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PONTIFICIA UNIVERSITA GREGORIANA

FACOLTA DI TEOLOGIA
A.A. 201O-2011

IL MISTERO DEL NATALE:

LEONE MAGNO

LINCARNAZIONE DEL VERBO:

ATANASIO

PERCHE CRISTO E UNO:

CIRILLO DI ALESSANDRIA

STUDENTE:
FRANCISCO IIGUEZ PADILLA.

CORSO TEOLOGICO TP 1011


INTRODUZIONE ALLA PATROLOGIA E ALLARCHEOLOGIA CRISTIANA

DOCENTE: REV. P. CAROLA JOSEPH


IL MISTERO DEL NATALE. (S. LEONE).
Per San Leone il mistero della Nativit di Cristo, unespressione ricca e profonda della quale
presenta e quasi proietta allattenzione dei fedeli i diversi aspetti, dogmatici e mistici. In primo
piano presenta il fatto storico nelle sue diverse fasi, cio: lannuncio dellAngelo Gabrielle alla
Vergine Maria, il concepimento di Ges y la nascita da Maria che pur partorendo rimasse vergine,
lannuncio degli angeli ai pastori e lacclamazione del canto glorioso. Ma lidea direttrice del
pensiero e del ragionamento del nostro santo, a mio parere, non pu essere altra se non quella della
misericordia divina, che nella sua infinita misericordia ha stabilito di redimere luomo, (decaduto

dal primitivo stato dinnocenza a causa dellinganno del diavolo), mediante lincarnazione del
Figlio di Dio.
LIncarnazione del Verbo, era necessaria alla salute degli uomini inseguito al decreto divino di
voler riparare il peccato per via di giustizia. Quasi si potrebbe dire che il nostro autore voglia dire
che il mistero del Verbo fatto uomo sia stato decretato unicamente in vista della nostra Redenzione,
in modo che, se Adamo non avesse peccato, il verbo non si sarebbe incarnato, e giusto per questo la
promessa di salvezza viene dopo il peccato e non fin dal inizio del mondo. Comunque sia il Verbo
si fatto uomo per liberare luomo dalla morte eterna, ha congiunto in se tutte e due le nature in
modo tale che la glorificazione non ha assorbito la natura inferiore, n lassunzione ha sminuito la
natura superiore1. Dunque in Cristo sono due le nature, ciascuna con le sue propriet, unite in una
sola persona; ma le propriet di ciascuna natura rientrano nel disegno della redenzione, perch solo
cos Cristo poteva essere mortale in quanto uomo, e immortale in quanto Dio.
Gli eretici, dice S. Leone, si domandano: perch Dio, ha ritardato cos tanto la venuta del
Salvatore? S. Leone pensa sia stato il voler, mostrare Dio, la sua potenza salvifica e di mostrare che
egli ha posto a disposizione degli uomini dei mezzi efficacissimi da poter produrre la salvezza per la
sola speranza che in essi si ripone, com il caso dei patriarchi e quelli che vissero prima della
manifestazione del Figlio di Dio, che cedettero lo stesso che noi crediamo per guardando al futuro.
Lungo il percorso segnalato da S. Leone possiamo scoprire come per lui, il nucleo centrale e
lessenza del mistero si trova nellunione dellumanit con la divinit nellunica persona divina del
Verbo, concetto che ribadisce pi volte, direi fino alla saziet, perch nessuno possa dire di non aver
capito tale mistero. S. Leone chiama infatti il Natale, il mistero dellunione tra la potenza e la
debolezza: Egli si sottomesso e ha presso parte delle umane debolezze, ma non per questo stato
partecipe dei nostri delitti. Assunse la natura di servo senza la macchia del peccato, sublim la
natura umana e non abbass quella divina2.
S. Leone rissale dalla nascita umana del Figlio di Dio alla nascita eterna, con la quale egli
dimostra che il Verbo procede dal Padre, infatti per lui le due nascite si richiamano avvicenda
perch i segni che accompagnano la nascita umana del Figlio di Dio, costituiscono un segno in
equivoco della sua divinit e della sua generazione eterna, possiamo chiederci: di chi si ha notizia
che sia stato generato dallo Spirito di Santo e sia nato duna vergine senza la corruzione della sua
verginit dopo il parto? Quindi la generazione del Cristo una generazione divina. Ma a quale
scopo? Torniamo a quello cha avevamo gi detto: allo scopo di salvare lumanit. Quindi il mistero
dellincarnazione sostanzialmente un mistero di salvezza, per mezzo della quale iddio dona
alluomo la riconciliazione: se il verbo di Dio non fosse diventato carne e non avesse abitato tra di
noi, se il creatore stesso non si fosse abbassato fino a comunicare con la sua creatura e cos
richiamare con la sua nativit la vetust umana a una origine, la morte avrebbe regnato da Adamo
sino alla fine3. A te, una volta escluso dal paradiso, stata data con lincarnazione del Verbo, la
facolt di tornare dal tuo Creatore, di riconoscere il tuo padre, di passare dalla servit alla libert.
Cos a te nato dalla carne corruttibile, stata data la facolt di rinascere dallo Spirito di Dio e di
ottenere per grazia ci che non avevi per natura, cos che tu possa chiamare Dio padre 4. Il peccato
infatti aveva reso luomo nemico di Dio e schiavo del diavolo che aveva ottenuto una specie di
dominio sul genere umano. (E interessante far menzione della teoria del segreto messianico,
secondo la quale il diavolo non se resse conto che quello che nasceva, cio Ges, non era un uomo
come tutti gli altri, giusto perch presse tutta dalla natura delluomo tranne il peccato, che tra laltro
SAN LEONE M., Il Mistero del Natale, Edizioni Pauline, Roma 1983, 51.
Ibid. 67-68.
3
Ibid. 86.
4
Ibid. 62.
1
2

