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Teoria della Relativit

Laura Ferrara
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1 I problemi che hanno condotto alla Teoria della


Relativit
Le equazioni di Maxwell, pubblicate nel 1873, forniscono una descrizione completa dei fenomeni elettromagnetici ed ottici. Esse introducono il concetto di
campo elettromagnetico e spiegano come la luce sia un'onda elettromagnetica.
Inoltre aermano che tutte le onde elettromagnetiche si propagano nel vuoto
a velocit pari a quella della luce: c 3 108 m/s. In realt Maxwell riteneva
che per la propagazione delle onde elettromagnetiche fosse necessario un mezzo,
l'etere, estremamente rarefatto da consentire il movimento dei corpi celesti, ma
allo stesso tempo sucientemente rigido da permettere la propagazione delle
onde elettromagnetiche mediante le proprie compressioni e dilatazioni.
Sorsero subito dalle equazioni di Maxwell delle profonde contraddizioni con
la meccanica newtoniana. La meccanica classica utilizza la teoria della relativit galileiana che aerma che ogni velocit pu essere misurata solo relativamente ad un sistema di riferimento e che le leggi della sica hanno la stessa
forma in tutti i sistemi di riferimento inerziali. Inoltre vale la legge di composizione delle velocit che aerma che la velocit di un punto P rispetto
ad un sistema di riferimento inerziale S pari alla velocit dello stesso punto
rispetto ad un secondo sistema di riferimento inerziale S' pi la velocit di S
rispetto ad S'.
Per questo motivo ci si chiese:
1. perch la luce sembrava avere la stessa velocit rispetto ad ogni sistema
di riferimento? Oppure, rispetto a quale sistema di riferimento la luce ha
velocit costante di c 3 108 m/s?
2. Una carica in movimento genera un campo magnetico, ma se il sistema di
riferimento si muove con la carica, il campo scompare?
Furono proposte due alternative:
1. La legge di composizione delle velocit galileiana vale anche per la luce e
quindi la velocit della luce non costante. Non vale per il principio di
relativit.
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c
2011

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2. Vale la teoria della relativit e c costante. Non valgono per le leggi di


composizione delle velocit.
Alla ne del XIX secolo la prima alternativa era quella che godeva di maggiori consensi. I sici ritenevano che fosse l'etere a dar luogo al sistema di
riferimento assoluto rispetto al quale la velocit si propagava a velocit c. Tuttavia l'esperimento di Michelson-Morley, condotto dai due sici tra il 1881 e il
1887, non consent di misurare la velocit della Terra rispetto all'etere.
Anche Lorentz e Fitzgerald aderirono alla teoria dell'etere sviluppando una
serie di equazioni di trasformazione (le trasformazioni di Lorentz ) che lasciavano
invariate le equazioni dell'elettromagnetismo compatibilmente con l'esistenza
dell'etere. Lorentz inoltre introdusse il concetto di tempo locale, distinto dal
tempo di un osservatore in quiete con il sistema di riferimento.

2 La nascita della Teoria della Relativit


Nel 1905 Einstein, allora ancora semplice impiegato all'Ucio Brevetti di Berna,
pubblica l'articolo Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento nel quale presenta la nuova Teoria della Relativit Ristretta per i sistemi inerziali e riforma i
concetti di spazio, tempo, massa ed energia.
Nel 1916 pubblica invece la Teoria della Relativit Generale per i sistemi
non inerziali, fornendo un nuovo concetto di gravit.
2.1

I postulati della Teoria della Relativit Ristretta

La Teoria della Relativit Ristretta si fonda su due postulati:


1. Le leggi della sica hanno la stessa forma in tutti i sistemi di riferimento
inerziali (Teoria della Relativit Galileiana)
2. La velocit della luce la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali
(conseguenza della Equazioni di Maxwell).
I due postulati spiegano le contraddizioni citate prima, compreso l'esperimento di Michelson-Morley del quale Einstein, probabilmente, non era neanche
a conoscenza.

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