dItalia 1. I cambiamenti nellEuropa continentale: a. instabilit del quadro politico; b. attivismo francese e forza degli ideali nazionalistici; c. trasformazioni: i. formazione di due grandi Stati unitari: Italia e Germania; ii. diffusione del sistema rappresentativo costituzionale, sebbene in ambito monarchico. 2. La Francia del Secondo Impero: a. la formazione dellImpero: i. forte tensione politica: monarchici, liberali, repubblicani, radicali; ii. il Parlamento respinge al richiesta di Luigi Napoleone Bonaparte di potersi ricandidare alla presidenza (1851); iii. popolarit di Bonaparte: repressione militare della Repubblica Romana e appoggio del mondo cattolico e dellesercito; iv. colpo di Stato: occupazione del Parlamento (2 dicembre 1851) e plebiscito per la permanenza di Bonaparte al potere e la stesura di una nuova Costituzione (21-22 dicembre 1851); v. scioglimento della Camera e elaborazione di una Costituzione autoritaria imperiale, sanzionata da un plebi stico nel novembre 1852; b. il sistema istituzionale: i. sopravvivenza formale del sistema parlamentare: Assemblea legislativa a suffragio universale e Senato con membri a vita; ii. poteri dellimperatore: controllo dellesecutivo, del giudiziario, delliniziativa legislativa e dellesercito; c. la politica economica: i. incoraggiamento dello sviluppo economico e tecnologico; ii. liberismo e accordo commerciale con il Regno Unito (1860); iii. politica di lavori pubblici come soluzione alla disoccupazione; d. la ristrutturazione urbanistica di Parigi preparata da Haussmann; e. la politica estera: i. dinamismo e azioni militari; ii. destabilizzazione degli equilibrio internazionali; iii. la guerra di Crimea (1853-56): 1. attacco della Russia alla Turchia per Moldavia e Valacchia (1853); 2. intervento di Francia e Gran Bretagna per la conservazione dellequilibrio (1854); 3. sconfitta della Russia (1855); 4. conferenza di pace a Parigi (1856); iv. spedizioni militari con esito positivo: Libano, Vietnam, Cina; v. la spedizione in Messico: 1. guerra civile messicana e vittoria dei liberali di Benito Jurez: mancato pagamento dei debiti contratti con le istituzioni finanziarie europee; 2. pretesto: difesa degli interessi finanziari francesi; 3. invio di una spedizione guidata da Massimiliano dAsburgo (1861); 4. tenace resistenza militare organizzata da Jurez: sconfitta dellesercito francese (1866) e morte di Massimiliano (1867); vi. guerra contro lAustria assieme al Regno di Sardegna (1859); vii. guerra franco-prussiana (1870). 3. Il Regno di Sardegna dal 1850 al 1859: a. i gruppi mazziniani: i. fallimento di nuovi tentativi insurrezionali: Pisacane; ii. insuccessi e allontanamento delle simpatie dellopinione pubblica dai progetti mazziniani: convergenza verso la soluzione sabauda; b. il Regno di Sardegna: i. lazione di Vittorio Emanuele II: conservazione dello Statuto Albertino; ii. accoglienza per gli esuli politici italiani; c. il governo dAzeglio: i. affidamento del ministero di Agricoltura, industria e commercio e poi di quello delle Finanze a Cavour: politica economica dinamica, costruzione di vie di comunicazione, accordi doganali (Francia, Belgio, Regno Unito); ii. le leggi Siccardi: diritto di foro separato, diritto dasilo, donazioni a enti religiosi; iii. progetto di legge sul matrimonio civile e caduta del governo; d. il governo di Cavour: i. abolizione delle congregazioni religiose contemplative (1855): formazione di una Cassa ecclesiastica per il pagamento della congrua dei parroci; ii. scontro tra Cavour e Vittorio Emanuele: prevalenza di Cavour grazie allappoggio parlamentare; iii. interpretazione progressiva dello Statuto: i governi devono essere scelti sulla base del Parlamento; e. la politica estera di Cavour: i. partecipazione alla guerra di Crimea: inserimento nella diplomazia internazionale; ii. la conferenza di pace di Parigi (1856): attenzione per la situazione italiana; iii. il tentativo di attentato a Napoleone III da parte di Felice Orsini (14 gennaio 1858); iv. accordi di Plombires (20-21 luglio 1858): 1. riassetto geopolitico dellItalia (Alta Italia, Centro Italia, Napoli e Roma papale); 2. formazione di una confederazione degli Stati italiani guidata dal papa; 3. trattato di alleanza tra Francia e Piemonte (24 gennaio 1859): guerra difensiva; 4. cessione di Nizza e Savoia alla Francia. 