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Universit degli Studi di Firenze

Facolt di Lettere e Filosofia


Corso di Laurea Triennale in Lingue e Letterature Straniere
Scienza e magia nella societ rurale tradizionale
siriana:
il racconto La vendetta del chinino
di 'Abd As-Salam Al-'Uayli
Candidata: Chiara Antonioli
Relatrice: Prof. Lidia Bettini
Anno Accademico 2009-2010
Alla mia famiglia e a Alessandro,
che hanno vegliato sul mio mondo;
alle professoresse Bettini e Samar,
che me ne hanno fatto conoscere uno nuovo.
INDICE
1. Introduzione.................................................................................................p. 4
2. Raqqa: la storia dell'ambiente e della sua societ tradizionale....................p. 7
2.1. Nuovo passato per un nuovo futuro...................................................p. 7
2.2. La modernizzazione del territorio e la modificazione dei
rapporti sociali..................................................................................p. 11
3. Il dottor al-'Uayli di Raqqa....................................................................p. 16
3.1. La vita di al-'Uayli.......................................................................p. 16
3.2. I pazienti di al- Uayli: le trib nomadi del deserto.......................p. 19
4. La medicina tradizionale e le pratiche magiche........................................p. 24
4.1. I rimedi fitoterapici e i guaritori tradizionali...................................p. 24
4.2. Talismani e amuleti...........................................................................p. 28
5. Il racconto La vendetta del chinino.......................................................p. 39
Testo originale del racconto La vendetta del chinino.....................p. 54
Bibliografia e sitografia.................................................................................p. 63
1. Introduzione.
La nostra societ attuale, investita da questondata di incertezza diffusa, d
luogo alla nascita di due tendenze esistenziali totalmente opposte fra loro: il
totale affidamento ad un Credo, che come tale sfugge al dare risposte,
avvalendosi dei pilastri della fede stessa, che non implica come tale alcuna
dimostrazione; e un razionalismo scientifico, secondo le quali soltanto sulle
dimostrate e comprovate leggi della natura, e solo in base ad esse possibile
definire il mondo dellesistenza, tendenza che si identifica popolarmente
nellespressione se non vedo non credo.
Cos il dottor Abd as-Salam al-Uayli, in un contesto totalmente diverso
dal nostro, caratterizzato da sviluppi politici, religiosi e culturali autonomi,
lotta contro lignoranza in nome della forza della ragione e della scienza. Nelle
campagne di Raqqa dubita e condanna quelle pratiche popolari senza alcun
fondamento scientifico ma basate piuttosto su credenze soprannaturali e
magiche. la realt delle trib nomadi e semi-nomadi, le cui consuetudini, in
questo caso quelle medico-curative, non possono di certo essere collegate alla
religione islamica, ma piuttosto ad una mescolanza di elementi provenienti da
culture antecedenti lislam e nei secoli diventati peculiari di queste
popolazioni.
In questo lavoro verranno quindi analizzati i motivi di questa particolarit
culturale, di cui certo la prima ragione lantica organizzazione tribale dei suoi
abitanti, e si andr a sottolineare il ruolo svolto dal tipo di ambiente della zona
dellEufrate e i suoi sviluppi storici ed economici. La peculiarit di questa
zona, che emerge sia in ambito storico sia economico, ci permette di
comprendere meglio la realt descritta nei racconti del nostro autore, sempre in
bilico tra tradizione e modernit, chiusura e apertura culturale, scienza e magia.
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Gli appassionanti racconti di al-Uayli trasportano il lettore in questo
mondo che va ben oltre la binaria divisione fede-ragione, ed molte volte
difficilmente accettabile e tantomeno credibile. Cos accade anche al nostro
autore di Raqqa, che pur essendo legato alla tradizione beduina, anche un
uomo che ha sicuramente varcato i confini geografici, e ideologici, della steppa
della Siria settentrionale. E allora come possibile credere a questa
superstizione con cui tante volte il dottore si scontra e ci fa scontrare? Da
medico, forte delle proprie convinzioni scientifiche, e da lettore occidentale,
sempre e comunque scettico, sarebbe pi semplice giudicare il tutto come
millanteria di basso livello, ma da uomo e uomini messi davanti al
meraviglioso, non si pu che accettare e constatare in rispettoso silenzio.
questa la conclusione a cui al-Uayli ci condurr alla fine del percorso.
Seguir nel nostro lavoro una descrizione della medicina tradizionale
fitoterapica beduina, fino a quella pi propriamente magica di talismani e
amuleti: dalle virt della terra alle formule e oggetti magici per difendersi dagli
spiriti maligni, i inn. Andando a conoscere, quindi, il rapporto che i nomadi
della regione di Raqqa hanno con il magico, sar finalmente pi comprensibile
quella realt lontana e misteriosa, sfuggente e ossimoramente concreta dei
racconti di al-Uayli. Tra le pi belle storie sicuramente da citare saranno Le
lampade di Siviglia, La lettera spedita, La figlia della strega ma anche la
raccolta di racconti Mdecin de campagne en Syrie. Si esploreranno vari aspetti
della superstizione attraverso le storie di personaggi al limite della seriet o
piccoli eroi che in questo contesto ci raccontano quel mondo unico che la vita
di campagna dei nomadi o semi-nomadi. Il nostro autore ci guida in questo
viaggio con grande ponderatezza ed equit, pragmatico e critico davanti
allignoranza e indomabile artista al cospetto della bellezza dellinspiegabile.
Infine, sar inserita unintroduzione e la traduzione originale del racconto
La vendetta del chinino, la storia di due amici, Hafiz il cattivo e Sharaf ad-
Din il buono di cuore, legati inspiegabilmente da un tragico destino. Ancora
una volta, scienza e magia si trovano a scontrarsi e, ancora una volta, sar il
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lettore a decidere a cosa credere; Abd as-Salam al-Uayli, dottore di
professione e scrittore per passione, la sua scelta lha gi fatta.
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2. Raqqa: la storia dell'ambiente e della sua societ
tradizionale.
2.1. Nuovo passato per un nuovo futuro.
Recentemente, la storiografia ha ricercato e fatto riemergere fatti della storia
moderna siriana per molto tempo cancellati. Significativo in questo processo di
rilettura della storia l'interesse crescente da parte dei giovani siriani per il
passato del loro Paese, che assecondano quella pulsante necessit di un senso
di appartenenza forte e di una costruzione identitaria autodefinita. L'identit
infatti un processo creato da noi stessi, una vera e propria nostra
invenzione, in cui ci definiamo e sentiamo di appartenere a qualcosa
attraverso una comunione di avvenimenti, ricordi e credenze, in opposizione
alla diversit degli altri. Cos la storia alla base della formazione identitaria
delle persone, che senza un passato non possono definirsi nel presente. Questo
accaduto ai beduini del nord-est della Siria, derubati del loro ruolo nella
storia siriana moderna, cancellati dai documenti e dai ricordi dei siriani. La
recente storiografia svolge perci un ruolo di primo piano nella costruzione
identitaria attuale dei beduini, che attraverso una riappropriazione della verit
dei fatti riottengono ai propri occhi e a quelli dei siriani la dignit per molto
tempo oscurata.
Fino al decennio scorso, il periodo fondante la storia della Siria moderna era
stato raccontato tralasciando completamente l'importanza delle trib del deserto
nel susseguirsi degli eventi: la grande rivolta siriana all'invasore francese degli
anni 1920-21 (Provence, M. 2006).
Teatro della storia sono state proprio le campagne siriane, e non come scritto
fino a poco tempo fa solo le citt, tra cui anche Raqqa.
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La cittadina di Raqqa sorge sulla sponda sinistra dell'Eufrate, sulla
confluenza con il Nahr al-Balikh: posta in un punto strategico della
Mesopotamia, quest'area fu per lungo tempo contesa tra l'Impero Bizantino e
quello Sasanide. Dopo la conquista araba, fu sfruttata dagli Omayyadi, che vi
costruirono i primi caravanserragli, come tappa intermedia per l'Iraq e il
Caucaso. Ma fu solo con gli 'Abbasidi che Raqqa conobbe il suo massimo
splendore come centro di potere: prima con al-Mansur, che fond Al-Rafiqa, la
gemella di Raqqa, dalla particolare forma circolare; poi con il califfo Harun al-
Rashid, che di Raqqa fece una citt ricca di splendidi palazzi. La crisi della
dinastia 'abbaside segn la fine dello splendore della citt. Per breve tempo
governata da una trib di beduini, fu poi conquistata dai Selgiuchidi; in seguito
fu presa dagli Ayyubidi con a capo Salah ad-Din. Trov infine la sua stabilit e
una rinnovata ricchezza sotto gli Ottomani, che controllarono quei territori per
quattro secoli (Heidemann, S., 2003).
Tornata a prosperare sotto l'Impero Ottomano, la citt di Raqqa insieme cadde
in rovina durante la sua crisi. Fortemente indebolita a causa degli accordi
economici stipulati da parte turca con i paesi europei
1
, la Siria
2
accolse con
entusiasmo l'invasione egiziana del 1831. Spinto dall'onda del progresso
portata da Napoleone, il vicer d'Egitto promosse cambiamenti anche in Siria,
zona caratterizzata da una situazione economica stagnante lasciata in eredit
dagli Ottomani: fece sviluppare il settore agricolo e la produzione di materiali
grezzi; rese coltivabili le terre abbandonate; introdusse nuove tecniche
agricole; addomestic i poteri locali delle campagne istituendo una politica
accentratrice forte per mezzo di funzionari fidati nei vari distretti (Petran, T.
1978, p. 45). Tuttavia la politica egiziana acconsent a dilatare ulteriormente la
1 Il cosiddetto trattato di capitolazione: si tratta di concessioni che limitavano i dazi doganali
ottomani alla sola importazione per i paesi che godevano della concessione (Francia e
Inghilterra). (Petran, T., 1972, p. 42)
2 A quel tempo chiamata Grande Siria, comprendeva gli Stati odierni di Siria, Giordania,
Israele/Palestina e Libano. Alla fine del XIX secolo venne divisa in tre province (Siria,
Aleppo e Beirut), un distretto speciale (Gerusalemme) e un governorato separato (Monte
Libano) (Provence, M. 2005, p. 5). Si parler della Siria come oggi intesa dopo la Prima
Guerra Mondiale.
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presenza francese sul territorio
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, tanto che nel 1840 la popolazione siriana
supportata dall'Inghilterra e dagli Ottomani si ribell e restaur la dominazione
turca. Segu un periodo caratterizzato da riforme, tra cui quella agraria, che
prevedeva una progressiva appropriazione delle terre demaniali da parte di
contadini, notabili e anche sheikh, che divennero proprietari delle terre
appartenute ufficiosamente da sempre alla loro trib. Tuttavia, la presenza
europea, e in particolare francese, port alla nascita di un sentimento
nazionalista siriano; al vertice del movimento in cui si concretizz questo
sentimento, si collocarono i capi tribali, che da sempre erano soliti lottare per
l'indipendenza e che cercarono l'alleanza con gli inglesi. Lo scoppio della
Prima Guerra Mondiale segn il consolidamento dell'alleanza anglo-araba: in
cambio del sostegno contro i Turchi, gli inglesi promisero l'indipendenza al
Movimento Nazionale Arabo. La rivolta araba portata avanti dai capi tribali,
soprattutto giordani, sconfisse i Turchi nel 1918, e subito dopo venne
proclamato a Damasco un governo totalmente indipendente comprendente
tutta la Siria (Petran, T. 1972, p. 55). A questo punto, gli obiettivi politici
europei emersero finalmente chiari; per realizzare le loro mire coloniali,
Inghilterra e Francia non tennero fede alle promesse fatte ai siriani e
perseguirono nella loro politica di spartizione del Medio Oriente. I territori
siriani furono divisi in tre distretti: il Sud, con la Palestina, agli inglesi, il Nord
ai francesi, l'Est al governo militare di Faisal
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. Il problema della divisione dei
territori non si risolse in quell'occasione, in quanto non trov in accordo le due
parti Occidentali. Una commissione americana si occup quindi di trovare una
soluzione. Nell'aprile del 1920 presso San Remo, venne scelto un Mandato
unico e francese. Conseguentemente nello stesso anno, le truppe francesi
occuparono Damasco e misero fine al governo di Faisal. Tuttavia, l'esperienza
3 Gi dal XVII secolo era stato istituito un protettorato religioso francese che comprendeva
tutto il Medio Oriente e che doveva salvaguardare i diritti dei Maroniti. (Khoury, P.S., 1987,
p. 27)
4 Figlio dello Sharif al-Husain, governatore religioso della Mecca sotto gli Ottomani, govern
uno Stato Autonomo dall'ottobre del 1918 all'agosto del 1920 (Ababsa, M., 2009).
