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maggio 17, 2012 - 10:52 -

Messico. La Bestia, divoratrice di migranti

Lo chiamano la Bestia, il Treno della morte o Il


divoratore dei migranti. Sono tanti gli appellativi dati al treno che dal sud del Messico porta
migliaia di centroamericani verso gli Stati Uniti e il sogno di una vita migliore.
Tante storie che si intrecciano e si sciolgono. Jos Marti, 25 anni, arrivato da Matagalpa, nel
nord del Nicaragua. Ha degli amici a Houston che gli hanno detto che potr fare cos tanti soldi
da costruirsi una bella casa e comprare un appezzamento di terra nel suo paese. Jos Trinidad
invece del Salvador ed stato deportato un anno fa dagli Stati Uniti. Ora ci riprova di nuovo.
Voglio ritornare a Los Angeles dice perch ho lasciato i miei figli e un buon lavoro. La
polizia pensava facessi parte di una Pandilla, ma non era vero. Mi hanno deportato per questo.
Solo nei primi cinque mesi di questanno sono stati pi di 15.000 i salvadoregni deportati dagli
Stati Uniti.

Maria Guadalupe viene dal Nicaragua e sogna la costa della


Florida. A Miami c una grande comunit nicaraguense. Mi hanno offerto lavoro spiega e
ora limportante arrivarci.
In tanti aspettano il treno, sotto un sole che tocca i 45 gradi. Lillusione, linquietudine e la paura
saranno i loro compagni di viaggio. Il treno arriva e si ferma. Urla, spinte, occhi che si
incrociano, mani che spingono, borse che volano. Tutti sanno che il treno della Cemex si fermer
solo per poco. davvero cos. Poi il treno riparte e prende velocit. Alcuni fanno quel segno di
croce che li accompagna dal giorno della partenza. Sar un lungo cammino. Si distendono sui
tetti dei vagoni. Jos Fernando cerca lamico Chico senza trovarlo. Finora erano insieme. Erano
partiti da Estoril nel Nord, in Nicaragua. Improvvisamente Jos Fernando vede in fondo al treno
un volto che conosce a memoria. Sorride, si distende e sogna.
Tra i veterani del tragitto c Luis, come tanti altri originario del Salvador. E la terza volta che
sale sul treno. Bisogna mantenersi, a volte il treno fa dei brutti scherzi dice a dei ragazzi
honduregni che si stanno rincorrendo. Giocano pi per nascondere la tensione che per divertirsi.

Lo scorso anno dice Luis un ragazzo caduto dal treno e ha perduto tutte e due le gambe.
La prossima fermata a quattro ore. State fermi e cercate di non dormire.

Ogni anno quasi mezzo milione di centroamericani


attraversano il Messico per raggiungere gli Stati Uniti. Il pi delle volte senza documenti per
evitare di essere deportati nel caso fossero fermati. La loro paura pi grande finire nelle mani di
bande criminali che li sequestrano per chiedere un riscatto. Luis annuisce: Una volta presi li
fanno telefonare a casa; se i soldi non arrivano in pochi giorni sono uccisi senza piet e buttati
nelle fosse comuni. Per tornare in libert devono pagare tra i 1500 e i 5000 dollari.
I migranti ricordano bene quello che successo nellagosto del 2010, quando nello Stato
di Tamaulipas 72 centramericani furono assassinati e buttati in una fossa comune dai
narcotrafficanti del cartello degli Zetas. Secondo la Commissione dei diritti umani del Messico
soltanto nel 2010 sono stati sequestrati pi di 20.000 migranti. I migranti sono un volume di
affari da 50 milioni di dollari lanno calcola Leticia Gutirrez, una delle responsabili della
Commissione.

A volte la polizia stessa ad abusare dei migranti chiedendo


soldi. Poi racconta Luis non detto che ci lascino andare: molti sono rispediti indentro.
Secondo lIstituto nazionale di immigrazione del Messico, nei primi quattro mesi dellanno sono
stati rimpatriati circa 27.400 persone, soprattutto guatemaltechi, salvadoregni e honduregni.
Sul treno c anche Miguel. E un messicano dello Stato di Chapas. La sua meta San Antonio,
nel Texas. Ha un cugino che ogni dicembre torna il Messico per festeggiare la Guatalupana. Nel
Texas Miguel pensa di restare qualche anno, il tempo necessario per mettere insieme un po di
soldi e cominciare una piccola attivit nel suo villaggio.
Secondo la Banca del Messico, nel 2011 le rimesse inviate dallestero in Messico sono
aumentate del 6,86%, raggiungendo un valore di 22.730 milioni di dollari. La media di ogni
trasferimento stata di 326,26 dollari. Tra gli Stati che hanno ricevuto pi rimesse figurano
Michoacn (2.238 milioni di dollari) Guanajuato, (2.147), Jalisco (1889), Messico (1.653
milioni) e Puebla (1465).

Le rimesse dice Francisco Lopez, docente della Facolt di Economia di Citt del Messico
costituiscono un reddito fondamentale per molte famiglie povere messicane e uno stimolo per la
domanda interna del paese. Sono la seconda fonte di valuta estera in Messico, dopo il petrolio.
La maggior parte delle rimesse che il Messico riceve proviene dagli Stati Uniti, dove vivono
circa 12 milioni di messicani, ai quali bisogna sommare almeno altri nove milioni di statunitensi
discendenti da messicani.

La frontiera con gli Stati Uniti una barriera metallica che


corre per 3200 chilometri, vigilata giorno e notte da satelliti, droni, torri mobili e telecamere a
raggi infrarossi. A dare la caccia agli illegali sono migliaia di agenti della Border Patrol,
soldati della Guardia Nazionale e volontari arruolati nei Minutemen.
La frontiera dura e porosa al tempo stesso: passano tanta droga via aerea, via mare, via terra e
addirittura sottoterra e tante armi.
Loperazione Fast and Furious, ideata dallUfficio per lalcol, il tabacco, le armi da fuoco e gli
esplosivi (Atf, nel suo acronimo inglese) conferma Estebn Fernandez, un attivista per i diritti
umani che vive a Citt del Messico ha fatto arrivare in Messico almeno 2.500 armi illegali,
molte della quali sono finite nelle mani del cartello di Sinaloa.
Passa la droga, passano le armi, passano tante altre cose ma, sottolinea Estebn, il passaggio
della gente controllatissimo. Nonostante la crisi economica, il sogno americano continua ad
attirare migliaia di persone.

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