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a.s. 2009/2010
2 redazione IL BANFO aNNO XVII
Professore responsabile:
Prof. Marco Arcioni
Redattori:
Arcioni Francesco 3B De Sanctis Olaf 5E
Incatasciato Andrea 3E Motta Federica 4B GN
Fornaro Silvia 3C Maffei Katarina 4B GN
Perego Eleonora 3C Galbiati Federica 1B LC
Pitingolo Alice 3B Mariani Dora 3C
Cappelletti Chiara 3C Fornaciari Francesca 2B LC
Mendicino Elena 3C Testa Alberto 3E
Giorgia Caruso 5A GN Bordogna Irina 4B GN
Impaginazione:
Cappelletti Chiara 3C
Galbiati Federica 1B LC
I contatti:
il banfo on-line: www.banfo.tk
forum del Banfi: www.banfo.forumfree.net
N umero
1 dicembre 2009
editoriale 3
La regola del 9
Lo scopo della prova del nove è quello di controllare il risultato di una molti-
plicazione. Ricordate? Nel quadrato in alto a sinistra si sommano le cifre del
primo fattore e si ripete l’operazione finchè non resta un numero con una
sola cifra. In alto a destra si procede in modo identico con il secondo fattore
della moltiplicazione. In basso a sinistra si moltiplicano i due numeri in alto
sulla croce e si riduce il risultato ad una sola cifra, e poi… (beh andate a rive-
derlo).
Forse non saranno gli assiomi di Peano (ma lo zero è o non è appartenente
ai numeri naturali?) ma alle elementari era un bel controllo, antico ma effi-
cace.
E al Banfi come vanno invece le prove? E’ giunta notizia anche al capoluogo
del contado della Martesana, già antico “vicus mercati” degli eventi e delle
ricorrenze dell’anno 2009? Se ne è parlato in classe, nei corridoi, nelle nume-
rose assemblee studentesche?
Ma si abbiamo qualche cosa da ricordare, in fondo siamo in un Liceo, si discu-
terà ben di certe cose. Non c’è stata addirittura una spedizione in quel di
Milano , destinazione Rotonda della Besana per la mostra su Darwin di cui
ricorreva il duecentesimo della nascita e il centocinquantesimo della pubbli-
cazione di “ On the origin of the species”?
L’anno però sta scappando e noi del Banfo abbiamo provato a ricordarne
qualcuno degli eventi avvenuti negli “anni del 9” e tentiamo a modo nostro,
come al solito, di parlarne.
Quindi letteratura, musica, arte e tanto altro, un poco serio ed un poco diver-
tente, stile Banfo insomma.
Con novità importanti, come il QUESTIONARIO delle pagine centrali, che sarà
presente con altri temi anche in tutti i prossimi numeri e i cui risultati saran-
no pubblicati di volta in volta.
Perciò: buona lettura! (forse con un po’ di rimpianto per non averle sentite
prima certe cose).
Ma, come dicevamo : “ non siamo in un Liceo?”
Qui di seguito potete leggere un breve elenco di queste “ricorrenze”, poi tro-
verete articoli a riguardo.
Bene noi speriamo se ne parli e se discuta. Certo, sentiamo già qualche com-
mento:” Ma avete dimenticato la tal cosa”. “Ma non vi ricordate che è stato
pubblicato quel romanzo?”. “Ma non era nato……..”
Dirlo e discuterne a scuola prima invece?. Buona lettura e buone feste da
tutta la redazione.
Prof.Marco Arcioni
4 editoriale IL BANFO aNNO XVII
1609 Johannes Kepler pubblica “Astronomia Nova”.
1669 Isaac Newton viene nominato Lucasian Professor of Mathematics a Cambridge.
1789, 14 luglio.
1819 Alessandro Manzoni pubblica la sua prima tragedia “Il conte di Carmagnola”.
1809, 12 febbraio, a Shrevsbury, nasce Charles Darwin
1849, 17 ottobre, a Parigi muore Fryderyk Chopin.
