Sei sulla pagina 1di 10

Influenzati dallomeopatia

Dott. Fernando Piter


Medico chirurgo, Dottore in Scienze Biologiche h.c.
Docente in Omeopatia, Fitoterapia, Bioterapie.
Cenni storici
Era lanno 1918 e in Europa si stava esultando per la fine di una sanguinosa guerra che aveva lasciato sul campo, per terra e
per mare, circa nove milioni di morti di cui 680.000 in Italia. Ma lincubo non era ancora finito: un nuovo ed invisibile
nemico, pi pericoloso dei gas nervini, delle bombe e delle mitragliatrici, avrebbe in poco tempo falcidiato in tutto il mondo
milioni e milioni di esseri umani! Secondo una valutazione comunemente accettata i morti per influenza nel 1918-19 furono
pi di 21 milioni (oltre 300.000 in Italia)!. Questo nuovo e invisibile killer che si accingeva a completare il massacro gi
perpetuato dalla follia del genere umano era un virus appartenente agli Orthomyxoviridae, solitamente responsabile di banali
affezioni alle vie respiratorie. La pandemia si manifest con caratteri di particolare gravit nel 1918 in Spagna, colpendo per
circa due anni le popolazioni di tutti i continenti. Il virus aveva subito una mutazione dando origine a una nuova variet che in
pochi mesi dilag in tutto il mondo causando febbre a 40 gradi, complicazioni polmonari e mortalit di circa l1%. Questi
erano i sintomi della pandemia che fu battezzata Spagnola la quale, come tutte le annuali epidemie influenzali, era
sicuramente di origine asiatica. La Spagnola del 1918 fu certamente la pi tragica pandemia di influenza, ma sicuramente non
lunica. Memorie storiche pi lontane ci portano a credere che fosse gi nota come peste agli Ateniesi nel 430 avanti Cristo.
Descrizioni di epidemie ad insorgenza improvvisa, con grande diffusione e alta morbosit, ma con pi modesta letalit, sono
state riportate nei secoli passati. Nellanno 927 in Germania e Francia si diffuse unepidemia che, stando ai sintomi descritti
da documenti dellepoca, doveva essere una forma influenzale. Altre epidemie si verificarono nel 1105, e nel 1414, definite
dagli autori dellepoca come pestilenze, termine che in quei tempi stava a significare epidemia. Nel corso dei secoli la
malattia fu chiamata semplicemente catarro per le copiose espettorazioni bronchiali, poi tac per il suo modo improvviso di
insorgere. Nel Rinascimento si pensava che la malattia fosse dovuta a influenza degli astri, da cui il nome. Il termine italiano
influenza compare per la prima volta nel marzo 1743 in una lettera di papa Benedetto XIV e poi ancora in unaltra lettera del
2 Ottobre 1748, dei fratelli Giovanelli in giro di esplorazione nellEuropa Centrale. Tale denominazione fu data probabilmente
perch si riteneva che la malattia fosse dovuta a malefiche influenze di astri e costellazioni sulla vita umana. E verosimile
che tali epidemie fossero dovute a virus influenzali, anche in relazione allosservazione, comunemente riportata, di una
malattia solitamente evolvente verso una spontanea risoluzione, verificandosi i casi fatali quasi esclusivamente tra coloro che
presentavano minore capacit di resistenza. Pandemie influenzali sono state segnalate durante il secolo passato (1830-36,
1847-48, 1889-90). Grandi epidemie e pandemie si sono verificate successivamente (1936-37, 1947-49, 1957-58, 1968-69),
mentre la segnalazione di episodi epidemici di pi modesta estensione regolarmente apparsa nei periodi interpandemici.
Forme analoghe alla Spagnola del 1918, anche se meno devastanti, si registrarono nel 188990, nel 1957 (Asiatica), nel 1968
(la Mao) e nel 1976, quando diffondendosi tra le truppe militari cre unondata di panico negli Stati Uniti. Una grave e
ancora inspiegata epidemia del 1921-22 a tropismo cerebrale, diede origine ad una sindrome nota come encefalite letargica che
provocava sonnolenza invincibile, sintomi del morbo di Parkinson, di-sturbi visivi e mortalit del 30%, lasciando molti
sopravvissuti in uno stato di coma durato in alcuni casi anche decenni. Negli anni sessanta, la scoperta di un nuovo farmaco a
base di L-Dopa, fece il miracolo di alcuni risvegli. Attualmente diversi Autori ritengono che lencefalite letargica fosse
direttamente correlata alla influenza Spagnola, come manifestazione ritardata del virus o come cep-po mutante dello stesso.
Dal punto di vista epidemiologico va ricordato che tutte le grandi pandemie hanno avuto origine dallEstremo Oriente, con
rapida diffusione verso lAfrica, lEuropa e lAme-rica. La pandemia del 1918-19 stata particolarmente grave per la elevata
letalit dovuta a compli-canze batteriche, mentre le pandemie del 1957 e del 1969 da virus A2 sono state caratterizzate da un
andamento molto pi benigno, per la possibilit di curare le complicanze batteriche con gli antibiotici. Le epidemie influenzali
sono caratterizzate da rapida diffusione e da alti quozienti di morbosit. Le pandemie influenzali si osservano ad intervalli
cronologici irregolari, di solito ogni 10-20 anni, mentre gli episodi epidemici di rilevante entit ricorrono con maggiore
frequenza.
Definizione e generalit
Linfluenza una malattia infettiva acuta con particolare tropismo per le vie respiratorie, altamente diffusiva e contagiosa, ad
andamento epidemico ed a volte pandemico, determinata dai da uno dei 3 distinti tipi immunologici di mixovirus influenzali, e
principalmente dai virus di gruppo A e B, pi raramente del virus C. Leziologia virale dellinfluenza umana venne accertata
per la prima volta nel 1933 da Smith, Andrewes e Laidlaw mediante lisolamento nel furetto del primo ceppo di virus
influenzale e successivamente classificato come tipo A. Questo primo stipite virale fu riconosciuto antigenicamente affine al
virus dellinfluenza suina isolato nel 1931 da Shope. Successivamente, nel 1940 e nel 1949-50, furono isolati dalluomo ceppi
antigenicamente non correlati con il tipo A (ri-spettivamente i virus di tipo B e C). La malattia colpisce individui di tutte le et
e ricorre soprattutto nella stagione fredda interessando a volte intere nazioni e continenti. Linfezione determina lesioni
specifiche localizzate allapparato respiratorio, ma il quadro clinico della malattia di norma dominato dalla caratteristica
sintomatologia generale. I virus influenzali appartengono alla famiglia dei mixovirus che comprendono, accanto ad essi, i virus
para-influenzali, il virus della parotite, i virus dellinfluenza di alcuni animali, i virus sinciziali, del morbillo, del cimurro
canino ed altri ad essi affini. Essi si chiamano cos per la caratteristica di possedere lenzima neuraminidasi capace di
distruggere delle mucoproteine che si trovano sulla superficie di cellule (particolarmente dei globuli rossi) e di determinare la
caratteristica emoagglutinazione. Nel caso del contatto con le cellule respiratorie si ha una penetrazione del virus
nellinterno di esse, e una sua rapida moltiplicazione, cui segue la necrosi delle cellule stesse e la possibilit di invasione di
nuove cellule. I virus influenzali sono elementi ovoidali o sferici di diametro compreso tra gli 80-120 millimicron. Dal punto
di vista chimico, il virione risulta composto da proteine (60-65%), lipidi (18-37%), carboidrati (5-7%) e acido Ribonucleico
(0,8-1%) (Webster e Laver).
1

