Vyinskij, Questioni di teoria dello Stato e del diritto ,
Gosudarstvennoe izdatelstvo juridieskoj literatury, Moskva, 1949, pp. 3-52: PROBLEMI DEL DIRITTO E DELLO STATO IN MARX 1 Il 5 maggio 1938 si sono compiuti 120 anni dalla nascita di Marx, il pi grande pensatore e rivoluzionario. Marx il fondatore della teoria pi rivoluzionaria e autenticamente scientifica, che ha armato il proletariato di unarma invincibile nella lotta contro gli oppressori e gli sfruttatori, che ha ispirato e continua ad ispirare milioni e milioni di lavoratori ad eroiche imprese nella lotta. Questa teoria, grazie alla geniale applicazione fattane da Lenin e Stalin, geniali successori e continuatori dellopera di Marx, ha assicurato la storica vittoria del socialismo in un sesto del mondo. * * * La vastit e completezza del genio di Marx spiega perch egli abbia creato immortali opere di scienza nei vari campi dello scibile, compresa la scienza del diritto e dello Stato. Al XVII congresso del PC(b) dellURSS Stalin ebbe a dire, stigmatizzando le chiacchiere fanfarone dei fascisti circa lavvenuta distruzione del marxismo in alcuni Stati: Queste, naturalmente, sono sciocchezze. Cos pu parlare solo chi ignora la storia. Il marxismo lespressione scientifica degli interessi vitali della classe operaia. Per sterminare il marxismo bisognerebbe sterminare la classe operaia. Ma sterminare la classe operaia non possibile. Pi di ottantanni sono passati da quando il marxismo sceso in campo. Da allora, decine e centinaia di governi borghesi hanno tentato di sterminare il marxismo. E che cosa avvenuto? I governi borghesi sono venuti e se ne sono andati, ma il marxismo rimasto. Anzi, il marxismo riuscito a riportar completa vittoria su un sesto del globo e a riportar vittoria proprio nel Paese in cui il marxismo era considerato come definitivamente distrutto 2 . Il marxismo lespressione scientifica degli interessi vitali della classe operaia, ha detto il compagno Stalin, che ha cos definito lintero contenuto e significato storico del marxismo 3 . Soltanto il materialismo filosofico di Marx ha indicato al proletariato la via duscita dalla servit spirituale in cui hanno finora vegetato le classi oppresse. Soltanto la teoria economica di Marx ha spiegato la situazione reale del proletariato nella struttura generale del capitalismo 4 . Dopo la comparsa del marxismo, ognuna delle tre grandi epoche della storia mondiale ne ha segnato nuove conferme e nuovi trionfi. Ma un trionfo ancor pi grande segner per il marxismo, come teoria del proletariato, lepoca storica che verr. Cos scriveva Lenin del marxismo nel 1913 5 . Le previsioni di Lenin si sono pienamente avverate. Lepoca presente la luminosa epoca staliniana del socialismo fiorente lepoca di un trionfo mai visto delle idee marxiste, della teoria marxista sviluppata e sollevata dalle opere di Lenin e di Stalin ad una altezza senza precedenti. Sulla base della dottrina di Marx-Engels-Lenin-Stalin lURSS ha conseguito successi mai visti che si sono conclusi con la vittoria del socialismo in un sesto del globo. Sulla base della dottrina di Marx-Engels-Lenin-Stalin stata costruita una nuova societ, la societ socialista, e sono stati sanzionati e consolidati rapporti sociali nuovi, socialisti, liberi dallo sfruttamento, dalle crisi e dalla disoccupazione, dalla miseria e dalloppressione delle masse popolari. Sulla base della dottrina di Marx-Engels-Lenin-Stalin sorto un nuovo sistema sociale: il sistema socialista sovietico basato sulla propriet sociale socialista, su una nuova disciplina socialista del lavoro, sulla nuova cultura socialista. Questo nuovo sistema sociale la base e la condizione fondamentale dello sviluppo gigantesco e della fioritura delle forze spirituali del proletariato, dei contadini, degli intellettuali che per la prima volta nella storia dellumanit provano la gioia e lorgoglio del libero lavoro creativo. La dottrina di Marx-Engels-Lenin-Stalin ha determinato e assicurato alle masse lavoratrici del nostro paese le storiche vittorie che hanno deciso il destino di tutto il movimento rivoluzionario, proletario e antifascista in tutti i Paesi del mondo. Tutti i partiti del mondo vivono senza prospettive, si impegolano sempre pi nel caos della crisi e non vedono la via per uscire dalla palude 6 . Essi non sanno dove andare, come orientare la propria azione, come uscire dal caos delle contraddizioni interne ed esterne. Ecco perch anche i successi, del resto temporanei e irrilevanti, che essi conseguono grazie ad un semplice, meccanico mutamento dei rapporti di forze, sono effimeri e illusori e sono destinati a inevitabile, rapido appassimento. Le loro temporanee vittorie si mutano in loro stabili sconfitte, come prova lintera storia dei Paesi capitalistici contemporanei, particolarmente di quelli fascisti. Lora della disfatta del fascismo e del capitalismo inevitabile: La borghesia non pu esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi tutto linsieme dei rapporti sociali. [] la moderna societ borghese, che ha evocato come per incanto cos potenti mezzi di produzione e di scambio, rassomiglia allo stregone che non pu pi dominare le potenze sotterranee da lui evocate 7 . Non appena le forze produttive superano queste difficolt, esse gettano nel disordine tutta quanta la societ borghese, minacciano lesistenza della propriet borghese []. Le armi con cui la borghesia ha abbattuto il feudalesimo si rivolgono ora contro la borghesia stessa 8 . Lo sviluppo della grande industria toglie dunque di sotto ai piedi della borghesia il terreno stesso sul quale essa produce e si appropria i prodotti. Essa produce innanzi tutto i suoi propri seppellitori. Il suo tramonto e la vittoria del proletariato sono ugualmente inevitabili 9 . questa la legge fondamentale di sviluppo della societ capitalistica formulata da Marx ed Engels pi di novanta anni fa, una legge che nessuna forza storica in grado n di abolire n di mutare. La negazione che di questa legge fanno i cretini fascisti non ha alcun valore. Il capitalismo e il suo reparto pi reazionario il fascismo vivono senza prospettive, da ciechi. Soltanto il nostro partito sa dove vuol andare e marcia avanti con successo. A che cosa deve il nostro partito questa sua superiorit? Al fatto che esso un partito marxista, un partito leninista. Lo deve al fatto chesso si ispira nel suo lavoro alla dottrina di Marx, di Engels, di Lenin. Non ci pu esser dubbio di sorta che finch rimarremo fedeli a questa dottrina, finch possederemo questa bussola, registreremo sempre dei successi nel nostro lavoro 10 . Cos ha detto il compagno Stalin, definendo in queste parole brevi ma straordinariamente profonde il valore storico del marxismo-leninismo come base dei successi della rivoluzione socialista e della causa del socialismo nellURSS. Del marxismo Lenin ebbe a dire che la dottrina di Marx onnipossente perch vera 11 . vera perch una scienza autentica, erede legittima di quel che di meglio ha creato lumanit nel XIX secolo: la filosofia tedesca, leconomia politica inglese, il socialismo francese 12 . Il marxismo, in particolare il materialismo storico di Marx, la pi grande conquista del pensiero scientifico. Al caos e allarbitrio che avevano dominato fino ad allora [cio prima di Marx] nella teoria della storia e della politica subentr una teoria scientifica mirabilmente completa e armonica, la quale mostrava come da un tipo di vita sociale se ne sviluppa unaltra, pi elevata, grazie allo sviluppo delle forze produttive 13 . Il marxismo ha risposto a tutti i pi complessi problemi, fino ad allora irrisolti, della storia, della filosofia, delleconomia politica, del diritto, della morale. Che cosa era la scienza della societ prima di Marx? La sociologia e la storiografia premarxiste, nel migliore dei casi, davano un cumulo di fatti grezzi, frammentariamente raccolti, una esposizione di aspetti parziali del processo storico. Il marxismo ha aperto la via a uno studio universale, completo, del processo di origine, di sviluppo e di decadenza delle formazioni economico-sociali, considerando linsieme di tutte le tendenze contraddittorie, riconducendole alle condizioni esattamente determinabili di vita e di produzione delle varie classi della societ, eliminando il soggettivo e larbitrario nella scelta di singole idee direttive o nella loro interpretazione, scoprendo nella condizione delle forze materiali di produzione le radici di tutte le idee e di tutte le varie tendenze senza eccezione alcuna. Gli uomini stessi creano la loro storia; ma da che cosa sono determinati i motivi degli uomini, e precisamente delle masse umane? Da che cosa sono generati i conflitti delle idee e delle correnti antagonistiche? Qual il nesso che unisce tutti questi conflitti di tutta la massa delle societ umane? Quali sono le condizioni oggettive della produzione della vita materiale, che forma la base di tutta lattivit storica degli uomini? Qual la legge di sviluppo di queste condizioni? A tutto ci Marx volse la sua attenzione, e apr la via a uno studio scientifico della storia come processo unitario e sottoposto a leggi, nonostante tutta la sua formidabile complessit e le sue contraddizioni 14 . Quella stessa via Marx indic anche per lo studio scientifico del diritto e dello Stato, rimasto fino a Marx del tutto incompleto, in bala di un ciarpame storico e filosofico privo di qualsiasi contenuto scientifico. La disperata condizione di confusione in cui si mosse prima di Marx e continua ancora a muoversi la scienza borghese del diritto pu essere giudicata, per esempio, in base ai fatti seguenti. Auguste Comte nel suo Systme de politique positive afferm che i diritti delluomo formulati dalla metafisica contro la teocrazia avevano svolto soltanto un ruolo negativo. La parola diritto vi si legge deve essere eliminata dallattuale linguaggio politico cos come deve esserlo la parola causa dallodierno linguaggio filosofico. Di questi due concetti teorico-metafisici uno (il diritto) tanto immorale ed anarchico quanto il secondo (causa) irrazionale e sofistico. Nello Stato positivo che non riconosce il principio divino lidea del diritto scomparir irrevocabilmente. Ciascuno ha un dovere verso tutti, ma nessuno possiede diritti come tali []. In altre parole, nessuno possiede altro diritto che il diritto di compiere il proprio dovere 15 . Lon Duguit, uno degli esponenti pi reazionari della corrente idealistica nel diritto borghese, rispondendo alla domanda di che cosa sia il diritto soggettivo, dice: questo un concetto dordine puramente metafisico. Le infinite dispute che sono sorte attorno al problema della vera natura del diritto soggettivo sono la migliore dimostrazione dellartificiosit e precariet incluse in tale concetto 16 . Karner nellopera Le funzioni sociali del diritto pone il problema del ruolo che il diritto svolge nella societ nel modo seguente: Come crea la societ il suo diritto e come crea il diritto la sua societ? 17 , rivelando cos la sua ignoranza nel fondamentale problema della origine del diritto. Sulla scienza del diritto Karner non trov nulla di pi intelligente da dire se non le parole di Kant: Una dottrina puramente empirica del diritto una testa che (come la testa di legno della favola di Fedro) pu anche essere bella, ma purtroppo priva di cervello 18 , aggiungendo che la scienza del diritto incomincia perci l dove finisce la giurisprudenza 19 . Il prof. erenevi, dopo aver analizzato vari sistemi giuridici, giunge alla conclusione che non v alcuna speranza di ritrovare il ricercato carattere suscettibile di applicazione ad ogni diritto e capace di differenziarlo dagli altri fenomeni della socialit 20 . Disperando del tutto di scoprire il contenuto materiale del diritto erenevi conclude per la necessit di passare dallaspetto materiale allaspetto formale del diritto. Bergbohm, Gierke, Meyer, Gumplowicz, Jellinek, Jhering, Anton Menger, Krabbe, Duguit, Petraickij, Kelsen, Karner ecc. ecc. definiscono ognuno a suo modo il diritto, ma non riescono a fare un passo avanti rispetto alla povert della concezione idealistica arroccata dietro le astrazioni spirito, idea, volont, volont generale, volont privata, solidariet sociale, funzione sociale e via dicendo. Limpotenza del pensiero giuridico borghese viene in luce con particolare evidenza nel completo fallimento cui sono andati incontro i giuristi borghesi nella spiegazione dellorigine stessa del diritto. Hegel parla del diritto come prodotto dello spirito, dellidea. Il terreno del diritto , in generale, la spiritualit, e il suo prossimo luogo e punto di partenza la volont, che libera, in guisa che la libert costituisce la sua sostanza e la sua determinazione; e il sistema del diritto il regno della libert realizzata, il mondo dello spirito, espresso da se medesimo, come una seconda natura 21 . Per Hegel il diritto , in generale, la libert, in quanto idea 22 . Il diritto qualcosa di sacro in genere, unicamente perch lesistenza del concetto assoluto, della libert autocosciente 23 . Il diritto, anzitutto, lesistenza immediata, che la libert si d in maniera immediata: a) possesso, che propriet; la libert qui quella della volont astratta in generale, o, appunto perci, di una singola persona, che sta in rapporto soltanto con s; b) la persona, che distingue s da s, si riferisce ad una altra persona, cio entrambe, soltanto in quanto proprietari, hanno esistenza luna per laltra. La loro identit che in s, riceve esistenza col passaggio della propriet delluno in quella dellaltro, con volont comune e conservazione del loro diritto, nel contratto; c) la volont in quanto (a) nella sua relazione con s, non distinta da unaltra persona, (b) ma in se stessa, , come volont particolare, diversa da s, quale in s e per s, e opposta, torto e delitto 24 . Tutta la successiva scienza borghese del diritto ha finora ricalcato questa definizione hegeliana che non dice nulla senza fare un passo innanzi. Anche nella letteratura giuridica russa prerivoluzionaria dominarono concezioni assolutamente non scientifiche come nella teoria borghese dellEuropa occidentale. Basti fare i nomi di giuristi della vecchia Russia come ierin, Gradovskij, Korkunov, Petraickij. Anzich darci una definizione del concetto di diritto, Korkunov indica come compito principale del diritto il restringimento dei suoi interessi e cancella il confine fra diritto e morale. Petraickij ritiene inconoscibile la natura del diritto. La natura del diritto, afferma nella sua Teoria del diritto e dello Stato, mette i giuristi su una strada sbagliata, non consente di farsi conoscere E tuttavia Petraickij ricerca tenacemente la chiave per la comprensione del diritto e la trova nella psicologia. Il diritto per Petraickij impressione psichica, coscienza, emozione. Per diritto, nel senso di una specifica classe di fenomeni reali, bisogna intendere scrive Petraickij quelle impressioni etiche, quelle emozioni che hanno carattere attributivo. Il diritto di Petraickij un diritto intuitivo e i diritti intuitivi sono tanti quanti sono gli individui 25 . Non sarebbe il caso di soffermarsi su questa teoria se ad essa non si collegasse tutto un periodo della storia del diritto dopo lOttobre, un periodo di rozze deformazioni e di antiscientifiche esercitazioni di giuristi quasi marxisti che hanno minacciato di sommergere la scienza del diritto sovietico nelle loro teorie e teoriuzze idealistiche, psicologiche e simili. A questo proposito non si pu non fare il nome del prof. M. A. Rejsner 26 . Il prof. Rejsner ha rozzamente deformato nelle sue opere il marxismo sostituendolo senza cerimonie con il machismo. Maestri di Rejsner, in effetti, non sono Marx, Engels, Lenin, Stalin, ma Mach, Avenarius e Bogdanov, anche se Rejsner singegna con gran cura di occultare questa circostanza spacciando per marxismo autentico la sua minestra eclettica. Egli vede il suo merito nella teoria del diritto nellaver rielaborato la dottrina del diritto intuitivo di Petraickij nel senso di averla posta su una base marxista: grazie a ci il diritto intuitivo si mutato nel pi autentico diritto classista 27 . Ma questa metamorfosi del diritto intuitivo, idealistico, in diritto classista, come lo chiama il