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IL FIGLIO

ANNO X NUMERO 137 DIRETTORE GIULIANO FERRARA SABATO 11 GIUGNO 2005 - 1


IL FOGLIOquotidiano
Copenaghen. I eri in Danimarca si sono in-
contrati i capi di governo del nord europeo
nella riunione periodica del Consiglio nor-
dico che comprende gli scandinavi (Dani-
marca, Svezia, Norvegia e I slanda) e la Fin-
landia allargata, per loccasione, alle tre
Repubbliche baltiche: Lituania, Lettonia ed
Estonia. Lordine del giorno dellincontro
stato monopolizzato dallemergenza europea
in vista del Consiglio di settimana prossi-
ma a Bruxelles e i temi pi discussi sono
stati lapprovazione del budget dellUnione
europea e il futuro della Costituzione.
I l paese ospite, la Danimarca, dovrebbe
tenere il proprio referendum di ratifica in
settembre. I sondaggi, favorevoli fino a due
settimane fa, hanno improvvisamente preso
una piega negativa sulla scia del voto fran-
cese e olandese. I eri il premier Anders Fo-
gh Rasmussen ha replicato seccamente al-
linvito a mantenere la data del referendum
rivoltogli dal cancelliere tedesco, Gerhard
Schrder, rivendicando che la decisione
spetta comunque al governo danese. E ha
confermato che, finch non si decider una
strategia collettiva per il futuro del pro-
cesso di ratifica, il suo governo non vuole an-
dare avanti con la campagna referendaria.
Da Copenaghen cala quindi un vento freddo
verso Parigi, dove ieri J acques Chirac e
Schrder hanno ribadito la necessit di an-
dare avanti con le ratifiche. Non una sor-
presa, per: gli elettori danesi respinsero gi
il Trattato di Maastricht nel 1992(per poi ap-
provarlo lanno seguente).
La stessa tensione antieuropea ha conta-
giato anche la Svezia, dove la ratifica par-
lamentare, ma le richieste di referendum
degli euroscettici di sinistra, soprattutto
si fanno sempre pi forti. Diversa , invece,
la situazione non soltanto in Finlandia il
pi pro europeo dei paesi nordici e lunico
membro di Eurolandia ma anche nei pic-
coli paesi baltici. La Lituania stata la pri-
ma in Europa a ratificare la Costituzione,
nel novembre 2004. La Lettonia lo ha fatto
allindomani del no olandese, quasi a sot-
tolineare che il processo poteva continuare.
E lEstonia ormai in dirittura darrivo.
Molto del futuro dellUnione dipende an-
che e soprattutto dallapprovazione del bud-
get. Per ragioni diverse ma convergenti, tut-
ti i paesi dellalleanza del nord sono dac-
cordo nel chiedere la riduzione, se non la fi-
ne, del cosiddetto rebate britannico, come
ha ricordato ieri il primo ministro svedese
Goran Persson. Danimarca e Svezia sono
contributori netti al bilancio attuale versa-
no pi di quanto ricevono e vogliono ri-
durre la loro quota, mal sopportando la con-
dizione privilegiata di Londra. I paesi balti-
ci sono nuovi membri e si aspettano pi ge-
nerosit da parte dei vecchi. Nessuno di lo-
ro intende schierarsi con Chirac anzi, sa-
rebbero tutti lieti di vedere ridotta anche la
spesa agricola ma Tony Blair non potr
contare su molti alleati se vorr continuare
a difendere a oltranza il rebate.
Il modelloscandinavostudiatoaParigi
I magnifici otto del nordest europeo aspi-
rano forse anche a creare un piccolo club
regionale capace di farsi ascoltare nei di-
battiti europei. Le affinit interne esistono,
storiche e culturali. Con leccezione della
cattolica Lituania i nordici sono tutti lutera-
ni, parlano lingue di ceppo simile fino a
qualche anno fa, nel
Consiglio nordico,
ciascuno parlava la
propria lingua senza
bisogno di traduzio-
ne sono basati su
economie di mercato
aperte. Fino al suo
ingresso nellUe nel
2004, lEstonia non
applicava tariffe do-
ganali. La Finlandia
Nokialand e del-
la globalizzazione ha
fatto un imperativo.
