to in un limbo che ha del para- dossale: la famiglia Wallem- berg, la potente dinastia sve- dese che possiede Electrolux, sembra disposta a rivedere i piani di trasferimento degli stabilimenti nordestini in Est europa, ma al momento non avrebbe avuto risposte da par- te del governo italiano. Il piano di riduzione del co- sto del lavoro lanciato autono- mamente sabato dallassocia- zione industriali di Pordeno- ne a frima di Tiziano Treu, Maurizio Castro, Innocenzo Ci- polletta, Riccardo Illy, Paolo Candotti, Giuseppe del Col e Luigi Campello infatti piace al- la propriet, ma mancherebbe dellappoggio del ministero dello Sviluppo che, per bocca del titolare Flavio Zanonato, ha negato di essere a cono- scenza di eventuali progetti di rilancio. Non ho mai ricevu- to richieste di tavoli da parte delle parti sociali e finora non ho sentito nessuna proposta - puntualizza Zanonato -. Appe- na ci saranno agiremo di con- seguenza, ma qui c labitudi- ne di parlare con i giornali e fare comunicati stampa senza considerare che ci sono delle forme ufficiali e canoniche di comunicazione. E in effetti le dichiarazioni dei vertici italia- ni della multinazionale svede- se vanno in questa direzione e confermano lassenza di un ruolo del governo. Il percor- so proposto da Unindustria Pordenone - ha commentato il direttore delle relazioni in- dustriali di Electrolux Italia Marco Mondini - va sicura- mente nella giusta direzione perch pone laccento sul prin- cipale deficit competitivo, il costo del lavoro. un primo contributo che apprezziamo molto, ma che, come gi pone in rilievo lo stesso progetto, senza ulteriori contributi pro- venienti dalle istituzioni locali e nazionali rischia di non esse- re sufficiente a dare una ster- zata ai problemi di competiti- vit e di appetibilit per nuovi investimenti. Crediamo che ci sia ancora molto lavoro da fa- re. Di certo, la bozza elaborata dalla task-force nordestina di esperti di economia e diritto non piace ai sindacati. Il pro- getto che prevede la nascita di una zona manifatturiera e sala- riale speciale e un taglio del 20% del costo del lavoro com- pensato con lintroduzione di una serie di benefit come buo- ni pasto, buoni benzina, coper- ture sanitarie e rette dellasilo per i figli caricherebbe i lavo- ratori con troppi sacrifici. Le reappresentanze sindacali tre- vigiane per non si limitano a sbarrare la strada e annuncia- no lintenzione di presentare una controproposta assieme al Movimento 5 Stelle. La ricetta del peggiora- mento delle condizioni di la- voro e della riduzione dei sala- ri, tra laltro gi facidiati, co- me risposta alla recupero di competitivit di sistema una sciocchezza che ha gi dimo- strato il suo fallimento - ha detto Augustin Breda della Fiom Cgil, a nome anche dei colleghi di Fim Cisl e Uilm Uil. - La produttivit si pu recu- perare con linnovazione tec- nologica, lo sviluppo di pro- dotti innovativi e la realizza- zione di nuove strategie di marketing. Soluzioni che i la- voratori rilanceranno venerd sera a Conegliano, in occasio- ne di una tavola rotonda pro- mossa dal M5S, a cui hanno annunciato la propria parteci- pazione sia dirigenti di Electrolux, sia rappresentati delle associazioni del mondo dellarredo, principali clienti dei prodotti da incasso della multinazionale. Gli spazi per convicere la famiglia Wallem- berg insomma ci sarebbero. Il progetto di abbandonare le li- nee produttive di Susegana (Treviso) e Porcia (Pordeno- ne) studiato dallamministra- tore delegato di Electrolux, lex militare americano Keith McLoughlin, avrebbe infatti qualche piccolo punto debole. Oltre a richiedere uno sforzo economico iniziale non indif- ferente per lazienda (si parla di centomila euro a lavoratore per un totale di oltre tremila dipendenti da spendere in tre anni), metterebbe a rischio laspetto commerciale sul ter- ritorio italiano. Sarebbero sta- ti gli stessi manager di lungo corso a rammentare alla fami- glia Wallemberg che l opera- zione di delocalizzazione fatta in Germania per Aeg ha avuto risultati disastrosi visto che i consumatori tedeschi hanno smesso di