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Banfo

Professore Carlo Sgarzi

a.s. 2009/2010
2 redazione IL  BANFO aNNO XVII

Professore responsabile:
Prof. Marco Arcioni

Redattori:
Arcioni Francesco 3B De Sanctis Olaf 5E
Incatasciato Andrea 3E Motta Federica 4B GN
Fornaro Silvia 3C Maffei Katarina 4B GN
Perego Eleonora 3C Galbiati Federica 1B LC
Pitingolo Alice 3B Mariani Dora 3C
Cappelletti Chiara 3C Fornaciari Francesca 2B LC
Mendicino Elena 3C Testa Alberto 3E
Giorgia Caruso 5A GN Bordogna Irina 4B GN

Impaginazione:
Cappelletti Chiara 3C
Galbiati Federica 1B LC

I contatti:
il banfo on-line: www.banfo.tk
forum del Banfi: www.banfo.forumfree.net
N umero
1 dicembre 2009
editoriale 3

La regola del 9
Lo scopo della prova del nove è quello di controllare il risultato di una molti-
plicazione. Ricordate? Nel quadrato in alto a sinistra si sommano le cifre del
primo fattore e si ripete l’operazione finchè non resta un numero con una
sola cifra. In alto a destra si procede in modo identico con il secondo fattore
della moltiplicazione. In basso a sinistra si moltiplicano i due numeri in alto
sulla croce e si riduce il risultato ad una sola cifra, e poi… (beh andate a rive-
derlo).
Forse non saranno gli assiomi di Peano (ma lo zero è o non è appartenente
ai numeri naturali?) ma alle elementari era un bel controllo, antico ma effi-
cace.
E al Banfi come vanno invece le prove? E’ giunta notizia anche al capoluogo
del contado della Martesana, già antico “vicus mercati” degli eventi e delle
ricorrenze dell’anno 2009? Se ne è parlato in classe, nei corridoi, nelle nume-
rose assemblee studentesche?
Ma si abbiamo qualche cosa da ricordare, in fondo siamo in un Liceo, si discu-
terà ben di certe cose. Non c’è stata addirittura una spedizione in quel di
Milano , destinazione Rotonda della Besana per la mostra su Darwin di cui
ricorreva il duecentesimo della nascita e il centocinquantesimo della pubbli-
cazione di “ On the origin of the species”?
L’anno però sta scappando e noi del Banfo abbiamo provato a ricordarne
qualcuno degli eventi avvenuti negli “anni del 9” e tentiamo a modo nostro,
come al solito, di parlarne.
Quindi letteratura, musica, arte e tanto altro, un poco serio ed un poco diver-
tente, stile Banfo insomma.
Con novità importanti, come il QUESTIONARIO delle pagine centrali, che sarà
presente con altri temi anche in tutti i prossimi numeri e i cui risultati saran-
no pubblicati di volta in volta.
Perciò: buona lettura! (forse con un po’ di rimpianto per non averle sentite
prima certe cose).
Ma, come dicevamo : “ non siamo in un Liceo?”
Qui di seguito potete leggere un breve elenco di queste “ricorrenze”, poi tro-
verete articoli a riguardo.
Bene noi speriamo se ne parli e se discuta. Certo, sentiamo già qualche com-
mento:” Ma avete dimenticato la tal cosa”. “Ma non vi ricordate che è stato
pubblicato quel romanzo?”. “Ma non era nato……..”
Dirlo e discuterne a scuola prima invece?. Buona lettura e buone feste da
tutta la redazione.

Prof.Marco Arcioni
4 editoriale IL  BANFO aNNO XVII
1609 Johannes Kepler pubblica “Astronomia Nova”.
1669 Isaac Newton viene nominato Lucasian Professor of Mathematics a Cambridge.
1789, 14 luglio.
1819 Alessandro Manzoni pubblica la sua prima tragedia “Il conte di Carmagnola”.
1809, 12 febbraio, a Shrevsbury, nasce Charles Darwin
1849, 17 ottobre, a Parigi muore Fryderyk Chopin.
1849 Camillo Benso Conte di Cavour viene eletto deputato
1859, 29 aprile, inizia la II guerra di indipendenza.
1859, 24 novembre, a Londra viene pubblicato in 1250 esemplari “On the origin of
species”
1859, 23 novembre, nasce Henry Mc Carty che sarà ricordato come Billy the Kid
1869, 23 agosto, a Garrettt, Kansas, nasce Edgar Lee Masters.
1879, 14 marzo, nasce Albert Einstein.
1899, 21 luglio, a OaK Park (Chicago) nasce Ernest Hemingway.
Sempre nel 1899 escono “Resurrezione” di L. Tolstoj; “Quando noi morti ci destia-
mo” di H. Ibsen; “The wind among the Reeds di W. B. Yeats.
1909,2 gennaio, nasce Riccardo Cassin, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi.
1909,16 luglio, August Horch fonda quella che sarà l’AUDI.
1919, nasce Gianni Brera.
1919 nasce Fausto Coppi (Fostò in Francia, forse l’unico ciclista non francese a cui
sia stato dato un nome francese): Giro di Italia del 49, Cuneo-Pinerolo, 192 Km di
fuga.
1919, 12 aprile, Walter Gropius viene chiamato a dirigere lo “ Staatliches BAUHAUS
in Weimar.
1929, crollo della Borsa a Wall Street.
1939 James Joyce pubblica “Finnegans Wake”
1939, esce “Ombre rosse” di John Ford.
1949, 2 marzo, primo giro del mondo in aereo senza scalo (Cap. James Callogher,
Boing B 50 A)
1959, 26 agosto, lancio della “Mini” progettata da Alec Issigonis.
1969, febbraio, 19° Festival di Sanremo, vince Iva Zanicchi cantando “Zingara”.(ah
ah ah)
1969, 20 luglio, 4.17 P.M. Neil Armstrong e Buzz Aldrin posano i piedi sulla luna.
1969, 15-17 agosto, The Woostock music and art Festival.
1969, 30 e 31 agosto, festival dell’isola di Wight.
1969, 25 ottobre, esce “UMMA GUMMA” dei Pink Floyd.
1969, 12 dicembre, strage di Piazza Fontana, Milano.
1979, 2 febbraio, muore Sid Vicious.
1979, Stephen Hawking viene nominato Lucasian Professor of Mathematics a
Cambridge, la stessa cattedra che era sta assegnata ad Isaac Newton 300 anni
prima.
1979, 4 maggio, Margareth Tatcher, è la prima donna a diventare primo Ministro in
G.B.
1979, 30 novembre, esce “The Wall” dei Pink Floyd.
1989 giugno, Piazza Tianamnen, Pechino.
1989, 9 novembre, Berlino, cade IL MURO.
2009, dicembre, viene pubblicato questo numero del Banfo!
N umero
1 dicembre 2009
scuola 5

Arrivederci, eterno
Peter Pan!
Non mi è facile quest’oggi mettermi qui, davanti alla schermata bian-
ca di una pagina Word a scrivere: le parole non escono fluide, non
sento i battiti regolari dei miei polpastrelli sulla tastiera, perché oggi
non devo scrivere di attualità o di storia, devo fare molto di più. Devo
scrivere di un uomo che ha fatto la storia del nostro liceo. È quasi sur-
reale, quasi impossibile pensare che il professor Sgarzi non ci sia più;
”Credevo che lei fosse immortale” scrive una sua studentessa di 4A.