1849 Camillo Benso Conte di Cavour viene eletto deputato
1859, 29 aprile, inizia la II guerra di indipendenza.
1859, 24 novembre, a Londra viene pubblicato in 1250 esemplari “On the origin of
species”
1859, 23 novembre, nasce Henry Mc Carty che sarà ricordato come Billy the Kid
1869, 23 agosto, a Garrettt, Kansas, nasce Edgar Lee Masters.
1879, 14 marzo, nasce Albert Einstein.
1899, 21 luglio, a OaK Park (Chicago) nasce Ernest Hemingway.
Sempre nel 1899 escono “Resurrezione” di L. Tolstoj; “Quando noi morti ci destia-
mo” di H. Ibsen; “The wind among the Reeds di W. B. Yeats.
1909,2 gennaio, nasce Riccardo Cassin, uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi.
1909,16 luglio, August Horch fonda quella che sarà l’AUDI.
1919, nasce Gianni Brera.
1919 nasce Fausto Coppi (Fostò in Francia, forse l’unico ciclista non francese a cui
sia stato dato un nome francese): Giro di Italia del 49, Cuneo-Pinerolo, 192 Km di
fuga.
1919, 12 aprile, Walter Gropius viene chiamato a dirigere lo “ Staatliches BAUHAUS
in Weimar.
1929, crollo della Borsa a Wall Street.
1939 James Joyce pubblica “Finnegans Wake”
1939, esce “Ombre rosse” di John Ford.
1949, 2 marzo, primo giro del mondo in aereo senza scalo (Cap. James Callogher,
Boing B 50 A)
1959, 26 agosto, lancio della “Mini” progettata da Alec Issigonis.
1969, febbraio, 19° Festival di Sanremo, vince Iva Zanicchi cantando “Zingara”.(ah
ah ah)
1969, 20 luglio, 4.17 P.M. Neil Armstrong e Buzz Aldrin posano i piedi sulla luna.
1969, 15-17 agosto, The Woostock music and art Festival.
1969, 30 e 31 agosto, festival dell’isola di Wight.
1969, 25 ottobre, esce “UMMA GUMMA” dei Pink Floyd.
1969, 12 dicembre, strage di Piazza Fontana, Milano.
1979, 2 febbraio, muore Sid Vicious.
1979, Stephen Hawking viene nominato Lucasian Professor of Mathematics a
Cambridge, la stessa cattedra che era sta assegnata ad Isaac Newton 300 anni
prima.
1979, 4 maggio, Margareth Tatcher, è la prima donna a diventare primo Ministro in
G.B.
1979, 30 novembre, esce “The Wall” dei Pink Floyd.
1989 giugno, Piazza Tianamnen, Pechino.
1989, 9 novembre, Berlino, cade IL MURO.
2009, dicembre, viene pubblicato questo numero del Banfo!
N umero
1 dicembre 2009
scuola 5
Arrivederci, eterno
Peter Pan!
Non mi è facile quest’oggi mettermi qui, davanti alla schermata bian-
ca di una pagina Word a scrivere: le parole non escono fluide, non
sento i battiti regolari dei miei polpastrelli sulla tastiera, perché oggi
non devo scrivere di attualità o di storia, devo fare molto di più. Devo
scrivere di un uomo che ha fatto la storia del nostro liceo. È quasi sur-
reale, quasi impossibile pensare che il professor Sgarzi non ci sia più;
”Credevo che lei fosse immortale” scrive una sua studentessa di 4A.
Non sono stata una sua alunna, e non ho avuto l’occasione di cono-
scerlo direttamente, ma penso che anche involontariamente lui abbia
lasciato qualcosa, un qualcosa ad ognuno di noi, ad ogni singolo stu-
dente della scuola: un messaggio, un insegnamento, oppure un sem-
plice ricordo.
