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La chioma va potata per permetter-

le di crescere pi rigogliosa. Tom-


maso Santini ad di Vega Scarl ha
fatto suo il paradigma dellalbero di
Andreas Kipar. La potatura riguar-
da i rami secchi, le industrie ormai
decotte o gi scomparse, per far
crescere al loro posto attivit innova-
tive, allinterno di un tessuto urbano.
E come fanno i rami di un albero,
che crescono dove serve, senza ri-
spettare schemi prefissati, la chio-
ma dellalbero Venezia cresce senza
rispettare le forme dei lotti dove ci
sono le vecchie fabbriche, dove ser-
ve e dove ci sar richiesta di nuove
attivit e funzioni. Al Vega e attorno
ad esso ci sono gi le prime gemme,
il padiglione dellExpo, la chiesetta
di Santa Maria del Rosario voluta da
Enrico Mattei alla fine della Secon-
da Guerra Mondiale, la nuova pista
ciclabile che presto porter al ponte
della Libert e a Venezia. Sono le
gemme del primo ramo che parte
dal bar Breda, alla fermata
dellActv, e va fino al canale Brentel-
la, al water front spiega Santini:
Oltre che un quartiere di imprese,
diventer un percor-
so culturale e artisti-
co collegato al circui-
to di Venice to Expo
2015. (e.t.)
riproduzione
riservata
LAPPELLO DI ANDREAS KIPAR
Imprenditori illuminati
comeaBilbaoe Amburgo
Larchitetto tra le anime dello studio per gli immobiliaristi
LA SCOMMESSA
Puntiamo anche
alla residenza
con il "campus"
dellinnovazione
SALDO POSITIVO
Affittati spazi
a nuovi clienti
tra cui il gruppo
Saipem
Il Vega Parco scientifico ha inver-
tito la tendenza. Ora finalmente
ci sono pi aziende che si insedia-
no rispetto a quelle che se ne
vanno. La societ ha affittato 650
metri quadrati di spazi a nuovi
clienti, 8 imprese in pi tra le
quali anche il gruppo Saipem, per
110 mila euro lan-
no di canoni su un
totale di oltre 3
milioni di euro.
Si pu dire che
fuori dal tunnel?
Assol ut ament e
no. Si pu dire,
invece, che dal fallimento abbia-
mo colto unopportunit per rilan-
ciare e assicurare lo sviluppo al
Vega e allintera area che gli sta
attorno e che vogliamo diventi
urbana spiega Tommaso Santi-
ni, lamministratore delegato di
Vega Scarl.
Vega, per uscire dallo stato
fallimentare in cui versa, ha chie-
sto il concordato in continuit,
nessuno dei creditori ha fatto
opposizione anche perch il pia-
no prevede il soddisfacimento
integrale delle loro richieste,
quindi si presume che il Tribuna-
le fallimentare di Venezia non
avr difficolt ad omologare la
richiesta. Ora la societ deve
vendere parte degli immobili che
possiede per racimolare una ven-
tina di milioni di euro.
In questa fase si inserisce lo
studio realizzato da Santini assie-
me ai tecnici e con la collaborazio-
ne di Andreas Kipar, uno dei
protagonisti mondiali della svolta
verde in architettura che sin dai
primi anni Novanta sta lavorando
su e per la rinascita di Venezia.
Lo studio sar pronto a giorni e
presto verr presentato ai merca-
ti immobiliari internazionali.
Parte la fase della ricerca di
fondi, attraverso sponsor e risor-
se europee, in sinergia con le
aziende insediate al Vega e i
proprietari dei terreni che, per
intenderci, vanno da Fincantieri
sino al canale Brentella conti-
nua Santini.
Il bisogno di trovare 20 milioni
di euro per sistemare la situazio-
ne patrimoniale del Vega, in defi-
nitiva, ha scatenato un processo
virtuoso che pu far nascere quel
che in altre citt europee con
water front come Amburgo o
Bilbao realt da anni: la riquali-
ficazione di vecchie aree indu-
striali ormai agonizzanti e la loro
trasformazione in nuovi pezzi di
citt dove ci sono lavoro (e questo
al Vega c gi, dato che occupa
circa 1500 persone, il 20% dellin-
tera Porto Marghera, con 85 im-
prese in settori innovativi che
producono un fatturato di 220
milioni di euro lanno) e case a
prezzi accessibili anche ai giova-
ni. In sintesi qualit della vita -
continua Santini -. Il Vega
andato in crisi perch era come
una cattedrale nel deserto, gran
lavorio di giorno ma mancanza di