secondo S. Leone, non fa parte della natura delluomo. Il diavolo vide in Ges un bambino incapace
di parlare e di fare qualsiasi cosa, come tutti gli altri bambini, e quindi un altro essere umano nato
sotto il peso del peccato: Egli voleva che il diavolo ignorasse la nascita del Salvatore del genere
umano; cos ignaro dello spirituale concepimento, il maligno non avrebbe pensato a una nascita
diversa da quella degli altri uomini, perch lo vedeva non differente dagli altri5).
Dio nella sua infinita misericordia mand il suo unico figlio, Ges Cristo nostro Signore, a
restaurare limmagine di Dio nelluomo, e il Santo Natale celebra giusto la nascita del Salvatore del
genere umano nella sua carne: il vero e unico Figlio di Dio stato generato non solo secondo la
divinit dal Padre, ma anche secondo lumanit dalla vergine Madre6. Ma nello stesso tempo,
invita S. Leone, dobbiamo celebrare la nascita della Chiesa e la vita nuova dei cristiani, perch lo
Spirito Santo rende feconda la Chiesa e santifica le acque del battessimo, nel quale il cristiano
muore con Cristo e con lui risorge per ascendere al cielo. La nascita del Verbo da passo libero, se
cos possiamo dire, alla possibilit della sua passione e morte per mezzo delle quali ci ha salvati,
evento che luomo, anche il pi giusto e santo era incapace di realizzare; solo il Figlio era in grado
di farlo perch Vero Uomo e Vero Dio. Ma tale redenzione negata da coloro che non ammettono in
Cristo Due nature, cio, quella umana e quella divina.
Contro leresia dei manichei che negano la nascita corporale di Ges e la sua passione, conto
Ario che difendeva che il Figlio inferiore al Padre e che lo Spirito santo creato dal Figlio, contro
Macedonio che negava la divinit dello Spirito Santo, ecc. S. Leone difese la uguaglianza tra il
Padre e il Figlio.
Cos le cose, possiamo dire che il frutto spirituale del Natale consiste nellimpegno morale di
vivere la grazia della rigenerazione e della redenzione, di custodire nel proprio cuore lo Spirito
Santo, con la purezza di vita, con labbondanza di pace interiore che il Signore ci dona. Il cuore
delluomo deve rivestirsi di gioia per la nascita del Signore.