prof. Rejsner, esiste soltanto nella coscienza dello stesso prof. Rejsner. Nella realt storica una simile trasformazione che fonda lidealismo su una base marxista non mai avvenuta senza che questa base sia stata completamente distrutta. E cos accaduto anche in questo caso. Grazie a questa concezione della natura del diritto, errata alle radici e completamente opposta al punto di vista del marxismo-leninismo, Rejsner pu affermare che a fondamento del nostro ordinamento giuridico, con tutte le sue peculiarit e il suo principio classista, stanno il Decreto N. 1 sui tribunali e lappello che nellOttobre del 1917 il proletariato vittorioso lanci al diritto intuitivo. Vengono spontaneamente alla memoria le seguenti parole di Marx: la societ non poggia sulla legge. Questa una fantasia dei giuristi. Al contrario, la legge, in opposizione allarbitrio del singolo individuo, deve poggiare sulla societ, deve essere espressione dei suoi interessi e bisogni generali che scaturiscono da un determinato modo materiale di produzione 28 . Per Rejsner non esistono fenomeni giuridici reali, come fenomeni di mediazione dei rapporti sociali. Fonte del diritto per Rejsner sono non i rapporti di produzione, ma la psiche, il sentimento, le emozioni, le idee. Circa 80 anni fa nella prefazione a Per la critica delleconomia politica Marx scrisse che tanto i rapporti giuridici quanto le forme dello Stato non possono essere compresi n per se stessi, n per la cosiddetta evoluzione generale dello spirito umano, ma hanno le loro radici, piuttosto, nei rapporti materiali dellesistenza il cui complesso viene abbracciato da Hegel, seguendo lesempio degli inglesi e dei francesi del secolo XVIII, sotto il termine di societ civile; e [] lanatomia della societ civile da cercare nelleconomia politica 29 . Per Marx i rapporti giuridici e quindi anche il diritto hanno le loro radici nelle condizioni materiali della vita e non possono essere n dedotti n compresi in s con riferimento alla evoluzione generale dello spirito umano. Per Rejsner, invece, il diritto una funzione psichica e pu essere compreso in s e per s in quanto riferito alla psiche umana. Perci Rejsner conclude affermando che criterio supremo del diritto la giustizia intesa come categoria indipendente, a priori, dotata di un carattere universale che ne fa il punto di partenza per categorici giudizi assoluti 30 . Procedendo da queste errate impostazioni teoriche che ricalcano le idealistiche e antiscientifiche verit di Mach, Avenarius, Bogdanov, Freud, il prof. Rejsner ha costruito il suo diritto classista come diritto di classi differenti, come un compromesso fra idee di natura classista differente, come un tessuto variopinto fatto in base ad esigenze e concezioni giuridiche delle pi diverse classi sociali. Rejsner avanza del resto obiezioni esplicite contro la concezione marxista del diritto come diritto della classe dominante assumendo che, a fianco del diritto della classe dominante, esiste anche un diritto della classe soggetta e oppressa. Al diritto positivo statuale egli contrappone il diritto di queste altre classi che avrebbero una loro raison dtre nella societ divisa in classi. Il carattere reazionario della teoria giuridica di Rejsner risulta evidente dalla rozza concezione antimarxista e antileninista che egli ha del diritto sovietico. Non potendo, per la viziosit del suo punto di partenza, spiegare il rapporto esistente fra il diritto dello Stato sovietico e la dittatura del proletariato come specifica forma statuale del dominio del proletariato, Rejsner ricerca un qualche aspetto sociale nella definizione del diritto che fissi una qualche differenza fra il diritto e la coercizione statuale, fra il diritto e il potere. Non riuscendo a trovare questa differenza, Rejsner pone in dubbio la necessit del diritto l dove si ha una formula chiara e definita della dittatura. A che scopo scrive Rejsner una regolamentazione giuridica se abbiamo un interesse di classe fermamente consapevole e mezzi tecnici adeguati per la sua attuazione? 31 . Dice Rejsner: Restiamo come prima in grave perplessit: non sappiamo se ci necessario il diritto, in qual misura ci necessario, e se possiamo ammettere che la dittatura proletaria e linteresse di classe vengano da noi ritinti chiss perch nelle forme enigmatiche del diritto 32 . Qual la causa di questa perplessit se non loblo dei princpi del marxismo-leninismo? Di questo oblo, di questa rozza deformazione del marxismo-leninismo prova limpostazione stessa data da Rejsner al problema che pu definirsi come il problema della compatibilit fra diritto e dittatura nello Stato proletario. La dittatura del proletariato non soltanto non esclude una regolamentazione giuridica dei rapporti sociali, ma la presuppone necessariamente. Il diritto esprime una certa condizione di ineguaglianza nei rapporti sociali degli uomini. Nella dittatura del proletariato il diritto costituisce un mezzo specifico di controllo sulla misura del lavoro e del consumo da parte della societ, vale a dire della classe che nella societ dominante. In una societ che vien fuori dalle viscere del capitalismo inevitabile la presenza del diritto come leva di comando, come strumento di regolazione dei rapporti sociali. Ricordiamo la bellissima pagina della marxiana Critica del programma di Gotha che chiarisce appieno e lucidamente tutto il significato, limportanza e la funzione che ha il diritto nella prima fase del comunismo. Domina qui evidentemente vi si legge lo stesso principio che regola lo scambio delle merci in quanto scambio di cose di valore uguale. Contenuto e forma sono mutati, perch, cambiate le circostanze, nessuno pu dare niente allinfuori del suo lavoro, e perch daltra parte niente pu passare in propriet del singolo allinfuori dei mezzi di consumo individuali. Ma per ci che riguarda la ripartizione di questi ultimi tra i singoli produttori, domina lo stesso principio che nello scambio di equivalenti di merci: si scambia una quantit di lavoro in una forma contro una uguale quantit in unaltra. Luguale diritto qui perci ancora sempre, secondo il principio, il diritto borghese, bench principio e pratica non si azzuffino pi, mentre lo scambio di equivalenti, nello scambio di merci, esiste solo nella media, non per il caso singolo. Nonostante questo progresso questo ugual diritto reca ancor sempre un limite borghese. Il diritto dei produttori proporzionale alle loro prestazioni di lavoro, luguaglianza consiste nel fatto che esso viene misurato con una misura uguale, il lavoro. Ma luno fisicamente o moralmente superiore allaltro, e fornisce quindi nello stesso tempo pi lavoro, oppure pu lavorare durante un tempo pi lungo; e il lavoro, per servire come misura, devessere determinato secondo la durata o lintensit, altrimenti cesserebbe di essere misura. Questo diritto uguale un diritto disuguale per lavoro disuguale. Esso non riconosce nessuna distinzione di classe, perch ognuno soltanto operaio come tutti gli altri, ma riconosce tacitamente la ineguale attitudine individuale, e quindi capacit di rendimento, come privilegi naturali. Esso perci, pel suo contenuto, un diritto della disuguaglianza, come ogni diritto. Il diritto pu consistere soltanto, per sua natura, nellapplicazione di una uguale misura; ma gli individui disuguali (e non sarebbero individui diversi se non fossero disuguali), sono misurabili con uguale misura solo in quanto vengono sottomessi a un uguale punto di vista, in quanto vengono considerati soltanto secondo un lato determinato: per esempio, nel caso dato, soltanto come operai, e si vede in loro soltanto questo, prescindendo da ogni altra cosa. Inoltre: un operaio ammogliato, laltro no; uno ha pi figli dellaltro, ecc. ecc. Supposti uguali il rendimento e quindi la partecipazione al fondo di consumo sociale, luno riceve dunque pi dellaltro, luno pi ricco dellaltro e cos via. Per evitare tutti questi inconvenienti, il diritto, invece di essere uguale, dovrebbe essere disuguale. Ma questi inconvenienti sono inevitabili nella prima fase della societ comunista, quale uscita, dopo i lunghi travagli del parto, dalla societ capitalistica. Il diritto non pu essere mai pi elevato della configurazione economica e dello sviluppo culturale, da essa condizionato, della societ 33 . Commentando questo passo Lenin scrisse: Cos, nella prima fase della societ comunista (comunemente chiamata socialismo), il diritto borghese non completamente abolito, ma solo in parte, soltanto nella misura in cui la rivoluzione economica compiuta, cio unicamente per quanto concerne i mezzi di produzione. Il diritto borghese riconosce la propriet privata su questi ultimi a singoli individui. Il socialismo ne fa una propriet comune. In questa misura e soltanto in questa misura il diritto borghese abolito. Ma esso sussiste nellaltra sua parte, sussiste quale regolatore (fattore determinante) della ripartizione dei prodotti e del lavoro fra i membri della societ. Chi non lavora non mangia: questo principio socialista gi realizzato; a uguale quantit di lavoro, uguale quantit di prodotti: questo altro principio socialista anchesso gi realizzato. Tuttavia ci non ancora il comunismo, non abolisce ancora il diritto borghese che attribuisce a persone disuguali e per una quantit di lavoro disuguale (di fatto disuguale) una quantit uguale di prodotti. un inconveniente, dice Marx, ma esso inevitabile nella prima fase del comunismo, in quanto non si pu pensare, senza cadere nellutopia, che appena rovesciato il capitalismo gli uomini imparino, dalloggi al domani, a lavorare per la societ senza alcuna norma giuridica; daltronde, labolizione del capitalismo non d subito le premesse economiche per un tale cambiamento. E non vi sono altre norme, allinfuori di quelle del diritto borghese. Rimane perci la necessit di uno Stato che, mantenendo comune la propriet dei mezzi di produzione, mantenga luguaglianza del lavoro e luguaglianza della ripartizione dei prodotti. Lo Stato si estingue nella misura in cui non ci sono pi capitalisti, non ci sono pi classi e quindi non pi possibile reprimere alcuna classe. Ma lo Stato non si ancora completamente estinto, poich rimane la salvaguardia del diritto borghese che consacra la disuguaglianza di fatto. Perch lo Stato si estingua completamente occorre il comunismo integrale 34 . utopismo pensare alla possibilit di fare a meno del diritto nella prima fase del comunismo, nella dittatura del proletariato. Il diritto ancora necessario. Il diritto del periodo di transizione diverso in linea di principio dal diritto borghese, sebbene abbia con quello qualcosa in comune in forza dellorigine storica o dello sviluppo storico (questo sottolineano appunto Marx e Lenin quando parlano del diritto del periodo di transizione come di un diritto ancora borghese), e svolge una grande funzione creativa e organizzativa. Esso gi un diritto nuovo: diritto di un periodo di transizione, diritto socialista generato dalla dittatura proletaria. La dittatura del proletariato caratterizza lintero periodo di transizione. Allepoca della dittatura del proletariato corrispondono nuove, specifiche forme di lotta di classe, la cui natura stata cos formulata da Lenin: 1) repressione della resistenza degli sfruttatori; 2) guerra civile; 3) neutralizzazione della piccola borghesia, particolarmente del contadiname; 4) utilizzazione della borghesia; 5) educazione ad una nuova disciplina 35 . A queste cinque forme della lotta di classe corrispondono poi compiti e metodi specifici della dittatura del proletariato e, in particolare, possenti organi della dittatura proletaria come il tribunale e la procura. Del tribunale Lenin parl come di uno strumento di repressione degli sfruttatori e di consolidamento della nuova disciplina socialista. Stalin parla della legalit rivoluzionaria come di una specifica forma o metodo della dittatura proletaria. La dittatura del proletariato [] non soltanto violenza contro gli sfruttatori e, addirittura, non principalmente violenza 36 . La sua principale caratteristica sta nella organizzazione e disciplina del reparto avanzato dei lavoratori, della sua avanguardia, del suo unico capo: il proletariato 37 . Che cos la dittatura proletaria? A questa domanda il compagno Stalin rispose indicandone i tre lati fondamentali: 1) Utilizzazione del potere del proletariato per schiacciare gli sfruttatori, per difendere il Paese, per consolidare i legami coi proletari degli altri Paesi, per sviluppare la rivoluzione e assicurarne il trionfo in tutto il mondo. 2) Utilizzazione del potere del proletariato per staccare definitivamente dalla borghesia le masse lavoratrici e sfruttate, per consolidare lalleanza del proletariato con queste masse, per attrarre queste masse nelledificazione del socialismo, per assicurare la direzione di queste masse da parte del proletariato al potere. 3) Utilizzazione del potere del proletariato per organizzare il socialismo, per abolire le classi, per passare a una societ senza classi, a una societ senza Stato. La dittatura del proletariato linsieme di questi tre lati 38 . Il compagno Stalin insegna che nessuno di questi tre lati pu essere presentato come tratto caratteristico unico della dittatura del proletariato, e viceversa basta lassenza di uno solo di questi caratteri perch, in un Paese circondato dal capitalismo, la dittatura del proletariato cessi di essere dittatura. Perci nessuno di questi tre lati pu essere lasciato in disparte senza che si corra il rischio di snaturare il concetto di dittatura del proletariato. Soltanto tutti e tre questi lati, presi insieme, ci danno un concetto completo e ben definito della dittatura del proletariato 39 . Per assolvere ai suindicati compiti il proletariato ha bisogno dello Stato, di un apparato statuale, di un determinato ordinamento statuale: dellordinamento giuridico socialista. Ci significa infatti stabilit dei rapporti sociali socialisti, della disciplina socialista, rispetto delle regole della convivenza socialista, rispetto e intangibilit della propriet sociale socialista basi dellintero sistema sovietico , osservanza di tutte le leggi sovietiche. Laspro odio di classe verso il socialismo che nutrono gli sfruttatori e i loro rimasugli allinterno dellURSS, la rabbia ostile e irreconciliabile contro lURSS da parte dellaccerchiamento capitalistico e, in particolare, da parte dei Paesi fascisti, che non cessano di preparare nuove aggressioni contro lURSS costituendo allinterno dellURSS gruppi di spie e banditi, di sabotatori, diversionisti, terroristi fra gli elementi residui degli sfruttatori e i rifiuti trotskisti-buchariniani, menscevichi e nazionalisti-borghesi: tutto ci esige il rafforzamento della dittatura proletaria. Una dittatura del proletariato forte e potente, ecco che cosa ci occorre oggi per annientare gli ultimi residui delle classi che si stanno estinguendo e spezzare le loro macchinazioni brigantesche 40 : questo insegna il compagno Stalin mettendo a nudo tutto il danno che reca alla causa del socialismo la sottovalutazione del problema della gestione della dittatura proletaria e, quindi, dello Stato sovietico, come forma specifica dello Stato proletario. La dittatura del proletariato assolve ai compiti della rivoluzione proletaria anche con lausilio del diritto e di misure definite dalla legge, per il tramite degli organi amministrativi e giudiziari. La dittatura del proletariato un potere non limitato da alcuna legge, ma, creando proprie leggi, essa se ne avvale, esige che siano osservate e punisce chi le viola. La dittatura non conosce lanarchia e il disordine, al contrario essa significa ordine rigoroso e ferma autorit fondati sui princpi esposti nella legge fondamentale dello Stato proletario, nella Costituzione sovietica. Dinnanzi allo Stato sovietico il compito di rafforzare la potenza della dittatura del proletariato, la sua alleanza con i contadini, la tutela degli interessi, dei diritti e delle libert civili delluomo sovietico si pone con tutta acutezza e forza. Tale compito si intreccia con lulteriore sviluppo e consolidamento del democratismo proletario, sovietico. Il sistema sovietico un massimo di democratismo per gli operai e per i contadini e in