Questa attenzione al
mercato non ha im-
pedito a Danimarca
e Finlandia, ma soprattutto alla Svezia (e al-
la Norvegia ricca di petrolio e fuori dallUe)
di mantenere avanzati e generosi sistemi di
welfare. I paesi nordici (i baltici sono in una
situazione diversa, dato che facevano parte
dellUnione sovietica) hanno proprio questo
di peculiare: associano grande apertura ai
mercati mondiali e alti livelli di investimen-
ti diretti allestero con unimposizione fisca-
le elevata e una forte protezione sociale.
Uniscono insomma aspetti del modello
anglosassone e aspetti di quello renano, an-
che se il welfare nordico universalistico,
cio un diritto eguale di tutti i cittadini in
quanto tali, non differenziato a seconda dei
gruppi professionali o dellappartenenza al
settore pubblico o privato. Le loro economie
vanno piuttosto bene oggi, dopo aver cono-
sciuto qualche difficolt nel decennio scor-
so. Che sia proprio questo il vero contributo
che possono dare allEuropa di oggi? I n
Francia, pare, hanno cominciato a studiarlo
seriamente, il modello scandinavo.
Pi su di Chirac e Schrder
Un po litiga e un po vara
progetti, cos lAlleanza
del nord tratta lEuropa
I leader scandinavi e baltici si ritrovano
a Copenaghen per cercare una via
comune alla rifondazione dellUnione
Avviso svedese a Blair
Sul sito di An ci si divide fra
chi rinnega il rinnegato e chi
difende il capo con le palle
Il popolo di Fini
Roma. C chi scrive: Onore a Gianfran-
co Fini!!!. C chi ribatte: Che senso ha sta-
re in un partito il cui leader stravolge i va-
lori di riferimento su cui si fonda? Ma che
sta succedendo. O anche: Ciao a tutti, so-
no Luca, un ragazzo di 22anni, e scrivo per
dare il mio completo sostegno al leader di
An Gianfranco Fini, perch inconcepibile
in politica lastensionismo. Oppure: S, an-
chio suggerisco di andare al mare o anche
in montagna. I n pi, allonorevole Fini sug-
gerirei di andare a fare una bella immer-
sione. Tra il tiro al capo in corso al vertice
del partito, e lelogio a tutta pagina del capo
praticato dal Secolo dI talia, c la via di
mezzo del forum, sul sito ufficiale di An. Do-
ve iscritti e militanti si sfogano, si indigna-
no, si infuriano, ma spesso offrono anche il
petto alla causa del vicepremier, dato che
F ini ha tolto la Destra I taliana dallorlo
dellabisso della Gotterdammerung in cui
si era infilata nel convegno di Castelnuovo
di Verona del 1943-44, processo che ha co-
me obiettivo il superamento della condizio-
ne umana. Ma non si tratta solo dellimma-
ne compito. La posizione
del leader sui referendum
di domani ha spiazzato
molti sostenitori, ma a scor-
rere le centinaia di e-mail
molti altri ne ha trovati.
Qualcuno si sorprende:
Non ce lo aspettavamo
questo colpo gobbo, speria-
mo che convinca i suoi
esponenti di partito. Qual-
cuno si risente: I l mio voto
ad An fino a oggi si basa-
to sulla stima della persona F ini, che mi
sembrava, tra tutti, quello con pi alto valo-
re morale e senso della correttezza. Ora non
mi riconosco pi nelle sue idee e nella sua
linea morale. A malincuore diriger altrove
(mai a sinistra) il mio voto. C chi trova le
sue risposte intelligenti e degne di un vero
politico, e chi avverte: Bravo F ini! Com-
pl i menti per l a tua vi rata progressi sta.
Tranquillo, non voter mai pi An! E tu non
presentarti in Chiesa: spero che ti fulmini.