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del governo nazionale arabo, seppur breve, forgi con i suoi presupposti la
storia politica moderna siriana, e la resistenza dei siriani a Maysalun (1920)
contro le truppe occupanti considerata uno dei momenti pi eroici del secolo
XX.
La Nation arabe a combattu aux cts des Allis pendant la guerre, sur la base de la
promesse faite au chrif de la Mecque, qui tait alors le chrif Husayn. Mais quand la
guerre a t finie, les Allis ont divis le pays et y sont entrs sans aucune lgalit.
Maintenant, ils ont pris Damas aprs une bataille contre le peuple du pays et ont dtruit
une partie de ce peuple et son arme. Aussi, nous, les habitants de la rgion de Raqqa,
(), nous avons dcid de prendre le contrle de cette rgion jusqu' ce que l'avenir du
pays soit fix. Nous, les rpresentants assembls de la population, avons dsign l'Emir
Haem ibn Muheid comme chef, avec le titre de prsident du Mouvement National.
(...)Nous avons dcid de dfendre cette rgion et si cela tait ncessaire, nous nous
allierons avec tout pays voisin que nous choisirons.
(Al-'Uayli, Al-Dawla al-mahula, in Ababsa, M. 2009, cap. 7, par. 17)
Fu cos che nell'agosto del 1920 Raqqa si rivolt alla dominazione francese e
si proclam Stato Indipendente . Nel 1960 Al-Uayli tenne una conferenza a
Damasco dal titolo L'tat mconnu de Hajem ibn Muheid, in cui present la
storia cancellata della citt di Raqqa e della sua ribellione francese dopo
l'istituzione del Mandato (Ababsa, M. 2009). In particolare, fa riemergere una
parte di storia che vuole sottolineare il ruolo svolto dalle trib beduine di
Raqqa nella lotta all'invasore. Esse non solo ricoprirono un ruolo di primo
piano, ma anticiparono le rivolte cittadine.
Raqqa est devenue, alors que le pays continuait de subir les consquences de la
guerre, le sige d'un vnement unique n' pas d'gal. J'ai consacr des tudes et des
livres cet vnement fameux qui s'est produit il y a peu de temps, et qui est rest dans
nos mmoires comme le gouvernement de Haem. J'y ai dmontr comment nos pres,
en dpit de la faiblesse de leurs connaissances en sciences politiques et dans les modes de
construction d'un tat, russirent btir un gouvernement indpendant, bien administr
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at aux idaux levs. Mais leurs moyens limits d'un part, et la politique des grands pays
victorieux d'autre part, n'ont pas permis cet tat d'exister plus d'un an et demi.
(Al-'Uayli, Sawt al-Rafiqa, n 15 e 16, 1998, in Ababsa, M. 2009, cap. 7, par. 19)
L'esperienza dello Stato beduino di Haem ibn Muheid ha riottenuto la dignit
che gli spetta dalla pi recente storiografia. La ricomposizione di questi fatti
storici permette l'affermazione di un'identit tribale che fatica a essere definita
in limiti precisi e che talvolta viene male interpretata. Questo episodio dimostra
l'esistenza di relazioni positive che ci sono state tra cittadini e beduini, pi
spesso ricordati nella storia locale per i conflitti e le razzie. Dopo mesi di
rivolte e bombardamenti, nel gennaio del 1946 viene, infine, riconosciuta
l'Indipendenza siriana.
2.2. La modernizzazione del territorio e la modificazione dei rapporti
sociali.
Oltre alla riqualificazione storica, un altro fattore stato ed determinante
l'identit beduina: il rapporto con la terra. Nel suo libro Raqqa, territoires et
pratiques sociales d'une ville syrienne, Myriam Ababsa porta avanti la tesi che
spiega come l'ideologia baathista abbia modificato le relazioni sociali, politiche
ed identitarie delle trib del deserto nella zona di Raqqa. Evidenza del
progressivo cambiamento sono state la concessione delle terre e la conseguente
sedentarizzazione delle trib. Questo processo ha inizio in epoca tardo-
ottomana, quando l'appena restaurato Impero Turco tentava di sedentarizzare le
trib della regione, da sempre nomadi e dedite alla pastorizia. Il debole Impero
non era riuscito a garantire un controllo sulla regione, dove le trib gestivano i
rapporti economici e sociali. Con il Codice fondiario del 1858, vennero
registrate e distinte le terre dello Stato dalle terre private e da quelle delle
comunit religiose. L'obbligo di appropriarsi delle terre fu evidentemente una
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mossa politica che mirava da una parte a tassare le trib, dall'altra a tenerle
sotto controllo. Sotto il Mandato francese, subito dopo le rivolte e la divisione
del territorio
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, venne portata avanti tale politica di controllo dei nomadi per
mezzo dell'instaurazione di un ente di controllo beduino, che doveva garantire
buoni rapporti con le trib per proteggere i confini ad Est; continu anche
l'opera di sedentarizzazione attraverso le concessioni territoriali, di cui molti
sheikh usufruirono diventando unici proprietari delle terre che da sempre
avevano abitato con la trib e andando a creare una nuova classe di ricchi
proprietari terrieri. La sedentarizzazione non fu altro che il passaggio da
un'area di movimento (dira) ad un spazio di propriet (Ababsa, M. 2009).
Gli anni Cinquanta del '900 furono caratterizzati dal boom del cotone, reso
possibile dalla valorizzazione dell'area. Le aree circostanti l'Eufrate, infatti,
vennero dotate di pompe a motore che permisero di irrigare maggiormente le
terre, renderle pi fertili e coltivabili; la loro estensione nella sola zona di
Raqqa si moltiplic da 10000 a 120000 ettari (Ababsa, M. 2009, cap. 2, par. 1).
Furono fatti grandi investimenti e i capi trib che erano riusciti ad ottenere
vasti latifondi durante la distribuzione (ormai semi-nomadi o sedentari) si
arricchirono moltissimo e sostituirono i nomadi al vertice del potere della
regione. In seguito all'indipendenza, fu proseguita la politica della
sedentarizzazione dei nomadi ma con uno spirito molto diverso rispetto a
quello mandatario: durante il Mandato infatti i beduini venivano s controllati
ma proteggevano anche i territori a Est, avevano il diritto di esercitare le leggi
tribali e, non ultimo per importanza, erano considerati i massimi esponenti
dell'arabismo e della lingua araba pura. A partire dagli anni Cinquanta invece lo
Stato siriano indipendente ebbe un atteggiamento del tutto ostile verso
l'autonomia delle trib:


5 Il territorio siriano fu diviso in cinque entit: gli Stati del Libano, di Damasco e d'Aleppo e
quelli autonomi degli Alauiti e dei Drusi. Nel 1924 gli Stati di Damasco e quello di Aleppo
furono uniti nello Stato della Siria.
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Le nomadisme bdouin est un tat social primitif qui affaiblit la production nationale
et fait dune part importante de la nation arabe un membre infirme et un facteur de retard
pour son dveloppement et son progrs. Le parti semploie donc sdentariser les
Bdouins, leur accorder des terres, abolir le systme tribal et leur appliquer les lois
de ltat.
(Art. 6 della costituzione del partito Baath del 1947 in Ababsa, M. 2009, cap. 2, par. 19)
Le trib non ancora sedentarizzate furono fortemente indebolite da una serie di
situazioni concomitanti determinate dall'economia capitalistica degli ultimi
anni insieme a fattori climatici sfavorevoli : l'aumento delle terre coltivate a
discapito di quelle riservate al pascolo, la perdita del monopolio sul settore
carovaniero rimpiazzato dalle auto e lo sterminio del bestiame a causa di una
siccit. Di conseguenza, molti nomadi si videro costretti a stabilirsi a Raqqa.
Importanti per lo sviluppo delle relazioni sociali e identitarie della regione
furono le riforme agrarie del 1958, 1963 e 1966: l'obiettivo prefissato era
quello di una politica di razionalizzazione della terra e a favore della piccola
propriet. Esse si concretizzarono in una ridistribuzione delle terre dei grandi
latifondisti a favore dei piccoli proprietari e dei nullatenenti, riequilibrando i
rapporti di potere e creando una classe fedele al partito Baath. Nonostante la
riforma, i latifondisti di Raqqa, che corrispondevano al 5% dei proprietari
terrieri totali dell'area, continuarono a possedere il 37% delle terre. Inoltre,
avevano ceduto la parte della badiya dai terreni semi-aridi e avevano
mantenuto invece quella in prossimit dell'Eufrate dai terreni pi fertili.
Tuttavia non si pu negare l'apporto che la riforma ebbe sugli equilibri della
popolazione: il progetto baathista di sviluppo della produttivit si fondava sulla
presenza di cooperative, che andavano a modificare sia sul fronte economico
che su quello sociale l'ambiente circostante. Da una parte, infatti, esse, a cui
tutti i beneficiari della riforma dovevano aderire, erano istituzioni attraverso le
quali era pi semplice ottenere agevolazioni economiche e servizi statali, quali
supervisioni e controlli delle tecniche agricole; dall'altra aspiravano a sostituire
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l'organizzazione tribale autoctona con una societ egualitaria socialista
(Ababsa, M. 2009). Di fatto, per, la riforma agraria baathista fall: il progetto
cooperativo non si sostitu ai valori tribali tanto da causare l'arricchimento di
alcune trib e dei loro sheikh a discapito di altri. Il grande latifondo e i suoi
proprietari continuarono ad avere il predominio sull'economia formando una
realt socialmente frammentata e economicamente disomogenea.