pari tempo segna una rottura con il democratismo borghese e la nascita di un nuovo tipo storico di democrazia, appunto del democratismo proletario o dittatura del proletariato 41 . Espressione pi grande dello sviluppo del democratismo proletario e al contempo di organica sintesi dei princpi della democrazia proletaria e della dittatura proletaria stata la Costituzione staliniana, che ha legislativamente sanzionato le luminose vittorie di importanza storica mondiale del socialismo. In pari tempo la Costituzione sovietica stata anche un grandissimo monumento del diritto socialista sovietico, un grandissimo atto storico nel quale trova espressione la volont del popolo sovietico, la volont delle classi lavoratrici. La Costituzione staliniana segna un ulteriore consolidamento del sistema sovietico e della dittatura proletaria che poggia oggi su una base sociale pi forte di quanto mai sia stata nel corso di tutta la storia ventennale della rivoluzione socialista. Il prof. Rejsner, come non ha compreso lessenza del marxismo-leninismo, in quanto teoria pi combattiva e rivoluzionaria del proletariato, cos non ha compreso lessenza della stessa dittatura proletaria. Ecco perch egli presenta le pi rozze deformazioni della dottrina marxista-leninista del diritto e dello Stato e, in particolare, del diritto e dello Stato sovietico. Il marxismo-leninismo insegna che [] il diritto non che la volont della vostra classe innalzata a legge 42 . Per Rejsner il diritto un cumulo di frammenti ideologici di varie classi. Il marxismo-leninismo insegna che ogni partito in lotta e quindi ogni classe deve formulare le sue rivendicazioni programmatiche in forma di rivendicazioni giuridiche 43 . Per Rejsner il sistema dei diritti un tessuto variopinto fatto in base ad esigenze e concezioni giuridiche delle pi varie classi sociali. Partendo da queste concezioni assolutamente errate, dannose, antimarxiste e pseudoscientifiche, il prof. Rejsner giunto a rappresentare il diritto sovietico come un diritto di compromesso, come un diritto di pacificazione e conciliazione. Il prof. Rejsner arrivato a prospettare il diritto sovietico come un diritto che, secondo princpi di alleanza, include in s il diritto contadino e, secondo princpi di tolleranza e compromesso, il diritto borghese. Ecco quel che egli ha scritto in proposito: Il diritto sovietico , dunque, un ordinamento giuridico complesso del quale fanno parte ampie sezioni di diritto socialista della classe operaia e il suo diritto proletario di classe. questa una posizione dominante del diritto proletario determinata dalla dittatura del proletariato. In secondo piano sta il diritto di classe contadino, rappresentato dal Codice agrario con la prevalenza della propriet collettiva che lo distingue. Soltanto in terzo piano sta il diritto di classe della borghesia con il suo Codice civile operante nellmbito della circolazione commerciale. Ma in un determinato campo la borghesia pu riportare una vittoria ideologica. Il nostro socialismo di Stato, a causa dellaccerchiamento capitalistico, si serve del mercato come di un apparato di distribuzione e in forza di ci lordinamento sovietico conserva in molti casi le forme del diritto individualistico borghese. La prevalenza di questultimo fra noi dovuta anche al fatto che i giuristi di cui si avvalsero i Soviet per la codificazione provenivano quasi tutti dalla giurisprudenza borghese o in notevole misura si erano educati sotto la sua influenza 44 . Per il prof. Rejsner il diritto sovietico un diritto trinitario: proletario, contadino e borghese con una prevalenza, con il rispetto dovuto, del sistema giuridico proletario. Il prof. Rejsner ha scritto letteralmente quanto segue: Nellmbito delle nostre condizioni il diritto un vasto apparato di pacificazione e di conciliazione che rende possibile la dittatura del proletariato in un ambiente di grande e piccolo capitalismo allinterno e allesterno, ma daltra parte, il diritto pu esso stesso divenire una forza reazionaria che pu fissare il periodo di transizione nella forma della NEP oltre ogni reale necessit e dare sbocco al diritto borghese in una misura che pu recare un serio danno allinteresse proletario e frenare cos lintegrazione nella societ comunista o rendere necessaria una nuova rivoluzione per liberare il proletariato dalla trama borghese impercettibilmente tessuta 45 . Per Rejsner, dunque, risulta che 1) il diritto sovietico pacifica e concilia le classi in lotta e 2) salva la dittatura proletaria dalla disfatta sotto i colpi dellaccerchiamento del grande e piccolo capitalismo. In ci il prof. Rejsner vede il lato positivo del diritto sovietico. Ma il diritto sovietico, pare, rischia di divenire una forza reazionaria e di danneggiare linteresse proletario, di frenare lintegrazione (?) nella societ comunista e di portare addirittura ad una nuova rivoluzione (?). Questa rivelazione di Rejsner assai sintomatica: essa mostra la stretta connessione e lintreccio che v in Rejsner fra le concezioni borghesi-mensceviche e la calunnia controrivoluzionaria trotskista a proposito della degenerazione dello Stato sovietico, di una terza rivoluzione e via dicendo. Si dimostrano esatte le parole di Lenin nella sua opera I destini storici della dottrina di Karl Marx: La dialettica della storia tale, che la vittoria del marxismo teorico costringe i suoi nemici a travestirsi da marxisti. Il liberalismo, interiormente putrefatto, tenta di rivivere nella veste dellopportunismo socialista 46 . Il rejsnerismo una delle variet di questo opportunismo, dellinvolgarimento borghese del marxismo, della deformazione freudiano-machista del marxismo. Una serie di deviazioni sostanziali dalla concezione marxista del diritto troviamo anche in P. I. Stuka. Nelle opere di P. I. Stuka vi sono seri errori e posizioni antimarxiste e antileniniste dalle quali risulta una rappresentazione deformata della essenza e della importanza del diritto sovietico nellepoca del socialismo. Fra tali errori occorre innanzi tutto porre la definizione che P. I. Stuka d dello stesso concetto di diritto. Stuka ha definito il diritto come sistema (o ordinamento) dei rapporti sociali, corrispondente agli interessi della classe dominante e tutelato dalla sua [di questa classe] forza organizzata 47 . In seguito P. I. Stuka parl, anzich di sistema, di forma di organizzazione dei rapporti sociali, cio dei rapporti di produzione e scambio 48 . Nel suo articolo Note sulla teoria classista del diritto P. I. Stuka afferm che Marx parla di rapporti di produzione o, con espressione giuridica, di rapporti di propriet 49 . Stuka sostiene dunque che i rapporti giuridici sono i rapporti di produzione stessi e che, quindi, il diritto la forma di questi rapporti. Ma Stuka si avvale di una traduzione inesatta del passo di Per la critica delleconomia politica, ovvero traduce egli stesso in modo errato il testo tedesco. Lespressione di Marx oder was nur ein juristischer Ausdruk dafr ist 50 viene da lui tradotta o, con espressione giuridica, mentre bisogna tradurla cos: o, il che soltanto lespressione giuridica di ci 51 . La differenza evidente: viene cos eliminata ogni possibilit di interpretare le note indicazioni di K. Marx e F. Engels nel senso che i rapporti giuridici siano gli stessi rapporti di produzione ovvero, la qual cosa ancor meno esatta, il sistema dei rapporti sociali, e precisamente dei rapporti di produzione. Questa concezione del diritto contraddice chiaramente al marxismo, secondo cui il diritto la volont della classe dominante innalzata a legge, secondo cui il diritto una delle sovrastrutture che si costituiscono al di sopra dei rapporti di produzione che formano la struttura economica della societ 52 . Il diritto una delle forme dei rapporti politici che Marx ha sempre considerati espressione della societ civile, cio di un determinato sistema sociale. Ad Annekov Marx scrisse: Scegliete uno stadio particolare di sviluppo delle forze produttive delluomo ed avrete una forma particolare di commercio e di consumo. Scegliete stadi particolari di sviluppo della produzione e avrete una organizzazione corrispondente della famiglia, degli ordini o classi, in una parola, una societ civile corrispondente. Presupponete una societ civile particolare e avrete condizioni politiche particolari, che sono soltanto la espressione ufficiale della societ civile 53 . Interessante in proposito la lettera di Engels a Starkenburg: Noi consideriamo le condizioni economiche come ci che condiziona, in ultima istanza, levoluzione storica. Ma la razza stessa un fattore economico. Vi sono qui per due punti, che non bisogna trascurare: a) Levoluzione politica, giuridica, filosofica, religiosa, letteraria, artistica, ecc. riposa sulla evoluzione economica. Ma esse reagiscono tutte, tanto luna sullaltra, quanto sulla base economica. Non che la situazione economica sia la sola causa attiva, e che tutto il resto non sia che effetto passivo. Esiste, al contrario, azione reciproca sulla base della necessit economica, che in ultima istanza simpone sempre. Lo Stato, per esempio, agisce per mezzo dei dazi protettivi, del libero scambio, della buona o cattiva fiscalit. Persino lo sfinimento mortale e limpotenza del filisteo tedesco, derivanti dalla situazione economica miserabile della Germania dal 1648 al 1830, e che si espressero dapprima nel pietismo, poi nel sentimentalismo e nello strisciante servilismo verso i principi e la nobilt, non furono senza conseguenze economiche. Questo sfinimento e questa impotenza furono uno dei pi grandi ostacoli alla rinascita, e vennero scossi solamente grazie al fatto che le guerre della Rivoluzione e di Napoleone fecero passare la miseria cronica allo stato acuto. Non si tratta dunque, come qualcuno vorrebbe far credere per maggiore comodit, di un effetto automatico della situazione economica, ma sono gli uomini che fanno essi stessi la loro storia in un ambiente dato per, che la condiziona, sulla base di rapporti reali, esistenti in precedenza, tra cui i rapporti economici, per quanto possano anche essi venire influenzati dai rimanenti rapporti politici e ideologici, sono per in ultima istanza i decisivi e formano il filo conduttore che va da un estremo allaltro ed il solo che permetta di capire 54 . Ricordiamo che Marx sottoline in modo speciale la necessit, nel prendere in esame le rivoluzioni sociali, di [] distinguere sempre il rivolgimento materiale, constatato con lesattezza della scienza naturale, nelle condizioni economiche della produzione dai mutamenti giuridici, politici, religiosi, artistici o filosofici, in breve: dalle forme in cui gli uomini prendono coscienza di questo conflitto e conducono la loro lotta 55 . NellIdeologia tedesca (san Max, 1845-1846) Marx ha dimostrato con particolare forza la connessione e linterdipendenza fra base e sovrastruttura definendo lucidamente anche le radici del diritto e la sua essenza. Se si prende il potere come base del diritto, come fanno Hobbes e altri scrive Marx , il diritto, la legge, ecc. non sono altro che sintomo, espressione di altri rapporti, sui quali riposa il potere dello Stato. La vita materiale degli individui, che non dipende affatto dalla loro pura volont, il loro modo di produzione e la forma di relazioni che si condizionano a vicenda, sono la base reale dello Stato e continuano ad esserlo in tutti gli stadi nei quali sono ancora necessarie la divisione del lavoro e la propriet privata, del tutto indipendentemente dalla volont degli individui. Questi rapporti reali non sono affatto creati dal potere dello Stato; essi sono piuttosto il potere che crea quello. Gli individui che dominano in questi rapporti a parte il fatto che il loro potere deve costituirsi come Stato devono dare alla loro volont condizionata da questi rapporti determinati unespressione universale sotto la forma di volont dello Stato, di legge: espressione il cui contenuto sempre dato dai rapporti di questa classe, come dimostrano chiarissimamente il diritto privato [cio civile] e il diritto criminale 56 . La legge, dice pi oltre Marx, lespressione di questa volont 57 . Ma lesistenza della legge o dello Stato non dipende da questa volont. NellIdeologia tedesca K. Marx denuncia con eccezionale perspicuit linconsistenza della rappresentazione idealistica della legge e dello Stato come generati dalla volont degli uomini. Leggiamo qui il seguente, importante passo: Per esempio, fintanto che le forze produttive non sono ancora abbastanza sviluppate da rendere superflua la concorrenza, e quindi continueranno a provocare sempre di nuovo la concorrenza, le classi dominate vorrebbero limpossibile se avessero la volont di abolire la concorrenza e con essa lo Stato e la legge 58 . Non gi larbitrio, ma lo stato delle forze produttive genera il diritto e la legge, come anche il delitto. Precisamente come il diritto, anche il delitto dice Marx , ossia la lotta dellindividuo isolato contro le condizioni dominanti, non deriva dal puro arbitrio. Esso ha invece le stesse condizioni di questa dominazione 59 . K. Marx irride a quei visionari che nel diritto e nella legge vedono la dominazione di una volont universale per s indipendente e che possono vedere nel delitto la semplice violazione del diritto e della legge. Non si dir dunque che lo Stato esiste in virt della volont dominante, ma che lo Stato sorto dal modo di esistenza materiale degli individui ha anche la forma di una volont dominante. Se questultima cessa di dominare, non mutata soltanto la volont, bens anche lesistenza e la vita materiale degli individui, e solo per questo mutata la loro volont 60 . Se analizziamo il suesposto passo dellIdeologia tedesca, il carattere materialistico della concezione del diritto e dello Stato in Marx in questo periodo si fa del tutto chiaro. Stato e diritto sorgono dal modo materiale di vita degli uomini e hanno soltanto la forma di una volont dominante, ovvero, per dirla in altri termini, sono lespressione di questa volont. In seguito Marx critica la specifica illusione dei giuristi e dei politici che immaginano invece il contrario, che pensano, cio, che la legge dipenda dal capriccio degli uomini. I filosofi, dice Marx, poterono immaginare un particolare sviluppo e storia di puri pensieri in forza dei quali la storia politica e civile si risolve ideologicamente in una storia della dominazione di leggi che si susseguono 61 . Marx porta a modello Jacques le bonhomme e le sue varie illusioni, fra cui anche lillusione che la legge sia un puro pensiero indipendente dalle condizioni materiali della societ. Portando ad esempio Federico Guglielmo IV Marx dimostra che lo Stato e la legge non dipendono da ci che gli uomini vogliono, da ci che vuole la loro volont dominante. Egli dovrebbe dice Marx di questo Jacques le bonhomme provare a ordinare un prestito di 25 milioni, la centodecima parte del debito pubblico inglese, e vedrebbe da chi dipende la sua volont sovrana. Del resto vedremo anche in seguito che Jacques le bonhomme utilizza come documenti i fantasmi e gli spettri del suo sovrano e concittadino berlinese per confezionarci le sue corbellerie teoriche sul diritto, la legge, il delitto ecc. Ci deve tanto meno meravigliarci in quanto persino lo spettro della Vossische Zeitung gli presenta parecchie volte qualche cosa, per esempio lo Stato costituzionale. Lesame pi superficiale della legislazione, per esempio della legislazione sui poveri in tutti i Paesi, mostrer a che cosa abbiano approdato i dominanti quando si sono immaginati di poter riuscire a qualche risultato mediante la loro sola volont dominante, ossia semplicemente volendo. Daltronde san Sancio deve accettare lillusione dei giuristi e dei politici sulla volont dominante per poter far brillare splendidamente la sua propria volont nelle equazioni e nelle antitesi, con le quali ci divertiremo fra poco, e per riuscire a cacciarsi dalla testa unidea che si era messo in testa 62 . Ricorrendo alla storia dei tribunali Marx dimostra come i rapporti giuridici siano strettamente connessi con lo sviluppo delle forze produttive e con i rapporti di produzione: Fino a che punto i rapporti giuridici siano connessi con lo sviluppo, nato dalla divisione