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Le foto sono di Manuel Beck, con contribu di: Daniele Santambrogio, Gionata Pensieri, internet.

Si ringrazia in modo parcolare Daniele Santambrogio per la consulenza sugli argomen da traare.
Gli arcoli di giornale sono tra dalle seguen testate: Il Ciadino, Giornale di Seregno, Zona News (ex Informa Zona),
Corriere della Sera, La Prealpina.
www.noipercesano.it
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Tutela del paesaggio, dunque. Per iniziare ci chiediamo: tutela di che cosa e da che cosa, nella
Cesano di oggi? Abbiamo individuato 6 punti intorno ai quali articoleremo il discorso. Sono elen-
cati qui sopra, a mo di sommario: quaro sono tutele dellesistente; due sono tutele da pericoli di
particolare gravit, uno dei quali molto recente (la futura autostrada Pedemontana), laltro invece
rappresenta una costante del nostro territorio dal dopoguerra a oggi, il costruire troppo (espres-
sione che deniremo meglio pi avanti).
Parleremo dellaualit del paesaggio di Cesano, nella convinzione che questo sia un momento de-
cisivo come abbiamo scrio nel sootitolo per il suo futuro. Decisivo perch, per una serie di fat-
tori (in particolare: la crisi economica, lapprovazione del nuovo Piano di governo del territorio e
larrivo imminente dellautostrada Pedemontana), questo 2014 e i prossimi anni possono segnare una
svolta positiva o negativa con eei duraturi.
Una premessa importante: per paesaggio intendiamo laspeo visibile, evidente, del territorio.
Non, quindi, ideali astrai, n la cosiddea scienza del paesaggio, bens, semplicemente, il modo in
cui appare il territorio dove abitiamo: la Cesano auale. Qualcosa, quindi, di molto concreto, con cui
tui noi abbiamo a che fare quotidianamente e che potremmo denire la nostra casa esterna co-
mune. Di conseguenza, la sua tutela interesse di tui.
Partendo dallosservazione di questo paesaggio e dalle notizie daualit che lo riguardano, passe-
remo a valutare il presente alla luce di ci che successo nel recente passato, per poi elaborare sce-
nari del futuro: come vorremmo che fosse e come probabilmente sar.
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Ed eccoci quindi al primo punto: la tutela della variet. Parlarne ci servir anche come sguardo pa-
noramico introduivo al paesaggio di Cesano.
Cosa intendiamo, infai, per variet? Una caraeristica che riteniamo peculiare del territorio cesa-
nese. Spesso la nostra ci, nella percezione comune, considerata unappendice dellhinterland mi-
lanese, non molto diversa dalle periferie della metropoli. Altri, invece, soprauo i residenti di lunga
data, conservano unimmagine di Cesano come paese, nonostante i quasi 40.000 abitanti che ha
ormai raggiunto (ci sono in Italia capoluoghi di provincia meno popolosi).
Ma lauale Cesano Maderno, secondo noi, non n luna n laltro. una sorprendente mesco-
lanza di paesaggi ed elementi (pur quanta pu essercene nella Pianura padana a 20 km di distanza
da Milano: sappiamo di non essere la Toscana, n la Liguria o la Sardegna...), spesso contrastanti fra
loro pur trovandosi a streo contao.
La vera identit del paesaggio di Cesano , paradossalmente, quella di non averne una sola: , ap-
punto, la variet. E questo lo consideriamo un aspeo positivo, da tutelare.
Nelle immagini che seguono, viaggeremo da una parte allaltra di Cesano per mostrare esempi di
questa variet di paesaggi, che altrimenti rischia di non essere ben percepita neanche da chi vi abita,
se losservazione si limita al proprio quartiere di residenza e ad alcune porzioni isolate del resto.
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La nostra rassegna di immagini comincia dai paesaggi urbani. Perch abbiamo parlato di variet
ma, ovviamente, la nota saliente del paesaggio di Cesano la ci: le case, i palazzi, le strade. Qui ve-
diamo una recente panoramica dal punto pi alto del Comune: il campanile della chiesa di S. Stefano.
Il Palazzo Borromeo in primo piano e, dietro, la distesa di case della zona nord della ci, verso Se-
veso e Seregno.
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Paesaggi urbani che sono spesso caraerizzati da complessi edilizi di imponenza notevole. Qui ne
vediamo due dei maggiori esempi: sopra, quello di via de Medici, al Molinello; soo, quello di via
Rossini, alla Sacra Famiglia. Li abbiamo scelti a rappresentare due diverse epoche dintensa urba-
nizzazione cesanese, rispeivamente quella del dopoguerra (1950-1980) e quella del decennio scorso.
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Altri elementi tipici del paesaggio urbano: gli insediamenti industriali e le strade. Sopra, una fabbrica
nella zona nord della ci, osservata dal nuovo sovrappasso ferroviario che collega il rione Maria
Ausiliatrice con Seveso; soo, uno scorcio della superstrada Milano-Meda, dal cavalcavia di via San-
tEurosia.
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Un altro elemento del paesaggio urbano la ferrovia, che ore spunti interessanti, a volte sorpren-
denti, anche perch regala punti dosservazione inconsueti rispeo a quelli a cui uno pi abituato,
guardando dalle strade o dalle case. Gli assi ferroviari aivi a Cesano sono recentemente raddop-
piati, con la riapertura della linea Saronno-Seregno, che araversa tua la fascia a nord della ci: nel-
limmagine soo, vediamo lincrocio delle due linee, dallalto della Saronno-Seregno guardando gi
verso la Milano-Asso (sullo sfondo, il rione Punt da Fer). Sopra, invece, siamo nella zona sud, dal ca-
valcavia della tangenziale al conne con Bovisio, e guardiamo verso nord la linea Milano-Asso, che in
quel punto passa in mezzo a una sorta di corridoio di vegetazione.
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Ma il nostro tema la variet. E allora osserviamola, passando da un quartiere di Cesano allaltro,
dove, anche a breve distanza, si incontrano scenari agli antipodi fra loro. Qui sopra: le case basse, po-
polari, di via Monte Rosa, al Molinello; soo: il signorile complesso residenziale di via SantEurosia,
con lo sfondo del velodromo. In entrambi i casi ci troviamo nel seore est della ci, a meno di 5 mi-
nuti di macchina tra luno e laltro.
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E qui meiamo a confronto le ex case operaie del Villaggio Snia (sopra) con le graziose villee del
rione Liate (soo).
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Non di rado, questi elementi dalle caraeristiche opposte si sovrappongono nello stesso paesaggio,
magari incastrandosi luno nellaltro. Qui sopra: il recente soopasso di via Volta, realizzato a met
del decennio scorso, sinserisce con una certa fatica nel precedente contesto di case vecchie del rione
Punt da Fer, sorvolato inoltre, sullo sfondo, dalla ferrovia Saronno-Seregno.
Soo: il contrasto fra i condomini popolari del quartiere Biul e il corridoio ecologico, boschivo, che
li circonda.
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Ci sono poi i paesaggi di pregio che ci
vengono oerti dai monumenti e dai pa-
lazzi storici di Cesano, insieme ai quali
consideriamo anche i nuclei di case pi
antichi, sia nel centro che nelle frazioni.
Ne presentiamo solo alcuni a titolo di
esempio. Monumento-simbolo e ore al-
locchiello di Cesano, noto a tui, il Pa-
lazzo Arese Borromeo, del XVII secolo,
con il parco (giardino) alle sue spalle, e
piazza Esedra di fronte alla facciata prin-
cipale: qui vediamo tui questi elementi
in una prospeiva aerea.
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Qui sopra siamo in piazza Arese, laltro polo di riferimento del centro, con palazzo Arese Jacini
(XVII-XVIII secolo) sulla sinistra e la chiesea della Beata Vergine del Transito sullo sfondo.
Soo: il Torrazzo, situato a met tra i due palazzi appena nominati, uno spicchio di Medioevo su-
perstite a Cesano.
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Qui siamo a Binzago, con il monu-
mento ai caduti della Prima guerra
mondiale (a sinistra), sullo sfondo del
borgo vecchio della frazione (via Ca-
vour); e con il rinomato santuario di
Santa Maria della Frasca, risalente a
prima del XIII secolo, qui soo in una
visuale nourna.
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Anche le frazioni pi periferiche vantano interessanti scorci di borgo antico: qui sopra quello di Ca-
scina Gaeta, soo quello di Cassina Savina.
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Ma non potremmo parlare di variet se non esistessero anche i paesaggi naturali, a Cesano. Mi-
noritari? S, ma non certo assenti.
Doveroso partire dal polmone verde di Cesano, il parco delle Groane, nella fascia ovest della
ci: qui un trao di bosco nel periodo invernale.
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Alcuni paesaggi, sempre nellarea delle Groane, costituiscono residui di campagna, dove il tempo
sembra essersi bloccato: qui sopra la cascina Biul, in cima allomonima salita, al conne con Seveso;
soo, la cascina che presiede al maneggio dei cavalli in localit Montina.