Caratteristiche biologiche
I virus influenzali presentano una elettiva tendenza ad infettare le cellule degli epiteli respiratori delle specie animali
suscettibili. La replicazione del virus determinata dallRNA nucleocapsidico: nella cellula infettata la produzione dellRNA
virale ha luogo nel nucleo, mentre la composizione del virione si completa a livello della superficie cellulare. Una volta
inalato, il virus si lega mediante la sua proteina ad un recettore di membrana della cellula umana. La cellula introduce la
particella virale il cui RNA arriva nel nucleo cellulare. Il materiale genetico del virus dopo la penetrazione nella cellula si
libera dai suoi involucri, costituiti dal capside proteico-lipidico e si moltiplica nel nu-cleo cellulare fino a ricostituire le
particelle infettanti. Nel nucleo cellulare, lRNA del virus ruba pezzi dellRNA cellulare, si camuffa e ordina alla cellula di
replicare il proprio RNA. A questo pun-to lRNA virale migra nella cellula in cerca di ribosomi che sono le fabbriche delle
proteine cellula-ri. I ribosomi cos ingannati, producono le proteine virali invece di quelle cellulari. Le proteine pro-dotte dai
ribosomi avvolgono quindi lRNA prodotto a spese del nucleo cellulare e con esso migra-no verso la superficie cellulare. I
nuovi virus ora sono quasi pronti: lRNA virale pu dunque racco-gliere il suo capside esterno e a poche ore dallinfezione
migliaia di nuovi virus escono dalla cellula ormai moribonda, per essere quindi affrontati dagli anticorpi umani. Sono state
descritte numerose varianti antigenicamente diverse, aventi carattere di individualit, ma che conservano le caratteristi-che del
gruppo. Il comitato di esperti dellOMS nel 1952 ha consentito il riconoscimento di tre gruppi principali dei virus influenzali
A denominati WS, PR8, FM1 e di due tipi o gruppi di virus B, il gruppo LEE e il gruppo BON. Il profilo antigenico di ciascun
virus dello stesso tipo si dimostra costituito da un mosaico di antigeni specifici (fino a 18) variamente contenuti in ogni ceppo;
la varia combinazione di questi antigeni determina caratteristiche immunologicamente diverse e la possibilit di causare
epidemie e pandemie per mancanza di immunit della popolazione.
Variazioni antigeniche
I virus influenzali hanno una costituzione antigene molto complessa e una straordinaria capacit di rinnovamento che
superiore a qualsiasi altro tipo di virus. In relazione alle propriet degli antigeni interni, i virus influenzali si distinguono in tre
specie o tipi: A, B, C. I tre tipi di virus, ovviamente, differiscono tra loro, oltre che per lantigene interno anche per gli antigeni
superficiali codificati dal virus, ma, in pratica, la caratterizzazione del tipo si esegue individuando lantigene nucleo-proteico
con sieri specifici. I virus influenzali di tipo A, e in minor misura quelli di tipo B, vanno incontro con variabile frequenza a
modificazioni delle caratteristiche antigeniche superficiali. Tali variazioni, che rappresentano una delle peculiarit pi
interessanti della biologia del virus, possono riguardare lemoagglutinina, la neuraminidasi o entrambi questi antigeni. Le
variazioni antigeniche maggiori (osservate solo per il tipo A) si manifestano invece bruscamente con la comparsa di stipiti
virali con propriet antigeniche superficiali del tutto nuove rispetto al ceppo precedentemente circolante: con-seguentemente i
sieri prodotti verso questultimo non dimostrano alcuna capacit dinibizione delle attivit emoagglutinante e/o enzimatica del
nuovo virus. Le variazioni maggiori, che, come le mi-nori, non si rendono vistosamente apprezzabile per la
ribonucleopreoteina virale, occorrono ogni 10-15 anni.
Immunit
Linfezione da virus influenzale, anche quando decorre clinicamente silente, induce una risposta immunitaria. Tale immunit
risulta essere non soltanto tipo-specifica (anticorpi verso virus di tipo B non proteggono dallinfezione da virus di tipo C o A),
ma addirittura sottotipo-specifica (anticorpi verso virus di tipo a asiatico [emoagglutinina H2] non sono protettivi nei
confronti della variante Hong Kong del tipo A [emoagglutinina H3]). Lo stato di immunit non di lunga durata, dal momento
che un individuo pu infettarsi a distanza di uno o pi anni, non soltanto con una diversa variante del virus, ma anche con un
ceppo apparentemente simile a quello che in precedenza aveva suscitato la risposta immunitaria.
Sintomatologia
Linfluenza caratterizzata da sintomi locali a carico delle vie respiratorie (naso, faringe, laringe, trachea e grossi bronchi) e
da sintomi generali. La malattia ha una incubazione di 1-3 giorni, inizia con febbre elevata (che pu mantenersi tale per
parecchi giorni), tachicardia, a volte brivido, anoressia, lingua patinosa, stipsi o diarrea, nausea, talvolta sintomi di iperestesia
con cefalea, dolore frontale o retro-orbitario, mio- e artralgie varie, a volte disturbi del sonno. Seguono o accompagnano tale
sintomatologia i sintomi respiratori: sternutazioni, secrezione nasale, lacrimazione, dolore faringeo, tosse secca e stizzosa,
dolore retrosternale a volte urente e che si accentua con la tosse, a volte epistassi. La malattia dura da 2 a 4 giorni e ad essa
segue una convalescenza contrassegnata spesso da profonda astenia. Esistono forme cliniche attenuate di influenza abortiva
(1-2 giorni), forme lievi (3-7 giorni) e forme gravi ipertossiche (oltre una settimana) con febbre altissima (40-41 C),
agitazione psicomotoria, stato delirante, ipotensione arteriosa e polso piccolo (per adinamia cardiaca), dispnea, oliguria,
iperazotemia e a volte anche manifestazioni emorragiche (nasali, cutanee, mucose, viscerali). Vi sono forme caratterizzate
dalla prevalenza di sintomi a carico di un determinato apparato come forme digestive, con anoressia, lin-gua saburrale, vomito,
diarrea, meteorismo intestinale; forme polmonari asfittiche in cui compaiono dolori toracici, tosse insistente penosa,
espettorazione emorragica, dispnea progressivamente ingravescente con rantoli crepitanti allascoltazione del torace, a volte
anche emottisi e morte rapida in asfissia ed iperpiressia e scompenso cardiocircolatorio; forme emorragiche con porpora,
emorragie multiple cutanee e mucose. Forme nervose o meningee, con sintomi molto simili a quelli della meningite, dovuti a
uno stato di irritazione tossica delle meningi (meningismo). Nel bambino si possono avere forme enteritiche con diarrea
profusa, forme laringitiche sul tipo anche della laringite edematosa ostruttiva, infine pneumopatie acute dispneizzanti, con
catarro soffocante, cianosi, compromissione cospicua dello stato generale, e manifestazioni neurologiche di cui si discute
tuttora la possibile genesi da localizzazione nervosa del virus.
Profilassi tradizionale
La profilassi dellinfluenza si basa principalmente sulla immunizzazione con vaccini inattivi, ovve-ro con vaccini costituiti da
un virus ucciso; necessario che il vaccino, somministrato in genere per via intramuscolare, a volte anche per via nasale,
2

