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Nel febbraio del '55 Raymond Chandler - forse il maggior scrittore uscito dalle

file del romanzo poliziesco - comp quello che un suo amico doveva definire "il me
no efficiente tentativo di suicidio che si ricordi." Di quell'incidente si possi
edono varie versioni, alcune delle quali tra le pi fantasiose dovute allo stesso
mancato suicida: il documento pi sicuro , tuttavia, il rapporto della polizia che
Dorothy Gardiner e Kathrine Sorley Walker hanno parzialmente pubblicato, con l'o
missione dei nomi dei funzionari coinvolti nel caso e con la maggiore discrezion
e possibile, nel loro Raymond Chandler Speaking. "Chandler drammatizz in modo gra
vissimo la morte della moglie, la sua fervida immaginazione costitu uno dei moven
ti del gesto..." dice il rapporto.
La moglie, Pearl Cecily Hurlburt, era morta mi dicembre '54. Da allora Chandler
aveva continuato a manifestare propositi suicidi: erano sposati da trent'anni e
lui era senz'altro molto attaccato alla donna, ma certo la capacit di fantasticar
e ebbe molta influenza sulla condotta dello scrittore. Avvisati da lui stesso o
dalla cognata circa i propositi suicidi, i poliziotti di La Jolla, California, c
ontinuarono per giorni a far pazientemente la spola tra la loro sede e la casa d
i Chandler per convincerlo a desistere. Ma il pomeriggio del 22 febbraio lo scri
ttore parve proprio deciso a far sul serio, la cognata torn ad avvisare i polizio
tti di La Jolla: anche se la faccenda cominciava a divenire monotona fu fatto il
possibile per scongiurare l'irreparabile. Chandler era piuttosto simpatico a tu
tti: il funzionario di servizio lo chiam al telefono, cercando d'intrattenerlo si
no all'arrivo di un agente. Lo scrittore, pi agitato del solito, interruppe, per,
la conversazione e l'agente giunse alla soglia della sua casa in tempo per senti
re risuonare due colpi di pistola. Una volta di pi, tuttavia, Chandler non aveva
fatto sul serio. Lo trovarono in bagno, seduto sotto la doccia, in vestaglia, pi
giama e pantofole, la pistola in grembo. L'agente gli strapp l'arma di mano, ma n
on c'era troppo da preoccuparsi, era scarica. I due colpi erano finiti nel soffi
tto: lo scrittore aveva sparato in alto, mancando qualsiasi possibile bersaglio.
"Chandler era disperato per la morte della moglie. L'8 febbraio era ricorso l'a
nniversario del loro matrimonio e tale ricorrenza non lo aveva certo aiutato a r
istabilirsi mentalmente. Venne inviato al reparto psichiatrico dell'ospedale del
la contea, poi trasferito, per intervento di amici, in una cllnica privata..."
Nella prosa burocratica, ma insolitamente affettuosa del rapporto poliziesco un
poco un ritratto in sintesi del creatore di uno dei pi celebri poliziotti del mon
do, Philip Marlowe. Un ritratto delle contraddizioni che intessono, animano la s
ua opera, del paradosso stesso che costituito dalla sua vita, dal suo esempio di
uomo e scrittore. Raymond Chandler, a suo modo, stato persine pi notevole, sorpr
endente, insolito del suo personaggio preferito.
Chi non conosce Philip Marlowe? l'eroe di romanzi polizieschi celebri come II gr
ande sonno, La donna nel lago, Addio, mia amata, II lungo addio. Sullo schermo h
a avuto di volta in volta i tratti di Dick Powell, George Montgomery, Bob Montgo
mery e persino Humphrey Bogart.
il meno probabile realisticamente, anche se il pi convincente artisticamente, dei
grandi detectives. Davanti alla simpatia che capace di suscitare, non solo il c
avaliere Auguste C. Dupin di Edgar Allan Poe appare un fegatoso maniaco, non sol
o il poliziotto Lecoq di Emile Gaboriau appare un grossolano piedipiatti, non so
lo il sergente Cuff di Wilkie Collins appare un insopportabile sputasentenze, no
n solo l'infallibile Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle appare un'odiosa e ar
bitraria macchina calcolatrice, ma persino il padre Brown di Gilbert Keith Chest
erton appare un'artificiosa macchietta, ma persino l'ispettore French di Freeman
Wills Croft appare una mediacre nullit ma persino il commissario Maigret di Geor
ges Simenon appare una specie di stucchevole sentina di bonomia e patetismo: la
simpatia suscitata da Philip Marlowe sa di tenerezza e ammirazione, insieme, di
rimpianto e compassione. Tenerezza perch l'amico che tutti si vorrebbe possedere,
ammirazione perch l'eroe che tutti si vorrebbe essere, rimpianto perch l'uomo ide
ale che tutti sappiamo non poter esistere, compassione perch, se per qualche sche
rzo del destino potesse esistere, sarebbe il pi a malpartito, il pi bistrattato, b
effato, preso in giro da tutti, noi compresi.