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Cesano e lacqua: certo, non abbiamo il mare, n il lago. Ma, sempre restando nellarea delle Groane,
incontriamo un paesaggio che ricorda vagamente la... Camargue francese (sopra, larea umida del-
lOasi Lipu), mentre in piena ci apprezziamo il paesaggio uviale oerto dal Seveso, qui soo
fotografato alla conuenza con il Certesa, laltro corso dacqua ciadino; la foto scaata dal binario
sopraelevato della stazione nuova.
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Ancora: non abbiamo le montagne, per esiste, in qualche modo, un paesaggio collinare, nella zona
che sale verso le Groane. Qui sopra vediamo le pendici del retro di via Vicenza, che danno su via
Biul, con orti coltivati e sullo sfondo le case.
Le montagne vere e proprie possiamo solo vederle in lontananza, dalle poche aree in cui lo sguardo
pu estendersi senza venire bloccato dai palazzi; ma quando le giornate sono limpide, in questi punti
di osservazione godiamo di un paesaggio suggestivo. Qui soo, le catene alpine e prealpine viste
dallo spazio non edicato di anco allautolavaggio di via Manzoni a Cascina Gaeta.
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Lalternarsi delle stagioni ci ore paesaggi diversi, anche inaesi, dai colori intensi: qui sopra,
destate, un campo di grano tra via Fermi e via S. Eurosia, nei pressi del cimitero; soo, dinverno, un
paesaggio al conne tra Cesano e Seveso lungo la Nazionale dei Giovi, non troppo diverso da certe
localit di montagna...
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In conclusione, dove ci porta questo giro a 360 gradi tra i paesaggi di Cesano? A ribadire che, seb-
bene in un territorio fortemente urbanizzato, e certo assai diverso da quello che era sino a 50-60 anni
fa, Cesano mantiene unidentit mista che le garantisce un equilibrio forse non oimale, ma al-
meno acceabile per una buona qualit della vita.
dunque un valore da tutelare, questa variet. Perch se viene compromessa, il risultato sar luni-
formazione di Cesano allhinterland milanese, che, con tuo il rispeo, non considerato sinonimo
di elevata vivibilit.
Per questo abbiamo scelto, emblematicamente, unimmagine da Sesto S. Giovanni, uno dei comuni
maggiori dellhinterland, dove il paesaggio , in massima parte, una distesa uniforme di palazzoni e
strade. E abbiamo collocato, in alto a destra, un cartello stradale di aenzione proprio per sooli-
neare il pericolo che Cesano corre, non oggi n domani, ma forse dopodomani.
Tutelare la variet un obieivo realistico: non si traa di vagheggiare un impossibile ritorno alla
Cesano campestre dei tempi andati, bens di acceare ci che il paesaggio di Cesano oggi, con
difei ma anche i pregi che abbiamo mostrato, operando per non snaturarlo ulteriormente. A van-
taggio di tui.
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E che cosa, soprauo, ha cambiato forma al paesaggio cesanese e pu ancora compromeerlo in fu-
turo? La risposta conduce alla seconda tutela della nostra lista: quella dal costruire troppo. infai
ledilizia lelemento che pi trasforma il territorio, portandolo verso quellassimilazione allhinter-
land che abbiamo indicato come maggior rischio per il futuro.
Lavverbio troppo ci pare necessario per precisare, se ce ne fosse bisogno, che la nostra opposi-
zione non alledilizia in generale (importante seore produivo), ma ai suoi eccessi, dei quali ri-
teniamo che Cesano e i suoi abitanti siano stati viime, come cercheremo di dimostrare. Siamo
consapevoli che troppo un conceo contenente un margine di soggeivit, tuavia riteniamo che
in questo caso levidenza della realt non lasci dubbi.
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Va riconosciuto che, in questi ultimi anni, il territorio sta godendo di una tregua, almeno parziale,
da quel costruire troppo. La crisi economica ha coinvolto anche ledilizia: non certo una situa-
zione per la quale esultare ma, se non altro, ha posto ne alle conseguenze negative delliperaivi-
smo costruorio del decennio precedente.
Il titolo di giornale che riportiamo qui sopra riguarda la ci di Seregno, ma pu essere pienamente
applicato anche alla situazione auale di Cesano: sul mercato c una quantit di case superiore alla
richiesta. Tanti appartamenti nuovi rimangono pertanto invenduti; tanti vani vecchi restano si a
lungo (ne parleremo meglio pi avanti).
Possiamo vericare questa situazione in un modo molto pratico, cio osservando la ci dallalto
dei non molti punti panoramici presenti in Cesano, e constatando cos che la quantit di gru che si
stagliano sullo sfondo, segnale di edici in costruzione, sono relativamente poche. Questa una vista
della Sacra Famiglia dalla Tangenziale Sud.
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Questi invece sono due panorami rispeivamente del seore sud-ovest e di quello nord-ovest di Ce-
sano, ritrai da quella sorta di belvedere che si trova in cima ai Prati Berlingeri. un punto dos-
servazione che non molti conoscono, ma molto interessante. Vi si arriva salendo a piedi da via
Gramsci verso il Parco delle Groane, girando poi a destra anzich proseguire drii sul sentiero. Anche
in queste due immagini si pu constatare come la presenza di gru sia piuosto limitata.
Una situazione che, se fa bene al paesaggio, non fa - ovviamente - bene alloccupazione; ma au-
spicabile la rinconversione dei posti di lavoro perduti dalledilizia in altri seori, piuosto che un ar-
ticiale mantenimento in vita di ci che il mercato e leconomia non supportano pi.
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La crisi edilizia va di pari passo con la crisi economica, ma anche una conseguenza degli eccessi
delledilizia stessa nel recentissimo passato, quando si immessa sul mercato una quantit di edici
ben superiore alla richiesta, che pure era eeivamente alta.
Esamineremo vari aspei della questione, in particolare quelli riguardanti limpao sul paesaggio.
Andiamo indietro solo di qualche anno, al periodo che abbiamo denito Cemento Maderno, titolo
di un nostro lavoro presentato nel 2012 ( visibile sul nostro sito: www.noipercesano.it).
Il decennio scorso stato particolarmente fertile per la proliferazione edilizia: certo non al livello
della grande espansione del periodo 1950-80, ma in signicativo rialzo rispeo ai due decenni pre-
cedenti, ancor pi signicativo se si considera che saturare un territorio gi fortemente urbanizzato
ha un peso specico maggiore di quando si costruisce in una zona dove rimangono ampi spazi liberi.
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Ed ecco due immagini eloquenti di come fosse il paesaggio cesanese a met del decennio scorso
(2006, per lesaezza). Due panorami che possiamo confrontare con quelli del 2014 che abbiamo pre-
sentato pocanzi: non esaamente lo stesso punto dosservazione, perch il prato di via Vicenza, a
anco della chiesea di S. Giuseppe, dal quale furono scaate queste due immagini ora recintato e
inaccessibile; ma il seore di ci inquadrato simile.
Sopra, in primo piano una veduta dellimpressionante edicazione allora in corso nel rione Punt da
Fer (via Volta, via Copernico, via Mercalli), ma con varie altre gru sullo sfondo. Soo, uno sguardo
in direzione nord-ovest, e anche qui notiamo una issima presenza di gru, ben superiore a quella
auale.
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E dalla... veduta panoramica scendiamo al livello della strada, per trovare altri esempi di come fosse
il normale paesaggio cesanese allepoca di Cemento Maderno. Era dicile percorrere qualche cen-
tinaio di metri in Cesano senza imbaersi in un cantiere edile; e in molti casi si traava di complessi
imponenti. Sopra, il caso che abbiamo gi citato come simbolo di quel periodo: via Rossini, alla Sacra
Famiglia, dove sono stati costruiti 16 palazzi da 4-5 piani nello stesso trao di strada (12 in un solo
isolato, pi 4 di fronte); soo, siamo invece in via Benaco, al Molinello.
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E continuiamo il tour di paesaggi cesanesi di qualche anno fa con immagini da altri due quartieri:
sopra, il Villaggio Glicine costruito a Cassina Savina, che oggi saaccia sulla nuova via Pertini;
soo, un nuovo complesso di condomini in via Turati a Cascina Gaeta.
Ecco che cosa intendiamo parlando di costruire troppo: il punto critico non tanto che si co-
struisse, in un periodo in cui il vento spirava a favore; ma che lo si facesse in modo cos massiccio: non
solo molti cantieri, ma anche molti edici per ogni cantiere, e con molti appartamenti per ogni pa-
lazzo. Costruire un centinaio di vani, o anche di pi, in porzioni di terreno non vastissime, stata la
normalit dello scorso decennio. Si andati ben oltre le necessit del mercato, come documenteremo
pi avanti.
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Come inevitabile conseguenza, il paesaggio radicalmente cambiato in numerose parti di Cesano,
e con grande rapidit. Se qualcuno non transitava per qualche anno in un certo luogo, rischiava di tro-
varlo trasformato, a volte addiriura irriconoscibile.
