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Arare disturba la terra

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Articolo comparso su Australian Plants vol. 9 N 73, 1977


I SEGRETI DEL SUOLO VIVENTE
In che maniera arare la terra disturba i cicli nutritivi del suolo?
Le scoperte di Alan Smith, un microbiologo australiano.
Da molti anni, le analisi dimostrative dei vantaggi del giardinaggio e dell'agricoltura senza aratura,
sono rimaste nel campo della "scienza folkloristica", sotto lo sguardo scettico dei "veri esperti". Poi,
quasi per caso, fu scoperta una prospettiva rivoluzionaria sul funzionamento naturale del suolo da
parte di uno specialista della materia: il Dr. Alan Smith, del dipartimento agricolo del New South
Wales (Australia).
Smith stava facendo ricerche sul fungo devastatore (Phytophtora) che paralizzava l'industria
dell'avocado nel nord dei New South Wales a meta degli anni settanta. Lo scopo dello studio, era
trovare un mezzo, di controllo sulla malattia. Ma quando cerco di studiare la malattia in relazione
alle diverse condizioni podologiche, le sue scoperte rovesciarono molte delle credenze
convenzionali della scienza dei suolo.
La scoperta di Smith era uno schema complesso di relazioni tra le piante, i microrganismi del suolo
e gli elementi nutritivi. Nei suoli naturali (imperturbati), questi processi funzionano in maniera sana
e controllano efficacemente l'attivit microbica, ivi compresa quella delle popolazioni di organismi
patogeni, come la Phytophora inoltre rendono assimilabili, gli elementi nutritivi presenti nel suolo.
Nei suoli perturbati da arature, lavori colturali e/o fertilizzati con nitrati, questi processi non hanno
e non possono aver luogo.
La sua ricerca dimostra perch sistemi come la coltura senza aratura di Fukuoka ottengano un tale
successo. Inoltre mette in guardia contro l'abuso di fertilizzanti "naturali", ricchi di azoto come il
concime di escrementi di pollo e la coltura, smisurata di leguminose (fissatori di azoto). Ognuna di
queste, due pratiche, pu condurre a tassi eccessivi ammonio trasformato in nitrati solubili, che
sconvolgono e distruggono questi processi essenziali per un suolo sano e vivo.
Scoperte simili sono state fatte autonomamente da altri, specialisti del suolo in Africa e in Europa,
in questi ultimi anni particolarmente il processo descritto nella sezione "mobilitazione dei
nutrimenti essenziali per le piante" in questo articolo.
Malgrado la sua importanza, questa ricerca rimasta praticamente ignorata e non si ancora
conquistata il suo posto nelle istituzioni, o nei libri educativi dell'agricoltura e dell'orticoltura.
Questa una lettura indispensabile per i giardinieri, gli agricoltori e gli studenti di scienze
biologiche. Leggetelo pi volte, fino a comprenderlo a fondo nelle sue implicazioni, ne vale
sicuramente la pena.
Robyn Francis
Se volete avere delle informazioni, complementari, sulle ricerche riguardo, l' agricoltura senza
aratura consultate il lavoro di Marc Bonfils: il suolo e l'erosione
INTERAZIONI MICROBICHE NEL SUOLO E SANA CRESCITA DELLE PIANTE
Le interazioni microbiche del suolo giocano un ruolo chiave nel controllo biologico delle malattie
piante nel rinnovamento della materia organica e nel riciclaggio dei nutrimenti essenziali per le

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piante. Una presa di coscienza dei meccanismi implicati pu portare a dei metodi colturali pi
efficaci, che si tratti di piante alimentari in agricoltura o di piante da giardino. Prima di discutere di
queste interazioni, e essenziale riaffermare la funzione unica delle piante nell'ecosistema. Esse sono
i soli organismi viventi a poter utilizzare direttamente la luce dei sole e trasformar1a nelle forme
assimilabili dagli altri esseri viventi. Il pigmento verde nelle loro foglie, la clorofilla, capta 1'energia
solare e si produce cos una reazione, con l'anidride carbonica attinta dall'atmosfera, che genera le
molecole organiche utilizzate dagli altri esseri. Ivi compreso l'essere umano, gli animali, gli insetti e
i microrganismi.
