente materiali differenti dal massello come
oramai si fa da tempo nel settore della grande
distribuzione?
Su questo c una grande confusione. Andiamo
per ordine: bisogna recuperare la falegnameria
tradizionale sempre! I materiali si usano a seconda dei casi e del tipo di lavoro da svolgere.
Qualcuno torce il naso di fronte al truciolato, io
invece dico che c anche il lavoro dove il truciolato ci sta bene, anzi meglio, quello che non va
confuso la frode: ovvero ti vendo un mobile in
legno massello, quando in realt un truciolato
rivestito.
Alla tua destra una bellissima donna che aspetta che la porti fuori per una cena a due, a sinistra una bellissima motocicletta, la pi bella che tu abbia mai visto, pronta per un viaggio in solitaria. O la donna, o la motocicletta.
Cosa fai?
La motocicletta senza dubbio. Passo di l e chiedo
alla bellissima se vuole salire anche lei! Scherzavo,
in moto vado solo. Tutte e due sono un fatto di
adrenalina pura quindi cose che piano piano mi
interessano sempre meno.

Sono nato 57 anni fa sotto il segno dello scorpione da persone normali. Ho cominciato a fare
il falegname insieme a mio padre in un altro periodo della mia vita, tanto tempo fa. Quando
ero ragazzo ho fatto il falegname in maniera inconsapevole, perch ero attratto da altre cose
in primis la passione per le motociclette e le vespe. Ne ho modificate tante e smontata una
tutti i giorni. Adesso lavoro nella falegnameria a tempo pieno e con molta responsabilit.
Quando lavori dalle 50 alle 60 ore a settimana ti rimane un po difficile trovare tempo per
coltivare altre passioni. Il forum concilia un po queste due cose. Conoscere persone che amano
veramente questo lavoro fa piacere e tiene compagnia. Mi piace il laboratorio pulito e spero
veramente di poterlo finire di attrezzare come desidero. Spero veramente di recuperare molto
sulluso degli attrezzi manuali.

Arca Magazine N.1

Novembre-Dicembre 2014

Raccontaci di una realizzazione che ricordi in


modo particolare, ed il motivo per il quale ti
rimasta impressa.
Una cucina componibile realizzata per un cliente che ci teneva veramente ad arredare la casa
con prodotti di qualit, sacrificando altre spese.
Seguiva i lavori ed stato bello accontentarlo.
Se avessi la possibilit di cambiare lavoro, lo faresti subito, su due piedi? Potendo scegliere, che tipo di lavoro preferiresti?
Sono realista: so che
non troverei lavoro
per let ed altri fattori, non da ultimo il
fatto che sono allergico al potere costituito e ai capetti leccaculo della maggior parte
delle fabbriche italiane, ma questo un problema
legato alla mediocrit delle classi dirigenti che sceglieranno sempre una persona di valore inferiore
a loro fino alla fine della catena.
Raccontaci
della tua passione per il
body building,
le origini ed
il percorso, a
grandi linee.
Ho sempre fatto palestra anche se quella che faccio adesso pi un passatempo. Mi fanno ridere
le persone che dicono di essere precise, poi vai a
vedere che la loro precisione in realt quella che
loro chiedono agli altri perch sono dei r.c. che
spaccherebbero il pelo delluovo in due. La mia
precisione quella che io chiedo a me stesso e per
questo che ti dico che sono 36 anni che vado in palestra non ho mai smesso e non mi sono mai fatto
pesare la pigrizia. Questa la mia precisione.
Qual il segreto per conciliare una passione
per uno sport come il body building con un
mestiere faticoso e dispendioso come quello
Arca Magazine N.1

del falegname?
In effetti sei stanco anche se la palestra ti rilassa e
conosci gente.
Il rapporto di un professionista con i forum a
tema appare molto interessante ai non addetti
ai lavori. Ad esempio fino a 15 anni fa, o poco pi, i forum a tema di fatto non esistevano.
Quando hai iniziato a frequentare un forum, e
cosa vuol dire per te frequentare un forum che
tratta argomenti legati al tuo lavoro?
Il forum una grande cosa, non si finisce mai
dimparare. Ci sono persone che si mettono in
gioco e danno qualcosa agli altri. Ho cominciato
leggendo qualcosa qua e la su internet. Rende
bene lidea questa frase: Chi suona stona chi non
suona critica
A conti fatti,
con la comparsa dei forum,
cosa cambiato per i professionisti? E
per gli hobbisti? Adesso hanno maggiori opportunit di
imparare?
Facile che un professionista prenda facilmente la
paga da un dilettante di grandi capacit e idee.
La forza sta nel sapere apprendere da chiunque e
di non credersi mai intoccabile. Professionista pu
dire molto e dire niente, ad esempio il recupero
dellarte amanuense una prerogativa dellamante e non del professionista il quale sempre di
corsa. Personalmente ho fatto molti lavori recuperando attrezzi manuali che non usavo pi e che,
finemente settati, sono per certi lavori meglio di
un centro a controllo numerico.
Al di l del fatto tecnico e professionale, che
cosa rappresenta per te un forum dal punto di
vista umano?
Molti amici e molti r.c. forse la cosa reciproca
ma il tempo galantuomo e le persone vere vengono fuori sempre forum o non forum. Gli amici
si ritrovano.
Frequenti solo forum legnosi o anche altri in

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Novembre-Dicembre 2014

funzione di altri tuoi interessi?


Sto solo sullArca.
Nel tuo percorso di vita, quanto hai imparato dagli altri e quanto invece gli altri hanno
imparato da te?
Qualcuno ha imparato da me e pochi mi hanno
insegnato. Sono sempre stato un po autodidatta
su tutto ho bisogno solo di uno spunto dopo me
la devo vedere da solo.
Cosa vuol dire esercitare la
professione di
falegname? In
particolare, cosa ti distingue
da un hobbista, a parte il
numero di ore
in pi che dedichi allattivit?
Avere un commercialista e delle scadenze da
rispettare.
Raccontaci il tuo peggior difetto e parlaci di
ci che, a tuo parere, rappresenta una tua
virt.
Conoscere il proprio difetto significa gi essere sulla buona strada del superamento del medesimo. I
miei difetti sono anche delle scelte di vita. La mia
virt? Non saprei! Auto diagnosticarsi una virt

pu essere un controsenso, sicuramente lempatia


nei confronti dei pi deboli.
A tuo parere, il mestiere del falegname, continuer a cambiare, ad evolversi, oppure presto scomparir del tutto per lasciar posto a
qualcosaltro?
Il mestiere e le opportunit stanno sempre l bisogna sapersi adeguare per coglierle. Attualmente
in Italia questo non possibile non siamo ancora
protesi al valore delle persone ma piuttosto sullappiattimento sociale. Un maestro falegname
ebanista oggi in Italia meno di un lavacessi.
Scusate la volgarit ma cos.
Il mondo solo bianco e nero? Quelle sfumature di grigio che ci appaiono ogni giorno sono
solo apparenza?
Io lo vedo a colori. Quando timpunti e per gli
altri sei uno che vede solo bianco o nero ti rendi
conto che parlano di loro stessi.
Esprimi un desiderio.
Che lintelligenza collettiva esca da questo torpore.
Per chiudere, cosa vorresti dire agli hobbisti
che si avvicinano al mondo della falegnameria, ed in particolare a chi frequenta il forum
arcadilegno?
Se avete passione, se siete dei puri, chiedete e vi
sar dato.

Intervista a Fernando Meo (Macigno) a cura della redazione di Arca Magazine


(continua da Pag. 2) Improvvisamente per mi chiamano gli amici dell
Istituto Luce Cinecitt, per dirmi che hanno deciso di restaurare Nuovo
Cinema Paradiso. Che succede? Non mi tornano i conti. Per carit
ringrazio tutti per lattenzione, limpegno, la bella iniziativa. Ma se il
film appena uscito, perch restaurarlo? Sono davvero molto sorpreso,
smarrito, come in un sogno, o dentro un effetto speciale. Ma mi fanno
notare che sono passati 25 anni . . . Venticinque? Scherziamo. Non
assolutamente possibile. Suppongo si tratti di un errore di calcolo.
E invece sono passati 25 anni! Le operazioni di restauro sono state
seguite personalmente dal maestro Giuseppe Tornatore e dal direttore della fotografia Blasco Giurato. Danni
ad immagini e suono procurati dal tempo alla pellicola, sono stati corretti con risultato eccellente. La versione
restaurata ha emozionato i tanti presenti allanteprima e continuer ad emozionare tutti noi!

