Il termine tardoantico che rappresenta il corrispondente generico di tardolatino possiede ormai un
proprio preciso valore acquisi to dalla critica stor ica e letteraria svi- luppatasi almeno negli ultimi cinquantanni. Applicato alla storia imperiale di Roma, comunemente indica let che va dal regno di Diocleziano alla morte di Giustiniano (284-565). La parola ha tuttavia una sua storia , legata alla rivalutazione dellarte e della cultura del periodo che stiamo esaminando, e conviene quindi preliminarmente soffer- marsi sullargomento per chiarirne lorigine e appr ezzarne lesatta portata. Possiamo sostenere che il tardoantico sia nato nel campo della storia dellarte, in- ventato da Alois Riegl in un famoso saggi o del 1901 relativo alla produzione artistica tardo-romana ( Sptrmische Kunstindustrie ), in cui effettivamente lo studioso ravvisa caratteri specifici di un periodo, da lui indicato appunto col termine Sptantike, che si allontana da quello classico e si pone come una fase autonoma ne lla storia dellarte universale. Lintento era anche quello di reag ire alla tendenza critica che interpretava il periodo in questione come un et di profonda decadenza da gli splendori della piena et imperiale alle miserie del periodo delle invasioni barbariche: egli super questo con- cetto di decadenza introducendo il concetto del Kunstwollen (volont dellarte) o teoria del gusto. Ogni epoca ha un proprio gusto e lo esprime in determinate manifestazioni artistiche; non lecito perci confrontare il gusto di unepoca con quello di unaltra e giudicare in base al gusto di unet stabili ta a priori come esemplare o classica. 1 Si nota insomma che, in un certo periodo della storia imperiale, non soltanto larte, ma anche la letteratura e le strutture sociali ed economiche testimoniano un cambia- mento di prospettiva; si valuta che tali trasformazioni si combinano coerentemente a formare un sistema; si individua quindi una specificit del periodo, che giustifica da parte degli studiosi unattenzione non marginale o superficiale, bens finalizzata a valo- rizzarne gli spunti originali. La liberazione dai pregiudizi critici ha quindi accompagna- to lapprezzamento di caratteri di innegabile modernit e di innovazione rispetto al pas- sato, nella cosiddetta cultura materiale (com e il passaggio dal rotolo al codice 3.2 o quello, nel settore dell abbigliamento, dalla tunica tradizionale alla camisia aderente descritta da Gerolamo, cio una tunica cucita e provvista di maniche) e soprattutto dal punto di vista sp irituale (la nuova sensibilit esp ressione di una mutata visione del mondo e di una altrettanto mutata percezione del ruolo dellindividuo nel mondo, quale viene interpretata da posizioni di cui abbiamo gi parlato, come il neoplatonismo o le religioni personalistiche). 2 Quanto alla periodizzazione, lo stesso Riegl si diceva incerto se fissare linizio dellarte tardoantica allet di Costantino o a quella di Marco Aurelio, orientandosi alla fine per la prima soluzione; ma lo sviluppo degli studi sul periodo ha portato a un allargamento dei confini cronologici, co n linclusione, allindietro, del III secolo e perfino della fine del II e, in avanti, di ben cinque secoli, fi no a Maometto e addirittura allet carolingia. Il fascino che continua a esercita re lidea della modernit della decadenza ha portato infatti gli studiosi alla ricerca di el ementi di novit, sopravvalutandone talvolta portata ed esiti, al punto che Lellia Cracco Ruggini sostiene che uninterpretazione uni- voca del tardoantico impossibile 3 . Si deve ad Andrea Giardina una pi recen te ricapitolazione delle problematiche connesse al tardoantico, 4 che contiene anche una proposta di riconsiderazione della cro- nologia di Riegl allo scopo di non indebolire, con estensioni indebite, la coerenza inter- na del periodo: forse opportuno ritornare al nome []. Il tardoantico altro non do- vrebbe essere che lantico tardo, quella parte dellantichit che, pur dotata di caratteri che la distinguono, in quanto tarda, dallepoca che la precede, ciononostante mantiene caratteri che