Stai peggi orando ogni gi orno di pi . C
chi si pone un angosciato quesito: Ma per-
ch la destra, che mi piaceva, prende sem-
pre a martellate i suoi pendagli?. E chi an-
nunci a agl i ex camerati una drammati ca
decisione: Una delusione enorme che non
verr cancellata mai. Su questi valori biso-
gna essere i ntransi genti . Megl i o l Udc, ma
davvero! Al meno sono coerenti nel l a l oro
Cristianit.
Il quotidiano di un partito
senza leader divenuto lorgano
di un leader senza partito
Il Secolo di Fini
Roma. Dal Secolo dI talia al Secolo di Fi-
ni. La battuta circola fra coloro che in An
assistono alla rappresentazione della svolta
laicista di Gianfranco Fini offerta dallorga-
no di An ai propri lettori. Si sa che quella di
Fini una posizione minoritaria e che lo
consegna allabbandono da parte di dirigen-
ti, parlamentari, militanti e simpatizzanti
impegnati sul fronte astensionista. Si sa che
Fini ha rubricato gli astensionisti sotto lin-
segna della diseducazione e che questi gli
si sono rivoltati contro ieri perfino il pro-
fessor Roberto de Mattei, vice presidente
del CNR e consigliere personale di Fini, ha
sentenziato che lastensione la scelta ne-
cessaria di chi auspica la rinascita di un
centro-destra ancorato a valori forti. E cosa
fa il quotidiano di An, adesso che si ritrova
a essere lorgano di un partito quasi senza
leader? Si comporta come il quotidiano di
un leader senza partito. Asseconda cio la
svolta finiana e tiene basso basso il dissenso
maggioritario. Lo fa con una titolazione im-
barazzata fin dal primo ripensamento di Fi-
ni. Esempi: quando a via della Scrofa, sede
di An, sembrava che stessero gi per volare
le sedie, il Secolo comunicava che il con-
fronto serrato ma il partito apprezza la
chiarezza del vicepremier (12 maggio).
Quando poi stato chiaro che si andava ver-
so la delegittimazione di Fini, una sterzata
ulteriore. Laltroieri il titolo dapertura in
prima recitava libert di coscienza sopra
una gigantesca sintesi del Fini-pensiero:
Non siamo nel 48. I eri lapoteosi. Apertu-
ra minimizzante in prima (Una scelta di li-
bert. Confronto dentro An) accompagnata
da editoriale ultraprogressista del respon-
sabile della cultura, Aldo Di Lello (Una de-
stra moderna guarda al futuro). Sotto anco-
ra il richiamo di unintervista molto simpa-
tizzante e sdoganante (per Fini) rilasciata da
Antonio Polito, direttore del Riformista. A
pagina 2un articolone pro-referendario del-
limmunologo Fernando Aiuti (I n favore
del s in nome della ragione). A pagina 4un
pastone per descrivere la rivolta interna ma
addomesticandola (An: abbassiamo i toni,
per...) sotto il quale sfilava il pezzo di Di
Lello ornato con foto di Marinetti e di un
rassicurante laboratorio scientifico. Al Se-
colo diranno magari che la dialettica di un
partito plurale, ricco e via cos a ridimen-
sionare. Ma qualcuno fa sapere che giorni
fa, al telefono con Flavia Perina direttore
bravo ma astensionista confessa il maschio
portavoce di Fini, Salvatore Sottile, ha im-
partito disposizioni inequivocabili.
e allora non c posto per i prodotti im-
perfetti, li si butta via prima, poi magari li
si butta via anche mentre sono l che dor-
mono con un cagnolino di pezza, perch
tanto, dicono, guardate: quella non vita.
Mi hanno creato nello stesso modo in
cui allevanoi maiali. Tuttoquellocheso, e
chemi datosapereriguardoa miopadre
chesi masturbatoper pochi soldi. S, so-
noarrabbiato, perchnoi siamoinvisibili,
Bill Cordray, natoin I nghilterra con la fe-
condazioneeterologa.