LINCARNA DEL VERBO. (ATASIO).


Questo trattato sullIncarnazione esamina la manifestazione del Verbo del Padre non pi
nellanima delluomo o nel creato, ma nel corpo, come coronamento dellopera di Dio e via
suprema della conoscenza di Dio, prende come punto di riferimento la manifestazione del Verbo
nella carne. Il verbo eterno e increato e conosce perfettamente il Padre, essendo il Figlio, la
Potenza e la Sapienza propria del Padre.
Nellintroduzione del libro Atanasio in dica la fine catechetica del suo libro e il contenuto:
esaminiamo dettagliatamente quanto concerne lincarnazione del Verbo ed esponiamo la sua divina
5
6

Ibid. 58.
Ibid. 83.

manifestazione a noi: quella manifestazione che i Giudei calunniano e i Greci deridono, ma che noi
adoriamo. Cos lapparente umiliazione del Verbo far diventare pi grande e pi abbondante la tua
devozione verso di lui7, e subito fa notare che questo avviene per rinnovare il mondo creato da Dio
mediante lo stesso Verbo che adesso si manifesta, giusto per questo Atanasio sente la necessit di
parlare brevemente della creazione caduta delluomo e la necessit della redenzione come premessa
per comprendere lincarnazione del Verbo e la sua manifestazione nella carne.
Luomo creato dal nulla ma capace di conoscere Dio, perch fatto a immagine sua, e destinato
alla incorruttibilit, ma con la disobbedienza ha perso la incorruttibilit e la conformit
allimmagine di Dio: Dio che buono ha creato dal nulla tutte le cose mediante il suo proprio
Verbo.., fece gli uomini secondo la sua immagine, rendendoli partecipi anche della potenza del suo
proprio Verbo, a fin che avendo in se alcune ombre del Verbo e divenuti razionali, potessero durare
nella beatitudine8. Ma appunto gli uomini mangiando del frutto proibito morirono a causa della
morte (che significa restare nella morte), abbandonarono la contemplazione di Dio e inventarono da
s il male. Perci ricevettero la sentenza di morte. Ma il Verbo, manifestandosi nella carne, vince la
morte e restaur la conformit allimmagine di Dio: Essendo Verbo dal Padre ed essendo al di
sopra di tutti, egli solo, poteva rinnovare luniverso ed era in grado di patire per tutti e di presentarsi
al Padre come ambasciatore per tutti9.
Il Verbo, non potendo morire nella sua natura divina, si presse un corpo che pu morire affinch
questo corpo, partecipando del Verbo che al di sopra di tutti, fosse sufficiente a morire per tutti,
pur rimanendo incorruttibile in virt del Verbo che abita in lui, e si allontanasse cos la corruzione
per la grazia della risurrezione. Infatti solo lui poteva farlo, perch Dio e Uomo: il santissimo
Figlio del Padre, che immagine del Padre, venuto nelle nostre regioni per restaurare luomo
creato a sua immagine e ritrovarlo mediante la remissione dei peccati, dopo che era stato perduto 10.
Luomo che nella natura stessa potrebbe aver scoperto una scintilla che lindicasse Dio come
creatore, mise al posto del creatore le creature e cos facendo si allontan ogni volta di pi di colui
del quale era stato creato a immagine, perci il Verbo, volendo soccorrere gli uomini, si presenta
come uomo, prendendo un corpo simile al loro, affinch quanti non avevano voluto conoscerlo in
base alla provvidenza e al suo dominio universale conoscessero, in base alle opere compiute
mediante lo stesso corpo, il Verbo Dio che nel corpo e, attraverso di lui, il Padre.
Ma con quali mezzi Cristo ha portato a complimento questa sua opera? Atanasio dice che il
Verbo in realt non era chiuso in un corpo senza essere altrove.., mentre era in un corpo umano e
lo vivificava egli stesso, vivificava ugualmente tutti gli esseri ed era in tutti ed era al di fuori
delluniverso. Sebbene si facesse conoscere a partire del corpo come uomo, cos le opere che
compiva dimostravano e lo facevano conoscere come figlio di Dio 11. Quindi, per farla breve, per
mezzo dei miracoli che compiva si poteva riconoscere, che chi compiva queste opere non era un
uomo ma la potenza del Verbo di Dio, che solo lui pu trasformare il corruttibile in incorruttibilit,
e risuscitare ci che mortale.
Dunque, il Verbo presente in modo particolare nel suo corpo, ha riportando la conoscenza di Dio
rivelando, con i miracoli, la sua divinit e in essa la divinit del Padre; con la sua morte ha pagato il
debito di tutto il genere umano, colpito appunta dalla condanna in seguito alla disobbedienza e con
la sua risurrezione ha riconquistato per tutti lincorruttibilit. Nessun altro poteva trasformare il
corruttibile nellincorruttibilit allinfuori del Salvatore stesso, che allinizio ha creato tutte le cose
del nulla. Nessun altro poteva risuscitare ci che mortale cos da renderlo immortale, tranne il
7
8