Come gi notato, l'identit un prodotto creativo che si definisce attraverso
il rapporto con l'Altro. In seguito alla modernizzazione dell'area fluviale,
l'identit beduina venne determinata dall'opposizione sempre pi evidente con
le comunit urbane. Storicamente, la regione di Raqqa ha vissuto come un'area
a s, marginale alle questioni politiche ed economiche siriane, sia per ragioni
puramente politiche, sia per ragioni geografiche e sociali: l'asprezza del
territorio abitato da comunit dagli antichi valori tribali port a scelte politiche
che allontanarono maggiormente la regione dal resto dello Stato. Seppur
modificata alla base della propria organizzazione dalla svolta modernizzatrice,
cio avendo perso la dira, e le correlate attivit di pascolo e migrazione, e il
dominio della zona, la societ tribale e la sua regione di appartenenza erano
ancora viste come fortemente arretrate e sottosviluppate. Fu per questo motivo
che negli anni Settanta si diede inizio ad un progetto di sviluppo dell'area:
l'Eufrate Scheme. Esso prevedeva in particolare la costruzione di una diga che
avrebbe dovuto migliorare il sistema d'irrigazione, moltiplicando a 640000
ettari le terre irrigate, e che avrebbe dovuto sviluppare la produzione di energia
elettrica. Quando i finanziamenti esteri resero possibile l'inizio dei lavori, tra le
prime aree scelte per l'irrigazione ci fu Raqqa, che divenne il centro nevralgico
del progetto e che cos si mise in evidenza a livello internazionale elevandosi
dalla definizione di area sottosviluppata e arretrata. Persone da tutta la Siria
vennero a popolare le aree circostanti l'Eufrate per coltivarne le terre. Questa
migrazione dal centro alla periferia significativa perch permise uno sviluppo
delle comunicazioni e dei servizi, avvicinando i villaggi del deserto e i suoi
abitanti al resto del mondo. Dall'altra parte per la popolazione sedentaria di
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Raqqa si risent per l'afflusso di manodopera straniera e per la loro
identificazione ad un sottosviluppo culturale, che invece loro attribuivano ai
nomadi, senza dimenticare il percepito sentimento di sfruttamento dello Stato a
loro discapito (Rabo, A. 1993). In quest'ottica, in un climax ascendente di
livello di sviluppo presunto, si collocano il centro sulla periferia e la periferia
sui nomadi; ci risulta chiaramente rilevante nella costituzione identitaria
comunitaria. I risultati realmente ottenuti dal Progetto dell'Eufrate non furono
quelli attesi (Ababsa, M. 2009, cap. 3, par. 2); nel 2000, il nuovo Presidente
decise per la demolizione dei poderi cancellando con essi il progetto di politica
economica baathista; prese avvio al contrario un processo di contro-riforma,
che si concretizz nella ridistribuzione del demanio statale. La redistribuzione
non avvenne senza problemi in quanto gli antichi proprietari lamentavano
l'estensione di terra ricevuta rispetto a quella che avevano in propriet nel
passato; gli eredi di antichi proprietari lamentavano la mancata registrazione
del loro nome nei registri e quindi l'esclusione dalla distribuzione; altri
lamentavano l'assenza delle loro antiche terre nella lista della distribuzione, in
quanto possedute secondo falsi contratti da funzionari statali. A ci si aggiunse
il fatto che vennero venduti illegalmente i diritti di locazione e d'uso dei lotti,
con la conseguenza dell'aumento smisurato del potere di alcuni imprenditori e
la nascita di estesi domini agricoli che superavano i limiti imposti dalla legge
del 2000. In questo modo, la controriforma riuscita a dare una spinta
all'economia, che ha quintuplicato la sua produzione agricola, ma ha
consegnato il potere e la ricchezza nelle mani di pochi, lasciando molti degli
antichi proprietari terrieri senza terra (Ababsa, M. 2009).
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3. Il dottor al-'Uayli di Raqqa.
3.1. La vita di al--Uayli
() io non sono uno scrittore di professione, ossia ch' io mi considero piuttosto, come
si dice in francese, un amateur. Io sono innanzitutto un dottore, come sapete, e come
tale mi conosce e considera la gente di Raqqa. Come il dottor 'Abd al-Salam al-'Uayli.
(Al--Uayli, L'incontro con al--Uayli, intervista di Bergamaschi, O. 1999 )
Abd al-Salam al-'Uayli nato a Raqqa nel 1918 da una famiglia di
proprietari terrieri. Originari della trib dei Bu Badran della steppa di Mossul,
gli al-'Uayli si stabilirono in Siria e in particolare a Raqqa. Essi appartenevano
a quel gruppo di famiglie semi-nomadi che tanto influenzarono il susseguirsi
degli eventi dell'area dominandone spesso gli esiti. Durante la sua infanzia,
al-'Uayli visse in prima persona le agitazioni di quegli anni di grande
cambiamento politico e sociale. Tuttavia, la modernit e la sedentarizzazione
avrebbero preso il sopravvento solo qualche tempo dopo; il giovane al-'Uayli
e la sua famiglia sono ancora tra i testimoni di quel modus vivendi nomade e
dei suoi valori tribali che disegnano tanto vivamente i racconti dell'autore.
Si iscrisse alla facolt di medicina di Damasco dove si laure nel 1945, dando
inizi all'attivit di medico ma anche a quella letteraria di scrittore. Nello stesso
anno pronta per la pubblicazione la sua prima raccolta di racconti La figlia
della strega (Bint al-Sahira), che per sar pubblicata solo alla fine del 1947
per scelta dell'autore, che prima di sentirsi tale, si considera medico. Come
racconta nell'intervista di cui sopra una citazione, l'attivit letteraria sempre
stata vista come un passatempo dilettevole rispetto alla professione medica, ed
anche per questo che al-'Uayli si sempre tenuto lontano dalla sfera
pubblica letteraria.
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In seguito all'indipendenza, fu eletto deputato in Parlamento; l'anno seguente
partecip da volontario alla guerra di liberazione palestinese. Deluso dalla
fallimentare esperienza politica, decise di tornare alla sua attivit di medico
presso Raqqa. Di questa esperienza cos incisiva e amara allo stesso tempo, ne
parler nel libro autobiografico dal titolo Cose personali (Ashiyya' shakhsiyya).
Nel 1967, in seguito all'esperienza siro-egiziana, torn alla vita politica
assumendo vari incarichi governativi tra cui quello di Ministro della Cultura,
dell'Informazione e degli Affari Esteri. Tuttavia, per varie ragioni, l'esperienza
politica rimane uno di quei capitoli marginali nella vita dello autore, sia a
livello di arricchimento personale che di ispirazione letteraria.
Attualmente vive a Raqqa, dove continua a esercitare la professione di
medico e la passione per la scrittura.
Attratto da quel mondo cos diverso e sconosciuto ai pi, l'Occidente, ebbe
la possibilit di fare molti viaggi in Europa riuscendo cos a calmare quella sua
insaziabile curiosit. Nel 1951 arriv per la prima volta a Parigi, citt che gli
rimarr molto cara, ma continu a viaggiare per tutta l'Europa, conoscendo
molte realt diverse e arricchendosi sempre pi di nuovi spunti creativi.
Scriver di questi viaggi in due romanzi, uno pubblicato nel 1954, Storie di
viaggio (Hikayat min al-rihla), e un altro pubblicato nel 1963 intitolato Invito
a viaggiare (Da'wa ila al-safar). Questa forma di ammirazione nei confronti
della cultura occidentale, che finita la guerra si trova un po' come l'Oriente
arabo a rimettere insieme i pezzi e a valutare gli errori commessi, non si
traduce con una mancata consapevolezza del ruolo svolto dalla politica
coloniale francese in Siria.
Al-'Uayli si dedica poi a quelle questioni che escono dai confini
proprimente nazionali e che riuniscono tutto il mondo arabo in un unico
sentimento comune di rabbia e dolore. Un tema su cui egli scrive il
commovente racconto La lettera spedita (Barid mu'ad) per esempio la
battaglia intorno alla cittadella di iddin, nel quadro della questione
palestinese.
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() Quella che ti sto raccontando la sacrosanta verit, padre mio, ed stata questa
verit a spingermi a scriverti queste parole. Tu non mi rivredai pi e perci voglio
affidarti i segreti della mia anima. Non ho mai temuto la morte, eppure adesso sento che
mi dispiace abbandonare la vita. ()
(Al-'Uayli, La lettera spedita, trad. di Avino, M.,1995, p. 104)
Oppure l'episodio che si riecheggia con il tema della chiave del ritorno,
correlativo della gloria andalusa raccontato nello splendido racconto Le
lampade di Siviglia (Qanadil ishbiliyya).
Camminando per le vie di Siviglia, avevo l'impressione che le onde del Guadalquivir
mi raccontassero la storia dei miei avi e che il suono delle campane della Giralda fosse in
realt l'eco dell'adhan che invitava i fedeli ad obbedire alla volont di Dio,(). Tutte le
imprese gloriose e straordinarie descrittte nei racconti che avevo letto in un'infinit di
libri , si animavano ora davanti a me nella luce fioca delle lampade di Siviglia, () Era
tornata la vita nelle chiavi arrugginite appese negli ingressi di centinaia e continaia di
case antiche in tutte le regioni africane: erano tornate ad essere il simbolo di un ardente
movimento di rinascita, la cui scintilla si era sprigionata dalla lampada che dondolava
nella sala ottagonale ()
(Al-'Uayli, Le lampade di Siviglia, trad. di Avino, M., 1995, pp 23-24)

Pur avendo sperimentato molti generi letterari, al-'Uayli trova la sua
massima spinta creativa nei racconti, dove dipinge la sua Siria secondo mille
sfaccettature. Con le sue parole riesce ad evocare quell'ambiente lontano e
affascinante, vivo nei colori ma dai contorni sfumati; riesce a conciliare
armoniosamente la fantasia poetica alla realt pi concreta in uno stile sobrio
ed elegante. Questa duplicit corrisponde alla stessa essenza stessa dell'autore,
caratterizzata da un'esistenza vissuta in equilibrio tra la medicina e la
letteratura, e si concretizza in racconti di carattere scientifico ma che aprono
prospettive che vanno ben oltre la razionalit. Per esempio, le storie che narra
18
nella raccolta di racconti Mdecin de campagne en Syrie
6
, sono fatti realmente
accadutigli durante la sua trentennale esperienza di medico presso la cittadina
di Raqqa: ferite, infezioni, malattie lievi e gravi indiscutibilmente concrete dal
suo punto di vista scientifico ma che nel contesto rurale dove avvengono si
trasmutano in eventi sfuggenti e impalpabili alla ragione. Pur mantenendo un
atteggiamento scettico nei confronti della superstizione e dell'irrazionale,
l'autore di fronte a certi fatti si vede costretto ad abbandonarsi a quell'universo
parallelo. E non un caso che nei suoi racconti compaiano molto
frequentamente riferimenti a lampade dalla luce soffusa che creano giochi
d'ombre e a veli che offuscano la limpidezza della realt: sono la metafora della
conoscenza che al-'Uayli ci d del mondo, che talvolta appare nitido e talvolta
sfuocato, senza interpellare il nostro volere e senza lasciarci una spiegazione.
questa la realt con cui il dottor al-'Uayli ha a che fare quotidianamente e che
la sua principale fonte di ispirazione: la cultura tribale beduina, con tutte le
sue ricchezze e contraddizioni.
3.2. I pazienti di al-Uayli: le trib nomadi del deserto.
Popolazione nomade tradizionale della zona, i beduini sono oggi ormai
quasi del tutto sedentarizzati, ma negli anni Trenta dei racconti di al-'Uayli
vivevano marginalizzati nella steppa a Est della Siria secondo le loro
consuetudini. La societ beduina basata su una struttura tribale in cui le
relazioni sociali sono organizzate secondo una gerarchia di tipo verticale al cui
apice si colloca lo sheikh. La differenza di rango al suo interno determinata
dalla genealogia, cio dalla vicinanza parentale alla famiglia pi anticamente
facente parte della trib stessa (Henninger, J., 1959, p. 79); pi spesso accadeva
per che fosse una certa relazione necessaria che definisse una genealogia e
non la genealogia che definisse una relazione (Vercellin, G., 2002, p. 84). Il
6 Al-'Uayli, Darne, H., trad., 2001
19
legame di sangue, vero o costruito che sia, determinante in molti aspetti della
vita, in particolare nelle guerre intertribali e nelle dispute: l'onore, la vendetta e
la solidariet, appartengono ad un vero e proprio codice giuridico delle trib.
Per quanto riguarda la religione, i beduini si possono definire musulmani, ma si
deve sicuramente operare una distinzione dall'islamismo urbano. Le tracce
della presenza nomade si situano in epoca largamente preislamica; risulta
evidente come l'islam tribale sia intriso di elementi non completamente
ortodossi derivanti da una tradizione pi antica (Sincich, F. 2003), anche se tali
aspetti si indeboliscono progressivamente con la sedentarizzazione.
