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Veicoli, traffico e città_________________________________________________________
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Indice
Prefazione ......................................................................................................... 3
Introduzione ...................................................................................................... 4
Moderazione del traffico................................................................................... 5
Rotatorie ....................................................................................................... 5
Strettoie ......................................................................................................... 7
Chicane ......................................................................................................... 8
Attraversamenti pedonali.............................................................................. 9
Dossi ........................................................................................................... 10
Zone a velocità limitata................................................................................... 11
I must di una zona 30 ...................................................................................... 13
le porte d’accesso ....................................................................................... 13
I pittogrammi e le serigrafie ....................................................................... 15
parcheggi nelle zone 30 .............................................................................. 17
Riqualificazione dello spazio pubblico........................................................... 18
Fonti ................................................................................................................ 19
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Prefazione
Il presente lavoro compendia una serie di informazioni utili per il neofita delle
tecniche di moderazione del traffico nelle città.
Sono presentate le soluzioni più comunemente adottate in Italia ed in Europa
per affrontare il tema della coesistenza di veicoli, pedoni e ciclisti in città e
sulle strade della città.
Preziose sono state le fonti utilizzate per la creazione di questo lavoro senza le
quali, lo stesso, non avrebbe avuto lo stesso aggancio con le realtà territoriali
effettivamente esistenti.
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Introduzione
Il traffico in città a volte diventa proprio insopportabile, si sa.
Troppi veicoli circolanti, alcuni troppo veloci, altri troppo lenti…tutti sulla
stessa strada però. Per non parlare dell’ora di punta, una sorta di congiura
contro i pendolari che rimangono al lavoro anche incolonnati in coda e contro
chi invece vorrebbe passeggiare per fare un po’ di shopping.
Esistono diversi modi per rendere più “sostenibile” la coesistenza di pedoni,
ciclisti e veicoli lungo le strade di una città.
Si può intervenire con metodi severi e dispendiosi come marciapiedi più
larghi e piste ciclabili separate perché pedoni e ciclisti si sentano più protetti
oppure evitare, per esempio, che tutti i pendolari escano dall’ufficio alla stessa
ora.
Questi due banali, ma significativi, esempi racchiudono in loro le differenze
tra tecniche hard e soft di moderazione del traffico urbano.
La ratio che c’è dietro le diverse tecniche di moderazione del traffico è la
stessa: migliorare l’ambiente cittadino deturpato dall’inquinamento dell’aria,
dal rumore e dall’ingombro delle auto (sia in movimento che in sosta)
utilizzando meglio le strade delle nostre città.
Agire in maniera hard contro il traffico vuol dire impegnare molte risorse dei
bilanci degli Enti locali nel restiling della viabilità di una città, nella
costruzione di barriere tra i diversi utenti della strada, in buona sostanza.
Implementare tecniche soft, invece, significa assegnare circa il 10%-15%
delle risorse impegnate nel primo caso, investendo in progetti di
comunicazione sulle tematiche della mobilità sostenibile e sulla sicurezza
stradale e sulla sensibilizzazione all’uso dei trasporti pubblici.
Messa in questi termini possono sembrare due famiglie di interventi
autoescludenti, una sorta di “aut-aut della circolazione”, in realtà, non è così
perché le soluzioni tipicamente implementate e che hanno più successo sono
quelle miste.
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Rotatorie
Si tratta di una tipica ristrutturazione di una intersezione a raso tra strade
paritetiche che incrociandosi formano delle linee radiali di un anello a
percorrenza in senso antiorario (in Italia).
Le rotatorie sono adottate nei casi in cui gli spazi siano sufficienti per la
realizzazione dell’infrastruttura e i flussi di traffico non risultino così elevati
da produrre inaccettabili code di ingresso. Va precisato che le rotatorie sono
misure che interessano la viabilità principale e, al più, quella di quartiere;
dunque esse riguardano soprattutto la viabilità esterna agli ambiti residenziali
delle zone 30. Tuttavia esse, ormai, sono entrate a far parte della manualistica
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Esempio di rotatoria sicura per i ciclisti, in quanto la corsia ciclabile è ricavata all’esterno della corona giratoria,
con uno spazio intermedio di fermata per le automobili in entrata e in uscita dalla rotatoria stessa. (fonte:
European Commission, 1998, Adonis - Analysis and Development of New Insight into Substitution of Short
Car Trips by Cycling and Walking)
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Strettoie
I restringimenti della carreggiata tramite strettoie vengono realizzati per
indurre i veicoli a rallentare in corrispondenza di alcuni tratti stradali, nei
quali l’eccessiva ampiezza della strada può indurre a raggiungere velocità
eccessive in corrispondenza di punti di potenziale rischio, come l’uscita di
scuola o gli attraversamenti pedonali in genere. Le strettoie riducono lo spazio
per il transito dei veicoli, in modo tale che gli automobilisti abbiano la
sensazione di poterli attraversare in sicurezza solo a bassa velocità. Si ottiene
così un effetto prettamente di coercizione psicologica.