Fabrizio (fabrizio979)

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Io sono un Hobbista. Parte II: Come si diventa Hobbisti


Certamente non esiste una sola
strada, ma tante. Si diventa Hobbisti magari per necessit di risparmiare soldi, per velleit creative, per passatempo, per gioco,
per passione, etc. Ognuno ha le
sue esperienze e le sue motivazioni. Posso dire di esserlo diventato puramente per
caso. Premetto che sono figlio e fratello di falegname, ma mai per la mia testa si annidato il
bench minimo desiderio di cimentarmi con la
lavorazione del legno.
Prendiamola allora molto alla lontana perch tutto cominciato quando, pi di ventanni fa,
venuto a mancare mio suocero che aveva appena
acquistato una villetta a schiera di cui, per eredit, ovviamente, mi sono ritrovato proprietario,
assieme a mia moglie, allimprovviso. Il problema
era che questa villetta era lungi dallessere finita e
pertanto, oltre ai muri mi sono ritrovato coerede
anche di un bel mucchio di debiti e di lavori da
portare a termine. Non vi dico quante cambiali ho
firmato e quanti impegni mi sono dovuto assumere per poter terminare questi lavori. Ho dovuto
fare di necessit virt e mi sono improvvisato anche volenteroso aiutante di muratore, piastrellista,
falegname, elettricista, etc., etc. Siccome la mia
unica dotazione allepoca consisteva in un trapanino B&D che mi serviva giusto per bucare il muro
per fissare qualche tassello, ho cominciato ad acquistare qualche attrezzo che mi sarebbe servito a
svolgere diversi lavori: un seghetto, un banchetto
pieghevole, un trapano pi serio, e via via. Finita la casa mi sono reso conto di avere un po di
attrezzatura (molto poca in verit) a disposizione.

Ed allora mi sono chiesto: Adesso che ne faccio?


La ripongo in qualche stipetto e la dimentico per
sempre? O magari potrei usarla per farci qualche
cosa? E cosa? E se mi facessi qualche lavoretto di
falegnameria? In fondo ho un padre ed un fratello che sono Falegnami e quindi potrebbero darmi
qualche prezioso suggerimento. E quasi inconsapevolmente ecco che quel tarlo comincia a lavorare
dentro la tua testa sino a corroderti e far scomparire qualsiasi altra alternativa. Poi succede che
magari vedi che il Brico Center vicino fa anche
un corso gratuito di falegnameria della durata di
una settimana e quindi ogni remora residua viene
completamente rimossa.
A quel punto sei
preso dal vortice
dellHobbismo puro (malattia cronica senza cure, ahim. . . ) e quando entri in un Brico Center o similare cominci a guardare utensili pi
avanzati, e costosi, dei tuoi, magari la troncatrice, magari il banco
sega ed appena puoi, appena ne hai la possibilit,
te li porti a casa e li rimiri soddisfatto.
E poi se hai la sfortuna di entrare in una utensileria specializzata, salvati cielo! Ormai sei posseduto dal malefico demone della voglia di possesso e
lunica cosa che pu frenarti solo lammontare
del tuo conto in Banca ammesso che tu ne abbia
uno.
Giuseppe (lapin)

Quattro risate tra un incastro e un altro


Ho un amico scemo, ma scemo, talmente scemo, che se si tenessero le Olimpiadi per gli scemi
arriverebbe sicuramente secondo!

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Ferramenta Trifiletti
La societ Trifiletti vanta una tradizione che risale al 1906,
arrivando cos alla quarta generazione di famiglia. In tutti questi anni il magazzino stato costantemente ampliato
mediante linserimento di nuovi articoli nuovi, senza pero tralasciare quelli tradizionali. Questo modo di operare
permette di offrire ai Clienti sia nuove soluzioni che articoli
difficilmente reperibili sul mercato attuale.
La ricerca di articoli di ferramenta sui mercati europei ha permesso
di importare merce da Francia, Austria, Inghilterra. La ferramenta
Trifiletti vanta un magazzino di circa 30.000 articoli, indirizzati principalmente sul complemento dellarredamento di interni, restauro,
falegnameria e tanto altro ancora, con i migliori marchi del mercato.
La ferramenta Trifiletti gode oggi dellapprezzamento di svariati professionisti, quali Architetti, falegnami e restauratori, ma anche da
hobbysti sempre pi esigenti.
Presso la societ Trifiletti troverete Cortesia e Professionalit, scaturite da anni di esperienca con professionisti ed hobbisti, rapidit, consigli
e soluzioni in tempi accettabili, oltre ad rapporto qualit/prezzo dei prodotti impeccabile. Inoltre
potrete trovare grande competenza e manualit, ad esempio rifacimento chiavi su serrature antiche,
placche ottone e quantaltro serva a risolvere i problemi che ci sottoporrete.
Si effettuano consegne a domicilio a Torino con mezzo della ditta e fuori Torino a mezzo corriere.

Prodotto PROMO
Arbortech Contour Sander ha una solida costruzione, ingegnosamente progettato con precisione assoluta. Lazione di levigatura orbitale casuale, in
combinazione con il platorello flessibile brevettato crea una finitura perfetta,
senza cicatrici, graffi o macchie. Le aree che in precedenza potevano essere
carteggiate solo a mano possono ora essere rifinite rapidamente. La levigatrice progettata per adattarsi ad una smerigliatrice angolare portatile da
100 o 110 millimetri, ma non si adatta al prodotto Arbortech Mini-Grinder.
Contour Sander efficace, grazie al bordo esterno molto flessibile del disco
abrasivo, si ottiene un ottimo lavoro di levigatura sulle superfici curve.
Inoltre, il design unico permette di eliminare quasi del tutto le vibrazioni.
Il prodotto include: Random Sander, 1 x platorello, 7 x 80g dischi abrasivi, 6 x 120g dischi, 6 x 180
dischi, 6 x 240g dischi, adattatore M10 - M14.
Ferramenta Trifiletti
P.IVA 01618580011
Email
Sito web

Arca Magazine N.1

C.so San Maurizio, 63, 10124 Torino (Italy)


Tel: +39 0118173107
ferramentatrifiletti@ferramentatrifiletti.it
www.ferramentatrifiletti.it

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Introduzione agli utensili per la tornitura


Nel numero zero di Arca Magazine si trattato lacquisto del primo Tornio. Questa seconda parte
tratter lacquisto dei primi utensili per la tornitura. Si potrebbe
inizialmente pensare di acquistare un Kit, ma il problema che
esso includerebbe molti utensili che si userebbero quasi mai. A mio parere il modo migliore di
iniziare quello di acquistare alcuni strumenti
essenziali, e poi via via prenderne altri in base alle
esigenze che arrivano con il tempo e la pratica.
Ecco una lista di attrezzi giusto per iniziare:

grande distanza dal lavoro.


Sgorbia a Profilare (Spindle Gauge)
Si tratta di unattrezzo utilissimo per curare i dettagli della tornitura, con unaffilatura
ad unghia (fingernail)
permette di formare tori e gole, scavare linterno di calici e scatole, e
quando usata ad angolo (shear scraper) lascia una
superficie liscia, la misura ideale per iniziare di
3/800 = 10mm - 1/200 = 13mm.

Nome
Sgorbia da Sgrosso (Roughing Gouge)
Sgorbia da Scavo (Bowl Gouge)
Sgorbia a Profilare (Spindle Gouge)
Troncatore (Parting Tool)1
Scalpello Obliquo (Skew Chisel)2

Sgorbia da Scavo. (Bowl Gouge)


Lutilizzo primario di
questo utensile lo
svuotamento dellinterno delle ciotole. La sgorbia da scavo un attrezzo molto versatile, si
pu usare per la sgrossatura di pezzi di legno traverso vena oppure lungo vena. ottima per tornire piatti e
Ciotole, e non ce limite alla forma di affilatura, anche questa sgorbia utilissima se affilata
a forma di unghia, (fingernail). Personalmente
preferisco unaffilatura con le ali un poco arretrate, ma e gusto personale. La misura ideale di
3/800 = 10mm 1/200 = 13mm.

misura
32mm
13mm
10-13mm
3mm
25mm

Per gli attrezzi elencati in tabella, i marchi Hamlet,


Crown e Robert Sorby rappresentano ottime scelte. Con questi 5 utensili si pu tornire quasi tutto,
compra poco ma compra bene. Adesso vediamo nei
dettagli questi 5 attrezzi.
Sgorbia da sgrosso (roughing gouge).
Si tratta della sgorbia
mediante la quale si
pu sgrossare un pezzo di legno posto fra
le punte in modo parallelo al binario del tornio. Con questo utensile anche possibile finire piccoli oggetti come
penne, oppure realizzare gole, la misura preferibile di 3/4 100 1/4 o
1930mm. Occorre fare attenzione perch questo
tipo di sgorbia ha una debolezza nella linguetta
che entra nel manico, che potrebbe rompersi quando la sgorbia viene usata con il poggiautensile a
Arca Magazine N.1

Scalpello Obliquo (Skew Chisel)


Questo utensile
il pi grande nemico dei tornitori, specialmente allinizio della nuova avventura della tornitura. Tuttavia, una volta appresa la tecnica esso diverr il vostro preferito, lasciando una super14

Novembre-Dicembre 2014

Troncatore (Parting tool).