3.3. Scienza e magia nella vita e nei racconti di al-Uayli.
L'ambiente tribale e le sue credenze portano il dottor al-'Uayli ad un
costante conflitto intellettuale tra la sua formazione scientifica e le
consuetudini magico-religiose di molti suoi pazienti. Nel racconto La figlia
della strega (Bint al-Sahira)
7
, per esempio, riporta la storia narratagli dal dottor
Abd al-Mu'min, il quale da adolescente aveva vissuto un'esperienza a cui non
riesce a dare una spiegazione razionale: addormentatosi nel mulino, si trov
senza capire come nell'accampamento di nomadi stanziati sulle terre della sua
famiglia. La vecchia capo di questo gruppo era una strega che, per allontanare
la sua bella figlia da lui, gli fece un incantesimo rendendolo cieco. Spaventato
e confuso, 'Abd al-Mu'min si era risvegliato nel mulino pensando che
l'accaduto fosse un incubo, senonch si ritrov nella tasca la cavigliera che nel
sogno l'amata gli aveva regalato dopo l'incantesimo. Alla fine del suo racconto
disse:
Quando ho conosciuto qualcosa sui teologi con le loro profondit e sulle leggi della
probabilit, il pigolio della tazza e la conoscenza della realt invisibile che erano il
7 Al-'Uayli, in Rosselli, S., 2003, p. 38
20
miracolo della vecchia sono state sul punto di sparire dal mio animo. Tuttavia l'enigma di
quella notte restava e il mio pensiero non riusciva a trovarvi una via d'uscita verso il
mondo dell'esistenza razionale a meno di non supporlo un sogno e ad ogni tentativo in
questo senso, la cavigliera appariva e sbarrava la strada.
(Al-'Uayli, La figlia della strega, vedi nota 7)
L'antagonismo scienza-magia ricorre anche nel racconto La visione (Al-
Ru'ya)
8
, in questo caso sotto forma di critica alla superstizione. Al-'Uayli
racconta la storia di Muhammad Wais, un imbroglione che cade nelle
millanterie dello sheikh Muhammad Sa'id, che gli predice la morte basandosi
su un sogno. Il povero Muhammad Wais si fa talmente condizionare dalla
previsione che, quando si reca a visitarlo, lo scettico professor Nagi costretto
ad ammettere che:
Ero andato a trovarlo con l'intenzione di prenderlo in giro, ma di fronte a quella
profonda trasformazione fui costretto a rimanere al mio posto e ad ammettere che
quell'uomo senza dubbio sarebbe morto l'indomani, allo scendere del termine fissato. ()
Tra me e quello sheikh, la cui natura era un misto di ingenuit, di stupidit e di grettezza,
c'era un'antica inimicizia. Io lottavo contro le superstizioni e le assurdit di cui si serviva
per tenere in soggezzione gli animi degli ignoranti,...
(Al-'Uayli, La visione, vedi nota 8, p. 123)
Essere un medico di campagna implica per molte altre cose oltre alla
convivenza con consuetudini irrazionali. Al-'Uayli scrive di come il suo
professore all'universit gli aveva consigliato di mantenere una certa distanza
dai pazienti, di farsi sempre pagare e di non fare prescrizioni se non in
ambulatorio. Ma il dottore di Raqqa racconta, confrontandosi con un collega di
citt, come questo non sia possibile nel contesto dove svolge la sua attivit.
Cos il medico di citt risponde ad un episodio raccontato da al-Uayli:
8 Al-'Uayli La Visione, in Camera D'Afflitto, I., 2002, pp. 119-126
21
() Si le type en question agrippait mon paule comme il a tenu votre paule,
j'carterais sa main de moi avec violence et lui dirais: J'ai un cabinet et des horaires de
travail. La rue n'est ni un hpital ni un dispensaire, alors cartez-vous! ()
(Al-'Uayli, A chaque cheikh sa mthode, vedi nota 6, 2001, p. 121)
Ma al-Uayli gli fa notare:
Voulez-vous que je vous dise la vrit? J'ai souhait, plusieurs occasions, dire cela et
le faire, je veux dire me comporter votre manire. Mais mme si je le voulais, je ne le
pourrais pas. La chose n'est pas si simple. ()
(Al-'Uayli, A chaque cheikh sa mthode, vedi nota 6, 2001, p. 121)
D'altra parte, solo in un contesto tribale di questo tipo, che in epoca preislamica
ha prodotto la celebre poesia, pu succedere che un paziente elogi il suo
medico con dei versi. Cos al-Uayli un giorno ricevette uno scritto su cui era
riportato:
Les Christ a dit ses disciples: C'est gratuitement que vous avez pris et c'est
gratuitement que vous donnerez. Mais Raqqa, la ville de Al-Rashid, un homme prend
en payant le prix et donne gratuitement; il s'agit du Docteuer Abdel-Salam Al-Ujayli.
Il a, au service de l'homme, un principe
en guise de prix, il accepte les remerciements
c'est un mdecin talentueux, noble et jeune qui dploie ses efforts pour le bien des autres.
La Syrie l' connu comme ministre
qui s'est vou la paix par son travail et ses sacrifices.
S'il prend la plume, c'est pour propager des propos gnreux
telles des perles magnifiques disposes en collier, pierre par pierre.
Les perles n'ont pas besoin de louanges pour conserver leur ternit. Par essence mme,
elles sont ternelles.
La population vibre de joie lorsqu'il monte la tribune.
Ses penses, jaillies du fond des livres, sont une lumire dont l'clat augmente travers
les sicles.
22
Si j'cris pour louer ces actes gnreux, c'est parcequ'il a tendu mon fils sa main
gurisseuse.
A un jeune homme qui refuse d'obtenir le prestige par l'argent.
Ce sont les louanges des autres qui lui donnent la gloire.
Il fera don de sa mdecine et moi de ma posie
et je pense qu'il y a une certaine noblesse dans ces deux actes dsintresss
j'ai vu la fois l'Euphrate et les actes d'Abdel-Salam et je me demande qui est le plus
gnreux des deux!
(Al-Uayli ,Des pomes dans le cabinet mdical de campagne, vedi nota 6, 2001, pp.
187-194)
23
4. La medicina tradizionale e le pratiche magiche
The doctor must be kind, nice and honest.(...) he must be like a flower: it hasn't only
grace, but smell too.
(al-Khatib in Sincich, F., 2003, p. 291)
Il tipo di medicina usata dai beduini strettamente legata alla loro tradizione e
al loro territorio. Si basa perlopi su trattamenti a base di piante, erbe e parti di
animali ma comprende anche altri rimedi come la cauterizzazione. Molte di
queste pratiche sono poi associate a un altro tipo di credenza ben radicata nelle
trib del deserto: il supernaturale. In particolare, molto diffusa la recitazione
di sure del Corano, pi propriamente legata alla sfera religiosa, e l'uso di
amuleti e incantesimi, legata invece a consuetudini magico-religiose ancora pi
antiche dell'Islam.
4.1. I rimedi fitoterapici e i guaritori tradizionali.
I beduini hanno una grande conoscenza del corpo e dei rimedi per liberarlo
dalle malattie. un sapere trasmesso di generazione in generazione, pi che
altro da madre in figlia, la quale fin dall'infanzia impara a riconoscere le piante
e i loro benefici. Come raccontano Sabbah ali Lafi e suo fratello Salem,
membri della trib Zalabieh di Wadi Rum (Giordania)
9
, alcune delle piante che
vengono usate sono:
il camedrio polio, adeh, una piccola pianta perenne, legnosa con
9 An Introduction to traditional plant medecines of the Bedu. Intervista fatta da The Bedouin
Heritage Project, pubblicata su Youtube il 21.12.2010.
24
rami erbacei fino alla base, che raggiunge al massimo l'altezza di mezzo
metro; viene usata per combattere l'affaticamento del corpo, il
raffreddore, la febbre e i dolori muscolari. Si segue la stessa
preparazione del t e poi si beve. Ha la particolarit di avere un gusto
molto forte;
la salvia fruticosa, ihneediyyeh, un arbusto sempreverde dalle
caratteristiche foglie feltrose; viene usata contro i dolori di stomanco e
la stitichezza; deve stare in infusione per mezz'ora affinch l'acqua
diventi molto verde;
il timo, zater, un arbusto perenne dal fusto ramificato che forma
cespugli molto fitti; raggiunge l'altezza di 40-50 cm ed ha un profumo
balsamico. Per questo viene usato per alleviare il mal di gola ma anche
in cucina per aromatizzare il latte di capra;
l'artemisia o assenzio, sheeh, una pianta perenne alta al massimo 200
cm dall'odore cedrato un po' canforato; si usa per chiudere le ferite e per
curare il raffreddore e la tosse.
Nonostante le conoscenze botaniche, oggi come allora, esiste una figura
specializzata in medicina naturale, a cui la popolazione nomade si rivolge nel
caso la malattia persista: il guaritore. ritenuto depositario di un sapere sacro,
non trasmettibile solamente attraverso un insegnamento pratico. Il potere del
guaritore , infatti, legato al supernaturale; una vocazione ricevuta da Dio o
da un altro guaritore. Mentre l'una si manifesta come di consueto in sogno,
l'altra si trasmette tramite un processo magico peculiare: il maestro, infatti,
dopo averlo istruito per molti anni, inocula il potere nel suo discepolo tramite
25
la sua stessa saliva. Il forte legame con la tradizione da parte dei guaritori
tradizionali beduini accompagnato da sempre ad una costante ricerca di nuovi
rimedi curativi. La scelta di questo tipo di medicina non , infatti, n sintomo
di arretratezza culturale n dovuta a una limitata mobilit, in quanto le trib del
deserto hanno a dispozione anche moderne soluzioni mediche quali farmacie e
ospedali che possono raggiungere, magari con qualche difficolt, con i loro
pick up. Inoltre si deve tener conto che il processo di progressiva
sedentarizzazione dei beduini li vede oggi come semi-nomadi, cosa che si
traduce nella permanenza per parte dell'anno presso la cittadina di Raqqa
(Sincich, F., 2003, pp. 288-290). Le parole di Al-Uayli testimoniano la
frequentazione, anche se come ultima possibilit, da parte dei beduini degli
studi medici. La loro cultura li porta infatti ancora oggi a rivolgersi
maggiormente ad usi pi radicati nelle loro famiglie piuttosto che a far
riferimento alla modernit e all'urbanit il cui rapporto ancora in via di
definizione. Tra il guaritore e il medico si trova una figura mediana che gode di
grande fiducia tra le trib: lo sheikh.
Lo sheikh un guaritore specializzato in pratiche particolari tra il medico e
il magico, largamente ritenute benefiche tra cui la cauterizzazione e la
creazione di amuleti. Il kayy, cio la cauterizzazione, consiste nell'infliggere
piccole bruciature sulla pelle tramite un bastoncino di ferro incandescente.
Significativi al fine della riuscita sono la collocazione delle bruciature, perlopi
connesse alle terminazioni nervose della parte da curare, ma anche semplici
punti rappresentativi del male, e il numero di bruciature inflitte. una tecnica
chiaramente legata alla magia, in particolare quando viene usata per combattere
i inn
10
che hanno preso possesso del corpo del malato, ma viene utilizzata
anche per malattie come pneumonia, ernia e tubercolosi (Sincich, F., 2003, p.
293). In uno dei suoi racconti
11
, al-'Uayli condanna fortemente la pratica della
cauterizzazione. Seppur antica, scrive, ancor oggi largamente diffusa tra la
10 I inn sono demoni o spiriti appartenenti alla credenza popolare, ma sono presenti
riferimenti anche sul Corano.
11 La fin du remde et son dbut, vedi nota 6, 2001, p. 111-114.
26
gente del deserto, che ignora il rischio di infezione e di morte che essa pu
causare. Durante i trent'anni di esercizio della professione, il dottor al-'Uayli
ha visitato moltissimi pazienti, tra cui bambini e giovani donne, che
riportavano bruciature sulla pelle, e ne rimasto sconvolto; dal suo punto di
vista, la cauterizzazione una pratica inutile, obsoleta ma anche crudele.