Non sono stata una sua alunna, e non ho avuto l’occasione di cono-
scerlo direttamente, ma penso che anche involontariamente lui abbia
lasciato qualcosa, un qualcosa ad ognuno di noi, ad ogni singolo stu-
dente della scuola: un messaggio, un insegnamento, oppure un sem-
plice ricordo.

Che gioia quando veniva a farci le supplenze al ginnasio. Noi rimane-


vamo come incantati, osservando l’inchiostro che usciva dalla sua
penna, andando ad abbellire il registro con quella sua stupenda gra-
fia. Pendevamo ammaliati dalle sue labbra, mentre ci raccontava inte-
ressanti storie; poi pian piano, supplenza dopo supplenza, l’ideale del-
l’uomo di cultura che avevo ben chiara nella mia mante andava a
sovrapporsi con la sua persona. In effetti è vero… la cultura del pro-
fessore e il suo amore per l’insegnamento dovevano essere davvero
sconfinati. Ne è dimostrazione tangibile il numero immenso di lettere
che studenti, colleghi, ma anche amici, gli hanno indirizzato e che, ne
sono sicura, anche lui da lassù avrà letto e amato.

Le ho lette tutte e devo dire che per più di un’ora sono rimasta con gli
occhi pieni di lacrime, fissi sullo schermo. Ogni lettera mi è apparsa
speciale, ognuna racchiudeva miriadi di ricordi diversi… eppure tutte
erano accomunate da un significato di fondo che, a mio parere, può
6 scuola IL  BANFO aNNO XVII
essere contenuto in questa semplice frase di una sua alunna di 4A.
“Quando entrava in classe aveva sempre un sorriso, ed era un sorri-
so sincero perché era tanta la sua voglia di insegnare, e io la ricorde-
rò così, con un sorriso sulle labbra, con la sua disponibilità nell’inse-
gnarci e nel perdonarci se non stavamo attenti, con la sua eterna e
mai mancata voglia di renderci persone migliori”.

Non si limitava ad essere un ottimo insegnante, voleva essere un


maestro di vita. Voleva il meglio dai e soprattutto per i suoi alunni.
Eppure proprio lui, che sembrava invincibile e indistruttibile, forse
anche perché viveva, come dice il professor De Stefani ”con i piedi
saldamente poggiati sulle nuvole” ci ha lasciato per primo e la notizia
della sua morte, arrivata con il suono della campanella della mattina
del 7 novembre, ci ha colpiti “come un pugno in faccia”.

Concludo semplicemente con un augurio personale, ma che penso e


spero possa essere fatto a nome di molti di noi: possa lei, nostro
“eterno Peter Pan dal sorriso disarmante”, essere accompagnato nel
suo ultimo viaggio verso l’Isola Che Non C’è dai suoi sogni - bizzarra-
mente concreti - e da tutti i suoi progetti. Le auguro con tutto il cuore
che in quel posto, così lontano e magico, dopo la seconda stella a
destra, tutti i suoi desideri si possano avverare. Arrivederci prof!

Francesca Fornaciari 2B LC
N umero
1 dicembre 2009
scuola 7

Professore carlo Sgarzi


8 scuola IL  BANFO aNNO XVII

Professore Carlo Sgarzi


N umero
1 dicembre 2009
SCIENZE 9

1859, 150 anni


di evoluzione
24 novembre 1859: una data qualunque, se non avesse dato il via ad una
rivoluzione culturale che dura ancora oggi; “L’origine delle specie”, pubblica-
ta da Charles Robert Darwin, ha cambiato per sempre la nostra visione del
mondo e ci ha permesso di arrivare a conclusioni impensabili nel 1800. Ma
chi era innanzitutto Darwin? Per capire il suo percorso, possiamo partire dalle
radici di quest’uomo straordinario. Charles era un ragazzo come tutti noi, un
po’ svogliato nello studio, iscrittosi alla facoltà di medicina per compiacere il
padre, ma con le idee rivoluzionarie del nonno, che gli permisero fin dalla
giovane età di appassionarsi alla natura e al mondo che lo circondava. La
stessa curiosità che lo spingeva a compiere esperimenti, gli permise di intra-
prendere un’avventura attorno alle coste del Sud America, a bordo del
Beagle; partito per una spedizione cartografica, tornò in Inghilterra arricchi-
tosi di ogni sorta di informazioni, appunti, campioni da studiare, che innesca-
rono in lui una catena di pensieri, culminanti nella famosa teoria dell'evolu-
zione per selezione naturale e sessuale.
Nel 2009, a 150 anni dalla pubblicazione di una delle sue opere più impor-
tanti, il concetto di evoluzione appare banale, si è introdotto nel linguaggio
comune, ma al tempo di Charles Darwin sollevò non poche polemiche. In una
società prevalentemente di idee fissiste, dove l’idea di un Dio creatore e di
immutabilità degli esseri viventi non erano mai state messe in discussione,
ecco che la sconvolgente teoria di Darwin sollevò non pochi dubbi. Egli con i
suoi scritti spaccò letteralmente la società dell’800, e per questo motivo fu
ampiamente criticato; se ai nostri giorni, infatti, i suoi libri e le opere scritte
su di lui si trovano comunemente sugli scaffali di biblioteche e librerie, per
Darwin all’epoca non fu poi così facile pubblicare la sua opera e soprattutto
spiegare le ragioni che lo avevano portato a tali conclusioni. Criticato e rite-
nuto un pazzo, venne additato come eretico; tuttavia, nonostante le difficol-
tà incontrate che gli avevano permesso di pubblicare “L’origine delle specie”
solo molti anni dopo il suo ritorno dal viaggio, Darwin trovò la convinzione e
i mezzi necessari per pubblicare un successivo e ancora più incredibile volu-
me sugli studi effettuati, “L’origine dell’uomo”.
Le teorie di Darwin, che pur ignorante in materia di genetica diede in qual-
che modo inizio allo studio di questa branchia della scienza, sono indubbia-
10 SCIENZE IL  BANFO aNNO XVII
mente eccezionali, ma allo stesso tempo, se sul piano scientifico le prove del-
l’evoluzioni sono state trovate (lo studio dei fossili, l’embriologia, l’anatomia
comparata sono solo alcune delle prove a sostegno delle tesi di Darwin), ci
possiamo porre la domanda se l’uomo, considerato l’essere perfetto, si sia
evoluto e in che modo. Dal rango delle scimmie antropomorfe, i nostri più
lontani antenati si sono adattati alle condizioni di vita imposte dall’ambien-
te, vedi la selezione naturale, imparando a maneggiare utensili, a stare in
posizione eretta e a ragionare, modificando l’ambiente intorno a sé, senza
rendersi conto in molte occasioni di danneggiarlo; e così, quella che un
tempo si chiamava evoluzione umana, si sta lentamente trasformando nel-
l’evoluzione della tecnologia: l’uomo rimane uguale, differenti sono i suoi
rapporti con l’habitat.
Senza dubbio Darwin aveva capito molte cose, e se avesse continuato le sue
ricerche probabilmente avrebbe illuminato ulteriormente la società dell’800,
ma allo stesso modo era inconsapevole degli effetti che la sua evoluzione
avrebbe avuto nei secoli a venire. In ogni caso bisogna rendere omaggio ad
un personaggio tanto affascinante come Charles Darwin, celebrarlo come nel
Regno Unito, dove il Darwin Day è diventato una celebrazione annuale. In
Italia, per ricordare le due date più importanti della sua vita (il duecentesi-
mo anno dalla nascita e il centocinquantesimo dalla pubblicazione dell’ope-
ra), sono state istituite molte mostre interessanti che si spostano in tutta
Italia per far conoscere in modo originale e vero la figura di Darwin, attra-
verso filmati, riproduzioni di modellini e addirittura con esemplari di animali
discendenti delle specie osservate da uno studioso che è andato controcor-
rente, ma che in fondo aveva ragione.