L'investigatore privato Philip Marlowe, infatti, ci viene presentato come un uom
o onesto.

"Suppongo che Marlowe sia realmente una specie di me stesso segreto," disse una
volta Chandler a un giornalista inglese. "Io non sono in grado di vederlo chiara
mente, oggettivato, come gli altri, ma posso trovare molto di me in lui. Siamo t
utt'e due soli, sentimentali, cinici, tutt'e due incorruttibili..."
La differenza tra autore e personaggio sta nel fatto che, se Marlowe avesse deci
so d'ammazzarsi perch definitivamente stanco di combattere il vizio, gli imbrogli
, la disonest o anche soltanto - soltanto? soprattutto - l'ineluttabilit della mor
te, ci sarebbe riuscito al primo colpo, non avrebbe avuto un polso tanto tremola
nte e riluttante da scrostare il soffitto del bagno invece di sfondare la lempia
.
Ne II lungo addio, Marlowe - il poliziotto, l'eroe stesso a raccontare, nei roma
nzi di Chandler - dice: "I suicidi si preparano in ogni specie di modi, alcuni c
on l'alcool, altri con elaborati pranzi a base di champagne, alcuni in abito da
sera, altri senza abiti del tutto. La gente si ammazzata sui muri, in una fossa,
netta stanza da bagno..." Chandler scelse per s la stanza da bagno, nella sua ca
sa di California, che non riusciva a considerare pi sua da quando due mesi prima
era morta la compagna di trentanni della sua vita. L'arma era vecchia, arruggini
ta, con solo due proiettili in dotazione. Chandler premette il grilletto due vol
te. E non accadde nulla. Chandler conserv la vita e perse la dignit. "Il suicidio
che riesce una tragedia," disse al suo intervistatore inglese, un anno dopo quel
fallimento, "ma il suicidio che fallisce una farsa. Il meno che possa pensare l
a gente una mancanza di convinzione... Credo che ognuno abbia diritto a porre te
rmine alla proprio vita quando questa gli pare di troppo. Ma non ci riprover..."
strano e quasi commovente ripensare a queste vecchie dichiarazioni di Chandler d
opo che la vita gli stata tolta naturalmente da anni.
Tutto Marlowe investigatore (vol. 1, 1970 e 1988): Il grande sonno - Addio mia a
mata - Finestra sul vuoto - In fondo al lago - Il testimoneChandler ncaque a Chi
cago il 23 luglio 1888. Suo padre, Maurice Benjamin Chandler, era americano di P
hiladelphia, Pennsylvania, sua madre, Florence Darf Thornton era, invece, europe
a, di Waterford, Irlanda. I genitori divorziarono quando lui aveva appena otto a
nni. La madre si port il bambino a Londra: fu allevato al Dulwich College ed ebbe
, quindi, un'educazione schiettamente europea, visse per qualche tempo anche in
terra francese e tedesca.
Fece le sue prime prove di giornalista in The Academy, The Westminster Gazette,
e The Spectator a Bloomsbury, prima di far ritorno, a ventiquattro anni, in patr
ia. Ma presto doveva riattraversare l'oceano per prestar servizio durante la pri
ma guerra mondiale nella prima divisione canadese e poi nel Royal Flying Corps,
incaricato soprattutto di organizzare svaghi delle truppe e pic-nic degli uffici
ali. Smobilitato nel '19, si stabil definitivamente in California, sempre accompa
gnato, protetto e probabilmente dominato dalla madre. Per sposarsi, per sposare
l'amatissima Cissy pi anziana, di sette anni, e pi esperta, di due matrimoni, di l
ui, attese la morte della madre. Eppure Pearl Cecily Hurlburt aveva gi divorziato
da quattro anni dal suo secondo marito. Fu una moglie e una madre per Chandler,
una donna capace di circondare del suo affetto un essere forse pi sensibile che
debole, ma marchiato dalla sensibilit peggio che da un'effettiva debolezza. Un es
sere che alle ferite detta vita sapeva contrapporre solo la sua fervida immagina
zione, con il risultato spesso di esasperarle in pericolose proiezioni invece di
medicarle.