contenga i diversi tipi di virus ed in particolare quello cui dovuta lepidemia in corso. La durata della protezione vaccinale
relativamente breve; reazioni vacciniche non sono rare (peraltro pi frequenti nellinfanzia) sotto aspetto di reazioni febbrili e
malesseri vari. Il vaccino viene ottenuto da virus coltivato in uovo embrionato di pollo e perci non va somministrato a
persone allergiche alle uova. Bisogna inoltre tenere conto che molti vaccini contengono metalli tossici quali i sali di mercurio
o di alluminio usati come conservanti (Sic!). Da alcuni anni sono allo studio vaccini a somministrazione intranasale costituiti
da virus viventi attenuati la cui azione protettiva sarebbe anche legata alla produzione di sostanze di difesa aspecifiche di tipo
interferone. Un altro vaccino in fase di imminente preparazione e che dovrebbe proteggere da ogni tipo di influenza
costituito dalla parte virale che non muta mai. Questi vaccini bloccherebbero lenzima necessario al virus per uscire dalla
cellula e infettarne altre.
Diagnosi e terapia
La diagnosi di influenza in genere facile nelle forme epidemiche, mentre pi difficile in quelle sporadiche. In tutte le altre
forme di virosi respiratorie impossibile la corretta differenziazione senza laiuto dei metodi di accertamento diagnostico quali
lisolamento del virus nelle culture in uova embrionate di pollo per via allantoidea ed amniotica, o la ricerca di anticorpi
neutralizzanti, di anticorpi emoagglutinoinibenti, o di anticorpi fissanti il complemento. Poich non esiste una terapia
eziologica dellinfluenza, si deve ricorrere alla terapia sintomatica con antipiretici e/o analgesici, alluso di analettici e
simpaticomimetici. Inutile la prescrizione di antibiotici nella profilassi delle complicanze batteriche, mentre essi si rivelano
utili nella terapia delle complicanze stesse.
Omeopatia
Ci che differenzia lOmeopatia dalla medicina tradizionale luso di rimedi diluiti e dinamizzati che esercitano la loro azione
terapeutica curando i sintomi che essi provocano quando sono sommi-nistrati in dosi pi elevate in soggetti sani. Lattenzione
del medico omeopata, sia nei casi acuti che nei cronici, rivolta a tutta la persona da curare e non solo alla malattia o
allorgano malato, in quanto per lindividuazione del rimedio pi indicato necessaria unattenta valutazione delle moda-lit
di reazione, sia fisiche che mentali dellindividuo. Quando si affronta un caso acuto necessario somministrare dosi alla stessa
diluizione o crescenti, frequenti e ripetute, ed essere sempre pronti a rivedere la nostra prescrizione in caso di cambiamento dei
sintomi, allinsorgere di impreviste com-plicazioni o al mutare della situazione clinica. E inoltre importante ricordare, come fa
notare il Kent, che in una malattia acuta bisogna prescrivere il rimedio dellacuto e non il rimedio costituzio-nale (Kent:
Lezioni di Omeopatia, XXXVI). Lo studio della Materia Medica ci offre un vasto pano-rama dei rimedi nella cui patogenesi
riportato il generico sintomo febbre. Nel repertorio di Kent sono presenti almeno 200, di cui numerosi al terzo grado.
Allinizio dellaffezione febbrile, ese-guendo una buona anamnesi ed una accurata visita generale, si possono cogliere i
fenomeni, i sinto-mi essenziali e le modalit della malattia, che sono indispensabili per la scelta dei rimedi omeopatici pi
appropriati. La possibilit di intraprendere precocemente una valido trattamento un indiscus-so vantaggio del metodo
omeopatico, perch non sempre opportuno reprimere la sintomatologia allo stadio iniziale con antipiretici e antibiotici prima
che i meccanismi di immunizzazione si siano messi in funzione e lorganismo abbia sviluppato ed esercitato il grande sistema
di difesa. La som-ministrazione di rimedi omeopatici nella terapia dellinfluenza come in altre affezioni febbrili non pu e non
deve prescindere da una seria e attenta valutazione clinica e generale del caso in esame. E sempre doveroso oltre che
formulare una diagnosi, capire e valutare attentamente se, come e quando, fare ricorso al rimedio scelto secondo la legge di
similitudine. Il trattamento omeopatico permette di solito la rapida guarigione dellinfluenza, consente di rafforzare e
incrementare i mecca-nismi di regolazione dellorganismo, ed un grande aiuto per lautodifesa dellorganismo capace di
evitare quasi sempre le complicazioni influenzali e previene le recidive. E per altrettanto vero che nulla pi fallimentare di
un dogmatismo sterile e schematico che impone luso di un solo si-stema terapeutico escludendo a priori altre terapie quando
queste risultano essere necessarie. Impor-tante valutare la modalit di insorgenza febbrile, le caratteristiche del polso,
latteggiamento e il decubito del malato, il sensorio, leventuale fotofobia, i desideri e le avversioni per bevande e ali-menti, e
tutti i sintomi particolari e le modalit soggettive che accompagnano la sindrome influenza-le. Alcuni pazienti nonostante
lipertermia desiderano coprirsi, altri si scoprono, taluni sono agitati, altri obnubilati. Alcuni di questi malati non hanno sete
durante la febbre, altri berrebbero in conti-nuazione. Nella maggior parte dei casi, durante lepisodio febbrile i malati hanno
scarso appetito, mentre altri hanno insolitamente fame nonostante la febbre e stanno meglio quando mangiano. Ri-cordiamoci
che, in una malattia acuta, dobbiamo favorire i desideri o le necessit immediate del pa-ziente; in una malattia cronica
dobbiamo invece contrastarle. Ci che colpisce, quando entriamo nella stanza di un malato affetto da influenza, che
generalmente ci troviamo in presenza di un bambino o di un adulto, a letto nella penombra con gli occhi fortemente arrossati.
Molti pazienti la-mentano il mal di gola, ma se si esamina la cavit orale, essa spesso priva di lesioni: nessun ros-sore,
nessuna infiammazione, nessun deposito. In compenso alcuni pazienti manifestano delle angi-ne tipiche, membranose,
poltacee, ecc ma ci leccezione: pi spesso si evidenzia una disfagia e unafonia indolore con gola indenne. Daltra parte,
si rimane colpiti dallintensit della febbre: il termometro indica spesso i 39-40. In corso di epidemia si notano delle forme
addominali con ce-falea, dolori addominali e diarrea con numerose scariche al giorno, talvolta accompagnate da con un
leggero subittero. Molti malati hanno la sensazione di avere le ossa rotte. In genere i pazienti sono di pessimo umore e ci
ricordano i malati del tipo Bryonia. Ma per la maggior parte sono agitati e trovano un momentaneo sollievo muovendosi e
scoprendosi il rimedio che in questi casi sembra pi indicato senzaltro Gelsemium: infatti presente la cefalea, lassenza di
sete malgrado la febbre e tutti i sintomi di Gelsemium. Dobbiamo considerare poi Rhus Toxicodendron, Bryonia, Causticum e Eupatorium perfoliatum. Ma vi sono altri due rimedi che si rivelano molto utili e sono China e Phosphorus.
Questi due rimedi sono gli unici che presentano fame durante la febbre. Chi-na ha pi spesso gli occhi rossi di quanto non li
abbia Phosphorus, il quale presenta un rossore marcato delle congiuntive. In alcuni casi prezioso Pyrogenium: quando
presente la discordanza caratteristica tra il polso e la temperatura. Pyrogenium pure indicato alla fine di quelle forme influenzali con persistente sintomatologia focale, spesso localizzata alla gola. Bacillinum e Tuberco-linum K possono essere di
grande utilit come rimedi preventivi.
3

Profilassi omeopatica
Prima di passare alla descrizione dei rimedi, rimane da dire qualche parola sul concetto di profilassi in Omeopatia. Come
conciliare il concetto di individualizzazione del rimedio omeopatico che deve sempre essere il pi simile (Simillimum)
allindividuo, con una generica profilassi che non ha pi nulla di individuale? E presto detto: esistono condizioni morbose in
cui lagente epidemico si manifesta con una tale virulenza da mortificare la reattivit soggettiva dellessere umano. Ci si
manifesta solitamente in corso di pandemie o quando la malattia presenta una accentuata morbosit e morbilit. In questi casi
molti individui presentano sintomi molto simili al quadro epidemico con scarse possibilit di modulare soggettivamente
levento morboso. In altri termini alcune malattie determinano nellorganismo, un quadro clinico molto simile in tutti gli
ammalati, poich la reattivit e la variabilit individuale, in questi casi, cedono il posto ad un analogo di malattia, pi forte e
mortificante del simile soggettivo. E quindi spiegabile e proponibile luso di alcuni rimedi omeopatici che assumono nella
pratica clinica una certa connotazione di specificit. Lo stesso Hahnemann ci ricordava luso di Camphora a scopo preventivo
in corso di epidemia di Colera, oppure di Rhus Toxicodendron e Bryonia in casi di tifo. Anche in caso di epidemia o
pandemia influenzale possiamo, in base alle caratteristiche della sintomatologia prevalente, determinare quale rimedio possa
essere pi simile alla sindrome influenzale. Ci permette di instaurare nel sano una valida e rapida profilassi anche in corso di
epidemia. Tubercolinum il rimedio profilattico da somministrare in quei pazienti nei quali lapparato respiratorio quasi
sempre colpito e perch questi malati hanno sempre delle lunghe e fastidiose convalescenze con rinofaringiti croniche o
tracheiti persistenti. Se linfluenza violentissima, si somministrer Aconitum allinizio. Se insorge improvvisamente, si
penser ad Aconitum e a Belladonna. Se insorge in modo intermittente o paradossale, si penser a Ignatia, come
suggeriscono certi autori americani. Se la febbre intermittente si penser a Natrum muriaticum, Pyrogenium e
Tubercolinum. Se la febbre remittente, si potr allora somministrare Mercurius. In tutte queste forme di malattia bisogna
sempre chiedere e tenere conto dei desideri e delle avversioni del malato perch queste possono indicarci il giusto rimedio da
prescrivere. Quando il polso molle e rapido e si suda, si tratta spesso, nei bambini, di un segno di Ferrum phosphoricum:
il rimedio per i raffreddori dei soggetti tubercolinici. Ma quando sono soprattutto le membra, i muscoli e le ossa a far male,
bisogna pensare, oltre che a Eupatorium perfoliatum, anche a Eucalyptus globulus. Petroleum indicato nelle tossi che
scuotono la testa, quando il malato deve tenersi il capo tra le mani (d. d. con Bryonia). Quando c mal di gola, tosse, con il
naso chiuso che cola e che duole, con le labbra screpolate, irritate, che si spelano, con la laringe colpita, la voce roca e
irregolare particolarmente indicato Arum triphyllum. Sepia invece uno dei principali rimedi indicati alla fine
dellinfluenza. Sepia ha unazione sulla trachea allorch, come per Bryonia, si ha quella particolare tosse riferita dal malato
come se venisse dallo stomaco.
INIZIO IMPROVVISO

ACONITUM
BELLADONNA
CAMPHORA

INIZIO GRADUALE

REMITTENTE
INDIFFERENZIATO

FERRUM PHOSPHORICUM
GELSEMIUM SEMPERVIREN
EUPATORIUM PERFOLIATUM
NATRUM MURIATICUM
PYROGENIUM
TUBERCOLINUM
MERCURIUS
ECHINACEA

RIMEDIO
ACONITUM

POLSO
Veloce, pieno, duro

BELLADONNA

Veloce, pieno, scattante

CAMPHORA

Veloce, piccolo, debole

FERRUM
PHOSPHORICUM

Piccolo, morbido,
leggero, flebile

GELSEMIUM

Leggermente accelerato
morbido

INTERMITTENTE

FACCIA
Calda, arrossata, secca, pallida
stando seduti.
Calda, arrossata, sudata.
Estremit fredde
Pallida, livida, fredda,
madida di sudore freddo
Pallida e arrossata
alternativamente, specie
cambiando posizione
Rosso-scura gonfiata,
espressione stordita