autorizzano a definirla come a ntica. Questi caratteri antichi si associano a caratteri nuovi, che giustificano luso de llaggettivo tardo su base non banalmente cronologica ma qualitativa. Dal nostro punto di vista, non quindi corretto, in unottica storica e culturale, va- lutare i prodotti letterari tardoa ntichi con la disposizione di chi si accosta a un et di de- cadenza rispetto a un modello o, tuttal pi, di transizione, priva per questo di originalit. Dovremo semmai interpretare tali prodotti stor icizzandone la portata, considerandoli cio documento di unet di trasformazione profonda , dotata di una propria poetica e, in gene- rale, di un proprio gusto. Per quanto infine ri guarda la storia della cultura, il periodo cruciale: non va dimenticato infatti che la Ta rda Antichit merita di essere apprezzata, oltre che per i suoi elementi indubbiamente originali sul piano artistico, per lessenziale funzione di trasmissione della cultura antica. difficile immaginare quanto poco di essa sarebbe potuto giungere a noi senza la paziente opera dei monaci benedettini. 5 Tutte queste considerazioni, f ondate dal punto di vista storico e da quello pi gene- ralmente culturale, fanno dei prodotti della le tteratura tardolatina un oggetto interessan- te e sempre meno trascurato dalla critica. Lapprofondimento costante degli studi sul duplice versante dellecdotica (molti testi non erano disponibili in
1 Ranuccio Bianchi Bandinelli, Introduzione allarcheologia come storia dellarte antica , a cura di Luisa Franchi dellOrto, Roma-Bari, Laterza, 1976, p. 111. 2 Uninteressante e completa sintesi offerta da Henri-Irne Marrou, Decadenza romana o tarda antichit? III-IV secolo, trad. ital., Milano, Jaca Book, 1978 3 3 Lellia Cracco Ruggini, Il Tardoantico: per una tipologia dei punti critici , in Storia di Roma , vol. 3.1, Torino, Einaudi, 1993, p. XXXVII. 4 Andrea Giardina, Esplosione di tardoantico , in Prospettive sul tardoantico. Atti del convegno di Pavia (27-28 novembre 1997), a cura di Giancarlo Mazzol i e Fabio Gasti, Como, New Press, 1999, pp. 9-30. 5 5 Arnaldo Marcone, Il mondo tardoantico. Antologia delle fonti , Roma, Carocci, 2000, p. 15. edizioni moderna- mente allestite) e dellinterpretazione (tra duzioni spesso addirittura le prime e commenti) ha senzaltro cont ribuito alla migliore conoscenza del periodo storico- letterario, lultimo momento originale secondo Jacques Fontaine della civilt elle- nistico-romana 6 e lha reso fruibile anche a una fascia di pubblico sempre maggiore. Anche lofferta formativa dell universit ha compreso questi contenuti fino a formalizza- re una disciplina autonoma allinterno del curri culum di letteratura latina; e la didattica del latino nelle scuole superiori, pur nelle estreme difficolt delle istituzioni, in molti no- tevoli casi non del tutto estranea alle sugges tioni provenienti da tale ambito e vi pu trovare una risorsa al fine di ampliare le possibilit di scelta e di offerta di testi e autori. 7 Infine, un ulteriore livello nellapproccio ai testi tardolatini, che ne giustifica e ne rende opportuno lo studio, riguarda senza dubbio la lingua. Larco di quasi cinque seco- li che copre lo sviluppo della tarda latinit caratterizzato da una costante dialettica con gli auctores del periodo classico, ma la lezione di questi ultimi, nellambito lettera- rio e in quello pi specificam ente linguistico, continuamente sottoposta a condizio- namenti sia da parte della scuola sia da parte dei nuovi modelli culturali, primo fra tutti il cristianesimo. Il concetto della formazion e e dellesistenza di un latino dei cristiani (secondo la storica formula di Joseph Schrijne n) va infatti ormai sostituito piuttosto da quello di latino dellera cristiana, perch la componente cristiana e biblica, per quan- to concerne i tratti della latinit tarda, non dunque meno importante della sopravvi- venza dei modelli classici e dellevoluzione de lle forme, dei sintagmi, delle metafore e di tutte le figure di stile verso un momento della lingua che si pu considerare, a partire dalla sua discendenza medievale, come quello di un latino preromanzo. 