Dal '19 al '32, Chandler cambi spesso occupazione, tipo di lavoro; poteva anche c
avarsela, stupido non era ed era capace anche di dimostrare un certo talento pra
tico, ma gli capitava d stancarsi, di cambiare idea, instabile, inquieto, apprens
ivo, con un certo gusto malato per l'apprensione in s e per s. Leggeva parecchio,
aveva sempre letto parecchio. Negli ultimi tempi soprattutto riviste poliziesche
che divorava nella fioca luce notturna di qualche alberguccio, soprattutto Blac
k Mask, il cui direttore, il capitano Joseph T. Shaw, chiedeva con piglio e infl
essibilit veramente militareschi a ogni collaboratore azione e soltanto azione, u
na convulsa successione di violenze e di colpi di scena. Il suo autore preferito

era Dashiell Hammett, un ex investigatore privato dell'agenzia Pinkerton, che,


essendo stato costretto a lasciare la professione per una lesione ai polmoni rip
ortata in guerra, s'era dato alla letteratura, improvvisandosi narratore efficac
e, essenziale, stilista ruvido ma quasi perfetto, da non sfigurare a volte nei c
onfronti dello stesso Hemingway. Hammett raccontava storie che gli erano capitat
e quando era detective o che erano capitate a suoi colleghi o che gli saebbero p
otuto, comunque, capitare.
Attraverso quelle storie secche, martellanti, feroci appariva una realt americana
gi avviata a diventare leggenda, la convulsa societ del proibizionismo e della gr
ande crisi economica, una societ marcia eppure vitale. Quando il primo racconto d
i Chandler, Blackmailers Don't Shoot apparve nel '33 su Black Mask, la bibbia pe
riodica del genere, Hammett aveva gi pubblicato, oltre a tutta una serie di testi
brevi, I suoi capolavori romanzeschi, Red Harvest nel '29 e The Maltese Falcon
nel '30, aveva gi posto alla ribalta il suo straordinario eroe, l'investigatore p
rivato Sani Spade. Chandler ha sempre proclamato il suo debito nei riguardi di H
ammett, di cui - ancora vivo, a quei tempi, ma gi spento dai dolori fisici e mora
li della vita, dalle persecuzioni politiche e fiscali - arrivato a pronunciare u
na toccante commemorazione. I ricattatori non sparano , quindi, tutto d'impronta
hammettiana. Deliberatamente, senza mezze misure, Chandler rinnova quel tentativ
o di narrazione oggettiva, un'oggettivit che si spinge verso la tensione maggiore
.
Nell'oggettivit di Hammett c'era molto di cinematografico: il narratore si compor
tava almeno apparentemente con l'imparzialit di una macchina da presa, ovvero rip
roduceva con la massima fedelt i fatti nudi e crudi senza indulgere a commenti o
comunque i tentativi di interpretazione capaci di rivelare, o anche soltanto far
sospettare una soggettivit diversa separata dall'amalgama delle vicende. I fatti
nudi e crudi, dunque la mera esteriorizzazione della condotta umana in determin
ate circostanze: almeno apparentemente, s' detto, perch anche l'oggettivit di Hamme
tt avrebbe potuto essere assoluta, totale solo in teoria, nel caso che l'ex inve
stigatore privato dell'agenzia Pinkerton si fosse dilettato di poetica.
In realt la narrativa sempre scelta, e tutte le volte che si sceglie si rinuncia
all'imparzialit. Quindi, gi netta dura e dinamica superficie delle storie di Hamme
tt s'incideva un'incrinatura tutt'altro che realistica, quella specie di donchis
ciottesco impulso che pare aver dominato la vita del romanziere della violenza.