Sebbene le piante abbiano questa capacit unica di trasformare l'energia solare in energia chimica
che utilizzano per crescere, metabolizzare e riprodursi esse hanno anche bisogno di altri elementi
che sono incapaci di produrre direttamente. Per esempio hanno bisogno di azoto, di fosforo, di
zolfo, di calcio, di magnesio, di potassio e di oligo elementi. Il suolo costituisce una riserva di
questi elementi, ma per un approvvigionamento adeguato le piante devono mobilitare questi
elementi alterando il suolo attorno alle radici. Un modo per far ci stimolare l'attivit dei
microrganismi che allora accrescono la mobilitazione degli elementi nutritivi. La pianta stimola la
vita microbica del suolo fornendo l'energia chimica sotto forma di essudati a livello delle radici.
cos che si instaura un'intima relazione tra le piante, e i microorganismi. Purtroppo molte pratiche
agricole convenzionali colpiscono questa relazione causando dei problemi di approvvigionamento
alle piante e aumentando l'incidenza delle malattie.
L'ultima ricerca mostra che durante la loro vita le piante perdono nel suolo vicino alle radici fino al
25% dei composti carboniosi prodotti nelle loro foglie. Il materiale viene perduto sia sotto forma di
essudati che di cellule morte. A prima vista questo sembra un grande spreco che rende inefficace il
meccanismo: la pianta si sforza di convertire l' energia solare in energia chimica, ma poi, essa ne
disperde fino ad un quarto nel suolo. Considerare che niente perfetto in natura, e che quindi
sarebbe normale che le radici potessero avere tali perdite, e una teoria alla quale non aderisco.
Credo fermamente che se un organismo vivente sembra perdere un quarto della sua energia, questa
"perdita" gli deve servire in qualche modo. Se non fosse cosi l'evoluzione avrebbe selezionato delle
piante pi econome. Come fa la pianta a trarre vantaggio da questa, perdita di composti? Per la
maggior parte di questi composti sono fonti di energia, per i microrganismi che proliferano nella
rizosfera. (1) Questi microrganismi si moltiplicano cosi intensamente che vuotano di ossigeno i
moltissimi micrositi nella rizosfera. Cosi si sviluppano degli organismi anaerobici. Lo sviluppo di
questi micrositi anaerobici ha una grande importanza per il mantenimento del vigore e della salute
delle piante.
LA PRODUZIONE DELL'ETILENE NEL SUOLO
La nostra ricerca mostra che l'etilene, un semplice composto gassoso, viene prodotto in questi siti
anaerobici. Inoltre l'etilene funge da regolatore critico dell'attivit dei microrganismi del suolo:
agisce sull'intensit del rinnovamento della materia organica, sul riciclaggio dei nutrimenti delle
piante e interviene smorzando gli effetti delle malattie provenienti dal suolo. Le concentrazioni di
etilene nell'atmosfera del suolo eccedono raramente una o due parti per milione. L'etilene non
uccide i microrganismi del suolo, ma li rende inattivi temporaneamente. Quando le concentrazioni
di etilene calano, l'attivit microbica rinasce.
L'etilene del suolo viene prodotto in quello che si chiama il ciclo Ossigeno-Etilene: inizialmente i
microrganismi proliferano sugli essudati delle piante e eliminano l'ossigeno dei micrositi del suolo.
L'etilene viene prodotto dentro questi micrositi e diffuso intorno, rendendo inattivi i microrganismi

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del suolo senza ucciderli. Quando avviene ci la richiesta di ossigeno diminuisce, e questo riempie i
micrositi bloccando o riducendo fortemente la produzione di etilene. Cos i microrganismi possono
riprendere la loro attivit. Le condizioni favorevoli alla produzione di etilene sono quindi ricreate e
il ciclo si ripete.