8 Come pertanto molto interessante seguire i modi della persistenza, del rifiuto e della consapevole variazione dei punti di riferimento della tradizione latina, cos lo altrettanto valutare anche gli scarti in amb ito linguistico e attrib uirli, a seconda dei casi, al genere, alla personalit del letterato, alle condizioni esterne. La dialettica fra sermo litteratus e sermo cotidianus , da sempre presente nei prodotti della letteratura latina, in tale prospettiva appare arricch ita di nuova documentazione sempre in equili- brio fra la fedelt a forme autorevo li e lapertura ai nuovi tempi. Questo manuale nasce dalle ceneri di un precede nte lavoro di sintesi sulle personalit letterarie e i prodotti dellet tardoantica lati na, il quarto volume del manuale pensato e realizzato per il curriculum di letteratura la tina delle scuole superiori insieme a Elisa Romano e Giusto Picone ( Lezioni romane. Letteratura, testi, civilt , Torino, Loescher, 2003). Riflessioni indipendenti dalla volont degli Autori hanno ben presto convinto lEditore a rinunciare a promuovere lopera e quindi a escluderla dal catalogo, ma la circostanza ha rappresentato per me una prezi osa occasione di ripen sare ai contenuti del volume di cui a suo tempo avevo materialmente curato la stesura. Ho cos aggiornato, dopo una decina danni, la mia esposizione e le mie interpreta- zioni di allora alla luce del progredire de lla ricerca e della personale maturazione di lettore e di interprete. Ho integrato lorizzonte complessi vo della materia attraverso lanalisi di altre figure e testi meno giustificabili alla luce della destinazione scolastica dellopera originaria, ho sopr attutto riorganizzato la materi a allinterno di un pi rigo- roso quadro cronologico, prendendo come decisivo punto di partenza let Severiana, e lho strutturata secondo un pian o espositivo a mio parere pi favorevole a conferire al manuale una fisionomia meno didattica o perlomeno non soltanto didattica e presentarlo come la generale interpretazione di un momento tutto sommato importante e nodale nella storia della cultura antica. Se il mondo tardoantico, e in particolare quello tardolatino, occupa ormai un solido posto allinterno degli ambiti di ricerca degli studiosi, certamente la prospettiva quella che la ricerca proceda e si ap profondisca. Le opere come la presente sono pertanto de- stinate a invecchiare precocemente e a esser e utilmente superate. A prescindere dunque dai fata conseguenti a tutti i libelli, mi auguro che il mio lavor o sia utile a chi si accosta alla letteratura tardolatina alla ricerca di nuovi ambiti da studiare ovvero di nuove opere da leggere alla luce delle grandi opere della latinit classica o di cu i consigliare la lettu- ra, per scoprire o far scoprire magari una nuova passione o rinvenire un testo in cui ritrovarsi con il fervore di un nuovo umanista. Anche in questa prospettiva, dedico lopera ai miei allievi: limpegno didattico, per preparare lezioni e incontri seminariali e per seguire le tesi di laurea, e il dialogo con questi giovani studiosi rappresenta infatti un occasione in costante e stimolante appro- fondimento per orientare la personale ri cerca scientifica, conferendo a questultima unulteriore importante dimensione che sa giovarsi di vivacit e freschezza.
6 . 6 Jacques Fontaine, Postclassicismo, tarda antich it, latino cristiano . Levoluzione della problematica di una storia della letteratura latina dal III al VI secolo dopo Schanz , in Letteratura tardo antica. Figure e percorsi, Introduzione di Claudio Moreschini, Brescia, Morcelliana, 1998, pp. 43-60 (citaz. p. 50). 7 Per un inquadramento generale del pr oblema devo rinviare a Fabio Gasti, Per una didattica della lettera- tura tardolatina , in Latinum est et legitur.... Prospettive, met odi, problemi dello studio dei testi latini. Atti del Convegno (Arcavacata di Rende, 4-6 novembr e 2009), a cura di R. Perrelli e P. Mastandrea, Amsterdam, Hakkert, 2011, pp. 177-186. 8 J. Fontaine, Postclassicismo, tarda antichit, latino cristiano , p. 58.