Un esempio eloquente: la gi citata zona del Punt da Fer, di cui osserviamo, in alto, il confronto tra
la mappa satellitare di Google nel 2003 e quella nel 2008. Il contorno in rosso evidenzia, a sinistra,
larea ancora largamente libera (prati incolti e pochi edici sparsi) e a destra, la stessa area comple-
tamente edicata, com oggi (il pallino azzurro in alto indica un terreno che nel 2008 era ancora
vuoto, ma nel fraempo si provveduto a riempire anche quello...).
In basso, invece, vediamo il gomito di via Mercalli (strada che fa appunto una curva a 90 gradi),
comera al momento dellavvio del cantiere e poi comera gi diventato pochi anni dopo, con i con-
domini quasi terminati.
Di esempi come questi potevamo raccoglierne a decine, in Cesano: ed appunto quello che abbiamo
fao in Cemento Maderno.
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Dato che cinteressa pi il futuro che il passato, non vogliamo tanto criticare ci che avvenuto in
quel periodo, quanto auspicare che non si ripeta negli anni a venire.
Per anche giusto chiedersi quali siano state le cause del fenomeno, soprauo per valutare se si
possano ripresentare nel prossimo futuro, una volta che la crisi economica del periodo auale si sia
risolta (come peraltro tui auspichiamo).
Per trovare qualche risposta, ci adiamo a un documento reperibile sul sito del FAI, nel quale Luca
Rinaldi, allora soprintendente dei Beni culturali e paesaggistici di Brescia, Cremona e Mantova, punta
lindice su meccanismi politici ed economici e sulle persone che gestiscono queste leve del potere.
Siamo nel 2007, nel pieno del boom edilizio del decennio scorso.
Parole molto chiare, un jaccuse senza sconti, che non abbiamo la possibilit di confermare o smen-
tire del tuo, ma comunque molto interessante. Il dato di fao che le scelte in materia edilizia sono
compiute da chi amministra i Comuni; e siccome la loro volont decisiva per la tutela, o meno, del
paesaggio, inevitabile chiamarli in causa quando vi sono conseguenze negative.
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Ora esamineremo proprio una vicenda in cui le scelte compiute dallAmministrazione locale, quella
di Cesano, non sono andate in direzione della tutela del paesaggio.
il caso di via Lazio: un progeo edilizio in unarea al conne con Bovisio Masciago, vicina anche
al parco delle Groane. Labbiamo denito una ferita aperta: aperta perch si traa di una vicenda
di strea aualit, dato che il cantiere ancora in corso; ferita perch, per il paesaggio, lo , come
provvederemo a documentare.
Nel Piano regolatore del 2003, che vediamo soo, questarea era classicata come B5-Residenziale
di rilevanza paesaggistico-ambientale, il che signica (leggiamo dai documenti del PRG stesso) che
tali aree sono destinate ad essere acquisite o asservite al patrimonio ed alluso pubblico, mediante
convenzione (...) con la quale pu essere autorizzato il trasferimento della capacit edicatoria asse-
gnata, non utilizzabile in loco e pari a IF = 0,2 mq/mq, all'interno delle aree di concentrazione volu-
metrica identicate nelle tavole di azzonamento del PRG.
In parole povere, il Piano non prevedeva che si costruisse qui. O che, quantomeno, lo si facesse con
un occhio di riguardo per il paesaggio.
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Andiamo quindi a vedere, in un paio di immagini, come fosse larea in questione prima che venisse
edicata: un vasto prato contornato da alberi e cespugli. Sopra, la visuale dalla met circa di via
Lazio, guardando verso Bovisio; soo, invece, la foto stata scaata da quel grumo di vegetazione
(oggi scomparso) che separava il parcheggio del supermercato Lidl dal prato di via Lazio.
Certo, non stiamo parlando di un terreno di particolare pregio naturalistico, ma quantomeno di un
paesaggio gradevole, di unopportuna fascia libera di stacco tra i comuni di Cesano e Bovisio, per il
resto quasi interamente saldati luno allaltro dallininterroa edicazione. Rilevanza paesaggi-
stico-ambientale, ricordiamo la classicazione del PRG.
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Ma le cose possono cambiare, per decisione di chi amministra il territorio. Nellestate 2006 il Consi-
glio comunale approva un piano edilizio su questarea di via Lazio: 5 palazzi da 4-5 piani, per un to-
tale previsto di 100 appartamenti abbondanti. Vediamo, qui sopra, la notizia come usc sui quotidiani
locali allepoca.
Non sorprendentemente, la giunta - come vedremo anche pi avanti - poneva laccento sulle opere
compensative che questo piano avrebbe consentito di realizzare. Qui non cinteressa valutare se tali
contropartite fossero congrue (vi furono polemiche al riguardo, da parte di esponenti politici cesa-
nesi), ma semplicemente notare che dicilmente esse possono venire considerate di pari impao
(specie in rapporto al paesaggio) rispeo alla componente edilizia del progeo...
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E infai ecco come si trasforma il paesaggio di via Lazio una volta che il cantiere prende avvio. Qui
sopra, unimmagine del 2011 con i primi due palazzi in costruzione; soo, gli stessi palazzi (pi un
terzo che si scorge sullo sfondo, dietro quello a destra) come appaiono a inizio 2014, ormai quasi ter-
minati (il primo gi abitato, almeno in parte).
I lavori procedono a ritmo piuosto lento, perch nel fraempo sopraggiunta la crisi: in altri tempi,
i 5 palazzi sarebbero gi stati completati, ora invece, pur essendo ormai passati 5 anni dallinizio dei
lavori, dicile prevedere quando saranno compiuti.
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Qui altre due immagini di come appare ora larea di via Lazio: sopra, dallo stesso punto in cui era
stata scaata la foto del 2006 presentata poche pagine fa; soo, una vista dalla parte opposta, cio da
Bovisio, con cui larea conna.
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Con queste foto soolineiamo che
un piano edilizio di tale portata non
soltanto imponente, specie rispeo
alla classicazione dellarea secondo
il PRG, ma anche stride con il pae-
saggio in cui si voluto inserirlo.
A pochi passi dai 100 appartamenti
in costruzione, infai, si estende il
parco delle Groane, con il prato
della foto sopra e i dintorni della
Montina sullo sfondo. La medesima
area indicata dalle frecce color ma-
genta nelle altre due immagini di
questa pagina, prese pi o meno
dallo stesso punto, cio la Nazionale
dei Giovi, con il supermercato Lidl
(nel fraempo ampliatosi) sulla de-
stra e larea di via Lazio sulla sini-
stra.
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Come si legge in questa pagina dellinformatore comunale (Ciadini), lAmministrazione, di sua
penna, promeeva grazie a questo piano un miglioramento della qualit della vita e dellaria, con
spazi di ritrovo per la comunit; e anche il rispeo dellecosistema con la sistemazione del bosco
presente e il rimboschimento di nuove aree. In eei, secondo il pannello esposto ai bordi del can-
tiere, che riportiamo qui soo, larea una volta completata dovrebbe apparire cos, comprendente un
parco (peraltro, a nostro parere, sovradimensionato nellimmagine rispeo allo spazio che avr a di-
sposizione), tant che il complesso viene suggestivamente denominato Residenze Parco Comasina.
Aenderemo con speranza; ma oggi, a distanza di 6 anni dalle promesse di cui sopra, il paesaggio di
via Lazio presenta solo le case in costruzione e nulla del resto.
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E quanto al miglioramento della qualit della vita e dellaria... lecito avere qualche dubbio ulte-
riore se si considera che un centinaio di appartamenti signica almeno altreante nuove macchine in
circolazione nellarea. Che, come testimonia limmagine sopra, gi particolarmente tracata, spe-
cie nelle ore di punta. E ancor di pi potrebbe diventarlo nei prossimi anni, se i cantieri di Pede-
montana (vedi pi avanti) dovessero temporaneamente bloccare altre fondamentali arterie sul
territorio, spostando quindi ulteriore traco qui, nei dintorni di via Lazio.
Di tui questi problemi, la nostra associazione aveva gi elaborato unanalisi ai tempi in cui il pro-
geo era ancora in fase di approvazione. Ma di questa e altre voci critiche non fu tenuto conto.
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Ma ecco che, negli ultimi due anni, quelle che parevano preoccupazioni esclusive dei cosiddei am-
bientalisti sono diventate un allarme condiviso da tanti.
I giornali locali hanno riportato in vari articoli i dati che certicano la situazione del territorio brian-
zolo. Qui soo, il dato-choc dellestate 2012 che colloca la provincia di Monza e Brianza (almeno sino
a quando non verr abolita...) al primo posto in Italia per percentuale di suolo edicato, unica oltre
il 50%.
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E questo un articolo che parla della nostra aivit di denuncia delle trasformazioni subite dal ter-
ritorio cesanese nel recente passato.