Utensile she usiamo per troncare il pezzo il legno , con Pratica
e usabile anche per formare Tori. Anche questi sono disponibili in forme diverse,
forma a diamante e forma rettangolare, pi preferita. La misura Preferibile di 1/800 3/1600 . Si
trovano anche con lame da 1.5mm.
Antonio (nonnotony48)

ficie tanto lucida che non sar necessario usare


carta abrasiva. Si puo arrivare a finire una penna
dallinizio alla fine senza luso di altri strumenti,
mi permetto di dire che il mio utensile preferito.
Anche con questo utensile la forma dellaffilatura
dipende dal proprio gusto personale,certi preferiscono unaffilatura dritta, altri invece unaffilatura
ad Arco.

Il mio Al
Questo libro raccoglie gli articoli
scritti da Gianni
Min su Cassius
Clay-Muhammad
Ali dal 5 marzo
1971 ad oggi. Min, per il Tg2
della Rai, seguiva, dallinizio degli anni 70, lavventura umana e
sportiva del mito americano con
la faccia nera,
il pi prestigioso
pugile del secolo appena trascorso. Una sorta di
diario accompagnato dagli articoli, dettati a braccio nella notte, da Los Angeles o da Las Vegas, da
Kinshasa o da Manila, al Corriere dello Sport e
poi anche a la Repubblica e altri giornali. Queste
cronache delle sfide pugilistiche di The Greatest
con Frazier, Norton e Foreman caratterizzavano
gli Stati Uniti di quegli anni, quelli del riscatto
degli afroamericani, di Malcolm X, di Martin Luther King, delle conquiste de laltra America,
lAmerica che lottava per laffermazione dei diritti
civili.

Cassius Clay, che per abbracciare la fede musulmana aveva cambiato il suo nome in Muhammad
Ali, non solo fu al centro di questi eventi sportivi e
sociali, ma ne fu in molti momenti uno dei protagonisti. Da allora fino a tempi pi recenti quando,
nel 1991, si impegn perfino per la liberazione di
alcuni cittadini nordamericani sequestrati in Iraq
da Saddam Hussein. Lidea di questo viaggio, nei
ricordi di quellepoca professionale di Min, nata
quasi casualmente dalla curiosit di sua moglie
Loredana che, mettendo in ordine alcuni passaggi
dello sterminato archivio cartaceo del giornalista,
si imbattuta in alcune cronache delle imprese del
campione di Louisville e ne ha scoperto il fascino,
segnalandolo acutamente nella postfazione. Per
capire il fenomeno sufficiente considerare che, dopo il suo rifiuto, negli anni 60, di andare a fare
la guerra in Vietnam, stata cambiata negli Stati
Uniti la legge sullobiezione di coscienza. Min ha
sempre avuto unattenzione particolare per campioni complessi come Maradona, Mennea, Tommy
Smith, Lee Evans, Baggio e Tomba. La sensibilit sulla vicenda di Cassius Clay, anche ora che il
campione afflitto dal morbo di Parkinson, ne la
prova e conferma la singolarit del libro, che, non
a caso, introdotto da un prologo di Mina, artista
somma, ma anche indiscutibile esperta di boxe.
Fonte: Rizzoli (RCS)

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Il dcoupage - Parte II
Per anni il dcoupage tradizionale stato realizzato quasi esclusivamente su oggetti di metallo
laccato; tuttora gli oggetti di metallo (zinco, alluminio, latta, rame, ferro e ghisa) sono tra i supporti preferiti da utilizzare con
questa particolare tecnica decorativa. Non tutti questi materiali si comportano
nello stesso modo quando vengono rivestiti con la
carta ed per questo che presentano difficolt di
lavorazione differenti.
Pi semplice il dcoupage su metalli dipinti come bricchi, catinelle e vari tipi di pentolame facilmente reperibili sul mercato. Gli oggetti pi
difficili da lavorare sono quelli smaltati industrialmente, molto lisci e lucidi offrono una superficie
sulla quale colla e carta rischiano di scivolare. Al
contrario gli oggetti dipinti manualmente sono
pi semplici da rivestire, soprattutto se trattati
con una base di cementite che rende la superficie
pi irregolare e idonea allincollaggio dei ritagli.
Gli oggetti di metallo grezzo pi
utilizzati per il dcoupage sono di
zinco e alluminio,
in particolare annaffiatoi, tinozze e
secchi fatti di questi materiali. Le
superfici vengono
generalmente dipinte o laccate ma
si possono decorare anche direttamente, la diffiFigura 1. Ciotola in rame, primer, effetto craquel, dcoupage colt sta soprattutto nella patinatu3d, finitura lucida allacqua.
ra industriale alla quale vengono sottoposti per evitare che
arrugginiscano.

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Pi raro il dcoupage su ferro grezzo, poich


tende ad arrugginire velocemente e trattarlo con
colle allacqua, implica il pericolo di vedere gli
oggetti rovinati in breve tempo. Anche su rame
non molto diffuso, soprattutto perch gli oggetti
solitamente cari e di fattura artigianale, sono gi
belli di per s e si preferisce non coprirli. In Fig 1
e 2, sono riprodotti esempi di oggetti la cui base
costituita da differenti materiali.
Altri tipi di supporti tradizionali
sui quali realizzare il dcoupage sono: terracotta, ceramica e vetro. Le
maggiori difficolt si presentano
nella decorazione
di superfici lisce
non porose, tanto da venir spontaneo pensare che
sia impossibile far
aderire la carta su
Figura 2. Tazza in ceramica, decorazioni applicate direttamente questo tipo di masulla superficie, finitura a spray. teriale. In realt
si tratta sempre di
superfici naturali che mantengono una microporosit che permette di realizzare delle decorazioni
di grande effetto. La terracotta essendo molto
porosa, un ottimo supporto, occorre per fare
attenzione ad un particolare: quando si incollano
i ritagli di carta, la colla va passata su tutta la superficie in modo da isolare perfettamente la terracotta dalla vernice finale ed evitare la formazione
di macchie.
I vasi e le ciotole di coccio possono essere usati
come portavasi, portamatite, bomboniere, portadolci o portafrutta. I vasetti possono essere decorati senza alcuna preparazione della superficie, i
ritagli si incollano direttamente sul vaso, oppure si
pu colorare la superficie utilizzando una spugna
naturale (effetto spugnato) e colori acrilici.
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In alto, da sinistra: vassoio di peltro, portatovaglioli, vassoio in acciaio. In basso, da sinistra: vassoi,
svuotatasche in ottone. Per una descrizione pi dettagliata vedi pagina seguente.
Figura 3.

Il vassoio di peltro stato trattato con due mani di primer, successivamente allasciugatura sono state
date due mani di colore acrilico rosato, quindi stato posizionato il ritaglio e fissato con una vernice
di finitura lucida. Portatovaglioli: una base di primer, quindi lacrilico avorio, il ritaglio di carta riso
e qualche ritocco di dcoupage pittorico, finitura opaca. Il vassoio in acciaio stato ottenuto con la
stessa procedura. I vari vassoietti sono stati ottenuti sempre con la stessa tecnica (base con primer,
acrilico, ritagli, pittorico, finitura allacqua), mentre lo svuotatasche in ottone stato ottenuto con
primer, acrilico avorio, ritagli da tovagliolo, effetto puntinato, vernice di finitura lucida.
La ceramica lucida non oppone resistenza alla
colla e attaccare i ritagli di carta non particolarmente difficile. Nel trattamento finale di oggetti
di ceramica colorata, il flatting si potr stendere
normalmente a pennello, mentre se loggetto in
ceramica bianca meglio usare una vernice finale spray che risulta completamente trasparente e
mantiene il colore di base.
Il vetro permette decorazioni in trasparenza di
grande effetto. Prima di iniziare occorre pulire gli
oggetti con lalcool. Il dcoupage pu essere fatto
sopra o sotto vetro, a seconda delluso che faremo
delloggetto.
Nel dcoupage sotto vetro, per poter vedere le
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immagini attraverso il vetro, bisogna invertire le


fasi.. prima si incolla e poi si crea lo sfondo. Gli
oggetti decorati con questa tecnica possono essere
utilizzati per gli alimenti. Si pu procedere anche
con la doppia decorazione, sotto-sopravetro e i
risultati sono di grande effetto. Usando la carta di
riso sul vetro si imita leffetto alabastro, in questo
caso occorrer che sia bianca o panna per creare
effetti di trasparenza molto raffinati.
Anche il cartone, soprattutto se grezzo, un ottimo materiale da utilizzare come supporto per il
dcoupage, la carta marroncina accoglie la colla
molto bene ed adatta per essere dipinta con basi
di colore acrilico e ad olio.
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In alto, da sinistra: zuccheriera, ritagli di carta sottovetro, svuotatasche natalizio. In basso, da sinistra:
decorazione sottovetro con sabbie colorate, scatoline preparate per Natale, cartone pressato (vecchie scatole
cellulari).
Figura 4.