SAN ATANASIO., Lincarnazione del Verbo, Citt Nuova Editrice, Roma 1987, 36.

Ibid. 42.
Ibid. 49.
10
Ibid. 62.
11
Cfr. Ibid. 67-69.
9

nostro signore Ges Cristo che la vita in s. Ma poich doveva essere pagato il debito di tutti,
dopo aver dimostrato la sua divinit con le opere, offr infine il suo sacrificio per tutti consegnando
alla morte il suo tempio in nome di tutti per renderli indipendenti e mostrarsi cos superiore anche
alla morte, mostrando il suo corpo incorruttibile come primizia della risurrezione di tutti 12. Dice
Atanasio ma perch non ha deposto il suo corpo con onore invece dellignominia sofferta nella
croce? Perch una morte naturale sarebbe stata debolezza della carne, cosa che in Dio come tale non
pu esistere. Il Salvatore infatti non venne a portare a compimento la sua propria morte, ma la
morte degli uomini, ma con la morte che limponevano gli uomini distrugge completamente la
morte.
La risurrezione deve essere preceduta dalla morte, perch non vi si pu essere risurrezione se
prima non c la morte. Quindi se la morte del corpo del Salvatore fosse avvenuta di nascosto o por
malattia, la malattia comporterebbe la debolezza che in Dio non c, se tale morte fosse rimasta
invisibile e senza testimoni, anche la risurrezione sarebbe rimasta invisibile e senza testimoni, e i
suoi discepoli non avrebbero potuto predicarla con audacia se non avessero saputo prima che era
morto. Lo stesso figlio di Dio, dopo un intervallo di tre giorni, mostr immortale e incorruttibile il
corpo che era stato morto, mostrando a tutti che il corpo non era stato morto per la debolezza della
natura del Verbo che vi abitava, ma perch in lui fosse annientata la morte mediante la potenza del
Salvatore13. Dopo la risurrezione del Verbo anche i cristiani possiamo deridere la morte fermi nella
beata speranza che anche noi risusciteremo con Cristo.
Nella parte finale del suo libro Atanasio riprende e approfondisce i temi pi importanti
rispondendone alle obiezioni principali dei Giudei e dei Greci e, nella conclusione in vita il lettore
ad addentrarsi nel mistero dellincarnazione tramite lo studio delle Scritture e la purezza della vita.
Contro i Giudei dichiara che le sacre Scritture che loro stessi leggono fin da sempre annunciarono il
concepimento verginale dellEmanuele, la sua morte in croce e la sua risurrezione.

PERCHE CRISTO E UNO. (CIRILLO DI ALESSANDRIA).


Cristo Figlio Unigenito di Dio, sussistente in due nature, senza confusione, senza mutamenti,
senza divisioni, senza separazioni, rimanendo la differenza delle nature nellunione e ciascuna
conservando le sue propriet, sussistendo in una sola persona. (Concilio di Calcedonia 451).
Questo nostro testo si svolge in un dialogo tra Cirillo che parla, spiega, chiede e un suo
interlocutore che pi o meno fa lo stesso. Da quello che ci lascia vedere un dialogo contro la
dottrina nestoriana. Il contenuto dello scritto pu considerarsi diviso in tre punti fondamentalmente:
1-. La maternit divina (Cirillo si appella alla dottrina tradizionale, seconda la quale Maria Madre
di Dio e non solo Madre di Cristo, come volevano i nestoriani), 2-. Il problema delle due nature in
12
13

Ibid. 73-74.
Ibid. 84.