del lavoro, di questi poteri oggettivi, si pu gi vedere nello sviluppo storico del potere dei tribunali e dai lamenti levati dai feudatari per lo sviluppo del diritto. (Vedi per esempio Montheil, op. cit., XIV e XV secolo). Proprio in questa epoca, tra la dominazione dellaristocrazia e quella della borghesia, quando gli interessi di due classi entravano in collisione, quando il traffico commerciale fra le nazioni europee cominciava a diventare importante e le relazioni internazionali assunsero quindi anchesse un carattere borghese, il potere dei tribunali cominci a diventare rilevante, per raggiungere il suo culmine sotto la dominazione della borghesia, quando questa evoluta divisione del lavoro una necessit assoluta. Ci che in proposito si immaginano i servi della divisione del lavoro, i giudici, e anche i professores iuris, affatto indifferente 63 . Da tutto quanto si detto sopra risulta evidente che Marx non confuse mai i rapporti giuridici con le forze oggettive che sorgono dalla divisione del lavoro e dai rapporti di produzione. NellIdeologia tedesca Marx sottolinea ancora una volta che il diritto dipende dai rapporti di produzione ed da essi generato. Egli dice che i rapporti di produzione degli individui [] devono parimenti esprimersi come rapporti politici e giuridici 64 . Ma da ci non segue che fra gli uni e gli altri si possa porre un segno di eguaglianza come fa P. I. Stuka. Ma P. I. Stuka, imbrogliatosi nellanalisi di questi rapporti, rigett a suo tempo la responsabilit di questa sua confusione su Marx, in quanto educatosi sul diritto romano e sui concetti degli anni 30 e avvezzatosi alla terminologia del diritto romano. Stuka giunse al punto di ipotizzare che oggi egli, Marx, capita la cosa, parlerebbe un altro linguaggio Ma gli errori di Stuka non finiscono qui. Ammiratore della buchariniana legge delle spese di lavoro, Stuka come Paukanis, ora smascherato come spia e sabotatore traspose nel diritto le deformazioni buchariniane del marxismo-leninismo nel campo delleconomia asserendo che l sta pronto dinnanzi a noi lo schema del diritto dellattuale periodo di transizione 65 . Stuka spieg in linguaggio giuridico la pianificazione socialista puramente e semplicemente con quella legge di natura che nella societ dellanarchia della produzione e dello scambio si manifesta solo spontaneamente attraverso infinite crisi 66 . Da qui lalleanza mercantile, linclusione nel piano di tutte le aziende (comprese quelle private) 67 , lintegrazione buchariniana delle aziende dei kulaki nel socialismo. Stuka deform la teoria marxista del diritto del periodo di transizione privandolo della sua funzione rivoluzionaria e della sua essenza combattiva, riducendo tutto al controllo della nostra capacit di entrare in concorrenza con il proprietario privato! Stuka non comprese e deform radicalmente il concetto di legge sovietica, che configur alla maniera di Kautsky come un compromesso fra lidea del diritto e leconomia e, dal punto di vista classista, come un compromesso fra gli interessi delle classi nel quale ci sarebbe solo una chiara e definita prevalenza degli interessi della classe dominante 68 . Stuka considera il diritto sovietico e, in particolare, il diritto civile sovietico come diritto borghese recepito. Tutta la differenza fra il nostro Codice civile e il Codice civile borghese consisterebbe per Stuka in ci, che nel primo sinserisce un nuovo elemento: la pianificazione socialista 69 . Ma questo richiamo alla pianificazione non cambia le cose perch lerrore fondamentale di Stuka sta nella riduzione del diritto civile sovietico alla sfera della produzione e dello scambio. Che ne , per, in tal caso di quella parte del diritto civile che disciplina i rapporti matrimoniali e familiari? O anche questi rapporti debbono essere disciplinati dal punto di vista della pianificazione socialista? chiaro che il diritto civile comprende una sfera di rapporti pi ampia che non i soli rapporti di scambio (come afferm Paukanis) o anche soltanto i rapporti di produzione e scambio (come ha affermato Stuka). V in questa impostazione una indubbia connessione e parentela fra la teoria di P. I. Stuka e la teoria di Paukanis. Non a caso Stuka esalt a piena voce, a suo tempo, il dannoso libretto di Paukanis, La teoria generale del diritto e il marxismo 70 . Stuka caratterizza il diritto civile sovietico e il Codice civile sovietico come fenomeni fondamentalmente borghesi. Egli definisce borghese il nostro diritto del periodo della Nuova politica economica affermando che avremmo semplicemente compiuto la recezione, la presa a prestito del diritto borghese. I nostri nuovi (e, diciamolo pure, primi) codici Stuka li considera come il risultato di concessioni al diritto borghese, come pietre miliari di una ritirata ripetendo cos le farneticazioni antileniniste di Zinovev e Bucharin e trasponendo le impostazioni trotskiste-zinovieviste nella teoria del diritto. Nel suo volumetto Il ruolo rivoluzionario del diritto sovietico P. I. Stuka ha scritto che, con laiuto dei compagni, egli riuscito a darci una nuova concezione rivoluzionaria e dialettica del diritto civile in genere e del nostro diritto civile sovietico in particolare. Questa nuova concezione rivoluzionaria e dialettica, la cui invenzione Stuka rivendica a suo merito particolare, non che la famigerata teoria del cosiddetto diritto economico. noto che per diritto economico Stuka e qualche suo discepolo intesero quella parte del diritto civile che comprende problemi di carattere economico-amministrativo. Le radici di questo diritto economico stanno nella putrida e dannosa teoria di Paukanis, nellattivit sabotatrice del vecchio Istituto della costruzione sovietica e del diritto, da lui diretto. Il nucleo essenziale di questo diritto economico-amministrativo si riduce alla divisione del diritto sovietico che disciplina i rapporti economici in due diritti: il diritto civile concernente i rapporti fra organi dello Stato e privati e fra privati, e il diritto economico concernente i rapporti che si svolgono allinterno del settore statuale o socialista. Parlando del contenuto del diritto economico-amministrativo, Stuka ha scritto che questo ramo del diritto disciplina i rapporti economici del settore socialista, mentre il diritto economico-privato o civile (anchesso privato) disciplina i rapporti patrimoniali principalmente del settore dei proprietari privati e in parte i rapporti intersettoriali 71 . Stuka ha inoltre chiarito che la differenza fra questi due diritti sta in ci, che il primo contraddistinto dal carattere pianificato mentre il secondo contraddistinto dal carattere anarchico della libert di concorrenza, che sta alla base di quei rapporti. Fra questi due settori e quindi anche fra questi due diritti si svolge una lotta nella quale un settore tende a distruggere laltro 72 . E la stessa cosa, evidentemente, deve accadere anche per i diritti, uno dei quali deve tendere ad annientare laltro. A tanto arriva la confusione di P. I. Stuka, che nella sostanza accede alla teoria di Rejsner del diritto nostro e altrui. A sostegno di questa sua posizione profondamente errata Stuka afferma che la compravendita non sar mai socialista, che la compravendita un istituto borghese e il socialismo non ammette la compravendita. Esso ammette soltanto la fornitura diretta. Perci bisogna separare in un apposito codice ci che attiene semplicemente alla disciplina dei rapporti del settore socialista e non al diritto civile 73 . Qui tutto viene confuso, a cominciare dalla parola dordine leninista imparate a commerciare per finire con le decisioni del XIV congresso del partito sul problema della NEP e del socialismo. La nuova concezione rivoluzionaria e dialettica orgogliosamente proclamata da P. I. Stuka si riduce dunque alla teoria opportunista di destra del diritto dei due settori, alla contrapposizione degli interessi delleconomia socialista agli interessi delluomo socialista, alla sottovalutazione del diritto civile come diritto che disciplina, sanziona e tutela gli interessi personali e patrimoniali dei lavoratori, dei cittadini dellURSS, costruttori del socialismo. questa una rozza deformazione della dottrina di Marx, Engels, Lenin, Stalin sul socialismo, sul posto e sul ruolo della persona nella societ socialista. Il socialismo non nega, ma contempera gli interessi individuali con gli interessi della collettivit. Il socialismo non pu fare astrazione dagli interessi individuali. Soltanto la societ socialista pu dare il soddisfacimento pi completo di questi interessi individuali. Di pi: la societ socialista costituisce la sola garanzia stabile per la tutela degli interessi della persona. Con queste indicazioni il compagno Stalin precisa altres la via di sviluppo del diritto civile sovietico e i compiti che in questo campo ci si pongono: compiti che sono appunto di sviluppo e consolidamento del diritto civile sovietico. P. I. Stuka e i suoi seguaci, invece, videro tale compito nella semplificazione e restrizione dellazione dei rapporti puramente civili (Stuka). Da qui il misconoscimento dei compiti connessi con la realizzazione del diritto di propriet personale dei cittadini, essenziali per il diritto civile sovietico. Da qui laffermazione di vari civilisti dellestinzione del diritto civile, dellestinzione delle categorie della persona giuridica, la riduzione del diritto civile sovietico al diritto economico e di questultimo ai problemi di gestione delleconomia e via dicendo. Con una simile impostazione il diritto civile sovietico viene di fatto liquidato e questa liquidazione, compiuta da Stuka e dai suoi seguaci, parte dei quali sono attualmente arrivati al diretto sabotaggio e al tradimento, sottolinea in modo evidente quanto siano profonde le deformazioni nel campo della teoria marxista-leninista del diritto. La profondit di queste deformazioni balza particolarmente agli occhi oggi, quando la pi grande delle Costituzioni dellumanit la Costituzione staliniana assegna un posto di particolare rilievo ai diritti civili degli uomini sovietici, quando i rapporti giuridici civili salgono a un livello superiore di sviluppo nelle condizioni della societ socialista. Ma le deformazioni della teoria marxista del diritto sono arrivate ben pi in l di quanto si possa giudicare da quel che si gi detto. Il gruppo di traditori guidato dal Paukanis, Volkov, Docenko e altri, insediatosi per vari anni allIstituto della costruzione sovietica e del diritto, ha sistematicamente demolito la scienza giuridica marxista industriandosi ad alterare i fondamentali ed essenziali princpi della metodologia marxista-leninista nel campo del diritto. Paukanis con il suo libretto La teoria generale del diritto e il marxismo, Volkov con la sua Riflessologia penale, Gincburg con il suo Corso di diritto economico sovietico, Krylenko con i suoi opuscoli antimarxisti sul diritto penale, Berman e Docenko con le loro teoriuzze sulla estinzione del diritto ecc. ecc. hanno ciascuno nel proprio settore fatto non poco per deformare la grande dottrina di Marx, Engels, Lenin, Stalin e intorbidire cos la limpida fonte di un grande pensiero autenticamente scientifico. Ecco alcuni esempi di come vari pseudo-scienziati hanno alterato la concezione marxista-leninista del contenuto e della natura del diritto sovietico e i fini dellordinamento sovietico. Il traditore Paukanis, oggi smascherato, ha dimostrato che gli atti legislativi e amministrativi, quando divengono compiti operativi, conservano soltanto una debole lega di elementi giuridici, cio formali. Un altro traditore, eljapov, ha scritto: Nella legislazione dello Stato proletario si cancella il confine che in linea di principio separa la legge da una parte e gli altri atti di amministrazione statuale dallaltra. G. S. Gurvi ha negato valore alla legislazione sovietica asserendo che non questa oggi la cosa principale, che ci occorre non una legislazione, ma ben altro: una buona amministrazione non costosa, un funzionario intelligente e leale, un amministratore assennato che maneggi una norma amministrativa ben fatta, acconcia, certa e precisa: questo occorre al Paese 74 . Kobalevskij ha scritto che gli interessi dei singoli cittadini passano nello Stato sovietico in secondo piano mentre viene in primo piano la ricostruzione della societ su nuove basi economico-sociali 75 : lattivit dellamministrazione per la tutela dellordine e della tranquillit sociale caratterizzata da ci, che essa non persegue il fine di fornire ai concreti soggetti servizi positivi, ma si riduce fondamentalmente alla limitazione della libert naturale dellindividuo allo scopo di proteggere con misure di costrizione amministrativa lordinamento esistente nel Paese 76 . Gli ha fatto eco lamministrativista A. F. Evticheev, che arrivato allaperta calunnia antisovietica e alla menzogna controrivoluzionaria contro il sistema sovietico: questo professore ha avuto il coraggio di affermare che i diritti della persona nelle repubbliche sovietiche tengono un posto del tutto subordinato ai diritti della collettivit 77 : lmbito della discrezionalit nel diritto sovietico in realt assai grande 78 . Cos, facendo a gara luno con laltro, tutti questi uomini che ardiscono chiamarsi giuristi sovietici hanno deformato e dileggiato la scienza del diritto sovietico cercando di screditare la nostra scienza e il nostro diritto. Ma il nemico stato smascherato e le sue posizioni teoriche sono state smascherate e distrutte. Il terreno ora ripulito. Il lavoro creativo dei giuristi sovietici prosegue con nuova energia sulla base del retaggio scientifico dei pi grandi pensatori dellumanit, degli immortali fondatori dellunica teoria autenticamente scientifica che ha celebrato la sua vittoria in un sesto del mondo coprendosi di gloria imperitura e che porta il nome del suo iniziatore: del grande Marx, geniale maestro dei proletari di tutti i Paesi. merito della dottrina di Marx ed Engels di aver innanzi tutto posto termine alla mistificazione della storia umana. Marx ed Engels hanno dimostrato che lo sviluppo della societ umana soggetto a proprie leggi indipendenti dalla volont degli uomini; ma in pari tempo sono gli uomini stessi e nientaltro che gli uomini a creare la loro storia. Marx ha aperto e indicato la via di una consapevole azione delluomo sul corso e sulla direzione del processo storico. Egli ha dato al proletariato una possente e invincibile arma di lotta: il materialismo dialettico sotto la cui bandiera il proletariato ha gi conseguito luminose vittorie di portata storica mondiale. Parlando dei meriti di Marx ed Engels dinanzi al proletariato Lenin ha scritto: In poche parole i meriti di Marx ed Engels dinanzi alla classe operaia possono cos essere formulati: essi insegnarono alla classe operaia a conoscersi e ad avere coscienza di s, e al posto delle fantasticherie posero la scienza 79 ; al caos e allarbitrio che fino ad allora avevano dominato le concezioni della storia e la politica subentr una teoria scientifica stupendamente completa e armoniosa 80 . Cos come la conoscenza delluomo rispecchia la natura esistente indipendentemente da lui, cio la materia in sviluppo, cos la conoscenza sociale delluomo [cio le diverse concezioni e teorie filosofiche, religiose, politiche ecc.] rispecchia la struttura economica della societ. Le istituzioni politiche sono una sovrastruttura della base economica. Noi vediamo, per esempio, come le diverse forme politiche degli Stati europei contemporanei servono a rafforzare il dominio della borghesia sul proletariato. La filosofia di Marx un materialismo filosofico compiuto che ha dato grandi strumenti di conoscenza allumanit e alla classe operaia in particolare 81 . Cos Lenin caratterizz il significato della filosofia marxiana che costituisce la base della teoria dello Stato e del diritto. Una rilevante peculiarit del marxismo lunione della teoria rivoluzionaria e della pratica rivoluzionaria, la loro unit, che determina il carattere creativo e non dogmatico del marxismo. Ci concerne tutti i campi dei rapporti sociali, anche quello che oggetto della scienza dello Stato e del diritto. Come giurista Marx dedic grandissima attenzione ai problemi della giurisprudenza. La sua critica del sistema filosofico hegeliano scatur dalla sua critica della filosofia hegeliana del diritto. Il giovane Marx terminava la sua opera Per la critica della filosofia del diritto di Hegel con queste parole profetiche: In Germania non si pu spezzare nessuna specie di servit senza spezzare ogni specie di servit. La Germania radicale non pu fare la rivoluzione senza compierla dalle radici. Lemancipazione del tedesco lemancipazione delluomo. La testa di questa emancipazione la filosofia, il suo cuore il proletariato. La filosofia non pu realizzarsi senza leliminazione del proletariato, il proletariato non pu eliminarsi senza la realizzazione della filosofia. Quando siano adempite tutte le condizioni interne, il giorno della resurrezione tedesca verr annunziato dal canto del gallo francese 82 . Lelaborazione scientifica dei problemi del diritto e dello Stato dunque in Marx strettamente connessa con i problemi filosofici generali e metodologici. Quando era redattore della Rheinische Zeitung (1842) Marx era ancora su posizioni hegeliane in relazione al problema del diritto e dello Stato, operava ancora con le categorie hegeliane e parlava dei concetti di propriet privata, diritto, Stato. Ma gi in questo periodo hegeliano della sua formazione Marx analizzava con forza eccezionale i fenomeni sociali mettendo in luce il loro carattere reale, materiale con geniali lampi di pensiero materialistico. Ecco le argomentazioni di Marx nel dibattito sulla libert di stampa nella Dieta della Renania: Anche se praticamente la censura fosse una sola cosa con la giustizia, rimarrebbe tuttavia un fatto, che non ha necessit alcuna di esistere. Fa parte della libert non solo quello che io vivo, ma anche come lo vivo; non solo che io eserciti la libert, ma anche che leserciti liberamente. Altrimenti che cosa distinguerebbe il muratore dal castoro, se non il fatto che il castoro un muratore con la pelliccia e il muratore un castoro senza pelliccia? 