Altri tipi di supporti tradizionali sui quali realizzare il dcoupage sono: terracotta, ceramica e
vetro. Le maggiori difficolt si presentano nella
decorazione di superfici lisce non porose, tanto
da venir spontaneo pensare che sia impossibile
far aderire la carta su questo tipo di materiale.
In realt si tratta sempre di superfici naturali che
mantengono una microporosit che permette di
realizzare delle decorazioni di grande effetto.
La terracotta essendo molto porosa, un ottimo
supporto, occorre per fare attenzione ad un particolare: quando si incollano i ritagli di carta, la
colla va passata su tutta la superficie in modo da
isolare perfettamente la terracotta dalla vernice
finale ed evitare la formazione di macchie. Ottima
anche la plastica, meglio quella leggermente satinata poich trattiene meglio la colla, altrimenti
se la superficie lucida meglio utilizzare prodotti
spray. A Natale si possono decorare con grande
facilit le palline trasparenti, la decorazione pu
essere fatta allinterno o allesterno e con linserimento di piccoli personaggi, saranno comunque
decorazioni personalissime. Il sughero offre unotArca Magazine N.1

tima base per la decorazione. Semplici da realizzare sono i sottopentola, con una base di gesso
acrilico, un ritaglio di carta riso o tovagliolo e dcoupage pittorico per riempire gli spazi, finitura
allacqua lucida. Polistirolo e cera, per terminare
la galleria dei materiali, sono spesso usati nel periodo natalizio per confezionare palline e candele
profumate. A Natale il dcoupage d il meglio di
s stesso con una gamma infinita di piccoli e grandi oggetti da realizzare con materiali nuovi o di
riciclo. . . un occhio al dono e uno al portafoglio!
Lo stile Shabby Chic, detto anche effetto decapato, dal francese decap che vuol dire raschiato,
permette di invecchiare un oggetto strofinando
sulla superficie una spazzola di ferro o della carta abrasiva in modo da togliere in alcuni punti il
colore. Si realizza con una decapatura dai colori
tenui, quando, in genere, prevale il bianco o lavorio. Nello stile provenzale prevalgono invece
i colori caldi e pastellati, con immagini di fiori.
Una lavorazione che ricorda le case di campagna
Vecchia Inghilterra, un modo di bilanciare chiaro
e scuro e non appesantire gli interni.
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Figura 5.

In alto, da sinistra: scatolette varie, decorazioni natalizie. In basso, da sinistra: decorazioni natalizie

Si tratta di una tecnica americana sviluppatasi


nellOttocento come recupero di credenze, tavoli,
armadi, scrivanie altrimenti inutilizzabili. Lesecuzione semplice e il risultato sar un oggetto
invitante, romantico, apparentemente consumato
dal tempo.
In questo vecchio comodino si parte dalla carteggiatura accurata della superficie, eventualmente
stuccando dove necessario. Quindi si prepara il
fondo stendendo una mano di gesso acrilico, una
volta asciugato bisogna strofinare la superficie con
carta vetrata o con una spugna abrasiva a grana
fine in modo da renderla perfettamente liscia. Si
passa quindi al colore di fondo, di solito scuro,
e se il colore non risulta abbastanza coprente, si
stende una seconda mano. A questo punto si
pu prendere un po di cera solida con un panno
e passarla solo in alcuni punti, oppure strofinare
leggermente una candela bianca nei punti soggetti
a maggior usura. E un passaggio che si pu anche
saltare perch il problema della cera la quantit
che viene rilasciata sulla superficie dove il colore
non aderisce, scartavetrando si rischia di togliere
troppo colore superficiale lasciando grosse strisce

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anzich venature pi sottili e graffiate.


Si passa quindi al secondo colore, di solito chiaro,
che sar steso in modo che non sia completamente
coprente. A questo punto si strofina la superficie
con una spugna abrasiva a grana grossa o con
carta vetrata insistendo nelle zone che si vogliono
far risaltare pi consumate: il colore sottostante
diventer visibile in alcuni punti che risulteranno
come graffiati. Si potr poi procedere al dcoupage vero e proprio, applicando motivi floreali
e ombreggiando alcune zone grazie alla tecnica
pittorica, semplicemente ritagliando la carta e incollandola alla superficie con colla vinilica. La
finitura sar satinata a solvente, almeno 3 o 4
mani.
Osservazioni: in corso dopera mi sono resa conto
che il passaggio gesso acrilico e primo colore di
base pu essere saltato, perch sul legno il colore
aggrappa bene e quindi sufficiente pulire bene il
mobile carteggiando e lasciando il colore originale,
sopra verr steso il colore chiaro e quindi si proceder a strofinare con la spugna abrasiva o una
paglietta di ferro tirando fuori il legno originale
del mobile.

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In alto, da sinistra: lattiera (fondo carta riso, ritagli da tovagliolo, pittorico, finitura). Vaso (decorazione
sopravetro, fondo con carta riso e successive immagini applicate, finitura allacqua lucida). Contenitori profumi
(decorazione sopravetro su carta riso bianca, finitura con vetrificante allacqua).
Figura 6.

Se invece parliamo di un mobile non verniciato,


ad esempio in abete grezzo, occorre carteggiare bene per rendere la superficie liscia, quindi si
stende una mano di gesso acrilico, si carteggia
nuovamente e si passa lacrilico scuro o comunque
una qualsiasi tinta legno del colore che si vuol
vedere come sfondo nelle venature graffiate. Nello stile provenzale si usano spesso tinte pastello
come lilla, azzurro, verde. Successivamente va
applicato un colore chiaro, tipo bianco, avorio,
crema, champagne, sabbia, corda, giallo tenue,
azzurro cielo, verde primavera, rosa cipria, secondo le preferenze e comunque in contrasto con la
tinta sottostante. Dopo lasciugatura si proceder
con la carteggiatura di poche o molte zone, insistendo su quelle che si vogliono far risaltare come
pi vissute, con una spugna abrasiva a grana grossa o carta vetro. La finitura sar opaca, da mobile

anticato.
A volte, anzich usare una tinta scura come colore
di base, si preferisce il colore legno chiaro per un
contrasto pi delicato, in questo caso dopo aver
carteggiato la superficie si stenderanno due mani
di turapori, quindi lacrilico del colore preferito e
una volta asciutto, si proceder a strofinare nei
punti dove si vuol far trasparire il colore del legno.
Nel prossimo numero di Arca Magazine vorrei
parlare di costi e prodotti per risparmiare, delle
tecniche di invecchiamento e ancora di materiali,
inserendo qualche progetto su tela per realizzare
quadri senza essere pittori e su paralumi.
Auguro Buone Feste a tutti e rinnovo lappuntamento nel nuovo anno con la stessa voglia di ricercare e creare, fare poesia e raccontarci con mille
sfumature.
Tiziana

Luscita del prossimo numero dipender, come sempre, dal contributo di tutti coloro che vorranno contattare
la redazione di Arca Magazine per inviare del materiale da pubblicare.
Le indicazioni dettagliate sullinvio di articoli e materiale di qualsiasi tipo, si possono trovare nelle FAQ che
abbiamo predisposto appositamente.
Scriveteci allindirizzo email redazione.arcamagazine@arcadilegno.it ed avrete tutte le risposte che non
avrete trovato nella FAQ.
Fabrizio - Caporedattore (fabrizio979)