A proposito di denunce: cogliamo loccasione per soolineare che, quando muoviamo una critica a
unopera realizzata o progeata, oppure alla situazione complessiva del nostro paesaggio, cinte-
ressa parlare dei fai, non puntare lindice su singole persone, le quali ci paiono agire in maniera
piuosto simile (e quindi non essere responsabili le une pi delle altre), anche se le notizie degli ul-
timi anni riguardanti politici brianzoli arrestati o inquisiti per collusioni con la criminalit organiz-
zata su decisioni concernenti il territorio impongono debite distinzioni.
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Anche un quotidiano nazionale come il Corriere della Sera, non certo sospeabile di ssazioni
ambientaliste, ha lanciato allarmi signicativi per il nostro territorio, di cui si soolinea la rapidit e
limponenza della trasformazione in ao (e, come nella parte destra dellarticolo qui soo, si danno
colpe ai Comuni): gli esempi citati sono Desio e Lissone, ma il discorso riguarda tua la provincia.
Confortante, pur nel rammarico, la sintonia dellautorevole giornale con le nostre analisi.
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Di come lanalisi del Corriere si possa applicare anche a Cesano, forniamo uneloquente prova vi-
siva tramite il confronto fra due immagini della ci scaate dal cielo.
Quella che riproduciamo qui sopra una foto aerea che fu eseguita da un velivolo militare allepoca
della ne della Seconda guerra mondiale (1945). qui inquadrata la fascia centrale di Cesano: si
scorge, sulla sinistra, la Nazionale dei Giovi, poi spostandosi verso est la ferrovia, il centro ciadino,
quindi a sud Binzago e, a nord-est di questultima, il cimitero. Che, come si vede, sorgeva in mezzo
ai campi, i quali ricoprivano la maggioranza del territorio. Un paesaggio, quindi, estremamente di-
verso da quello auale.
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Ed ecco com la stessa porzione di Cesano oggi, grazie alle immagini satellitari di Google Maps di-
sponibili su Internet. Nel giro di poco pi di 60 anni, quasi tuo il territorio stato riempito dalledi-
cazione.
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La percentuale di suolo urbanizzato (consumato) a Cesano molto alta, quasi del 74% secondo
questa tabella della Regione Lombardia risalente al 2007 (e quindi contenente dati inferiori a quelli
che possiamo ipotizzare per la situazione di oggi, 7 anni dopo).
Gli altri Comuni che qui compaiono sono quelli del bacino del Seveso, unarea particolarmente ur-
banizzata: eppure Cesano, su 15 ci per cos dire rivali, si piazza piuosto bene, facendo regi-
strare una percentuale superiore a 9 di queste, e inferiore solo a 6. Da notare che Desio, citata dal
Corriere della Sera come simbolo di cementicazione galoppante, si ferma soo il 65%, ovvero il
9% in meno rispeo a Cesano. E la media complessiva dellarea quasi 5% inferiore al dato cesanese.
Queste cifre rendono quantomai urgente la necessit di un contenimento del consumo del suolo
cesanese nel prossimo futuro, perch espressioni come territorio saturo non sono slogan da am-
bientalisti, ma la semplice realt.
nostra convinzione - motivata da quanto nora analizzato e da altri elementi che valuteremo tra
poco - che Cesano necessiti di un taglio drastico a nuove espansioni edilizie: certamente una solu-
zione non ideale, ma necessaria, che potremmo paragonare a quando una persona, per la propria sa-
lute, deve saltare un pasto dopo aver mangiato oltremisura in quello precedente.
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Da quanto deo nora si comprende perch, in occasione dellelaborazione del nuovo Piano di Go-
verno del Territorio (PGT, ex PRG), erano alte le nostre aese di una svolta in favore di una maggior
tutela del paesaggio rispeo al passato.
Le condizioni apparivano propizie: la crisi economica ha moderato gli appetiti dei costruori (ci
sono, cio, meno richieste di edicare); e tuo sommato sembra essersi diusa presso gli ammini-
stratori una maggiore sensibilit al problema, grazie anche (crediamo) agli allarmi lanciati dalla
stampa e dallopinione pubblica.
Le incoraggianti parole dordine elencate nel documento uciale del Piano (qui soo) sembrano
rispecchiare questa nuova sensibilit: da notare che la parola paesaggio compare in uno dei pri-
missimi posti.
Ampia documentazione sul PGT si trova anche
sul sito della nostra associazione:
www.noipercesano.it
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A febbraio di questanno il nuovo PGT stato approvato, cio diventato ucialmente lo strumento
urbanistico che regoler il futuro del territorio cesanese.
In questo articolo sono riportate le parole, senza dubbio importanti, spese dallauale assessore al-
lUrbanistica di Cesano durante la presentazione del nuovo PGT: marcato contenimento del con-
sumo di nuovo suolo, ampliamento delle aree verdi gi esistenti, salvaguardia dellambiente,
no a nuove e indiscriminate edicazioni (in questultima frase, peraltro, si pu intravedere unim-
plicita ammissione che ne sono avvenute, nel recente passato).
Ora vericheremo se le buone intenzioni trovano riscontro nei contenuti eeivi del Piano.
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La notizia positiva che una serie di aree aualmente libere rimarranno tali, almeno nei prossimi
anni, in quanto sono stati cancellati (stralciati) i piani edilizi che le riguardavano, elaborati dai due
PGT abortiti nel quinquennio scorso: quello della giunta Vaghi (2009) e quello della giunta Roman
(2011), entrambi rimasti incompiuti a causa della mancata rielezione del primo e della caduta pre-
matura della seconda.
Qui vediamo due di queste aree risparmiate: via Turati, a Cascina Gaeta (sopra), e via Asiago, al
conne tra Binzago e Bovisio (soo).
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Altri due esempi di aree dove non pi previsto di costruire: sopra, via Caprera, una traversa fra
via S. Carlo e via Garibaldi, tra il rione Barbarossa e il Molinello; soo, unarea ai margini del parco
delle Groane, sulla salita che porta al Villaggio Snia. Un caso un po particolare perch qui, dove c
la vecchia e dismessa fornace Giussani, era prevista dai due PGT incompiuti la realizzazione di
una sorta di centro benessere.
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Nel prospeo qui sopra, vediamo un quadro dinsieme dei piani edilizi (ambiti di trasformazione)
mantenuti nel nuovo PGT (in rosso) e di quelli invece stralciati rispeo ai PGT di Vaghi e Roman (in
blu).
Abbiamo deo mantenuti perch, giusto notarlo, non ne sono stati creati di nuovi rispeo ai
due PGT incompiuti del 2009-2011. Gli ambiti di trasformazione in rosso sono eredit del PRG del
2003, non essendo ancora stati realizzati da allora.
LAmministrazione ha spiegato che non intendeva cancellare anche quelli (o almeno una parte di essi),
in quanto non riteneva opportuno rischiare liti giudiziarie con gli aventi dirio a edicare: il PRG del 2003,
a dierenza di quelli del 2009-11, era un piano approvato a tui gli eei.
Noi per Cesano, pur riconoscendo la svolta positiva rappresentata dai piani stralciati che ab-
biamo appena mostrato, ritiene che un ao di ulteriore coraggio, cancellando anche i piani residui del
2003, sarebbe stato ancora pi opportuno, considerata lauale situazione del territorio dopo le ab-
bondanti edicazioni del recente passato. Questa nostra posizione non va fraintesa nel senso di una
richiesta di blocco totale delledilizia, bens di stop al consumo di nuovo suolo: alle riconversioni
di aree gi edicate (residenziali o industriali) non siamo contrari, pur con le cautele di cui parle-
remo poco pi avanti.
La nostra associazione ha inoltre presentato una serie di osservazioni in vista del PGT che, come ri-
porta la stampa (qui soo), non paiono aver trovato... terreno fertile.
50
Alle scelte dellAmministrazione di Cesano, se ne sono aggiunte alcune della
Provincia, che per bocca del suo presidente ha espresso a sua volta una sensi-
bilit alla tutela del paesaggio dalleccessiva edicazione. Lente di Monza e
Brianza ha a sua volta recentemente elaborato un proprio Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale (PTCP), che comprende vincoli ad alcune aree con-
siderate da salvaguardare. Tra queste, a Cesano, il prato che vedete nellimma-
gine soo, tra le vie Colombo e Don Orione: qui era prevista ledicazione di
una scuola media, ma la Provincia ha posto il veto.
Non sono mancate le proteste e i ricorsi da parte di enti locali (tra i quali non
risulta Cesano) contro questi vincoli. Vedremo cosa succeder se dovesse av-
venire la ventilata sparizione, o ridimensionamento dei poteri, della Provincia.
51
Il motivo per cui avremmo auspicato una svolta ancor pi radicale dal nuovo PGT non legato solo
al passato, ma anche al presente: nonostante la crisi, non mancano tuora, a Cesano, cantieri edili
di portata anche notevole, in buona parte residui dal gi menzionato PRG del 2003.