83 . E pi oltre Marx dice: La stampa francese non troppo libera: al contrario non lo abbastanza. Invero non sottost ad una censura spirituale, bens ad una materiale: cio le alte cauzioni in danaro. Perci agisce in modo materiale, proprio perch dalla sfera a lei propria venne spinta in quella delle grandi speculazioni commerciali. Inoltre le grandi speculazioni commerciali hanno luogo nelle grandi citt; la stampa francese si concentra perci in pochi centri, e se la forza materiale concentrata in pochi centri ha un effetto demoniaco, come non lavr la forza spirituale? Ma se volete giudicare la libert di stampa non secondo le sue idee, bens secondo la sua esistenza storica, perch non la ricercate l dove esiste storicamente? Gli scienziati per mezzo degli esperimenti cercano di riprodurre un fenomeno naturale nelle sue condizioni pi pure. Voi non avete bisogno di esperimenti; trovate nel Nord America il fenomeno naturale della libert di stampa nelle sue forme pi pure e naturali. Ma se il Nord America ha grandi fondamenti storici di libert di stampa, la Germania ne ha di pi grandi. La letteratura di un popolo e la cultura che ne deriva non sono soltanto i fondamenti storici diretti della stampa, bens la sua stessa storia 84 . Pur partendo dalla concezione hegeliana del diritto come espressione dello spirito universale, Marx (nellarticolo sui dibattiti attorno alla legge contro i furti di legna, per esempio) denuncia il diritto delle classi privilegiate come un diritto che esprime il contenuto bestiale dei loro interessi, come una mera maschera animalesca 85 . In questo articolo Marx parla ancora della natura giuridica delle cose, cui la legge deve conformarsi. Ma anche qui egli smaschera la falsit di questa legge cui viene immolato il povero. Marx polemizza contro le astrazioni nella costruzione della legge, contro lastrattezza della legge: Se qualunque offesa alla propriet, senza distinzione, senza specificazione, furto, non sarebbe da dirsi furto ogni propriet privata? 86 . E pi avanti: Se negate la differenza fra tipi essenzialmente diversi dello stesso reato, negate pure il delitto come cosa diversa dal diritto, distruggete il diritto stesso 87 . Marx denuncia lo spirito meschino della legislazione renana, imbevuta di rozzo, egoistico interesse di classe. E sebbene Marx renda qui ancora omaggio allidealizzazione dei rapporti sociali, quale coraggioso odio rivoluzionario e quale nobilt risuona nella sua giovane voce che si leva contro coloro che dei propri calli fanno la misura delle azioni umane 88 : lanima meschina, balorda, insipida ed egoista dellinteresse vede solo un punto, il punto in cui essa viene offesa, come luomo rozzo, che forse giudica un passante per la pi infame e riprovevole creatura della terra, perch questa creatura gli ha pestato i calli. Costui fa dei propri occhi pollini gli occhi con cui vede e giudica; fa di quel solo punto, in cui il passante lha toccato, lunico punto in cui il proprio essere a contatto col mondo. Orbene, un uomo pu ben pestarmi i calli senza cessare per questo di essere un uomo rispettabile ed anche insigne; e come non giudicate gli altri relativamente ai vostri calli, cos non dovete giudicarli in base al vostro interesse privato. Linteresse privato trasforma in sfera vitale di un uomo quel singolo settore in cui egli si trova a lottare con linteresse medesimo. Fa della legge un cacciatore di topi, che vuole sterminare lanimale nocivo, poich non un naturalista e vede perci nei topi soltanto lanimale nocivo. Ma lo Stato ha il dovere di vedere in chi asporta legna qualcosa di pi del mero ladro di legna, di pi del nemico della legna. Ognuno dei suoi cittadini non legato allo Stato da mille nervi vitali? E pu lo Stato recidere tutti questi nervi perch un cittadino ne ha reciso di propria volont uno solo? Anche in uno che asporta legna lo Stato deve vedere un uomo, un membro vivente, in cui scorre il sangue del proprio cuore, un soldato che difende la patria, un testimone la cui parola deve valere dinanzi ai tribunali, un membro della comunit che deve assolvere funzioni pubbliche, un padre di famiglia la cui esistenza sacra, anzitutto un cittadino dello Stato. E lo Stato non escluder facilmente uno dei propri membri da tutte queste determinazioni, poich lo Stato amputa s stesso ogniqualvolta fa di un cittadino un delinquente. Ma prima di tutto il legislatore morale considerer come il cmpito pi serio, doloroso e delicato quello di incorporare nellmbito dellattivit delittuosa unazione finora irreprensibile 89 . Marx denuncia la natura dello Stato basato sullo sfruttamento come lancella dellegoismo dei ricchi: Questa logica, che trasforma il dipendente del proprietario forestale in unautorit statale, trasforma lautorit statale in un dipendente del proprietario. La struttura dello Stato, lufficio dei singoli magistrati, tutto deve essere sconvolto, tutto decadere a mezzo del proprietario di foreste ed il suo interesse risultare il principio determinante della intera societ. Tutti gli organi dello Stato diventano orecchi, occhi, braccia, gambe, con cui linteresse del proprietario ascolta, osserva, valuta, provvede, afferra e cammina 90 . Marx smaschera lo Stato borghese come commesso della borghesia, mette a nudo il caso ben singolare che la punizione del reo si trasformi, da vittoria del diritto contro gli attentati al diritto, in vittoria dello egoismo contro gli attentati allegoismo 91 . In questo scritto Marx denuncia spietatamente la natura usuraia, alla Shylock, del diritto borghese. Vi leggiamo: Ma il principio riconosciuto : il senso del diritto e dellequit a difesa dellinteresse del proprietario forestale, principio che si contrappone direttamente al senso del diritto e dellequit a difesa dellinteresse di chi possiede la vita, la libert, lumanit, lo Stato, cio di chi non possiede altro che se stesso. Dunque siamo a questo punto: il proprietario forestale riceve in luogo del ceppo di legno un ex-uomo. Shylock: O sapientissimo giudice, la sentenza stata pronunciata. Sbrigatevi. Porcia: Aspetta un momento: c ancora da osservare una cosa. Il documento non ti concede nemmeno una goccia di sangue; le parole sono categoriche: una libbra di carne. Prendi dunque il documento e con esso una libbra di carne; ma se tagliando tu versi anche solo una goccia di sangue cristiano, secondo la legge di Venezia ogni tuo avere cade in possesso dello Stato veneto. Graziano: O saggio giudice! Guarda, ebreo! Un giudice saggio davvero. Shylock: questa la legge? Porcia: Guarda tu stesso gli atti. E guardate gli atti anche voi!, dice Marx, e cos continua: Su che fondate voi la pretesa alla propriet sul corpo del ladro? Sulle multe. Abbiamo mostrato che voi non avete alcun diritto ad esse. Ma prescindiamo da questo. Qual il vostro principio basilare? Che linteresse del proprietario va assicurato, anche se dovesse per ci andare in rovina il mondo del diritto e della libert. Per voi incrollabilmente stabilito che il vostro danno forestale va compensato in qualche modo dal ladro. Questo rigido sostegno ligneo del vostro ragionamento cos fradicio, che un unico soffio di vento della sana ragione lo sgretola in mille frammenti 92 . Marx parla ancora qui delleternit del diritto, del fatto che il diritto deve essere immortale, ma in pari tempo egli denuncia la terrestre mortalit, la peccaminosit del diritto posto al servizio dei ricchi contro i poveri! Vi sono in questo scritto geniali indicazioni sullunit del diritto materiale e processuale, che confutano le pseudoscientifiche contrapposizioni del diritto materiale e processuale, della forma e del contenuto: se il processo non pi altro che una forma senza contenuto, una simile inezia formale non possiede alcun valore per s stante. Secondo questo modo di pensare il diritto cinese diventerebbe francese, purch lo si rivestisse della procedura francese. Ma la sostanza ha una propria forma processuale necessaria e innata e, come nel diritto cinese necessario il bastone, come al contenuto della giustizia penale medievale appartiene necessariamente la tortura come forma processuale, cos il libero processo pubblico ha secondo la propria natura un contenuto pubblico, dettato dalla libert e non dal privato interesse. Il processo e il diritto non sono pi indifferenti luno rispetto allaltro di quanto le forme delle piante e degli animali siano indifferenti rispetto alla carne e al sangue degli animali stessi. Devessere un unico spirito ad animare il processo e le leggi, poich il processo non altro che il modo di vivere della legge, dunque la manifestazione della sua vita interiore. I pirati di Tidong, per assicurarsi dei prigionieri, rompono loro braccia e gambe. Per assicurarsi dei ladri forestali la Dieta non solo ha spezzato gambe e braccia al diritto, ma altres ne ha trapassato il cuore. Riconosciamo alla Dieta il merito di avere ricondotto ad effettiva nullit il processo per alcune categorie; dobbiamo riconoscere la disinvolta coerenza con cui a un contenuto non libero si d una forma non libera. Se si introduce materialmente nel nostro diritto linteresse privato, che non sopporta la luce della pubblicit, gli si d anche la sua forma adatta, un andamento furtivo, affinch almeno non si risvegli e nutra alcuna illusione pericolosa e fatua. Riteniamo dovere di tutti i Renani e specialmente dei giuristi renani dedicare in questo momento tutta la loro attenzione al contenuto del diritto, affinch in fine non ce ne resti fra le mani che la maschera vuota. La forma non ha alcun valore, se non la forma del contenuto 93 . Nellarticolo Sulla questione ebraica Marx esprime ancora il suo consenso con la definizione hegeliana dello Stato come la realt morale autocosciente dello spirito 94 , ma qui Marx denuncia il diritto borghese come diritto del proprietario privato dicendo che lutilizzazione pratica del diritto delluomo alla libert il diritto delluomo alla propriet privata 95 , il diritto dellegoismo. Nel 1841 usc lopera di Feuerbach Lessenza del cristianesimo che mand in congedo lo spirito del mondo di Hegel ed esercit grande influenza su Marx. Marx, per, rimane su posizioni autonome polemizzando contro le unilateralit di Feuerbach, che si fonda troppo sulla natura e troppo poco sulla politica 96 : Marx invece esige lunione di natura e politica, che sola in grado di rendere ideale la filosofia 97 . Nel 1844 Marx si libera definitivamente dallhegelismo e supera il materialismo limitato di Feuerbach: Il primo lavoro intrapreso per sciogliere i dubbi che mi assalivano fu una revisione critica della filosofia del diritto di Hegel, lavoro di cui apparve lintroduzione nei Deutsch-franzsische Jahrbcher pubblicati a Parigi nel 1844. La mia ricerca arriv alla conclusione che tanto i rapporti giuridici quanto le forme dello Stato non possono essere compresi n per se stessi, n per la cosiddetta evoluzione generale dello spirito umano, ma hanno le loro radici, piuttosto, nei rapporti materiali dellesistenza il cui complesso viene abbracciato da Hegel, seguendo lesempio degli inglesi e dei francesi del secolo XVIII, sotto il termine di societ civile; e che lanatomia della societ civile da cercare nelleconomia politica. Avevo incominciato lo studio di questa scienza a Parigi, e continuai a Bruxelles, dove ero emigrato in seguito a un decreto di espulsione del sig. Guizot. Il risultato generale al quale arrivai e che, una volta acquisito, mi serv da filo conduttore nei miei studi, pu essere brevemente formulato cos: nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volont, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. Linsieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della societ, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita 98 . Nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico Marx analizza lucidamente il concetto hegeliano di diritto e mette in luce linconsistenza dellidealismo hegeliano: Lerrore principale di Hegel consiste in ci: chegli assume la contraddizione del fenomeno come unit nellessenza, nellidea, laddove essa contraddizione ha la sua ragione in qualcosa di pi profondo, cio in una sostanziale contraddizione, come, per es., qui il contraddirsi del potere legislativo in se stesso soltanto la contraddizione dello Stato politico con se stesso, e dunque della societ civile con se stessa. La critica volgare cade in un opposto, dogmatico errore. Cos essa critica, ad es., la costituzione: attira lattenzione sullantitesi dei poteri etc., trova ovunque delle contraddizioni. Questa ancora della critica dogmatica, che lotta col suo oggetto, allincirca come una volta si eliminava il dogma della santa Trinit per la contraddizione di uno e tre. La vera critica, invece, mostra lintima genesi della santa Trinit nel cervello umano. Descrive il suo atto di nascita. Cos la critica veramente filosofica dellodierna costituzione dello Stato non indica soltanto le sussistenti contraddizioni, ma le spiega, ne comprende la genesi, la necessit. Le prende nel loro peculiare significato. Ma questo comprendere non consiste, come Hegel crede, nel riconoscere ovunque le determinazioni del concetto puro, bens nel concepire la logica specifica delloggetto specifico 99 . Famiglia e societ civile si fanno esse stesse Stato. Esse sono lagente. Secondo Hegel esse sono, al contrario, agite dallidea reale: non la loro propria vita che le unisce allo Stato, ma al contrario la vita nellidea, che se le assegna da s; e invero esse sono [la] finit di questidea; esse debbono la loro esistenza ad uno spirito altro dal loro; esse sono determinazioni poste da un terzo, non sono affatto autodeterminazioni; perci sono anche determinate, in quanto finit, come la finit propria dellidea reale. Lo scopo della loro esistenza non lesistenza stessa, ma lidea separa da s questi presupposti per scaturire dalla loro idealit come per s infinito, reale spirito, cio lo Stato non pu essere senza la base naturale della famiglia e la base artificiale della societ civile, che sono la conditio sine qua non. Ma la condizione diventa il condizionato, il determinante il determinato, il producente il prodotto del suo prodotto 100 . Marx si separa cos dalle concezioni hegeliane dello Stato e del diritto