UN CICLO FONDAMENTALE TRASCURATO FINO AD OGGI:
QUELLO DELL'ETILENE
Nell'atmosfera dei suoli imperturbati (non lavorati) come quelli delle praterie o delle foreste,
l'etilene pu continuamente essere rilevato, indicando come il ciclo Ossigeno-Etilene si produca
efficacemente. Al contrario, le concentrazioni di etilene nei suoli agricoli sono estremamente
deboli o addirittura nulle. Si pu quindi constatare che l'etilene ha un ruolo importante sulla
popolazione microbica del suolo. ben dimostrato come negli ecosistemi naturali, dove esista un
rinnovamento lento ed equilibrato della materia organica ed un riciclo efficace dei nutrimenti, le
'"malattie provenienti dal suolo siano insignificanti. Quando questi ecosistemi vengono disturbati
dall'agricoltura o dalla silvicoltura, la situazione cambia radicalmente. La materia organica del
suolo diminuisce pericolosamente, i nutrimenti cominciano a scarseggiare e l'incidenza di malattie
aumenti considerevolmente. Tentare di stroncare questi processi con 1'uso di fertilizzanti e di
pesticidi aumenta a dismisura i costi di produzione. E' vero comunque in generale che pi si lavora
la terra e pi questi due sono necessari per mantenere costante il rendimento.
Noi affermiamo che la tendenza, potrebbe almeno parzialmente essere invertita se si creassero,
condizioni favorevoli alla produzione di etilene in questi suoli. Sappiamo adesso, che una delle
cause maggiori della mancanza di produzione di etilene nei suoli agricoli lavorati che le nostre
tecniche provocano un cambiamento della forma de11'azoto nel suolo. Nei suoli imperturbati,
come quelli delle praterie o delle foreste, praticamente tutto l' azoto presente e sotto forma di
ammonio con giusto una traccia di nitrato. Quando questi ecosistemi vengono disturbati dalle
attivit agricole, virtualmente, tutto l'azoto del suolo prende la forma di nitrato. Questo
cambiamento della forma dell'azoto si verifica perch le operazioni stimolano l'attivit di un certo
gruppo di batteri specializzati, nella conversione dell'ammonio in nitrati. Le piante e i
microrganismi possono utilizzare ciascuna di queste forme, ma la nostra ricerca ha dimostrato in
conclusione che la produzione dell'etilene viene inibita dovunque i nitrati siano presenti a dei tassi
pi elevati delle semplici tracce. L' ammonio non ha effetto inibitore sulla introduzione di etilene.
Il nitrato blocca la produzione di etilene perch interferisce nella formazione dei micrositi
anerobici. Quando tutto l'ossigeno consumato si scatena una serie di reazioni chimiche
complesse. Uno dei cambiamenti pi importanti il passaggio del ferro dalla forma ridotta alla
forma ossidata, dalla forma ferrica quella ferrosa. Il ferro, uno dei maggiori costituenti del suolo,
dal 2 aI 12 % di questo. In un suolo correttamente areato, praticamente tutto il ferro si trova nella
sua forma ferrica (ossido), inerte. Se l'ossigeno esaurito nei micrositi, questi minuscoli cristalli si
rompono e il ferro allora prende la forma ferrosa, o ridotta, estremamente mobile. Una volta ancora
la nostra ricerca ha dimostrato che la produzione di etilene ha luogo nel suolo a condizione che il
ferro sia nella: sua forma ferrosa. In, altri termini l'ossido ferroso l'elemento scatenante specifico
della produzione di etilene. Se nei micrositi ci sono dei nitrati anzich l'ossigeno, allora le
trasformazioni complesse che tendono alla riduzione del ferro, sono inibite. cos che i nitrati
bloccano la produzione di etilene.
Come fa l' ossido di ferro a scatenare la produzione di etilene nel suolo? Questa forma del ferro
reagisce con un precursore dell'etilene gi presente nel suolo per produrre l'etilene. Il nostro lavoro
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ha dimostrato che questo precursore viene dalle piante, e,ancora pi importante, che raggiunge dei
tassi apprezzabili. Solamente nelle foglie pi vecchie e senescenti. Quando queste foglie cadono a
terra e si decompongono, il precursore si accumula sul suolo. Le condizioni sono allora favorevoli
alla mobilitazione del ferro: il risultato l'etilene. Abbiamo anche uno strato che secondo le
specie, la quantit dei precursori accumulati nelle vecchie foglie varia considerevolmente. E' un
fattore importante da tenere in conto nella scelta delle piante da copertura destinate ad aumentare
la capacita deI suolo di produrre l' etilene. Alcune specie di piante che producono una grande
quantit di questo precursore sono il riso, il Phalaris arundinacea (scagliola di giunchi), il
crisantemo, l'avocado, la tifa, il pinus radiata. Alcune tra le produttrici pi deboli sono il dolico
(Dolichos lablab), il paspalum, l'erba medica e la felce aquilina (felce maschio).