Un'opinione ancora pi negativa riservata agli sheikh stessi. Per al-'Uayli, e
per la scienza, non possono essere altro che ciarlatani bramosi d'argento senza
alcuna conoscenza medica:
Ce Ali Al-Shawakh que je connaissais ou dont, en ralit, je connaissais le nom sans
connatre la personne, est l'un des nombreux charlatans du pays. () Ce Ali Al-Shawakh
appartient la catgorie dangereuse des pseudo-mdecins, celle qui ne se contente pas de
ce qu'elle gagne de la pratique illgale d'un mdecine dont elle n'a aucune connaissance,
mais qui ajoute ces profits illgaux un comportement sournois, inhumain et criminel.
(Al-'Uayli, Les charlatans sont des degrs divers in Mdecin de campagne en Syrie,
vedi nota 6, p.126)
Il medico di Raqqa ricorda alcuni tra questi guaritori, tra cui tale Sarah, la
quale, nota guaritrice di occhi, una volta tolse a un uomo un batuffolo di lana,
che si era incastrato nell'occhio, con la lingua, togliendoli il fastidio, ma, come
scrive al-'Uayli, rischiando di provocargli una grave infezione.
12
Oppure
racconta di altri sheikh che con le loro invocazioni e cauterizzazioni hanno
fatto morire un uomo che si era preso la rabbia da qualche animale e che era
arrivato al suo ambulatorio troppo tardi per essere salvato.
13

12 Al-'Uayli, Les charlatans sont des degrs divers, vedi nota 6, 2001, pp.125-130
13 Al-'Uayli, La rage ou l'ignorance, vedi nota 6, 2001, pp.14-19
27
4.2. Talismani e amuleti.
Nel caso della cauterizzazione emerge la problematica delle malattie
psicologiche e mentali, causate appunto secondo le credenze beduine da inn e
altre forze magiche. La recitazione di sure del Corano e l'uso di talismani,
amuleti e formule magiche create dagli sheikh sono le pratiche maggiormente
utilizzate.
Di particolare importanza per quanto riguarda la recitazione coranica, sono
la Fatiha, chiamata anche sura waqiya, la protettrice e sura shafiya, la
guaritrice, le sura 113 e 114 (le sura dei credenti e della luce) e la basmala.
Per quanto riguarda la creazione e l'uso di amuleti il discorso pi complesso.
Prima di tutto, la talismanologia risale ad un epoca precedente alla nascita
dell'Islam, all'antica Babilonia, all'Egitto e alla penisola araba. L'uso di
talismani e formule magiche un elemento pi propriamente beduino, e invece
le formule di scongiuro coraniche si sono inserite solamente dopo in un
ambiente che aveva consolidato gi da tempo altri rimedi supernaturali. Questo
dimostrato dalle recenti scoperte di una serie di coppe mesopotamiche del V-
VIII secolo d.C. (Moriggi, M. 2004). Su di esse sono incise scritte in aramaico,
figure demoniache e altri disegni. Pur essendo presenti diversi fattori
discriminanti tra le coppe rinvenute, si pu sicuramente affermare che tutte
avessero una funzione magica. Anche le ipotesi sul loro uso sono varie: una
prima ipotesi che esse venissero usate per sciogliervi una formula scritta poi
bevuta dal richiedente per esorcizzare il proprio demone; una seconda, meno
probabile, che fossero prigioni che rinchiudevano il inn, poi seppellito con
esse sotto terra. Sono tuttavia di maggiore importanza per la buona riuscita del
rito le formule scritte che qui si trovano incise e che corrispondono
probabilmente alla recitazione orale dello scongiuro. Questo tipo di tradizione
si perpetuato nel tempo sia per quanto riguarda la modalit, le incisioni di
nomi e figure, sia per lo scopo.
28
Fig. 1: Il Re Shamhurash, Kitab al-Bulhan, Oxford, Bodleian Library, ms. Or. 133
fol. 32v. (Carboni, S., 1986, p. 105)
29
Fig. 2: Segni e caratteri magici. Kitab al-Bulhan, Oxford, Bodleian Library, ms. Or. 133
1. sx segni di origine ebraica detti ad occhiello;
2. sx rappresentazione di fenomeni naturali (p.e. Il sole);
3. sx caratteri mutuati dalla scrittura ebraica ed egizia;
4. sx serie di lettere di qualche alfabeto sconosciuto con figure, numeri, nomi di pianeti, di
giorni della settimana, degli angeli e dei demoni;
1. dx stessa fonte del n 1 sx, le sette lettere che non fanno parte della Fatiha;
2. dx lettere dell'alfabeto arabo isolate e per questo di pi alto valore magico; formano uno
dei 99 nomi di Allah, Al-Muqtadir (il Potente);
3. dx come n2 dx, formano i nomi al-Raqib (il Guardiano) e di nuovo al-Muqtadir (il
Potente).
(Carboni, S. 1986, pp. 105-106)
Fig. 3: Amuleto. Semplice quadrato magico: la somma delle righe orizzontali, verticali e
diagonali d sempre come risultato il numero 15. (Carboni, S. 1986, p 107)
30
I talismani sono quindi il mezzo meglio conosciuto per combattere i inn.
Iconograficamente essi sono rappresentati come esseri mostruosi o come
animali quali il serpente, lo scorpione, il cammello, il cavallo e il piccione. Un
codice risalente al XIV secolo calligrafato e dipinto a Baghdad
14
riporta una
serie di miniature raffiguranti demoni dai caratteri antropomorfizzati, pi
tendenti al reale che al fantastico, proprio a sottolineare la loro presenza
concreta sulla terra (vedi fig. 1, p. 29). Tra di essi ci sono anche alcuni inn
riconducibili secondo le consuetudini a determinate malattie: Kabus,
l'Incubo, Tab ah, jinn che colpisce le partorienti, Hum, la Febbre.
Queste miniature, oltre a raffigurare un possibile aspetto dei inn, sono essi
stessi amuleti, anche se la loro presenza pi limitata rispetto ad altri tipi.
Largamente pi diffusi sono i simboli, le lettere e i numeri, oltre che le gi
nominate sure 113 e 114, la Fatiha e la basmala, che vengono quindi non solo
recitate ma anche messe per iscritto, a cui si aggiungono anche il nome di Allah
e i suoi novantanove nomi.
Tra i simboli predominano quelli che rappresentano la natura (il sole, la
luna, ecc.) mentre per quanto riguarda le lettere si trovano, oltre ai caratteri
arabi, i simboli della scrittura ebraica ed egizia (vedi fig. 2, p. 30). I costruttori
di talismani attribuiscono alle ventotto lettere dell'alfabeto arabo molti
significati simbolici, che arricchiscono e potenziano il talismano stesso. La
simia (Ibn Khaldun, 1977, p. 48), nome dato a questa branca dell'arte magica
15
,
attribuisce ad ogni lettera un potere speciale determinato dal numero
associatole. Ognuna delle ventotto ha infatti un valore numerico che va dall'1 al
9, dal 10 al 90 e dal 100 al 1000. Se in una parola si sostituisce ogni lettera con
il suo numero corrispondente e se ne sommano gli addendi, si ottiene il numero
14 Il Kitab al-Bulhan (ms. Or. 133) posseduto attualmente dalla Bodleian Library di Oxford
un codice che contiene trattati astrologici, magici e divinatori. Dipinto e calligrafato negli
ultimi anni del XIV secolo a Baghdad, presenta un centinaio di miniature, tra cui il re dei
inn, che possono essere considerate veri e propri talismani, vista la presenza di formule
scritte sulle stesse miniature (Carboni, S. 1986, p. 97)
15 Le scienze occulte furono classificate come le cinque scienze: kimiyah (alchimia), limiyah
(magia), himiyah (sottomissione), simiyah (produzione delle apparizioni) e rimiyah (giochi
e scherzi). Le prime lettere delle cinque parole formano le due parole kulluhu sirr, che
significano sono tutte un segreto (Carboni, S. 1986, p. 103).
31
complessivo che ha un grandissimo potere magico (vedi fig. 3, p. 30). Alcuni
numeri in particolare hanno un valore pi potente e sono l'1, che rappresenta
Dio, il 2 citato nel Corano, il 4, numero molto presente in natura (le stagioni,
gli elementi, ecc.) e legato alla forma quadrata obbligatoria dell'amuleto, il 7,
numero delle cose create da Dio (i cieli e le terre, i profeti, ecc.). Le lettere
vengono inoltre suddivise secondo i quattro elementi in quattro gruppi
corrispondenti: lettere di fuoco, d'aria, d'acqua e di terra. Seguendo un ordine
di tipo alfabetico, si attribuisce l'alif al fuoco, la ba all'aria, la im all'acqua, la
dal alla terra, e proseguendo a ripetizione per tutte le altre lettere. Particolari
virt contro le malattie fredde hanno le lettere di fuoco, mentre contro quelle
calde le lettere d'acqua (Carboni, S., 1986, pp. 106-107).
Tutti questi amuleti vengono spesso incisi su oggetti di metallo oppure
scritti su pezzi di carta e poi nascosti in piccoli scrigni degli stessi. Il lavoro
minuzioso e l'uso di materiali di pregio rende questi oggetti veri e propri
gioielli, che come tali vengono indossati dalle donne. Sono perlopi fatti
d'argento ma da cinquant'anni a questa parte si sviluppato maggiormente l'uso
dell'oro. Su questi oggetti chiamati hiab (vedi fig. 4-7, pp. 35-36) vengono
incisi i diversi tipi di amuleti secondo varie tecniche di lavorazione del metallo:
spianatura: l'argento viene battuto fino ad ottenerne dei fogli;
successivamente viene tagliato nella forma voluta;
a sbalzo: un foglio d'argento viene modellato in stampi; il disegno
appare in rilievo sul rovescio del foglio;
filigrana: un filo metallico viene intrecciato e saldato in diversi motivi;
usata perlopi per formare ciondoli;
granitura: piccoli granuli d'argento vengono saldati a formare grappoli;
spesso combinata alla filigrana;
colata di sabbia: due armature di metallo pressano uno stampo di sabbia
fine precedentemente mischiata nell'acqua con allume, sale e zucchero
cos da riuscire a mantenere esattamente la forma impressa anche
quando staccata dal modello;
32
smaltatura: lo smalto viene messo nelle incisioni dell'oggetto d'argento,
poi sciolto e limato.
(Weir, S. 1976, pp.66-67)
Molto spesso vengono incastonate pietre ad abbellire il gioiello ma anche a
dargli un ulteriore potere: per esempio alla pietra blu si attribuisce la facolt di
proteggere dal maligno, alla rossa quella di assicurare buona salute e alla
bianca stone quella di assicurare abbondanza di latte alle neo-mamme.

() le vecchie rovine sono il nascondiglio preferito dei inn, che col vivono in forma
di lunghi serpenti o entrano nei corpi dei serpenti dimorandovi in permanenza. Chiunque
uccida uno di questi animali in simili posti si rende nemici i demoni.
(Canova, G., 1990, p. 200 tratto da Musil, Manners pp. 414-415)
Particolare riguardo rivolto a serpenti e scorpioni, animali legati ai demoni, i
quali spesso si trasmutano nelle loro sembianze e che vanno quindi domati
tramite l'uso di specifici talismani. una credenza radicata che i serpenti
provino sentimenti umani, come la vendetta. per questo motivo che si
osserva un rito particolare nella sepoltura dell'animale in quanto il suo veleno
letale anche quando morto e la paura che il demone torni a vendicarsi
molta. Tra i rimedi di medicina tradizionale non manca mai un riferimento su
come tenere lontani questi animali pericolosi e su come curarne il morso. Per
proteggersi da un eventuale sfortunato incontro, vengono usati talismani in cui
se ne rappresenta la forma insieme a lettere, numeri e simboli magici. Le madri
li confezionano per i figli e li attaccano ai loro vestiti, ma nel caso in cui
vengano morsi, l'unica possibilit, per quanto riguarda la medicina tradizionale,
rimangono le formule orali di scongiuro associate all'uso di semplici elementi
quali l'acqua e il sale e le pietre magiche. Avvolti dal tintinnio di gioielli, che
serve a tenere sveglia la persona, i guaritori recitano le sure protettrici
servendosi di pietre dalle magiche virt come la sulaymniyya (occhio di
gatto), la pietra aquilina, la cornalina e l'onice. Contemporaneamente possono
33
giovare il malato con il loro potere attraverso la saliva e spargere il sale sulla
ferita, che condensa e scioglie il veleno, poi succhiato da un parente (Canova,
G., 1991, 232). Questo uno dei molti rimedi esistenti ma sicuramente tutti
sono accumunati dall'uso della magia. L'impiego della fitoterapia invece
meno diffuso per il difficile reperimento delle piante necessarie, come l'aglio
serpentino, la genziana e l'asa foetida ma, come gi notato, queste pratiche
pseudo-mediche e quelle magiche sono oggi l'alternativa tradizionale per
curarsi.