Le ho lette tutte e devo dire che per più di un’ora sono rimasta con gli
occhi pieni di lacrime, fissi sullo schermo. Ogni lettera mi è apparsa
speciale, ognuna racchiudeva miriadi di ricordi diversi… eppure tutte
erano accomunate da un significato di fondo che, a mio parere, può
6 scuola IL BANFO aNNO XVII
essere contenuto in questa semplice frase di una sua alunna di 4A.
“Quando entrava in classe aveva sempre un sorriso, ed era un sorri-
so sincero perché era tanta la sua voglia di insegnare, e io la ricorde-
rò così, con un sorriso sulle labbra, con la sua disponibilità nell’inse-
gnarci e nel perdonarci se non stavamo attenti, con la sua eterna e
mai mancata voglia di renderci persone migliori”.
Francesca Fornaciari 2B LC
N umero
1 dicembre 2009
scuola 7
Eleonora Perego 3C
N umero
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LETTERATURA 11
1899, Hemingway
21 luglio 1899. A Chicago nasce Ernest Hemingway, destinato a segnare la
storia della letteratura americana. La sua famiglia è colta, ed egli è un ado-
lescente proprio come noi; ama la natura e gli animali, i suoi hobbies sono
la caccia e la pesca, trascorre insomma un’infanzia tranquilla. Scrive sui gior-
nali scolastici e pubblica racconti e articoli di cronaca per un quotidiano, il
Kensas City Star. Ma improvvisamente scoppia la Prima Guerra Mondiale, a
cui partecipa come volontario, e da quel momento la sua vita cambia. Assiste
a morte e distruzione ovunque, ed egli stesso viene più volte ferito. Si sposa
quattro volte, ed in seguito al alcuni tristi eventi inizia a bere, vizio che non
perderà fino alla morte. Prende parte anche alla Seconda Guerra Mondiale,
ed infine, colpito da gravi malanni fisici e psichici, la mattina del 2 luglio 1961
si spara un proiettile in testa, ponendo fine alla sua esistenza, lasciando tut-
tavia dietro di se un patrimonio letterario di non poco conto.
Di certo Hemingway non ebbe una vita felice; tuttavia io penso che forse, se
non avesse subito queste numerose disgrazie, non sarebbe diventato il cele-
bre scrittore che conosciamo al giorno d’oggi. Personalmente credo non fosse
solo uno scrittore, ma molto di più: non si limitava a scrivere parole e frasi
su dei fogli bianchi, ma si immergeva in esse come ognuno di noi è immer-
so nella propria vita. “Mi addentrai nella storia e mi ci smarrì”.
Scrivendo, egli riversava sulla carta non solo le storie dei suoi personaggi,
spesso ispirati a persone reali che aveva conosciuto, ma soprattutto vi river-
sava ciò che lui era, esprimendo i suoi ideali, liberandosi di tutti i pensieri,
esorcizzando le angosce e le paure che la sua vita turbolenta di certo non gli
risparmiava. È infatti proprio da queste che egli traeva spunto per le sue
opere, affermando che “Gli scrittori si forgiano nell’ingiustizia come si forgia-
no le spade”, rispecchiando perfettamente la dura realtà con cui Hemingway
era quotidianamente costretto a confrontarsi.
Dai suoi racconti e romanzi emerge la sua visione della vita, come una real-
tà difficile da sopportare, che offre frequentemente illusioni, parvenze di spe-
ranza, che alla fine vengono in gran parte deluse. Lo scrittore nei suoi libri ci
parla dell’eterna lotta dell’uomo per la sopravvivenza, dei continui sacrifici
che ognuno di noi deve fare per procurarsi la stabilità, ma che purtroppo non
sempre vanno a buon fine. Questa concezione dell’esistenza è evidente
soprattutto in uno dei suoi romanzi più famosi “Il vecchio e il mare” e in
12 LETTERATURA IL BANFO aNNO XVII
“Fiesta”, ma in fondo è presente in tutte le sue opere. Per il “papa”, così egli
era soprannominato, la scrittura costituiva l’unico rifugio sicuro dalle tempe-
ste della vita, una valvola di sfogo, un mondo personale dove poter condur-
re un’esistenza pacata, quasi una seconda vita, alternativa e migliore di quel-
la reale.