Sodi un saccodi personechepensano
di avereun padreeinvecenehannoun al-
tro, Afef Tronchetti Provera spiega a Va-
nity Fair il suo s alla fecondazioneetero-
loga.
La Corte costituzionale non ha potuto im-
pedire il disconoscimento di paternit che
un padre (non sentendosi tale) ha usato per
liberarsi di un bambino concepito con la fe-
condazione eterologa. Quel bambino lave-
va voluto, ma non aveva potuto dargli i pro-
pri geni. Era suo, ma era uno sconosciuto.
I mpotentia generandi, si chiama, e allora
con la moglie erano ricorsi a un donatore
anonimo, una fialetta di seme. Prelievo di
ovociti, fecondazione in vitro e via, nel 1998
si faceva ma non si diceva. Poi le cose sono
andate male, lui guardava quel bambino e
non provava nulla, soltanto rabbia. Guar-
dava la moglie e voleva scappare. I l matri-
monio fin, ma a lui non bastava. Voleva
cancellare tutto, allora ha cancellato il fi-
glio. Azione legale, ricorso in appello. Nel
nostro ordinamento il consenso prestato
dal marito (cosciente della propria impo-
tenza) allinseminazione artificiale eterolo-
ga della moglie non pu ritenersi idoneo a
escludere lesperibilit dellazione di di-
sconoscimento di paternit perch non
sussiste, nel caso specifico, alcun rapporto
biologico di sangue. Finito. A quel bambi-
no, adesso, resta un pezzo di carta: Figlio
senza padre. E J oanna Rose, nata a Lon-
dra con il seme di un donatore, andata a
vivere il pi lontano possibile, in Australia,
ma prima ha bussato alla porta di suo pa-
dre: ha chiesto alla Corte di giustizia ingle-
se di poterlo fare, ha reclamato il suo dirit-
to a sapere, scatenando, prima della revi-
sione della legge, le reazioni degli altri fi-
gli a met, come ha detto lei. Quella che
stata applicata a noi una logica da alle-
vamento di animali in batteria, ma la gente
sembra pensare che sia normale portarsi
dietro questa situazione per tutta la vita.
Normale essere invisibili. Voglio conosce-
re il mio padre biologico e incontrarlo e
parlargli almeno una volta scrisse un an-
no fa una ragazzina, Lynne Spencer e cer-
co mia sorella nelle facce degli altri. Ab-
biamo il diritto di conoscere la nostra iden-
tit. Una deliberata inflizione di pena, ha
scritto J oanna Rose nella memoria inviata
alla Corte di giustizia: E importante capi-
re che questa rabbia una sana e normale
risposta: una met della mia identit ance-
strale mi stata deliberatamente nascosta,
causandomi una pena immensa. Facendo-
la scappare lontano. Noi siamo persi in un
paesaggio non-familiare ha detto Bill Cor-
dray dobbiamo crearci il senso di noi stes-
si senza la mappa del nostro piano geneti-
co. Cosa significa essere concepiti attraver-
so un donatore? Gli esperti di infertilit
non lo sanno. Gli scienziati non lo sanno. I
politici non lo sanno. Nessuno lo sa perch
nessuno lha domandato a noi, che siamo i
soli a poterlo sapere. I soli a non averlo
chiesto.
La copertina dellE-
spresso molto effi-
cace. Cento piccole
foto di famosi perso-
naggi, per altrettanti
S allabrogazione
della legge sulla pro-
creazione medical-
mente assistita: Da
Vasco a Dalla. Da
Giorello a Merloni. Da Rivera a Moretti.
Scienziati, artisti, intellettuali, industriali
e sportivi si schierano per il referendum.