Retrospettivamente, non dovrebbe risultare sorprendente che il precursore si accumuli soprattutto
nelle foglie vecchie. Dopo tutto nelle comunit naturali, di piante le foglie vecchie costituiscono
1'elemento essenziale della biomassa che cade sul terreno. Inoltre, chiaro anche in una situazione
agricola, la maggior parte delle vecchie foglie viene eliminata con la raccolta, il pascolo, o dal
terreno debbiato, perci i suoli agricoli sono mancanti di precursori. Adesso possibile specificare
quali siano condizioni necessarie alla produzione dell'etilene nel suolo:
1. deve esistere inizialmente una attivit aerobica intensa almeno nella rizosfera, per permettere la
formazione dei micrositi anaerobici.
2. le condizioni nei micrositi devono essere sufficientemente riducenti per mobilitare il ferro in
forma ferrosa che scatena la produzione dell'etilene.
3. Le concentrazioni di nitrati devono limitarsi ad essere solo delle tracce; altrimenti il ferro, non
verr mobilitato.
4. Deve esserci una quantit sufficiente di precursore nel suolo.
LA MOBILITAZIONE DEI NUTRIMENTI ESSENZIALI DELLE PIANTE
La non disponibilit degli elementi nutritivi essenziali rappresenta una forte limitazione alla
crescita delle piante. Ci si verifica anche se le riserve dei nutrimenti, sono sufficienti poich
comunque si trovano solitamente sotto forme inutilizzabili per le piante. Il loro alto grado di
insolubilit previene la loro perdita per dilavamento, ma allo stesso tempo, siccome le piante
possono utilizzarle solo in forma solubile, ne rende difficile l'assimilazione da parte delle piante
stesse. La formazione dei micrositi nella rizosfera, che si un'importanza suprema per la
produzione di etilene, pu giocare un ruolo molto critico nella mobilitazione e nel fornire
nutrimento alle piante.
Questo meccanismo e basato sul ferro nel suolo. Come gi stato detto, in condizioni normali, la
maggior parte dell'ossido di ferro si trova sotto forma di cristalli minuscoli. Questi cristalli
presentano, una grande superficie e sono elettricamente molto carichi. di conseguenza, i nutrimenti
come i solfati, i fosfati e gli oligo elementi sono strettamente legati alla superficie di questi cristalli.
Sotto questa forma sono quasi inutilizzabili dalle piante. Appena i micrositi anaerobici si
sviluppano, i cristalli si spezzano liberando i nutrimenti a vantaggio delle piante.
Allo stesso tempo, delle alte concentrazioni di ossido ferroso (forma ridotta e mobile del ferro)
vengono rilasciate nella soluzione del suolo del microsito. Gli altri nutrimenti essenziali inclusi il
calcio il potassio, il magnesio e l'ammonio, sono legati alla superficie dell'argilla, e della materia
organica. Quando la concentrazione di ferro in forma ferrosa aumenta, in questo modo queste
sostanze nutritive passano nella soluzione, del suolo dove vengono assorbiti dalle piante. Un
vantaggio supplementare di questo meccanismo che, se gli elementi nutritivi non vengono
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assorbiti dalle radici, non sono neppure dilavabili. Appena migrano alla periferia dei micrositi
anaerobici, il ferro si ricristallizza, trattenendo con s quelle sostanza nutritive ed impedendone il
dilavamento. Le condizioni podologiche necessarie al buon svolgimento di questo meccanismo,
sono identiche a quelle richieste per la produzione dell'etilene.