Ci sarebbero davvero molte cose da dire sul suo conto, ma preferisco parlar-
vi di quella che era la sua “routine”. Provate a immaginarvelo: si svegliava
all’alba, quando ancora dalle finestre non filtravano che deboli raggi, dise-
gnando giochi di luce sulle pareti della sua camera. Poi, rimanendo in piedi,
con la macchina da scrivere su un piano d’appoggio all’altezza del petto,
estraeva uno alla volta dal fermacarte sottili fogli di carta velina, e dopo aver
temperato con cura una matita, si calava nel suo mondo di parole, dove nien-
te poteva inquietarlo, e nessuno poteva raggiungerlo. Ne “Il principio dell’ice-
berg” afferma che rimaneva immerso nei suoi racconti fino all’ora di pranzo,
e il giorno seguente ricominciava. Cito una sua frase che apprezzo partico-
larmente: “E quando mi fermo mi sento svuotato, ma allo stesso tempo
anche carico, come quando ho fatto l’amore con qualcuno che amo. Non c’è
niente che mi possa turbare, niente che mi possa ferire, niente che significhi
niente fino all’indomani, quando ricomincio di nuovo”.
Forse è questa la grande differenza fra i semplici scrittori e i grandi geni della
letteratura: questi ultimi sono capaci di far sbocciare opere meravigliose pro-
prio grazie alle esperienze peggiori, e non parlo solo delle guerre.
Già. Questo fu Ernest Hemingway.
Giorgia Caruso 5A GN
N umero
1 dicembre 2009
disegno 13
Questionario
“Noi e i nostri prof.”
o come direbbe Woody Allen:
“Tutto quello che avreste voluto sapere e non
avete mai saputo su… i prof. del Banfi”
20) Credi che nella scuola si possa avere una crescita persona-
le oltre che “culturale”?
1 2 3 4 5
18 quaestio IL BANFO aNNO XVII
Professore Carlo Sgarzi
N umero
1 dicembre 2009
SPORT 19
1939,
Probabilmente pochi di noi hanno dato grande peso, il 1° settembre scorso,
alla ricorrenza dei settant’anni dall’invasione nazista della Polonia, casus belli
del secondo conflitto mondiale: abituati a vivere nella pace, un evento simi-
le ci è apparso lontano nel tempo e nello spazio, una di quelle notizie da tele-
giornale che si sentono e si dimenticano subito; eppure, a ben vedere, quel
giorno avrebbe modificato le sorti del mondo. Vale dunque la pena, a mio
parere, esaminare un po’ meglio un fatto tanto importante.
Dopo alcuni falsi incidenti di confine inscenati subdolamente dalla Germania
hitleriana per far credere che fossero i Polacchi a volere la guerra, la matti-
na del 1° settembre un’immensa armata varcò i confini con la Polonia ed ini-
ziò così la blitzkrieg, la “guerra lampo”, una strategia che consisteva nell’in-
viare quante più truppe in poco tempo per piegare il nemico con un assalto
improvviso. Le difese polacche, mal comandate e, probabilmente, non pre-
parate a sopportare l’attacco, ressero finché poterono alle 6 Panzerdivisionen
di 2400 carri armati, ai 1180 aerei d’assalto tra bombardieri in picchiata Ju
87 “Stuka”, bombardieri a medio raggio He 111 e quasi 250 aerei per il bom-
bardamento navale, e alle numerose divisioni di fanteria, per un totale di
approssimativamente 1.850.000 uomini, coadiuvati da divisioni meccanizza-
te e da reparti di artiglieria. I Polacchi, a quanto pare troppo ottimisticamen-
te, facevano affidamento su immaginari rinforzi francesi e inglesi che, in real-
tà, non giunsero; a rendere la situazione ancora più grave contribuirono i
Sovietici, che il 17 settembre occuparono la metà orientale della Polonia
approfittando della prossima caduta della metà occidentale, ormai destinata
a finire in mano tedesca.