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Novembre-Dicembre 2014

Sulla strada di Tucson - Parte II


Harvey non aveva pi altri pensieri ora, si sforzava solo di trovare
unuscita da quella situazione. Sarebbe stato orribile finire quel
giorno la sua vita l, tra quelle rocce mentre lo attendevano le
delizie di Tucson. Improvvisamente il cielo sembr oscurarsi come
se una grande nuvola grigia avesse completamente coperto il sole.
Si ud un frastuono incredibile e Harvey vide saettare nellaria, tra
la massa di polvere come sollevata da un vortice immenso, dei
lampi verdognoli od azzurrognoli.
Spaventato ancor di pi si sdrai a terra tenendosi le mani sopra
la testa. Quellincredibile situazione dur solo pochi istanti che
ad Harvey sembrarono lunghi come una vita. Poi, dimprovviso, il
cielo si apr nuovamente, il frastuono spar lontano e tutto torn
silenzioso come prima che fosse iniziata la sparatoria. Harvey si
decise ad alzare la testa dal suo nascondiglio solo dopo alcuni
minuti, temendo di ricevere ancora fucilate, ma nemmeno uno
sparo od un grido di guerra ruppe il silenzio irreale che era tornato
sul canyon. Il giovane si guard attorno con aria sbigottita: ma che
era successo? Doverano finiti i suoi assalitori?
La polvere che si era alzata prima si stava lentamente depositando sul terreno roccioso ed a parte
quello sembrava che niente fosse accaduto di anormale. Harvey usc completamente dal suo riparo ed
imbracciato il Winchester fece alcuni passi con aria guardinga verso le rocce pi alte. Nessun rumore
giungeva da dove poco prima gli erano arrivati gli spari. Il cowboy prese coraggio e si avvi verso le
rocce alte. Dietro un masso trov il corpo di un Apache riverso a terra, con una ferita larga sul petto.
Attorno alla ferita la pelle ed i vestiti presentavano segni di bruciature. Poco pi in l trov i corpi di
altri due Apache che presentavano la stessa identica ferita al petto.
Il giovane continu a guardarsi attorno, con aria sempre pi stupita, sino a che, dietro una grande
roccia trov un altro Apache, stavolta moribondo. Gli si avvicin e lApache, evidentemente in fin di
vita, gli sussurr -agua- Harvey torn indietro al suo cavallo che, nonostante la grande confusione,
era rimasto dove laveva lasciato. Prese la borraccia dellacqua e torn dal moribondo. Gli sollev la
testa e gli vers nella bocca alcuni sorsi dacqua. LApache parlava a stento, gli sussurr un -gracias-,
quindi con gli occhi sbarrati verso il cielo disse ancora -el grande espirito...- e reclinando la testa, mor.
Sconvolto dallaccaduto, ed impaurito dallatmosfera surreale che si era venuta a creare, Harvey salt
sul suo cavallo che spron al galoppo verso Tucson.
(continua nel prossimo numero)
Giuseppe (lapin)

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Novembre-Dicembre 2014

Scultura
Scolpire, un verbo che mi ha sempre affascinato suscitando una profonda voglia di provare a
creare qualcosa con gli attrezzi che vedevo maneggiare allo zio materno Oreste. Quando da
bambino gli chiedevo ..mi fai provare??, ogni volta ricevevo la stessa risposta, sei piccolo..ti fai male.
Me ne andavo con la promessa a me stesso che se
fossi riuscito a capire dove nascondeva la chiave
del suo laboratorio-magazzino, dove lavorando
creava piccoli oggetti in legno per la casa, lavrei
fregato, infilandomi a riempirmi di trucioli e polvere contro il suo volere. Ma non ci sono mai
riuscito, e cos, diventato pi grande, ho iniziato a scavare tronchi per fontane e fioriere con la
fantasia (tanta) tuttavia cerano pochi attrezzi

e abilit per gli alberghi ed i ristoranti del mio


paese.
I fiori e lacqua si infilavano cos in enormi scarponi di legno, tromboni scavati con la motosega
ecc. fino a creare una fontana con panca e fioriera annessa, scavata su di un enorme tronco di
larice con radice portato a valle da una valanga,
su ordinazione dellallora Sindaco del mio paese.
Che soddisfazione, lavevo fatta io! Mi piaceva un
sacco che lavessero messa nel centro del paese
dove tanta gente si fermava per fare una foto alla
mia creazione! Avevo 16 anni ed iniziava il mio
percorso nelluniverso legno, ricco di scoperte e
soddisfazioni, ma anche di sonore capocciate per
imparare dagli sbagli!

A sinistra, Barba: tronco in noce nazionale. Dimensioni: diametro 28 cm, altezza 75 cm, lavoro su
commissione raffigurante un personaggio che la leggenda dice si aggiri nei nostri boschi di nome BARBA
(cio zio). Lattrezzatura usata unelettrosega per la sgrossatura, alcune sgorbie da scultura grandi,
medie e piccole per la rifinitura. Finitura cera Novecento neutra;
Al centro e a destra, Gnomo dei Chiapivi: tronchetto in legno di melo, diametro 20 cm, altezza 40 cm,
base in pietra, lavoro su commissione raffigurante uno gnomo con passero sul cappello . . . si dice abiti
nella frazione Chiapili Superiore nel nostro paese. Lattrezzatura impiegata per la realizzazione una
sega nastro per lo sgrosso, alcune sgorbie da scultura medie e piccole per la rifinitura. Finitura cera
Novecento neutra.
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Dopo vari
approcci al
mondo dellintaglio, attraverso corsi organizzati dalla Comunit montana, ebbi la
fortuna di andare con amici a vedere la Fiera di S.
Orso ad Aosta e qui cambi veramente la mia vita.
Girovagando attraverso i numerosissimi espositori
valdostani ebbi come una folgorazione quando mi
avvicinai al banco di quello che divent poi il mio
Maestro: conobbi Giuseppe Binel!

Grandissimo artista ed altrettanto grande persona:


dopo 5 anni di frequentazione della sua Bottega
Scuola lui mi spinse a fare lo scultore per mestiere,
convincendomi anche a divulgare questa fantastica forma di arte lignea, attivando, a mia volta,
dei corsi a vari livelli, prima nella mia valle e poi
anche al di fuori dei suoi confini. Ho avuto cos
la possibilit di imparare ad insegnare una materia che non basta una vita per conoscere a fondo,
incontrando a mia volta fior di professionisti del
legno: falegnami, restauratori, hobbysti ecc., che
con passione ed entusiasmo partecipano ai miei
corsi per accrescere le loro conoscenze di questo
mondo. In questo modo anchio vengo a conoscenza di trucchi, malizie ecc., per affrontare lavori in
cui non sono esperto.

A sinistra, Gallo: tronco in ciliegio dimensioni in scala 1/1 raffigurante un gallo, eseguito su commissione per il
Ristorante del Gallo, attrezzatura usata elettrosega per la sgrossatura, sgorbie da scultura grandi,medie e piccole
per la rifinitura,tecnica tuttotondo,colore acrilico rosso per evidenziare cresta e bargigli,finitura cera Sintyilor
color ciliegio.
Al centro, S. Grato: pala in noce nazionale dimensioni 30x75x6, lavoro su commissione raffigurante San Grato
Vescovo, attrezzatura usata seghetto alternativo per tagli tangenziali al disegno, sgorbie da scultura medie e
piccole per la rifinitura ,tecnica altorilievo,finitura cera Sintylor neutra.
A destra, Ernesto e . . . la crota: tavola di pino cembro (cirmolo..) dimensioni 150x42x10. La foto ritrae una
parte del pannello dove ho eseguito, su commissione, la figura di Ernesto, suocero del committente e falegname
di 92 anni ancora in attivit, il resto del pannello raffigura uno scorcio di cantina in pietra, due grappoli duva,
ed infine una scritta in piemontese. Lattrezzatura usata lelettrosega e disco carver per la sgrossatura, alcune
sgorbie da scultura medie e grandi per la rifinitura. La tecnica usata laltorilievo, infine finitura cera Novecento
neutra.