4. Lunificazione italiana (1859-60): a. tensione tra Piemonte e Austria e ultimatum austriaco (24 aprile 1859); b. la seconda guerra di indipendenza: i. intervento di Napoleone III in difesa del Piemonte; ii. vittorie e occupazione della Lombardia; iii. armistizio di Villafranca tra francesi e austriaci (11 luglio 1859): annessione della Lombardia al Regno di Sardegna; iv. malumore in Francia per il numero di vittime e preoccupazione di Napoleone per levoluzione politica nella penisola; c. le insurrezioni: i. cacciata dei principi in Toscana, Parma, Modena, Bologna e Romagna; ii. formazione di governi provvisori favorevoli allunione con il Regno di Sardegna; iii. plebisciti di annessione (11-12 marzo 1860) ed elezioni per il Parlamento di Torino (25 marzo): solida maggioranza liberale; d. cessione di Nizza e Savoia alla Francia; e. la spedizione dei Mille: i. arruolamento di mille volontari da parte di Garibaldi; ii. autonomia della spedizione rispetto al governo sabaudo, che tollera i preparativi e la realizzazione senza appoggiarli apertamente; iii. sbarco dei garibaldini a Marsala (11 maggio); iv. conquista della Sicilia e sconfitta dellesercito borbonico; v. ingresso di Garibaldi a Napoli (7 settembre 1860); vi. tensioni sociali in Sicilia: il problema delle terre demaniali e degli abusi dei proprietari; vii. rivolte e occupazioni di terre: il caso di Bronte; viii. organizzazione dei plebisciti di annessione (21 ottobre); ix. partenza di una spedizione militare dal Piemonte: conquista della Marche e dellAbruzzo; x. incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Teano (26 ottobre); xi. plebisciti di annessione dellItalia centrale (4 novembre); f. i meriti: i. abilit politica e diplomatica di Cavour; ii. sostegno dellopinione pubblica favorevole allunificazione; iii. grande partecipazione di volontari; iv. combinazione dellabilit del personale politico con il radicamento del movimento nazionale e patriottico. 5. La societ italiana postunitaria: a. il problema della nazione: i. retorica della nazione italiana come comunit naturalmente compatta e realt della difformit di usi, costumi e culture; ii. la lingua italiana: non strumento di comunicazione quotidiana, incomprensibile ai pi; iii. analfabetismo diffuso (80%) e diffusione dei dialetti; b. leconomia: i. tre regioni principali: Valle padana, Italia centrale, Italia meridionale e isole; ii. situazione particolarmente complessa: Inchiesta agraria e sule condizioni della classe agricola (1877) di Stefano Jacini; iii. la Valle padana: 1. aziende capitalistiche gestite da affittuari e con manodopera salariata; 2. tecniche produttive efficienti; 3. allevamento dei bachi da seta e produzione serica; 4. produzione di tessuti e filati di cotone e lana; 5. uso dellenergia idrica; iv. lItalia centrale: 1. divisione delle terre in numerosi piccoli poderi; 2. diffusione della mezzadria; 3. povert delle unit poderali e scarsa diffusione delle macchine agricole; v. lItalia meridionale: 1. diffusione dei latifondi; 2. impiego stagionale di braccianti salariati o affitto delle terre; 3. povert dacqua e coltivazione del grano: impoverimento delle terre; 4. pascolo e concimazione naturale dei terreni; 5. aree di specializzazione colturale con tecniche di coltivazione pi sofisticate: olio (Puglia), agrumi (Sicilia); vi. diversit dei rapporti con il mercato: produzioni per lesportazione (Valle padana, colture specializzate meridionali) e per il mercato intero (mezzadria, grano, cotone, lana); vii. differenza socioeconomica come differente grado di civilizzazione; c. il brigantaggio: i. incremento del fenomeno tra il 1861 e il 1870, e in particolare negli anni 1861-65; ii. concentrazione in Abruzzo e in Lucania; iii. operazioni militari dimostrative (attacchi a simboli dellautorit o ai beni) e atti criminali (rapine, estorsioni, sequestri); iv. carattere esplicitamente politico del movimento: restaurazione dei Borboni o difesa dei diritti papali; v. partecipazione di molti ex militari borbonici e dei delusi dal processo di unificazione; vi. impiego di 40mila soldati e repressione tramite misure eccezionali; vii. conseguenze: atteggiamento di sospettosa diffidenza verso il nuovo Regno. 