A volte si sente dire che la crisi ha azzerato, o rischia di azzerare, ledilizia cesanese: non cos.
Proponiamo alcuni esempi. Qui sopra, vediamo un pregevole scorcio paesaggistico, potremmo dire
campestre: siamo in via Frank, che segna il conne tra Cesano e Seregno. Questo, per, il lato sere-
gnese.
52
Nel lato cesanese della via, voltandoci di 180 gradi, possiamo vedere questo: un cantiere aualmente
in corso, dove si sta realizzando un complesso edilizio di notevole imponenza. Cinque palazzi da 4-
5 piani, come mostra il classico prospeo a anco della recinzione (qui soo).
Insomma, un altro caso di paesaggio che si trasforma inserendo un elemento del tuo eterogeneo ri-
speo al suo contesto originario. In un contesto di cascine di campagna e di case basse uni- o bi-fa-
miliari, irrompe un complesso da decine di appartamenti.
53
Altri esempi di aivit edilizia in corso. Sopra, un capannone industriale in costruzione su un ter-
reno precedentemente libero, in via Manin, nel rione Maria Ausiliatrice. Da un lato pu far piacere
come segnale in controtendenza rispeo alla crisi del seore produivo; dallaltro per dobbiamo re-
gistrare ancora una volta che il consumo di suolo non si arresta.
Soo, invece, vediamo un caso di riconversione di uno spazio industriale: lex salumicio Perniceni
(in via Friuli, la strada che porta al Villaggio Snia), abbauto sul nire del decennio scorso. Nellim-
magine, ecco come appariva larea qualche anno fa, dopo la demolizione della fabbrica e la crescita
di una a vegetazione. Alla pagina seguente, ne vedremo la trasformazione in ao.
54
Sullarea ex Perniceni era prevista, dal PRG del 2003, la sua trasformazione in area residenziale.
Ecco infai, sopra, i primi condomini in costruzione, aualmente in corso dopera. In senso streo
non un consumo di suolo, perch cera appunto un salumicio, prima. Ma considerando che al suo
posto prevista la realizzazione di oltre 100 appartamenti (come mostra il prospeo soo), evi-
dente come le riconversioni, per molti versi auspicabili rispeo al consumo di suolo libero, pos-
sano comportare a loro volta un forte impao sul paesaggio. Se si considera che, subito a anco di
questo futuro complesso edilizio, c quella sorta di castello sulla collina di anco alla stazione dei
Carabinieri, e dallaltro lato le alberate vicinanze del parco delle Groane, di via Vicenza e del Biul,
si capisce che anche in questo caso limpao del nuovo edicato sul contesto stridente.
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Abbiamo visto il recente passato; abbiamo visto il presente; ora diamo uno sguardo al prossimo fu-
turo. Parliamo infai degli ambiti di trasformazione contenuti nel nuovo PGT.
Il pi importante, che in termini quantitativi (volumetrie e numero di abitanti previsti) vale quasi
quanto tui gli altri messi insieme, la riconversione dellex area industriale Snia (sopra, uno scor-
cio), nellomonimo quartiere. Si traa di unarea vastissima, come possiamo vedere nella mappa sa-
tellitare qui soo, che evidenzia larea che sar oggeo dei due AT in questione.
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Ora vediamo quaro esempi di aree aualmente libere che saranno oggeo di edicazione col nuovo
PGT. Qui sopra siamo in fondo a via S. Carlo, vicino al parcheo di Liate, sulla strada per andare al
Molinello (AT7); soo, poco lontano, in via Mariani tra il Burghe e Liate (AT3).
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Un altro prato che diventer sede di palazzi residenziali: larea retrostante il locale Disco Italia al
Molinello (AT9, sopra). Mentre qui soo vediamo un campo coltivato, al Molinello in prossimit della
superstrada (e quindi della futura Pedemontana), dove prevista la realizzazione di un albergo (AT8).
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Qui invece abbiamo un caso particolare, scoppiato e rientrato nel giro di qualche seimana, a ini-
zio 2014. Larea nella foto sopra un prato adiacente ai campi sportivi di via Abruzzi, tra la Nazio-
nale dei Giovi e il parco delle Groane, allangolo con la via Toscana che conduce proprio dentro il
parco.
Qui, la giunta sembrava pronta ad approvare una richiesta di costruire, da parte di un privato, una
palazzina da circa 20 appartamenti, destinati allhousing sociale, cio riservati ai meno abbienti.
Certo, qualcosa di utile alla colleivit, ma il contesto di collocazione (ai margini delle Groane), lag-
giungersi di nuovo consumo di suolo a un PGT che gi ne contiene (come abbiamo visto) e il fao che
il quartiere Sacra
Famiglia sia gi
stato oggeo di in-
tense edicazioni
nel decennio prece-
dente, hanno ali-
mentato forti
perplessit su que-
sto ventilato inter-
vento.
Las s oc i azi one
Sacra Famiglia ha
scrio una leera
chiedendo un ri-
pensamento; parte
della maggioranza
si dissociata dal
progeo, che cos
stato cassato. Archi-
viamo questa noti-
zia positiva, anche
se preoccupa il pos-
sibile precedente
per altre idee analo-
ghe.
59
Lhousing sociale, ripetiamo, una bella cosa, sulla carta; ma realizzarlo, nella gi molto urbanizzata
Cesano auale, tramite consumo di suolo, appare quantomai paradossale e inutile, nel momento in
cui, in tua la ci, troviamo numerosi casi di appartamenti si, sia in palazzi vecchi (come nel-
limmagine sopra, al conne tra Sacra Famiglia e Centro), sia in quelli da poco costruiti: qui soo ri-
troviamo i condomini nuovi di via Benaco, gi mostrati in fase di cantiere nella sezione sulledilizia
cesanese recente, e scopriamo parecchi appartamenti invenduti.
60
Questo degli appartamenti si che rende inutile continuare a costruire (tanto pi se con consumo
di suolo) un tema che sta particolarmente a cuore alla nostra associazione.
Abbiamo richiesto, nora invano, che si faccia un censimento dei vani inutilizzati a Cesano: at-
tualmente non esiste nella nostra ci (o perlomeno, non mai stato reso pubblico) un conteggio pre-
ciso. Peccato perch sarebbe importante per quanticare il problema.
Dobbiamo adarci, in mancanza di dati cesanesi, a qualche conteggio analogo che stato eeuato
nei Comuni vicini. Ad esempio, quello riportato nellarticolo sopra, relativo a Desio e dintorni, da cui
emerge che la quantit di alloggi si notevole: duemila case nuove se, pi quelle vecchie. Pos-
siamo ipotizzare che la percentuale a Cesano sia simile, per una cifra plausibile di un migliaio di vani.
Ed ecco un altro indicatore, stavolta proprio cesa-
nese, del fao che in questo momento la necessit di
costruire sia minima: nel 2013, per la prima volta in
anni recenti, la popolazione ciadina diminuita.
Come viene spiegato nellarticolo, questo si deve
anche a una verica avvenuta sul numero degli
stranieri tramite confronto col censimento 2011; ma
in ogni caso un indicatore che la crescita del de-
cennio scorso nita.
61
E questo il prospeo riepilogativo degli ambiti di trasformazione del nuovo PGT. Sono indicate
le volumetrie (in metri quadrati) e, nellultima colonna a destra, il numero degli abitanti previsti per
ogni insediamento.
Abbiamo cerchiato due numeri, i 750 abitanti ipotizzati per il complesso edilizio ex Snia e i 1707
del totale, per mostrare che si traa di cifre consistenti (750 abitanti vuol dire almeno 300 apparta-
menti), non poi cos lontane da quelle legate al vecchio PRG del 2003, per quanto inferiori; anche se
poi andr vericato quale sia larco temporale in cui questi piani si realizzeranno.
In conclusione, pur riconoscendo la diminuzione del consumo di suolo rispeo al decennio prece-
dente, e pur riconoscendo i tagli ai piani edilizi di cui abbiamo parlato riguardo al nuovo PGT, non
siamo convinti che, sommando questi cantieri in corso a quelli che il PGT stesso prevede, si possa
realmente parlare di una svolta radicale. Cio una svolta che vada al di l della semplice contin-
genza economica e del mercato.
Bisogna ammeere che, al di l delle intenzioni degli amministratori, c un problema concreto, che
non ci pare tuora risolto: quale alternativa hanno i Comuni, per nanziarsi, agli oneri di urbaniz-
zazione derivanti dalle espansioni edilizie? Ce lo ricord lo stesso assessore allUrbanistica cesanese,
Luca Vaghi, in occasione di un incontro pubblico nel novembre 2012.
Trovare il modo di nanziare i Comuni senza la necessit di compromeere il paesaggio: una
sda cruciale per i prossimi anni.
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Dopo aver completato lampio capitolo sulla tutela dal costruire troppo, passiamo a quella degli
spazi privati.