Eleonora Perego 3C
N umero
1 dicembre 2009
LETTERATURA 11

1899, Hemingway
21 luglio 1899. A Chicago nasce Ernest Hemingway, destinato a segnare la
storia della letteratura americana. La sua famiglia è colta, ed egli è un ado-
lescente proprio come noi; ama la natura e gli animali, i suoi hobbies sono
la caccia e la pesca, trascorre insomma un’infanzia tranquilla. Scrive sui gior-
nali scolastici e pubblica racconti e articoli di cronaca per un quotidiano, il
Kensas City Star. Ma improvvisamente scoppia la Prima Guerra Mondiale, a
cui partecipa come volontario, e da quel momento la sua vita cambia. Assiste
a morte e distruzione ovunque, ed egli stesso viene più volte ferito. Si sposa
quattro volte, ed in seguito al alcuni tristi eventi inizia a bere, vizio che non
perderà fino alla morte. Prende parte anche alla Seconda Guerra Mondiale,
ed infine, colpito da gravi malanni fisici e psichici, la mattina del 2 luglio 1961
si spara un proiettile in testa, ponendo fine alla sua esistenza, lasciando tut-
tavia dietro di se un patrimonio letterario di non poco conto.

Di certo Hemingway non ebbe una vita felice; tuttavia io penso che forse, se
non avesse subito queste numerose disgrazie, non sarebbe diventato il cele-
bre scrittore che conosciamo al giorno d’oggi. Personalmente credo non fosse
solo uno scrittore, ma molto di più: non si limitava a scrivere parole e frasi
su dei fogli bianchi, ma si immergeva in esse come ognuno di noi è immer-
so nella propria vita. “Mi addentrai nella storia e mi ci smarrì”.

Scrivendo, egli riversava sulla carta non solo le storie dei suoi personaggi,
spesso ispirati a persone reali che aveva conosciuto, ma soprattutto vi river-
sava ciò che lui era, esprimendo i suoi ideali, liberandosi di tutti i pensieri,
esorcizzando le angosce e le paure che la sua vita turbolenta di certo non gli
risparmiava. È infatti proprio da queste che egli traeva spunto per le sue
opere, affermando che “Gli scrittori si forgiano nell’ingiustizia come si forgia-
no le spade”, rispecchiando perfettamente la dura realtà con cui Hemingway
era quotidianamente costretto a confrontarsi.

Dai suoi racconti e romanzi emerge la sua visione della vita, come una real-
tà difficile da sopportare, che offre frequentemente illusioni, parvenze di spe-
ranza, che alla fine vengono in gran parte deluse. Lo scrittore nei suoi libri ci
parla dell’eterna lotta dell’uomo per la sopravvivenza, dei continui sacrifici
che ognuno di noi deve fare per procurarsi la stabilità, ma che purtroppo non
sempre vanno a buon fine. Questa concezione dell’esistenza è evidente
soprattutto in uno dei suoi romanzi più famosi “Il vecchio e il mare” e in
12 LETTERATURA IL  BANFO aNNO XVII
“Fiesta”, ma in fondo è presente in tutte le sue opere. Per il “papa”, così egli
era soprannominato, la scrittura costituiva l’unico rifugio sicuro dalle tempe-
ste della vita, una valvola di sfogo, un mondo personale dove poter condur-
re un’esistenza pacata, quasi una seconda vita, alternativa e migliore di quel-
la reale.

Ci sarebbero davvero molte cose da dire sul suo conto, ma preferisco parlar-
vi di quella che era la sua “routine”. Provate a immaginarvelo: si svegliava
all’alba, quando ancora dalle finestre non filtravano che deboli raggi, dise-
gnando giochi di luce sulle pareti della sua camera. Poi, rimanendo in piedi,
con la macchina da scrivere su un piano d’appoggio all’altezza del petto,
estraeva uno alla volta dal fermacarte sottili fogli di carta velina, e dopo aver
temperato con cura una matita, si calava nel suo mondo di parole, dove nien-
te poteva inquietarlo, e nessuno poteva raggiungerlo. Ne “Il principio dell’ice-
berg” afferma che rimaneva immerso nei suoi racconti fino all’ora di pranzo,
e il giorno seguente ricominciava. Cito una sua frase che apprezzo partico-
larmente: “E quando mi fermo mi sento svuotato, ma allo stesso tempo
anche carico, come quando ho fatto l’amore con qualcuno che amo. Non c’è
niente che mi possa turbare, niente che mi possa ferire, niente che significhi
niente fino all’indomani, quando ricomincio di nuovo”.

Mentre rileggevo questo articolo l’ennesima volta, e mi affannavo disperata-


mente a buttar giù una conclusione ascoltando musica, de Andrè mi ha sug-
gerito una delle sue perle di saggezza: "dai diamanti non nasce niente, dal
letame nascono i fiori".