e denuncia gli sconci hegeliani in questi termini: Il definire uno sconcio come il maggiorasco una determinazione della propriet privata da parte dello Stato politico insomma inevitabile, quando sinterpreta una vecchia concezione del mondo nel senso di una nuova; quando si d a una cosa, come qui alla propriet privata, un doppio significato, un significato davanti al tribunale del diritto astratto e uno opposto nel cielo dello Stato politico 101 . Di questa emancipazione di Marx dagli errori hegeliani Engels ebbe a scrivere: La critica dei dibattimenti alla dieta provinciale renana obblig Marx a studiare questioni attinenti agli interessi materiali ed egli giunse allora a concezioni nuove, non previste n dalla giurisprudenza n dalla filosofia. Separandosi dalla filosofia hegeliana del diritto, Marx arriv allidea che non lo Stato, rappresentato da Hegel come coronamento di tutto ledificio, ma, al contrario, la societ civile, verso la quale Hegel mostrava tanto disprezzo, la regione nella quale bisogna cercare la chiave per comprendere il processo dello sviluppo storico dellumanit 102 . Qual la caratteristica della societ civile verso cui Hegel mostrava tanto disprezzo? Ecco ci che ebbe a scriverne Marx nella Sacra famiglia: , dunque, la necessit naturale, le propriet essenziali delluomo, per quanto possano apparire estraniate, e linteresse, che tengono insieme i membri della societ civile; la vita civile, e non la vita politica, che costituisce il loro nesso reale. Non dunque lo Stato che tiene insieme gli atomi della societ civile, ma il fatto che essi sono atomi solo nellidea, nel cielo della loro immaginazione, e che nella realt, invece, sono esseri distinti fortemente dagli atomi, ossia non sono divini egoisti, ma uomini egoistici. Solo la superstizione politica immagina ancora oggi che la vita civile debba essere tenuta insieme dallo Stato, mentre, al contrario, lo Stato, in realt, che tenuto insieme dalla vita civile 103 . Nella Sacra famiglia Marx entr nel vivo della concezione materialistica della storia che fu per la prima volta esposta in forma sviluppata nella Ideologia tedesca, nel Manifesto comunista e in altre importanti opere di Marx ed Engels. In San Max Marx mise a nudo la illusoria rappresentazione di San Sancio del diritto di successione, denunciando lerroneit dei concetti astratti di San Sancio in forza dei quali egli spiega il diritto di successione adducendo la necessit dellaccumulazione e la famiglia che esiste di fronte al diritto, ma lo spiega con la finzione giuridica del prolungamento del potere oltre la morte 104 . Marx constata che questa finzione giuridica viene sempre pi abbandonata da tutte le legislazioni, via via che la societ feudale si trasforma nella societ borghese: Sancio non poteva proprio scegliere un esempio pi infelice del diritto di successione, che mostra con la massima chiarezza la dipendenza del diritto dai rapporti di produzione 105 . E vogliamo sottolineare appunto, soprattutto, questultimo elemento. Pi avanti troviamo in Marx questo brano importante: certo che, come non ha mai ricavato da un osso fosforo, farina o calcio, nessun cane si mai messo in testa alcunch sul suo diritto allosso; proprio come San Sancio non si mai messo in testa di chiedersi se il diritto che gli uomini rivendicano su un osso e che i cani non rivendicano non sia connesso al modo in cui gli uomini trattano produttivamente questosso, ci che i cani non fanno. In un solo esempio, insomma, abbiamo qui tutto il metodo della critica di Sancio e la sua fede incrollabile nelle illusioni correnti. I rapporti di produzione degli individui, quali si sono avuti sinora, devono parimenti esprimersi come rapporti politici e giuridici 106 . Marx denuncia poi il feticismo del diritto borghese e dirige la forza possente del suo sarcasmo contro le illusioni giuridiche, contro i tentativi di rappresentare i rapporti politici e giuridici come potenze misteriose che sono in realt soltanto una conseguenza necessaria dellindipendenza acquistata dai rapporti reali di cui essi sono espressione 107 . Oltre a questo valore che hanno nella coscienza comune, dice Marx queste generalit acquistano ancora un valore e uno sviluppo particolare ad opera dei politici e dei giuristi, i quali sono assegnati al culto di questi concetti in seguito alla divisione del lavoro e vedono in essi, e non nei rapporti di produzione, il vero fondamento di ogni reale rapporto di propriet. San Sancio accetta ad occhi chiusi questa illusione, ed riuscito cos a far vedere come la propriet legale sia la base della propriet privata e come il concetto di diritto sia la base della propriet legale, cosicch ora pu ridurre tutta la sua critica a dimostrare che il concetto di diritto un concetto, un fantasma. Con questo San Sancio ha finito. Per farlo contento potremo dirgli ancora che la condotta seguta dai cani, quando trovano in due un osso, riconosciuta come diritto in tutti i codici primitivi: vim vi repellere licere, dicono le Pandette; idque ius natura comparatur, col che sintende ius quod natura omnia animalia uomini e cani docuit; ma che in seguito il rigetto organizzato della forza con la forza costituisce appunto il diritto 108 . Lo stesso diritto della societ borghese viene da Marx qualificato come privilegio dei ricchi, dei proprietari privati: [] tutta quanta la societ civile proprio questa guerra, luno contro laltro, di tutti gli individui, che si escludono reciprocamente solo per la loro individualit, luniversale, sfrenato, movimento delle forze elementari della vita sciolte dai vincoli dei privilegi. Lantagonismo tra lo Stato rappresentativo democratico e la societ civile il compimento dellantagonismo esistente nel mondo classico tra la comunit pubblica e la schiavit. Nel mondo moderno, ciascuno , nello stesso tempo, membro della societ schiavista e della comunit. Proprio la schiavit esistente nella societ civile , apparentemente, la maggiore libert, poich lindipendenza, apparentemente perfetta, dellindividuo, il quale crede che il movimento sfrenato, non pi tenuto a freno n da vincoli generali n dalluomo, degli elementi vitali a lui estraniati, come, ad esempio, propriet, industria, religione ecc., sia la sua propria libert, mentre non che la sua compiuta schiavit ed inumanit. Al posto del privilegio subentrato qui il diritto 109 . Che cos il diritto dal punto di vista della teoria marxista? Il vostro diritto non che la volont della vostra classe, innalzata a legge, una volont il cui contenuto determinato dalle condizioni materiali di vita della vostra classe 110 : sono parole del Manifesto comunista rivolte alla borghesia, che definiscono la concezione marxista del diritto. Il diritto, o sovrastruttura giuridica, pu e deve spiegarsi in ultima analisi con la struttura economica della societ, con i suoi rapporti di produzione: Questo Code pnal che tengo in mano non ha creato la societ borghese moderna. Al contrario, la societ borghese, sorta nel XVIII secolo e sviluppatasi ulteriormente nel XIX, trova in questo codice soltanto la sua espressione giuridica. Non appena esso cessa di corrispondere ai rapporti sociali, si trasforma in un semplice mucchio di carta 111 . In questa indicazione di Marx contenuto altres il riconoscimento della inevitabilit dello sviluppo del diritto che, per, non ha una propria storia, ma la cui storia organicamente connessa con lo sviluppo della societ civile, cio di quei rapporti sociali e, in primo luogo, di quei rapporti di produzione dai quali e sui quali sorge il diritto, lintera sovrastruttura giuridica come in generale quella politica. Appunto perci il diritto non pu essere pi elevato del livello della economia di una data societ, come, del resto, non pu essere al di sotto di quel livello. Esso deve corrispondergli o concordare con esso (Lettera di Engels a Conrad Schmidt del 27 novembre 1890). Tale circostanza esclude lidea di uno sviluppo del diritto in cui sia possibile la meccanica trasposizione di concetti e istituti giuridici da unepoca economica ad unaltra. Da questo punto di vista resta facilmente smascherata la teoria antimarxista e pseudoscientifica dei sabotatori Paukanis, Krylenko ecc. i quali affermano che il diritto sovietico non che diritto borghese recepito. La viziosit e il carattere pseudoscientifico di simili costruzioni teoriche si spiega con la deformazione dei fondamentali princpi della teoria marxista del diritto. Quando, per esempio, Paukanis parla delle due epoche di sviluppo culminante dei concetti giuridici generali di Roma col suo sistema di diritto privato e del XVII-XVIII secolo in Europa con luniversalismo della forma giuridica borghese e pensa di poter estrarre appunto dallanalisi di queste forme una definizione esatta e esauriente del diritto, egli abbandona il terreno della storia e deforma il marxismo, il quale insegna che ad ogni epoca economica della societ classista corrisponde un suo diritto e che una comprensione adeguata del diritto va tratta non gi dalla analisi del diritto sia pure nella sua forma pi sviluppata ma dallanalisi dei rapporti sociali e di produzione che generano quella data forma giuridica. Ecco perch una rozza deformazione della teoria di Marx sul diritto laffermazione dei Paukanis, dei Berman ecc. secondo cui il passaggio al comunismo non comporta il passaggio a forme nuove di diritto, ma lestinzione della forma giuridica in generale. Questa tesi antimarxista gravida di serie conseguenze pratiche: essa apre le porte ad un atteggiamento nichilista verso il diritto sovietico in quanto diritto borghese, allindebolimento degli istituti giuridici che sarebbero condannati allimmediata estinzione, al vero e proprio disarmo del proletariato che dovrebbe essere privato di una delle pi acuminate e potenti armi di lotta contro i nemici del socialismo. Il marxismo insegna che necessario utilizzare il diritto come uno dei mezzi di lotta per il socialismo, come uno dei mezzi per trasformare la societ umana su basi socialiste. Nello Stato sovietico il diritto sovietico interamente e completamente diretto contro lo sfruttamento e gli sfruttatori. Il diritto sovietico il diritto di uno Stato socialista degli operai e dei contadini, un diritto socialista chiamato a servire la lotta contro i nemici del socialismo e la causa della costruzione della societ socialista. Questi compiti vengono assolti dal diritto sovietico, in quanto diritto socialista, fin dal momento della sua nascita. Il diritto un insieme di regole della condotta umana stabilite dal potere statuale in quanto potere della classe che domina la societ, nonch delle consuetudini e delle regole di convivenza sanzionate dal potere statuale e attuate coercitivamente con lausilio dellapparato statuale al fine di tutelare, consolidare e sviluppare i rapporti e lordinamento vantaggiosi e favorevoli alla classe dominante. Il diritto sovietico attua la tutela e serve il consolidamento e lo sviluppo dei rapporti e dellordinamento sociali vantaggiosi e favorevoli al popolo lavoratore, agli operai, ai contadini, ai lavoratori intellettuali del Paese dei Soviet. Il marxismo insegna che il proletariato ha bisogno dello Stato anche per reprimere gli sfruttatori e per dirigere enormi masse della popolazione nellopera di organizzazione delleconomia socialista. Un ruolo di eccezionale rilievo spetta in proposito agli organi dello Stato come il tribunale, la cui attivit strettamente connessa con gli istituti giuridici, con le regole, le leggi, le consuetudini giuridiche, con le concezioni giuridiche e con il diritto nel suo insieme. La complessit dei rapporti sociali del periodo di transizione non consente neppure di pensare che sia possibile sempre e in ogni condizione di assolvere ai compiti di repressione soltanto mediante la diretta repressione amministrativa, con lausilio di misure e metodi straordinari ed eccezionali. Come ha dimostrato lesperienza della rivoluzione socialista nellURSS, la dittatura proletaria opera in questo campo anche con strumenti giuridici (tribunali, norme processuali, istituti processuali), organizzando e attivando il sistema giudiziario basato su princpi come la pubblicit, limmediatezza, il contraddittorio. Il proletariato ha bisogno del tribunale e della legge, di codici penali, civili e processuali. Il diritto penale sovietico esige a nome dello Stato sovietico una condotta determinata, un determinato rapporto verso gli obblighi civili, verso i doveri che esso pone e la cui esecuzione obbligatoria sotto minaccia di pena. Il diritto penale sovietico al tempo stesso espressione e elemento regolatore dei rapporti sociali che insorgono fra lo Stato sovietico e i cittadini in certi casi determinati dallo Stato e, a nome dello Stato, dallautorit, nonch nel concorso di certe circostanze, anchesse determinate dallautorit statuale. Come tutto il diritto socialista, anche il diritto penale sovietico espressione della volont statuale del proletariato. La volont, se essa volont dello Stato, deve essere espressa come legge emanata dallautorit, scrisse Lenin nellarticolo Una posizione contraddittoria, altrimenti aggiungeva la parola volont un vuoto soffio daria, un suono vuoto 112 . Sviluppando la dottrina di Marx ed Engels, Lenin e Stalin insegnano che bisogna saper utilizzare il diritto e la legge nellinteresse della rivoluzione socialista. Nel 1922, in una nota inviata a Kurskij, Lenin ebbe a scrivere: Noi non ammettiamo nulla di privato, per noi tutto nel campo delleconomia di diritto pubblico e non privato. Ammettiamo il capitalismo soltanto come capitalismo di Stato. [] Bisogna perci estendere lintervento dello Stato nei rapporti di diritto privato, ampliare il potere dello Stato di abolire i contratti privati, applicare non gi il corpus juris romani ai rapporti civili, ma la nostra coscienza giuridica rivoluzionaria, mostrare sistematicamente, tenacemente, con perseveranza in una serie di processi modello come si deve agire con intelligenza ed energia 113 . Parlando nellottobre del 1922 alla IV sessione del Comitato esecutivo centrale panrusso a proposito del Codice civile approvato in tale sessione, Lenin disse: Anche qui abbiamo cercato di rispettare i confini fra ci che legittima soddisfazione di ogni cittadino, connessa con lattuale circolazione economica, e ci che costituisce abuso della NEP e che in tutti gli Stati legale ma che noi non vogliamo legalizzare 114 . Per Lenin il Codice civile era diretto contro ci che costituiva un abuso della NEP e che in tutti gli Stati legale, cio contro i princpi borghesi e contro il contenuto borghese dei codici civili dei Paesi capitalistici. Stalin insegna che bisogna rafforzare la legalit socialista sottolineandone lessenzialit per la nostra marcia in avanti, che bisogna rafforzare la stabilit delle leggi sovietiche. Questa idea della stabilit delle leggi ha trovato espressione nella grande Costituzione staliniana, nel principio da essa sancito che la funzione legislativa spetta soltanto ed esclusivamente alla competenza del Soviet supremo, nella distinzione che essa fa fra leggi, ukaz, postanovlenie e rasporaenie. Perch necessaria la stabilit delle leggi? Essa necessaria perch rafforza la solidit dellordinamento statuale, la solidit della disciplina statuale, decuplica le forze del socialismo mobilitandole e orientandole contro le forze ostili al socialismo. Il diritto non pone soltanto diritti, ma anche obblighi. Leliminazione delle classi una nostra istanza fondamentale, senza di essa leliminazione del dominio di classe economicamente impensabile. Invece di per un diritto eguale di tutti io propongo: per eguali diritti ed eguali obblighi di tutti ecc. Eguali obblighi: per noi questo un complemento di particolare importanza del diritto eguale democratico-borghese, un completamento che toglie a questultimo il suo senso specificamente borghese 115 . Questo rilievo di Marx ed Engels contiene una indicazione di eccezionale importanza circa il senso del diritto borghese nel periodo di transizione di cui parla Marx nella Critica del programma di Gotha. Marx spiega (contro Lassalle) che nella prima fase del comunismo non v ancora eguaglianza e diritto eguale (diritto eguale di ognuno ad