Con questo termine intendiamo le aree libere di propriet privata, in particolare i giardini delle case,
spesso riempiti da nuove costruzioni negli ultimi anni; ma anche le case stesse: perch, se da un lato
labbaimento di una villea con edicazione di una palazzina (tualtro che raro) meglio del con-
sumo di nuovo suolo, dallaltro laumento di volumetria, il sorgere disordinato di piccoli edici,
vanno in direzione contraria alla tutela del paesaggio.
63
Una tendenza molto auale, dalle nostre parti, la trasformazione di giardini privati in palazzine.
Il fenomeno non certo nuovo, ma ci pare in aumento negli ultimi anni, in corrispondenza del di-
minuire dei cantieri di vasta portata (un po per la crisi, un po per lesaurirsi del suolo disponibile).
Cos, si punta spesso sulla singola palazzina inserita in un fazzoleo di terreno: sparisce il giardino
e appare una casa, con notevole oimizzazione dello spazio, ovvero sfruamento di ogni metro
quadrato disponibile.
Qui vediamo, grazie alla street view di Google Maps datata 2008, la trasformazione avvenuta in
un giardino di via Maroncelli (tra il Burghe e Liate): sopra comera, soo com oggi.
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E gli esempi sono davvero tanti. Qui ne forniamo un altro, stavolta a Binzago: anche in questo caso
il prima datato 2008 e proviene da Google Maps, il dopo invece di un paio danni fa, con il can-
tiere in corso. Cera un giardino dalla vegetazione piuosto folta, di cui ora non v pi traccia.
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Non solo condomini: qui abbiamo un altro caso interessante. Sulla Nazionale dei Giovi, di fronte
allo sbocco di via Copernico (Punt da Fer), cera questa macchia di vegetazione (sopra), che nellul-
timo anno e mezzo stata eliminata per far spazio a un parcheggio soerraneo per camion (soo).
Certo, questa e le precedenti non sono grosse edicazioni, prese singolarmente. Ma consideriamo la
sommatoria di tanti casi come questi: limpao complessivo sul paesaggio diventa notevole.
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Dunque anche in questo ambito auspicabile una tutela, in modo che il verde privato non scom-
paia pezzo dopo pezzo. In realt esistono gi delle norme: qui sopra vediamo un estrao dal Piano
delle regole del nuovo PGT, dove si parla chiaramente dellobbligo di rilevare, mappare e anche fo-
tografare gli alberi ad alto fusto che siano inserite in aree oggeo di interventi edilizi. E si aggiunge:
si debbono rispet-
tare gli alberi esi-
stenti.
Il dubbio, per,
che non sia sem-
plice tenere soo
controllo ogni situa-
zione, traandosi di
singoli terreni pri-
vati.
Se, per esempio, ci
fosse un intervento
edilizio in un giar-
dino come quello a
anco, sarebbe pos-
sibile censire ogni al-
bero ad alto fusto l
presente, prima che
fosse eliminato?
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Qui vediamo invece un caso in cui le regole sono state fae rispeare, da parte dellAmministra-
zione, alla quale va dunque un plauso per lintervento. Siamo alla cascina Ca Nova, edicio storico,
situato nella parte nord del Molinello, in fondo a via De Medici: nella foto sopra, ecco comera nella
sua versione originaria; soo, invece, il recente cantiere che ne stava trasformando il lato ovest.
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Questi lavori alla cascina Ca Nova sono stati recentemente dichiarati abusivi da parte del Comune,
che ha dunque prodoo lordinanza di demolizione riportata qui sopra. Si parla dellobbligo di pre-
servare i materiali originari e di altri elementi da conservare intai: siamo dunque nellambito del-
lauspicata tutela degli edici storici.
Labusivismo un fenomeno che, dalle nostre parti, non si pu denire dilagante, ma che comun-
que rende necessario non abbassare la guardia perch, di tanto in tanto, succede che spuntino edici
fantasma (capanni, ad esempio) laddove non consentito.
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Altreanto importante per il paesaggio, e complementare a quella degli spazi privati, la tutela
del verde pubblico, intendendo con questo termine i parchi arezzati, distinti cio dai prati incolti ca-
sualmente superstiti in aree di propriet comunale.
In questo caso, pi che con la semplice conservazione delle aree gi esistenti (si suppone che nes-
suno, almeno per ora, progei di cancellare un giardineo di quartiere), la tutela si esercita am-
pliando questo verde pubblico, a scopo preventivo: cio ingrandendo le aree esistenti e creandone
di nuove, in modo che queste non possano pi venire utilizzate per altri scopi.
Un problema legato alle aree incolte pubbliche che, bisogna ammeerlo, spesso sono tualtro che
graticanti per il paesaggio (erbacce che proliferano, discariche abusive di riuti) e rappresentano
un costo a fondo perduto per il Comune che, almeno qualche volta allanno, deve provvedere alla
manutenzione.
Dunque importante che le Amministrazioni non compiano, al riguardo, la scelta pi comoda (tra-
sformare larea da libera a costruita), ma, se possibile, investano per creare nuovi parchi arezzati, sia
pure di piccole dimensioni o con modeste struure; e se impossibile, che lascino larea incolta cos
com.
E in questambito non sono
mancati, nellultimo decennio,
nuovi parchi creati dalle Am-
ministrazioni cesanesi che si
sono succedute: qui ne vediamo
tre esempi, in zone diverse
della ci: il parco della Baruc-
canea, al conne tra Molinello
e Baruccana di Seveso; il parco
dei Tigli, vicino al cimitero di
Cassina Savina; e il parco Col-
lodi alla Sacra Famiglia.
Fai positivi, senza dubbio,
anche se, in unimmaginaria bi-
lancia, non compen-
sano il peso delle
edicazioni avvenute
nello stesso periodo.
70
71
E a proposito della nascita di nuove aree di verde pubblico, che contribuiscono alla tutela del pae-
saggio, questa loccasione di parlare della procua collaborazione tra Noi per Cesano e lAm-
ministrazione comunale (sia quella auale, sia le due precedenti) per liniziativa chiamata Festa
dellAlbero.
Dal 2006, una volta allanno, in autunno, unarea pubblica comunale viene piantumata con la parte-
cipazione delle scuole del quartiere (la prima fu l dove poi stato creato il Parco della Baruccanea).
Le aree sono generalmente scelte in prossimit di recenti edicazioni, dove spesso rimangono faz-
zolei di terreno incolto e/o degradato. La Festa dellAlbero diventa allora loccasione di dare nuovo
valore al paesaggio, creando qualcosa di bello e fruibile per tui.
Qui vediamo le aree che furono oggeo della seconda e terza Festa dellAlbero, nel 2007 e 2008. Nel
primo caso siamo al Molinello, nel secondo a Cassina Savina.
72
Continuiamo la carrellata cronologica sulla Festa dellAlbero: sopra, un articolo sulledizione 2009,
tenutasi in via Adamello (tra Molinello e Cascina Gaeta); soo, larea della Festa 2010, in via Ticino
angolo via Trebbia, al Molinello.
73
Ci avviciniamo alle edizioni pi recenti della Festa: sopra, siamo nel rione Maria Ausiliatrice, in
fondo a via Novara (2011); soo, nel terreno adiacente alle nuove costruzioni di via Benaco, Stelvio
e Verbano, al Molinello. In questo caso si vedono ancora poco gli alberelli appena piantati, perch
passato meno di un anno e mezzo; ma solo questione di pazienza, poi leeo di mitigazione pae-
saggistica, rispeo alla mole dei palazzi neo-edicati, sar sicuramente apprezzabile.
74
Ed eccoci alla scorsa edizione della Festa dellAlbero, quella che per noi ha anche il signicato pi
importante. Siamo infai alla Sacra Famiglia, nella fascia a ridosso della ferrovia, tra le vie Umbria e
Campania. Qui era stata prevista, circa 5 anni fa, la realizzazione di nuovi palazzi (in un quartiere gi
pesantemente edicato in tempi recenti), progeo poi arenatosi per dicolt economiche dellope-
ratore. Tale stop ha dato loccasione a un gruppo di ciadini, insieme allAmministrazione, di pro-
geare e realizzare un nuovo utilizzo dellarea: i cosiddei Orti condivisi, aperti a chiunque lo
desideri. Questi Orti sono stati inaugurati nel seembre 2013 e sono un simbolo dellauspicata in-
versione di roa che auspichiamo: no al consumo di nuovo suolo pubblico, s alla sua tutela tramite
la creazione di nuovi spazi verdi per la comunit.
ORTI CONDIVISI
75
E proprio questarea degli Orti condivisi (sopra, in unaltra immagine dellinaugurazione) stata il
luogo della Festa dellAlbero 2013, tramite la piantumazione di un futuro frueto, con lo scopo di ar-
ricchire la variet di coltivazioni presenti.
ORTI CONDIVISI
ORTI CONDIVISI
76
E dai parchi urbani passiamo agli ambienti naturali, cio, per quanto riguarda Cesano, sostan-
zialmente il parco delle Groane e i corsi dacqua.