In Chandler, subito dal primo racconto, pur di piglio cos hammettiano, non si tra
tta pi di un'incrinatura ma d'una piaga che tende a espandersi, purulenta, a cont
agiare tutto. Il suo primo eroe, l'investigatore privato Mallory, capelli ricci
e neri con una sfumatura di grigio leggera, occhi grigi distanti, naso sottile,
mascelle quadrate ma bocca piuttosto delicata, passa attraverso delitti, esplosi
oni di furore omicida, in un mondo corrotto e perduto, patisce e sanguina, spiei
ato all'occorrenza ma inguaribilmente sentimentale: il ritratto iniziale d'una g
alleria di romantici paladini. Tra cui, naturalmente, campeggia Philip Marlowe,
il maggiore tra questi investigatori privati dai piedi forse non piatti ma dal c
uore indubbiamente dolce, persine troppo dolce.
Al successo, e al capolavoro vero e proprio, Chandler pervenne con il suo primo
romanzo, The Big Sleep che usc nel '39, dieci anni esatti dopo l'uscita del primo
romanzo di Hammett. Il grande sonno un'avventura celebre: chi non l'ha ancora l
etta in libro - e ha perso molto - l'ha almeno apprezzata sullo schermo nella ve
rsione sceneggiata da William Faulkner, diretta da Howard Hawks e interpretata d
a Humphrey Bogart.
Philip Marlowe ci conquista subito, capelli castani scuri, occhi neri, bell'aspe
tto, ordinato, pulito, ben raso e sobrio, il figurino dell'investigatore privato
elegante, un personaggio compito e memorabile, su cui si ha l'impressione di sa
pere sempre troppo poco. Tra le lettere raccolte in Raymond Chandler Speaking qu
alcuno concerne direttamente il nostro eroe preferito. Interrogato al proposito,
Chandler rispondeva in data aprile '51 a uno dei suoi lettori: " molto gentile d
a parte vostra dimostrare tanto interesse per i fatti della vita di Philip Marlo
we. La data di nascita incerta, credo che a un certo punto dica di avere trentot
to anni, ma questo successo molto tempo fa, e oggi non pare pi vecchio di allora.

Non nato in una localit del Midwest ma in un posticino della California, Santa R
osa, una cinquantina di miglia a nord di San Francisco... Marlowe non ha mai par
lato dei suoi genitori e forse non possiede parenti al mondo. Se necessario si p
u rimediare. Ha fatto i suoi anni di college... Non so perch sia venuto nella Cali
fornia del sud, forse perch tanti lo fanno, anche se non tutti, poi, si fermano.
Pare abbia fatto esperienza come investigatore per una compagnia d'assicurazioni
e poi agli ordini del procuratore distrettuale della contea di Los Angeles... L
e circostanze in cui ha perso quest'ultimo impiego mi sono ben note, ma non poss
o specificarle. Vi basti sapere che si era dimostrato un poco troppo efficiente
in un'epoca e in un luogo in cui l'efficienza era l'ultima cosa desiderata da qu
elli che comandavano... "
L'abbiamo detto: se avesse deciso di togliersi la vita, Marlowe ci sarebbe riusc
ito. Chandler non c' riuscito. Era pi debole in tutto, nei confronti del suo perso
naggio: in coraggio, forza fisica, aspetto. Tranne in una cosa, forse: nel cuore
. Abbiamo il sospetto che Marlowe sia, tutto sommato, di cuore pi dolce del suo s
tesso autore.
A un altro lettore richiedente informazioni sul suo personaggio, Chandler rispon
deva in data ottobre '51: "Non credo che il mio amico Philip Marlowe s'interessi
molto della questione se abbia o no una mente matura. E ammetto che la cosa non
riesce a interessare neppure me... Se l'essere in rivolta contro una societ corr
otta vuol dire essere immaturi, allora Philip Marlowe estremamente immaturo. Se
il vedere lo sporco dove c' significa una mancanza di coscienza sociale, allora P
hilip Marlowe terribilmente mancante di coscienza sociale. Certo Marlowe un fall
imento, e lo sa. un fallito perch non ha soldi. Un uomo senza tare fisiche che no
n pu condurre una vita decorosa sempre un fallito, fallito anche moralmente... Al
la lunga scommetto che siamo tutti pi o meno falliti, altrimenti non avremmo il m
ondo che abbiamo. Ma ricordatevi che Marlowe non una persona reale, una creatura
della fantasia. Si trova, dunque, in una posizione falsa perch ce l'ho messo io.
Nella vita reale un tipo come lui non farebbe il detective pi di quanto potrebbe
fare il rettore d'universit. I nostri investigatori privati nella vita reale son
o o ex poliziotti con molta esperienza pratica e il cervello d'una tartaruga o m
iserabili piccoli mercenari sempre affannati a correre in giro cercando di scopr
ire la pista di qualcuno..."