eguale prodotto del lavoro). Questo diritto ancora e sempre diritto ineguale giacch esso parte dalla applicazione di ununica, eguale misura a uomini differenti, diversi per i loro bisogni e per la loro situazione. Conseguentemente questo diritto ancora ineguale e in questo senso ancora diritto borghese. Ma il socialismo ha trasformato i mezzi di produzione in propriet comune e pertanto il diritto borghese gi caduto. In questa societ sono gi realizzati i princpi socialisti chi non lavora non mangia e per eguale lavoro, eguale quantit di prodotto. Necessariamente quella ingiustizia si conserva, ma viene sempre pi attenuata e ridotta, tende a sparire completamente. Al diritto ineguale lo Stato socialista appone una serie di correttivi: d ai lavoratori che ricevono un salario ineguale un diritto eguale e effettivo ai sanatori, alle case di riposo, alle cure mediche, allistruzione gratuita, alla pensione, ai sussidi e cos via. E fra laltro scrisse Lenin i singoli uomini non sono eguali, luno pi forte, laltro pi debole; uno sposato, laltro no, uno ha pi figli, laltro meno ecc. 116 : a questa ineguaglianza il potere sovietico apporta i suoi correttivi migliorando la situazione di chi ha molti figli, di chi ha una famiglia numerosa ecc. ecc. Cos va sviluppandosi il diritto socialista sovietico. Come mezzo di controllo da parte della societ, come mezzo di regolamentazione dei rapporti sociali, come metodo e mezzo di tutela degli interessi della societ socialista e dei diritti e interessi dei cittadini, il diritto sovietico assolve a una funzione sociale gigantesca, della quale lo Stato sovietico, fino alla sua totale estinzione, non pu fare a meno. Come lo Stato, anche il diritto si estinguer nella fase superiore del comunismo, quando tutti avranno imparato a fare a meno di regole speciali che definiscono la condotta degli uomini sotto minaccia di pena e con lausilio della coazione. Il diritto si estinguer quando gli uomini si saranno assuefatti talmente al rispetto delle fondamentali regole di convivenza da attuarle senza coazione. Ma fino ad allora necessario un controllo sociale generale, necessaria una rigida disciplina del lavoro e della convivenza ed occorre la subordinazione di tutto il lavoro della nuova societ allo Stato realmente democratico. Parte centrale della dottrina di Marx ed Engels la teoria della dittatura del proletariato, ricostruita e ulteriormente elaborata da Lenin, il quale ha scoperto il potere sovietico come forma statuale della dittatura proletaria, e dal compagno darmi di Lenin, Stalin, che ha arricchito il marxismo-leninismo di unulteriore elaborazione di tale problema. Stalin ha concretizzato le forme della lotta di classe del proletariato nelle varie fasi della costruzione socialista, le vie della trasformazione socialista del contadiname sotto la guida del proletariato, la definitiva risoluzione della questione nazionale. Sulla base della teoria di Marx ed Engels della dittatura del proletariato, Lenin e Stalin hanno documentato la realt e possibilit della vittoria del socialismo in un solo Paese a s preso smascherando cos la falsit delle teorie controrivoluzionarie trotskiste-bucharianiane. La teoria della dittatura del proletariato indissolubilmente connessa con la teoria dello Stato del periodo di transizione. Spetta a Marx di aver risolto appieno tale problema. La teoria di Marx ed Engels dello Stato del periodo di transizione a sua volta connessa con la teoria generale marxista dello Stato, la quale individua lorigine, lo sviluppo e la natura dello Stato. Sono noti gli importanti scritti che Marx ed Engels dedicarono a questo problema. Contro la rappresentazione idealistica e meccanica dello Stato dei teorici borghesi e pseudomarxisti il marxismo ha dimostrato la storicit dello Stato, che nasce ad un determinato grado dello sviluppo economico e ad un determinato grado dello sviluppo storico si estingue. Il marxismo ha tolto allo Stato i fiori della romanticheria idealistica e ha messo in luce lessenza e la natura dello Stato in quanto strumento delle classi dominanti, mezzo di oppressione e asservimento delle masse lavoratrici quando dominano gli sfruttatori, mezzo e arma di liberazione quando dominano i lavoratori. Tra le opere giovanili di Marx dedicate a tale questione sono particolarmente importanti Lideologia tedesca e il Manifesto comunista. NellIdeologia tedesca, nel capitolo su Feuerbach, Marx scrisse: Poich lo Stato la forma in cui gli individui di una classe dominante fanno valere i loro interessi comuni e in cui si riassume lintera societ civile di unepoca, ne segue che tutte le istituzioni comuni passano attraverso lintermediario dello Stato e ricevono una forma politica 117 . E pi avanti: [] tutte le collisioni della storia hanno la loro origine nella contraddizione tra le forze produttive e la forma di relazioni 118 . Ad un determinato grado del loro sviluppo, insegnano Marx ed Engels, le forze produttive si trasformano in forze distruttive e ogni volta la contraddizione tra le forze produttive e la forma delle relazioni scoppia inevitabilmente in forma di rivoluzione. NellIdeologia tedesca Marx ed Engels giunsero ad una completa teoria della rivoluzione proletaria e della dittatura proletaria dimostrando e ci fu brillantemente confermato dalle loro successive opere, specie dopo lesperienza della rivoluzione del 1848 e le lezioni della Comune di Parigi che al periodo di transizione dal capitalismo al comunismo corrisponde un periodo di transizione politica, uno Stato che non pu essere altro che la dittatura rivoluzionaria del proletariato. Marx ed Engels, inoltre, risolsero una delle questioni fondamentali: quella del rapporto fra dittatura del proletariato e democrazia, il problema di come la democrazia si trasformi nel passaggio al comunismo. Denunciando, come fu fatto di nuovo nel Manifesto comunista, la falsit della democrazia capitalistica cui si oppone la democrazia proletaria in tutta la ricchezza e grandezza dei nuovi princpi, Marx deline lo sviluppo ulteriore della democrazia proletaria e del nuovo Stato socialista che attua una spietata repressione degli sfruttatori utilizzando tutti i mezzi di coercizione propri dello Stato contro i nemici del comunismo e sviluppa un gigantesco sistema di provvedimenti intesi a disciplinare e educare al rispetto delle norme la nuova societ socialista. Questo Stato nuovo deve agire come una macchina speciale dellamministrazione statuale sommamente organizzata e armonica in tutte le sue parti, fino al momento in cui lo sviluppo delle forze produttive, labbondanza inusitata delle ricchezze materiali, la scomparsa delle contraddizioni tra lavoro fisico e lavoro intellettuale, nonch la scomparsa delle contraddizioni tra citt e campagna, non condurranno a quella nuova civilt socialista che render superfluo limpiego di una macchina speciale di gestione e coercizione avendo abituato gli uomini a tutelare essi stessi il sistema sociale socialista, e nella quale lo stesso Stato entrer nella fase della sua estinzione. Lenin e Stalin hanno arricchito la teoria dello Stato di Marx ed Engels con lesperienza di portata storica mondiale della costruzione del socialismo nellURSS. Nella teoria di Marx ed Engels dello Stato del periodo di transizione tiene un posto fondamentale laffermazione che inevitabilmente il proletariato pu vincere solo con la conquista violenta del potere, spezzando e distruggendo la macchina della amministrazione statuale espressa dalla societ basata sullo sfruttamento. Gi nel Manifesto comunista leggiamo: Il proletariato si servir della sua supremazia politica per strappare alla borghesia, a poco a poco, tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, vale a dire del proletariato stesso organizzato come classe dominante, e per aumentare, con la massima rapidit possibile, la massa delle forze produttive. Naturalmente sulle prime tutto ci non pu accadere, se non per via di interventi dispotici nel diritto di propriet e nei rapporti borghesi di produzione, vale a dire con misure che appaiono economicamente insufficienti e insostenibili, ma che nel corso del movimento sorpassano se stesse e spingono in avanti, e sono inevitabili come mezzi per rivoluzionare lintiero modo di produzione 119 . Nel Diciotto brumaio di Luigi Bonaparte, parlando della onnipotenza dellorganizzazione burocratica e militare creata dalla borghesia francese, di questo mostruoso organismo parassitario che avvolge come in una rete lintero corpo della monarchia assoluta che fu ulteriormente rafforzato e perfezionato da Napoleone, Marx scrisse: Tutti i rivolgimenti politici non fecero che perfezionare questa macchina, invece di spezzarla 120 . A questo proposito Lenin scrisse: In questo importante ragionamento il marxismo compie un grande passo avanti rispetto al Manifesto comunista []. Qui la questione viene posta concretamente e la conclusione che se ne trae estremamente precisa, determinata, praticamente tangibile: tutte le precedenti rivoluzioni hanno perfezionato la macchina dello Stato, e invece bisogna spezzarla, distruggerla. Questa conclusione la cosa principale, fondamentale nella teoria marxista dello Stato 121 . Nella prefazione di Marx ed Engels alledizione tedesca del Manifesto comunista (1872) si afferma che la Comune di Parigi ha fornito la prova che la classe operaia non pu impossessarsi di una macchina statale gi pronta e metterla in moto per i suoi propri fini 122 , come gi nel 1871 aveva scritto Marx nella Guerra civile in Francia. A questo passo della Guerra civile si richiam anche Engels venti anni dopo: Per lo Stato non in realt che una macchina per loppressione di una classe da parte di unaltra, nella repubblica democratica non meno che nella monarchia; nel migliore dei casi un male che viene lasciato in eredit al proletariato riuscito vincitore nella lotta per il dominio di classe, i cui lati peggiori il proletariato non potr fare a meno di amputare subito, nella misura del possibile, come fece la Comune, finch una generazione, cresciuta in condizioni sociali nuove, libere, non sia in grado di scrollarsi dalle spalle tutto il ciarpame statale. Il filisteo socialdemocratico recentemente si sentito preso ancora una volta da salutare terrore sentendo lespressione: dittatura del proletariato. Ebbene, signori, volete sapere come questa dittatura? Guardate alla Comune di Parigi. Questa fu la dittatura del proletariato 123 . un caso che i pi abietti rinnegati del marxismo del tipo dei Kautsky, dei Cunov, degli Adler ecc. si scaglino tanto rabbiosamente e freneticamente proprio contro la teoria di Marx della rottura della macchina statuale? Kautsky (La rivoluzione proletaria e il suo programma) cerc impudentemente di provare che, parlando della necessit di mandare in pezzi la macchina statuale borghese, Marx alludeva soltanto alla sua forma burocratico-militare. Secondo Kautsky il proletariato non ha bisogno di un apparato burocratico-militare e la repubblica democratica del tutto adatta alle finalit della dittatura proletaria. Scrisse Kautsky: Marx non pensava affatto che il proletariato non possa in alcun caso servirsi del potere conseguito senza preventivamente distruggere lapparato statale avuto in eredit. Marx respingeva soltanto una specifica forma di questo apparato: la sua forma burocratico-militare. [] Dalle stesse parole di Marx risulta evidente che la tesi non si riferiva affatto a tutti gli Stati esistenti []. Non ogni apparato statuale sufficientemente adatto a che il proletariato possa semplicemente impadronirsene e farlo funzionare ai suoi fini. A ci non adatto lapparato burocratico-militare. Soltanto la repubblica democratica atta allo scopo. L dove essa non esiste al momento in cui il proletariato vince, il proletariato vincitore deve crearla. Nel 1871 e poi ancora per lunghi anni questo compito sembr inevitabile. Gli ultimi anni hanno apportato un sostanziale cambiamento a questo riguardo. In quasi tutti i Paesi dEuropa il proletariato vittorioso trover belle pronta la repubblica democratica. Andando al potere esso non dovr distruggere la macchina statuale per intero, ma dovr soltanto eliminare i residui monarchici e i privilegi burocratici e militari. In unaltra opera (La concezione materialistica della storia) Kautsky cerca di provare che attualmente lapparato burocratico-militare dello Stato va passando in secondo piano e che lo Stato concentra adesso nelle sue mani una quantit crescente di funzioni che sono importanti anche per gli sfruttati. Perci gli sfruttati pensano sempre meno ad indebolire questo Stato e, anzi, pensano sempre pi a conquistare il potere statale e farlo servire ai propri fini per trasformare questo apparato da apparato di oppressione in apparato di liberazione. Non si pu pensare una pi cinica deformazione della teoria marxista dello Stato e della dittatura proletaria. Lenin e Stalin, smascherando le deformazioni kautskiane del marxismo, hanno ripulito la teoria marxista da ogni putridume e da ogni sporcizia opportunistica e controrivoluzionaria. La storica opera di Lenin Stato e rivoluzione e le opere di Stalin dedicate ai problemi della dittatura proletaria non hanno lasciato pietra su pietra del kautskismo, del trotskismo e di tutte le deformazioni controrivoluzionarie che colpirono al cuore la grande dottrina. Nel 1920, alla seduta solenne del Soviet di Bak, il compagno Stalin disse: Noi sapevamo teoricamente che il proletariato non avrebbe potuto limitarsi a prendere la vecchia macchina statale e metterla in moto. Questo nostro principio teorico, enunciato da Marx, venne interamente confermato dai fatti, quando ci trovammo di fronte a tutto un periodo di sabotaggi da parte dei funzionari zaristi, di impiegati e di una certa parte degli strati superiori del proletariato, periodo in cui il potere statale era completamente disorganizzato. Il primo e il pi importante strumento dello Stato borghese, il vecchio esercito e i suoi generali, venne demolito. Questo ci cost caro. In conseguenza di questa demolizione dovemmo stare per un certo tempo senza nessun esercito e fummo costretti a firmare la pace di Brest. Daltra parte non avevamo altra via duscita; la storia non ci indicava nessunaltra via per la liberazione del proletariato. Inoltre fu distrutto, demolito, un altro apparato di eguale importanza, che era nelle mani della borghesia, lapparato burocratico, lapparato dellamministrazione statale borghese. Nel campo della direzione delleconomia del Paese la circostanza pi caratteristica consist nel fatto che alla borghesia venne tolto il nerbo fondamentale della sua vita economica, le banche. Venne poi il lavoro volto a demolire i vecchi apparati della vita economica e ad espropriare la borghesia, la confisca delle fabbriche e delle officine e la loro consegna alla classe operaia. Infine la demolizione dei vecchi apparati di approvigionamento e il tentativo di costituirne dei nuovi, in grado di ammassare il grano e di distribuirlo alla popolazione. Come conclusione, la liquidazione dellAssemblea costituente. Queste sono allincirca le misure che la Russia sovietica fu costretta a prendere in questo periodo allo scopo di distruggere lapparato statale borghese 124 . In Stato e rivoluzione Lenin ha dato una esposizione esauriente del problema dellestinzione dello Stato mostrando linevitabile necessit di servirsi per un intero e lungo periodo di tempo dello Stato e del diritto proletario come possenti strumenti di trasformazione della societ socialista. Venti anni di dittatura proletaria, i suoi giganteschi successi che in un periodo eccezionalmente breve hanno consentito, nelle dure condizioni dellaccerchiamento capitalistico, lespansione delle forze produttive dellURSS, lo sviluppo del benessere materiale e culturale delle masse e delleconomia costituiscono una mirabile conferma della giustezza della teoria marxista, della dottrina di Marx, Engels, Lenin, Stalin, invincibile bandiera della rivoluzione proletaria. Il socialismo ha vinto sulla base di un forte potere della dittatura proletaria che ha permesso di organizzare la societ socialista secondo i princpi delleconomia socialista. Il socialismo ha vinto sulla base di una