Forse è questa la grande differenza fra i semplici scrittori e i grandi geni della
letteratura: questi ultimi sono capaci di far sbocciare opere meravigliose pro-
prio grazie alle esperienze peggiori, e non parlo solo delle guerre.
Già. Questo fu Ernest Hemingway.

Giorgia Caruso 5A GN
N umero
1 dicembre 2009
disegno 13

Professore Carlo Sgarzi


14 bacheca IL  BANFO aNNO XVII

Eccoci nella nuova rubrica del giornalino preferito dal


Liceo Banfi!
(Gli studenti, s'intende, anche se i banchi e i cestini
della carta potrebbero protestare..)

Due righe basteranno per spiegare una delle nuove ini-


ziative di quest'anno, per l'appunto la BACHECA.
Per rendervi più partecipi rispetto ad una focaccia
all'interno della vita scolastica, per far si che i vostri
annunci si diffondano meglio che in una bacheca del-
l'aula sosta, per dire la vostra opinione, mandarci arti-
coli, per insultarci se dovete o per provarci con qualche
bellissimo/a redattore, non esitate.
Aprite un documento word e spediteci i vostri scritti,
lunghi o corti, sensati o meno che siano.

Per qualsiasi cosa, quindi:


redazione.banfo@gmail.it

Colgo l'occasione, facendo le veci di tutta la redazione


del giornalino, per augurarvi
Buone Feste!
N umero
1 dicembre 2009
quaestio 15

Questionario
“Noi e i nostri prof.”
o come direbbe Woody Allen:
“Tutto quello che avreste voluto sapere e non
avete mai saputo su… i prof. del Banfi”

Staccate queste pagine.


Rispondete alle domande.
Conservatele con cura.
Fra due giorni passeremo a ritirarle e……
Le risposte sul prossimo numero!
come rispondere:
1- poco
5- molto
16 QUAESTIO IL  BANFO aNNO XVII
1) Sei soddisfatto del rapporto umano instaurato con i tuoi inse-
gnanti?
1 2 3 4 5

2) Pensi che le valutazioni siano obiettive?


1 2 3 4 5

3) Come giudichi la preparazione dei professori?


1 2 3 4 5
4) Ti ritieni soddisfatto del livello dell’insegnamento?
1 2 3 4 5

5) Ritieni che a volte le opinioni etiche e politiche dei tuoi inse-


gnanti influenzino la loro esposizione di un argomento?
1 2 3 4 5

6) Quanto i “preconcetti” su un allievo possono influire sulla


valutazione?
1 2 3 4 5

7) Sei soddisfatto dei tuoi libri di testo?


1 2 3 4 5

8) Quanto le aule e i laboratori sono utilizzati in modo opportu-


no?
1 2 3 4 5

9) Gli argomenti trattati hanno suscitato in te nuovi interessi?


1 2 3 4 5
10) Le attività di orientamento in entrata/uscita sono sufficien-
ti?
1 2 3 4 5
N umero
1 dicembre 2009
QUAESTIO 17
11) Come giudichi le attività extracurricolari proposte?
1 2 3 4 5
12) Quanto sono disponibili gli insegnanti a discutere con gli
studenti?
1 2 3 4 5
13) Quanto ritieni importante il maggior utilizzo di strutture
multimediali nell’insegnamento?
1 2 3 4 5

14) Confidi i tuoi problemi personali a qualche professore?


1 2 3 4 5

15) Quanto sei rimasto soddisfatto delle esperienze di acco-


glienza del primo anno?
1 2 3 4 5
16) Provi un senso di appartenenza al tuo liceo?
1 2 3 4 5
17) Quanto pensi essere influente nelle decisioni generali prese
nella scuola?
1 2 3 4 5

18) Quanto pensi sia la considerazione che il tuoi insegnanti


hanno verso gli alunni?
1 2 3 4 5

19) Come giudichi il primo impatto con i tuoi nuovi insegnanti?


1 2 3 4 5

20) Credi che nella scuola si possa avere una crescita persona-
le oltre che “culturale”?
1 2 3 4 5
18 quaestio IL  BANFO aNNO XVII
Professore Carlo Sgarzi
N umero
1 dicembre 2009
SPORT 19

1919, nasce Fausto Coppi


UN UOMO SOLO AL COMANDO
Quando la centrifuga delle immagini vomitate non aveva ancora narcotizzato i
ragazzi usciti dagli anni della guerra elargendo pensieri preconfezionati, si stava
con l'orecchio attaccato alla radio, non si aveva la percezione visiva dell'avveni-
mento, si ascoltava e si lasciavano sciolte le briglie dell' immaginazione.
Ci dovevi mettere del tuo insomma. Ma non eri solo. I radiocronisti ti davano una
mano e dipingevano parole che descrivevano, commentavano facevano presuppor-
re.
Allora si riconosceva la voce, il resto veniva da solo, così come le invenzioni, il
“quasi goal” di Nicolò Carosio, che aveva iniziato con la radiocronaca dei campio-
nati mondiali di calcio del 34.
II ciclismo era uno sport duro, per gente povera, un po' come il pugilato negli
States, e non e solo leggenda o retorica.
Leggenda è invece diventata la radiocronaca di Mario Ferretti: “Un uomo solo e al
comando. Ha la maglia biancoceleste della Bianchi. II suo nome è Fausto Coppi."
II suo nome è Fausto Coppi e metà Italia era in delirio, si perchè l'altra metà tifa-
va Gino Bartali.
Preappennino padano. Capoluogo di provincia: Alessandria. La strada che sale da
Tortona. Castellania.
Costoni di argilla, roveri, olmi, ontani. II campanile di san Biagio batteva le 17.00
quando Fausto Coppi venne alla luce.
II padre di Fausto, Domenico, fu il primo proprietario di bicicletta a Castellania. La
seconda la comprò lo zio calzolaio, una Aquila con manubrio basso, la prima caval-
cata dal piccolo Fausto che, non amando la massacrante vita da contadino, fu man-
dato a Novi, per imparare a fare il salumiere.
“Uno zingaro" dice sua madre “e magher".
Tutto il resto e storia, come la foto che lo ritrae mentre si passa la borraccia del-
l'acqua (si dell'acqua!) con il rivale di sempre, Gino Bartali (vi immaginate
Cannavaro che si rivolge all'arbitro dicendo “Si è vero ho commesso un fallo da
rigore"); come le 122 vittorie; 5 Giri d'Italia; 2 Tour de France (in accopiata nel 49
e nel 52) 33 gare in linea (5 Giri di Lombardia e 3 Milano-Sanremo). E il Giro
d'Italia del 49, trentaduesima edizione, 19 tappe dal 21 maggio al12 giugno. La
“Cuneo-Pinerolo" di 254 Km con i passi Maddalena, Col de Vars, Col de I'Izoard,
Monginevro e Sestriere.
Centonavantadue chilometri in fuga solitaria.
Forse erano altri tempi. Forse era un'altra Italia. Forse le immagini di Coppi che
sale i tornanti dello Stelvio fra la neve, lasciando il vuoto aIle spalle appartengono
ormai al passato. Ma guardatele quelle immagini; andatele a cercare nella
“rete"che tutto offre e nulla chiede, osservate la gente ai margini delle strade che
magari lo stava aspettando da ore, e noterete (come diceva mio padre) che quan-
do Fausto Coppi in salita inizia a spostarsi indietro sulla sella, la gara e finita, per-
che “al va".
Prof.Marco Arcioni
20 STORIA IL  BANFO aNNO XVII