Cristo. 3-. Linterpretazione di alcuni passi biblici per capire come il verbo di Dio, pur rimanendo
impassibile, abbia sofferto per noi ci che proprio della carne.
La Parola di Dio nutrimento dello spirito. Cirillo mette sullo stesso piano i pagani e quelli che
dopo essere convertiti al cristianesimo tornano alla strada del errore, o forse fa degli eretici qualcosa
di peggio: capit loro quello che dice il proverbio: il cane tornato al suo vomito 14. Contro quelli
che dicono che il Figlio inferiore al Padre e che non consustanziale a lui e, contro quelli che
spiegano arbitrariamente il mistero dellUnigenito, Cirillo leva il grido delle Sacre scritture. A
questi si aggiungono quelli che sostengono che la Vergine non Madre di Dio, ma piuttosto Madre
di Cristo e Madre delluomo, perch dicono non ha generato Dio. Infatti il Verbo esisteva gi prima
di lei, sostengono pure che il Verbo ha salvato il mondo per mezzo di colui che nato duna donna,
perch se il Verbo fosse divenuto carne non sarebbe pi Verbo ma lascerebbe di essere quello che
era. Cirillo mette in luce che il termine divenire non vuol dire mutare la sostanza, che il Verbo si sia
fatto carne vuol dire che il Figlio si fatto uomo e si sotto posto allannientamento non
disdegnando la miseria dellumanit, unica forma di rendersi visibile agli abitanti della terra. Ma
facendosi uomo non lascia di essere Dio: essendo Dio, il verbo disceso dal cielo e, prendendo la
nostra somiglianza, rimasto ci che era: dallalto cio e dai cieli e superiore a tutto, come Dio
anche con la carne15, per cui si affretta a dire anche che la Vergine Madre di Dio e aggiunge, per
parlare del Verbo bisogna farlo sempre nellaccordo delle Sacre Scritture.
Ma pure con le Sacre Scritture replicano quelli che sono nel errore: il divino Paolo parla del
Figlio come se fosse divenuto maledizione e peccato. Ora Cristo non diventato veramente
maledizione o peccato: la Sacra Scrittura intende dire unaltra cosa. Cos, dicono, si deve
interpretare la frase: e il Verbo divenne carne 16. Cristo nella sua incarnazione presse la nostra carne
ma senza lasciare mai di essere quello che lui era prima. Ma se Cristo non nato e morto seconda la
carne, in che modo potrebbe Dio risuscitarlo dai morti? Invece il Verbo divenuto carne in virt
della nascita secondo la carne da una donna, e si assoggettato a questa nascita negli ultimi tempi
del secolo, per quanto, come Dio, esisteva gi prima di tutti i secoli, cos divenuto simile a noi in
tutti i sensi, tranne il peccato.
La somiglianza in tutto ha, per cosi dire, un inizio e un punto di partenza nel concepimento da
donna, nella manifestazione nella carne di colui che, per natura era invisibile, la sua carne quella
dun corpo duomo dotato dun anima intellettiva. Gli eretici affermavano: Dio Verbo presse un
uomo completo dal seme di Abramo e di Davide, come lo prescrivevano le Scritture, un uguale per
natura a quelli dai quali discendeva, un uomo completo nella sua natura, composto di anima
intellettiva e di carne umana, formato nel seno della Vergine per opera dello Spirito, questuomo il
Verbo lo avrebbe unito a se stesso in modo inconcepibile, gli avrebbe procurato la proba duna
morte, poi lavrebbe risuscitato dai morti, condotto in cielo e fatto sedere alla destra di Dio e
ricevere ladorazione da ogni creatura per la sua unione inseparabile con la natura divina e,
partecipare e ricevere per comunicazione, il titolo e la gloria del Figlio, e poich luomo che stato
assunto per la nostra salvezza ha ununione inseparabile con il Verbo, elevato anchegli al titolo e
al onore del Figlio e del Signore 17. La risposta di Cirillo immediata: il medesimo , nello stesso
tempo, Dio e uomo, e uno solo ha tutti gli attributi, quelli che convengono a Dio e quelli che
convengono a un uomo, perci non c problema nel dire che Ges presse la forma di schiavo o di
servo, o che si fece peccato, che stato santificato, ecc. Ma non possiamo accettare il pensiero di
quelli che vogliono e pretendo dividere il Verbo in due figli di natura diversa, quello delluomo e