34
Fig. 4: Tipi di amuleto. A sinistra: rosetta d'argento con monete. A destra: dente di animale
incastonato su argento. (Weil, S., 1976. p. 62).
Fig. 5: Tipi di amuleto dalla forma a pesce con monete fatti secondo la tecnica a
smaltatura (Weil, S., 1976, p. 65)
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Fig. 6: Tipi di amuleto. A sinistra: Pietra rossa con calligrafie, pendenti d'argento e monete.
Al centro: Ceramica blu con pendenti d'argento. A destra: pietra marrone, forse ambra, con
incisioni, monete e una figura raffigurante una rana. (Weil, S., 1976, p. 61).
Fig. 7: Tipo di amuleto in argento con inscritto il nome di Allah a cui sono attaccate due
scatolette tubolari d'argento, che possono conteneri formule magiche (Weil, S., 1976, p.
62).
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5. Il racconto La vendetta del chinino
In bilico tra scienza e magia anche il racconto qui tradotto La vendetta
del chinino. Al-'Uayli racconta la storia di due amici per la pelle: Hafiz e
Sharaf ad-Din. Il primo dei due tradisce il secondo che, non riuscendo a
sopportare la separazione, impazzisce. Ma l'amico meschino pagher a distanza
di molti anni per la sua cattiveria; ma sar solo una coincidenza che impazzir
anche lui e per la stessa ragione con cui aveva tradito l'amico? Durante il
racconto, al-'Uayli ci svela uno alla volta i pezzi di questo puzzle, che diventa
sempre pi strano nel suo proseguire. La domanda se credere o meno a quella
strana coincidenza: che cosa ha fatto s che quell'evento si ripetesse?
La storia dei due amici prende forma dallo scambio di ricordi che a turno
al-'Uayli e la sua amica ritrovata Lutfiyya (o Nawal) si raccontano al tavolino
di un locale a Beirut. Cos il dottore recupera i momenti dei suoi studi a
Damasco, dove aveva incontrato e frequentato i due amici. Poi la volta di
Lutfiyya che completa con il suo racconto l'arco di tempo in cui il dottore li
aveva persi di vista; e infine nuovamente Al-Uayli che svela le ultimissime
novit all'amica. In questo viaggio tra passato e presente, si scopre la storia
che, inizialmente un po' bizzarra, mostra sempre pi i suoi elementi pi oscuri.
La storia articolata su tre piani temporali: l'epoca pi lontana, che
corrisponde al tempo degli studi di medicina a Damasco e dei primi anni di
svolgimento della professione nelle campagne di Raqqa, il passato recente
della conversazione tra al-'Uayli e Lutfiyya a Beirut e la narrazione in prima
persona dell'autore, presumibilmente scritta a Raqqa, in cui ci confida i suoi
pensieri e ci guida nella lettura dei fatti. Per quanto riguarda lo spazio della
narrazione, la descrizione dei luoghi dove si svolgono le vicende non trova
grande spazio: sono infatti, in questo caso, solo i personaggi e le loro azioni
che creano uno sfondo spaziale alla narrazione.
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I personaggi sono descritti con quella vivacit caratteristica di al-'Uayli.
Attraverso le sue parole essi si vedono proprio l davanti ai nostri occhi
mentre si scorrono le frasi, emergono tramite quel suo potere immaginifico
muovendosi tra i luoghi e i fatti che vengono progressivamente raccontati. Cos
accade in questo racconto con Lutfiyya (o Nawal), la ballerina del locale di
Beirut:
() invece la terza mi fiss a lungo, poi mosse il suo grande corpo dirigendosi verso
di me. Mentre giravo su me stesso per scendere la scala, sentii il mio nome. Mi voltai e
all'improvviso questa ballerina mi chiam col mio nome, con il nome con cui mi chiamano
i miei veri amici: Abdu!
Guardai il suo viso rotondo i cui tratti erano nascosti da macchie di bianco e rosso,
mentre i miei occhi incontrarono i suoi e ne riconobbi lo sguardo. Gridai: Lutfiyya!
(Al-'Uayli, La soluzione di chinino, qui tradotto)
Il racconto, seppur di poche pagine, ricco di tutti gli elementi di un romanzo.
Infatti la scelta di al-'Uayli di dedicarsi alla scrittura di un genere
caratterizzato dalla brevit, non fa s che il lettore provi un senso di mancanza
nella lettura della storia. In poche pagine egli riesce a dare vita a personaggi e
situazioni avvincenti e compiuti. Il tutto con un ritmo costante, come un treno
in corsa regolare che non si ferma dalla partenza fino alla destinazione finale,
ritmo che alterna descrizioni mediche a momenti pi divertenti.
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Traduzione del racconto
La vendetta del chinino
Il dottor Abdullah mi ha raccontato:
A Beirut, nella piazza della Torre e sotto l'Al-Bahsali, c'era un casino modesto
al cui balcone era stata appesa un'insegna su cui era scritto Bar Lucy in
caratteri arabi, francesi e armeni. Una notte in cui arrivai tardi a Beirut, mi
attirarono gli schiamazzi di quel casino che durante il giorno e l'inizio della
notte si riempiva del rumore delle macchine e delle grida dei venditori di
giornali e di biglietti della lotteria. Poi lentamente salii la scala, fin dove il
trambusto penetrava la tenda posta sulla porta socchiusa; successivamente quel
baccano si muoveva verso la strada in una mescolanza dove non si
distinguevano pi i litigi degli ubriachi dal cembalo delle ballerine o dal
ritornello del cantante.
Prima non vi ho detto del mio piacere particolare a vagabondare tra quei casino
da poco ogni volta che mi fermo in una citt durante i miei viaggi, che per
fortuna sono molti. Infatti mi piace molto stare un po' di tempo durante la notte
alle loro porte cos da abbracciare con lo sguardo il tipo di locale e conoscere la
categoria dei clienti. Poi passo a considerare il teatro di cui mi piacciono in
modo particolare gli orchestrali. Non credo che nessuno di voi abbia guardato
un orchestrante come faccio io n abbia osservato i loro straordinari
movimenti. Io invece trovo piacere e diletto nel seguire i movimenti di tutti i
musicisti e i cambiamenti delle loro sembianze e il modo di scuotere la testa
dei musicisti sopra i loro strumenti, dal suonatore di liuto che abbraccia il suo
liuto chinandosi su di lui, quello del kanun
16
che tende il collo seguendo il
suono delle corde, e colui che batteva sul tamburo, oh quel percussore di
tamburo, la cui testa tremava a destra e a sinistra con il ritmo. Tutti questi
movimenti formano un'unit il cui effetto sulla vista non minore di quello
sull'udito di un brano musicale sia che il brano sia in onore di Tetius o una
composizione antica senza inizio n fine.
16 Tipo di strumento musicale a corda (N.d.T.)
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Ma che ci importa di tutto questo.
Mi pare che vi stessi dicendo che quella notte salii la scala verso il bar Lucy e
mi fermai alla porta gettando come di solito uno sguardo nella sala. I clienti del
bar erano sparsi da tutte le parti, per non erano tanti da occupare tutte le
ragazze presenti.
Tre di loro rimasero insieme vicino alla porta a fissare le persone le quali
tremanti per l'ubriachezza non smettevano di vomitare. Quando mi fermai alla
porta, allungarono gli occhi su di me e per due di loro non sembrai la preda che
volevano. Invece la terza mi fiss a lungo, poi mosse il suo grande corpo
dirigendosi verso di me. Mentre giravo su me stesso per scendere la scala,
sentii il mio nome. Mi voltai e all'improvviso questa ballerina mi chiam col
mio nome, con il nome con cui mi chiamano i miei veri amici: Abdu!
Guardai il suo viso rotondo i cui tratti erano nascosti da macchie di bianco e
rosso, mentre i miei occhi incontrarono i suoi e ne riconobbi lo sguardo.
Gridai: Lutfiyya!
Disse: S, Lutfiyya, maledetto, dove scappi, accomodati!. Mi accomodai,
guardingo la seguii verso un tavolino in un angolo del bar.
Disse: Prima di tutto mi chiamo Nawal.
Dissi: Piacere.
Disse: Cosa beviamo?
Dissi: Tu una birra e io un caff.
E mentre la guardavo per scoprire nella Nawal del bar Lucy i lineamenti della
Lutfiyya del passato a Damasco, lei cominci a farmi domande riguardo ai
nostri amici e in particolare Hafiz e la informai che aveva tentato di suicidarsi
tre mesi prima. Il sorso di birra si ferm improvvisamente nella sua gola e dopo
averlo inghiottito a fatica, disse: cos?.
Dissi: cos.
Batt le mani e cominci a raccontarmi l'anello mancante di una storia strana,
resa ancora pi strana dal fatto che vi avevano a che fare membri dell'ambiente
scientifico senza dubbio per il realismo lontanissimi dalle fantasia e dalle
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illusioni. Qualunque sia la spiegazione vera di questa storia strana, merita che
racconti lasciando le vicende parlare da s.
Il dottor Abdullah stette in silenzio un istante mentre spegneva un mozzicone
nel posacenere davanti a lui. Poi cominci:
Tutti i miei colleghi alla facolt di medicina conoscono quei due studenti di
buona famiglia. Hafiz e Sharaf ad-Din: li chiamavamo la coppia o Al-
Mankush e Al-Manfush, allusioni ai segni del vaiolo sul viso di Hafiz e alla
quantit di capelli sulla testa di Sharaf ad-Din. Quanto a me, mi distinguevo dai
miei colleghi, se possiamo chiamarla distinzione, perch conoscevo le vicende
della coppia e il loro carattere come nessun altro. Infatti ero loro compagno dai
giorni della scuola media. Le loro vicende mi avevano seguito nella mia
lontana citt dopo che mi ero laureato all'universit. Loro due si erano trovati
come Shin e Tabaka dalla loro fanciullezza!
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Quando il professore si era arrabbiato con uno dei due, colpiva l'altro e se l'uno
era scarso in storia l'altro lo era di geografia.
Bocciarono insieme molte volte e passarono gli esami insieme. La cosa
principale in cui si distinguevano era una stupidit di idee che spingeva l'uno,
Hafiz, alla cattiveria e l'altro, Sharaf ad-Din, alla bont di cuore.
Erano rivali come il secondo gemello che spinge fuori il primo.
Quando vennero a studiare medicina, e per forza vennero insieme a studiare
una stessa materia, la loro amicizia si intensific come si intensific la loro
competizione.
Si spostavano insieme da casa a casa trascinando dietro di loro vari tipi di
problemi causati dalla loro stupidit e dalla loro ricerca di avventure
sentimentali nei modi dettati dalla loro doppia stupidit. Litigavano per
questioni grandi e piccole in modo che avresti pensato demolisse la loro vita
comune. Ma la cosa finiva regolarmente in modo diverso.
Quando, per esempio, si litigarono un femore su cui studiavano l'anatomia, la
faccenda fin con la rottura dell'osso anche se non era loro. Oppure quando
17 Coppia entrata a far parte di un modo di dire per alludere a un'unione duratura (N.d.T.)
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ebbero dei diverbi sulla loro abitazione, la faccenda fin con la rottura
dell'arredamento della stanza e la distruzione della casa della povera
proprietaria.