1939,
Probabilmente pochi di noi hanno dato grande peso, il 1° settembre scorso,
alla ricorrenza dei settant’anni dall’invasione nazista della Polonia, casus belli
del secondo conflitto mondiale: abituati a vivere nella pace, un evento simi-
le ci è apparso lontano nel tempo e nello spazio, una di quelle notizie da tele-
giornale che si sentono e si dimenticano subito; eppure, a ben vedere, quel
giorno avrebbe modificato le sorti del mondo. Vale dunque la pena, a mio
parere, esaminare un po’ meglio un fatto tanto importante.
Dopo alcuni falsi incidenti di confine inscenati subdolamente dalla Germania
hitleriana per far credere che fossero i Polacchi a volere la guerra, la matti-
na del 1° settembre un’immensa armata varcò i confini con la Polonia ed ini-
ziò così la blitzkrieg, la “guerra lampo”, una strategia che consisteva nell’in-
viare quante più truppe in poco tempo per piegare il nemico con un assalto
improvviso. Le difese polacche, mal comandate e, probabilmente, non pre-
parate a sopportare l’attacco, ressero finché poterono alle 6 Panzerdivisionen
di 2400 carri armati, ai 1180 aerei d’assalto tra bombardieri in picchiata Ju
87 “Stuka”, bombardieri a medio raggio He 111 e quasi 250 aerei per il bom-
bardamento navale, e alle numerose divisioni di fanteria, per un totale di
approssimativamente 1.850.000 uomini, coadiuvati da divisioni meccanizza-
te e da reparti di artiglieria. I Polacchi, a quanto pare troppo ottimisticamen-
te, facevano affidamento su immaginari rinforzi francesi e inglesi che, in real-
tà, non giunsero; a rendere la situazione ancora più grave contribuirono i
Sovietici, che il 17 settembre occuparono la metà orientale della Polonia
approfittando della prossima caduta della metà occidentale, ormai destinata
a finire in mano tedesca.
Il motivo per cui i Sovietici e i Tedeschi non si scontrarono tra loro è molto
semplice: risponde al nome di Patto Molotov-Von Ribbentrop, un accordo
segreto firmato tra URSS e Germania proprio per spartirsi la Polonia la quale,
pur senza averlo mai comunicarlo ufficialmente, si sarebbe arresa ai primi di
ottobre.
Historia magistra vitae, si dice; che lezioni si possono trarre dal 1° settem-
bre 1939?
Non sono abbastanza idealista per concludere che la seconda guerra mon-
diale si sarebbe potuta evitare in qualche modo, visti i presupposti; tuttavia,
sicuramente, se alcuni Paesi democratici (e mi riferisco in particolare a quei
due, Francia e Gran Bretagna, che non intervennero in aiuto della Polonia)
non avessero concesso così tanto a Hitler, con quella politica di Appeasement
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storia 21

POLONIA
che, già l’anno precedente nella conferenza di Monaco, aveva praticamente
regalato al dittatore la Cecoslovacchia, si sarebbe potuta organizzare una più
efficiente risposta al dominio nazista in Europa e, chissà, forse la guerra
sarebbe potuta finire prima, magari senza nemmeno il coinvolgimento cata-
strofico dell’Italia a partire dal 1940. Il futuro primo ministro inglese Winston
Churchill, una delle poche voci che si levarono contro la conferenza di
Monaco, nel 1938 dichiarò: “Britain and France had to choose between war
and dishonour. They chose dishonour. They will have war”. Non penso sia
necessaria una traduzione.
Questo ci insegna che non bisogna essere troppo accondiscendenti con i
tiranni: lo sanno bene Francia e Gran Bretagna, che in seguito pagarono caro
il proprio atteggiamento. Ci dice anche che due ideologie così diverse, quel-
le della Germania nazista e dell’Unione sovietica comunista, si trovavano
tranquillamente d’accordo sulla spartizione di un Paese democratico come la
Polonia, incuranti del diritto all’autodeterminazione di un popolo.
Come ultimo punto mi sento di sottolineare che nessuno dei Paesi citati era
senza macchia: ognuno commise delle inadempienze, degli errori o dei deli-
berati atti immorali. Bisogna tuttavia togliersi dalla testa l’idea che tutti siano
“cattivi” in ugual misura: alcuni lo sono di più.
Ricordiamoci quindi di quel 1° settembre 1939 in cui caddero le speranze di
molte persone e facciamo in modo che non si ripeta mai più; abbiamo la for-
tuna di vivere in Paesi democratici, quindi amiamoli, pur con i loro difetti, e
non facciamoci mai “mettere i piedi in testa” da dittatori folli, di destra o di
sinistra che siano. Se questo vi sembra poco, immaginatevi sbarre che si sol-
levano ad un confine e una colonna di elmetti grigi avanzare verso di voi al
passo dell’oca…