vitalit di sera, di servizi e funzio-
ni che possano connotare un tes-
suto urbano, e anche di una
viabilit decente e di connessioni
con il resto della citt.
Dove ci sono gi imprese inno-
vative, nei settori green, smart,
ict (tecnologia dellinformazione)
chiaro che ne arrivano delle
altre, soprattutto se si crea il
tessuto urbano che garantisce la
vita 24 ore su 24, in termini
tecnici chiamato mixit funziona-
le. come allAev Terraglio,
dove ci sono gi tanti super e iper
mercati, con altri che si vogliono
insediare. Ecco, al Vega vogliamo
fare lo stesso, aggiungendo per
la qualit urbana che allAev non
c.
Le case, per, non ci sono ed
difficile pensare che si possano
costruire su aree inquinate da
scarti industriali. Bisogna pensa-
re allarea vasta, come del resto
stabilisce il Pat che mette a
sistema le aree del Vega, di via
Torino e di Forte Marghera. Spa-
zio per la residenza, dunque, ce
n. Ein ogni caso, anche limitan-
doci agli spazi del Parco scientifi-
co, una residenza temporanea
possibile: stiamo pensando a un
Campus dellinnovazione per chi
lavora nelle imprese.
riproduzione riservata
LAD SANTINI
Tagliamola chioma per farla pirigogliosa
Il Vega vede la fine del tunnel
Nuove aziende si insediano nel Parco scientifico che sta affrontando il buco da 20 milioni
Mestre
I NUMERI
Il Vega occupa circa 1.500
persone, con 85 imprese
in settori innovativi che
producono un fatturato
di 220 milioni di euro lanno
email: mestrecronaca@gazzettino.it
Redazione via Torino 110, Mestre
Tel. 041.665111 - Fax 041.665160
A Bilbao un proprietario
terriero ha donato gli ettari
di terreno dov stato costrui-
to il museo Guggenheim
racconta larchitetto Andre-
as Kipar. Nel giro di qualche
anno una citt in decadenza
rinata grazie allenorme
indotto portato dal Museo.
Ma solo grazie a quel
regalo che gli altri proprieta-
ri terrieri, e lo stesso donato-
re, hanno visto aumentare in
modo esponenziale il valore
delle aree. AMarghera, inve-
ce, i proprietari pensano an-
cora in proprio, come singoli
sviluppatori di singoli lotti.
Una prima gemma del cam-
biamento per il quale sta
lavorando il Vega, assieme a
Kipar, il padiglione per
lExpo 2015 Venezia. Lim-
presa Condotte investe 20
milioni di euro per una gran-
de struttura vuota che avr
sicuramente una redditivit
molto bassa, perch un
investimento sul futuro e
una scommessa sulla capaci-
t di attrazione del padiglio-
ne che, dopo i sei mesi
dellExpo, diventer altro e
porter funzioni nuove al
Parco scientifico, come in-
trattenimento, ristorazione,
tempo libero.
Citt come Bilbao o come
Amburgo ci indicano la stra-
da, ora servono imprenditori
immobiliari illuminati che
accolgano e facciano proprio
il concetto del gratis e dellin-
vestimento a lungo termine
continua Kipar che pochi
giorni fa ha partecipato al
convegno internazionale di
studi "Abitando Venezia"
ospitato nella se-
de del Centro Te-
desco di Studi Ve-
neziani a Palazzo
Barbarigo della
Terrazza. Elan-
no prossimo, con
tutti gli altri stu-
diosi, lasceremo
Venezia per ritro-
varci a Marghera
proprio nel padi-
glione dellExpo.
Perch bisogna portare le
persone nei luoghi del cam-
biamento, dove le cose nuo-
ve accadono. Solo cos potre-
mo ringiovanire anche la
citt storica. il paradig-
ma dellalbero che Kipar ha
ideato per unificare lo studio
realizzato dal Vega, con il
quale il Parco si appresta ad
affrontare i mercati immobi-
liari: un albero con le radici
in mare, al Lido e a Venezia,
il tronco lungo il ponte della
Libert e la chioma nellarea
di Porto Marghera e Mestre
fino a Tessera, con al centro
proprio il Vega. (e.t.)
Elisio Trevisan
MESTRE
LAMMINISTRATORE DELEGATO
Unarea urbana attorno al centro
Dal fallimento abbiamo colto unopportunit per
rilanciare il Vega. Vogliamo che lintera area che
gli sta attorno diventi urbana spiega Tommaso
Santini, lamministratore delegato di Vega Scarl.
IL PARADIGMA
Via le aziende decotte
spazio a chi innova
VE XIII Domenica 29 giugno 2014

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