CARATTERISTICA
Inizio violento. Paura.
Conseguenza di vento freddo
Inizio improvviso, sensazioni pulsanti.
Corpo
caldo, estremit fredde. Resta coperto
Inizio improvviso. Paura. Freddo
intenso con brividi, pelle ghiacciata
Circolazione labile.
Epistassi, dolori alle orecchie
Debolezza tremante, stordimento,
brividi

Aconitum
Indicato nellinfluenza che insorge improvvisamente, in maniera brutale, soprattutto dopo una espo-sizione al vento di
tramontana o a forte vento gelido (dallEst). La febbre alta, insorge o si aggrava di sera, dalle 22 alle 24, con polso frequente,
pieno e duro. Vi irrequietezza e paura, fino alla pau-ra di morire. Inizialmente si hanno brividi, pelle secca e calda. In questa
fase compare tosse breve e secca. Talvolta vi inspirazione sibilante (Pseudocroup). Il sintomo eziologico colpo di freddo
ri-chiede prima di tutto lAconitum e solo successivamente altri rimedi, se in base ai sintomi e alle modalit del paziente questi
risulteranno indicati. Aconitum il rimedio sovrano ogni qualvolta una malattia compare improvvisamente dopo esposizione a
vento freddo e secco, al passaggio brusco dal caldo al freddo e a raffreddamenti improvvisi. La prima fase febbrile di
4

Aconitum caratterizza-ta dal calore, la seconda da unintensa sudorazione. Il paziente ha rossore al volto e brividi che salgono dai piedi al torace, fino al capo e sono avvertiti al minimo movimento o appena il malato si scopre: questo sintomo
tipico di Aconitum il quale ha le pupille miotiche e ci lo differenzia da Belladonna (le cui pupille sono in midriasi). La cute
secca, rossa e ardente e Aconitum durante questa fase ancora non suda. Il calore del corpo non si avverte avvicinandosi alla
cute del paziente, contrariamente a quanto avviene con lirradiazione percepibile anche a relativa distanza, propria di
Belladonna. E in questa fase che leretismo mentale di Aconitum pi sviluppato. Il volto del pa-ziente congesto, arrossato,
ma solo quando il malato supino: infatti se lo si fa sedere per auscul-tarlo, il volto impallidisce rapidamente. In questa fase il
paziente ha sete intensa di acqua fredda che deve essergli somministrata di frequente. Ogni altra bevanda viene rifiutata,
perch tutte, eccetto lacqua hanno sapore amaro. Questa alterazione del gusto un altro tipico sintomo di Aconitum (mentre
per China non solo lacqua, ma tutte le bevande e tutti gli alimenti hanno gusto amaro, pur essendo conservato il senso della
fame). Durante la fase del calore il malato tossisce lamentando un senso di oppressione toracica ed un dolore ben localizzato
pur non rappresentando alcuna sintoma-tologia respiratoria obiettiva. Dopo la prima fase di calore, compare in Aconitum la
sudorazione, che pi abbondante sulle regioni coperte e appena inizia la traspirazione il malato cerca di coprir-si. Il sudore
caldo e abbondante ed il paziente diviene eccitabile e nervoso, mentre lansia e la paura, caratteristiche del rimedio
scompaiono. Con la comparsa del sudore, scompare la fase del ca-lore e la caratteristica triade di Aconitum: 1) la febbre
secca; 2) i dolori; 3) lagitazione. In altri termini cessa, a questo punto, lindicazione di Aconitum. In sintesi: se il malato ha
febbre secca, agitazione e dolore il rimedio Aconitum; al contrario se presenta febbre umida con cute madida di sudore e
prostrazione il rimedio Belladonna. La prescrizione di Aconitum decade solitamente appena compare la sudorazione.
Qualunque sia la durata della fase dei brividi del calore e del sudo-re, il reperto palpatorio del polso tipico di Aconitum la
tachisfigmia con polso duro, pieno e teso.
Belladonna
Influenza con febbre alta, che insorge o si aggrava dalle 15 alle 22. Cefalea intensa, congestione del volto con faccia molto
arrossata, lucida, pupille dilatate (effetto atropinico), carotidi e arterie tempo-rali pulsanti. Dolori brucianti e pulsanti con
marcato calore della cute. Belladonna indicata allini-zio improvviso di uninfezione generale con pelle arrossata e sudata.
Tre sono i sintomi caratteristi-ci di Belladonna: calore, rossore, sensazione di pulsazioni. Polso che batte, duro, pieno e
scattante. A letto, sudore; scoprendo il paziente, questi diventa gelido ed ha il desiderio di rimanere coperto. Stato congestizio
cerebrale con delirio episodico ed accessorio. Sete inesauribile di acqua gelata (lAtropina provoca mucose secche), ma il
malato si inquieta non appena si riesce a fargli bere o mangiare qualcosa. Egli infatti vorrebbe bere per calmare la secchezza
delle mucose, ma se deliran-te ha orrore dellacqua perch teme gli faccia male, preferirebbe ingerire cibo solido. Questo stato
di relativa idrofobia si ritrova anche in Hyosciamus e Stramonium. Mal di testa pulsante, che si aggrava con minime scosse e
chinandosi. Mucose molto arrossate. Tosse laringea stizzosa, secca, spasmodica. La febbre di Belladonna appare, in genere, la
sera verso le 18. Il malato ha un brivido che dalle braccia sale al capo irradiandosi poi a tutto il corpo. Durante i brividi, il
paziente non ha mai sete. Interessante notare che il volto, pallido, in posizione supina diviene arrossato, non appena il malato
si siede. Lopposto quindi di Aconitum febbrile, il cui volto rosso quando supino, divie-ne pallido (quasi sincopale), quando
il paziente si siede. Belladonna, pur essendo molto accaldato, febbricitante, non vuole essere scoperto, cerca invece sempre pi
il caldo. Il volto arrossato, caldo, le pupille midriatiche, gli occhi sono foto sensibili (il malato preferisce loscurit e tiene gli
occhi chiusi). La midriasi cronica tipica di Calcarea Carbonica. Importante collocare questultimo far-maco accanto a
Belladonna dal momento che particolarmente frequente nel biotipo Calcarea Car-bonica (rimedio costituzionale), la
comparsa di una sintomatologia febbrile tipo Belladonna. Il su-dore ha una caratteristica particolare: macchia la biancheria. Il
polso di Belladonna pieno, fre-quente, scattante: alla palpazione si ha la sensazione che piccoli pallini di piombo rotolino
nelle ar-terie, sotto le dita. Il paziente cos profondamente prostrato da sembrare quasi in preda ad uno sta-to stuporoso.
Spesso delirante o presenta crisi convulsive e contratture spastiche. In sintesi, la ca-ratteristica principale della febbre di
Belladonna la prostrazione. Mentre Aconitum in preda ad intensa agitazione, angoscia ed ansia indescrivibili, Belladonna
prostrato, immerso in un profondo stato stuporoso contraddistinto da ipersensibilit e ipereccitabilit del sistema nervoso
periferico. Lipersensibilit straordinaria! Belladonna ipersensibile a tutto: alla luce, ai rumori, al minimo contatto. Anche
un piccolo rumore provoca unintensa gastralgia. Avvicinandosi al letto e urtandolo lievemente, il paziente avverte unintensa
recrudescenza dei fenomeni dolorosi. Tutto ci tipico solo di Belladonna. Caratteristica la cefalea congestizia che compare
bruscamente (prevalente-mente frontale), spesso con totale interessamento del capo. La testa calda, pesante al punto che il
paziente crede che sia aumentata di volume (d.d. con Bovista). La cefalea pulsante e il paziente per alleviarla, iperestende
il capo; infatti se lo flette, la cefalea pulsante raddoppia dintensit. Il ma-lato pu presentare perfino rigidit nucale per
risentimento meningeo, oppure pi raramente, ruota la testa da un capo allaltro del guanciale. Indicato luso di questo rimedio
dopo lAconitum, allor-ch inizia la sudorazione.
Camphora
Corizza acuta, con naso chiuso a parossismi, starnuti, mucose nasali congeste, accumulo di muco nei bronchi con inspirazione
molto corta durante il sonno e freddo generalizzato. Dolori di tipo reu-matico tra le spalle che si irradiano nel torace muovendo
le braccia. Assenza di traspirazione. Il ma-lato molto prostrato, indebolito e manifesta unindifferenza completa, la quale pu
far posto lagi-tazione, langoscia, con paura della solitudine e terrore di morte imminente. I malati che necessita-no di
Camphora sono individui molto sensibili al freddo e che si raffreddano con estrema facilit. Faccia pallida, livida, fredda,
madida di sudore freddo con espressione ansiosa e pupille prima mio-tiche e poi midriatiche. Sguardo fisso e incosciente.
Rimedio pi indicato nelle forme intestinali di tipo coleriforme con febbre e dolori addominali. Raffreddamento generale con
rapido decadimento delle forze, cute secca e di un freddo-marmoreo, freddo del viso, delle estremit, della lingua, del fiato.
Bench il malato sia freddo, non sopporta di essere coperto; vuole coprirsi solo durante il pe-riodo febbrile e i dolori
addominali. Brividi, crampi, convulsioni tetaniformi, con rialzo degli angoli della bocca che scoprono i denti. Cefalea
martellante con battito sincrono al polso e senso di op-pressione occipitale. Sete inesauribile di piccola quantit di acqua
5