La copertina vigorosa, ma ancora pi im-
pressionante la poderosit del servizio
cui rinvia. I l servizio allinterno occupa
ben sette pagine, fitte dei pareri e dei per-
ch di ciascuno. Non di dieci, o venti, o
trenta. Di cento. Alcuni penetranti e altri
meno, ma tutti appassionati. Liniziativa
stimolante per molti motivi, ma la cosa
certamente pi avvincente e meritevole
che lEspresso, un giornale che non na-
sconde unanima di sinistra, non ha chie-
sto soltanto a persone di sinistra. Ha ospi-
tato da donna Assunta Almirante a Luca
Barbareschi, dal campione Dino Mene-
ghin, a Angelo Rizzoli, a Valeria Marini. E
sottolinea ci con giusto orgoglio: Ci sono
i laici di sempre, ma anche cattolici doc
come Bonolis e Rivera. Le imprenditrici
Artoni e Marcegaglia. Creativi come Vasco
e G-Max. Star popolari come Proietti e
Venditti. Ecco lI talia che dice no alla leg-
ge 40. Perch cento personaggi sono in
pratica tutti, sono davvero uno spaccato
dellI talia per bene. B, sar un caso, ma
mancano tutti e tre: Enzo Biagi, Daniele
Luttazzi e Michele Santoro.
Prove di ritrovata autorevolezza. Dopo la
circostanziata accusa di Silvio Berlusconi,
il primo giornale italiano, un tempo anche
il pi autorevole, al Corriere della Sera si
corre ai ripari per riguadagnare il primato.
Nove Colonne si pregia di fornire in ante-
prima ai propri lettori la strategia di ricon-
quista attuata dal Corriere per arrivare pri-
mi al traguardo del cuore del Cav. Autore-
vole intervento in prima pagina di Renato
Schifani sul primo anniversario della svolta
del riportino. Giusto un anno fa il brillante
esponente di Forza I talia rinunciava al ri-
porto in testa per aggiudicarsi in capa un
look pi fascinoso non esente di austere cal-
vizie. Prova di autorevolezza presto rilan-
ciata nellampio dibattito cui hanno dato vo-
ce nelle pagine interne Micaela Biancofiore
da Bozen, Stefania Prestigiacomo da Siracu-
sa e Gianni Baget Bozzo da Genova. Schifa-
ni pi bello del Monumento della Vittoria,
il nostro ambasciatore presso la SVP, co-
s la tirolese. Renato ha pi charme di
Gianfranco, va in profondit come neppure
Enzo Maiorca, cos la siciliana. Sembra
proprio intelligente, cos il sacerdote. Ecco,
pi di cos non s potuto fare e Enzo Biagi,
bastian contrario, nella sua rubrica domeni-
cale ha scritto: Anche Roosevelt aveva il ri-
portino e Eleanor amava scompigliarglielo.
Chi scompiglier adesso Schifani? Se non
un regime questo, a un regime somiglia .
Provedi ritrovataautorevolezza.Riuscita la
prova a Repubblica. Per non dare vantaggio
al Corriere anche Ezio Mauro si lancia nel-
la corsa per arrivare prima al traguardo del
cuore del Cav. e approfitta del Venerd di
Repubblica per fare una copertina con Ce-
sare Previti e stamparvi questo titolo shock:
LI nnocente. Leditoriale di autocritica
stato scritto da Curzio Maltese, quello di ri-
costruzione dellintera persecuzione giudi-
ziaria stato redatto da Carlo Bonini e Bep-
pe DAvanzo, il reportage su La sera anda-
vamo a studio a Prati stato dettato da Con-
cita Di Gregorio mentre a corredo del dibat-
tito la direzione del giornale di via Cristofo-
ro Colombo ha voluto preparare lintero in-
serto del week-end con due lunghi saggi, uno
di Alessandro Baricco, La leggenda del
gangster che amava le fragole dietetiche,
laltro di Pietro Citati, Cesare, il Grande.
Prove di ritrovata autorevolezza. I nuti l e
di re cosa ha fatto La Stampa per arri vare
pri ma al traguardo del cuore del Cav., ha
pubbl i cato un poster di Berl usconi con i n
una mano la fiaccola delle Olimpiadi della
neve e nellaltra la mano del direttore Mar-
cel l o Sorgi . Espl i ci ta l a di dascal i a: I nsi e-
me, per vincere. Prove di ritrovata autore-
vol ezza al Messaggero dove Mauri zi o Co-
stanzo, nel suo Diario quotidiano, ha man-
dato a di al Cav. Vediamoci, parliamone.