Il motivo per cui i Sovietici e i Tedeschi non si scontrarono tra loro è molto
semplice: risponde al nome di Patto Molotov-Von Ribbentrop, un accordo
segreto firmato tra URSS e Germania proprio per spartirsi la Polonia la quale,
pur senza averlo mai comunicarlo ufficialmente, si sarebbe arresa ai primi di
ottobre.
Historia magistra vitae, si dice; che lezioni si possono trarre dal 1° settem-
bre 1939?
Non sono abbastanza idealista per concludere che la seconda guerra mon-
diale si sarebbe potuta evitare in qualche modo, visti i presupposti; tuttavia,
sicuramente, se alcuni Paesi democratici (e mi riferisco in particolare a quei
due, Francia e Gran Bretagna, che non intervennero in aiuto della Polonia)
non avessero concesso così tanto a Hitler, con quella politica di Appeasement
N umero
1 dicembre 2009
storia 21
POLONIA
che, già l’anno precedente nella conferenza di Monaco, aveva praticamente
regalato al dittatore la Cecoslovacchia, si sarebbe potuta organizzare una più
efficiente risposta al dominio nazista in Europa e, chissà, forse la guerra
sarebbe potuta finire prima, magari senza nemmeno il coinvolgimento cata-
strofico dell’Italia a partire dal 1940. Il futuro primo ministro inglese Winston
Churchill, una delle poche voci che si levarono contro la conferenza di
Monaco, nel 1938 dichiarò: “Britain and France had to choose between war
and dishonour. They chose dishonour. They will have war”. Non penso sia
necessaria una traduzione.
Questo ci insegna che non bisogna essere troppo accondiscendenti con i
tiranni: lo sanno bene Francia e Gran Bretagna, che in seguito pagarono caro
il proprio atteggiamento. Ci dice anche che due ideologie così diverse, quel-
le della Germania nazista e dell’Unione sovietica comunista, si trovavano
tranquillamente d’accordo sulla spartizione di un Paese democratico come la
Polonia, incuranti del diritto all’autodeterminazione di un popolo.
Come ultimo punto mi sento di sottolineare che nessuno dei Paesi citati era
senza macchia: ognuno commise delle inadempienze, degli errori o dei deli-
berati atti immorali. Bisogna tuttavia togliersi dalla testa l’idea che tutti siano
“cattivi” in ugual misura: alcuni lo sono di più.
Ricordiamoci quindi di quel 1° settembre 1939 in cui caddero le speranze di
molte persone e facciamo in modo che non si ripeta mai più; abbiamo la for-
tuna di vivere in Paesi democratici, quindi amiamoli, pur con i loro difetti, e
non facciamoci mai “mettere i piedi in testa” da dittatori folli, di destra o di
sinistra che siano. Se questo vi sembra poco, immaginatevi sbarre che si sol-
levano ad un confine e una colonna di elmetti grigi avanzare verso di voi al
passo dell’oca…
Olaf De Sanctis 5E
22 CULTURA IL BANFO aNNO XVII
1969, Ummagumma
A volte il successo arriva per caso: tre giovani musicisti della seconda
metà dei “Wonderful '60s”,
Roger Waters, Rick Wright e Nick Mason che conoscono Syd Barrett,
appassionato di chitarra, universitario, solito movimentare quei quindici
minuti di pausa pranzo a ritmo di Rolling Stones. L'alchimia è subito per-
fetta e il giovane Barrett viene riconosciuto come il primo leader della
band nascente. All’inizio sono solo piccoli concerti nell'Underground bri-
tannico, ma poi qualcuno li nota: in poco tempo si trasformano nei Pink
Floyd, uno dei gruppi più geniali e amati di tutti tempi.