Olaf De Sanctis 5E
22 CULTURA IL  BANFO aNNO XVII

1969, The Woostock


music and art Festival.
Avete mai pensato a come voi avreste o potreste passare alla storia?
Fissarvi sulle pagine dei libri, nella memoria della gente
o anche solo in una fotografia? Avete mai pensato a come vi sentite a 14-
16-18 anni? Stanchi,insoddisfatti di questo mondo corroso e venduto, desi-
derosi di evadere, volare via sulle ali dei vostri mondi utopici, autocostruiti e
autosufficenti con quel desiderio in corpo di andare al di la dalle linee di pen-
siero comuni, al di fuori del confomismo che infetta la società, di fare a pugni
con il mondo per dire << non mi avrai, io voglio vivere !! >> , di scappare
di casa e litigare con i propri genitori perchè volete far capire che voi non
abbassate la testa e siete in grado di cavarvela con le proprie forze. E' pro-
prio da essi, i nostri genitori, che a noi sembrano dei poveri vecchi rompisca-
tole che possiamo imparare molto bene questo nostro spirito contraddittorio.
Sembra un paradosso ma non è così... Perchè non facciamo un salto indie-
tro nel tempo di 40 anni?
Agosto 1969, Bethel, Stato di New York, piena campagna con distese e diste-
se di campi coltivati e una minuscola cittadina con i negozi essenziali per
l'autosufficenza.
Forse il posto più sconosciuto del mondo, occultato a tal punto da non com-
parire nemmeno sulle carte geografiche locali.
Imporvvisamente dei Camion piombano da quelle parti iniziando a scaricare
una moltidutine di attrezzi, assi di legno, fari, recinzioni,cavi elettrici, casse
e quant'altro
e gli operai lavorano giorno e notte per costruire un palcoscenico anzi IL pal-
coscenico.
Gli indigeni credevano si trattasse del solito festival locale con qualche musi-
cista, birra e allegria folkloristica ma si sbagliavano...
Nei giorni seguenti centinaia e centinaia di macchine avanzavano nei pressi
del palcoscenico migliaia di persone vi giungevano a piedi, comitive, auto-
stoppisti, ragazzi e persone di ogni età, sesso o colore si riversavano nella
amena Bethel trasformando i campi li attorno in una gigantesca tendopoli. E
stavano li, sdraiati sul prato, nelle tende, abbracciati alle loro fidanzate o
fidanzati in attesa, quasi come se addentessero una sorta di messia.
E fu proprio così! pochi giorni dopo il 15 agosto del 1969 alle 17.07 Sulle note
di High Flying Bird di Richie Havens ebbe il via quello che sarà ricordato il più
grande concerto e raduno musicale che la storia ricordi...
di cosa sto parlando??? Del Festival di Woodstock naturalmente.
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CULTURA 23
Nato come Three Days of Peace and music in piena guerra del vietnam rap-
presenta un vero e proprio schiaffo in faccia alla politica americana e mon-
diale, I 400.000 giovani erano li per dire no alla guerra e alla società, per far
capire che loro non ci stavano, che loro esistevano e volevano un futuro di
pace, un mondo sociale, in cui è bello vivere e lo facevano nel modo più cor-
retto: La non violenza. Combattevano con l'amore, le poesie, la musica... I
concerti non ebbero pause per tutti i 3 giorni del festival, sia al mattino che
la sera che a notte inoltrata, non c'erano pause, non volvevano pause, non
dovevano averne!
Neppure la pioggia li fermò! loro continuavano imperterriti la loro battaglia
contro il potere e per un futuro migliore e pacifico!
E come biasimarli se per di più a fomentare i loro ideali v'erano i testi Dei
Canned head, di Janis Joplin, Dei jefferson Airplane e di Joan Baez e gli asso-
li di Santana e dei Gipsy Sun and Rainbow... guidati ovviamente da un idolo,
un modello di migliaia di generazioni future, ma incompreso al festival: Jimi
Hendrix... Incitato dal pubblico prevalentemente per l'esecuzione di Red
House ,del suo inno americano ambientato in vietnam (Star Splanged
Banner) e ovviamente di Hey Joe.
L'evento è rimasto nei cuori di chi vi ha partecipato, indelebile, profondo e
tutt'ora vivo, anche se ai nostri occhi possono sembrare solo dei vecchi
sogantori, sono stati loro a cominciare tutto quello che noi vogliamo ora, e
come loro continuano a crederci anche noi noi non dobbiamo essere da
meno!
Questo è un simbolo della lotta e della tragressione collettiva ma indiviuda-
le perchè ognuno combatte a suo modo e trasgredisce a suo modo. La loro
forza, la loro convinzione ci fanno capire che anche noi possiamo riuscire a
dire di no, a vincere le redini e la frusta che ci hanno soggiogato finora,
soprattuto possiamo farlo senza dover ricorrere alla violenza contro la vio-
lenza o cedere e tener piegata la testa prendendo più botte per aver osato
provare ad alzarla ma solo grazie all'amore e la volontà, due piccole cose,
due stati d'animo, due emozioni che possono ispirare, ispirano e ispireranno
e hanno ispirato la vita di centinaia di migliaia di persone, perchè questo
amore incondzionato per la libertà, per se stessi e per gli altri e la prorpria
volontà di crederci fino in fondo e lottare per poterlo sostenere significa vive-
re...
Vi lascio con un estratto di "As Good As you Have been to this world" di Janis
Joplin, cantata a Woodstock..
Un chiaro messaggio di cosa muoveva quei giovani. Non necessità di tradu-
zione...parla da sè.

I think you got good intentions too,


Whatever you give to the world outside,
I wanna give it right back to you, yes I am!
Come on, come on, come on!
Francesco Arcioni 3B
24 MUSICA IL  BANFO aNNO XVII

1969, Ummagumma
A volte il successo arriva per caso: tre giovani musicisti della seconda
metà dei “Wonderful '60s”,
Roger Waters, Rick Wright e Nick Mason che conoscono Syd Barrett,
appassionato di chitarra, universitario, solito movimentare quei quindici
minuti di pausa pranzo a ritmo di Rolling Stones. L'alchimia è subito per-
fetta e il giovane Barrett viene riconosciuto come il primo leader della
band nascente. All’inizio sono solo piccoli concerti nell'Underground bri-
tannico, ma poi qualcuno li nota: in poco tempo si trasformano nei Pink
Floyd, uno dei gruppi più geniali e amati di tutti tempi.

Quest’anno ricorre il 40° anniversario della pubblicazione di


Ummagumma, 4° album dei Pink Floyd e 2° senza Syd Barret, storico
membro fondatore, allontanato dal gruppo per problemi di salute e abuso
di LSD.
L’album presenta una struttura particolare, in quanto doppio: la prima
parte è composta da brani di precedenti album registrati dal vivo (a cui
sono state aggiunte alcune modifiche) e la seconda da pezzi originali
registrati in studio.

Nel disco dal vivo (il primo ufficiale del gruppo) l’esecuzione è a dir poco
perfetta: sembra davvero di sentirli suonare da sotto il palco, con i brani
che durante il live subiscono un tale arricchimento da superare quasi del
doppio la durata originale. Nel secondo disco, probabilmente il più speri-
mentale di tutta la loro discografia, vi sono 5 brani, ognuno scritto com-
pletamente da un componente del gruppo, divise in più parti (a eccezio-
ne di Roger Waters che ne ha composte 2, nessuna delle quali è divisa).
Il primo brano, Sysypus, è inciso dal tastierista Richard Wright – proba-
bilmente ispirato dal mito greco di Sisifo – ed è completamente strumen-
tale, diviso in 4 parti, alternando ritmi cupi e rilassati.