O ancora, se erano rivali in amore per una ragazza del vicinato, la faccenda
finiva con uno scandalo nei confronti della ragazza davanti alla gente o in un
posto pubblico, mentre la loro vita comune tornava dopo tutto ci al suo
andamento iniziale senza che subisse un cambiamento o una variazione.
E cos andarono avanti per i quattro anni dei loro studi all'universit, senza che
nessuna circostanza n incidente riuscisse a rompere questa loro strana
bizzarra. Alla fine conobbero Lutfiyya. A quel tempo era docile e ingenua. Li
am in coppia come li trov e sopport la loro stupidit come un dono profuso
da loro. Allora, era cos compiacente e dolce di carattere da non permettere alla
loro rivalit di prendere spunto da lei per scoppiare. Improvvisamente il legame
si spezz e la coppia si separ alla fine del quarto anno. Questo accadde
quando Hafiz super l'esame finale mentre il suo amico Sharaf ad-Din bocci
con tutta semplicit.
Voi non siete stati come me studenti di medicina, per io qui vi racconter
come bocci Sharaf ad-Din. Infatti mi apparve chiaro quella notte al bar Lucy
che era una cosa importante. L'esaminatore fece a Sharaf ad-Din una domanda
la cui risposta il motivo che ha permesso a questa storia di emergere al
mondo dell'esistenza.
L'esaminatore fece a Sharaf ad-Din la domanda seguente: Davanti a te ci sono
due soluzioni di chinino
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. La prima esposta ad una polvere inquinata di
microbi da quarantotto ore e l'altra da cinque minuti. Sei costretto a iniettare
una delle due al tuo paziente colpito da malaria cos come prima di poterla
sterilizzare con il calore. Quindi quale tra le due scegli?
Quanto alla risposta di Sharaf Ad-Din era quella sbagliata, dal momento che
prefer appunto la seconda soluzione che non era stata inquinata dalla polvere
18 Il chinino un alcoloide naturale avente propriet antipiretiche, antimalariche e analgesiche
(N.d.T.).
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se non da cinque minuti. Non cap mai quello che l'esaminatore, un vecchio e
rimbambito alle porte della pensione, intendeva richiamando l'attenzione sul
fatto che la soluzione del chinino letale in s per i microbi quando vi
rimangono un determinato periodo di tempo. Perci la soluzione che era stata
esposta una settimana alla polvere carica di microbi si era sterilizzata e
disinfettata in questo tempo mentre l'altra non aveva avuto il tempo sufficiente.
Comunque sia, Sharaf ad-Din bocci e la coppia si trov dopo questa
bocciatura nello stato di quel poeta antico quando disse:
Quando ci separammo fu come se io e Malik non fossimo rimasti insieme una
sola notte.
Sharaf ad-Din non torn da Hafiz e Hafiz rinunci a lui. Il giorno della
bocciatura fu un bivio che separ l'infelice coppia e ognuno di loro and per la
sua strada.
Quanto a Hafiz il butterato, si fece luce a quel punto la sua bassezza, nascosta
dalla stupidit. Si comport come se lui non avesse mai conosciuto il suo
compagno e non avesse condiviso con lui la casa o fosse stato suo compare nel
bene e nel male. La sua situazione si stabilizz e Lutfiyya rimase con lui in
quanto non poteva stare insieme allo stesso tempo con l'infelice coppia che si
era divisa, in un quartiere lontano, passando accanto a Sharaf ad-Din lo
sguardo. Hafiz ricordava il nome del suo vecchio amico e si burlava di lui
facendo finta di compiangerlo. Quando si trovavano insieme in una stanza
dell'ospedale o si incontravano a fianco del letto di un malato, lo trattava
mostrando la sua precedenza come se gli dicesse:
Allontanati, tu sei uno studente ritardato. Non mi raggiungi nemmeno la suola
della scarpa. Quanto a Sharaf ad-Din si ripieg su s stesso dopo
quell'avvenimento, come se si sentisse manchevole e umiliato. Cos, nei giorni
che seguirono il fatto, inizi a ruminare il dolore tra s e s e a trascinare le sue
ansie da solo con incerti passi.
L'esser caduto nella trappola dell'esaminatore con quella facilit e l'esser
bocciato per la risposta sbagliata a quella semplice domanda erano la causa di
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un'ansiet per s stesso. Di conseguenza inizi a sentire di non meritare quella
sventura che si era abbattuta su di lui e a sentire di essere perseguitato. Lo
perseguitavano i suoi insegnanti, i suoi compagni e il mondo intero. Questo suo
sentimento si ingrand a tal punto che la sua anima non sopport pi. Perci
inizi a effondere lamentele con i compagni che gli erano intorno e
esprimendole a voce alta davanti ai professori e nelle stanze dell'ospedale. I
lamenti divennero parolacce, insulti e aggressivit. Quando i professori, gli
studenti e gli infermieri si accorsero che questo studente al quinto anno della
facolt di medicina era confuso e che il modo di pensare stava deviando dal
bene, giudicarono che lui fosse matto, Sharaf Ad-Din divenne matto!
Per ogni cosa c' una fine. La fine dei nostri studi di medicina arriv alla fine
del settimo anno. La vita era piena in tutti i suoi lati. Lasciammo Sharaf ad-Din
al manicomio nella periferia di Damasco mentre noi amici ci spargemmo ai
quattro angoli della terra, come Yusuf che si stabil in Brasile o Rafik che
lavora nel Nad; io sono tornato alla mia piccola citt gettata ai confini del
deserto. Immaginate quanto fu straordinario, dopo essere stato tagliato fuori dal
mondo nel mio ambulatorio per tre anni, l'arrivo della notizia che il dottor
Hafiz era stato nominato medico al villaggio di Tall che dipendeva dalla mia
citt, pur essendo abbastanza lontano. Hafiz non era un caro amico per me e
non era tra chi mi era vicino. Per ogni ricordo che mi riporta ai dolci anni
dello studio caro al mio cuore. Per questo ero in cerca di notizie di Hafiz e
aspettavo il suo arrivo presso di me e lo raccomandavo da lontano alla gente.
Infatti consideravo tutto quel deserto, dove le grandi distanze sono viste come
cose usuali, lo consideravo come casa mia e quelli che vi erano e che
conoscevo come miei ospiti. Mi arrivavano notizie poco soddisfacenti e
cercavo di scusarlo per il suo carattere. Tra i suoi pazienti, venivano da me
alcuni che si lamentavano della sua competenza e consideravo ci come errori
da principianti. Mi tranquillizzava il fatto che la zona del suo lavoro non
necessitava di molte conoscenze o grande esperienza. Quella era un'area
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fangosa dove si era acclimata la malaria. L non c'era malato che non
lamentasse gli attacchi di febbre ricorrente e l'ingrossamento della milza. Essa
era il paradiso del medico alle prime armi poich il lavoro era molto e le
possibilit di sbagliare poche.
Tuttavia il primo incontro tra me e Hafiz in quei giorni non fu niente di cui
rallegrarsi. Infatti si sparsero presso di noi le notizie che a Tall, in cui era
medico, c'era una malattia strana per la quale chi ne veniva colpito si gonfiava
nel fondoschiena che colpiva il paziente sul fondoschiena e poi tutta la pelle
del dorso diventava rossa e si ulcerava. Chi veniva colpito moriva il giorno
stesso o il giorno dopo. Arriv poi la notizia che tutti quelli colpiti da questa
malattia erano stati curati la settimana prima o pi per malaria dal medico del
villaggio, che aveva fatto loro un'iniezione di chinino. Poi mi arriv la notizia
che sette delle persone del villaggio e dei dintorni erano morte per questa
malattia e che la vita del dottor Hafiz era in pericolo perch i parenti dei morti
cominciavano a cospirare contro di lui. Cos Hafiz venne da me disperato e
smarrito con uno di quelli colpiti da questa malattia che ancora era in vita. Era
davvero una malattia bizzarra. Il gonfiore era nel punto dove il dottore aveva
inserito l'ago nella coscia del malato dieci giorni prima, cosa che faceva
sospettare che l'eruzione cutanea fosse stata causata dall'ago non disinfettato.
Voi non siete medici per cui tento di dirvi che quel gonfiore non era
un'eruzione cutanea comune, di quelle provocate da un'iniezione di chinino non
sterile. Quel tipo di eruzione cutanea non si manifestava all'improvviso in una
sola notte e non uccideva il malato nella notte stessa e non... Vi abbrevio la
cosa dicendovi che avevo dei dubbi sulla la faccenda la cui verit mi sarebbe
diventata chiara in seguito, nonostante un chirurgo della citt, presso il quale
mandammo il paesano malato, ci mand un referto in cui sosteneva che la
faccenda non era nient'altro che un brutto attacco di malaria. Tornando a Hafiz,
dico che lui provava un'indubbia consapevolezza che quelli che erano morti
erano morti per un suo errore, anche se nascondeva quel sentimento in fondo a
se stesso. Gli consigliai di tornare al suo paese e di rimanerci fino a che i suoi
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nervi si fossero distesi e la confusione intorno a lui si fosse calmata. Tentammo
di farlo trasferire da quel paese. Cos fece. Stette assente quindici giorni poi
una sera torn da me mentre andava a Tall. Mi sembr che i giorni di assenza
avessero calmato il suo turbamento ma anche che gli avessero fatto sfiorire il
viso e conferito assenza di spirito. La strada tra noi e Tall non sempre
percorribile e infatti dovette passare la notte da me. Rimasi sveglio con lui al
caff in quella notte senza sonno, interrotta dalle stranezze che faceva. Ogni
quarto d'ora mi chiedeva con voce debole di uscire con lui dal caff per
confidarmi qualcosa. Io lo facevo ma non si confidava se non con parole
sconnesse, tremanti, con cui mi chiedeva il mio parere sulla sua storia e se era
condannabile per lo Stato presso cui era un impiegato e se... e se... Lo
tranquillizzavo e si calmava, o sembrava essersi calmato e poi non tardava a
tornare al suo comportamento ancora pi insistente.
A dire la verit vi dico che la sua storia mi allarm e mi infastid e considerai
l'idea di portarlo a dormire a casa. Ma se queste preoccupazioni continuarono a
riempirgli l'animo con il locale affollato e pieno di luci cosa sarebbe successo
nella calma della notte quando ilbuio avesse dominato? Non avrebbe lasciato
che mi posassi sul cuscino. Perci accettai la prima scusa quando gli proposi di
passare la notte da me e lo accompagnai all'albergo della citt e lo lasciai l
dopo averlo raccomandato al proprietario. Poi tornai a casa. Tuttavia ci non
bast. Infatti mi svegliai alla fine della notte al battere continuo alla porta; cos
uscii. Ed ecco che a battere era il dottor Hafiz che era venuto da me in pigiama.
Tremava, pur essendo estate, e quando mi mostrai mi salt addosso
attaccandosi ai miei vestiti. Sentii i suoi denti digrignare e il suo respiro
affrettarsi. Lo feci entrare in casa velocemente mentre lo rassicuravo con le mie
parole e dentro di me mi meravigliavo della sua storia. Inutilmente cercai di
interrogare quel viso impaurito alla luce della lampada nella mia stanza. I suoi
singhiozzi non lasciavano alle mie parole una strada verso le sue orecchie e le
sue parole sconnesse non avevano un significato che potessi capire. Lo
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sopportai fino a quando non si calm e i suoi pugni sulla mia manica si
rilassarono e la sua respirazione divenne regolare. Quindi seppi era stato sul
punto di morire nel suo letto quella notte colto da un attacco per il quale gli arti
si erano bloccati, il respiro si era fermato e il sangue si era ghiacciato nelle
vene. Era venuto da me scappando da questa crisi con la paura che ritornasse di
nuovo.