acquistare gli elet- trodomestici fatti fuori dai confini. In Italia per non c la stessa unit istituzionale co- me sottolinea anche il gover- natore Luca Zaia. Lunica vo- ce che non si ancora sentita quella del Governo che per il momento si espresso solo con tweet. Angela Pederiva Alessio Antonini RIPRODUZIONE RISERVATA Per convincere la propriet di Electrolux a non trasferire gli stabilimenti nellEst Europa, da Unindustria Pordenone arriva la proposta di creare unarea speciale con un taglio del 20% del costo del lavoro. La riduzione del 20% del costo del lavoro per lazienda non si rifletterebbe interamente sui lavoratori. Il taglio sarebbe compensato con forme di welfare come buoni pasto o buoni scuola non soggetti a contributi VENEZIA La linea di Bankitalia ha vinto. E la richiesta di via Nazionale di azzerare il cda della banca popolare di Marosti- ca per ricominciare da zero dopo la disastrosa gestione Gaspa- rotto stata accolta. Ma non tanto dalle liste in campo, quanto dai dipendenti dellistitutodi creditoche coni loro voti (e quel- li dei loro familiari) hanno estratto dal cilindro una nuova lista di candidati durante la concitata assemblea di domenica. Men- tre gli occhi erano puntati sulla guerra tra lex presidente Gio- vanni Cecchetto e lex direttore generale Gianfranco Gasparot- to, licenziato a novembre alla luce della diminuzione della qua- lit del credito della banca, i dipendenti hanno stilato una terza lista (che comprendeva anche quattroesponenti della lista Cec- chetto) e hanno spostato tutti i voti su Maurizio Casalini (1959 preferenze), Giuseppe Bottecchia (1941), Alessandro Luca (1925), Giuseppe Padovan (1851), Stefano Costa (1794), Carlo Vedove (1709), Maria Giovanna Cabion (1641), Amedeo Bu- snardo (1598) e Lorenzo Bertacco (1544). Il collegio sindacale invece stato un plebscito per la lista del presidente Giovanni Cecchetto con lelezione di Carmelo Catania, Flavio Simonato, Sandro Cerato e i sindaci supplenti Alessandro Vendrasco e Stelvio Zonta. Il voto finale per ha bocciato lo stesso Cecchet- to (che aveva comunque promesso di dimettersi alla fine della fase transitoria) che stato evidentemente considerato dai so- ci corresponsabile dei problemi di gestione (Mi prendo la re- sponsabilit di aver dato troppo spazio a Gasparotto, aveva ammesso lo stesso Cecchetto riferendosi allacquisizione della Banca di Treviso che ha sbi- lanciato i conti di Marosti- ca). I dipendenti comunque non hanno voluto sparare nel mucchio. E ieri, a meno di 24ore dallassemblea han- no voluto marcare la diffe- renza di responsabilit tra Cecchetto e Gasparotto. stata scritta una pagina di storia della nostra banca, ora dobbiamo rimboccarci le mani- che e lavorare duro, senza i vecchi contrasti, le rivalit e le spac- cature che negli anni hannocontribuito a portarci alla situazio- ne di crisi attuale - scrivono i dipendenti -. Un ringraziamento sincero deve andare anche al presidente Cecchetto che ha reso possibile questo cambiamento. Gi mercoled, o al pi tardi gioved mattina, sar convocata la prima riunione del nuovo consiglio di amministrazione per eleggere il nuovo presidente (che potrebbe essere sceltotra Casalini, Bottecchia oLuca, i pri- mi tre votati dallassemblea) ma la battaglia interna non desti- nata ad esaurirsi. Il nuovo direttore generale Alessandro Gallimberti adesso ha infatti il compito di trovare nuovi partner per unaggregazio- ne in grado di rafforzare la patrimonializzazione della banca (come suggerito da Bankitalia) o di presentare un nuovo pro- getto di stand alone (niente aggregazioni) che comprenda una forte cartolarizzazione dei crediti, la cessione delle sofferenze e lassorbimentodella Banca di Trevisoconconseguente elimina- zione del suocda incui siede ancora il suopredecessore Gaspa- rotto. Una nuova battaglia dunque che per non potr essere cos sanguinosa come quella appena conclusa con tremila soci al voto (su settemila) e decine di richieste di intervento contro Gasparotto che suonavano pi o meno cos: ora di finirla con le menzogne, la banca in evidente stato di difficolt. Al.A. RIPRODUZIONE