Una tutela che pu sembrare meno urgente di altre, e in eei non si pu dire che la situazione, per
quanto riguarda questi due elementi nel territorio cesanese, sia peggiorata negli ultimi decenni; ma
vedremo come in realt vi siano, o vi siano state, delle minacce concrete.
Pericoli contingenti a parte, la tutela degli ambienti naturali fondamentale per il paesaggio, per-
ch protegge quei baluardi che costituiscono una garanzia, una polizza assicurativa per il terri-
torio: anche qualora gli spazi urbani dovessero venire saturati, deteriorandosi ulteriormente, essi
rimarrebbero come polmone verde.
77
Partiamo quindi dal parco delle Groane, nostro polmone verde principale (per non dire unico), non-
ch dispensatore di molti dei paesaggi pi piacevoli che possiamo trovare nel comune di Cesano. Qui
sopra, una bella oritura primaverile.
E le notizie pi recenti
sulle Groane sono positive,
perch pochi anni fa sono
stati realizzati ampliamenti
al perimetro del parco,
compresi alcuni in territo-
rio cesanese: qui a anco ne
vediamo uno, il prato in
leggera pendenza in zona
Acna, a est dellex stabili-
mento Snia. Dal punto di
vista paesaggistico, un
importante stacco fra
unarea industriale e laltra.
78
E qui un altro ampliamento recente del parco delle Groane, visto nella mappa satellitare di Google:
si traa di un pezzo del cosiddeo corridoio ecologico del Biul, unarea di pregio naturalistico al
conne con Seveso, che era gi semi-tutelata e ora ha oenuto linserimento a pieno dirio nel parco.
Si trova alle spalle della Cascina Biul, da una parte, e di Cascina Bricola, dallaltra.
79
Sempre a proposito di notizie positive sul parco delle Groane, seppur risalendo un po indietro nel
tempo, bisogna ricordare la creazione dellOasi Lipu (sopra, il centro direivo), certo datata ormai
1997, ma che ci pare sia stata ben coltivata e valorizzata anche di recente dalle Amministrazioni ce-
sanesi, con grande merito ovviamente del personale dellOasi.
Questo periodo positivo per il Parco tualtro che scontato, anzi assume ancor pi valore se si con-
sidera che appena pochi anni fa, nel periodo di massimo picco dellultimo boom edilizio, sembrava
che lincessante pianicazione di nuove costruzioni avesse nel mirino anche le Groane: la nuova
frontiera degli immobiliaristi pareva infai la casa vista parco, immersa nel verde. Essendo in
via desaurimento il verde nelle aree urbane, era inevitabile andare a cercarlo l. Qui soo c un ar-
ticolo che documenta quella minaccia, che oggi non pare pi auale ma non deo che non ritorni
in futuro, se la tutela degli ambienti naturali dovesse venire considerata meno necessaria.
80
Veniamo ora al Seveso, il principale corso dacqua che araversa Cesano. Conosciamo bene i suoi di-
fei dal punto di vista sia visivo (le acque non sono propriamente linde), sia... olfaivo. Ma forse non
consideriamo abbastanza quanto potrebbe orire dal punto di vista paesaggistico se si riuscisse a in-
tervenire sulle sue sponde. Qui lo vediamo passare allaltezza del ponte delle Poste (sopra) e, poco
pi a sud, dal ponte di via Cavour a Binzago (soo).
81
Qui sopra, dedichiamo uno sguardo anche al fratello minore del Seveso, il Certesa, poi torniamo
al Seveso nel punto in cui passa da una delle piazze pi importanti di Cesano, quella della chiesa di
S. Stefano.
Il dato comune di questi paesaggi uviali nostrani la fortissima e disordinata urbanizzazione
delle sponde. C della vegetazione intorno, a trai anche a, ma a sua volta casuale e mai addo-
mesticata in modo da rendere qualitativo il paesaggio.
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Sembra tuavia che qualcosa si muova, con un progeo promosso dallassociazione Fiumevivo per
la sistemazione paesaggistica proprio del trao del Seveso che abbiamo appena visto, quello di piazza
Monsignor Arrigoni. Non sappiamo se lidea trover auazione a breve, ma indice di una sensibi-
lit al problema.
Larticolo qui a anco documenta la
conclusione positiva di unaltra vi-
cenda riguardante il nostro territorio,
che stata daualit negli ultimi
anni, da quando cio unazienda pri-
vata intendeva realizzare, nellarea ex
Snia, a due passi dal Parco delle
Groane, un impianto di smaltimento
di reui industriali, con impao ri-
schioso per lambiente circostante.
Il Comune di Cesano, la Provincia, varie associazioni locali (in particolare i due comitati del Villag-
gio Snia e il vicino + Limbiate - Cemento; anche Noi per Cesano ha fao la sua parte), si sono mo-
bilitati e, molto recentemente, si giunti a una conclusione positiva della vicenda: la denitiva
bocciatura del progeo.
83
Certamente spiace associare, molto spesso, la parola positivo alla notizia dellannullamento di un
progeo. Ma questo succede quando fare equivale a fare male, causando conseguenze negative
per il territorio.
Ci evidente al massimo grado nella successiva tutela che esaminiamo, riguardante il caso della
Pedemontana, la nuova autostrada che unir la provincia di Varese con quella di Bergamo, passando
anche araverso Cesano.
La vicenda molto complessa e richiederebbe una conferenza a parte (e infai ce ne sono state pa-
recchie, negli ultimi anni), ma cercheremo di riassumerla rapidamente, evidenziando i motivi per cui
occorre una tutela da Pedemontana, soermandoci soprauo sulle conseguenze per il paesaggio
(ci sarebbero altri punti da traare, come limpao sul traco di tua la zona, i disagi per la ciadi-
nanza e per le aivit produive locali nel non breve periodo dei cantieri, ma non sono streamente
pertinenti al tema di questo lavoro).
Il dato di fao , purtroppo, che lincombente autostrada costituisce una spada di Damocle per
il paesaggio cesanese, tale da dissipare quel po di oimismo che sarebbe autorizzato dalle novit po-
sitive di cui abbiamo appena parlato.
La nostra associazione ha promosso, negli anni, unintensa aivit dinformazione sulla Pedemon-
tana (incontri pubblici, raccolta di documenti, banchei informativi per i ciadini in occasione di altri
eventi, ecc.) e ha inoltre promosso un ricorso al Tar del Lazio, tuora pendente. Ampia documenta-
zione si trova su www.noipercesano.it.
84
Di unautostrada che araversasse in direzione est-ovest la fascia centro-seentrionale della Lom-
bardia si parlava gi da decenni. stato per tra ne 2007 e inizio 2008 che la realizzazione della Pe-
demontana stata messa concretamente allordine del giorno.
Qui sopra vediamo una pagina di Ciadini, linformatore comunale, di gennaio 2008: come spesso
succede, di unopera a forte impao sul territorio vengono enfatizzati i pregi e minimizzati i difei.
Lunga dorsale verde, 37 chilometri in gran parte in galleria, A Cesano trao interrato. Ma era,
in eei, la realt in quel momento, perch i progei prevedevano che nel nostro Comune lauto-
strada passasse in galleria soerranea, soo lauale superstrada Milano-Meda, la quale sarebbe stata
trasformata in una strada di scorrimento in supercie, di portata minore dellauale.
Cos comera presentata qui, la Pedemontana avrebbe avuto un impao senza dubbio autito ri-
speo ad altre parti del percorso, destinate a passare in supercie araverso aree agricole o boschive.
Con la realizzazione delle cosiddee compensazioni ambientali (di cui parleremo meglio dopo),
forse il paesaggio sarebbe addiriura migliorato, trovandosi in supercie solo una mini Milano-
Meda con una sorta di corridoio verde a mitigarla.
85
Ma ecco la sorpresa, ad autunno
dello stesso 2008: i progei ven-
gono modicati, a Cesano lauto-
strada non passer pi in galleria
(ritenuta troppo costosa) ma in
supercie, sovrapponendosi (di
fao cancellando) la Milano-
Meda, della quale non pu essere
considerata la sostituta a tui gli
eei. Perch Pedemontana sar a
pagamento, perch non avr tue
le uscite locali e perch servir a
unutenza diversa.
Dal punto di vista streamente
paesaggistico, immediato ren-
dersi conto di quanto la prospet-
tiva cambi in peggio rispeo a
quella originaria.
Ecco quindi scaare lallarme da
parte dei sindaci della zona (lin-
terramento cancellato interessa
anche altri Comuni) e dei cia-
dini.