fredda che viene rigettata subito dopo lingestione. Sensazione di calore bruciante o freddo glaciale al ventre. Indicazioni:
influen-za, rinite, colera. Minaccia di aborto in corso di influenza, stati di collasso vasomotorio e svenimen-ti con sudore
freddo, pallore e cianosi, nausea, vomito, attacchi spasmodici epilettiformi, polso fre-quente, piccolo, angoscia precordiale,
dispnea elevata, diarree profuse con grande debolezza.
Ferrum Phosphoricum
La sintomatologia di Ferrum triplice: 1) la febbre; 2) lo stato congestizio; 3) la tendenza emorragica. I brividi, durante la
febbre, sono sempre diurni, compaiono allincirca alle ore 15. La febbre di Ferrum Phosphoricum elevata (38-39) mai
tuttavia come quella di Belladonna o di Aconitum (fino a 40). La fase del calore di Ferrum caratterizzata da unintensissima
secchezza della cute (palme delle mani, volto, torace) che ricorda da vicino la fase del calore di Aconitum. In questo momento
Ferrum soffre una sete particolarmente intensa: il bere tuttavia non allevia le soffe-renze. Compaiono infine le sudorazioni, in
genere notturne, molto abbondanti soprattutto in soggetti deboli e defedati e non recano alcun miglioramento al malato.
Interessante osservare che la sudora-zione, con i caratteri ora elencati, si riscontra in Ferrum anche quando costui afebbrile.
Il polso pieno e rapido presenta per un carattere importante ai fini di una diagnosi differenziale con farmaci analoghi: molle
(si ricordi il polso di Aconitum duro; quello di Belladonna fa sentire sotto le di-ta, granuli simili al piombo che sembrano
scorrere nelle arterie). Per tutto il periodo febbrile Ferrum non presenta alcun eretismo psichico. Non si apprezzano intense
oscillazioni termiche, piuttosto un continuo stato sub-febbrile: 38 al mattino, 38.5 la sera. Vampate di calore (a pousses) e
volto congesto, caldo e rosso con caratteristico rossore circoscritto ad entrambe le guance, con crisi vaso-motorie che si
manifestano con alternanza di pallore e rossore durante lo stadio febbrile. Gli occhi sono rossi e congesti. Il malato ha
fotofobia e lacrimazione intensa; lamenta bruciore oculare con sensazione di avere granelli sottopalpebrali (Natrum
Muriaticum) che lo costringono a massaggiare le palpebre. Come Belladonna, Ferrum peggiora con il movimento, il rumore e
ogni sobbalzo, anche il pi piccolo che venga impresso alla sua persona, ma a differenza di questa, migliora con il freddo, da
coricato e con unintensa pressione locale. Ferrum presenta frequente epistassi mattutina con tos-se ed espettorato misto a
sangue. Linizio dellinfezione meno drammatico rispetto a quello di Aconitum e di Belladonna manca la paura e
lirrequietezza di Aconitum e liperemia attiva di Belladonna. In Ferrum phosphoricum presente uninstabilit
vasomotoria, evidenziata dallal-ternarsi di rossore e pallore sul viso del paziente. Il polso rapido, molto piccolo e morbido.
Linfe-zione, con dolore pulsante, tende a localizzarsi nellorecchio medio. Peggioramento di notte, spesso il padiglione
auricolare e la guancia della parte lesa sono pi arrossati che il lato sano (come Cha-momilla nei disturbi da dentizione del
bambino piccolo). Tossendo, il paziente si lamenta di una sensazione asciutta e solleticante la gola, con scarsa espettorazione.
Gelsemium
Influenza ad esordio graduale con grande prostrazione e tremore, dolori muscolari profondi, cefalea intensa, localizzata alla
base del cranio, forte sonnolenza, febbre non troppo alta, con brividi che scorrono lungo il dorso e palpebre cadenti. Sete nulla
o quasi. La febbre di Gelsemium non insorge tumultuosamente come in Aconitum e Belladonna, bens gradualmente e
lentamente. E spesso indi-cato in soggetti che da ambienti sovrariscaldati si raffreddano poi nella temperatura normale. Infezione febbrile con brividi, debolezza, prostrazione, adinamia, tremori e stordimento. Allinizio del-linfezione brividi lungo la
schiena con frequenti tremori e con battito dei denti cos forte, che il pa-ziente desidera essere tenuto fermo. Lastenia
accompagnata dai tremori permette di individuare fa-cilmente il rimedio. Come in Bryonia, Gelsemium desidera restare
immobile, tranquillo e supino perch ogni movimento gli reso difficile dallastenia che lo affligge. Se si alza dal letto e vuole
fa-re qualche passo, le gambe non lo reggono; le mani tremano e la lingua anchessa tremolante. Il polso irregolare,
tremolante, intermittente, accelera al minimo movimento anche se lento. Il ma-lato appare inebetito, instupidito, con palpebre
socchiuse e lievemente ptosiche. Il volto caldo, le estremit, mani e piedi sono fredde. Il paziente in continuo stato di
assopimento, dormendo, bor-botta frasi incoerenti. Lo stato patologico si evolve gradualmente, per lo pi dopo 12 giorni
dalla diminuzione della temperatura. Il polso leggermente accelerato e morbido, la faccia spesso arros-sata. Di solito il
paziente non accusa sete (caratteristica anche di Apis e Pulsatilla). Se linfezione si localizza, si manifesta un raffreddore
acquoso che brucia, con irritazione della faringe e difficolt alla deglutizione oppure una bronchite, quasi senza espettorazione.
In sintesi, Gelsemium caratte-rizzato da prostrazione, tremori, ptosi palpebrale, astenia generale accompagnata ad un
tremito in-terno. Questa sensazione di tremore cos intensa, da far spesso temere al malato dessere sul punto di morire.
Eupatorium Perfoliatum
Influenza con dolori acuti e violenti alle ossa, aggravati da ogni minimo movimento (d.d. Bryonia alba), sensazione marcata di
rottura generale e sete intensa. Tosse secca, con dolori intercostali e febbre alta che insorge o aggrava dalle 7 alle 9. Rimedio
che domina i sintomi da raffreddamento invernale che causano starnuti, corizza, dolori spaccanti della testa aggravati dal
movimento, brividi con desiderio di stare caldi e ben coperti. Tutto il corpo dolente: dolori spaccanti nelle ossa, la schiena
sembra rotta, dolori in profondit nelle articolazioni e nelle ossa, come se fossero slogate e aggravamento generale provocato
dal movimento. Cefalea pulsante, come se la testa scoppiasse; tosse dolorosa, tanto da dovere trattenere il torace. Febbre e sete
con grande sensibilit al freddo. Tremolio dalla testa ai piedi, cefalea congestiva, faccia avvampata, cute gialla o sub-itterica
con dolori alladdome e nella regione epatica. Nausea alla sola vista e allodore del cibo. Il paziente desidera stare quieto, ma
il dolore cos intenso che esso si muove e non trova riposo. Sorprendente linversione cronologica della curva della
temperatura: la febbre raggiunge il suo apice di mattina (ore 7-9); sensazione di freddo intenso di notte e di mattina; durante il
giorno si sente caldo, con lieve sudorazione. Miglioramento dello stato generale quando inizia la traspirazione cutanea. Il
paziente ha sete intensa e violenta, ma dopo il bere il tremolio peggiora notevolmente cosicch egli non si azzarda pi a bere
acqua fredda. Prima dei brividi sete insaziabile di acqua gelida, dopo i brividi spesso vomito biliare ed epatico. Faccia calda ed
arrossata. Caratteristica del rimedio la scarsit del sudore. Brivido violento e febbre intensa con poco sudore, cefalea
pulsante, spaccante, bruciante. Dolore dei bulbi oculari (d.d. Bryonia e Gelsemium) e grande sensibilit al toccarli, come se
ogni toccamento fosse un trauma. Tosse secca, dolorosa e scuotente che sembra spaccare il petto e peggiorata dal movimento.
6