Chandler fu buono e caro, ma, insomma, almeno ai danni del suo eroe si sfog. Comi
nciando dalla disagiata professione che gli impose.
Tutto Marlowe investigatore (vol. 2, 1971 e 1988): Troppo tardi - Il lungo addio
- Ancora una notte - La matita - Poodle Springs Story - La semplice arte del de
litto - Ancora sul giallo - Lettere in giallo Philip Marlowe, naturalmente, funz
iona benissimo come detective, risolve tutti i casi che gli vengono affidati, ma
di pagina in pagina la sua tristezza di non potere cambiare il mondo aumenta, p
are spogliarlo d'ogni possibile gioia, soffocarlo. I suoi soldi, se li suda, spe
sso se li sanguina, e non sono mai molti; certe volte, se non erriamo, non ci so
no neppure; il delitto non pagher sempre, la giustizia quasi mai.
Tra un delitto e l'altro, Marlowe pare incontrare un certo successo con le donne
, questo non lo si pu negare, ma non diremmo che ne approfitti troppo. Anzi, fa l
o schizzinoso, si tira indietro. Un altro giornalista inglese chiese a Chandler
perch Marlowe non si lasciasse mai andare. "'Perderebbe qualcosa con la promiscui
t," fu la risposta, "C' qualcuno che passa il tempo a scrivere sul sesso. Io no."
vero che nelle avventure pi recenti Marlowe ha una relazione, ma proprio l'ultimo
racconto di Chandler, che pubblichiamo in questa raccolta ci rassicura o, per e
ssere pi esatti, c'inquieta al proposito: sebbene sia sulla trentina ormai, la fi
amma di Marlowe, Anne Riordan, capelli rosso tiziano, occhi verde mare, si confe
ssa vergine, offrendoglisi una volta di pi. Macch, Marlowe dichiara di essere un u
omo onesto e di non meritarla; le donne che si hanno e quelle che non si hanno v
ivono in mondi diversi. Peccato, Marlowe, era l'estrema occasione per te: o subi
to o mai pi.
The Pencil uscito postumo. Il creatore di Philip Marlowe morto il 26 marzo '59 a
La Jolla e s' portato nella tomba l'innamorato troppo puro e virtuoso.
Chandler non ha scritto molto: era un lavoratore coscienzioso, uno stilista che

s'accaniva sulla pagina con un preciso impegno ed evidenti ambizioni. Dobbiamo a


ggiungere: e con evidenti risultati.
Nel suo celebre manifesto del romanzo poliziesco realista che pure qui pubblichi
amo, Chandler riconosce appunto a Hammett il merito di avere iniziato il gran ri
nnovamento, ma sostiene che non ci si pu accontentare neppure dei risultati del m
aestro - e parla proprio come se questi fosse morto, mentre Hammett era, invece,
destinato a sopravvivergli sino agli inizi del '61.
Quindi, chiaro che il creatore di Philip Marlowe si considera ancora pi realista,
ancor pi oggettivo, ancora pi imparziale.
Un autentico realista, sostiene Chandler, dovrebbe descriverci il mondo com', un
mondo non molto fragrante, ma il mondo in cui viviamo; dovrebbe freddamente sape
r trarre dal movimento afferrato, dal ritratto fermato sulla pagina canovacci in
teressanti e persino divertenti: non strano che un uomo venga ammazzato, ma stra
no, a volte, che venga ammazzato per cos poco e che la sua morte sia il marchio d
i quella che chiamiamo civilt.
Chandler ha nel complesso della sua opera deviato dal miraggio realistico, sprof
ondando sia pure con ironia ed eleganza in una specie di compiacimento, di narci
sismo, di malattia, affogato in un sogno, il sogno partorito, alimentato, esaspe
rato da un eccesso di sensibilit.