Anche nei suoli agricoli, dove la produzione dell'etilene inibita o ostacolata, questo meccanismo
di mobilitazione delle sostanze nutritive essenziali e ugualmente limitato. Ancora, le alte
concentrazioni di nitrati che si verificano nei suoli agricoli, rappresentano un maggiore inibitore
della mobilitazione dei nutrimenti. La gestione dei suolo atta ad accrescere questo potenziale di
formazione di micrositi, che aiuta ad assicurare l'equilibrio del ciclo ossigeno-etilene e favorisce la
mobilitazione dei nutrimenti, richieder dei cambiamenti ad alcune pratiche agricole stabilite: le
tecniche per l'aereazione e l'ossidazione del suolo (aratura, fresatura, etc.) che aumentano a breve
termine lo sviluppo delle piante ma creano una deficienza di elementi nutritivi a lungo termine ed
accentuano l'incidenza delle malattie.
I trattamenti che intensificano la nitrificazione (trasformazione dall'ammonio in nitrato) come l'uso
eccessivo di fertilizzanti azotati, 1'abuso di pascoli a dominanza di leguminose, l'eccessivo
sfruttamento di pascoli o i tagli forestali mal programmati, richiedono un riesame.
Qualche indicazione pratica per una gestione favorevole del suolo:
1. E' essenziale che i residui organici tornino sempre al suolo. I residui organici contengono i
nutrimenti essenziali da riciclare stimolando l'attivit microbica del suolo, forniscono il precursore
dell'etilene e diminuiscono l'intensit a della nitrificazione del suolo. meglio utilizzare i residui
delle piante vecchie come miglioratori organici del terreno, ed preferibile porli sulla superficie del
suolo piuttosto che incorporarveli.
2. Le tecniche di lavoro minimale sul suolo dovrebbero essere utilizzate dappertutto, o dove
possibile. Ci permette alle piante di crescere quasi continuamente, previene al meglio il disturbo
del suolo, ed accresce il tasso di materia organica. Queste tecniche permettono inoltre di ridurre la
nitrificazione.
3. Ogni volta che il suolo subisce miglioramento con azoto, preferibile che ci sia sotto forma di
ammonio in molteplici piccole frazioni piuttosto che in uno o due grandi apporti. Ci riduce
ugualmente le possibilit di nitrificazione.
4. In certe situazioni, sar consigliabile aggiungere degli inibitori chimici all'azoto (ammendante
azotato) per ridurre la formazione di nitrati.
CICLO OSSIGENO-ETILENE E MOBILITAZIONE DEI NUTRIMENTI
1. la pianta essuda delle sostanze che intensificano l'attivit microbica
2. l'attivit microbica esaurisce l'ossigeno creando cosi i micrositi anaerobici
3. in assenza di ossigeno il ferro passa alla forma ferrosa
4. questa trasformazione del ferro libera fosfati, solfati ed oligo elementi abitualmente legati ai
cristalli ferrici, nella soluzione del suolo
5. la forma ferrosa in soluzione:
a - tira fuori i nutrimenti legati all'argilla e alla materia organica e li rende disponibili per le piante:
potassio, magnesio, ammonio
b - scatena la produzione di etilene che blocca l'attivit microbica
6. la soluzione ferrosa migra alla periferia dei siti anerobici l'ossigeno si diffonde nei micrositi

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dall'esterno.
7. il contatto con l'ossigeno provoca l'ossidazione del ferro sotto forma ferrica che trattiene quindi
gli elementi non utilizzati dalle piante in assenza di ioni ferrosi:
a -gli altri nutrimenti si legano nuovamente all'argilla e alla materia organica
b -Ia produzione di etilene s'interrompe e il resto di etilene si diffonde al1'esterno dei micrositi
CONSEGUENZE PRATICHE-RIVOLUZIONARIE MESSE IN PRATICA CON SUCCESSO PER
CINQUANTA ANNI DA MASANOBU FUKUOKA (a)
Questo articolo comparso per la prima volta in Australian Plants vol. 9 N 73, 1977 poi nel N 7 del' International
Permaculture journal del marzo 1981, stato stampato nel n39 dell'international permaculture journal pagine 14-16,
stato tradotto in francese da Emmanuel Olivier, per l'associazione permacultura, il 1 ottobre del 1991, e dal francese
all'italiano da Patrizia Falaschi il 7 novembre 2000 per l'associazione PAEA progetti alternativi per l'energia e
l'ambiente, per Solaria, centro per le energie rinnovabili e la permacultura e per l'associazione Las Encantadas BP 217
Limoux, f-11300 (Francia)

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