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Novembre-Dicembre 2014

Il mio lavoro si basa per il 70% su opere eseguite


su commissione, il restante 30% per creare oggetti
e sculture che vendo nel mio atelier-esposizione;
nei mesi invernali frequento meno il laboratorio
perch divido il mio tempo con linsegnamento
dello sci dove sono maestro federale.
Una cosa che mi intriga tantissimo della mia attivit e che, se volete,presenta forse un pizzico di
follia, che quando entro nel mio deposito, per
scegliere o mettere a stagionare il legname, mi
piace pensare che i pezzi sanno gi cosa diventeranno,cos quando prendo un tronco per fare
una statua od uno steppone (tavola di grande dimensione) per creare un alto-rilievo mi trovo a
pensare che mi stava aspettando, sapeva che per
quel lavoro ci sarebbe voluto proprio lui! Il con-

siglio che mi sento di dare a chi vuole provare


ad intagliare o scolpire quello di avvicinarsi con
curiosit, ma anche una buona dose di umilt,
cercando di superare con intelligenza i momenti
di sconforto quando sembra di non riuscire a fare
niente e viene voglia di lasciar perdere. Provando
con costanza ed impegno arriver il momento che
il coltello e le sgorbie inizieranno ad andare nel
verso giusto e la difficolt nel capire le profondit
e la prospettiva si trasformeranno in gioia nelleseguire anche solo un semplice rosone intagliato od
una serie di fiori scolpiti, tenendo per a mente
che man mano che si migliora si alza lasticella
delle difficolt puntando sempre pi in alto e non
si finir MAI di imparare. BUONI TRUCIOLI!!
Marco (skir0ll)

A sinistra, cofanetti torniti in noce nazionale diam. 32 cm,la foto ritrae i particolari intagliati dei due coperchi
dei cofanetti,attrezzatura usata tornio,sgorbia da scultura n.8/7 e 12/6 per i fiori,coltello da intaglio Codega n. 7
per i particolari intagliati; finitura turapori Tower,lana dacciaio 00 e poi cera Novecento neutra.
A destra, Gotico: tavola di ciliegio antico fine 700, porzione di anta di una finestra di dimora signorile, dimensioni
25x80x3. La foto ritrae la parte centrale del lavoro, importante evidenziare la possibilit di recuperare un pezzo
storico che sembrava destinato al camino. Lattrezzatura usata composta di alcune sgorbie da scultura e la
tecnica usata quella della scultura a basso-rilievo. La finitura cera Novecento color ciliegio.

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Circonsione di Ges, part. della Nativit lignea di Hans Klocker,


1500, Convento dei Francescani, Bolzano.

ARCA MAGAZINE
Direttore Responsabile
Direttore Editoriale

Antonio Tavilla
Amedeo Scotti

Redazione
Fabrizio Messina (Caporedattore)
Francesco Pecci (Correzione di bozze)
Davide Gordini
(Falegnameria professionale)
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(Falegnameria amanuense)
Antonio Orifici
(Tornitura)
Giuseppe La Scala (Cultura e svago)
Amedeo Scotti
(area commerciale)
Hanno collaborato a questo numero: Roberto, Tiziana, Tony, Giuseppe, Amedeo, Antonio, Fernando,
Sandro, Marco, Vittorio, Francesco.
Editore
Amedeo Scotti
Email: redazione.arcamagazine@arcadilegno.it
Fotografie a cura della Redazione.
Fotografie e manoscritti anche se non pubblicati non si restituiscono.
Anno I Numero I, in corso di registrazione presso il Tribunale di Lecco.
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Costruzione di una pialla jointer low angle


A chi non capitato di costruire
un utensile per la necessit del
momento? Io ho cominciato cos
e affinando via via le mie capacit sono arrivato a costruire alcune pialle in metallo tra cui una
Jointer Low Angle. A prima vista pu sembrare un
lavoro complicato, che necessita luso di macchine
per lavorare il metallo, ma come vedrete si tratta
solo di avere idee chiare e un po di pazienza. In

realt interventi con la fresatrice e con il tornio ci


sono stati, ma veramente minimali.
Il modello di pialla al quale mi sono ispirato una
Low angle 22 Lie Nielsen (Fig. 7-a), ma poteva
essere anche una #62 Stanley o una Quangsheng
62. A differenza delle classiche pialle per spianare
il cui angolo di taglio dipende dalla seduta della
lama (frog), le low angle sono pi versatili perch
sostituendo la lama con una con smusso diverso
33 o 38 si hanno tre pialle in una (Fig. 7-b).

In alto, da sinistra a destra: a-Lie Nielsen low angle, b-progetto, c-fase della lavorazione. In basso, da
sinistra a destra: df fasi di lavorazione
Figura 7.

Il progetto prevede una parte della suola anteriore mobile per aumentare o ridurre alloccorrenza
lapertura della bocca dove fuoriesce la lama come si vede dal disegno, in seguito parzialmente
modificato (Fig. 7b).
Il corpo di questa pialla costruito con acciaio da
carpenteria Fe 430 (spess. 5mm) tramite incastri
a coda di rondine ribattuti. Ho usato seghetto e
trapano, ripetuti controlli e infine la struttura
stata assemblata (Fig. 7cf e Fig. 8a).
Costruire la suola mobile implica eseguire unaArca Magazine N.1

pertura notevole e questa facilita la preparazione


della seduta a 12 con la lima, altrimenti era necessario dividere la suola in due pezzi, fare la seduta,
unire con incastri le due mezze suole ecc. (vedi
Figure 8-bd).
Con un profilato a T in acciaio, ribattuto ai lati e
sulla suola, ho rinforzato la struttura, mentre per
lappoggio della lama ho ritagliato un cuneo di alluminio, avvitato alla suola e con le viti ribattute.
Nelle figure 8-ef e 9ac si possono vedere delle
prove di assemblaggio.
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Novembre-Dicembre 2014

In alto, da sinistra a destra: a-struttura assemblata, b-c-d seduta a 12, e-f struttura rinforzata e appoggio
della lama
Figura 8.

Il lever cap ricavato da un pezzo di acciaio da


20mm, ha un foro filettato M10 e relativa vite con
la testa in legno. A differenza del disegno iniziale,
ho usato un perno per fermarlo e per dare pi
solidit al corpo (Fig.9ac).
Sul supporto del manico ho saldato un lungo dado
dove si avvita la vite interna (M6), in modo che i
filetti su cui fa presa siano numerosi a garanzia di
un fissaggio sicuro. Il manico ed il pomolo sono
in frassino. Dopo averli sagomati li ho lucidati e

montati (Fig. 10).


Per ribattere gli incastri occorre riempire linterno
dell pialla con un pezzo di legno sagomato in maniera precisa, che mantenga inalterato il volume
interno della struttura e bloccato il perimetro dei
fianchi. Inoltre, essendo la bocca piuttosto ampia,
c il pericolo che ribattendo i bordi questi cedano
un po verso linterno per cui ho riempito il vuoto
con uno stesso spessore di acciaio (Fig. 11a-b).

Figura 9.

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Lever cap

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Novembre-Dicembre 2014

Figura 10.

Montaggio manico e pomolo

A questo punto viene il lavoro pi pesante: sgrossare con la smerigliatrice, la lima bastarda e la
carta vetrata grana 40, 60, 80 il fondo e i fianchi
con carte ancora pi fini e quasi ci siamo (Fig. 11c,
12ac, 13a). La lama lultimo pezzo rimastomi di una lama per taglierina industriale molto
resistente allaffilatura, spessore 5mm (Fig.13-b).
Per la regolazione della lama ho usato il sistema

Figura 11.

delle block, una ghiera (fatta al tornio) avvitata


su un filetto fissato nel cuneo di alluminio che
si innesta in una scanalatura creata nella lama
(fatta con una fresatrice). Avvitando o svitando la
lama si muove in avanti o indietro. In Fig 13cf si
possono vedere: il particolare dellapertura della
bocca a lavoro ultimato, la verniciatura finale e i
montaggi ultimati.

Da sinistra: ribattitura degli incastri, sgrossatura con smerigliatrice, finitura con lima

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Novembre-Dicembre 2014

In alto, da sinistra: a-finitura con carte abrasive, b-lama, c-apertura della bocca. In basso, da sinistra:
de-regolazione della lama, f-montaggio finale
Figura 12.

La prova di taglio stata fatta su una tavola di


bancale ripulita, per non rovinare la lama. Con
poche passate anche i nodi vengono spianati facilmente e i bordi si raddrizzano con pochi passaggi (Fig.13-a). Caratteristiche della pialla. Lunghezza 559 mm, larghezza 70 mm, larghezza lama
58 mm, Spessore lama 5 mm, Peso 3, 940 kg. In
Fig. 13c si possono vedere parte delle pialle che

Figura 13.