Il secondo e il terzo brano vengono composti dal bassista e cantante


Roger Waters, e sono intitolati Grantchester Meadows, e Several Species
of Small Furry Animals Gathered Together in a Cave and Grooving with a
Pict. Quest’ultima è la più sperimentale ed inquietante tra tutte le tracce
del disco: è presente soltanto la voce del cantante, la quale, al momen-
to dell’incisione, viene distorta ottenendo versi di animali e altro, per poi
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musica 25
essere accelerata, sovraincisa, modificata e unita anche ad altri rumori,
come i ticchettii sul microfono. Ricomparirà non modificata e a velocità
normale solo dopo la seconda metà del pezzo.

Il quarto brano, The Narrow Way, diviso in 3 parti (delle quali solo l’ulti-
ma è cantata) è il primo brano composto da David Gilmour, cantante e
chitarrista, entrato nel gruppo poco prima dell’addio di Syd Barret; men-
tre l’ultimo pezzo, The Grand Vizier's Garden Party – basato esclusiva-
mente solo su flauto e percussioni – è del batterista Nick Manson.

Disco più d’avanguardia ed “estremo” della band, in cui comincia a sen-


tirsi un’ inclinazione al rock progressivo e il cui titolo è un richiamo in
slang del rapporto sessuale, è una pietra miliare del gruppo, con alcuni
tra i loro migliori brani live e un disco in studio che segnerà il rock psi-
chedelico e progressivo. Questi sono i Pink Floyd, e nonostante si senta
la mancanza di Barret, sono perfettamente affiatati e come sempre in
grado di condurre la mente in un viaggio tra immagini di rock psichede-
lico.

ALTRE IMPORTANTI DATE RELATIVE ALLA MUSICA ROCK


1959 (3 febbraio) muoiono Buddy Holly, Ritchie Valens e The Big Bopper
in un incidente aereo
1969 Vengono pubblicati “In the Court of the Crimson King” (King
Crimson) “Led Zeppelin”, “Led Zeppelin II” (Led Zeppelin), “Velvet
Underground” (Velvet Underground), “Tommy” (Who), “Abbey Road”
(The Beatles) e muore Brian Jones dei Rolling Stones (3 luglio)
1979 Vengono pubblicati “The Clash” (The Clash), “Highway To Hell”
(AC/DC), “Regatta De Blanc” (Police), Ozzy Osbourne lascia i Black
Sabbath e muore Sid Vicious dei Sex Pistols (2 febbraio)
1989 vengono pubblicati “Doolittle” (Pixies), “Pretty Hate Machine” (Nine
Inch Nails) e “Bleach” (Nirvana)
1999 Viene pubblicato “Californication” (Red Hot Chili Peppers) e muore
Fabrizio de André (11 gennaio)

Elena Mendicino 3C
introduzione di Katarina Maffei, Irina Bordogna 4B GN
26 storia IL  BANFO aNNO XVII

1969, Strage di
Piazza Fontana
Accendo la televisione, sta andando in onda il telegiornale. Do un occhio ai
titoli: stanno parlando della Strage di Piazza Fontana.
Sento un mucchio di numeri, date, nomi senza alcun senso, dati di un pro-
blema senza relazioni apparenti tra loro; come posso arrivare a un risultato?
È così inquietante come chi dovrebbe aiutarti a conoscere riesca solo a con-
fonderti.
Perciò, animato da un'insolita curiosità, accendo il computer e tento di
rispondere ai molti punti di domanda che si sono formati nella mia testa.
Cos'è la Strage di Piazza Fontana?
Nel pomeriggio del 12 dicembre 1969 una bomba esplose all'interno della
sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana, a Milano, cau-
sando 17 morti e 88 feriti.
Infatti, come spero molti sapranno, pochi giorni fa si è svolta nello stesso
luogo una manifestazione in ricordo della strage.
Nello stesso giorno, pochi minuti dopo la prima bomba, altri quattro ordigni
colpirono Roma e ancora Milano e ferirono un'altra quindicina di persone.
Purtroppo al giorno d'oggi non si sono (o non si sono voluti scoprire) gli
attentatori.
Inizialmente le indagini furono dirette verso i gruppi politici più estremisti, in
particolare verso i gruppi anarchici.
Furono arrestati diversi appartenenti a club anarchici, fra cui Mario Valpreda,
ma dopo anni di indagini e processi il tutto si risolse in un nulla di fatto;
attualmente non ci sono procedimenti in corso per accertare le responsabili-
tà.
Secondo ricerche ben più approfondite di quelle ufficiali, la Strage di Piazza
Fontana fu l'inizio della Strategia della Tensione, ovvero di una serie di atten-
tati praticati da gruppi terroristici, prevalentemente di estrema destra, nel
Secondo Dopoguerra, in particolar modo nel periodo compreso tra il 1969 e
il 1984.
Ma dietro ai terroristi, i semplici esecutori finali, c'erano probabilmente grup-
pi organizzati formati dai servizi segreti italiani e stranieri, che volevano
creare allarme nell'opinione pubblica e sovvertire la democrazia, sostituendo
la repubblica con una dittatura militare.
L'espressione “Strategia della Tensione” fu coniata dal settimanale britanni-
co The Observer, in merito alla politica degli Stati Uniti negli anni '60, che
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storia 27
appoggiavano il regime milita-
re greco e favorivano nei paesi
dell'area mediterranea l'in-
staurazione di regimi dittato-
riali attraverso una serie di atti
terroristici.
Ritornando all'Italia, solo tra il
'69 e il '74 vennero compiuti
circa 140 attentati riconducibili
alla Strategia della Tensione,
tra i quali i più sanguinosi furo-
no, insieme a quello di Piazza
Fontana, gli attentati ai treni
Italicus e Rapido 904 rispetti-
vamente del 1974 e 1984,
entrambi in provincia di
Bologna, e la Strage di Bologna
del 2 agosto 1980, che causa-
rono complessivamente 114
morti e oltre 560 feriti.
Tra i mandanti delle stragi tro-
viamo anche Junio Valerio
Borghese, uno dei principali
esponenti del Movimento
Sociale Italiano, lo stesso che
nel 1970 tentò di organizzare il
“Golpe Borghese”, il tentato
colpo di stato che, per nostra
fortuna, fallì.
Come affermano anche vari
giudici italiani, i gruppi eversivi
erano sostenuti e protetti dai
servizi segreti (sia italiani,
come il SID - Servizio
Informazioni Difesa – sia inter-
nazionali, come la CIA), che li rifornivano di armi e materiali esplosivi, met-
tevano a disposizione dei luoghi sicuri come nascondigli e depistavano le
indagini; è grazie a queste azioni di depistaggio che in quarant'anni nessuna
procura italiana è finora riuscita a fare chiarezza su uno dei punti più bui
della storia della repubblica italiana.