Il male nel sogno di Chandler finisce per avere a tratti lo stesso carattere uto
pistico del bene. Queste, per, non sono limitazioni di carattere artistico, almen
o per noi. chiaro che intendiamo il termine realistico nell'unico suo significat
o plausibile, quello di una precisa corrente letteraria, non quello - in uso nel
la confusione odierna di parole e concetti - di raggiungimento di un risultato d
i verit poetica. Altrimenti anche Chandler realista: infatti, esprime, e piuttost
o efficacemente, compiutamente, a tratti, la propria realt, la realt d'una debolez
za, d'uno scompenso, d'una nevrosi, n pi n meno di come Hammett ha espresso, e piut
tosto efficacemente, compiutamente, a tratti, la propria realt, la realt d'una for
za, d'una solitudine, d'una disperazione. La prosa di Chandler pi riflessa, manie
rata, quella di Hammett pi grezza, rudimentale, tra l'una e l'altra intercorre un
a differenza pari a quella intercorrente tra il jazz freddo e il primo jazz, una
differenza di strumenti come di consapevolezza: Chandler non ha avuto il coragg
io di Hammett, in lui qualcosa non mai arrivato a maturazione, o, pi esattamente,
- arrivato a corrompersi artificialmente prima di maturare, ma ha avuto una mag
giore astuzia e una maggiore vocazione letterarie.
In questa raccolta di tutti i suoi racconti migliori, quelli da lui non rinnegat
i e non sviluppati in romanzi - Chandler stato un inesausto rifinitore delle pro
prie pagine, non s' mai accontentato della prima soluzione, ha sempre cercato di
elaborare il pi possibile i suoi accostamenti d parole - si pu percepire la sua nat
ura poetica forse ancora pi chiaramente che nelle composizioni lunghe, i romanzi,
in cui lo schema poliziesco finisce pur sempre per imporre una certa macchinosi
t, una certa puerilit. Si guardi, a esempio, una storia come I'I'll be waiting che
nella sua brevit intensa esemplare: una storia commovente, irriducibile sotto l'
etichetta d'un genere di letteratura amena.
Philip Marlowe - Il grande sonnoProtagonista di Aspetter non Philip Marlowe, ma p
ur sempre un detective, il poliziotto privato d'un albergo, per l'esattezza: Ton
y Reseck, un ometto d'origine polacca, piccolo, di mezz'et, panciuto, occhi grigi
o mare e belle dita da prestigiatore. Di solito dopo l'una di notte l'atrio dell
'albergo regno suo, ma ora Reseck non riesce a restarvi solo, c' una ragazza dai
capelli rossi che non sa dormire e indugia attaccata alla radio. Reseck s'intere
ssa a lei: c' qualcosa che non torna nelle faccende di questa ragazza. Naturalmen
te, lui un uomo cauto e, quando qualcuno lo chiama fuori dell'albergo, qualcuno
dai modi troppo sbrigativi, esigenti, sicuri, qualcuno che si porta dietro una m
asnada di sicari, Reseck dice di s alle intimazioni, assicura che allontaner la ra
gazza, lo far, non vuole guai, pronto ad abbandonarla in bala dei suoi cacciatori.
Lo dice, ma non lo fa: non un fegataccio Reseck, eppure non lo fa, li vuole, i
guai. Resta ad aspettarli accanto alla ragazza che finalmente si addormentata, c
he continua a dormire, immobile, con quell'abbandono raccolto di molte donne e d
tutti i gatti, il respiro impercettibile sommerso dal mormorto della radio. Anzi

, Reseck, si appoggia addirittura alla spalliera d'una sedia e chiude tranquilla


mente gli occhi. Un racconto che vale, sempre per noi, The Killers di Ernest Hem
ingway. Un racconto tragico, roco, gentile: Tony Reseck pi ancora di Philip Marlo
we vicino a Raymond Chandler, quasi troppo vicino.
Ma Aspetter non l'unico pezzo di questa raccolta che meriti la segnalazione. Ognu
no di questi racconti ha un suo impulso, una sua giustificazione, un suo affasci
nante movimento stilistico. Questa raccolta pu costituire per chi non ha mai lett
o Chandler o per chi ne ha letto solo qualche libro frettolosamente, l'occasione
di far la conoscenza con un vero scrittore. Molto superiore a quel James M. Cai
n, l'autore di Serenade e di The Postman Always Rings Twice, che tanta influenza
ha avuto sulla narrativa letteraria e cinematografica europea, da Pavese a Visc
onti, due nomi, tanto per fare un esempio, che hanno iniziato la carriera sotto
il suo segno.
Chandler ha un'altra dignit e un'altra sincerit, un'altra grazia. Non butta gi scen
eggiature, ma scrive sempre, sempre impegnato sino alle estreme sue risorse e po
ssibilit nell'elaborazione e sfruttamento di un linguaggio che, in gara con le st
ilizzazioni d'un Ring Lardner, d'un Damon Runyon, persino d'un sofisticato Jerom
e D.

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