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ho costruito.
Come ho scritto allinizio, bastano pochi utensili
manuali e un po di pazienza. Se qualcuno fosse
interessato ad una costruzione simile si senta libero di usare il disegno e le indicazioni dellarticolo.
Dunque Buon lavoro!
Vittorio (vitto)

Da sinistra: a-lavoro completato, b-prova di piallatura, c-insieme alle sorelle

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Il panettone
Da una quindicina danni questo il tempo in cui
preparo il panettone. Ho sempre accarezzato lidea di fare il panettone; tutti i prodotti lievitati mi
hanno sempre attratto: pane, pizza, focacce, ecc.
Ho iniziato a fare il panettone usando il solo lievito di birra; i risultati erano apprezzabili, ma non
buoni. Poi ho avuto la fortuna di avere a lezione il
figlio di un noto pasticcere della provincia di Verona che mi ha fatto conoscere il padre e lo zio che
mi hanno introdotto nellarte di fare il panettone
e regalato un pezzettino della loro pasta acida. Da
allora sono cambiate le mie tecniche di facitura, che ho affinato a pi riprese, fino a diventare
quasi un automatismo. In maniera assai poco modesta dico che oggi il risultato assicurato! Cos
ho pensato di illustrare il percorso di costruzione del panettone. Gli ingredienti, come vedrete
sono tanti, ma quello direi strategico la pasta
acida (lievito naturale). Quindi la costruzione del
panettone inizia da qui.

iniziare a fermentare (lievitare);


per evitare che la massa si secchi in superficie si pu spruzzare dellacqua (qualche
goccia) sulla superficie.
I Rinfreschi:
trattenere 150/200 gr della massa fermentata, avendo cura di eliminare il
cappello;
aggiungere lo stesso peso di farina e acqua pari al 50% della farina aggiunta ed
impastare (lacqua dovrebbe essere fatta riposare in bottiglia un paio di giorni prima
dellutilizzo);
porre a riposo la massa come descritto sopra, avendo prima lavato accuratamente il
contenitore;
ripetere loperazione 3/4 volte. Il lievito
pronto per il rinfresco quando il suo volume
circa triplicato;
alla 4 volta la triplicazione dovrebbe
avvenire in circa mezza giornata.

La pasta acida
La partenza:
lavare in acqua calda 150 g di uva sultanina;
ridurre in poltiglia luva con il mixer aggiungendo dellacqua calda. Deve avere la
consistenza di una minestra di semolino;
grattugiare una piccola mela, possibilmente
ben matura, ed aggiungerla alla poltiglia di
uva secca;
aggiungere il composto a 150/200 g di farina tipo Manitoba 00 (farina ricca di glutine
del tipo utilizzata per il pane soffiato): limpasto deve avere la consistenza di una crema
soda;
mettere limpasto in un contenitore in luogo caldo (la temperatura dellimpasto si dovrebbe mantenere sui 30 - io utilizzo una
jogurtiera di cui regolo accensione e spegnimento con un timer ad orologio, accensione
15 minuti per ora). Pu essere utile anche
uno scalda biberon; in questo caso limpasto
lo si pone in un vasetto di vetro;
dopo 2/3 giorni il composto dovrebbe
Arca Magazine N.1

Perch il lievito raggiunga la necessaria forza


necessaria una settimana durante la quale
si deve fare
Figura 14. Pasta acida avvolta in un
almeno un
panno di cotone e legata
rinfresco al
giorno. Durante questa fase il lievito non andr
pi tenuto nel contenitore utilizzato in precedenza
ma, dopo limpasto, andr completamente avvolto
in un panno di cotone e legato in modo morbido
per formare un salsicciotto (vedi foto 14).
Modalit dei rinfreschi del lievito nel salsicciotto. Primo rinfresco. trattenere 150/200 gr
di lievito, aggiungere farina in pari quantit e
acqua per il 45% della farina aggiunta. Limpasto deve essere abbastanza duro (deve essere ben
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Novembre-Dicembre 2014

Limpasto del panettone. Quando ho iniziato ad


utilizzare la pasta acida ricorrevo ad una tecnica
autodefinita che prevedeva 5 impasti, uno ogni
3 ore, in modo tale da coprire 12 ore diurne con i
primi 4 impasti e lasciare lievitare tutta la notte
lultimo impasto. Anche i tempi di aggiunta degli
ingredienti erano differenti; ad esempio la percentuale maggiore di burro laggiungevo allultimo
impasto, cos come le uova. Leggendo e sperimentando sono arrivato alla ricetta di tabella 1, nella
quale ci sono gli ingredienti per un panettone da
chilo, suddivisi in 3 impasti.

amalgamato e non appiccicarsi alle mani) per essere avvolto nel panno. Per evitare che il lievito si
attacchi al panno cospargere questultimo con un
po di farina.
Rinfreschi successivi. sul pane di lievito si forma
una sottile crosta che deve essere tolta prima di
prelevare la massa per il rinfresco. Conviene munirsi di un coltello seghettato (tipo shogun): la
crosta deve essere tolta senza premere sulla massa
altrimenti si costipano gli alveoli del lievito. Affettare (ca. 1 cm di spessore) il salamino di lievito e
mettere le fette in una bacinella dacqua. Lacqua
deve essere a temperatura ambiente con laggiunta di un po di zucchero (un cucchiaino da caff
per litro dacqua). Il lievito deve galleggiare. In
caso contrario (probabilmente) stato costipato
durante la sbucciatura. Lasciare il lievito a bagno
per circa 15 minuti (NON DI PIU), poi strizzarlo
con le mani, trattenere la solita quantit per il rimpasto, aggiungere lo stesso peso di farina e acqua,
pari al 42% della farina aggiunta ed impastare. E
possibile usare acqua e latte (2/3 di acqua e 1/3
di latte). Avvolgere il lievito nel panno e tenerlo in
un luogo non freddo, ma nemmeno molto caldo.
Quando il lievito prende forza si noter che tende
a fuoriuscire dal panno.
Conservazione del lievito. Il lievito pu essere
conservato in frigorifero, rinfrescandolo almeno
una volta per settimana. In questo caso la farina
che si aggiunge nei rinfreschi pu essere il doppio
del peso del lievito, utilizzando sempre farina di
tipo Manitoba 00. Un diverso modo di conservare
il lievito, ad esempio per utilizzarlo per la panificazione, di conservarlo in un vaso di vetro chiuso
in frigorifero in forma semiliquida (diluizione al
100%), 100 g di lievito, 100 g di farina e 100 g di
acqua, rinfrescandolo con un intervallo massimo
di una settimana. Naturalmente questa diluizione si otterr con il procedere dei rinfreschi. Se
usato per la panificazione necessario procedere
ad un rinfresco almeno 3 ore prima dellimpasto.
Per panificare il lievito deve essere pari a circa il
30% del peso della farina che si utilizza (1 kg di
farina, 300 g di lievito con diluizione 100%). Ma
del pane e della pizza ne parliamo poi.
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PRIMO IMPASTO
Ingrediente
Quantit (gr.)
pasta acida
80
biga
50
zucchero
33
burro
64
tuorli
22
latte in polvere
4
farina
198
acqua
75
SECONDO IMPASTO
Ingrediente
Quantit (gr.)
farina
87
zucchero
30
burro
22
tuorli
35
latte in polvere
4
acqua
25
TERZO IMPASTO
Ingrediente
Quantit (gr.)
farina
50
zucchero
37
burro
33
tuorli
33
latte in polvere
3
acqua
12
uvetta
165
arancia candita
58
cedro candito
30
(Tabella 1)

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Novembre-Dicembre 2014

Dopo 7 ore, cio


alle 14, mi accingo a fare il secondo impasto. In
Fig. 16 si pu vedere la massa dopo la prima lievitazione. Non di- Figura 16. Fine della prima
sponendo di una lievitazione
cella di lievitazione, ricorro a metodi molto artigianali per favorire
la lievitazione.
Per evitare
che si formi la crosta
sulla massa,
introduco il
contenitore
con limpasto in un sacchetto, tipo
Figura 17. Dopo il secondo impasto
quelli biodegradabili che forniscono supermercati per riporre
la spesa, e poi colloco il tutto vicino a un calorifero, in maniera da garantire una temperatura
di circa 30 gradi centigradi alla massa che lievita. Anche in questo caso i tempi di impasto
dipendono dallimpastatrice utilizzata, tenendo
sempre presente che a fine impasto, come detto
in precedenza, la pasta deve essere liscia, lucida e
non attaccarsi alle mani (vedi Fig. 17).
E cos si arriva,
dopo 5 ore, alle
7 di sera, al terzo
impasto, quello finale. In Fig. 18
visibile la massa dopo la seFigura 18.
Fine della seconda conda lievitazione. Questo impalievitazione
sto si suddivide in
due fasi: la prima prevede lintroduzione nellimpastatrice di tutti gli ingredienti, tranne luva passa e i canditi, la seconda laggiunta delluva passa
e dei canditi.