Non s trattato di arri vare pri mi al tra-
guardo del cuore di Berlusconi e nel suo ri-
quadro i n pri ma pagi na, i l popol are gi or-
nalista ha scritto al padre di non sapersi in-
tendere con il figlio: Con Piersilvio non va
bene, facendo appel l o al l a saggezza dei
padri ha ribadito: Voglio una trattativa co-
me quel l a de Bonol i se. Unal tra segnal a-
zi one, i nfi ne, i l fondatore del sal otto ti v
lha riservata al direttore dello stesso Mes-
saggero: Damose da fa altrimenti te faccio
mette Pol i to al posto tuo. Chi amo Vel ardi
ed fatta. Lo ri formi zzamo noi i l Messag-
gero, pe arriv primi al traguardo del core
de Caltagirone e de Walter.
Che cosa fare per tornare
autorevoli nel cuore del Cav.
Il Corsera celebra la svolta del riportino
di Schifani. Biagi bastian contrario
I giornali corrono ai ripari
NOVE COLONNE
Redazione e Amministrazione: L.go Corsia Dei Servi 3 - 20122 Milano. Tel 02/771295.1 Poste Italiane Sped. in Abbonamento Postale - DL 353/2003 Conv. L.46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO
OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO
LAVVERSARIO
CHECI PIACE
QUELLI CHE si sono comportati be-
ne e voteranno il loro bravo s
(editoriale pagina tre)

RIFLESSIONI DI UN CONSERVATORE
ILLUMINATO Panorama
PIEMME

N
on passa giorno senza che Heather,
adesso, pensi a loro. Guarda sua figlia
Erin e non riesce a decidere niente. Guar-
da suo marito Peter e lui le dice: Sei paz-
za, non sono bambini, quelli. Non crede-
vano sarebbe andata cos, volevano soltan-
to un figlio, non tutto quel casino, non quel-
lossessione nella testa. Allinizio era di-
verso, allinizio (era solo il primo fallimen-
tare ciclo di fecondazione in vitro) lei e Pe-
ter avevano donato dodici embrioni, di qua-
lit inferiore a quelli impiantati, alla ricer-
ca sulle cellule staminali. E una buona co-
sa si erano detti, convinti per una buo-
na causa. Via con il secondo ciclo, e anco-
ra niente, via con il terzo, ed ecco Erin, una
femmina. Gli altri dodici embrioni prodot-
ti quella volta (grazie a bombardamenti or-
monali che Heather non dimenticher pi,
e grazie ai quali fin spesso al pronto
soccorso) sono ancora, dopo tre
anni, congelati nel Centro
per la F ertilit di San
F rancisco. E a loro che
lei pensa, adesso, ogni
giorno. Racconta che
stato il compleanno di
Erin a cambiare tutto:
prima di averla, erava-
mo per la scelta, crede-
vamo che un bambino
non potesse essere consi-
derato tale fino a quando
non usciva dalla pancia
della mamma. Quindi
nessun problema nessun
pensiero, solo quella bella
voglia di vedere un figlio
crescere, insegnargli a vi-
vere, ridere delle somi-
glianze. Poi per siamo en-
trati in difficolt da soli, e io sono andata in
quel centro a cercare di capirci qualcosa
ha raccontato a Family Circle qualche me-
se fa (Olimpia Tarzia ha segnalato la storia
al Foglio). Meno centonovantasei gradi Cel-
sius, gli embrioni vengono conservati cos.
Basta un minuto per scongelarli, ma po-
trebbero sopravvivere anche per duemila
anni, forse di pi. Lembriologo di quella
clinica le ha detto: Non sono realmente
morti ma nemmeno vivi, il metabolismo
sospeso. Heather allora ha guardato den-
tro il contenitore, voleva afferrare il senso
di quellimmortalit strana, ha pensato:
Bene, soltanto gruppi di cellule congela-
te. Poi il medico ha chiuso il coperchio e a
lei tornata in mente il primo ricordo di
Erin, una foto appiccicata con le altre nel-
lalbum di famiglia: un gruppetto di cellule,
una cosa piccola piccola, la sua bambina.