Nel disco dal vivo (il primo ufficiale del gruppo) l’esecuzione è a dir poco
perfetta: sembra davvero di sentirli suonare da sotto il palco, con i brani
che durante il live subiscono un tale arricchimento da superare quasi del
doppio la durata originale. Nel secondo disco, probabilmente il più speri-
mentale di tutta la loro discografia, vi sono 5 brani, ognuno scritto com-
pletamente da un componente del gruppo, divise in più parti (a eccezio-
ne di Roger Waters che ne ha composte 2, nessuna delle quali è divisa).
Il primo brano, Sysypus, è inciso dal tastierista Richard Wright – proba-
bilmente ispirato dal mito greco di Sisifo – ed è completamente strumen-
tale, diviso in 4 parti, alternando ritmi cupi e rilassati.
Il quarto brano, The Narrow Way, diviso in 3 parti (delle quali solo l’ulti-
ma è cantata) è il primo brano composto da David Gilmour, cantante e
chitarrista, entrato nel gruppo poco prima dell’addio di Syd Barret; men-
tre l’ultimo pezzo, The Grand Vizier's Garden Party – basato esclusiva-
mente solo su flauto e percussioni – è del batterista Nick Manson.
Elena Mendicino 3C
introduzione di Katarina Maffei, Irina Bordogna 4B GN
26 storia IL BANFO aNNO XVII
1969, Strage di
Piazza Fontana
Accendo la televisione, sta andando in onda il telegiornale. Do un occhio ai
titoli: stanno parlando della Strage di Piazza Fontana.
Sento un mucchio di numeri, date, nomi senza alcun senso, dati di un pro-
blema senza relazioni apparenti tra loro; come posso arrivare a un risultato?
È così inquietante come chi dovrebbe aiutarti a conoscere riesca solo a con-
fonderti.
Perciò, animato da un'insolita curiosità, accendo il computer e tento di
rispondere ai molti punti di domanda che si sono formati nella mia testa.
Cos'è la Strage di Piazza Fontana?
Nel pomeriggio del 12 dicembre 1969 una bomba esplose all'interno della
sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in Piazza Fontana, a Milano, cau-
sando 17 morti e 88 feriti.
Infatti, come spero molti sapranno, pochi giorni fa si è svolta nello stesso
luogo una manifestazione in ricordo della strage.
Nello stesso giorno, pochi minuti dopo la prima bomba, altri quattro ordigni
colpirono Roma e ancora Milano e ferirono un'altra quindicina di persone.
Purtroppo al giorno d'oggi non si sono (o non si sono voluti scoprire) gli
attentatori.
Inizialmente le indagini furono dirette verso i gruppi politici più estremisti, in
particolare verso i gruppi anarchici.
Furono arrestati diversi appartenenti a club anarchici, fra cui Mario Valpreda,
ma dopo anni di indagini e processi il tutto si risolse in un nulla di fatto;
attualmente non ci sono procedimenti in corso per accertare le responsabili-
tà.
Secondo ricerche ben più approfondite di quelle ufficiali, la Strage di Piazza
Fontana fu l'inizio della Strategia della Tensione, ovvero di una serie di atten-
tati praticati da gruppi terroristici, prevalentemente di estrema destra, nel
Secondo Dopoguerra, in particolar modo nel periodo compreso tra il 1969 e
il 1984.
Ma dietro ai terroristi, i semplici esecutori finali, c'erano probabilmente grup-
pi organizzati formati dai servizi segreti italiani e stranieri, che volevano
creare allarme nell'opinione pubblica e sovvertire la democrazia, sostituendo
la repubblica con una dittatura militare.
L'espressione “Strategia della Tensione” fu coniata dal settimanale britanni-
co The Observer, in merito alla politica degli Stati Uniti negli anni '60, che
N umero
1 dicembre 2009
storia 27
appoggiavano il regime milita-
re greco e favorivano nei paesi
dell'area mediterranea l'in-
staurazione di regimi dittato-
riali attraverso una serie di atti
terroristici.