Andrea Incatasciato 3E
28 MUSICA IL  BANFO aNNO XVII

1979, The Wall


Pubblicato il 30 novembre 1979, il doppio album “The Wall” degli univer-
salmente noti Pink Floyd scatenò immediatamente pareri contrastanti tra
fan e critici. Da una parte c’era chi sosteneva che fosse il capolavoro del
gruppo, un perfetto connubio tra musica, testi e rappresentazioni live;
dall'altra c’era chi lo riteneva l'ormai dichiarata prevaricazione dello stile
cupo e dirompente di Waters sul sound tipico dei Floyd dei primi anni.
Tuttavia ancora oggi “The Wall” è definito dalla maggioranza non solo
come uno dei pilastri fondamentali del rock, ma come portatore di uno
dei concept più affascinanti e forti della storia, il tema centrale intorno al
quale ruotano tutti i testi e le melodie. I testi dell'album sono la narra-
zione della vita di Pink, personaggio ispirato allo storico leader Syd
Barrett e allo stesso Waters, che ruota intorno a delusioni e odi, il quale
con il passare degli anni e con un violento quanto distruttivo uso di ogni
tipo di droga, si chiude in se stesso costruendosi intorno “The Wall”, il
Muro, che riuscirà ad abbattere solo dopo una profonda presa di coscien-
za della sua disastrosa situazione, e con l'umiltà di una sincera richiesta
d'aiuto. L'anima dell'album è maggiormente espressa dalla celebre
“Another brick in the Wall”, cui si ispirano i temi musicali dell'intera trac-
klist. Abbiamo quindi recentemente celebrato, anche se all'insaputa di
molti, il trentennale di un disco che non soltanto è la dimostrazione di
grande unione ed umanità da parte di Waters nei confronti del suo amico
e rivale Barrett nel dedicargli implicitamente quest'opera d'arte, ma ha
soprattutto aperto nuove porte al mondo del rock, introducendo ad
esempio nei brani elementi insoliti, caratteristici di altri generi musicali.
Uno degli esempi più lampanti è sicuramente “Outside the Wall”, l'ultima
traccia, che presenta influenze di musica folk, jazz e classica. E quale
modo migliore per ricordare i trent'anni di questo capolavoro se non
citando alcuni passi di questa canzone, che lascia sin dal primo ascolto
un retrogusto di serenità, dopo l'oppressione di quelle precedenti?
“Quelli che davvero ti amano
Camminano sù e giù aldilà del Muro… Resistono
E quando ti hanno dato tutto di se stessi
Qualcuno barcolla e cadrà
Dopo tutto non è facile
Sbattere il cuore contro il muro di un pazzo bastardo”

Katarina Maffei, Irina Bordogna 4B GN


N umero
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musica 29
30 cruci IL  BANFO aNNO XVII
ORIZZONTALI 52 Acronimo di software preinstallati sui 12 Calamaro senza estremi.
11 Importante capo degli Apache. PC. 13 Chetone di vastissimo utilizzo.
9 Classe di astronavi in Star Trek. 54 Il mezzo dell'aria. 14 In Italia ne abbiamo vista una, in
13 Genere di piante delle Mimosaceae. 56 Azienda statale del settore energeti- cielo, nel 1997.
19 Poligono di 20 lati. co. 15 Piccolo veicolo della Piaggio.
20 Simbolo dell'elettronvolt. 57 Noto marchio di videogiochi. 16 Simbolo del cerio.
21 Composto alchilico apolare dei caro- 58 Quello di Pompei è affascinante. 17 Ente che si occupa degli infortuni sul
N umero

tenoidi. 60 Bel ponte veneziano. lavoro.


22 La garantisce una lametta funzionan- 62 Muore di fatica quando Babbo Natale 18 Cantore professionista, nella civiltà
te! ha mangiato troppo. greca antica.
1

23 Quella di vento muove l'aria. 64 Sigla delle comunicazioni radio 24 Nome di Brun, matematico norvegese
25 Importante gruppo delle porfirine dell'International Telecommunication che contribuì alla teoria dei numeri.
contente ferro. Union. 29 Deve esserlo chiunque, in particolare
26 Il contrario di ab. 65 Simbolo di caloria. un automobilista.
27 Mammifero marino ghiotto di pesce. 67 Ci si passa spesso, trovandoci seduti 30 Località termale camuna.
28 Nuova Accademia di Belle Arti. i bidelli. 35 Li si vende in tempo di crisi.
31 Famosa Casa di elettrodomestici. 68 Noto film di Sacha Baron Cohen. 37 Lord Voldemort è il Signore...
32 Grande satellite di Giove. 69 Cantautore italiano ex membro de "I 39 Modo di suonare le note unite tra loro.
33 In America, nel 1918, alle donne fu Diavoli del Rock". 41 La Raffaella che faceva Tanti Auguri.
concesso il right to... 70 Divinità egizia assimilata al Sole. 42 Gallo goloso.
34 Andandoci, venendo dall'Italia, si 71 Quella Augusta garantì serenità 44 Le foglie di questa pianta ornano i
punta al Canada. all'Impero romano. capitelli corinzi.
36 Tribù di pellirosse canadesi. 72 Corrente Alternata. 45 Sono di essa gli Orizzonti di un film di
38 Ordine dei Tecnologi Alimentari 73 Ci si clicca su abbastanza spesso. Kubrick.
dicembre 2009

Lombardia e Liguria. 74 Sigla automobilistica di Oberallgäu, 51 Gamete femminile.


40 ...et odi! Germania. 53 Pianta da frutto molto coltivata in
41 Non c'è pupazzo di neve che ne sia VERTICALI Trentino-Alto Adige.
privo. 1 Lo è chi va a zonzo. 55 Incominciare a Intavolare Trattative
43 Staccare due parti dell'ingranaggio 2 Cerimonia sacrificale pagana. Private.
che si trovano a contatto. 3 Tipo di vino di colore chiaro. 57 Ente Nazionale Aviazione Civile.
46 Game Boy. 4 Ricordati di farlo sempre! 59 Noto servizio segreto statunitense.
47 La Ferrari F2003 era intitolata al por- 5 Lo sono tutti, dagli zero anni in poi. 61 Lo è quella Pacis di Augusto.
cruci

tatore di tali iniziali, appena scom- 6 Rettile squamato, non di rado allevato. 63 ...tu, io invece ero.
parso. 7 E' la morte, senza te. 65 Iniziali di Amendola, attore italiano.
48 Dalla sua terra è stato colonizzato il 8 Personaggio biblico. 66 Il contrario di PM negli orologi.
Sud America. 10 Piatto di carne d'origine araba molto 68 Bari nelle targhe automobilistiche.
49 Comunità Europea. in voga. 69 Simbolo del pascal.
50 E' invocato da chi sta per perdere... 11 La paghiamo semplicemente compe-
ma non quello avversario! rando qualcosa.
31
Professore Carlo Sgarzi

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