Non sa che fare, suo marito dice che per un
altro figlio non bastano i soldi. Pensa che
sarebbe meglio donarli a qualche labora-
torio, anche questi dodici. Lei no: Questa
possibilit pu andar bene per le altre fa-
miglie. Non per la mia. Non per i nostri em-
brioni. Non pi. Ci penseranno ancora, al-
meno per altri duemila anni.
Dicono: non hai idea di cosa signifi-
ca avere un figlio con la spina bifida.
Dico: miofiglio. Dicono: non vita. Di-
co: la nostra vita. Luigi VittorioBer-
liri, consiglierecomunaledella Marghe-
rita a Roma, intervistatodal Foglio
Luigi Vittorio Berliri ha trentacinque an-
ni, una moglie, una bambina di otto e un
bimbo di sei. Con gli occhi neri, i piedi rad-
drizzati piano piano, le scarpe ortopediche
e a letto un cagnolino di pezza. Va a scuola
un po sulle sue gambe un po sul passeggi-
no, quando proprio stanco. I eri era lulti-
mo giorno prima delle vacanze e gli di-
spiaciuto, perch in classe si diverte, ha un
sacco di amici. E un bambino con la spina
bifida, di quelli che non dovrebbero nasce-
re, di quelli che la diagnosi preimpianto
servirebbe a buttare via subito, con sollie-
vo, potrebbero usarli al massimo per la ri-
cerca. Di quelli che il ministro Stefania
Prestigiacomo chiama condanna crudele.
F abio F azio li paragona ai denti cariati.
Umberto Veronesi li definisce difettosi.
Curarli, nel linguaggio referendario, equi-
vale a eliminarli. E un bambino che va in
piscina, con un costume speciale. A sei an-
ni si mette il catetere da solo, mattina e se-
ra, e dice che non soppporta pi quello
stupido pannolino. Sulla cartella clinica
cera scritto: non potr mai camminare.
Poi hanno detto: potr camminare
solo con le stampelle a quattro
gambe. Lui le ha buttate
e cammina senza. Per
quando sar cresciuto,
pi pesante e con gli
stessi piedi piccoli,
non so cosa succe-
der dice il padre.
F orse non camminer.
Ma nessuno si permet-
ta di dire che questa
non vita, che era me-
glio se non nasceva, che
con la diagnosi preim-
pianto si sarebbe evita-
ta una sofferenza, o an-
che corretta unimperfe-
zione: c un metro per
misurare la dignit di
una vita, o un limite, su-
perato il quale non pi vi-
ta? Se fa la pip nel pannolino non vita?
Se a un certo punto deve stare nel passeg-
gino, una larva?. Luigi Vittorio Berliri
una sera di settembre era stato a teatro con
lui, a Villa Borghese, poi a casa tutti e due
nel lettone perch erano soli, poi il bambi-
no a dormire e il pap a leggere il giornale.
Trova sulla Repubblica lintervista a quel
medico olandese, il dottor Verhagen, che
pratica leutanasia a bambini come il suo,
con il pannolino e i piedi piccoli. Regalo
loro la dolce morte. Berliri scrisse subito
una lettera per dire che suo figlio va a
scuola, ha degli amici che lo cercano per
giocare assieme, che lui ha molta paura di
una societ di sani, che leugenetica gli
sembra spaventosa. Non mi permetto di
giudicare il dolore di chi decide di aborti-
re un bambino come il mio perch pensa di
non farcela, ma nessuno deve dire che la
diagnosi preimpianto avrebbe curato mio
figlio: lavrebbe ucciso, e io sarei morto di
dolore. Dice che di eroico non c un bel
niente, c un figlio e basta. Ci sono i pro-
blemi, lospedale, le seccature, ce ne sa-
ranno sempre, ma allora tra non molti anni
ci sar il problema di con chi mia figlia an-
dr a letto, a che ora torner a casa la not-
te e chi le dar un passaggio in motorino.