6. La vita politica negli anni postunitari: a. lassetto istituzionale: i. monarchia costituzionale parlamentare; ii. riunione del primo Parlamento del Regno dItalia a Torino (18 febbraio): continuit con il Regno di Sardegna; b. morte di Cavour (6 giugno 1861); c. la Destra storica (1861-76): i. linea cavouriana; ii. visione elitista della politica e della societ: paese legale limitato a ricchi e colti; iii. legge elettorale a suffragio ristretto (2%); iv. accentramento amministrativo: potere decisionale degli organismi centrali e limitazione delle autonomie locali tramite il prefetto; d. la costruzione degli assetti normativi: i. politica doganale liberista: trattati con i partner commerciali per favorire lesportazione agricola e limportazione di macchinari; ii. difficolt causate dal liberismo allindustria italiana nascente; iii. costruzione di una rete ferroviaria nazionale, potenziamento delle strade e dei porti; iv. organizzazione delle amministrazioni locali: province e comuni; v. riorganizzazione e finanziamento dellesercito; vi. obbligatoriet dei primi due anni di scuola elementare; vii. completamento e aggiornamento del catasto: pi equa ripartizione dei carichi fiscali; viii. ammodernamento e riorganizzazione delle aree degradate nelle grandi citt; e. la politica fiscale: i. sforzi finanziari e necessit di misure fiscali severe; ii. imposta sulla ricchezza mobile (redditi lavorativi); iii. imposta fondiaria sulla base dei dati catastali; iv. imposte indirette sui consumi; v. introduzione della tassa sul macinato (1868) e moti conseguenti (1869); vi. raggiungimento del pareggio del bilancio (1875); vii. requisizione dei beni degli enti ecclesiastici soppressi e vendita allasta (1866-67); f. la politica di laicizzazione: i. introduzione del matrimonio civile (1865); ii. appoggio della Sinistra liberale alla laicizzazione; g. la Sinistra: i. presenza di ex repubblicani, garibaldini o mazziniani; ii. ambizione ad ampliare il corpo elettorale; iii. potenziamento del sistema scolastico; iv. gruppi parlamentari a base spesso regionale, non partiti politici. 7. Difficolt e contrasti: a. la terza guerra di indipendenza (1866): i. governo La Marmora: accordo con la Prussia contro lAustria; ii. impiego di esercito e flotta numericamente superiori a quelli austriaci; iii. cattiva condotta di guerra: sconfitte di Custoza e Lissa; iv. successi di Garibaldi in Trentino; v. successi della Prussia sullAustria e conclusione della guerra; vi. cessione del Veneto allItalia tramite la Francia: umiliazione; b. la questione romana: i. cautela dei governi della Destra, preferenza per unazione popolare da parte della Sinistra; ii. il primo tentativo garibaldino (1862): lAspromonte (29 agosto); iii. il secondo tentativo garibaldino (1867): la sconfitta di Mentana per opera dei francesi; c. garibaldini e mazziniani: i. illegalit dellazione garibaldina: necessit di mantenere i rapporti diplomatici con la Francia; ii. sincerit dei sentimenti patriottici di Garibaldi e suo prestigio internazionale; iii. critiche di Mazzini allUnit: mancata fase costituente, pura e semplice annessione, disconoscimento della legittimit delle istituzioni; iv. morte di Mazzini a Pisa (10 marzo 1872); d. i rapporti con Pio IX prima della presa di Roma: i. allontanamento del papa dal movimento nazionale nel 1848; ii. attriti tra la Santa Sede e il Piemonte costituzionale: leggi Siccardi, matrimonio civile, crisi Calabiana; iii. conquista piemontese del centro Italia (1859-60): scomunica maggiore; iv. interruzione dei tentativi di trattativa avviati da Cavour (1861); v. pubblicazione dellenciclica Quanta cura (1864), contenete il Sillabo degli errori del nostro tempo; vi. convocazione del Concilio Vaticano e proclamazione dellinfallibilit del pontefice (1870); vii. introduzione del matrimonio civile (1865) e vendita dei beni ecclesiastici (1866-67); e. presa di Roma (20 settembre 1870); f. la legge delle guarentigie (13 maggio 1871): i. inviolabilit della persona del papa; ii. extraterritorialit del Vaticano, del Laterano e della villa di Castelgandolfo; iii. libert di comunicazione postale e telegrafica sul territorio italiano; g. la spaccatura dellopinione pubblica cattolica: i. intransigenti: adesione fedele agli indirizzi papali; ii. moderati: fedelt al magistero spirituale, non alle direttive politiche; iii. non partecipazione alle elezioni politiche, ma a quelle amministrative; iv. strutture associative: lOpera dei congressi (1874); h. spostamento della capitale del Regno a Roma (1871); i. la situazione dopo lUnit: i. suffragio censitario ed esclusione della maggior parte dei cittadini dai diritti politici; ii. diffusione dellanalfabetismo (69%); iii. aree di povert; iv. superamento della fase pi critica e difficile: successo della classe dirigente liberale; v. mancata sovrapposizione delle diverse aree di tensione; vi. necessit di insegnare la nazione alle masse: scuole, esercito, rituali.