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Una strettoia realizzata mediante l’inserimento di aiuole verdi e dissuasori, per impedire l’attraversamento
pedonale in quel punto (fonte: IHT, 2005, Traffic Calming Techniques)
Chicane
Una chicane è costituita da una deviazione dell’asse stradale a forma di “S”
talvolta accompagnata anche da una riduzione della larghezza della
carreggiata. Le chicane sono pensate per indurre i veicoli a ridurre la velocità
su tratti di strada che, data la loro lunghezza e rettilineità, possono indurre
accelerazioni eccessive. Il rallentamento viene indotto sia dalla necessaria
manovra di correzione di traiettoria imposta al conducente, sia dalla
sensazione di “strada chiusa” che la chicane dà agli automobilisti quando
viene vista da lontano.
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Attraversamenti pedonali
L’attraversamento pedonale rialzato consiste in una sopraelevazione della
carreggiata con rampe
di raccordo, comunque indicato con strisce pedonali (zebre), realizzata sia per
dare continuità ai marciapiedi in una parte della strada compresa tra due
intersezioni, sia per interrompere la continuità di lunghi rettifili, in modo
costringere il conducente a rallentare. A volte è realizzato in concomitanza
con altri artifici per la sua riconoscibilità come la serigrafia e il colore
differente della pavimentazione. Spesso è realizzato in corrispondenza di
scuole ed edifici ad elevata frequentazione, così l’attraversamento pedonale
rialzato può essere costituito da una vasta piattaforma avente un estensione
apprezzabile idonea a contenere i flussi di attraversamento necessari.
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Dossi
L’obiettivo del dosso sulla sezione di una carreggiata (o di una serie di dossi
posti in successione) è quello di costringere i veicoli a moderare la velocità
nel tratto stradale in questione. Si tratta di inserire un elemento di
discontinuità nella pavimentazione sia ottico (dosso virtuale) che fisico (dosso
reale) che costringono il conducente a regolare la velocità di conseguenza.
Un dosso con un varco laterale per i ciclisti, accompagnato da un dissuasore per indirizzare le automobili, negli Stati
Uniti (fonte www.walkinginfo.org)
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Logo/segnaletica verticale di “zona 30” a Bergamo Esempio di segnaletica verticale di “zona 30”
Perché tutto questo accada si deve fare in modo che il conducente sia
“spiazzato” e conseguentemente “forzato” ad assumere un atteggiamento
consono alla zona 30; la realizzazione di dossi artificiali, passaggi pedonali
rialzati, rallentatori ottici, strettoie e chicane sono alcuni esempi di come un
cambio di direzione o un salto forniscano uno scossone, nel senso fisico del
termine, al conducente che, dovrà rallentare per forza, cosa che non
accadrebbe con il solo pittogramma segnaletico.
Anche in Italia, da qualche tempo, timidamente qualche comune, sulla scorta
delle esperienze europee, inizia ad introdurre le zone 30, ovvero le zone
debitamente confinate e segnalate dove il limite di velocità è 30 km/h. Nella
maggior parte dei casi si tratta di zone a forte vocazione residenziale o
commerciale dove è comune trovare bambini che giocano sul ciglio della
strada, commercianti ed artigiani che lavorano sull’uscio dove quindi non
esiste una sede propria da dedicare esclusivamente al veicolo. La strada è
condivisa e quindi la velocità di transito è limitata a 30 km/h.
Nel panorama normativo italiano si è cominciato a introdurre alcuni strumenti
per la moderazione del traffico con la revisione del Codice della Strada del
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le porte d’accesso
Una zona diventa un semplice alibi, quando si riduce alla sola segnaletica in
entrata, senza i necessari elementi d’assetto strutturale all’in terno che
impediscono la circolazione ad elevata
velocità. In assenza di specifici interventi di deterrenza alla velocità, il
conducente dimentica di trovarsi in una zona a velocità limitata. Lo stesso
problema può presentarsi quando la zona è troppo estesa. Normalmente,
quando gli utenti della strada riconoscono la zona, l’accettano e riducono
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I pittogrammi e le serigrafie
E’ tipico delle zone 30 non avere separazione tra gli utenti che utilizzano il
sedime stradale, così per facilitare il riconoscimento delle aree differenti
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Fonti
• www.trafficcalming.org
• www.walkinginfo.org
• www.webstrade.it
• Traffic Calming Techniques, IHT, 2005,
• Analysis and Development of New Insight into Substitution of Short
Car Trips by Cycling and Walking, Adonis - European Commission,
1998
• Urban Safety Management Guidelines. Road Safety Strategies for
Urban Communities, DfT, 2003
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