Estrema sensibilit al freddo come in Nux Vomica nel quale, per, vi grande irritabilit, mentre in Eupatorium predomina
tristezza e malinconia.
Arnica Montana
Febbre piuttosto elevata con sensazione di gran calore alla testa e alla faccia, molta sonnolenza e spiccato senso di contusione
in ogni parte del corpo. Il paziente trattabile con tale rimedio prostrato, sonnolento. Risponde con difficolt alle domande,
ma non presente stato delirante o confusionale. Le artromialgie danno limpressione che il letto sia troppo duro. Il volto
arrossato, caldo, mentre il naso e il resto del corpo sono freddi. Lalito fetido, la sete accentuata. Si possono osservare
ecchimosi o porpora cutanea.
Arsenicum Album
Febbre con debolezza generale, il malato cade in uno stato di abbattimento nel giro di poche ore, il volto pallido, la
mandibola ptosica. Vi intensa astenia con grande irrequietezza e paura fino alla paura di morire, sudori freddi, mucose
secche, tutti i sintomi soggettivi ed oggettivi si accompagnano a bruciore. Diarree profuse, feci non molto abbondanti ma
emesse frequentemente di odore putrido e cadaverico. Quando il malato ha liberato lalvo, si sente cos prostrato da arrivare
alla lipotimia. Lo stato di prostrazione non proporzionale alla quantit di feci evacuate. Il paziente nel giro di pochi giorni
perde il tono muscolare, ladipe e le forze. Pelle che prude e brucia, nevrite e polinevrite. Nellacuto vi molta sete per piccole
quantit di acqua fredda che pu essere vomitata subito dopo ingerita, allora il malato vuole acqua fredda o ghiaccio solo per
inumidire la bocca. A volte sete per grandi quantit dacqua che non bastano a dissetare il paziente. Se vi sono dolori brucianti
al faringe o allo stomaco, lammalato chieder invece bevande calde (bruciore migliorato dal calore) Solo nelle malattie
croniche Arsenicum senza sete. Agitazione tra l1 e le 3 del mattino caratteristica del farmaco. Il paziente deve scendere dal
letto in preda allansia, molto irrequieto, muta sempre posizione nel letto o scender e salir frequentemente dal letto sino a
che non sar del tutto esausto. Se ha raggiunto una fase di intensa astenia, questo lorario in cui chiede gli si faccia mutare
posizione nel letto. Il malato non vuole essere lasciato solo neanche per un istante, perch teme di morire. Ansiet,
prostrazione, paura di morire, brividi, desiderio di calore.
Arum Triphyllum
Stato febbrile acuto in cui il malato pu trovarsi in stato di agitazione psico-fisica oppure in stupore e delirio. Corizza acuta,
fluente, ma con naso otturato (specie la narice sinistra), che obbliga ad aprire la bocca. Il malato si manipola costantemente e si
spella le labbra, si gratta il naso sino a farsi sanguinare le mucose. Il viso caldo, edematoso e le commessure labiali sono
fissurate. Durante la febbre vi astenia generalizzata con sensazione di avere le ossa rotte, irritazione bruciante, escoriazioni,
prurito e parestesie delle mucose. Cefalea gravativa con sensazione di freddo nella parte superiore del capo, aggravata dal
calore della stanza, dagli indumenti e dal caff caldo. Escoriazione del labbro superiore, labbra brucianti, edematose, fissurate,
sanguinanti, come da esposizione al vento freddo. Indolenzimento delle narici con starnuti notturni. Tonalit della voce
costantemente variabile, che peggiora col vento del nord. Lingua rossa, disepitelizzata, fissurata, sanguinante, di color
amarena. Salivazione abbondante, fetida (d.d. con Mercurius), corrosiva, ulcerante le commessure. Tonsillite acuta, con senso
di escoriazione alla base della lingua e al palato; reflusso nasale di liquidi. Il malato rifiuta alimenti e bevande per lo stato
doloroso della mucosa orale e faringea. Tosse con bruciore e senso di escoriazione tracheale e dei grossi bronchi. Dolori che
attraversano il polmone sinistro. Diarrea fetida, gialla come il bollito di mais, escoriante, che irrita la piega dei glutei e la
regione coccigea.
Baptisia Tinctoria
Febbre alta insorta rapidamente con sintomi imponenti; brividi del dorso e degli arti inferiori, oppure grave affezione acuta con
apiressia per mancanza di reazione vitale. Delirio con allucinazioni: il malato si crede doppio e parla con laltra sua parte,
sente il suo corpo in pezzi separati e si sforza di riunirli. Agitazione, il malato cambia costantemente posto. Lagitazione si
alterna con prostrazione che man mano si fa pi ingravescente. Svenimento alzandosi dal letto. Il paziente sembra ubriaco,
stuporoso, con facolt mentali squalificate, non sa cosa dice, confuso, disorientamento spazio-temporale, quando si sveglia
prova a parlare ma poco dopo ricade nello stato di stupore. Faccia pomellata con palpebre pesanti, lingua fuligginosa, polso
accelerato, addome meteorico. Senso di pesantezza del corpo con indolenzimento dei muscoli delle regioni che sono
appoggiate, il letto sembra troppo duro. Sensazione generale di spossatezza con peggioramento pomeridiano. Costante
desiderio di aria fresca e di acqua fredda sul viso. Lingua scura, asciutta e bruna verso il centro, coperta da densa patina o
crosta brunastra. Volta palatina gonfia con gusto nauseante in bocca. Saliva densa che cola sul cuscino (Mercurius) oppure
secchezza estrema della cavit orale. Il paziente pu bere solo liquidi perch gli alimenti solidi gli provocano spasmi esofagei.
Globi oculari doloranti, specie col movimento con sensazione di compressione oculare dallesterno allinterno. Diarrea
mattutina, putrida, nerastra, color nero-ardesia o giallo bruna, indolore e involontaria.
Bryonia Alba
Affezione febbrile insorta soprattutto dopo freddo umido o durante il tempo che segue a giornate molto fredde, con febbre che
inizia o aggrava verso le 21, con dolori pungenti, nettamente aggravati da ogni minimo movimento e grande aridit di tutte le
mucose. Sete intensa per grandi quantit di acqua bevuta a lunghi intervalli. Tosse secca, stizzosa, con bisogno di comprimersi
il petto durante gli accessi. I brividi predominano nellipertermia tipo Bryonia, accompagnati da sete intensa. Il malato beve
grandi quantit dacqua fredda a lunghi intervalli. Ai brividi si associa in genere tosse ed algia puntoria toracica. Qualunque
sia la localizzazione della malattia, Bryonia assume la sua tipica posizione: perfettamente immobile, sempre coricato sul lato
dolente. Il volto congesto, rosso, il capo caldo, intensa la cefalea. Il polso duro, teso, pieno; la frequenza elevata.
Compaiono infine le sudorazioni e con essa la diminuzione della sete. La sudorazione profusa, acida e, come Natrum
Muriaticum e Thuya, untuosa. Il sudore procura per al malato solo un momentaneo sollievo. Il paziente talvolta delirante.
7