La notte era tranquilla. Non si sentiva n una voce n un lamento. La mia
famiglia, abituata ad essere disturbata dai malati sul finire della notte, torn a
dormire dopo che la ebbi rassicurata sulla persona che si era rifugiata da me.
Non c'era nessun altro se non io e Hafiz nella mia stanza. Lo fissavo alla luce
fioca della lampada e vedevo un'immagine di terrore insediarsi sul suo volto
butterato dal vaiolo insieme con il deperimento che avevo notato su di lui
quella sera.
Cos venni a conoscenza del suo segreto. Non c'era stato n un attacco n nulla
di simile. Era soltanto la sua paura nascosta nelle profondit di se stesso che si
rifletteva nelle sue membra con quelle sembianze fastidiose. Era, come ero io,
medico; infatti mi venne in mente che io potevo analizzare la sua psiche e
mostrare davanti suoi occhi i suoi segreti: quando fosse venuto a conoscere il
profondo di s stesso la sua malattia sarebbe scomparsa. Non avevo
sperimentato prima di quel giorno un metodo di psicanalisi Per ne conoscevo i
principi. Accorciai lo stoppino della lampada in modo che il buio si insediasse
nella stanza. Feci sdraiare Hafiz sul divano e rimasi dietro la sua testa a
interrogarlo e lui a rispondermi.
Ci che sentii da Hafiz in quella seduta fu molto. Credevo che l'audacia mi
mancasse, cos come l'esperienza, cos partii con la questione dei malati che
erano morti velocemente per una strana malattia e rimasi su quel fatto senza
scandagliare le profondit del suo animo.
Capii che sette o otto compaesani erano andati da lui una sera lamentando gli
eterni sintomi della malaria: tremori, febbre altissima e sudore. Insistevano in
ogni modo per farsi fare la puntura perch, come dicevano, volevano
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ritornare ai loro villaggi prima del tramonto della luna, e la luna tramontava
presto in quelle notti del mese. Hafiz disse: Avevo due bottiglie di soluzione
di chinino che mi mandava la direzione della sanit. Tutte e due contenevano
ci che bastava per cinquanta pazienti. Dubitavo che una delle due fosse
inquinata in quanto durante le pulizie della stanza l'uomo delle pulizie
dell'ambulatorio l'aveva lasciata aperta mentre spazzava la stanza da una
settimana a quella parte e io non avevo avuto l'occasione di sterilizzarla con la
bollitura. Quindi la lasciai da parte pensando di sterilizzarla quando avessi
avuto bisogno. La seconda era sterile cos la aprii per iniziare a dare una dose
al primo paziente quando sentii un pandemonio violento fuori dalla stanza.
Appoggiai la bottiglia e la misi aperta sulla finestra. Uscii per calmare il
trambusto di quelli che litigavano tra loro sulla porta dell'ambulatorio. Dopo
cinque minuti tornai e feci l'iniezione ai sette pazienti con la soluzione di
chinino della bottiglia che era rimasta aperta quei cinque minuti e quei sette
morirono nella settimana seguente, sicuramente li ho uccisi io....
Gli dissi, assumendo un tono autorevole per fissare i concetti nella debole
anima di Hafiz: Ascolta Hafiz, tu hai lasciato la bottiglia aperta alla finestra
della stanza e io conosco le stanze a Tall. Le pareti sono il rifugio dei ragni e la
polvere riempie le sue finestra. Ogni volta che un alito di vento soffia , la
sparge su tutto ci che c'. Forse qualcosa di quella polvere caduto nella
bottiglia durante la tua assenza. I sintomi dei tuoi pazienti non erano i sintomi
dei soliti ascessi, anzi erano i sintomi degli ascessi che noi chiamiamo
aggressivi mortali da cancrena, quelli i cui microbi si nascondono nelle fessure
delle finestre e nelle tane dei ragni. Questo significa che la colpa non tua;
una fatalit che ha voluto che avvenisse per mano tua, come poteva avvenire
per la mia o per quella del pi abile medico in questo paese. Hai capito cosa ho
detto? La colpa non tua.
Disse: Questo lo so. Per io dovevo sterilizzare la soluzione dopo che avevo
lasciato aperto per cinque minuti il suo contenitore in un posto sporco. Per ero
solo ed era sera e quindi non ne avevo voglia. Avrei potuto usare l'altra
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bottiglia se non fosse stata inquinata. Forse era pi pura, anzi senza dubbio era
pi pura rispetto a quella con cui feci l'iniezione a quei poveretti. Mi era
sfuggito che la soluzione del chinino possedesse una capacit....
Ricominci a singhiozzare con forza come se il ricordo di ci che era avvenuto
scatenasse un attacco. Il suo corpo si contrasse un'altra volta e mi sembr di
non riuscire a convincerlo della sua innocenza. Non potevo far altro che
sopportarlo fino a che spuntasse il giorno.
Quando sorse il sole si calm un po'; cos pensai che la cosa migliore da fare
per lui era di convocare la sua famiglia perch lo prendesse e provvedesse al
suo stato. Infatti era evidente che il suo isolarsi in s stesso e con i nervi tesi in
questo modo poteva farlo arrivare a punti disdicevoli. Lo presi con me
all'ambulatorio fintanto che mi arrivasse la risposta del telegramma che avevo
spedito a suo padre. Nell'ambulatorio accadde ci che temevo. Mentre mi stavo
dedicando ai miei pazienti, sentii le grida di un infermiere che mi convocava
nell'ufficio. Andai da lui ed ecco che Hafiz che, appoggiato alle pareti
nell'angolo della stanza, stava vomitando qualcosa di rosso. Mi precipitai verso
di lui sospettando che fosse sangue e cos notai al suo fianco una bottiglia
buttata per terra da cui colava un contenuto rosso. La bottiglia era piena di una
sostanza mischiata con l'acido fenico che noi usavamo nella colorazione dei
microbi prima di esaminarli al microscopio. Gli dissi: Cosa hai fatto Hafiz?.
Rispose: Non lo so. Ho visto la scritta, credevo fosse acido fenico cos l'ho
bevuto. Sono pazzo, sono pazzo....
Anche Hafiz era diventato matto e raggiunse il suo compagno all'ospedale dei
malati mentali. Tornarono insieme come una volta; erano divisi soltanto da
qualche parete, anzi forse oggi sono in una sola stanza o in una sola sala. Si
assomigliavano di nuovo e abbatterono tra loro tutte le barriere, anche la
barriera della ragione.
Fin qui la faccenda era solo delle stranezze delle coincidenze; pochissimi
avevano capito qualcosa a riguardo perch quei compagni che avevano
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conosciuto la misera coppia erano dispersi nei quattro angoli della terra. La
faccenda era una coincidenza bizzarra e cos l'avevo capita finch non entrai al
bar Lucy sul finire di quella notte. Lutfiyya o Nawal, chiamatela come volete,
dette a questa strana coincidenza un significato nuovo, da cui capii perch
quella sera la mia psicanalisi non era riuscita a calmare l'attacco di Hafiz.
Difatti il suo inconscio era composto da strati di cui non avevo sondato che
quello superficiale, lasciando gli altri nei recessi profondi dove si nascondeva il
nodo che ha portato via la mente di Hafiz, facendogli vedere che quelli morti
per il suo errore erano pi numerosi delle vittime di una coincidenza o di
destino sbagliato. Erano la spada della vendetta e il mezzo di una volont
premeditata.
Lutfiyya disse:
Dopo che Sharaf ad-Din non super l'anno seguii Hafiz e vissi con lui a casa
sua. Li amavo tutti e due di un amore unico ma Sharaf ad-Din si chiuse in se
stesso e si sent sconfitto di fronte al suo compagno. Io, amico mio, sono come
ogni donna: seguo l'uomo forte e sono chi tocca al vincitore. A quei tempi ero
inesperta e incapace di capire cosa c' dietro alle apparenze di ogni uomo.
Quando Hafiz mi ebbe solo per s, mi apparve la sua indole nascosta. Era
spregevole, amico mio, nella misura in cui Sharaf ad-Din era buono di cuore.
Vissi con lui un anno durante il quale conobbi la capacit dei miserabili,
spregevoli, di essere esperti a far male in molti modi alle loro vittime e di
nuocere a coloro che il destino mette in loro potere. Hafiz riusciva a riversare
solo su di me tutto ci che c'era di amarezza e veleno nel suo cuore ammalato
di vaiolo come il suo viso. Per Dio grande e vendicativo in quanto la fine di
Hafiz era di cadere nella malattia che gli aveva lanciato il suo amico.
Sapevi perch lasciai Hafiz e lo abbandonai definitivamente?
Dissi: Perch?
Disse: Sopportai la sofferenza di vivere con lui come nessun altro avrebbe
sopportato. Questo accadeva perch in quei giorni credevo di non avere nessun
altro riparo nel mondo all'infuori della sua protezione. Fino a che venne un
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giorno in cui soddisfatto di s stesso e soddisfatto di me, volle mostrarmi il mio
potere su di lui. Mi disse che lui per amore mio aveva sacrificato il suo grande
amico Sharaf ad-Din. Gli chiesi come e mi raccont che era con Sharaf ad-Din
il giorno dell'esame e che aveva studiato poco quanto lui. Quando fecero a
Sharaf ad-Din la domanda che non sapeva, si gir verso il suo compagno Hafiz
chiedendogli aiuto. Approfitt dell'occasione in cui il professore rimbambito si
distrasse e gli diede la risposta sbagliata di proposito con determinazione,
sperando che ci lo avrebbe portato a ripetere l'anno, per appropriarsi di me.
Disse cos. La domanda riguardava il rivestimento del chinino o i granelli del
chinino, non so, per so di sicuro che lui port fuori strada apposta il suo
povero amico buono di cuore. Che qualcuno mi accusi per aver abbandonato
quel cane miserabile!
Bevi il tuo caff amico mio e fai attenzione a non ubriacartici.
Lutfiyya o Nawal, chiamatela come volete, quella ballerina raccont la sua
storia al bar Lucy sotto l'al-Bahsali nella piazza della Torre.
Il dottor Abdallah prosegu dicendo che Lutfia sapeva che Dio vendicativo
quando vide che Hafiz cadde nella pazzia in cui Sharaf ad-Din era caduto a
causa sua. Per lei non ha capito i principi della vendetta di Dio come me.
Era vero ci di cui avevo convinto Hafiz e cio che la morte dei sette paesani
per mano sua era stato una cioncidenza? Se era una coincidenza allora quanto
era strano che fosse tra le regole al punto che essi morirono per lo errore stesso
con cui Hafiz aveva incastato il suo amico il giorno dell'esame. Lo aveva
condotto all'errore sul piano delle teorie e aveva sbagliato lui stesso su quello
della praticaa. Se questo e quello erano coincidenze, la pazzia di Hafiz non era
una coincidenza.
Essa non era altro se non il ritorno dell'eco della pazzia di Sharaf ad-Din. Forse
l'errore di Hafiz nello scegliere tra le due soluzioni non era che un ritorno
dell'eco dello sbaglio di Sharaf ad-Din! Chi la conosce, chi sa la verit riguardo
ai segreti dell'anima, coperti da mille e un velo.
Ogni volta che rifletto, amici, su questa strana storia come mi si chiarita nella
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sua forma finale, mi prende mal di testa. Infatti mi sembra che nelle pieghe
delle sue oscurit complesse fra rivolgimenti del destino e decisioni del caso ci
siano fili di un ordine logico preciso. Cos allungo la ricerca nella faccenda
riguardo alla causa e l'effetto, la premessa e il risultato quando sento la fatica.
Di certo ho rinunciato ad arrivare alla verit in questi avvenimenti bizzarri per
ve li racconto come li sono venuto a sapere e come li conosceva Lutfiyya,
curiosit tra le curiosit dei fatti e stranezza tra le meraviglie dei racconti in cui
c' un insegnamento per chi vuole imparare una filosofia e per chi desidera
darsi alla filosofia.
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Testo originale del racconto La vendetta del chinino
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