spietata repressione della resistenza dei nemici. Il socialismo ha vinto sulla base della fraterna e indistruttibile alleanza degli operai e dei contadini, sulla base della indistruttibile e fraterna amicizia di tutti i popoli del Paese dei Soviet. Il nostro Paese ha conseguito le sue grandi vittorie socialiste abbattendo tutti gli ostacoli sorti sul suo cammino, lavorando instancabilmente al rafforzamento del potere statuale dei Soviet, dellapparato statuale sovietico, di tutto il sistema statuale sovietico. Lulteriore avanzata dellURSS verso il comunismo possibile solo su questa strada sperimentata e verificata dalla storia, sulla via della lotta per lulteriore rafforzamento dello Stato sovietico e del diritto sovietico. I nemici del socialismo, i nemici dellURSS hanno cercato e cercheranno ancora di impedire questa vittoriosa avanzata dei popoli dellURSS verso il comunismo. Trotskisti e buchariniani hanno cercato di contrapporre alla teoria di Marx, Engels, Lenin, Stalin, le loro misere teoriuzze della impossibilit di costruire il socialismo in un solo Paese, della impossibilit di una solida e incrollabile alleanza fra operai e contadini, dellinevitabile crollo della grande politica leninista-staliniana, della instabilit dellalleanza dei popoli dellURSS, dellimpossibilit di superare con le nostre forze i pericoli e le difficolt. Alla teoria marxista-leninista-staliniana del diritto e dello Stato come strumenti socialisti di lotta e di vittoria per la ricostruzione comunista della nostra societ, questi signori hanno cercato di contrapporre invenzioni pseudo-scientifiche sul deperimento del diritto sovietico, sulla sua natura borghese che impedirebbe di attuare i compiti che stanno dinanzi alla rivoluzione proletaria, sulla estinzione dello Stato nel periodo della dittatura proletaria. Il traditore e sabotatore Bucharin ha sviluppato nel campo della metodologia generale e nel campo del diritto e della teoria dello Stato concezioni dirette a disarmare il proletariato. Nel 1916 Bucharin sostenne, sul problema dello Stato, della dittatura del proletariato e della lotta di classe concezioni chiaramente antimarxiste, anarchiche. In un articolo pubblicato in quello stesso anno Lenin denunci queste deformazioni buchariniane del marxismo scrivendo: Lautore pone la questione di quale sia la differenza tra socialisti e anarchici nei confronti dello Stato, ma risponde non a questa, bens allaltra questione di quale sia la differenza tra socialisti e anarchici nei confronti della base economica della futura societ. Naturalmente si tratta di una questione importante e necessaria. Ma da ci non deriva che si possa dimenticare la essenziale differenza tra socialisti e anarchici in merito allo Stato. I socialisti sono per lutilizzazione dello Stato moderno e delle sue istituzioni nella lotta per lemancipazione della classe operaia e parimenti per la necessit di utilizzare lo Stato per una originale forma di transizione dal capitalismo al socialismo. Questa forma di transizione, questo Stato la dittatura del proletariato. Gli anarchici vogliono abolire lo Stato, farlo saltare (sprengen) come si esprime in un punto il compagno Nota-Bene attribuendo erroneamente questa concezione ai socialisti. I socialisti lautore ha purtroppo citato in modo assai incompleto le parole di Engels che a ci si riferiscono accettano lestinzione, il graduale seppellimento dello Stato dopo lespropriazione della borghesia []. Per sottolineare la avversione in linea di principio per lo Stato bisogna capirla davvero chiaramente, mentre lautore questa chiarezza non lha. La frase sulle radici della statualit assolutamente confusa, non marxista e non socialista. Non la statualit si scontrata con la negazione della statualit, ma la politica opportunista (cio latteggiamento opportunistico, riformistico, borghese verso lo Stato) si scontrata con la politica socialdemocratica rivoluzionaria (cio con latteggiamento socialdemocratico rivoluzionario verso lo Stato borghese e verso lutilizzazione dello Stato contro la borghesia per abbatterla). Sono cose completamente, completamente differenti 125 . Fino al 1925 Bucharin tacque in merito a queste denunce di Lenin e soltanto nel 1925, un anno dopo la morte di Lenin, stamp con laiuto di Paukanis nella miscellanea La rivoluzione del diritto larticolo Per la teoria dello Stato imperialista, cio lo stesso articolo che a suo tempo Lenin non volle pubblicare (per la Raccolta del socialdemocratico). In una nota a tale articolo Bucharin os affermare che in quella discussione sullo Stato non aveva ragione Lenin, ma lui. La posizione di Bucharin, esposta nel suo articolo dellInternazionale giovanile, una posizione di negazione dello Stato nel periodo di transizione dal capitalismo al socialismo 126 , ha scritto il compagno Stalin a proposito delle rozze deformazioni del marxismo compiute dal traditore Bucharin. Bucharin sostiene la teoria anarchica che parla di far saltare lo Stato e non la teoria marxista della demolizione, della rottura della macchina dello Stato borghese. Lenin scrive pi oltre il compagno Stalin partiva precisamente dalla teoria marxista della demolizione della macchina dello Stato borghese, quando criticava la teoria anarchica che parla di far saltare, di abolire lo Stato in generale 127 . Cos, nel 1929, il compagno Stalin ha smascherato la teoria antimarxista, controrivoluzionaria di Bucharin che parla di far saltare lo Stato. Nello scritto Leconomia del periodo di transizione Bucharin, deformando la teoria marxista dello Stato, ha cos tratteggiato lo schema dellestinzione dello Stato dopo la vittoria della rivoluzione proletaria: La regolamentazione coercitiva esterna comincer a estinguersi: dapprima scompariranno lesercito e la flotta come strumenti della coercizione esterna pi aspra; poi il sistema degli organi punitivi e repressivi; pi avanti il carattere coattivo del lavoro e cos via. Lenin derise in modo distruttivo questo schema apponendovi la seguente nota: Non il contrario?: prima il pi avanti, quindi il poi e infine il dapprima 128 . Alla luce dei documenti resi pubblici dal processo contro il blocco antisovietico trotskista di destra, lo schema buchariniano di estinzione dello Stato dopo la vittoria della rivoluzione socialista assume un senso particolarmente sinistro e suggerisce lidea che questa teoria abbia un carattere provocatorio e proditorio del tutto cosciente. Non pensava forse Bucharin, propagandando concezioni di questo tipo, di aprire al nemico le porte del nostro Paese come si apprestava a fare insieme a Trockij e ai socialisti rivoluzionari di sinistra durante le trattative di Brest? Dopo la vittoria della rivoluzione socialista si pone al proletariato e alle masse lavoratrici nel loro insieme il compito di rafforzare al massimo il loro Stato sovietico. Tirando le conclusioni del primo piano quinquennale (nel 1933) il compagno Stalin mise in guardia contro ogni indulgenza in questa questione, contro lincomprensione della necessit di lavorare allulteriore rafforzamento dello Stato sovietico. Il compagno Stalin ammon che laccrescimento della potenza dello Stato sovietico aumenter la resistenza degli ultimi residui delle classi che si stanno estinguendo 129 . Appunto perch stanno estinguendosi e sono giunte ai loro ultimi giorni disse il compagno Stalin esse passeranno da un forma di attacco ad altre ancora pi violente, facendo appello agli strati arretrati della popolazione e mobilitandoli contro il potere dei Soviet. Non c bassezza e calunnia di cui questi ex non si servano contro il potere dei Soviet, attorno a cui non cerchino di mobilitare gli elementi pi arretrati. Su questa base possono rivivere e riprendere unattivit i gruppi sconfitti di vecchi partiti controrivoluzionari, socialisti-rivoluzionari, menscevichi, nazionalisti borghesi del centro e della periferia, possono rivivere e riprendere unattivit i residui degli elementi controrivoluzionari di opposizione trotskisti e fautori della deviazione di destra. Certo, non c da spaventarsene. Bisogna per tener conto di tutto questo se vogliamo finirla con questi elementi rapidamente e senza grandi sacrifici 130 . Il compagno Stalin ha denunciato tutto il danno di una inadeguata comprensione della tesi della eliminazione delle classi, della creazione di una societ senza classi e della estinzione dello Stato, che si risolve nella giustificazione della teoria controrivoluzionaria della estinzione della lotta di classe e dellindebolimento del potere sovietico. Degli uomini che ragionano cos il compagno Stalin ha parlato come di degenerati o di ipocriti che bisogna cacciar via dal partito. Labolizione delle classi non si ottiene attraverso lestinzione della lotta di classe, ma attraverso il suo rafforzamento. Lestinzione dello Stato si far non attraverso lindebolimento del potere statale, ma attraverso il suo rafforzamento massimo, indispensabile per annientare i residui delle classi che si stanno estinguendo, e per organizzare la difesa contro laccerchiamento del capitalismo, il quale ben lungi dallessere stato distrutto e non lo sar tanto presto 131 . La scienza del diritto sovietica ha sofferto non poco dei sabotatori e traditori che a suo tempo monopolizzarono lelaborazione teorica del diritto sovietico. Il danno subto dalla scienza del diritto sovietico ad opera di questi uomini si fa sentire ancor oggi. Bisogna riesaminare daccapo, ripulendole dal ciarpame e dal pattume, le opere del passato dedicate ai vari campi delle scienze giuridiche, dalla teoria generale e dalla filosofia del diritto al diritto penale, al diritto civile, al diritto processuale. Questo lavoro va gi svolgendosi sulla base della grande dottrina dei fondatori del marxismo Marx ed Engels e dei loro geniali continuatori Lenin e Stalin. Solo su questa base possono trovare giusta soluzione i compiti della scienza giuridica e pu trovare un coronamento degno della nostra grande epoca socialista il lavoro nel campo del diritto socialista sovietico. ________ 1 Rapporto alla sessione della Sezione di scienze sociali dellAccademia delle Scienze dellURSS del 27 aprile 1938. 2 I. Stalin, Questioni del leninismo, Roma, 1952, p. 590. 3 Ivi. 4 Lenin, Opere, vol. XVI, p. 353. 5 Ivi. 6 I. Stalin, op. cit., p. 590. 7 K. Marx-F. Engels, Manifesto del partito comunista, Roma, 1960, p. 64. 8 Op. cit., p. 65. 9 Op. cit., p. 75. 10 I. Stalin, op. cit., p. 590. 11 Lenin, op. cit., p. 349. 12 Ivi. 13 Op. cit., p. 350. 14 Lenin, Marx-Engels-Marxismo, Roma, 1952, p. 20. 15 Comte, Systme de politique positive, 1890, t. I, p. 361. 16 L. Duguit, Les transformations gnrales du droit civil, trad. russa, Gosizdat, 1919, p. 13. 17 Karner, Die soziale Funktion des Rechts, trad. russa, Moskva, 1923, p. 11. 18 Ivi. 19 Ivi. 20 G. F. erenevi, Teoria generale del diritto, fasc. I, Moskva, 1910, p. 280. 21 Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, Bari, 1954, p. 29. 22 Op. cit., p. 46. 23 Op. cit., p. 47. 24 Op. cit., pp. 55-56. 25 L. I. Petraickij, Teoria del diritto e dello Stato in relazione alla teoria della morale, vol. II, Sankt Peterburg, p. 480. 26 M. Rejsner, Il diritto. Il nostro diritto, il diritto altrui, il diritto in generale, Gosizdat, 1925. 27 Op. cit., p. 20. 28 K. Marx-F. Engels, Opere, vol. VII, p. 254. 29 K. Marx, Per la critica delleconomia politica, Roma, 1957, p. 10. 30 M. Rejsner, op. cit., p. 24. 31 Op. cit., p. 83. 32 Op. cit., p. 34. 33 K. Marx, Critica del programma di Gotha, in Il Partito e lInternazionale, Roma, 1948, pp. 231-232. La sottolineatura delle parole il diritto, invece di essere uguale, dovrebbe essere disuguale mia. 34 Lenin, Stato e rivoluzione, in Opere scelte in due volumi, vol. II, Mosca, 1948, pp. 190-191. 35 Lenin, Opere, cit., vol. XXV, pp. 6-7. 36 Lenin, Opere, vol. XXIV, pp. 335-336. 37 Op. cit., p. 314. 38 I. Stalin, Questioni del leninismo, cit., p. 143. 39 Ivi. 40 Op. cit., p. 486. 41 Lenin, op. cit., vol. XXVII, p. 26. 42 K. Marx-F. Engels, Manifesto del partito comunista, cit., p. 82. 43 Cfr. K. Marx-F. Engels, Opere, vol. XVI, parte I, p. 296. 44 M. Rejsner, op. cit., p. 244. 45 M. Rejsner, op. cit., p. 224. 46 Lenin, Marx-Engels-Marxismo, cit., p. 69. 47 P. Stuka, Il ruolo rivoluzionario del diritto sovietico, Moskva, 1931, p. 7. 48 Anche lespressione forma esige adeguata precisazione giacch questa formula generale non ci d alcuna determinazione: anche la morale e il costume sono in certo senso forme dei rapporti di produzione. 49 Sovetskoe pravo, 1922, n. 3, p. 10. 50 K. Marx, Zur Kritik der politischen Oekonomie, Moskva-Leningrad, 1934, p. 5. 51 Cfr. K. Marx-F. Engels, Opere, cit., vol. XII, parte I, p. 7. 52 Cfr. op. cit., vol. V, p. 498; vol. XII, parte I, p. 6. 53 In K. Marx, Miseria della filosofia, Roma, 1949, Appendice, p. 144. 54 K. Marx-F. Engels, Sul materialismo storico, Roma, 1949, p. 88. 55 K. Marx-F. Engels, Opere, cit., vol. XII, parte I, p. 7. 56 K. Marx-F. Engels, Lideologia tedesca, Roma, 1958, p. 324. 57 Op. cit., p. 325. 58 Ivi. 59 Ivi. 60 Ivi. 61 Op. cit., p. 326. 62 Ivi. 63 Op. cit., p. 339. 64 Op. cit., p. 362. 65 P. Stuka, Stato e diritto nel periodo della costruzione socialista, Revoljucija prava, 1927, n. 2, p. 20. 66 P. I. Stuka, Corso di diritto civile sovietico, vol. I, Moskva, 1927, p. 165. 67 Op. cit., p. 163. 68 Op. cit., pp. 16-17. 69 Op. cit., p. 70. 70 P. Stuka, Il ruolo rivoluzionario del diritto sovietico, cit., p. 96. 71 P. I. Stuka, Corso di diritto civile sovietico, cit., vol. III, Moskva-Leningrad, 1931, p. 10. 72 Ivi. 73 Eenedelnik sovetskoj justicii, 1929, n. 9-10, pp. 226-227. 74 G. S. Gurvi, Per la compilazione di un codice amministrativo, Vlast Sovetov, 1923, n. 3, p. 27. 75 V. Kobalevskij, Diritto amministrativo sovietico, Charkov, 1929, p. 34. 76 Op. cit., p. 187. 77 Prof. A. F. Evticheev, Princpi di diritto amministrativo sovietico, Charkov, 1925, p. 195. 78 Op. cit., p. 198. 79 Lenin, Opere, cit., vol. I, p. 410. 80 Op. cit., vol. XVI, p. 350. 81 Ivi, p. 350-351. 82 K. Marx, Un carteggio del 1843 e altri scritti giovanili, Roma, 1954, pp. 107-108. 83 K. Marx, Scritti politici giovanili, Torino, 1950, p. 110. 84 Op. cit., p. 111. 85 Op. cit., p. 186. 86 Op. cit., p. 182. 87 Ivi. 88 Ivi. 89 Op. cit., pp. 192-193. Sottolineatura mia, salvo che per le parole cacciatore di topi, nemico della legna, uno solo e morale. 90 Op. cit., p. 203. 91 Op. cit., p. 211. 92 Op. cit., p. 217. 93 Op. cit., pp. 222-223. 94 K. Marx, Un carteggio del 1843, cit., p. 56. 95 Op. cit., p. 69. 96 K. Marx-F. Engels, Opere, cit., vol. I, p. 532. 97 Ivi. 98 K. Marx, Per la critica delleconomia politica, Roma, 1957, pp. 10-11. 99 K. Marx, Opere filosofiche giovanili, Roma, 1950, pp. 124-125. 100 Op. cit., p. 18. 101 Op. cit., p. 138. 102 K. Marx-F. Engels, Opere, cit., vol. XIII, parte I, p. 317. 103 K. Marx-F. Engels, La sacra famiglia, Roma, 1954, p. 131. 104 K. Marx-F. Engels, Lideologia tedesca, cit., p. 361. 105 Ivi. 106 Op. cit., pp. 361-362. 107 Op. cit., p. 362. 108 Op. cit., p. 362. 109 K. Marx-F. Engels, La sacra famiglia, cit., p. 126. 110 K. Marx-F. Engels, Manifesto del partito comunista, cit., p. 82. 111 K. Marx-F. Engels, Opere, cit., vol. VII, p. 254. 112 Lenin, Opere, cit., vol. XX, p. 532. 113 Op. cit., vol. XXIX, p. 419. 114 Op. cit., vol. XXVII, p. 319. 115 K. Marx-F. Engels, Opere, cit., vol. XVI, parte II, pp. 196-197. 116 Op. cit., vol. XXI, p. 434. 117 K. Marx-F. Engels, Lideologia tedesca, cit., p. 60. 118 Op. cit., p. 72. 119 K. Marx-F. Engels, Manifesto del partito comunista, cit., pp. 87-88. 120 K. Marx-F. Engels, Il 1848 in Germania e in Francia, Roma, 1946, p. 352. 121 Lenin, Opere, cit., vol. XXI, pp. 387-388. 122 K. Marx-F. Engels, Manifesto del partito comunista, cit., p. 33. 123 F. Engels, Introduzione a La guerra civile in Francia, in Il Partito e lInternazionale, cit., pp. 141-142. 124 I. Stalin, Opere complete, vol. IV, Roma, 1951, pp. 430-431. 125 Lenin, Opere, cit., vol. XIX, p. 296. 126 I. Stalin, Questioni del leninismo, cit., p. 310. 127 I. Stalin, op. cit., p. 311. 128 Raccolta leninista, vol. XI, p. 400. 129 I. Stalin, Questioni del leninismo, cit., p. 487. 130 Op. cit., pp. 487-488. 131 Op. cit., p. 487.