Lipertermia di Bryonia sempre legata ad una generica flogosi dellapparato respiratorio o digerente, oppure ad uno stato
reumatico.
Causticum
Anche se soltanto occasionalmente indicato nelle malattie acute, possiamo trovare sintomi di Causticum in corso di epidemia
influenzale dominata da sintomi quali tosse e dolori. Il paziente ansioso, pauroso, melanconico, non pu soffrire n il freddo,
n il caldo, perch ambedue aggravano le sue condizioni. I suoi dolori sono generalmente migliorati dal calore, ma aggravati
dal tempo secco, dal vento secco e dal freddo. I disturbi possono comparire da un bagno freddo, da esposizione a tempo freddo
e secco. Raucedine, afonia e tosse irritativa che parte dalla laringe, con sensazione di escoriazione bruciante retrosternale. La
tosse di Causticum secca, spasmodica, scuotente, latrante di giorno, grassa la notte; compare ad accessi parossistici cos
ravvicinati da rendere difficoltosa la respirazione e provocando una gastralgia riflessa (il malato si sorregge laddome a due
mani) e migliora sempre con lassorbimento di piccole quantit dacqua fredda (Cuprum). Quando tossisce il malato avverte
un interessamento algico tipico che corrisponde allanca destra e contemporanea incontinenza urinaria. Croste nelle cavit
nasali e nelle coane, aridit della bocca e della gola, il paziente raschia costantemente muco denso dalla laringe. Sete per bibite
fredde con avversione allacqua. Modalit: tutti i sintomi peggiorano di mattina tra le 3 e le 5. Miglioramento al caldo del
letto. La tosse migliora con bevande fredde aspetto pallido-giallo. Paziente ansioso, pauroso, melanconico.
China Officinalis
Sintomatologia: febbre in corso di epidemia influenzale, febbre intermittente con forte pallore e cu-te giallastra, alternato a
fasi di rossore e calore; una mano molto fredda, laltra calda. Accesso di febbre in cui prima del brivido vi agitazione;
forte cefalea in sede temporale. Assenza di sete du-rante il brivido e lo stadio del calore; forte sete nella fase del sudore che
profuso. Durante il calo-re, il malato ha bisogno di scoprirsi, ma subito ha di nuovo il brivido. Sudore non appena si coper-ti
con traspirazione del lato su cui si dorme; sudore profuso del capo, del collo, della nuca, del dor-so. Occhi infossati, cerchiati
di blu, labbra secche, brune, striate. Viso che diviene molto caldo en-trando in una stanza dallaria aperta. Febbre con sudori
profusi e molta sete, grande debolezza gene-rale, spossatezza e sonnolenza, occhi cerchiati, sensazione di pressione dei globi
oculari, dolenti col movimento dellocchio. Gusto amaro in bocca per cui gli alimenti sembrano troppo amari o troppo salati.
Tosse che si scatena dal parlare, o dopo mangiato con sensazione di vapore di zolfo nelle vie respiratorie. Mucosit bronchiale
che sono espettorate con difficolt. Dolori toracici e intramuscola-ri; il torace tanto sensibile che il malato fa fatica a
sopportare la percussione e lauscultazione. Do-lori come trasmessi al periostio; dolori degli arti aggravati a riposo e migliorati
col movimento (d.d. Rhus tox.). Dolore lombo-sacrale con senso di gran peso e sensazione di essere spezzati aggravato dal
movimento. Emorragie profuse e scure da naso, polmoni, canale gastro-intestinale ed utero. Tu-mefazione della milza,
nevralgie periodiche infraorbitali, inappetenza, sensazione di pienezza, lun-ghi periodi di permanenza dei cibi, gonfiore dello
stomaco, diarree spossanti dopo ogni pasto, spes-so con fuoriuscita di sangue, emorroidi sanguinanti, calde, fruscio nelle
orecchie e sensazione di vertigine, congestioni alla testa, palpitazioni. Modalit: peggioramento con freddo, correnti daria,
umidit, cibo, tatto e di notte miglioramento con calore. Aggravamento col movimento.
Echinacea Angustifolia e Purpurea
Se il paziente non manifesta dei fenomeni differenziati, possiamo vantaggiosamente prescrivere queste due forme
dellEchinacea che sono equivalenti dal punto di vista terapeutico. E ampiamente dimostrato che queste piante aumentano
decisamente i poteri di difesa dellorganismo. Entrambe stimolano nettamente la produzione endogena di interferone e
aumentano la resistenza alle infezioni batteriche rallentando la diffusione dei germi nei tessuti e attivando
contemporaneamente meccanismi rigenerativi dei tessuti lesi. Piante ben tollerate e a dosi terapeutiche sono prive di effetti
tossici. La loro somministrazione equivale ad una terapia immunostimolante indiretta veramente biologica. Sono indicate nei
processi settici, piemia, linfagite, lionfadenite, carbonchio , suppurazioni, influenza, ecc. Sorprendente lodore sgradevole di
tutte le escrezioni.
Influenzinum
Nosode preparato dallIstituto Pasteur per luso omeopatico che ha una preparazione ben definita. Si tratta di vaccino antiinfluenzale proveniente da culture di due variet di virus, una quella dellinfluenza comune, APR-8 e laltra A-Singapour 11957 (influenza asiatica). La proporzione di tre parti di virus asiatico e una parte di virus europeo. E interessante notare che
lIstituto Pasteur prepara appositamente la miscela di vaccino per luso omeopatico. Patogenesi e diagnosi clinica: Febbre,
influenza, malessere generale accompagnato da brividi, cefalea, catarro oculo-nasale, dolori diffusi, ipertermia (39-40 C),
astenia, spossatezza. Faringo-laringite, raucedine, laringite influenzale, raucedine stridula dei lattanti, tosse secca, bronchite.
Corizza influenzale, congiuntivite influenzale, otite influenzale. Tosse secca, bronchite, alveolite, broncopolmonite
influenzale. Sindrome meningea, sindrome encefalica con vomiti. Encefalite influenzale, nevrosi depressiva post-influenzale.
Cefalea influenzale con occhi pesanti e sensibili ai movimenti. Enterocolite influenzale, diarrea influenzale spossante.
Leucopenia con mononucleosi.
Mercurius Solubilis
Febbre con sudorazione abbondante ed offensiva, che aggrava i sintomi del paziente. Alito fetido con eccessiva salivazione,
sete e lingua giallastra, i cui margini portano limpronta dei denti. Febbre con brividi leggeri che insorgono o aggravano di
sera o di notte. Aggravamento spiccato di notte al calore del letto. Sintomatologia: gusto metallico in bocca con bruciore e
gonfiore della mucosa orale. Diarrea con sangue e tenesmo. Albuminuria, anuria, collasso circolatorio. Infiammazioni della
congiuntiva e della cornea. Influenza con catarro-intestinale, angina, stomatite, gengivite, rinite ed otite media cronica,
dissenteria. Infiammazioni acute dellapparato linfatico, blefaro-congiuntivite, oftalmia, sinusite, catarro nasofaringeo,
colangite, catarro dei seni nasali e paranasali. Le caratteristiche pi importanti sono: 1) Fetor ex ore e scialorrea; 2) patina
8

spessa sulla lingua gonfia, con le impronte visibili dei denti; 3) sudori notturni maleodoranti giallognoli; 4) sensibilit
verso aria fredda e calore del letto; 5) tutte le escrezioni infiammatorie sono corrosive e di carattere suppurante.
Natrum Muriaticum
Febbre intermittente con accessi dalle ore 10 alle 11; il brivido inizia in fondo al dorso e alle estre-mit, accompagnato da sete
e da cefalea con lacrimazione. Corizza acquosa, fluente, con lacrima-zione, oppure come bianco duovo crudo. Sudore sul
naso. Calore con forte cefalea martellante, con sensazione di un chiodo conficcato nei parietali, che inizia con un
abbassamento della vista e visione di scotomi luminosi. Grande sete; frequente incoscienza; abbondante sudorazione
accompagnata da sete che allevia tutti i disturbi tranne la cefalea. Concomitante e frequente presenza di orticaria e di herpes
labiale. Lingua a carta geografica, oppure di un rosso brillante con bolle di saliva sui margini. Tosse provocata da una zona
secca in gola o da una sensazione di solletichio, espettorato di muco chiaro. Asma che si aggrava in una stanza calda e chiusa,
migliorata generalmente allaria aperta. Sensibilit dolorosa della colonna vertebrale aggravata camminando e dalla tosse.
Herpes sulle labbra, ai bordi dellano, sulle braccia, sulle cosce.
Phosphorus
Sintomatologia: Grande eccitabilit nervosa con timore e apprensione, depressione, apatia, e stato soporoso. Facilit alle
emorragie, raucedine fino allafonia, congestione nasale, tosse secca. Irritazione e sensazione di solletico tracheale. Gengive
che sanguinano facilmente. Lingua coperta da patina bianca. Fame di cibo freddo che per viene rimesso. Bruciori allo
stomaco con possibili emorragie gastriche, debolezza con tremiti, epato e spleno megalia. Dolori violenti brucianti nella
schiena tra le scapole, processi spinosi molto sensibili alla pressione. Il malato non riesce a riposare, a stare seduto o a stare in
piedi un attimo. Ematomi spontanei. Timore della solitudine. Soffiando il naso esce sempre un po di sangue. Modalit
febbrile: la febbre compare in un qualsiasi momento del pomeriggio con brivido in genere tra le 13 e le 18. Il brivido,
generalizzato a tutto il corpo, persiste anche se il malato tenta di coprirsi. Anche a letto Phosphorus continua a tremare; intensa
la sensazione di freddo alle ginocchia durante la febbre (in Carbo vegetabilis questa sensazione perenne). Piedi e mani sono
completamente gelati. Sudore madido per tutto il corpo che aumenta con il pi piccolo esercizio fisico: caratteristica del sudore
lodore che ricorda lo zolfo. Nella fase del calore non vi alcuna particolare sintomatologia da mettere in evidenza se non
lintensa bulimia. Phosphorus ha costante bisogno di mangiare anche durante la febbre. La caratteristica fame di Phosphorus
durante la fase iniziale dellattacco febbrile, insorge la sera mentre il malato sta andando a letto. Tosse secca che peggiora
parlando. Peggioramento dei sintomi passando dalla stanza calda allaria fredda. Sensazione di bruciore con tutti i disturbi e
tendenza ad emorragie sono tipici. Tutto peggiora la sera e di notte. Miglioramento con riposo e sonno.
Phytolacca
Febbre con testa pesante e confusa. Sensazione di avere tutte le ossa rotte, di contusione in tutto il corpo, dolori come da
scariche elettriche che cambiano facilmente posto. Bisogno di muoversi bench il movimento faccia aumentare i dolori.
Grande stanchezza, apatia, congestione della testa con cefalea frontale, il dolore pi forte sopra le sopracciglia e si irradia
agli occhi. Rinite, congiuntivite con lacrimazione bruciante, dolori ad orecchie e gola come in caso di influenza, ragadi alle
labbra. Angina con mucosa di colore rosso scuro, il dolore va dalla gola alla radice della lingua e allorecchio deglutendo.
Impossibilit a deglutire liquidi caldi. Indicazioni: affezioni muscolari, articolari e renali di origine tossicofocale, infezione
influenzale, tonsillite subacuta e cronica. Tonsillite con anello rosso scuro infiammato.
Pyrogenium
Stati febbrili accompagnati da brividi di freddo, irrequietezza ed odore cattivo di tutte le escrezioni. Facies ansiosa, pallida con
cerchiature bluastre intorno agli occhi, guance brucianti, narici palpitanti e sudorazione fredda. Sensazione di freddo, cute
fredda, livida, secca o coperta da abbondante sudorazione vischiosa di odore cadaverico che non fa diminuire la temperatura
febbrile. La sensazione di freddo con febbre in aumento un sintomo importante. In questa fase infatti ha leffetto migliore
(Pyrogenium ha effetti ed indicazioni simili a Lachesis; questultimo per pi usato con processi privi di febbre). La febbre
inizia con un brivido che comincia nella schiena, fra le spalle e poi si generalizza ed avvertito alle ossa. Grande sete di
piccole quantit dacqua che viene rapidamente vomitata. Sindrome influenzale grave con discrepanza fra polso e temperatura,
agitazione, ansia e indolenzimento di tutto il corpo. Il letto sembra troppo duro; indolenzimento e sensazione di contusione
delle ossa, il malato deve muoversi costantemente. Lingua rosso fuoco come verniciata. Alito fetido con sapore di pus
tossendo. Vomito di ogni cibo e bevanda. Nausea che migliora bevendo molta acqua calda. Dolore al polmone e spalla destra
tossendo. Dolori pungenti ai lati del torace aggravati dal movimento, tossendo, inspirando profondamente; alleviati
coricandosi sul lato doloroso. Pyrogenium utile negli stati settici quando i farmaci indicati non agiscono. Indicazioni:
processi febbrili settici, influenza grave e polmonite, tifo e paratifo, gastroenterite acuta con tendenza a collasso, febbre
puerperale.
Rhus Toxicodendron
Febbre influenzale con molta irrequietezza fisica, dolori muscolari e articolari migliorati nettamente dal movimento. Il malato
ha molta sete e lingua ricoperta da patina giallastra, esclusa la punta che rossa. Frequente delirio, con stato stuporoso.
Reumatismo acuto e subacuto della articolazioni, torcicollo, lombaggine, nevriti e nevralgie, particolarmente sciatica,
nevralgie alle braccia, nevralgia intercostale. Congiuntivite, parotite, paronichia, irrequietezza motoria, debilitazione,
comparsa di Herpes zoster. Sintomatologia: grande irrequietezza delle articolazioni, dolori ai legamenti, ai tendini, alle
inserzioni muscolari. I muscoli sono sede di intensi dolori diffusi con peggioramento dopo esposizione allumidit o
allinzuppamento. Rigidit del collo e forti dolori alla schiena, particolarmente nella regione lombare. Chemosi della
congiuntiva e processi infiammatori delle mucose del canale gastro-intestinale con coliche e diarree sanguinose. Nel S.N.C. si
manifestano irritazioni e paralisi a volte accompagnate da delirio. Stati febbrili con disturbi cardiaci. Modalit: tutti i disturbi
9