86
In questa nostra elaborazione, a partire dalle mappe di
Pedemontana, vediamo come sar il percorso dellauto-
strada in territorio cesanese. A nord, dove il passaggio
in supercie, spicca una serie di curve e svincoli fra Liate
e Molinello (mitigati, almeno cos dovrebbe essere, da
una collina articiale verde), poi si scende a sud tra Bin-
zago e Cascina Gaeta, sempre in sovrapposizione alla
Milano-Meda, il cui troncone residuo inizier al conne
tra Cesano e Bovisio, l dove previsto un grande svin-
colo che segna un cambio di direzione dellautostrada, la
quale da l corre lungo lasse est-ovest, verso Desio. In
questo trao il percorso previsto in
trincea, quindi parzialmente inter-
rato.
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Ora passiamo dalla carta alla realt, calandoci nellarea interessata dalla Pedemontana per ren-
derci conto dellimpao che avr sul paesaggio. Bisogna immaginare una larghezza doppia di quella
dellauale superstrada, perch ci saranno 3 corsie pi una demergenza per ogni senso di marcia.
Qui sopra, il trao fra Binzago e Cascina Gaeta (si scorge il Motel dei Giovi verso il fondo a sinistra),
in cui si nota la vicinanza alledicato; ma ancor pi evidente nellimmagine soo, dove la strada
passa a anco dei palazzoni di via De Medici. Pensare a una strada dalla larghezza doppia fa ca-
pire quanto la futura autostrada sia destinata a spaccare il paesaggio.
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Qui sopra, una delle residue aree agricole al conne tra Cesano e Bovisio, lungo la Tangenziale Sud.
Questa zona sar interessata dal futuro maxi-svincolo della Pedemontana, comportando quindi non
solo un impao paesaggistico pesante, ma anche un consumo di suolo in una delle poche zone di
campagna residue nel nostro Comune, destinate inoltre a essere tagliate dal trao autostradale in
trincea che andr verso Desio.
La sommatoria di questi scenari ha reso inevitabile (da parte degli ambientalisti, ma diremmo da
parte di chiunque ci riea) lanciare lallarme per il paesaggio dellarea interessata da Pedemontana.
Paesaggio addio forse un titolo un po drastico, ma certo limpao negativo, e consistente, in-
negabile.
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Opinioni a confronto: il dibaito sulla Pedemontana stato vivace in questi anni. Sopra, la posizione
dellallora sindaco di Seveso (2011), favorevole allarrivo dellautostrada perch non dobbiamo essere
la cartolina paesaggistica, e conta lo sviluppo. A parte il fao che, anche qualora lautostrada non
si realizzasse, nessuno rischierebbe di considerare uno dei nostri Comuni una cartolina paesaggi-
stica, tra la cartolina e la devastazione vi sono delle acceabili vie di mezzo...
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A anco, in-
vece, un arti-
colo contenente
lanalisi faa
dalla nostra as-
sociazione sul
progeo di Pe-
de mo nt a na .
Noi per Ce-
sano si ai-
vata n da
subito per evi-
denziare i
punti critici
(dalle incon-
gruenze del
tracciato ai
danni per il
paesaggio) e
pr opone ndo
soluzioni alter-
native.
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Per un certo periodo sembrato che la realizzazione della Pedemontana, nella traa da Lentate allo
svincolo Cesano/Bovisio (B2), venisse rimandata a tempo indeterminato o addiriura cancellata.
Questo non per le obiezioni sollevate dai sindaci, dalle associazioni e dai ciadini, ma perch la crisi
economica ha messo in dicolt anche le grandi opere, a corto di nanziamenti.
I cantieri, peraltro, nel fraempo erano realt, e avanzavano no quasi a completarsi, nel trao che
araversa la provincia di Varese.
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Ma nellestate 2013 avvenuto un forte rilancio del progeo nella sua interezza. Qui unintervista
allamministratore delegato della societ Pedemontana, in cui viene soolineato che la nuova arteria
strategica allinterno del futuro sistema autostradale lombardo (destinato ad ampliarsi con altre
grandi opere) ed una priorit realizzare entro il 2015 il loo sino a Lentate.
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Qui altri successivi articoli che aestano la ri-
badita intenzione, da parte delle istituzioni, di
realizzare la Pedemontana per intero, cio
compresa la cosiddea traa B2, quella in
sovrapposizione alla Milano-Meda, la pi cri-
tica.
Qui a anco si parla anche di una delega-
zione ambientalista che ha cercato di dimo-
strare allallora ministro dellAmbiente i lati
negativi dellopera; evidentemente, per, tro-
vando poco ascolto.
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E quindi ecco che
Pedemontana ar-
riva anche alle porte
del nostro territorio.
Non pi una vaga
ipotesi, un pericolo
lontano, ma una re-
alt concreta. Nei
primi mesi del 2014
iniziano infai i
cantieri a Lazzate
(articolo in alto) e a
Copreno di Lentate
(in basso). Nel
primo caso, lim-
pao sul paesaggio
immediatamente
visibile perch
viene abbauto il
bosco del Ba.
Considerando la
vicinanza di Co-
preno con Cesano,
chiaro che il giorno
dellarrivo dei can-
tieri anche da noi
prossimo, salvo fai
imprevedibili.
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Parlando di Pedemontana e paesaggio, fondamentale arontare il tema delle cosiddee mitiga-
zioni e compensazioni, cio rispeivamente le aenuazioni dellimpao visivo della nuova au-
tostrada (ad esempio, collinee articiali, con vegetazione, per nasconderne la vista) e una serie di
interventi sul territorio, anche non nelle immediate adiacenze della Pedemontana, volti appunto a
compensare larrivo del cemento (ad esempio, il rimboschimento di qualche area libera, o la pista ci-
clabile dea Greenway).
Queste opere di contrappeso sono state promesse n dai primi tempi del lancio del progeo-Pe-
demontana (vedi articolo in alto), con un budget opportuno per nanziarle. Ai Comuni sarebbe
speato impegnarsi
per individuare gli in-
terventi da compiere,
gestendo la quota di
fondi a loro destinata
e curandone la realiz-
zazione.
Tuavia, le incer-
tezze sui fondi real-
mente a disposizione
di Pedemontana, e la
frea con cui ora si
vorrebbe concludere i
cantieri senza che
siano ancora aperti,
fanno sorgere il dub-
bio che le auspicate
compensazioni si
realizzino davvero,
come testimoniano i
timori di Barlassina
riportati nellarticolo
a anco.
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Le proteste contro questa Pedemontana (cio non lopera in generale, ma realizzata con le moda-
lit di cui abbiamo parlato) hanno trovato molte adesioni n dallinizio. Qui e nella pagina seguente
documentiamo alcune di quelle pi recenti. Larticolo qui soo traa anche di un altro problema, la
diossina residua del disastro di Seveso del 1976, che rischia di venire liberata dal soosuolo se lau-
tostrada, come sembra, passer dai terreni contaminati.
Il dato positivo che amministratori locali e ciadini paiono trovarsi dallo stesso lato della barricata,
anche se, forse per dovere istituzionale, i sindaci conducono unopposizione meno radicale e, di-
remmo, pi possi-
bilista (cio pro-
pensa, alla ne, ad
acceare compro-
messi); e in ogni
caso questo fronte
comune non sem-
bra oenere risul-
tati concreti dal
punto di vista del
r i p e n s a me n t o
dellopera. Spe-
riamo almeno che
serva a oenere i
fondi necessari per
le opere di compen-
sazione di cui ab-
biamo parlato
prima, indispensa-
bili per limitare i
danni al paesaggio.
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E questo un articolo dedicato a una contestazione cui ha partecipato anche Noi per Cesano. Ci
piacerebbe per che emergesse come lopposizione alla Pedemontana non sia riservata ad aivisti
e ambientalisti, termini che rischiano sempre di suonare simili a ssati per lambiente, gente
che d pi importanza al paesaggio che alle persone.
No, qui si traa proprio di una baaglia condoa da normali ciadini in favore di se stessi. Per-
ch, come abbiamo deo allinizio, il paesaggio dove le persone quotidianamente vivono. E quindi
tui dovrebbero essere interessati alla sua tutela. Nessuno danneggerebbe o lascerebbe danneggiare
la propria casa; perch quindi rovinare o acceare che venga rovinata la casa esterna comune?
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Concludiamo con questa immagine del cosiddeo arco del Serraglio, situato nellomonima via
nel quartiere Molinello.
Labbiamo scelta per vari motivi: larco compare nel logo di Noi per Cesano; ha esso stesso biso-
gno di tutela, perch le sue condizioni auali non sono oime; e poi simboleggia una porta che si
apre verso un futuro che, come dicevamo allinizio, ancora tuo da denire, in positivo o in nega-
tivo.
Abbiamo scrio La mentalit della tutela come idea/slogan nale proprio in questoica, perch la
grande domanda per il futuro : quando la crisi sar terminata (come tui auspichiamo), e ledilizia
torner ad avere il vento a favore, si riprender ad alterare il paesaggio come prima, o prevarr una
vera volont di tutelare, tale da meere un freno pi di quanto si sia fao in passato?
Solo araverso lapplicazione di questa volont avremo una vera svolta e non solo una fortuita con-
tingenza di breve durata.

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