RISERVATA Le 500 pi importanti aziende padovane fatturano quasi 25 miliardi di euro, ma il reddito il 5%. E l1% delle banche Un piano per ridurre il costo del lavoro Piace il piano che taglia il costo del lavoro. Ma Zanonato: non so nulla 1,2 miliardi 23,4 miliardi La controproposta Taglio compensato da nuovi welfare Bva&Partner ha analizzato il sistema imprese del padovano mettendo in luce che lattivit dimpresa rende sempre meno. A fronte di 25 miliardi di euro di fatturato il Mol solo 1,2 miliardi. Anche le migliori aziende hanno come socie le banche che controllano il 20% della loro capacit di generare ricchezza. Al voto PADOVA Margine operativo lordo (Mol) sempre pi ristretto per i big padovani. Un quadro eco- nomico problematico, quello deli- neato da Massimiliano Bosaro, co- ordinatore di Bva&Partners, socie- t padovana specializzata nel repe- rire capitali per la crescita o la ces- sione aziendale a investitori istitu- zionali. Secondo Bosaro la som- ma di tutti i fatturati 2012 delle 500 pi importanti aziende padovane pari a 23,4 miliardi di euro, lequi- valente di una manovra finanzia- ria. Tuttavia se andiamo a calco- lare il loro margine operativo lor- do (Mol: reddito di una azienda ba- sato solo sulla sua gestione caratte- ristica, al lordo, quindi, di interes- si, tasse, deprezzamento di beni e ammortamenti. E considerato lin- dicatore della capacit di produrre ricchezza con il lavoro; ndr), otte- niamo una cifra di 1,2 miliardi di euro come dato aggregato. Sempre secondo Bosaro, una cifra pazzesca, perch equivale a di- re che le migliori 500 aziende di Pa- dova guadagnano mediamente il 5% del loro fatturato. Certo, un dato medio, all'interno del quale vi sono delle realt che esprimono ri- sultati significativamente maggio- ri, ma d una fotografia istantanea dello stato di salute delleconomia locale. In sintesi: lattivit di impresa rende sempre meno. Ma il proble- ma non si esaurisce qui. Una parte del reddito prende infatti altre stra- de. Sempre per Bosaro, quandan- che le migliori aziende padovane pagassero l1% di oneri finanziari sul fatturato complessivo, signifi- cherebbe che le Top 500 hanno le banche come loro socie al 20% sul- la loro capacit di generare ricchez- za. Per fare un rapido calcolo, ogni mille euro di fatturato, cinque euro sono di Mol, di cui uno spetta alle banche. Significa, in sostanza, che una parte consistente del reddito appar- tiene agli istituti di credito. Secondo Bosaro, il problema con le banche anche dovuto al fat- to che gli imprenditori hanno diffi- colt a valutare il proprio peso eco- nomico e lofferta dellistituto: Un banchiere passa la propria giorna- ta lavorativa a pensare quale pro- dotto finanziario strutturare. Per stabilire se le imprese saranno, sol- vibili. E gli imprenditori? Quanto tempo dedicano a studiare s stes- si, al modo in cui proporsi al siste- ma bancario e ai prodotti che que- sto propone? Abbiamo fatto un sondaggio, ma il tempo imprendi- toriale di gran lunga inferiore ri- spetto a quello dedicato dal ban- chiere. Con tutte le conseguenze del caso. Se ne parler dopodomani, 23 gennaio, alle ore 17.30 nellauletta Sarmatia (palazzo Sarmatia, via Al- sazia 3 a Padova), nel corso dellin- contro La banca, un fornitore co- me altri - Aspetti finanziari e legali. Casi: usura, obbligazioni bancarie. Analisi centrale rischi, strumenti di finanza straordinaria, organiz- zato appunto da Bva&Partners in collaborazione con Dimensione Azienda. M.d.F. RIPRODUZIONE RISERVATA Banche Verdetto a sorpresa dopo lassemblea Confindustria propone retribuzioni pi basse per mantenere il lavoro. E' accettabile? Vota sul sito corrieredelveneto.it Imprese, fatturati alti ma ricavi pi bassi Marostica azzera il cda Vince la linea Bankitalia Ora il nuovo presidente Economia Il margine operativo lordo, cio il reddito al lordo di interessi e ammortamenti La somma dei fatturati delle migliori 500 aziende del padovano nel 2012 I sindacati presenteranno una loro proposta con il movimento 5 Stelle Lassemblea durata pi di otto ore e hanno votato tremila soci (duemila