si accompagnano ad irrequietezza eretistica dato che tutto peggiora con riposo e migliora con movimento. Peggioramento con
umidit e freddo.
Siero di Yersin
Il bioterapico Siero di Yersin viene preparato dal siero antipeste descritto nel Codice 1949, p. 741, proveniente dallIstituto
Pasteur. Il siero proviene da animali immunizzati mediante culture del ba-cillo della peste. Il Bacillo di Yersin secerne una
esotossina di natura proteica, con la quale si pu ottenere unanatossina mediante addizione del 4% di formolo. Fu Barishac a
proporre tale rimedio per la cura delle forme gravi e atipiche dellinfluenza. Patogenesi e diagnosi clinica: influenza gra-ve
con interessamento polmonare, ipertermia, dispnea con espettorazione densa. Enterite acuta nei bambini piccoli. Influenza con
interessamento gastrointestinale. Sindrome meningea dorigine in-fluenzale. Enterocoliti acute. Gastroenteriti estive. Pseudotifo, meningite dei lattanti. Encefalite letargica.
Bibliografia
1. AA. VV.: Influenza in Enciclopedia Medica Italiana, USES Edizioni Scientifiche, Vol. 7, Firenze 1979.
2. AA. VV.: LEnciclopedia Medica di tutti, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1969.
3. ARANGIO-RUIZ, G., DE FELICI, A., MINUTI, R., ROCCHI, G., ARCHETTI, I.: Boll. Ist. Sieroter. Milano 1971, 51,
8.
4. ARCHETTI, I., HORSFALL, F.L., jr.: J. Exp. Med., 1950, 92, 441.
5. ASSAAD, F.A., REID, D.: Bull. OMS, 1971, 45, 113.
6. BINET, C.: Thrapeutique homoeopathique, Edition Dangles, St. Jean Braye (France) 1977.
7. BURNETT, J.C.: Cinquanta ragioni per essere omeopata, De Ferrari Editore, Genova 1998.
8. CLARKE, J. H.: Omeopatia facile, Manuale pratico di prescrizione, Nuova Ipsa Editore s.r.l., Palermo 1992.
9. DAVIS, B. D., DULBECCO, R. et al.: Influenza, in Microbiology, 1967, Hoeber, Harper, Row, New York, p. 1312.
10. DUJANY, R.: Manuale pratico di Omeopatia,Edizioni di red./studio redazionale, Como 1987.
11. DUPRAT, H.: Materia Medica Omeopatica, Fratelli Palombi Editori, Voll. I, II, III, Roma 1984.
12. EICKHOFF, T. C.: J. Infect. Dis., 1971, 123, 446.
13. FICACCI, L.: Sanare, 1949, num. Spec. Giugno.
14. FOA, P.: Apparato respiratorio, in Trattato di anatomia patologica, 1922, UTET, Torino.
15. FRANCIS, T. j., MAASSAB, H. F.: Influenza Viruses, in Horsfall F. jr., Tamm I., Viral and Rickettsial Infections of
Man, 1965, 4 ed., Lippincott, Philadelphia p. 689.
16. HOUSWORTH, W. J., SPOON, M. M., Am. J. Epidemiol., 1971, 94. 348.
17. JOUANNY, J.: Nozioni essenziali di Terapia Omeopatica, Ed. Boiron, Lyon 1983.
18. JULIAN, O. A.: La Materia Medica dei Nosodi. Trattato di Microimmunoterapia dinamizzata,Ipsa Editore, Palermo
1983.
19. KHLER, G.: Compendio di Omeopatia, Voll. I, II, prima ed. italiana by Rainer Loacker s.r.l. Bolzano 1990.
20. MAURY, E. A.: Omeopatia - Curare le malattie con le stesse sostanze che ne provocano i sintomi, Casa Editrice Bietti,
Milano 1970.
21. MURPHY, B.R., KASEL, J.A., CHANOCK, R.M., N. Engl., J. Med., 1972, 286, 1329.
22. OMS: Bull. OMS, 1971, 45,119.
23. PACE, O.: LOmeopatia, le malattie guarite col metodo dei simili, Editore Ulrico Hoepli, Milano 1933.
24. PINKERTON, H.: Influenza in Anderson W. A. D., Pathology 1966, ed. Mosby, St. Louis, p. 282.
25. RAGONA, G., GIUNCHI, G., ROCCHI, G. et al.: J. Hyg. (Camb.), 1978, 80, 249.
26. ROCCHI, G., ARANGIO-RUIZ, G. et al.: Acta Virol., 1970, 14, 405.
27. RONCHI, A. e V.: Materia Medica Omeopatica Repertorizzata, Editrice Nuova Era, Vitinia di Roma 1978.
28. RUBEN, F.L., JACKSON, G.G.: J. Infect. Dis., 1972, 125, 656.
29. STUART-HARRIS, C.H., SCHILD, G.C.: Influenza. The Viruses and the Disease, 1976, Arnold, London.
30. TEODORI, U.: Trattato di Patologia Medica, Vol. 1 Soc. Ed. Universo, 1977.
31. TILLES, J.G.: N. Engl. J. Med., 1971, 285, 1260.
32. VANNIER, L.: LOmeopatia nelle Malattie Acute, Fratelli Palombi editori, Roma 1976.
33. VOISIN, H.: Matiere Medicale du Praticien Homeopathe, Maloine S.A. Editeur & Laboratoires Homoeopathiques de
France, Paris 1976.
34. VOISIN, H.: Thrapeutique et Repertoire Homopathiques du Praticien, Maloine S.A. Editeur & Laboratoires
Homoeopathiques de France, Paris 1978.
35. WEBSTER, R.G., LAVER, W.G.:. Prog. Med. Virol., 1971, 13, 271.

10

Potrebbero piacerti anche