Innanzi tutto ho ridotto gli impasti a 3, intervallandoli in maniera tale che partendo alle 7 di mattina,
alle 7 di sera, dopo il terzo impasto, introduco la
pasta nei pirottini e lascio lievitare per tutta la
notte, o quasi. Poi ho modificato i momenti di
introduzione degli ingredienti. Nei testi di importanti ed affermati panettonai, si legge che
gli ingredienti devono essere introdotti nellimpastatrice, seguendo precise modalit. Allinizio
cercavo di seguirle, ora non pi, e il risultato non
cambia. Lunica regola che seguo quella di inserire il burro, che deve essere sempre a temperatura
ambiente, mai freddo, per ultimo. Quindi inizio
alle 7 di mattina con il primo impasto, introducendo nellimpastatrice tutti gli ingredienti necessari
(vedi Tabella 1). Oltre al mio lievito, la sera precedente preparo la cos detta biga, che utilizzo
nel primo impasto. La biga la ottengo impastando
la sera precedente 250 g di farina (Manitoba 00,
una farina ricca di glutine che sopporti tempi di
lievitazione molto lunghi), 2/3 grammi di lievito
di birra in polvere sciolto in poca acqua tiepida,
50/60 g di pasta acida e 125 g di acqua (a questa
quantit deve essere sottratta quella utilizzata per
sciogliere il lievito di birra in polvere). Limpasto, ricoperto con una pellicola (non avvolto) lo
pongo in un contenitore chiuso ermeticamente,
per evitare che si formi una crosta sulla superficie.
I tempi del primo
impasto
possono variare con limpastatrice utilizzata. Sicuramente sono necessari almeno
Figura 15. Dopo il primo impasto
una decina di
minuti, tenendo presente che a fine impasto la
pasta deve essere liscia e lucida e non attaccarsi
assolutamente alle mani (vedi Fig 15). In genere
sulla mia catena di montaggio ci sono 4 panettoni;
in tutto ne produco una dozzina, suddivisi in tre
riprese. In luogo fresco si conservano per lungo
tempo (anche 3 mesi e pi).

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Novembre-Dicembre 2014

Nel terzo impasto aggiungo degli aromi non indicati in tabella 1


un po di vaniglia e della buccia di limone tritata finemente o
Figura 19. Limpasto del panettograttugiata (assine nei pirottini
curarsi che siano
limoni non trattati, altrimenti usare laroma di
limone in fialette che si trova facilmente in tutti i supermercati; per un panettone usare mezza
fialetta).
Le impastatrici
casalinghe difficilmente riescono a distribuire in
maniera omogenea nellimpasto
questi ultimi ingredienti, per cui
Figura 20. La mattina dopo
necessario un
intervento manuale. Per fare ci uso un piano di
marmo (si pu usare un piano di legno cosparso di
farina) imburrato, cos come le mani, e lavoro la
pasta in maniera di amalgamare al meglio luvetta
e i canditi.
Quindi si passa alla fase finale, lintroduzione della
pasta negli stampi di carta per lultima lievitazione
(Fig. 19). Con
le mani si deve
Figura 21. Il raffreddamento
cercare di formare una palla eseguendo dei movimenti dallalto
verso il basso e, una volta formata, va posta al
centro del pirottino. Lo stampo va ricoperto con
della pellicola, sempre per evitare che si formi una
crosta, e messo a lievitare in un luogo tiepido (vicino, ma non troppo a un calorifero, o a una fonte
di calore moderata, per esempio un caminetto che
prima era stato acceso).
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Il risultato della
terza lievitazione
si pu vedere in
Fig. 20. Se non
trovate gli stampi di carta, potete
ricorrere a degli
stampi di allumiFigura 22. I panettoni da mezzo
nio, imburrandochilo
li preventivamente, o antiaderenti, o di silicone. Limportante
che abbiano una forma che ricordi quella del
panettone alto, o basso.
Per i panettoni da
chilo utilizzo gli
stampi bassi perch il forno in
cui li cuocio non
molto alto e
non mi consente
di usare i pirottini
Figura 23. Alveolatura
alti. Per la cottura ideale un forno ventilato. Prima di introdurre
il panettone nel forno, fare dei tagli a raggera sulla sua superficie, profondi qualche millimetro e
porre al centro un pezzetto di burro.
Quando il forno
a temperatura,
introdurre il panettone nel piano pi basso. La
temperatura con
cui cuocio di
170
gradi centiFigura 24. I panettoni da 1 chilo
gradi per 40 minuti (questi valori possono leggermente variare
da forno a forno, soprattutto il tempo).
Una volta tolto dal forno il panettone va messo a
raffreddare a testa in gi (vedi Fig. 21). Uso dei
supporti di legno e degli aghi da lana dismessi. Al
posto dei supporti di legno si pu utilizzare una
pentola abbastanza profonda e larga da contenere
il panettone. Nelle Figure 22, 23, 24 sono visibili
i prodotti finiti e lalveolatura interna.
Buon Natale con il panettone!
Francesco (pesso)
33

Novembre-Dicembre 2014

Tornire il legno non stagionato


Tornire il legno verde unesperienza piacevole
anche per i sensi: i trucioli si staccano dal pezzo
in rotazione in lunghi nastri, lodore della linfa
penetrante e persistente. Da tener presente inoltre il lato economico come pure quello etico; il
materiale avr un costo prossimo allo zero (anzi,
in qualche caso potreste essere pagati per portare
via del legname ritenuto inutile) ed inoltre, utilizzando alberi che arrivano dal vostro territorio
contribuirete a non incentivare labbattimento di
specie esotiche a rischio di estinzione.
Per usufruire del legno verde non occorrono abilit particolari di tornitura, oltre a quelle di base,
indispensabili; dovrete per approfondire la conoscenza delle diverse essenze, per disporre del
maggior numero di informazioni possibili prima
di iniziare la tornitura.
Naturalmente foglie ed eventuali frutti, oltre che
la corteccia, saranno in grado di indirizzarvi sulla
specie; saprete cos se siete in presenza di una latifoglia o di una conifera, di una rosacea piuttosto
che di una leguminosa. Da queste prime informazioni potrete farvi unidea del colore del durame
e di quanto sia, o non sia, accentuata la differenza fra durame ed alburno. Successivamente
allabbattimento, lanalisi degli anelli di crescita vi
dir in che tipo di ambiente e con quali differenze
stagionali cresciuto quellalbero.
Anche una attenta osservazione della corteccia
pu dare indicazioni di cosa troverete al di sotto:
traumi, cancri, inclusioni, possono essere forieri di
sorprese estetiche nelle fibre ma anche portatori
di cattive notizie. In sintesi utilizzare il legno verde (non in maniera occasionale) pu diventare
unesperienza molto pregnante; non pi tornire
il legno ma tornire con il legno, diventandone
complici e accettandone le inevitabili bizze e le
scontrosit. In futuro potremo approfondire luso
di queste tecniche. Buoni trucioli.

Tornire il legno verde significa utilizzare legname fresco di taglio; possibile utilizzare legno
proveniente da un albero appena abbattuto, oppure dopo qualche giorno dallabbattimento. In
questo modo il tornitore ha modo di entrare in
intimo contatto con lalbero, con quello che lambiente ha determinato nella crescita, con le sue
qualit pi nascoste.
Unavventura affascinante, non facile, che richiede la volont di apprendere una serie di tecniche
e di accorgimenti che permettono di sfruttare con
successo le differenze fra alburno e durame, gli
intrecci di fibra dovuti alle diramazioni dei rami.
Tornire legno fresco di taglio permette di abbandonarsi ad unesperienza altamente creativa, dove
sperimentazione e ricerca di nuove tecniche sono
la norma.
Ad esempio, nel settore delle ciotole e dei vasi,
nelle ultime due decadi molte opere importanti ed innovative sono state create utilizzando legno verde. In effetti questo materiale permette
una libert di espressione e di design difficilmente raggiungibile con il legno stagionato ed inoltre vi una pi ampia possibilit di esaltare le
caratteristiche intrinseche del tipo di legno scelto.
Possiamo scegliere sostanzialmente fra due vie:
una via pi artistica con la quale si lavora il legno senza soluzione di continuit, dallabbattimento al prodotto finito; la seconda opzione prevede invece uno step intermedio,
poich, dopo aver dato una forma grossolana al
manufatto, si far una stagionatura breve (grazie
al fatto di aver asportato molto materiale), cui
seguir la lavorazione definitiva. Questa seconda via sempre seguita quando il prodotto finale
debba avere precise forme geometriche; il caso
delle scatole, ad esempio.

Arca Magazine N.1

Roberto Cecconello (Cecco)

34

Novembre-Dicembre 2014

Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Nativit, Hans Klocker, 1500. Victoria and Albert Museum, Londra.

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