CIRILLO DI ALESSANDRIA., Perch Cristo Uno, Citt Nuova Editrice, Roma 1983, 24.
Ibid. 37.
16
Ibid. 31.
17
Ibid. 46.
14
15

quello divino, perch vi un solo Figlio e una sola natura del Figlio. (Qui per ci potrebbe essere un
problema nellortodossia di Cirillo?).
Uno il Figlio e uno il Cristo e non uno il Figlio di Dio e uno il figlio di Davide. Ges il Verbo
Unigenito di Dio e discendente di Davide per la carne, infatti come potrebbe uno che a mala pena
ha ottenuto la filiazione redimere tutto luniverso? E ci che non appartiene per natura, ma
piuttosto ad essa estraneo, non potrebbe forse accadere che si possa perdere? Come possiamo essere
figli adottivi se anchegli nel numero dei figli per grazia? Noi affermiamo, daccordo con quanto
pensarono gli interpreti di Dio, che ebbe carne e sangue non colui che, per natura, aveva gi carne e
sangue e non poteva essere nientaltro, ma colui che non fu mai nulla di simile e che ha una natura
diversa dalla nostra. Che nato da una donna e da una carne simile a quella del peccato colui che
per noi si fatto come noi, pur rimanendo, nello stesso tempo, superiore a noi, considerato nella sua
divinit18. Dunque il Verbo non chiamato uomo perch abita in un uomo ma perch s fatto
come noi. Cristo in nessun modo pu essere diviso, e tutti quelli che ladorano credono che lui un
solo, unico e vero Figlio, giacch limmagine del Dio invisibile, il fulgore della gloria della ipostasi
del Padre, limpronta della sua sostanza ha presso forma di schiavo, non unendo a se stesso un
uomo, ma nascendo egli stesso in quella forma, pur conservando, anche in questo modo, la sua
somiglianza con Dio Padre. Ogni natura segue le sue leggi, cos Cristo nacque nella carne come un
bambino e nella carne si svilupp come un bambino, fare apparire in un bambino di tenera et una
sapienza straordinaria sarebbe stato mostruoso.
Sulla croce Ges giustifica la nostra natura; non un semplice uomo colmo di onori, ma lo stesso
Signore della gloria, colui che stato crocefisso, che ha sofferto nella carne a causa nostra e a
vantaggio nostro secondo le Scritture19, Egli quanto alla carne disceso dai giudei, ma al di sopra di
tutto in quanto Dio, con la sua morte in croce ci ha rigenerati e ha giustificato la nostra natura.
Lunigenito si sacrificato per noi e noi siamo stati battezzati nella sua morte.
Atanasio conclude con una confessione di fede: perch nessuno pu porre altro fondamento, noi
crediamo che il Figlio di Dio Padre uno, e che bisogna concepire come ununica persona nostro
Signore Ges Cristo, generato divinamente da Dio Padre come Verbo prima di tutti i secoli e del
tempo, nato, egli stesso, negli ultimi tempi del mondo, dalla carne duna donna: a lui attribuiamo
ci che divino e umano, e affermiamo che sua la nascita secondo la carne e la sofferenza sulla
croce, dato che ha fatto proprio tutto ci che riguarda la sua carne, pur rimanendo impassibile nella
natura divina. Poich cos ogni ginocchio si piega davanti a lui, e ogni lingua confesser che Ges
Cristo Signore, a gloria di Dio Padre20.

18

Ibid. 69-70.
Ibid. 101.
20
Ibid. 122.
19

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