La libert di ricerca, forse, potrebbe rega-
lare un giorno la guarigione a questo bam-
bino con i piedi piccoli e gli occhi neri. S,
ma non cos: non voglio che mio figlio gua-
risca grazie alla vita di un altro, non credo
che Luca Coscioni sarebbe contento di gua-
rire con la vita di mio figlio, e so che la vita
inizia in quel momento: il resto sono solo
ciniche sciocchezze. I l fatto che lunico
bene che conta il bene di quelli che stan-
no gi bene, lha scritto un amico e lui tro-
va che sia proprio cos: la perfezione per
chi la sta a guardare e sente di possederla,
STORIE DI DISORDINATA FECONDAZIONE
Heather guarda sua figlia Erin e pensa ai dodici embrioni congelati e non vuol pi darli alla scienza per una buona
causa come la prima volta. Bill figlio delleterologa, vuole conoscere quel padre, che si masturbato per pochi
soldi. Joanna si sente figlia dimezzata: Met della mia identit ancestrale mi stata deliberatamente nascosta
ANDERS F. RASMUSSEN
(seguenellinsertodue)
(seguea pagina quattro)
GIANFRANCO FINI
V
i vogliono convincere che la realt
non esiste, che tutto linguaggio pi
interpretazione, che lembrione umano
al massimo pu essere unicona pop da
portare sulla maglietta, che se luomo
imita la natura il prodotto dellimitazio-
ne diventa suo, che di quel prodotto pu
fare quel che vuole, manipolarlo se gli
aggrada, usarlo se gli utile, selezionar-
lo e buttarlo se imperfetto, tutto tran-
ne che accoglierlo in nome del desiderio
per il quale stato fabbricato, tutto tran-
ne che curarlo. Vogliono convincervi che
lembrione come lo schiavo negro nel-
lOttocento americano, quello schiavo di
cui la Corte suprema diceva che esse-
re umano ma non persona, e vi spiegano
e rispiegano il primato di una donna che
non esiste, una donna-idolo che esercita
poteri di vita e di morte sulloggetto del-
la sua decisione di maternit, e come se
non bastasse vi esortano a difendere il
primato di un tecnico che ha gi seque-
strato la salute della donna nellanar-
chia procreativa, che le ha offerto iper-
stimolazioni ovariche e bombardamenti
ormonali capaci di produrre la quantit
di embrioni sufficiente ad alimentare le
illusioni dellidolo scientista, del mostro
morale raccontato dal grande biologo
Chargaff, e a riempire quegli odiosi ba-
rili della crioconservazione parcheggia-
ti nel limbo dantesco della periferia
oscena del mondo moderno. Vogliono il-
ludervi sulla cura dietro langolo nel mo-
mento stesso in cui fomentano leugene-
tica, cio la sostituzione della cura del
malato con la eliminazione sua e della
sua imperfezione, e fomentano uneuge-
netica speciale, ultramoderna, peggiore
di quella pianificata dagli stati del tota-
litarismo e della democrazia perduta
del Novecento, vogliono che attraverso
il vostro voto trionfi leugenetica dome-
stica, la trasformazione della famiglia in
una macchina che tra il nascere e il
guarire preferisce lo scegliere, come
se fosse al l a portata di un uomo e di
una donna darsi una progeni e i ntel l i -
gente, come suggeri sce J ames Watson,
quando l a stupi di t preci samente i l
catti vo uso del l i ntel l i genza, e chi cre-
de nel catalogo del Nobel harvardiano
e del suo seme, nel catal ogo del seme
vichingo e della sua presunta bellezza,
stupido quale che sia il suo quozien-
te formal e. Vogl i ono che andi ate a vo-
tare, che andi ate a farvi fottere al zan-
do il quorum gi altino di suo della di-
sumanit transumanista e superomista,
e voi mandateli tutti a quel pae-
se. Ve ne prego.
Non andate a farvi fottere
Vi vogliono convincere che la realt non esiste, mandateli a quel paese

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