Ritornando all'Italia, solo tra il
'69 e il '74 vennero compiuti
circa 140 attentati riconducibili
alla Strategia della Tensione,
tra i quali i più sanguinosi furo-
no, insieme a quello di Piazza
Fontana, gli attentati ai treni
Italicus e Rapido 904 rispetti-
vamente del 1974 e 1984,
entrambi in provincia di
Bologna, e la Strage di Bologna
del 2 agosto 1980, che causa-
rono complessivamente 114
morti e oltre 560 feriti.
Tra i mandanti delle stragi tro-
viamo anche Junio Valerio
Borghese, uno dei principali
esponenti del Movimento
Sociale Italiano, lo stesso che
nel 1970 tentò di organizzare il
“Golpe Borghese”, il tentato
colpo di stato che, per nostra
fortuna, fallì.
Come affermano anche vari
giudici italiani, i gruppi eversivi
erano sostenuti e protetti dai
servizi segreti (sia italiani,
come il SID - Servizio
Informazioni Difesa – sia inter-
nazionali, come la CIA), che li rifornivano di armi e materiali esplosivi, met-
tevano a disposizione dei luoghi sicuri come nascondigli e depistavano le
indagini; è grazie a queste azioni di depistaggio che in quarant'anni nessuna
procura italiana è finora riuscita a fare chiarezza su uno dei punti più bui
della storia della repubblica italiana.
Andrea Incatasciato 3E
28 MUSICA IL BANFO aNNO XVII
23 Quella di vento muove l'aria. 64 Sigla delle comunicazioni radio 24 Nome di Brun, matematico norvegese
25 Importante gruppo delle porfirine dell'International Telecommunication che contribuì alla teoria dei numeri.
contente ferro. Union. 29 Deve esserlo chiunque, in particolare
26 Il contrario di ab. 65 Simbolo di caloria. un automobilista.
27 Mammifero marino ghiotto di pesce. 67 Ci si passa spesso, trovandoci seduti 30 Località termale camuna.
28 Nuova Accademia di Belle Arti. i bidelli. 35 Li si vende in tempo di crisi.
31 Famosa Casa di elettrodomestici. 68 Noto film di Sacha Baron Cohen. 37 Lord Voldemort è il Signore...
32 Grande satellite di Giove. 69 Cantautore italiano ex membro de "I 39 Modo di suonare le note unite tra loro.
33 In America, nel 1918, alle donne fu Diavoli del Rock". 41 La Raffaella che faceva Tanti Auguri.
concesso il right to... 70 Divinità egizia assimilata al Sole. 42 Gallo goloso.
34 Andandoci, venendo dall'Italia, si 71 Quella Augusta garantì serenità 44 Le foglie di questa pianta ornano i
punta al Canada. all'Impero romano. capitelli corinzi.
36 Tribù di pellirosse canadesi. 72 Corrente Alternata. 45 Sono di essa gli Orizzonti di un film di
38 Ordine dei Tecnologi Alimentari 73 Ci si clicca su abbastanza spesso. Kubrick.
dicembre 2009
tatore di tali iniziali, appena scom- 6 Rettile squamato, non di rado allevato. 63 ...tu, io invece ero.
parso. 7 E' la morte, senza te. 65 Iniziali di Amendola, attore italiano.
48 Dalla sua terra è stato colonizzato il 8 Personaggio biblico. 66 Il contrario di PM negli orologi.
Sud America. 10 Piatto di carne d'origine araba molto 68 Bari nelle targhe automobilistiche.
49 Comunità Europea. in voga. 69 Simbolo del pascal.
50 E' invocato da chi sta per perdere... 11 La paghiamo semplicemente compe-
ma non quello avversario! rando qualcosa.
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Professore Carlo Sgarzi