presenti) Electrolux, la famiglia Wallenberg difende gli stabilimenti del Nordest Il tuo voto Lanalisi Secondo Bva&Partner la capacit di produrre ricchezza con il lavoro sempre pi ridotta Lassemblea Per votare il nuovo cda si sono presentati duemila soci Lo studio La vertenza Il ramo italiano dellazienda tentato dalla proposta. I sindacati: nemmeno per sogno Vendita di immobili, cessione di quote di partecipate, incassi di crediti, per raggiungere la sostenibilit economica I debiti Obiettivi raggiunti Il rosso Ci sono 7,3 milioni di euro di perdite, 15,5 di indebitamento, e una ricapitalizzazio- ne di quattro che i soci non vogliono sottoscrivere. Le societ Ci sono poi le partecipazioni a numerosi societ che per non sembrano strategiche, ma che al contrario rappresentano un costo VENEZIA Un piano da 10 mi- lioni di euro per salvare il Vega. Vendita di immobili, cessione di quote di partecipate e incassi di cre- diti saranno le tre azioni che do- vrebbero riportare la societ in una situazione di sostenibilit eco- nomico-finanziaria. Il via libera arrivato ieri mattina prima dai soci (a larga maggioranza con l85 per cento di voti favorevoli e nessun contrario), e poi dal Consiglio che ha formalmente approvato il con- cordato preventivo, che sar depo- sitato al Tribunale di Venezia nei prossimi giorni. La societ potr continuare a perseguire gli obiettivi aziendali parallelamente al piano di dismis- sione che consentir lintegrale soddisfacimento dei creditori che avverr realizzando la vendita di al- cuni immobili, appositamente de- stinati, in un tempo previsto di quattro anno, dice lamministrato- re delegato Tommaso Santini. Quel- lo che potr portare sei dei dieci milioni di euro sar il Lybra dove proprio ieri si svolta lassemblea dei soci. A far ben sperare c la va- lutazione degli immobili inserita al minimo compresa la cessione dellarea a ridosso del Vega 2 e linserimento dei debiti per intero, poi una volta presentato il concor- dato, sar il tribunale a dire come procedere. Sicuramente un percor- so privilegiato ce lavranno i di- pendenti, con il pagamento del Tfr e le banche. Ci sar il pagamento integrale dei creditori chirografari, oltre ai privilegiati e la continuazione del- lattivit aziendale accompagnata da un processo di iroganizzazione. Lattivit del Vega ha sottolineato il cda,sar concentrata sulla forni- tura ad aziende innovative di spazi e di servizi negli edifici che reste- ranno: gli spazi destinati al cosidet- to incubatore, per la cui gestione si attiveranno cooperazioni con altri centri di ricerca. Il parco scientifi- co e tecnologico di Marghera deve far fronte a una situazione econo- mico-finanziaria disastrosa frutto delle gestioni passate deficitarie: il patrimonio netto quasi dimezza- to, ci sono 7,3 milioni di euro di perdite, 15,5 di indebitamento, e una ricapitalizzazione di quattro che i soci non vogliono sottoscrive- re. Ci sono poi le partecipazioni a numerosi societ che per non sembrano strategiche, ma che al contrario rappresentano un costo: c stato ad esempio laumento di capitale di un milione sostenuto per Expo Venice, la Metadistretto Digital Mediale posta in liquidazio- ne, Veneziafiere, che ha chiuso il bi- lancio 2011 (lultimo disponibile) con un patrimonio netto negativo di 800 mila euro. Non a caso il con- cordato prevede la cessione delle quote di Venezia Tecnologie. In una nota, Vega sottolinea che il Consiglio di amministrazione vuole perseguire contemporanea- mente il legittimo interesse dei cre- ditori sociali, dei suoi soci e della comunit, data limportanza che il parco scientifico riveste e limma- gine che rappresenta per la citt di Venezia e per lintera regione. Francesco Bottazzo RIPRODUZIONE RISERVATA Il parco scientifico di Marghera Soci e cda approvano il concordato preventivo: saranno soddisfatti i creditori Piano da dieci milioni per salvare il Vega Il patrimonio netto si quasi dimezzato, lindebitamento di 15,5 milioni di euro Santini: La societ potr continuare a perseguire gli obiettivi aziendali In bilico 16 Marted 21 Gennaio 2014 Corriere del Veneto VE